, come diventare simile di quella cosa ch' è considerata. = denom.
casa, 5-iii-186: credo che converrà ch' io inibisca alli signori avvogatori 4 sub poenis
boiardo, 3-234: alcune comunitade se dolino ch' el comanda o fa comandare cinquanta
possa interrompere, con tuttociò mi duole ch' ella sia muta e inoperosa per sì
ira ad uomo la molesta / povertà ch' abbia struggicuore in sorte, /
seneca volgar., 3-245: prima ch' io entrassi nella nave, io ruppi in
vie più trema il parto, / da ch' ei di crasso è vincitore; il
... ripigliava le risposte ch' essi si passavano ancora imperfette, esitanti,
inorato da venire, / perché più acquisto ch' eo non ò mertato. galliziani o
non vi si sforzi voglia / del genar ch' io norisco; / inorando voi sonne
va, mia canzone, e di lor ch' audit'aggio / che 'l sommo ed
creta mal cotto e peggio inverniciato e ch' abbia già servito di contumelia per vaso
secolo presente... non ricorda ch' egli dee pure a'monaci quella civiltà,
senza punto inorgoglirsi per l'ono- ranze ch' egli ne riceveva. siri, vii-944:
me di lena '1 sacro senso. / ch' è di mio sommo ben ferma
ma son tutti frenelli, / ben- ch' il medico suo gliel'inorpelli.
disse tomo, l'ha detto egli ch' è da bologna, e altro omo che
altro [autore] più recente, ch' io non m'attento di nominare,
: a te sol quest'alma mia, ch' è pure / di te idolatra umile
più cruda inospita contrada / dritto fu mai ch' empio furore e scherno / le insepolte
conservare la compagnia è il purgarsi, ch' ella fa, delle inosservanze, licenziando
e ordegni in fuga tra quel fumo / ch' euro batteva, e già l'alba
: dett'ho del gemino valore / ch' i bianchi gigli di sicilia inostra. ricchi
/ s'altri gli guarda mai, spero ch' almeno / si tinga di pietà,
/ chi gli occhi lucidi, / ch' uomo senz'ardere / mirar non puote
sangue il mar s'inostri, / ch' a tarmi non siam no timidi e lenti
, questo bacio estremo, / or ch' oriente, come fa, s'inostra.
a l'uom saggio, che vede / ch' oppresso è l'uomo e 'l reo
chiama le intessute spine, / e crede ch' alle sfere s'awicine / fronte mostrata
del casato coll'aggiunta del nuovo mondo ch' egli scoprì. giannone, 1-iii-96: quindi
vento. foscolo, xiv-222: sento ch' ei t'inquieta sempre; e davvero che
casini, 1-86: misero, eppur bisogna ch' io m'inquieti / e mi lamenti
parte elesse maddalena, / poi ch' una delle due è necessaria; / quella
che guastano il proprio dell'amicizia, ch' è la costanza. -eccitazione.
fede sol te onora, / non patir ch' abbi sempre inquietudine, / che solo
il maggior male, anzi, poi ch' ella è aspettazione di male 0 di
del tiranno, arditamente si mostrino tali ch' ei sono. carducci, iii-21-258:
.. che contra quelli... ch' avessero ritornati gli elefanti al re e
famiglia senza tener conto di suo padre, ch' è dio. 3. intr
lo inquisitore m'à mandato qui, ch' io ti venghi a pronunziare e a dire
le leggi osservate: e quando truovino ch' egli abbia in cosa alcuna errato, sono
obbligati ad accusarlo: ed ogni pena ch' egli meritasse, debbe sopra gli eredi
, si colmava di quel suo limpido sguardo ch' egli sfuggiva temendolo inquisitore.
.. fue acusato dinanzi dal vescovo ch' elli guidava male la pieve per cagione
e soggetto al solo di spagna, ch' è supremo. giannone, 2-ii-273: i
, un altro il capo estolle, / ch' a gli arbor par s'avinchi e
che se elio non tornasse inretro, ch' elli li facevano patere tutte quelle pene.
si- rocchia, quel tesoro della verginità ch' ella ha inricompera- bilmente e sì tosto
se non fossino nella corbesca inrolatura) ch' io corbi appelli quei iuristi che son
f. f. frugoni, vi-541: ch' insacca il carbone facilmente s'infuliggina.
vestito, la cameriera accennava che le parea ch' io stessi bene. nievo, 4-81
e come vede il bello, cioè ch' elle stieno aperte, v'insacca dentro
3-114: prima di proseguire è d'uopo ch' io v'in- saccocci la spiegazione.
giamboni, 8-i-247: e 'l grande scrigno ch' elli [i cammelli] hanno sul
delle coste, e cavano quello scrigno, ch' è tutto grasso, e quello insalano
, purg., 2-101: io, ch' era ora a la marina vólto /
colpi allor misura e 'nsala / però ch' a mal partito si vedea.
cento onori e cento / più solenne ch' ei puote il funerale, / una tomba
vuol la insalata, / e vuol ch' io la raccolga. cesari, i-273:
prigione, coperto dalla foglia d'insalata, ch' è il suo mangiare. solinas donghi
quest'insalata di varie erbucce, crederò ch' ella abbia non poco a dilettare.
quell'insalata di rozzezze e di gentilezze ch' egli aveva nel cuore. dossi, 1-ii-801
li fa così giganti forse il po / ch' essi [i buoi] scolman bevendone
tu me 10 'nsalini: / ch' io vidi i pasticcini / fare infra loro
segue al cor tormento rio, / ch' ogni diletto a la tua mente insalsa.
non seguito l'opinione di platone, ch' io vorrei l'academia in loco di buon'
insalubre. soldani, 1-27: quel ch' ell'umore / giova dell'un, a
: [catullo] scrisse, solo, ch' io sappia, tra'latini, un
rarii ', dall'operazione loro, ch' è di far la strada e l'uscita
, 3-43: il medico dub- bita ch' io non diventi iterico, essendo oramai quasi
divien ciò che rimira / l'uom ch' è da regia infirmitade oppresso, / perché
greco 'itterico ', cioè omore ch' esce per gli occhi dalla milza, e
che spira sua virtute / nello smeraldo ch' è sopra ogni verde; / di molte
il sig. bozza per gl'ictioliti ch' io ebbi da lui, così sarò a
s. v.]: 'ittiologico', ch' è relativo a'pesci, ed alla
iacopone, 87-18: la iustizia, ch' è assessore, sì t'ha preso
iudiciale... onde quella causa ch' è deliberativa non puote essere non deliberativa
puote essere non deliberativa, e quella ch' è dimostrativa non puote essere non dimostrativa
, non me lamento del iudizio, / ch' elio non sia fatto con rascione
di iugularvi, ogni poco di mora ch' io interponeva, il mio soccorso saria
. bruno, 3-633: vuole ch' ai medesimo tempo dalla iuiuma..
giuggiolo. bruno, 3-633: vuole ch' ai medesimo tempo dalla iuiuma,
sicilia duglusa, piina di amancamentu, / ch' eri cussi iuiusa di tuttu apparamentu,
41-63: giovanni ha quell'u consonante, ch' è come una bietta traile due vocali
arrivo. iacopone, 89-69: encontenente ch' eo fui ionto, non me
nodato. varthema, 119: molti dicono ch' el leofante non ha iuncture alte come
questa non fu la maniera della guerra ch' egli aveva promessa con juramento di fare contra'
te offesi mai / per l'alma ch' ogne senso in me comparte.
380: e1 iurisconsulto prudentemente ha voluto ch' el doctore abia, come principe e signore
alberti, i-195: cercherei comperare la possessione ch' ella fusse tale quale l'avolo mio
poter godere più iuridicamente il titolo, ch' io professo, di suo divotissimo servitore,
non risolva meglio di me le difficultà medesime ch' io gli promovo nella loro dottrina.
raccomandatari. saccenti, 1-1-70: costui, ch' era di tutti il superiore, /
meglio sarebbe per la casa mia / ch' io fossi in casentino o in valdinievole.
, n-iii-605: dissero [alcuni pitagorici] ch' il principio era il bene, la
niccolò da correggio, 1-318: ch' io non dubito già, inospite fera
mio, magno e preziato, / ch' io sono in tua presenzia assassinato.
filippo non è consolo a me, però ch' io non sono senatore a lui »
morte diva, / se ben vói ch' io te giaccia umile a'piedi.
molto / da mosconi e da vespe ch' eran ivi. idem, purg.,
dell'altro. ariosto, 471: fa ch' ivi ti mostrino / la via d'
', né virtù di soggetto quella ch' ivi egli dichiara. pallavicino, 8-118
et... un gran tino ch' era iveritto fu pieno d'olio. a
quanto, invece di quella fanciullesca izza ch' e'ne prendea, sarebbegli stato dicevole e
più si vanta / il comunelli? ecco ch' egli ha un consorte / che con
attribuito... un modesto possesso, ch' egli amministra da sé. =
in quella medesima larghezza dell'atrio, ch' è ragguardata dall'oriente, l cubiti
è simile alla rosa, / ch' in bel giardin su la nativa spina /
e certo / la fiera moglie più ch' altro mi nuoce. boccaccio, dee.
: dio mi lasci veder la dia / ch' io serva a madonna mia / a
che, come fa, non vuol ch' a noi si sveli. bandello, 2-14
misera noi seppe se non tardi, / ch' era di sopra, ed ordinava in
e monna lagia poi / con quella ch' è sul numer de le trenta / con
l'eccedere il numero che avea fissato, ch' io promisi a me stesso di non
di presente. ariosto, 43-45: ch' essendo causa del mio mal stato ella,
la traditora: / tè disposta al fin ch' io mora / per amore e gelosia
con le lacrime su gli occhi, ch' io vada a intendere se è pur vero
, il che fo con tutto quello ch' io voglio e ch'io posso. manzoni
con tutto quello ch'io voglio e ch' io posso. manzoni, v-1-563:
di sdegno, me la rendè e comandommi ch' io non le tornassi davanti, se
me l'han fatta parer diversa da quella ch' io prima la pubblicai. carducci,
e per li campi esulta, / sì ch' a mirarla intenerisce il core.
