notte veg- ghiarem contenti, / fin ch' altrui gravi farà i lumi il sonno.
par., 16-36: mia madre, ch' è or santa / s'alleviò di
giacomo da lentini, 52: lobo, ch' ebbe tanta aversitate, / chi fu
no perdeo memoria / per grave pene ch' a lui fosser date. bonagiunta, lxiii-56
gravissimo bando / vietato... / ch' a nullo corpo quivi morto stando /
grave / a disturbar la morte, / ch' è forte, / che non la pò
parve facilmente a lui possibile, / ch' era perduto in via più grave errore.
nardi, 6: credo... ch' ei fusse uomo... ripieno
inf., 19-103: se non fosse ch' ancor lo mi vieta / la reverenza
punto di quel grave e maestoso, ch' è proprio di tal vestire. -con
ci lasciavano passare nella graveolenza dell'olio ch' essi portavan lucido ai capelli.
cupid'om pot'esser dive, / ch' adessa forte più cresce vaghezza / e gravezza
porse tanto di gravezza / con la paura ch' uscìa di sua vista, / ch'
ch'uscìa di sua vista, / ch' io perdei la speranza dell'altezza. petrarca
folengo, ii-115: esser può dunque ch' un fral uom posseda /...
novellino, ii-113: ora la gravezza ch' io ti vo'dare si è questa.
di sydrac, 41: tutte quelle cose ch' egli vogliono possono fare sanza niuna gravezza
,... m'ha tenuta ch' io non sono tornata. bembo, 10-143
né fu per la nostra gravezza, / ch' alle due spalle di patroclo presero l'
folengo, ii-42: la sua donna, ch' è canuta e inferma, / di
padre! ma, se non temete ch' egli vi tomi a casa gravido, non
7-236: fa [il cielo] ch' ella [la terra] poi gravida ger-
minacce. carducci, 469: ch' io discenda placido dal tuo stellante arcione,
/ devono esser le cose leggieri, / ch' entrare in quelle c'han più gravitate
la civetta], che pare / ch' abbia avuto per padre uno spagnuolo. foscolo
quando agio allegiato / de lo gravor ch' io porto, / io credo essere in
beroardi, 283: gravosa dimoranza / ch' eo faccio lungiamente / mi fa sovente -lo
viver sì gravosa e lunga, / ch' i'chiamo il fine. boccaccio, dee
dovremo 'n questo loco, / po'ch' e'de'tui di così ad or radi
i gesti e più 'l valor, ch' induce / maraviglia alle menti più profonde
un effetto gentil nell'alma infonde, / ch' ad amarvi più lieta ognor l'induce
, ii-130: era bella, sì ch' era bella; e gli occhi grandi ora
chiaro davanzali, 17-235: tutta la pena ch' io aggio portata, / donna,
'n gioia m'è ritornata / da poi ch' io vi son fatto prosimano. dante
c'ha fatta rallegrar la mente mia / ch' era montata in sì fero dolore.
né larelazion di grazie è quella / ch' ella usar debba al suo fedele amante.
. pulci, 3-30: dodon pregò ch' e'dovessi menarlo, / dicendo: «
davanzali, xxii-19: creder voglio lo male ch' ho in grazza avere / con tónni
peccatore pentuto neghi la perdonanza, ovvero ch' e'peccatori a sé non converta per
, che piacere a dio. e ch' ella [la donna nostra] fosse graziosa
suoi ardea un riso / tal, ch' io pensai co'miei toccar lo fondo /
petrarca, 23-122: l'alma, ch' è sol da dio fatta gentile, /
, qual sì amica stella, / ch' io degno sia veder cosa sì bella.
san paulo con quel greco / ch' io bevvi l'altra sera,..
quelle, guardò, toccò, e trovò ch' era farina. -grand'abbondanza, -disse
per le quali cose cotanto ci rallegriamo ch' è stato dato utile al mondo, quanto
e appo vespasiano per lo detto imperio ch' avea avuto,... ebbe perdonanza
piero della colonna e restituigli in ogni grazia ch' avea lor tolta e levata papa bonifazio
di conoscer dalla vicina sperienza passata, ch' egli non era restio a conformarsi in queste
... / forse (o ch' io spero!) artefice di numi,
nuovo meco darai spirto alle grazie / ch' or di tua mano escon del marmo.
questa città, che arebben di grazia ch' isabella gli mirasse. sarpi, vi-2-16
(13): questi tre ambasciadori, ch' erano venuti per la reina, domandarono
occhi bei for di misura / par ch' amore e dolcezza e grazia piova.
beccari, xxx-4-282: ninfa leggiadra, ch' ad ogni altra togli / debitamente di bellezza
amor che qui ti mena? / ch' esser non può eh'essendo bella, amore
per pietade aspettare un poco, tanto ch' egli vada a pregare il tiranno per frate
. bembo, 1-254: per giesù, ch' ai mondo oggi fe'grazia / di
signora / antea? mi par cent'anni ch' io non l'abbia / veduta,
. / — piacess'al ciel, ch' io lo farei di grazia.
la grazia per la bontà e cortesia ch' era in lui. compagni, ii-219:
piacque tanto alli occhi miei / mentre ch' i'fu'di là...,
vo'morire dinanzi a lei, o ch' ella mi ridoni la grazia sua.
in parlare / mi desse graza, ch' io con veritate / savesse a tutta
: come si tiene beata la femmina ch' è in grazia del marito suo, e
in grazia del marito suo, e sa ch' ella è piacevole nel cospetto suo!
da barberino, ii-93: molti vedian ch' enno appellati amanti, /. ma pochi
i giornalisti, e faceva il lepido ch' era una grazia. -di mala
, 4-9: dio dona una grazia ch' è appellata lo spirito d'intendimento nel
la provvidenza; e le altre grazie ch' ella è disposta a favorirci noi dovremo
, / che m'ha concesso più ch' eo non so'digno. petrarca, 348-14
conforto a le mie pene aspetto: / ch' ella che vede tutt'i miei pensieri
tutt'i miei pensieri / m'impetre grazia ch' i'possa esser seco. il pianto
i-279: pareva strano al brav'uomo, ch' egli che pur si sentiva il medesimo
è molto manifesto, truova in me grazia ch' io nollo trapassi senza scriverlo. panciatichi
pazzi. goldoni, iii-727: pare ch' io mi sia demeritata la vostra grazia
con ginevra mai potei far frutto / ch' io le ponessi in grazia il duca mio
tal sorte giovane / che avete bisogno ch' un uom simile, / che sta con
: ringrazia il sol de li angeli, ch' a questo / sensibil t'ha levato
e sconoscente. guadagnoli, 1-i-22: ch' io vedo la miseria da vicino, /
grazia infinita; / e questa vita ch' or mi date, intendo / che
strozzi, 1-326: tanto ha fatto, ch' ha ricevuto grazia di guarire. cieco
qui messer bernardino e piero credenziero, ch' è qui, e sì me hano facto
, dir la pena / delle genti ch' ai ventre si son date. caro,
d'allocco... con una graziacela ch' e's'awien più al bue far
mula], graziadèi, fu mestiero ch' andasse parte a piedi e parte per
labbreggia salmi e schiaccia avemarie, / ch' e'pare un grazianaccio convertito.
novelle, cioè del buono desiderio, ch' io ho udito, del giudice di
lusinghe ed inganni, tutte quelle cose ch' e'voleva, persuadere. bocchelli, 1-i-137
sa le mie faccende, e voi più ch' altri, può conoscere quanto il generale
, è tenuta migliore, e dicono ch' è più graziosa che l'altre. pulci
a contemplar quel grazioso aspetto, / ch' ardore e deità raggiava intorno. guarini
giamboni, 4-2: per la graziosa ubbidienza ch' è nel cane, non si vergognò
arnese / che non mi dà sospetto ch' egli segua / sì grazioso cavaliere,
e buona vita, in tal modo ch' egli fu grazioso a dio e agli uomini
, iv-170: -il signor fiorindo? fa ch' io non ti senta più nominarlo.
giacomo da lentini, 4-24: ogni gioia ch' è più rara / tenut'è più
. faba, xxviii-10: no è tesoro ch' eo potesse avere guadagnato sci precioso e
mostrato innanzi un poco, / e dissi ch' ai suo nome il mio disire /
cogliere flore de diversi colori, azò ch' eo facesse una corona de merevegliosa belleza,
intorno, e bello a maraviglia, / ch' un giardinetto par fresco ed ombroso.