, n-ii-253: prendi la mia destra; ch' io la ti porgo a baciare,
o che la vada mendicando, o ch' egli imboli. l. giustinian, 1-30
cavallo. lippi, 6-7: basta, ch' ella se l'è legata al dito
bambino non s'è mai sicuri di quel ch' egli fa e sottingende. troppo la
: reverente ai piedi / le di'ch' io sarò là tosto ch'io possa.
le di'ch'io sarò là tosto ch' io possa. boccaccio, dee.,
là sanno il viaggio, / sì ch' a pena fia mai ch'i''l passo
/ sì ch'a pena fia mai ch' i''l passo chiuda. boccaccio, dee
propagando in cerchi successivamente maggiori, tanto ch' e'giungono stracchi alla riva e vi muoiono
nel mondo degli al di là, ch' io non conosco. -di là
. mare amoroso, 231: infin ch' i'mi vedrei oltre quel braccio /
braccio di saufl per tutta gente / ch' à scritto in su la mano: «
tanto a li occhi miei / mentre ch' io fu'di là. idem,
242-5: toma tu in là, ch' io d'esser sol m'appago. guicciardini
. la cosa è ornai tanto in là ch' e'bisogna per forza lasciarla correre.
varchi, 18-1-249: tutte le somme ch' essi risquotevano s'intendevano prestate gratis..
sole piega e vibra / l'auro ch' amor di sua man fila e tesse /
se piaciuto pur fosse là sopra / ch' io vi morissi, il meritai con l'
seino tenuti li signori nuovi, incontenente ch' avaranno iurato, di trovare luogo convenevole
vivere è mai sazio, / ancor ch' egli stia mal di là da male.
fu da dio illuminato mediante quel segno ch' ei vidde in cielo meraviglioso, mutò
compiuto. boccaccio, iii-4-47: ben ch' angoscia transformato m'abbia, / e
/ e 'l nuovo nome, di ciò ch' io solea / altra volta esser,
l'un d'i sette regi / ch' assiser tebe. idem, inf.,
., 19-122: i'credo ben ch' ai mio duca piacesse, / con sì
, 14: lo pescatore, vedendo ch' aveva labbia di gentile uomo, presegliene grande
animo tuo, volgi l'essenza / quanto ch' è sola in voi magnificenza! gelli
del sangue ivi diè un morso, / ch' una nera gentil nota vi feo.
., 32-47: li occhi lor, ch' eran pria pur dentro molli, /
bisogna avere una vesta di corame, ch' abbi doppio i labri del petto per ispazio
, 238: per qual cagione, poscia ch' io ho bagnate le labbra entro alle
/ de'l'uom chiuder le labbra fin ch' el puote, / però che sanza
:... conciò sia cosa ch' io sia uomo immondo di labbra ed abiti
più frequente ed inevitabile agli uomini, ch' è quel della lingua.
ancora le labra in molle, / ch' un villanel che v'era ascoso appresso,
come udirà faraone, specialmente conciòsia cosa ch' io sia non circonciso de'labri? diodati
gli ebrei hanno chiamati incircumcisi tutti coloro ch' aveano alcun difetto naturale di corpo o di
: partì per vincere nel papa quello ch' egli, avvezzo a parlare coll'anima sulle
6-144: silena è quella, e satira ch' ha sime / le nari; la
de la prima oscura labe, / ch' offusca or più che mai l'umana mente
lieve suono labbiale accennò a me, ch' essa credeva immerso nel sonno su cui
uom che s'addomestica / con colui ch' è fiacco e labile, / sebben forza
può assimigliare alla acqua de'fiumi, ch' è labile e transitoria come il peccare.
strato [crusca]: la terra, ch' è bagnata dall'acqua, diventa labile
di marmo e granito di tal vastità ch' era fama che i visitatori vi si smarrissero
battista, vi-1-114: sovra nave, ch' ordir stami lanosi, / solcai di
: se tu se'cinto, -megli'è ch' i'non apra, / ché mi'
. leonardo, 2-676: fondamento del padiglione ch' è nel mezzo del laberinto del duca
potuto e posso ben dar vanto / ch' io agio amato delle donne il fiore
dolce zaffiro, / dico dall'aer ch' ella circoscrive, / per eser puro azzurro
come lo pesce al lasso, / ch' è preso a falsa parte, / son
ariosto, 11-42: come toro salvatico ch' ai corno / gittar si senta un
donna intanto i lacci tolti, / ch' ambe le mani al giovine legaro. caro
editto di pena del laccio a quelli ch' eran di fuora, se entravano, ed
-catenella. foscolo, xix-187: ch' io ci avessi pensato [al rega-
argomento / di tramai del laccio in ch' amor mi prese. petrarca, 96-4:
la lunga guerra de'sospiri, / ch' i'aggio in odio la speme e i
mio stato / e qual fu la cagion ch' amor mi prese / col laccio che
tal laccio amor mi strinse, / ch' a snodarlo conven che si discioglia / lo
... / per la fe'ch' ai laccio si richiede, / che insieme
parentado attorti. groto, 7-104: poi ch' ebbi visto e letto i gravi omei
stati rei. tasso, 7-7-39: fa'ch' a l'inferno almen vada sicura /
inferno almen vada sicura / che, dopo ch' io sarò fredda e di ghiaccio,
alarico l'unia, que'nodi infranti / ch' erano a pentimento ancor soggetti, /
provisti in vari liti / di ciò ch' è duopo a le terrestri schiere. siri
stretto un lazzo / d'intorno, sì ch' io non posso voltarne, i et
sua compagnia come 'l veleno, perciò ch' egli è laccio e dispreggiamento dell'altrui
i sensali] e far un scocco, ch' è peggio di mille interessi, il
2- 142: non scorgevano già la differenza ch' è da un popolo interamente sciolto ed
un altro foco acceso, / tal ch' a gran pena indi scampato fora.
, inf., 22-109: ei, ch' avea lacciuoli a gran divizia, /
quale erano tanto simili al proprio, ch' in quelle si conoscea un avaro,
, non lo dei tenere, perciò ch' elli è di malo augurio.
fu fatto tanta calca che poco mancò ch' ei lacero non fusse. viaggi di nicolò
fue sì tale lo stroscio per la fossa ch' era cava e profonda, e per
armino i venti ad ostinate gare, / ch' ei sol delude i congiurati orgogli.
. allor gridino / in sino al ciel ch' i'ne dò lor licenzia. tasso
mentre che lei mi lacera, / voi ch' i'rida, e mi macera /
fragne / e 'l gallo canta il mal ch' alfonso piagne. bembo, 9-1-30:
caro, 12-i-259: mi lacero infinitamente ch' io non sono potuto intervenire a prestarli
era lacero messer giovanni guicciardini, accusandolo ch' egli arebbe potuto... ultimare
lacereranno queste mie fatiche tanto più quanto ch' elle non meritano d'esser commendate per
commendate per altro che per lo solo studio ch' io vi ho posto e per il
canova vuole che sia lacerato l'obbligo ch' ella mi fece, e le sia data
raccapriccio frantumi e brani di quelle cose ch' ella pensava aver meglio appiattate. d'
impressori, che appena si riconoscono da quel ch' el- l'erano. settembrini, v-280
salvini, 39-v-15: la lingua, ch' è fatta a posta dall'eterno facitore
sanguinoso, e par che senta / ch' egli aita le chieda. michiele, 3-ii-269
il giovane, 9-126: io mi credea ch' ai vestimento / lacero e rappezzato /
giov. soranzo, 163: però ch' onde era già lacera in prima,
31: degnami, signor mio, ch' io lasci il mondo / e sue miserie
di membra. marino, vii-246: quel ch' è dalla pianta del piede al confine
/ mostra ferito e brutto ogni lacerto / ch' a fin de futur premio era cuperto
alamanni, 7-i-324: non vedi ch' ogni augel s'asconde in valle /
tréfoli, o lacèrtoli,... ch' era venuto a mano a mano faticosamente
dio li verrebbe a diliberare, secondariamente ch' elli avea promesso per li profeti.
delle virtù [tommaseo]: per ciò ch' elli non vuole neente esser laci giudicato
dì nel letto disperato. bisogna dunque ch' io scrivi laconico. c.
devotissimo a'pianti ti muovi, / ch' i'spargo innanzi l'alma tua faccia diva
lagrime di dolcezza in tanta copia / ch' io non posso parlar. metastasi,
-proem.: la lagrima delle viti, ch' è come gomma, guarisce la lebra
.. il profumo d'incenso, ch' era quell'aroma di cedria stillante a
si mettea in bocca, che parea ch' egli avesse a fare una sua vendetta
avendo forse riguardo ad alcun vin particolare ch' in quel tempo fosse in pregio come
me cava le lagrime, quando penso ch' i prencipi cristiani, così ostinati in perseguitarsi
, i-226: partissi in fretta, imperniò ch' erano commosse l'interiore sue sopra il
: dentro tenendo le lagrime strette / ch' agli occhi per pietà volean venire, /
, 3-17: era tanta la divozione ch' egli era a vederlo, che pochi lo
: lui commove in guisa tal, ch' a freno / può ritener le lagrime
amore e quella pura fede / per ch' io tante versai lagrime e 'nchiostro. boccaccio
130-6: pasco 'l cor di sospir, ch' altro non chiede, / e di
tale stato / è dolce il pianto più ch' altri non crede. tasso, aminta
/ della gomma del perù, / ch' arrossire, / ch'ammutire, / fa
del perù, / ch'arrossire, / ch' ammutire, / fa queiraltra del tolù
, / orrendo e lacrimabile, / non ch' a metterlo in opera, a pensarlo
, xvi-159: l'unica cosa buona ch' io faccia in pavia si è di
liberali, quasi democratica, salvo ciò ch' è da salvare: tale in fine
pier della vigna, 427: allotta ch' eo mi partivi / e dissi « a
dien seme / che frutti infamia al traditor ch' i'rodo, / parlare e lagrimar
cielo in ciò s'adopra, / ch' amor quest'occhi lagrimando chiuda.