: lasso, ma troppo è più quel ch' io ne 'nvolo / or quinci or
te traire per grazia la grazia graziosa ch' è fatta a te; e 'l suo
dolce, xxvi-1-355: sempre l'uom ch' ha ben naso, è graziosétto.
lui, in cui grasie onne, e ch' è grasivo del tutto. =
giannone, 2-i-575: v. r. ch' è sì gran grecante. d'annunzio
non so che di venustà greca ch' è ignota a'moderni stitici gre
, greca, di qualunque / grecheria ch' ella siasi. 2. spreg
elocuzione ogni resto di quella fisonomia propria ch' ella veniva pigliando. soffici, v-i-
: l'uomo die fornire le castella ch' aspettano il sedio, di molto olio e
volgar., 6-71: i greceschi ch' hanno i semi molto piccoli, son migliori
b. davanzali, i-lxxii: de'grecismi ch' egli annovera, ne abbiamo noi più
or volge / ornai 'l quint'anno ch' esule m'aggiro / per le greche
meridionale. angiolieri, 141-3: sacci ch' i'ho cambiati i grechi fini /
tu accusi di lungo silenzio, guarda ch' eglino già gonfiano le guance e ti
percuotien le guance, / per modo tal ch' i'non sentie ben mai. firenzuola
: era escluso che mio padre, ch' era sempre fuori di sensi, avesse potuto
grembo. menzini, ii-192: io dissi ch' esser debbon rispettose / le satire alla
colui che lo percosse in una mano ch' egli si tiene dietro sopr'alle reni,
/ io corro là, e mentre ch' io domando: / che avete voi?
mi sento dare / un guancion, ch' i'balzai di qui colà. d'alberti
che non è tanto innanzi, / ch' egli aspiri co'guanti alle guantiere. baldinucci
sente alcuna cosa in questo modo: ch' uno lo tenga in mano, e traggagli
da me guerreggiata nel mio spazio spirituale ch' ebbe fiumi più sanguigni dell'isonzo, vette
/ el stato italian per molte bande / ch' el piccenino e 'l grande / de
della vite tanto che caschi quel seccume ch' ella fa, dove i bruchi covano.
colascione io canto / quel mustafà, ch' alle marziali imprese / già spinse amor,
sogli il guanto / per femminil beltà, ch' il cor gli accese. mazzini,
il giovane, 9-343: voi dovete saper ch' essendo anch'io / un animai del
annunzio, i-16: almen lasciate / ch' io vi baci la mano senza guanto
sino a'capocchi, / proverbiando, ch' amor passa il guanto, / com'
petronio, 48: de mi ve fidasti ch' io ne fosse pastore e guarda.