non so che di flebile e soave / ch' ai cor gli scende ed ogni sdegno
., 23-55: la faccia tua, ch' io lagrimai già morta, / mi
per forme indefinite / al flacido baglior ch' estenuato / da fanale a fanale sbadiglia
la lingua. / è tempo ornai ch' io taccia. 15. locuz
de la molt'anni lagrimata pace, / ch' aperse il ciel del suo lungo divieto
alle lacrime e dicesi propriamente di tutto ciò ch' è destinato a ricevere ed a raccogliere
. ho diliberato a te, più ch' altra madonna de umanità e compassionevole carità
lagrimevole. da una parte, par ch' ella debbe esser lieta... e
il core benignamente all'inferma italia bramando ch' ella si ricuperasse da quei deliramenti che
roma così, com'è, colle sedute ch' io leggo è una ironia, una
guarini, 54: la qual poi ch' ebbe indarno pianto, e 'ndamo /
vederla mi conduce; / e so ben ch' i'vo
. pulci, 19-16: né creder ch' io tenessi gli occhi asciutti, / misera
gioia il mio doglioso stato, / ch' or mi tien gli occhi lagrimosi e molli
simintendi, 2-219: la fiaccola, ch' egli tenne, fu sempre stridente con
infiniti sospiri or l'hanno spinta, / ch' è nel mio mare orribil notte e
i lumi e celebrate / il dì ch' originò così gran duolo. metastasio, 1-ii-905
, xxxvii-90: de tutto el mal ch' i'ò facto, / pensato e decto
guancie son sì lacrimose / per la pietà ch' a un giovinetto porto, / ch'
ch'a un giovinetto porto, / ch' in un castel qui presso oggi fia
etate, e i vecchi stanchi / ch' hanno sé in odio e la soverchia vita
mi tien diffeso, / sperando ognor ch' io possa saziare / el lacrimoso cuor
io possa saziare / el lacrimoso cuor ch' è tanto offeso. l. giustinian,
/ e 'l fraudolente popul tanto offese / ch' ancor de lui è lacrimosa luce.
pisa, 1-335: li miei compagni, ch' io menai meco da troia, nel
essendo que'belli occhi asciutti / per ch' io lunga stagion cantai et arsi!
ii-1-6: e voi, amanti, priego ch' ascoltiate / ciò che dirà 'l mio
lacrimoso plettro / febo il fìgliuol, ch' avea mal retto il lume. m.
acerbo fior in far quel frutto / ch' alia pace del mondo al secol manca.
in fatti nascono per lo più le lacune ch' è forza segnare in tali documenti.
d'annunzio, iv-2-442: sentivo già ch' essi mi amavano e che io li
un verbo che equivalgaallo * sbracarsi ', ch' è 1 " omnibus viribus eniti 'dei
arte. foscolo, xv-396: anche ciò ch' io ho stampato traendolo dalla volgata parrà
è alcuna ladiézza, o coloro ch' hanno detto davanti pare c'abbiano alcuna
e piacerebbemi un neron secondo, / e ch' ogne bella donna fosse lada. binduccio
volendomi sprovar fin amadore! / ch' eo fin non son ver zo,
. carducci, ii-4-100: la nomea ch' e's'è fatta a furia di
i suoi furti ancor copria, / ch' a i ladri amica ed a gli amanti
, xxxv-ii-639: qua'son le cose vostre ch' io vi tolgo, / guido,
, / e prima invola il cuor ch' altri lo saccia, / passando a lui
ladràccio. poltri, iii-2-178: or ch' i ladracci han dato negl'inciampi,
amorosina, bellina, di madonna armellina, ch' al- trimente non saria ben di me
tiene / gli occhi alle man, ch' eran rapaci e ladre. del bene,
: so che laverai indovinata per fare ch' i ladri mercatanti con minor loro fatica e
avea chiuso a sportello, / e ch' io non me n'accorsi, un ladro
5-204: benedetti quegli occhi ladri! ch' io ti voglio un bene ch'i me
! ch'io ti voglio un bene ch' i me ne muoio! verga, 3-52
queste 42 doi navi francese mi consigliano ch' io mi metta il cervello in riposo di
proquoio / recitar certi versi così ladri / ch' egli è proprio un miraeoi s'i'
per questo il ladro mio destino / ch' io non v'ami e osservi mi disvia
sue artificiose scuse ritrovava, cominciai dubitare ch' egli ne volesse fare qualche gran male
la roba rubata; e si diceva ch' ella avesse diverse pratiche con i ladroncelli.
tegna / lo suo tesoro caro om ch' a ladroni / lo mostri ed affa-
spelunca di ladron son fatti, / tal ch' a'buon solamente uscio si chiude.
deluse gli aguati d'alcuni ladroni, ch' imboscati l'attesero alla strada. forteguerri,
o che terra avranno elli, da ch' elli ànno tanto conquiso? deborlli anzi avere
fatti capi alcuni uomini audacissimi e fieri ch' affliggevano maravigliosamente quelle riviere. redi,
a sperdere ben dieci volte quel tanto ch' essi guadagnarono. quei proprietari son ladri pubblici
montagutolo, 45: statuimo et ordiniamo ch' el camarlengo sia tenuto di fare invenire
che fuoro de'fillioli d'uguc- cione ch' el comune ha comprati. =
lucchese del 1268, v-376-47: questo ch' è scritto in questo folio alle parti che
lagga ancor tu chesta donna bisoria, / ch' i'ti giuro per tutto il calendario
dante, xiii-6: la sua vertute, ch' ancide sanz'ira, / pregatel che
cava /... / credo ch' un spirto del mio sangue pianga / la
, « se dimandi fama, / ch' io metta il nome tuo tra l'altre
i e io attento a l'ombre, ch' i'sentia / pietosamente piangere e lagnarsi
« questi panni m'hanno sì stanca ch' io non posso più gire », e
gli fé del fil sì buona parte / ch' el fu in duo fusi a gran
, quand'io scrivo / di quella ch' ad amor più non mi lagno, /
. 1827 (358): e ch' ella non abbia a lagnarsi di te!
xiv-325: or via... conviene ch' io ti lagni il mio colloquio con
acqua, non vino, / quei ch' an le vigne farien tal guadagno, /
, era stato in buona fede, e ch' era duro caso patirne lui solo le
tommaseo]: siccome lo zitello, / ch' è superbo e lagnoso. libro della
, avvenne, per difetto della nave ch' era rotta, che subito v'entrò
, affondò. petrarca, 66-24: ch' allor fia un dì madonna senza 'l ghiaccio
ghiaccio, i... i ch' i'vedrò secco il mare, e'laghi
tommaseo, 11-87: forza è poi ch' ogni rivo si convegna / giù nelle
/ giù nelle valli: ond'è ch' ogni privato / saver scienzia pubblica di-
un fluire di onde, spesso impetuose, ch' egli restrinse e costrinse e compose nel
resisti / in questo lago / d'indifferenza ch' è il tuo cuore. tecchi,
e 'l braco / m'impigliar sì ch' i'caddi; e lì vid'io /
a mille / le preziose lagrime, ch' in breve / furo al gelato core,
, e dal loco della feccia, ch' è il sepolcro, mi ha fatto uscire
. dante, lxi-8: ver è ch' ad ora ad ora indi discende /
del cor m'era durata / la notte ch' i'passai con tanta piòta. buti
volgar., 1-62: eziamdio l'uomo ch' è onesto, per la grande necessitade
: ne'suoi lagumi un animai ripara / ch' è bestia e pesce, il qual
molt'acqua ed ampioso lagume, / ch' a piè de'monti faceva un gran
parte, / che mena pesci più ch' altro lagume, / dove le donne
uscirono del fiume e della lacuna, ch' era nel luogo, grandi uccelli e di
di mal si trova / quel petto ch' è crisciuto / ne la infema lacuna,
: cantò [drusiana] uno lais ch' ella aveva fatto fare, quando buovo
molza, 1-386: il largo pianto, ch' a partir m'invita / con voi
semplice- mente per quella madonna beatrice, ch' egli amò con pura benivolenza.
villani, 10-226: se 'l papa medesimo ch' avea mosso il detto falso oppinione il
avea uno discepolo convertito di nuovo, ch' era un giovane molto laico. tommaseo
, 111-4: s'eo tale fosse, ch' io potesse stare / senza riprender me
libro delle sentenze, 1-2: quello ch' è laido a fare, non credo
si può da questo anco cognoscere, ch' egli non solamente ha amata la bellezza
l'uomo ammonestare [li garzoni] ch' ellino non veggano laida né disonesta pintura,
: bench'io mi creda appena / ch' essi pria molto bene immaginarsi / non dovesser
le bestie rimarranno in terra, più giù ch' essi sotterra prefunderanno a laido ed a
: ma tanto mi è rimaso ancora, ch' io ho nella bocca un laido dente
magio cura / d'udire una laidura / ch' una cosa che vaglia! bartolomeo da
vizio si è quando una delle cose ch' egli numera tu la puoi riconoscere e fermare
sotto iddio, si è l'anima, ch' ha perfettamente sua beltade e sua dritta
mente et ascoltava un servo ch' avea nome samai, che li
laldasti per cosa netta: / salvo ch' or di beltà è più perfetta.
laldazióne inverso iddio per queste cose ch' egli à vedute. = deriv.
: non ferma qui la furibonda spada / ch' era una lama da la lupa antica
fende, apre e dirada / ciò ch' ella incontra; uomini ed armi abbica.
, i-251: fecero alzar li panni, ch' erano di sopra alla porta principale,
ci dicevano, ma più approssimati vedemmo ch' erano di foglia d'argento, ma indorato
, 20-79: non molto ha corso, ch' el [il mincio] trova una
. grandi, 274: cattivi vapori, ch' esalerebbero dal- l'acque morte, le
il chiama / novello alcide; e ch' egli assalse e vinse / l'angue lernéo
va molto in là col corso suo, ch' egli truova una lama, cioè un
il vento, agitandoli, vivifichi l'orazione ch' essi recano inscritta. lamaìstico
belli e speziosi gli dii? non accade ch' io ve ne faccia qui la pittura
/ con quelle vostre cetere distese, / ch' un sol pensier d'un sol viglietto
uscì 'n quint'essenza il ghiribizzo, / ch' io son per dirti. f
astuzie, altri punti / che quei ch' usate voi sopra i pallazzi, / mentre
6: tutte le crespe e macchie ch' ai sul volto / ti le traroe
che poi per lambicco / diventa quel ch' a dirlo non son uso. mattio franzesi
quel che usciva da quel lambicco di sozzume ch' era l'uomo'ai miei occhi mi
. f. frugoni, iv-424: raggiunto ch' ebbi 'l mio fedel direttore, che
. frugoni, 1-40: ancor non sai ch' il tuo senso,...
cùbito e il ginocchio / sul suolo ch' ei doveva / di sé far vermiglio,
io n'ho ben donde, / ch' io corsi e corro sempre gli anni rei
/ a lamentarsi sì soavemente, / ch' avrebbe di pietà spezzato un sasso,
l'intensa doglia, / ma non così ch' ad or ad or non gema /
, i e 'l dolce amaro lamentar ch' i udiva, / facean dubbiar se
quanto amor le fece orranza, / ch' io 'l vidi lamentare in forma vera /
fariali a savire i lo mal di ch' eo non m'oso lamentare / a quella
non mi lamento mai / per pena ch' io ne senta o per rancura.
si scosta. petrarca, 360-135: ch' è in grazia, da poi / che
e compiango ad ogni ura, / ch' io fui l'amico senza infingimento,
l'amico senza infingimento, / poi ch' ebbi 'n amor cura, / d'una
dole, / in dolce vita, ch' ei miseria chiama. bandello, 1-2 (
191: vorrei certamente che queste cose ch' io vi scrivo, e quello ch'io
cose ch'io vi scrivo, e quello ch' io innanzi nel senato lamentai, fossono
austriaci, protettori di quella rovina lamentevole ch' era ridotta l'autorità pontificia, requisivano,
uomo i reggimenti; perché l'uomo ch' è vecchio... è cupido e
volte furo compagni de'lunghi lamenti / ch' all'aria il misero sparger cantando s'
lamenti / rotti da un chiaro suon ch' a lei ne viene. tortora, ii-228
a'suoi lamenti eco risponde, / ch' ogn'altro augel quetato avea già il
tu morta? »; / e mentre ch' io la chiamo, me conforta.
7-151: sul registro chiuso, an- ch' esso tutto imbrattato, era la lametta da
: sotto 'l ventre [dello scorpione] ch' è composto di cinque commessure, veggonsi
isidoro, per modo di favola, ch' ella va di notte a divorare i fanciulli
una bestia crudele, che da poi ch' ell'ha allattato i suoi figlioli, sì
1-i-29: una donna di mezzana età, ch' avea un occhio cieco, e l'
. quarantotti gambini, 4-123: un giorno ch' era solo sul ballatoio e s'ingegnava
, come a divino, / quasi lampa ch' ardesse eternamente, / qualche lume d'
solca più potentemente la tenebra uniforme luce ch' emana dalla lampa del saggio. graf
non mi lassar, per dio, ch' è gran peccato, / poi che
crudeli stelle, / onde piove virtù ch' informa e stampa / l'aria d'impression
le sante muse bella e chiarissima lampa / ch' illustri il mondo d'una seconda luce
nel mezzo un ben locato altare, / ch' avea dinanzi una lampada accesa. ochino
tansillo, 2-303: quei rai, ch' ali'aria chiara ed a la bruna /
). ariosto, 814: veggio ch' hai [o notte] quante lampade
teco condotte. caro, 3-1001: quel ch' unico avea / di targa e di
, con riflessi di orpello accomodati talmente ch' essi mandino il lume addosso ai recitanti
; e il duce agitava una fiaccola ch' era stata accesa all'ara di un santuario
arsono, come se l'acqua, ch' era nelle lampane, fosse stato veramente olio
/ che non si spenga. vedi ch' arde appena. / prendi l'olio dall'
che verso a noi trasfigurati / par ch' allunghino i passi. / che lampane di
, ben dee minore / farsi la pena ch' oggi in voi si stampa. viani
]: il lampasco è un'infermità ch' accade per abbondanza di sangue nella parte superiore
'fece, alzandosi, cogli occhi ch' erano una lampata celeste, 'cccom'è
che facilmente si fa liscio, bisogna ch' egli abbia molta qualità dell'argento vivo
tenebrose porgi lume / col tuo splendor ch' è tanto radiante. -che s'
umil prego a dio cotanto piacque / ch' ei dal suo lampeggiò profondo trono. /
vedea con livid'occhio / il regai serto ch' ei credea già suo. collodi,
del duolo oscure e folte, / ch' avea lor prima intorno al petto accolte.
a petrarca, xlvii-258: vostra beltà, ch' ai mondo appare un sole, /
e un così luminoso lampeggiare dello sguardo ch' egli non potè fare a meno di sorridere
messaggi e l'aria e l'ora / ch' aura appunto mi par di paradiso.
fanno lampeggiar dinanzi delle verità generali, ch' egli esprime non come filosofo, ma
s'han fatto il seggio, fan ch' io lodo / amor, ch'ogn'altra
, fan ch'io lodo / amor, ch' ogn'altra fiamma in cor m'ha
, i-183: ardo quando talor vien ch' io rimiri / madonna lampeggiar lieta e vezzosa
ché quella croce lampeggiava cristo, / sì ch' io non so trovare essempro degno.
non servì più di lampione, / ch' e'tornò nel suo stato in fino in
boccaccio, i-293: picciolo spazio stette, ch' egli ne cominciò a scendere un'acqua
grandissimi. idem, vi-205: vedi ch' ad ora ad or ritorna bruno / l'
i ministri tuoi trovato il calle: / ch' e'riconosco di tua face il lampo
/ e '1 suon dell'arco, ch' a piagar mi vene. g. b
notturni lampi. idem, 6-83: ch' a sol non fossi ed al notturo lampo
ariosto, 117: amor vuol pur ch' io v'ami, / e ch'io
pur ch'io v'ami, / e ch' io tema e ch'io speri e
, / e ch'io tema e ch' io speri e 'l mio mal brami /
speri e 'l mio mal brami / e ch' io corra al bel lampo che mi
abbaglia e lo strugge, e 'n ch' io m'avampo. bembo, iii-530:
: guardate i lampi luminosi ardenti / ch' escon del vostro stil. cesarotti, 1-xi-320
godettero de'pochi lampi di quella libertà ch' io dico. cuoco, 1-45: i
[o giobbe] ti credi / ch' esser abietto e vile / possa render del
lungo, si chiama lana alta; ciò ch' è corto, arricciato e men proprio
, 1-10: la nera / lana ch' ella vestia... / abbastanza dicea
un piccol vento; e quando la lana ch' è ne gli oppi, vola.
-come sta madonna cencia? -mantiensi più ch' ella può. -e panta mia cognata?
idem, 4-276: la dama, ch' era una lana sardesca, / al cavalier
vigilia né quattro tempora né quaresima, ch' è così lunga, anzi di dì e
12-14: una simil razza, / ch' ha fatto sempre d'ogni lana un peso
ad altri, è per trovare / ch' altri l'arà accoccata a lui.
e'la dà senza dote; / par ch' egli abbia giudizio, a dire il
alla lancia, a titolo di prencipe, ch' è titolo di fortuna, aggiugnere titolo
fortuna, aggiugnere titolo di guerriero, ch' è titolo di virtù. 4
, che fanno il suo moto, sempre ch' elle son tocche e a volte da
10-7 (449): dal giorno ch' io il vidi a scudo e lanza
porta lancia né spada né mazza, / ch' a forar l'abbia 0 romper la
8-17: quella lancia d'or, ch' ai primo tratto / quanti ne tocca
giuda e quella ponta / sì, ch' a fiorenza fa scoppiar la pancia. buti
. cecchi, 1-1- 75: poi ch' ell'è sì scaltrita e del diavolo /
guerra? / ed abbassò la lancia ch' avea in mano. porzio, 3-91:
ne le sue guance, / sì ch' a pugnar per accender la fede /
non ti meravigli, / assai men fia ch' italia co'suoi figli / si desti
lancia per essi, vivo sempre in lusinga ch' essi m'ascolteranno quand'io li pregherò
gilio, l-n-43: voi penserete ch' io sia per portar la lancia qual
lance rotte, / non credi tu ch' io conosca rinaldo? d'alberti [s
tubo nomato « lanciabombe ». dopo ch' ebbi lasciato andare su i cantieri le
nimici. ugurgieri, 37: poi ch' ebbe così parlato, lanciò una grande
fui colpito nella fronte da un sasso ch' egli aveva lanciato in aria alla cieca:
/ serrato forte da quella saetta / ch' amor lanciò lo giorno ch'i'fui
saetta / ch'amor lanciò lo giorno ch' i'fui preso. firenzuola, 919:
ora / lancia vividi rai, / ch' io vegga ornai dolce il mio ben dimora
boccaccio, vi-101: s'io credessi ch' amor per mio pregare / fra noi
con le sue robuste / radici investe sì ch' ogni più duro / smalto in breve
nondimeno è nostro, e quel tanto ch' ei può, fa. bernari,
tra questo, dimmi, chi ti par ch' avanzi? -figur. slancio,
3-i-93: non vi offendiate... ch' io non vi creda così di lancio
: io ti prometto in veritade / ch' io non avrò di te pietade, /
io non avrò di te pietade, / ch' io non ti faccia far tal morte
, / balestra e l'altre molte / ch' ài per castello accolte. sacchetti,
555: le lacreme, mamma, ch' io veio per l'ochi toi belli
, / a lo core me so'lanzuni ch' appena li pozo suffrire. cassiano volgar
bastoni e con lanciotti in mano, ch' altr'arme non avea. andrea da barberino
scavalcato ed appoggiatosi in su uno lanciottino ch' aveva, il famiglio presentò a nicolò una
chesto vizio di queste landraccie, / ch' ai bello ingegno lor fan torto e
sincera / veste di bianche lanegna, ch' è nera. = deriv.
: nessuno qui porta quella lanetta nera ch' io portava in genova. e. cecchi
diletto porte; / saprà ben ei, ch' è una
strade e lunghe e corte, / ch' e'trovi casimiro e darli il foglio /
. zenotemi le chiama langhe e dice ch' elle vivono intorno al po.
da siena, v-60: egli era uno ch' aveva nome lazero ed era languente.