, i-184: ascoltando i loro discorsi scoprii ch' erano argentine di misiones e corrientes,
le funzioni di questo pezzo della barda, ch' è posta sopra la coda, all'
disegno pe 'l quale si riscuoteva, ch' era per l'intratenimento delle guardecoste. monti
guar- dacuore suo sia sì fodrato / ch' ella non caggia a merzé di persona
, avea lì il calamaio d'osso ch' egli usava nel suo studiolo; così il
è vezzoso e gentiluzzo, / ch' abbia tal guardanaso e guardagòte, / non
utilità... di questa battaglia è ch' essa viene guardata da quattro lati,
l'altre una molto grande e bella, ch' era in sulla piazza di san giovanni
chi è vezzoso e gentiluzzo, / ch' abbia tal guardanaso e guardagote, /
e talmente vero nel guardante occhio, ch' ei toglie ad esso occhio il poter
. ariosto, 23-90: la bestia ch' era spaventosa e poltra, / senza
/ lo fino amor discenda / guardando quel ch' ai cor torni piacente; / ché
cor torni piacente; / ché poi ch' om guarda cosa di talento, / al
'l riprezzo / de la quartana, ch' ha già l'unghie smorte / e triema
delle vitalbe per guardarsi in uno specchietto ch' ella ha dentro una scatola di smalto
venia, e guardollo nel viso, ch' era tutto cambiato. cantari cavallereschi, 218
guardi a la magion di dio / ch' arde oggi tutta, assai poche faville /
, ii-74: ho posto cura / ch' amico di ventura / come rota si
/ come rota si gira, / ch' elio pur guarda e mira / come ventura'
s'ell'è possente, / prima ch' all'alto passo tu mi fidi. boccaccio
legnaiuolo, i-136: e1 grasso poi ch' ebbe dette le sue divozioni a nostra
/ tu ti nde prendi ragione, / ch' io vegno là ove mi chiame /
grande sincerità... faceva sì ch' essi [i giovani repubblicani] guardassero.
. e questo è il principale: ch' ella si guardi di dimorare sola con
. petrarca, 3-3: era il giorno ch' ai sol si scoloraro / per la
pur da questo rio tiranno, / ch' alfin non se ne trae se non dolore
mia fé guardar dovea non altrimente / ch' una fortezza d'ogn'intomo chiusa: /
iii-41: prudenza qui vedete / voi ch' a guardar avete. dante, purg
leggi; e i sacri tempi / fa'ch' io del sangue mio non bagni e
/ senza guardare a'sacramenti e leghe / ch' eran fatte con noi primieramente?
resta al cultor nuova altra cura / ch' alle piantate viti, a gli altri frutti
se ben mi volete, / guardate ch' io non mora in vostra spera. elegia
sconcio di vettura o d'altro; ch' io ho poco a calere i denari,
per grasia la grasia grasiosa, ch' è facta a te. iacopone, 80-26
credi in cielo a dio, / ch' io so domar le bestie nel travaglio.
di té, barbaro perro; / ch' invan mi mostri il tuo baston e ferro
xxv-1-230: guarda là gaglioffo! / forse ch' io noi pensai che gli è ubbriaco
: « cavaliere, guardati da me, ch' io ti disfido de la persona »
me, giovane, guarti, / ch' i'non potrei ornai di questo atarti.
amadori! cavalca, 16-2-119: sappiate ch' almeno eretico non sono, che iddio
/ sovente mi rammanto, / veggendo ch' a voi piace il meo dolore. /
il cuore, ma s'i'ti dico ch' io porei campare, non che per
5-3-109: non dar fede al guardar, ch' assai ne vedi / tutte aurate di
, 2-2-881: e'non è possibile ch' egli abbia inteso il tutto; perché
). fazio, i-3-82: mentre ch' io guardava tanto fiso, / una
iscorsi assai di lunge / sì sconcia, ch' io ne fui quasi conquiso. grazzini
7 (116): quando renzo, ch' era innanzi agli altri, fu u
non creda chi non ama le bugie / ch' abbian i re del tago o della
, e, verbi grazia, / ognun ch' ha bestie o vesti da prestalle.
n'è vivo uno di quelli, ch' è vescovo, il quale si domandava
su per lo trabocchello: e quello ch' avea lo 'ngegno in punto lo fe
alfieri, 6-265: i'gli dissi / ch' ella a stasera non ci arriva;
avvisò, il più presso della riva ch' egli potè, un luogo aspro e dirupato
tre popolan, che di quello, / ch' avien d'entrata fosser guardatori.
, o almeno di far loro intendere ch' ella vegliava, e che la loro mina
era cadmo partito dalla spilonca castalia, ch' egli vide lentamente andare una giovenca sanza
. livio volgar., 3-355: ch' egli fosse non guari lontano dal campo
., sforzando due corpi di guardia ch' erano da quella parte, si assalisse il
nazionali, tutto sarà disposto in maniera ch' ella arrivi sano e salvo. viani,
12-2): d'una diversa cosa, ch' è apparita, / consiglio ch'abbian
, ch'è apparita, / consiglio ch' abbian guardia i fiorentini. fra giordano,
iscappa / e suo signor non ha talor ch' il serva. -avere a guardia
dico il vero, / al luogo ch' il suo nome ha da l'impero,
confesserai che fu men vago / quel ch' ebbe in guardia il vigilante drago.
314-13: come ardavamo in quel punto ch' i'vidi / gli occhi, i
guardia mie bellezza e fama, / ch' etterni in pietra il mie terrestre velo
ove si fa men guardia a quel ch' i'bramo. luca pulci, i-24:
testi fiorentini, 199: s'è cioè ch' elli convegna caminare per grande fredo,
nardi, 469: ei volle che quei ch' entravano in guardia la mattina partissero a
forte intra- tessuta di queste cose, ch' ella non ha guardia dell'ardura del
le guardie intorno alla lussuriosa, / ch' ella a suo senno non sappia danzare.
dietro alla maniera di un altro, ch' e'si faccia a imitarla.
di cristiani, e tu vi troverai ciò ch' io t'ho detto, che non
mare, ma egli è sì savio ch' egli cognosce quando dee essere la fortuna
/ del sommo imperadore, eransi accorte / ch' ei, tutto sanguinoso e pien d'
giardino er'io poco lontano, / ch' io vidi un serafino in su la porta
un serafino in su la porta, / ch' è posto lì da dio per guardiano
d'amore inebriati / delle triste guardiane ch' or nomai. simintendi, 1-33: tu
.. e fummo tali, / ch' ancor si pare intorno dal gardingo. g
chiama il guardingo di costa alla piazza ch' è oggi del popolo dal palazzo de'
negli occhi bei for di misura / par ch' amore e dolcezza e grazia piova.
i puristi della lingua italiana saranno dolenti ch' esse non somiglino ai discorsi col guardinfante
33 (573): quelli ch' erano stati fin allora illesi dal morbo,
miei, quasi gelati e spenti, / ch' a la sembianza tua pur son fatto
tasso, 1-8: con quel guardo suo ch' a dentro spia / nel più secreto
avevi per costume un guardo onesto / ch' ogni rubesto cor facia suave. petrarca
che fu slegato, e de'panni ch' avieno / fatti arrecar, participaron seco.
: so che tu m'ami, e ch' io pur t'amo; e t'
: s'adonta ella, forse, ch' io la tocchi, / l'erma dal
parole, essi legano gli uomini di modo ch' e'non son liberi e non
13-i-296: dunque, lucrezia, il bel ch' in voi riluce / chi brama alzarsi
dare un guardo al numero di coloro ch' egli predicando ridusse. monti, x3-
: di color ti guarda forte / ch' amonendoti del male / fanno i guardi sotto
giornale dei bambini vedrà compiersi gli auguri ch' io gli faccio di lunga prosperità.
multi omini guarentisce, / quilli soi amisi ch' én iusti conforta e rebaldisce. g
g. villani, 10-88: quegli ch' erano rimasi in bruggia contradii del re e
] darà all'alme guarènza, / ch' erano prese e dannate. = provenzalismo
i-1188: non fui guari andato, / ch' i'fui nella deserta. dante,
cammelli, 179: non stiè guari tempo ch' io intesi / con qual pensier si
. infreddato / chi crede, ch' un sovente, un quinci, un guari
, un guari / faccia in ver ch' altri sappia o ch'altr'impari.
faccia in ver ch'altri sappia o ch' altr'impari. = dal fr.