,... /... ch' io mal potessi / fiacca ritrarmi.
morando, 156: spogliatosi una leggiera sopraveste ch' evea intorno, l'adagiò, quasi
fiati. fagiuoli, xii-150: sappi ch' è la bellezza aura volante, / fiore
martira. fagiuoli, xii-106: amor, ch' era con me, tosto di quella
morire in tutto in tutto, / ch' usar la vita mia / in pena ed
pena ed in corrutto / com'omo ch' è languente. guittone, xxxii-114: non
. goldoni, xii-120: lo so ch' io non merito / sì grato favor
vezzosa / la vedova sposa -del morto ch' è qui. betteioni, i-100: languenti
non colta in sua stagion, sì ch' ella / impallidisca in su la siepe
man languidetta il forte braccio, / ch' era sostegno suo, schiva respinse. r
1-39: non fu appena arrivato colà, ch' egli fu di nuovo soprapreso dall'antiche
détte nell'occhio la rosoliera; pensò ch' era stata la velia a metterla lì,
battista, vi-2-65: il mar, ch' è di procelle orbe loquace, /
e svenuti, / perch'era un vin ch' avea viso d'aceto. f.
per me acerbi e velenosi stecchi, / ch' io provo per lo petto e per
lei conversi, / sente più doglia ch' ella si querele. tolomei, xxxvi-39:
udir tra l'acqua e i rami / ch' a 1 sospiri ed al pianto la
piacere da quella importante e seria cosa ch' egli è. deledda, ii-556:
, sotto una rara e languida luce, ch' essa era il paradiso degli animali.
languidi anni da spendere per la fede ch' or si bandisce dal campidoglio. fucini
e fugaci / non è 'l baciar ch' ha istituito amore; / vuol ei che
/ a languidi pensier porgi soccorso, / ch' io non dispero al fin fronda febea
non so che di flebile e soave / ch' ai cor gli scende ed ogni sdegno
. lanci, 5-25: tu fai ch' il corpo lungamente languisce nella separazione
petrarca, 342-6: al letto in ch' io languisco / vien tal ch'a pena
letto in ch'io languisco / vien tal ch' a pena a rimirar l'ardisco,
gente languiva e moriva; e quelli ch' erano stati fin allora illesi dal morbo
e sodo / un terreno languir, ch' altro non chede / ch'esser richesto
languir, ch'altro non chede / ch' esser richesto, e che fedel promette,
il raggio langue / al primo albor ch' è in oriente acceso. galileo, 3-4-245
la natura del sangue e le strade ch' ei deve battere nell'andare dal cuore alle
diletto non sente in quell'ora / ch' appresso più di pena non languisca. boccaccio
schiva, /... / pur ch' altamente abbia locato il core, /
tanta smania di dolcezza,... ch' uscì quasi di sé affatto. n
del mio languire, / fa tu quel ch' io non posso; / dàlmi legato
e 'l languir sì mi piace / ch' infinito diletto ho nel martire. v
2-36: son costretto / pregar idio ch' el levi di languore / e sano e
le sue ceneri: invano. / fin ch' un di loro decretò che lento /
], 77-2: filemone dice ch' è di cava [lo elettro],
], 37-2: filemone dice ch' è [lo elettro] di cava e
ariosto, 10-86: quel avoltor, ch' un drago verde lania, / è l'
notte e dì la ricordanza / della vita ch' io vissi. -vessare, angariare.
d'amor già si trovaro / tutte parti ch' adopra umana vita. / giove il
a memoria mi dier bassi parenti, / ch' oro non mi lasciar, né men
tuoi greggi. marino, 4-259: attende ch' ogni pecora si dorma; / e
si guardi ben, se puote, / ch' io gli dividerò in più d'una
quattrocento, lxiv-in: misero me, ch' io so'quella lucerna / che se
altri dona luce; / misero me, ch' io so'quella lenterna, / ch'
ch'io so'quella lenterna, / ch' ardendo in bona via altri conduce.
per queste sue finzioni eterne, / ch' egli ebbe sempre nella mercatura, /
era 11 mio mento a pena allor ch' io vidi / quei gran duci di
nella bellissima luce m'apparve un giovinetto ch' era ne'confini della fanciullezza e della
le donne di onada, egli si imaginò ch' ella fosse la coda del suo vitello
... ippolita ne prese uno ch' era punteggiato di vermiglio nella sua lanugine
, / né preda altra simil, ma ch' è seguita / dal suo german clorinda
soffrire. massaia, v-20: mi dissero ch' egli non solo aveva ordinato di lasciarci
non à colpa in queste cose, ch' anzi son io quelli che ll'uccisi,
convertire -lo meo parlamento / a ciò ch' eo sento. inghilfredi, 385: la
m'invitai laove sone al postutto / ch' io non son degno d'esser presentato.
vinto. bembo, 11-655: però vorrei ch' andaste a quelle, fere / solo
villani, i-1-59: quasi cane / ch' ogn'un battendo e lapidando irrita, /
da lontano mi lapidavano, per paura ch' io li contagiassi. -assol.
le parole 'a solo fecit ', ch' era la forinola lapidaria per esprimere il
pensando il presto giovanni che le pietre ch' avea donate allo 'mperadore avevano perdute le
intelligenza, 53: ottalio v'è ch' i'aggio audito dire / che rallegr'e
insieme: chi ci rivolgerà la lapida ch' è così grande e così grave all'
dì le manderò anch'io certa iscrizione ch' io voglio veder incisa su la mia lapide
fiorentini, 127: uno giudeo, ch' avea nome iosep, cavando una sua vingna
posare si debba, e una lapita ch' el corpo dopo la morte lavare si possa
cervello sopra una lapida... ch' io imparerò a frenare i desideri e
arte vostra, e di coloro / ch' ad opra sì lodata il ciel destina.
rara, commesso tutto nello alabastro orientale ch' è ne'pezzi grandi di diaspri, elitropie
d'untumi fa un bagordo, / ch' ognor la gola gli fa lappe lappe.
frappa, e chi taglia / tanto ch' ognun gli volgerà le chiappe, / però
quel sasso, altro pianeta / conven ch' i'segua, e del mio campo mieta
altro. a ciò esprimere non abbiamo, ch' io sappia, altra voce. nieri
non c'è altra differenzia, se non ch' è più bianco di fiore. montigiano
, gambo di macerone col fiore avanti ch' esca della sua buccia...
6-164: vider molt'altri poi, ch' ungeano il muso / con un grasso e
vi trovavi a tutte queste scene, / ch' in vederle 10 per me c'ebbi
le gambe come per rimisurarmi al letticino ch' ebbi dopo la culla; ma mi
ca l'omo mi facea / nel tempo ch' io solea / ben largamente porgere la
il vostro sangue piove / più largamente, ch' altr'ira vi sferza. boccaccio,
fra noi, confesserai per te istesso ch' è ottima cosa il contentare e lo ubbidire
soggiunse il medico, poiché tu vuoi ch' io te lo dica sì largamente.
ariosto, 28-42: il re, ch' ogn'altra cosa, se non questa,
, / e, 'chi ne cresce, ch' io pur ne dimagro; / tal con-
. petrarca, 47-5: largai 'l desio ch' i'teng'or molto a fregio,
perda il gioco a fallo, / ch' i'saccio bene che lo 'ntrare è largo
grandezza necessaria per la stanza maggiore, ch' io chiamerò lo stanzone; ma largheggiate,
colori. ottimo, iii-39: 'io ch' era corpo'con dimensione, cioè con larghezza
bontate / più conformato, a quel ch' e'più aprezza, / fu de la
fuor del duca mio; / per ch' io 'l pregai che mi largisse 'l pasto
hiaro davanzali, xvii-757-5: quel ch' io ti largisco ed acomsento / è
io ti largisco ed acomsento / è ch' io ti dono alquanta d'intendanza,
: lo re sì le avea largito ch' ella [la figlia] si potesse maritare
sine fue che non solamente a quelli ch' erano presenti, ma eziandio a
opre che si fanno, / secondo ch' elle mertan premio o danno.
/ l'ines- siccabil fonte, / ch' esce ad ognor con tanta largitate / da
le donne sono / meglio improviso, ch' a pensarvi, usciti; / che questo
veggio sì larga e piana via, / ch' i'son intrato in simil frenesia,
appresi che sono, levare la buccia ch' è infra l'uno e l'altro
giace morto un mostruoso parto, / ch' ebbe il capo di becco e gli
più larga gira / passa 'l sospiro ch' esce dal mio core. idem,
larga ploia / de lo spirito santo, ch' è diffusa / in su le vecchie
altri. petrarca, 135-87: amor ch' ancor mi guidi / pur a l'ombra
e bruna, / tacerem questa fonte, ch' ognor piena, / ma con più
fe'il paladino apparecchiar la mensa, / ch' avea la notte il mantuan cortese /
molza, 1-386: il largo pianto, ch' a partir m'invita / con voi
avverb. petrarca, 213-1: grazie ch' a pochi il ciel largo destina,
, e mi prometton spesso / grazie ch' a pochi il ciel largo destina. tansillo
me, forza néd ovra, / ch' io possa mantener mia vita larga. machiavelli
questo vocabolo [festa] è tanto largo ch' e * s'intende infino del morire
convertitevi al vostro signore iddio, però ch' è benigno e pieno di misericordia..
della piova, una folgore percosse l'angolo ch' era nel colmo della chiesa del vescovado
. cecchi, 18-15: bella cosa ch' è 'l fare il largo e 'l magno
, 469: 'vento del largo', quello ch' è opposto al vento di terra,
cicilia e una punta di calavria, ch' è di rincontro ad essa,..
edera coppa eravi posta accanto, / ch' apparia per lo largo di tre cubiti,
algarotti, 1-vi-131: il cammino, ch' ei tenne, è una lunghissima gola
poponi. lippi, 12-15: in questo ch' ognun parla della strega, / si
fresca età,... ed ancora ch' ella fosse onestissina,... si
bisogno è o che la vada mendicando o ch' egli imboli. magazzini, 90:
grazia: non tanto in fretta, ch' io t'ho a parlare. varano,
un solo fra gli amici miei, / ch' or è cenere muto. -dare
forma universal di questo nodo / credo ch' e'vidi, perché più di largo,
, / dicendo questo, mi sento ch' e'godo. caro, 9-577: «
non spargo / rime, lettor; ch' altra spesa mi strigne, / tanto
altra spesa mi strigne, / tanto ch' a questa non posso esser largo.
c. bini, 1-35: quando vedete ch' io prendo il largo per menarvi chi
perda il gioco a fallo, / ch' e'sacio bene che lo 'ntrare è largo
/ che gli spende più il misero ch' il largo. -stretta la foglia,
non avrei quella largura / usata in mo'ch' una carrozza a sei / passi fra
rimesso all'edera tutto il picciolo pergolato ch' è alla fine del giardino, fatto
s'adire de niente; / e rason ch' eo faz'a chi m'avanza;
libro di preghiere, simile alle immagini ch' ella contempla su la 'légende dorée
/ e il libro mio testifichi / ch' io non ci credo affatto. graf,
vizi un bel nome ricuopre, / ch' a ben nome, ha sembianza d'one-
bagliore. aleardi, 1-5: poi ch' è spenta / l'ultima larva della
sognano ali, e delle siepi tetre / ch' hanno nel sonno grappoli di fiori.