302: donna, chero pietate, / ch' io languisco ogne stagione; / sono
figliuolo,... abandoneret'io, ch' io non ti venisse a guerire,
: di licor santo unto l'ha, ch' è tale / che l'ha tutto
re enzo, 221: la virtuti ch' ill'avi / d'alcirim'e guariri
amore] non sono atato, / ch' altri de me guerir non ha valore.
ne voleano bere; e fu ora ch' e'fiorentini dubitaro forte di non poterla
mascelle, / io non rido, ancor ch' i'smanio. fra giordano, 3-104
volgar., 9-57: se 'l cavallo ch' ha la 'nfermità dello stranguglione con malagevolezza
: il colpo... guarrà subito ch' io ci pongo lo impiastro. dalla
/ dolze la morte a vedire, ch' io non pensai mai guerire / membrando me
puote il legno guerire, e perire, ch' egli mena lo legno là dov'egli
/ sia col nome di dio, dappoi ch' io sono / vestito, io gli
più dolce che mele, / sappiate ch' i'mi tenni per guerito. boccaccio
antonio da ferrara, 30: non guardar ch' io copra sotto lempo / de mia
, ed apparare da lui a tempo ch' io cominciai a portare guarnacca a modo d'
invidia marco cotta, quello medesimo dì ch' elli vestio guarnacca da uomo. benvenuto
, ii-397: né già creder ti dèi ch' io la guarnaccia / del buon guasparri
dato, /... / ch' avea il bel guemimento ricamato / di
guisa armò il suo paese, / ch' assai sicura poteva dormire. giov. cavalcanti
9-59: non dubiti v. r. ch' io abbia spogliata la mia istoria della
casa, vi si ritirò la meretrice, ch' era di quella il maggior mobile.
... ma gli veniva in mente ch' era come una fortezza, guarnita di
si reggeva per una condizione di cittadini ch' erano di mezzano essere, non di
non usin fare con quelli emuli ingegnosi ch' ei si tengono d'attorno per isfoggio di
monta insino al palco, e preso ch' ebbe il panno, e stretto, fregava
alamanni, 7-i-108: pur sempre veggiam ch' ai buon villano / mostra pur qualche spiga
: achille,... vidde ch' egli guastava lo scudo e 'l cappello colla
ad ogni ora tanta copia di dame ch' è uno stupore. frisi, xviii-3-382
stille fetide, / che corrompino, / ch' offuschino, / che gelino, /
che gelino, / che guastino, / ch' ancidano, / che vincano / tonde
fazio, i-16-63: cotale posso dir ch' era io allora / qual è il
volgar., i-132: tutti i pozzi ch' aveano cavato i servi d'abraam,
per gli tafani e altri animali strani ch' erano in quelli deserti, si guastarono.
, che voi scriveste una volta più ch' un foglio di carta; ma non vi
, forbendola a'capelli / del capo, ch' egli avea diretro guasto. buti,
migliore è quella [balia] / ch' ebbe il suo propio figliuol maschio. /
guastivi / il gusto, sì ch' e'non possa discernere / il sapor
non resta al cultor nuova altra cura / ch' alle piantate viti, a gli altri
non ha per anco guasta la naturalezza ch' è il gusto dominante della nazione.
vedeva lo ingegno spedito / quel ver ch' alle sue forze corrisponde: / né la
me; stante l'imperio assoluto, ch' ella si era usurpato su la buona zia
risa. citolini, 2-11: con tutto ch' ei fosse fiorentino, [il petrarca
guasta, corrompe le tranquille imagini familiari ch' essi invano vorrebbero trattenere, e li
guasta quello che i musici chiamano armonia, ch' è quella unione del concento delle voci
un anno men di voi, vuole ch' io ti porti a pisa in compagnia
esso teco. -che? ti duole forse ch' io t'abbi guasto il sonno,
quivi egli... guasterà il patto ch' io feci e ordinai con loro.