/ sotto abito mentito, / larvato sì ch' alcuno / più non lo riconosca.
casa e dice alla donna: -fa'ch' io abbia mi poca di buona lasagnia
pulci, iv-20: son certo, / ch' e't'ho assai bene al popolo
. gozzi, 1-179: si stima subito ch' ella sia una fastidiosa ritrosa e una
: la cometa ci lascia, senza ch' io abbia potuto vederla: ma il cielo
m'è l'ale- granza, / ch' agio l'amor mio lasciato. anonimo,
. il padre della giovane non vuole ch' ella stia con lui e comandale ch'
ch'ella stia con lui e comandale ch' ella lasci il marito. vangeli volgar.
iacopone, 10-8: test'è l'anvito ch' eo n'aio, che prò 'l
fare. tasso, 2-85: pur ch' ella [la mano di dio] mai
abbandoni e lasce, / poco debbiam curar ch' altri ci manche. 3.
io ri- chieggia costui tutto cortese / ch' ei la voglia lassar di questi lacci
ardore estinto; / in van presumi ch' io t'ascolti e ceda; / lasciami
, 15-90: la columba lasciò, ch' avea legata / sotto l'ala la lettera
, baron di tal gita, / ch' io so che tu vi lascerai la vita
vinto poi gli occhi abbassai! / poco ch' indugio ancor, lo spirto mio /
sì mi prescrisser le parole sue, / ch' io lasciai la quistione e mi ritrassi
medicare. carducci, iii-9-162: poi ch' ella non lascia il ridere, e me
se fe'robusto, / e tanti ch' ai presente il nome lasso. biondo,
lorenzo de'medici, 7-145: i'lascio ch' egli avea nel carnaiuolo / un po'
. petrarca, 80-36: se non ch' io ardo come acceso legno, / sì
leanza / che non è cosa per ch' eo / lasciasse la tu'amistanza.
e da vostr'amor punto, / ch' amor d'ogn'altra donna per voi lasso
non son di sì folle volere, / ch' io lasci gioia per aver tormento.
amistanza -rinovasse / l'amoroso diletto, ch' io lassai. dante, inf.,
3-9: lasciate ogni speranza, voi ch' entrate. idem, inf., 3-14
pianga e faccia lamento del grande dannaggio ch' è intervenuto e interverrà per la morte
le virtudi. grifoni, xxxvii-91: ben ch' io sia stato misero peccatore, /
: le infermità... furono cagione ch' io lasciassi la crapula, alla quale
ingannati, xxv-1-380: non mi ricordava ch' io ho anco a dire una orazione che
tasso, 5-49: lascia qui me ch' ai capitan ti scusi. tortora, ii-28
il core, / ché il dì ch' i''l vidi acceso del tuo amore,
questo luoco / con tutta questa gente, ch' io vi lasso. ochino, 243
cavalcanti, i-273: tu conosci ben ch' i'sono amore: / però ti lascio
nostro segnor lasciò le chiavi, / ch' ei portò giù, di questo gaudio
mai non ebbi poi tanta moneta / ch' il potessi pagar. gemelli cateti, 2-i-50
e de lo stato / al fratei, ch' egli amò con tanto zelo. davila
ch' io lascio. manzoni, pr. sp
la lingua mia tanto possente, / ch' una favilla sol de la tua gloria /
sacchetti, 47-28: ma io credo ch' ella concepea nella sua mente di mostrarsi
. chiari, 5-7: morì prima ch' ella partorisse, e lasciolla erede soltanto
consumare. simintendi, 2-32: pognamo ch' ella [la fortuna] mi togliesse
molte cose, ella me ne lasserà più ch' ella non me ne potrà torre.
. pulci, 19-16: né creder ch' io tenessi gli occhi asciutti, /
e chiara luna, / il dì ch' io vidi il suo celeste lume, /
. cecchi, 17: luigi mi lasciò ch' io avessi cura / della franzese.
tanto ubriaco. anonimo, i-564: poi ch' io pardo, amorosa, / da
partitore / il cor dell'alma, ch' è tuttor presente; / ed ha
partenopé, piangi el tuo sole / ch' oggi ha lassato in tenebre la terra
terra. guittone, 40-11: avegna ch' eo però non voi lassare / ch'eo
avegna ch'eo però non voi lassare / ch' eo non te receva a benvogliente,
/ fatto avean quasi adamantino smalto, / ch' allentar non lassava il duro affetto.
/ qui tacito in disparte / lascia ch' io vegga il mio rivale. manzoni
gozzi, i-15-135: si accordarono insieme ch' egli comperasse la tela e ch'ella si
insieme ch'egli comperasse la tela e ch' ella si lascerebbe ritrarre. foscolo,
m'ha mandato un messo, / ch' i'non lasci per nulla ch'i'
, / ch'i'non lasci per nulla ch' i'non vada / a lei per
tornarono di nuovo a riandar le cose ch' avevano fatte, a pentirsi di quelle
avevano fatte, a pentirsi di quelle ch' aveano lasciato di fare. tortora, i-295
i-295: essendo il più grave negozio ch' egli avesse in commissione, non lasciò di
/ non fosse sì avenenti / per ch' io lasciar volesse d'ubidire / quella
razza d'asini, se vi pensate ch' io m'abbia a venire simile a voi
p. foglietta, 245: temo ancora ch' egli lasci di tor moglie, per
245: quest'è l'amante mio, ch' ogni altro passa / in sopportar gli
, 242: lascia fare a dio ch' è santo vecchio. idem, 317:
veruna a chiese per opere di pietà, ch' io sappia, ad altro bene,
per ettemo cognome il nome di quella ch' essi aveano trovata. marmitta, 7:
cristo di amarci scambievolmente in quella maniera ch' egli ha amato noi? 8
m. villani, 1-7: i cittadini ch' erano avviluppati nelle mani de'detti capitani
livio volgar., ii-1-62: e però ch' egli non sapea che la sua nuora
lascio sien di pari uscite, / poscia ch' i cervi o le capre gagliarde /
resto. firenzuola, 542: quelle ch' erano femine, o discendono da quelle ch'
ch'erano femine, o discendono da quelle ch' erano femine in ogni parte, amano
domenichi, 6-19: egli è un pezzo ch' io vengo tacito dietro alle tue vestigia
nome venustà da venere,... ch' egli non doverebbe ragionevolmente significare altro se
del bue e dell'asino, per dimostrare ch' egli venia per lo cibo dell'uomo
volle che il mondo perisse sotto le armi ch' ella non fosse nelle braccia di paris
è disconvenevole nondimeno al poeta epico, ch' uscendo da'termini di quella sua illustre
un lazzo / d'intorno, sì ch' io non posso voltarne, / e è
piaceri. michiele, i-308: quel ch' a la bella mia ladra d'amore /
il molle / sen lascivo, in ch' avieno / meta i sospir del folle /
; e con le loro parole false ch' elle usano, alle pure e semplici anime
e ai piacer de le donne dedito e ch' altro non brami che questo fuggitivo piacere
83: lascivo, o tu, ch' hai le pupille absorte / ne'letarghi del
senso, hai da finire. / tu ch' eterno ti credi, o saggio, o
rapaci lupi lascive caprette ameranno, / ch' altra mai donna i'ami che la
16-28: qual feroce de- strier, ch' ai faticoso / onor de l'arme vincitor
anzi il rinchiude in seggi / stretti ch' all'aura non lascivo ondeggi. nannini
la gemma è lasca; e la lode ch' egli dà ad augusto pare un po'
lepri] dentro casacca lasca le sei ch' egli ha compro, di mercato manco,
medico valente a dir menzognia, / ch' io caddi come stracco in loco basso.
. guittone, vii-48: dolor più ch' altro forte, / e tormento crudele ed
, / madonna, né sarò mentre ch' io viva. boccaccio, 2-20:
fiere, / parea dicesse: ahimè, ch' io vengo manco. serdini, 1-8
da'parti non lassata e stanca, / ch' avea di mamme in vece i fiumi
riposare un po'questa fanciulla, / ch' è lassa e stracca pel gran caminare,
e in modo lasso e vinto, / ch' in piè a fatica si saria levato
, richiamate l'esule, / però ch' ei sia miserimmo / nella sua carne
inf., 17-130: come 'l falcon ch' è stato assai su l'ali,
colui che suda coll'allegro, colui ch' averà andato con colui ch'è stato,
, colui ch'averà andato con colui ch' è stato, sarà a combattere insieme
, inf., 1-28: poi ch' èi posato un poco il corpo lasso,
, 14-1: occhi miei lassi, mentre ch' io vi giro / nel bel viso
di questa cosa cotta rufa, imperniò ch' io dell'oppido lasso sono. petrarca,
/ ché mentre visse al mondo, ch' ognun preme, / prima che sazio,
/ un angelico popolo apparisce, / ch' altro pan più soave insieme addita.
ond'elli ubbidisce vigorosamente e perseverantemente, ch' elli non è unque lasso, se
dormire punto tre dì e tre notte ch' io mi stetti al ponte a era due
de lo vostro regno, / più ch' io non era degno. dante, inf
3- 100: quell'anime, ch' era lasse e nude, / cangiar colore
e ciba di speranza buona, / ch' io non ti lascerò nel mondo basso.
al sole spiega e vibra / l'auro ch' amor di sua man fila e tesse
lassa la vita mia dolente molto, / ch' i'nacqui, credo, sol per
per entro il sasso / verso tal parte ch' io toglieva i raggi / dinanzi a
raggi / dinanzi a me del sol ch' era già lasso. [cfr. petrocchi
: 'dinanz'a me del sol, ch' era già lasso'. e però dice
e però dice: verso tal parte ch' io toglievo e raggi dinanzi a me
e nuovi questi trovati di dante: * ch' era già lasso ': vaga immagine
valle chiusa d'ogn'intomo, / ch' è refrigerio de'sospir miei lassi, /
cor d'amare, / lasso, ch' è pien di doglia. dante, xx-4
: po lasso lo meo core! / ch' è 'n tanta pena miso,
lassa la mia vita! / sarà giammai ch' io possa ritornare / donde mi tolse
/ fu quand'io dispetosa / credea ch' egli altra amasse. dante, conv.