sanza voler più tua fama guastare, / ch' io ti perdono ciascun disinore / che
guastati ': non son più neirarmonia ch' eran prima; e il dissapore può
, 386: -a mano a man fa ch' e'si guasti. - guastisi,
ira de lo principo, e quelo ch' è descazado sì salva per la arte
uomo guastato ', peggiorato da quel ch' egli era, che ha presa una mala
giovanni dalle celle, 4-2-34: quello ch' è detto degl'incendiari, intendi ancora
donna sua, questi erano i guastatori, ch' egli mandava innanzi ad appianar le strade
, ii-xn-33: di cose temporali, ch' ellino chiamano ricchezze, alcune sono che.
tribulazioni e in gran stente, / però ch' ai dì presente / el verde è
me si volse con quel piglio / dolce ch' io vidi già a piè del monte
c'aspetta la caristìa: / puoi ch' è guasto, el se mannuca,
freddo che si perderono le mandorle tutte ch' erano già grosse, diventorono guaste
: di mentre veniva, se insegnava ch' el carro andasse sdruzolando per la strata guasta
son guasti, e'ci conviene confessare ch' ell'è gotta pedagra. alberti, ii-91
era,... [rispose] ch' e'non eran guaste le forme da
non si deono essere ammesse le persone, ch' io non vi gradisco: comò'sono
enfiati e guasti / sì duro flagellò, ch' io gridai quasi: / deh!
tutti i feriti e i guasti, ch' erano molti, raccolse. -cariato (
massimo volgar., i-586: la terra ch' avea ricevuta guasta e diserta, lascioe
dichiarò i luoghi oscuri, e quelli ch' erano guasti, per via di congetture,
non avrà il suo lucilio, oggi ch' ascende / ciascun in dirce a coronar la
maniera / l'intendesse, dodon, ch' era ormai guasto, / rispose infìn:
fera segnoria m'ave posto, / per ch' assai peggio son certo che guasto.
moglie d'un suo guasto, perciò ch' ella le disse non so che vergogna,
frutti del lavoro, ma per il guasto ch' egli reca alle cose del padrone sia
gran roba, per parer garbato; / ch' ei tien che a far non abbian
non fui tanto accorto da vedere il guasto ch' esse menavano fra le loro compagne.
: ella mi guata, e so fiere ch' io guati / onestamente lei. idem
e danza co lui, che pare ch' ella vegga un suo iddio. ceresa,
guatami almeno, / né ti dispiaccia ch' io t'abbracci e baci. guarini
guido da pisa, 2-77: udito ch' ebbono li ambasciatori queste parole, tutti
novi tormentati / mi veggio intorno come ch' io mi mova / e ch'io
come ch'io mi mova / e ch' io mi volga e come ch'io mi
e ch'io mi volga e come ch' io mi guati. boccaccio, dee.
tasso, 12-50: pur veg- gendo ch' alcuno in lei non guata, / nov'
: la sollicitudine de'sacerdoti, poi ch' ebbero guatati i libri delle sibille, vide
erra, / e tocca a tal, ch' è morto e va per terra!
l'uom che pensa e guata / quel ch' egli ha fatto, e quel che
che 'l sole è sì poco, / ch' un'ora dura a l'entrar de la
a questa femmina; ma vedete l'amore ch' ella ha in voi. s
conven che fugga; / udite, ch' anco è buona la dottrina. boccaccio
ottimo, i-112: per l'avarizia ch' è vizio dell'anima, non guatarono
periglio, si al guadagno guata / ch' el non considra il fin languido e amaro
fortezze del comune di firenze, 14: ch' e'merli, che debbono essere sopra
, 3-249: udiste voi la parola, ch' egli disse da sezzo?..
indifesi e alla mercé dell'offensore, ch' è dato dall'offesa dal cielo e
153: non son però sì cieco ch' io non vegga / che voi mettete tutti
giamboni, 4-83: il condusse nel guato ch' avea nascosto tra montagne. boccaccio,
campo del grano, o all'albero ch' ei suol saccheggiare, ed ivi stanno
buonarroti il giovane, 10-908: due paroluzze ch' una donna dia, / un saluto
fratello; io son giunto a termine ch' io cambierei lo stato mio con un facchino
ha pur detto il guattero di cucina ch' erano qui in questa camera, e che
borghesi. foscolo, xvi-377: ciò ch' io mi fossi a'giorni passati
amiche, / non v'accorgete voi ch' altri, e ben presto, i
non guazzi: può far il cielo però ch' ella sia così sfacciata. proverbi toscani
naso mi faceva un guazzo, / ch' i diacciuoli mi fea tenere al mento.