7: oh me lassa! ch' io non son possente / di dir quel
io non son possente / di dir quel ch' odo de la donna mia! petrarca
! petrarca, 70-1: lasso me, ch' i'non so in qual parte pieghi
in qual parte pieghi / la speme, ch' è tradita ornai più volte! boccaccio
giustinianeo, 23: laso mi, ch' io l'ho provato che l'amor ch'
ch'io l'ho provato che l'amor ch' io t'ho donato mai del cor
a me, che 'l bel riposo / ch' ho ricevuto, mi torna in martire
inver'lo mezzo / per un sentier ch' a una valle fiede, / che 'nfin
per mirar la sembianza di colui / ch' ancor lassù nel ciel vedere spera.
non circunscritto, ma per più amore / ch' ai primi effetti di là sù tu
sembri dire a me... / ch' io merto il primo navigar lassuso.
cinque stelle / fra paltre opere belle / ch' ornano il ciel. tasso, 13-i-236
/ e se non chi sta nel ciel ch' è di lassoso, / perch'esser
astioso, / che non à invidia quel ch' è maraviglia, / lo quale vizio
, special- mente su lastre di cristallo ch' ei lavorava con molta facilità. carducci
pietra / per le derelitte lastre / ch' anno talora inciso / il simbolo che più
lastra d'argento, / che è questo ch' io sento / odor d'infanzia salire
fu la città di firenze di prima / ch' era gran tempo innanzi brutta stata.
, 190: non ha il verno poter ch' in te mai porti / di sua
questi taglieri, / rammattonate un buco ch' io vi feci. c. bartoli,
. morando, i-296: ov'avvien ch' il sacro pié calpesti, / di rari
intellettuale comprerà a gran prezzo una miniatura ch' io feci da ragazzo su una lastrina
nel dett'orto aveano colti, acciò ch' egli avesse buona profenda. b. giambullari
caro, 8-493: saturno il primo fu ch' in queste parti / venne, dal
giovanni, ché bene m'accorsi quello ch' elli mi voleva fare dire.
iv-1-18: pareva, in vero, ch' egli conoscesse direi quasi la virtualità afrodisiaca
. siri, ii-825: la paura, ch' è la peste del- l'anime generose
in antichità i monaci, divisi in quelli ch' instituì s. basilio e in
s. basilio e in quelli ch' istituì s. benedetto. baldinucci,
orazione sia sicura, ricercasi finalmente ch' ella prowenga da un cuore pieno di spirito
dal pilor pende il duodeno, / ch' è de'tenui intestini il principale, /
imperocché i romani così chiamarono tutto ciò ch' era fatto per essere applicato sopra qualche
... son gli scolar di ch' io dicea. moniglia, i-m-1-233: sono
ogni resto di quella fiso- nomia propria ch' ella veniva pigliando finché si mantenne nel
latinismo. salvini, 39-iv-49: le novelle ch' ei compose... in istile
sarà della massima coltura e meno popolare ch' esser possa; la mia lingua, dai
ad ogni modo derivanti più dalla stima ch' io ho alla tua latinità ed al tuo
: tu sai, borgno mio, ch' io sono poverissimo latinista. fil. ugolini
) discorse quella congiura ne'giorni medesimi ch' ella fu tentata e punita, cioè nel
italia, regnò uno suo figliuolo, ch' ebbe nome latino, del quale noi italiani
/ e fra queste una vergine latina / ch' in italia a'troian fe'molta noia
rifiutate le vostre italiane: solamente fate ch' elle abbiano del gentile e del peregrino,
: latino scriveva il petrarca, aspettando ch' e'ritornasse lingua civile dell'italia innovata
fanno lor latino / cantare fino / ch' è dolze ad audire. attribuito a
far piacer son sì latino, / ch' è forza contentar parecchi matti / che m'
angiolieri, 20-5: quand'i solev'udir ch' un fiorentino / si fosse per dolor
tempo. leopardi, iii-334: quello ch' io vi scrissi che l'iscrizione greca doveva
a chi m'ave in dimino / di'ch' eo tuttora 'nchino -sua valenza. guidotto
: / fra molte lingue e molte ch' avea pronte, / prontissima avea quella il
parlar del quale e delle sue ragioni ch' elli puose nel suo libro,.
: / che a quella vilia, ch' io t'ho manifesta, / non si
., 15-12: l'abate, / ch' era signore, credette il suo latino
di noi proprio un ragazzo, / ch' impari il 'bi 'e 'bu
', s'usa per far intendere ch' egli è impazzito. -fare il
i. nelli, i-328: oh sicuro ch' i'avere'fatto un latino a rovescio
me?... che vuol ch' io ne faccia del suo 'latinorum'? tommaseo
partecipi; di poi guarda la latitudine ch' è infra la incidenzia b e 'l surgimento
questa declinazione, cioè questa elongazione, ch' è nel zodiaco della via del sole,
corpo ancora / esca fuor il dolor, ch' entro s'asconde. agostini, 91
tu solo puoi refrigerarmi con l'acqua ch' insieme col tuo sangue scaturì dal tuo santissimo
102: non è il mondan romore altro ch' un fiato / di vento, ch'
ch'un fiato / di vento, ch' or vien quinci e or vien quindi,
e con quelle aggiunse l'otto sottili ch' erano libere dalle latora dell'armata.
i-5-15: in più lati si vede ch' egli ha tirato la materia coi denti.
per ogni cammino / mandò per quelli ch' eran del suo lato. de sanctis
ti priego, signore mio re, ch' e'tuoi cavalieri che ti stanno dalle
fosse dal mio lato sì fellone, / ch' i'non ven disturbasse ogne cagione,
e savere / a ogne condizione, / ch' un altro saio- mone / pare in
si ve- derà palese il disonore / ch' a roma si farà da tutti i
adulatori non dare il tuo lato, ch' egli sono artefici a pigliare loro maggiori.
rispondi a scusa et a difesa, / ch' ell'è viltà contesa / contra color
piacer per usanza in me sì forte / ch' a patteggiar n'ardisce co la morte
ordinollo prelato universale di tutte le pecore ch' egli avea ricomperate del suo sangue prezioso.
/ fedelmente so dato, / prego ch' en alcun lato / facci stufar lo mio
vene in ogne lato; / dunque conven ch' e'agia doglie e pene / da
, 42-59: gli disse... ch' era debitore in ogni lato / di
nel dormire, e taragli paura, / ch' aviene a'grandi che dormon rivescio,
leonardo, 2-68: la polvere, ch' è inclusa nella coda de la bombarda,
spalle,... elli è segno ch' elli sia prò e ardito.
sette vizi nel parlare stanno, / ch' agli parlanti fanno / talor dispregio e danno
, de la quale è data alperino, ch' è di soto e di sopra,
borghini, 3-74: io sono come uno ch' ha molta fame e si vede innanzi
fazio, v-9-57: un animai, ch' è detto iena, / li corpi
, / abbaia, latra e fugge ch' uom noi danna. tavola ritonda,
, idra a latrar dannata, / ch' hai gli altrui pianti a tuo diletto,
latro querele al fato ingiusto, / ch' ove il poco non manca, il
lupo non fia, belva malnata, / ch' in- sidioso a lei componga inganni.
calmeta, 3: mi appuntano con dire ch' io prendo troppa temeraria presunzione in voler
battista, vi-1-114: sovra nave, ch' ordir stami lanosi, / solcai di
duca mio che mi fe'segno / ch' alzassi gli occhi miei là dove arriva /
la tua giusta devota orazion latria / ch' a tutti i santi e gli angeli
più giotto a'latronecci ed omicidi / ch' ai pampino le mie capre e le
eletti [gli ambasciatori] per dinotare ch' egli chiedeva pace universale e per assicurar
aveva fatta porre dietro a un quadretto ch' ella teneva appeso nella sua camera una
scarpe, / il cornetto di latta arrugginito ch' era / sempre con noi. moravia
lattava il petto suo un picciol figlio / ch' ai faretrato arder lo rassomiglio.
la giuvenca quando vede ammazzare lo vitello ch' ella hae lattato. livio volgar.,
greco / che le muse lattar più ch' altri mai / nel primo cinghio del carcere
, lattandomi con lusinghe, fu cagione ch' io mi licenziassi dalla servitù de'veneziani
signor che noi sian quelle / gregge ch' infin da'primi giorni accolte / in
e sventri, / perché mi par ch' una lattata c'entri. note al malmanule
del mio pane, abbandoneret'io, ch' io non ti venissi a guerire,
: non gode tanto l'occhio d'un ch' a ronfa / si vede in man
il primo. petrarca, 359-36: ch' or fuss'io spento al latte et a
prima piacenza, ma che, poi ch' egli, avendo bevuto il latte de la
l'ultima parte ad esser viene / ch' entro il latice suo l'altre contiene
le lanose gote, / e dica ch' ella è bianca più che il latte.
carena, 1-176: 'latti'diconsi le feccie ch' escono dal ferro per ridurlo a perfezione
disputa de la ragion di quelle cose ch' avengono in quel loco ch'è vicino
di quelle cose ch'avengono in quel loco ch' è vicino a le stelle,.
di rado / da la magion eterna / ch' è del sol luminosa e de le
rose schiere / co 'l raggio, ch' involar dal re de'lumi, /
tu saresti un cervellino, o un presso ch' io non dissi. parabosco, 3-24
3-24: par ben, figlia, / ch' ancor ti odora di latte la bocca
mondo. romei, 52: essa, ch' era giovanetta e che gli sapeva la
lalli, 10-18: io forse il consigliai ch' abbandonata / lasciasse la sua gente a
poco suggetti e sì moderni esempli, ch' egli abbiano a saper di latte, ma
, allora disse la suora: vuoi tu ch' io ti meni una balia ebrea?
/ veduta mai non ti ricorda, ch' io / essendo ancora tu quasi da
viso di latte e di grana, / ch' arebbe un cor di marmo ad amar
'l latte bevuta la cognizione di quelle cose ch' altri con molto studio e con molta
altrui caro e odorato oggetto, / ch' io non sospiri i bei rubini e i
i bei rubini e i gigli / ch' apron candido sen, labri vermigli. c
iii-517: dovendo passare tutto il chilo, ch' entra nel sangue, come per trafila
gelli, 15-ii-143: fingono i poeti ch' egli abbruciassi quella parte del cielo,
. mei, 178: non dee sperarsi ch' ella possa essere grandemente minorata e molto
i suoi versi si vede troppo bene ch' ella è un arcade infermo di lattime rientrato
essendo sicuro della buona riuscita dell'impresa ch' ei voleva tentare, pensò a provve
, iii-169: quanto al lattone, ch' altri scrivono latone, è da sapersi
* leton 'l'ottone, ch' è rame alchimiato, di colore simile
20-564: il beato francesco, pregato ch' ebbe per lui, sì tolse minuzzoli di
tolse minuzzoli di pane e dell'olio ch' ardea dinanzi all'altare della vergine maria,
1-5: la cura sia questa, ch' egli dee posare e dormire, s'
m. cecchi, i-57: a quel ch' i'veggo, tu hai buono /
ci curiam di quella lattugóna, / ch' è maestosa come una regina, / che
nascosa / la veritate a la gente ch' avvera / ciascun amore in sé lau-
. petrarca, 26-9: tutti voi ch' amor laudate in rima / al buon testor
degli amorosi detti / rendete onor, ch' era smarrito in prima. piovano arlotto
non circunscritto. ma per più amore / ch' ai primi effetti di là su tu
lodato da la gente / lo don ch' è fatto al pover vergognoso, / c'
moderne, e sol laudano / quelle ch' ai tempo antico si facevano. ochino
meritare. chiaro davanzati, 27-15: però ch' io son blasmato / plus or forte
guinizelli, xxxv-ii- 471: ch' eo cor avesse, mi potea laudare /
3-167: che più bisogna, donne, ch' io dica / quel che sa far
io non son sì sapio laudatore / ch' io sapesse avanzare / lo suo gran pregio
misura. guittone, xxxvii-62: forse ch' io perdo tacere, / poi non
. carducci, ii-10-159: tu vuoi ch' io ti lodi del tuo scrivere francese
prezza. cavalca, 11-26: ciò ch' egli fa, sì il fa per la
182: questa lettera, o libro ch' e'si sia, se n'è venuto
'n più bellezza, / tanto par ch' onestà sua laude accresca. beicari, 6-238
laude / svegliere alle radice / quel ch' è diffidi poi tagliare appresso. ariosto
, dritto ostelo / conoscer può ciascun ch' è di piacere, / ché in tutto
di cicale scoppiate imagine hanno / versi ch' in laude dei signor si fanno.
c'amato son da la megliore / ch' è summa e più gentile criatura: /
quelli onor vederli ritornare / alle lor terre ch' agual te veggiamo / nella tua laurato
ad impiccare, o morte ladra, / ch' oggi s'è laureato il cavedagna,
il qual saprà guarire ogni magagna, / ch' egli è reggiano ed è di testa
gambino d'arezzo, 35: quel altro ch' ha laureata chioma, / egl'è
medesimo crescere da laureato fino a dottore, ch' è il loro altissimo grado. muratori
sapere l'uso appunto di quel popolo ch' è tra il volgo laureato e il
medica; fra esse però primeggia questa ch' è un piccolo arbusto la cui corteccia
quello della divina incarnazione e de'benefici ch' ella m'avrà fatti nel santuario lauretano
apollo, / le vie, per- ch' oggi ascenda / ove ride febeo sacro laureto
, / né il meschin s'accorgea ch' era pazzia. graf, 5-532: una
parnaso francese, e raccogliete que'lauri ch' io vi presagisco e vi desidero nell'
ideando / levissima l'imagine del sogno / ch' a un dormente guerrier mandan le grazie
23-39: ei duo mi trasformar© in quel ch' i'sono, / facendomi d'uom
rapì l'elisio tribunal satàno / e ch' ei detta a'morenti i codicilli, /
canzon mia, al verde lauro / ch' alia sua ombra il cuor m'agghiaccia e
a destra o a sinistra, e quello ch' era a destra... era detto
guittone, xxv-36: grav'è ciò ch' è preso a disinore, / ch'
ch'è preso a disinore, / ch' a lausore -dispeso esser poria. idem,
vedutala in un sembiante e tra spoglie ch' erano tutte lingua di mortificazione ed attestati
lor mensa delle divine scritture lautissima, ch' han presente in cambio di salutar nutrimento.
stata maggiore a più doppi di quello ch' io mi pensava e che m'avevano detto
che m'avevano detto, in maniera ch' essendosi fatta delle mie proprie facoltà,
le orecche d'uditori / al nome ch' hanno impresso dentro i cuori.
a mille / le preziose lagrime, ch' in breve / furo al gelato core,
di raffazzonare quella tanta poca corporal bellezza ch' abbiamo. s. caterina da siena
careri, 1-i-330: quanto a'lavamenti, ch' è il primo di cinque precetti essenziali
poche parole, [lo zio] voleva ch' io mi scambiassi in un lavampolline.
spruzzò sul fine coll'acqua istessa il popolo ch' era presente. -rappresentazione figurata
bruno, 3-469: tu saresti più dotto ch' aristotele, se non fussi una bestia
mi pare, di lavandula o spigo ch' essa colse sulla finestra della libreria.
chi li lavi 'l viso, / sì ch' ogni sucidume quindi stinghe. tavola ritonda
che si lava / di rodano poi ch' è misto con sorga, / per suo
e quei di calatrava, / di ch' ebbe sinagon già la bandiera, / con
ogne vento, / e non crediate ch' ogne acqua vi lavi. cavalca, iii-218
, 4- in: il padre mio ch' ogni alimento regge / vi benedica tutti
12-66: dona / battesmo a me ch' ogni mia colpa lave. segneri, iii1-
: tu non pensi come / lo spregio ch' è levato / sì possa esser lavato
in toscana. carducci, ii-3-38: ch' e'dicesse aver 'del fanfani 'per
, e i sacri tempi / fa'ch' io del sangue mio non bagni e lavi
, le va vagliando, e quel ch' esce fuori lava in un vaso quasi
truova una pietra nello stomaco della rondine, ch' è primieramente nata, che s'ella
desta è la lavatura dell'acciughe, ch' e'la serba, quando per fortuna
oltre la stanza per la fredda lavazióne, ch' ora chiameressimo bagni di acqua fredda.
vessuta l'ài e vesso: / poi ch' è usaa la gata meter branca en
del '300, lxxxiv-84: -omè, ch' el pur sen va! e'lassò l'
e'lassò l'amo / per una voce ch' egli udì gridare. / -parol,
o vecchio, » / disse, « ch' io porti il tuo lavéggio: è peso
'l cervello / e l'occhio al lavezzuol ch' è sul bollire. = dimin.
167: statuto e ordinato si è ch' e'rectori de la detta arte sieno
cavalca, 16-2-206: trovando l'abbate ch' egli era buon lavorante, insegnolli come
: « deo », dis quellor ch' a la fossa lavora, / « que
ho laggato star di lagorare / da ch' io ti viddi e ch'io fui tuo
lagorare / da ch'io ti viddi e ch' io fui tuo prigione, / e,
tuo prigione, / e, chel ch' è peggio, il bere e 'l manicare
passo. quando vuoi lavorare in muro, ch' è 'l più dolce e 'l più
giamboni, 107: per la potenza, ch' è nell'anima, del lavorare,
i venti! / ca ben può dir ch' assai lavori invano / quei che lo
loro con pianto e con suspiri lo meglio ch' elle sanno. mazzini, 10-424:
orzo... dicono i savi ch' è la maggior cosa che in tutto questo
cotto, non si tiene al disegno, ch' el si spezza in molte parti.
molestar fe'più di mille, / pur ch' essa lavorar l'acqua procuri, /
fiorentino racconciò quel musaico, si vide ch' ella era stata anticamente dipinta e disegnata
non si sono veduti. e basta dire ch' erano destinati per la galleria di tal
così rimaneva il mio, se non ch' e parenti loro m'hanno detto che faranno
non lasciano lavorare ad altri quel terreno ch' avanza loro, e se ne possono nodrir
, perché n'erono molto volenterosi, ch' erono istati assai tempo sanza poter lavorare
ritratto,... v'immaginaste ch' io avessi avuto intenzione di lavorar la
impicci. l'amico sapeva soltanto ch' ero un meccanico in gamba 2
siamo proletari. argomento ch' io avessi altro animo di quello che debbo
sì bella torre non vide, però ch' ella è di fuori di bianchissimi marmi e
un giaco lavorato / da que'sàrmati ch' usano il cavallo / a guerra,
in cavalca, 20-393]: cosa ch' era tutta / fatta di pietra lavorata.
... quella cuffia tutta lavorata ch' io m'avea fatto per portar in testa
lume di più fochi lavorati, / ch' anco su l'inimico eran versati.
ra- sonando inseme: / aspectare voglio ch' el nasca el guaiume. boccaccio,
cavalca, 16-2-106: trovando l'abate ch' egli era buon lavoratore, insegnolli come
entrata meno la metà a un podere ch' egli è solito rendere, o renderebbe.
rendere un podere più la metà ch' egli non è solito ordinariamente rendere. sì
so far queste lavoraxon: / e'ere'ch' eo me 'n sperzurarò, / ni
per ravviare il suo lavoriero, or ch' è il tempo delle faccende. bacchelli
come la casa sia migliore; e poi ch' elli àe tutto questo trovato per lo
massa marittima, xliii- 270: ioseppe ch' era fabro di legname / et era di
graf, 5-294: queste due buone femmine ch' io dico, / per farmi più
solitario alla città per vendere lo lavorìo ch' aveva fatto, avvenne che si pose
dì non vi rimase pietra sopra pietra, ch' era uno nobile e ricco lavorio.
nell'atrio dall'uno muro e l'altro ch' è sopra d'esse con lavoro di
18 (313): a lucia, ch' era a sedere, orlando non so
sperare rinfranco dai lavori dell'ingegno, ch' io potrei stampare in piemonte, dove
sì lungo tema, / tempo è ch' io torni al mio primo lavoro.
fiore, 40-12: tu va'dicendo ch' i'non mi diletti, / mad i'
tornò sì dolce al musico lavoro, / ch' acquetò il core afflitto e fiumi e
più sì lungo tema, / tempo è ch' io tomi al mio primo lavoro.
amore tuto li donava. / compiuto ch' ebe lo so dolze lavoro, / la
in foco amoruso / e non saccio ch' eo dice: / lo meo lavoro spica
mio amor non mi faccia / sì ch' io me ne trametta, / che 'l