riprende il signor nostro! / lascia ch' io torni, e fiagli l'error
non vo'che certi ignorantoni / dicessin ch' io ne fo troppo schiamazzo. russo,
preziosa 1'ho nel gobbio, / ch' è grossa come un uovo di grande
, per tuo folle errore, / ch' io abbi pietra di cotal desio / in
la romana sedia), intende dimostrare ch' ella sia di ragione e con volontade di
/ che 'l cane a quella lievre ch' elli acceffa. codice marucelliano [tommaseo]
intende ogni sua gueffa, / e sa ch' egli è di tradimento un golfo.
boiardo, 1-26-19: io ti saggio acertar ch' egli è un mal guerzo. boccalini
fu mai guercio di malizia netto, / ch' io ti conosco insin drento all'elmetto
sai, che appena fui re, ch' esterne guerre / infestar la messenia, e
i-283: s'io non potrò risaper ciò ch' essi scrivono contra me, saprò almeno
d'armi, ed a'consoli, ch' eglino partissero la guerra intra loro,
20: [la donna mia] chiede ch' io tenti / la dolce guerra e
un l'altro si rode / di quei ch' un muro ed una fossa serra.
8-2-107: l'altro [ordine], ch' è pur corporea e vaga mole,
papini, 20-m: quando gesù disse ch' era venuto a portar guerra e non
eo no mi dispero / di ciò ch' amor mi face, / ca guerra no
io ti porto, avara terra, / ch' abbracci quella cui veder m'è tolto
. speroni, 9: questa guerra, ch' io lungo tempo ho avuta e ho
dopo lunga guerra / per gran tormento ch' ogni forte atterra, / del medesmo liquor
alighieri, 200: in quel producimento / ch' è del truono argomento, / quando
vedi, a buona guerra, / ch' io n'abbi la mia parte del bottino
vi-n-211 (5-4): per ch' uom ti mostri bel piacer o rida /
tasso, 1-60: tre anni son ch' è in guerra. bontempelli, 20-19:
che vedete quel sol mattino e sera / ch' io vo cercando, e vi godete
quando han vinto, agli altri / ch' hanno perduto. sozzini, 239: atteso
): i'parlo si di voi, ch' amor m'ascolta: / ma poi
'n gonna con la destra ignuda, / ch' esce dal guanto, se mai guerra
casa, 734: la malnata gelosia, ch' accese / il foco in asia,
della considerazione e dello studio il sangue ch' oggi risparmiasi per lo regolato guerreggiamento?
5-x-291: deh fa, sacrata dea, ch' in terra e 'n mare / l'
, i-26: ne la cruda stagion ch' à i giorni brevi / con la
di me, e che parea / ch' ai tutto mi volesse guerreggiare. bibbia
/ a nulla vecchia non credere / ch' elle guerrian l'amore. anonimo,
miei pensieri; / non basta ben ch' amor, fortuna e morte / mi
folengo, ii-69: quell'altro il sa ch' aperse a cristo il fianco, /
1-267: di nuove guerriere è superfluo ch' io ve ne parli, perché costì
e sì lo prese, / che senza ch' ei potesse far difese / vi stabilì
pace, dorme / quello spirto guerrier ch' entro mi rugge. tommaseo, i-23x
è lo ben mio / e la gioia ch' io spero; / merzé, prego
, lviii-40: merzé vi chero / ch' amor non sia smaruto / né la spene
. chiaro davanzali, xvii-60: so ch' avete tanta cortesia, / ch'atender
so ch'avete tanta cortesia, / ch' atender tempo non vi fia guerero.
gufesca è l'istessa con quella, ch' usò il caro ne'sonetti mattaccini. carducci
, 29: io son disposta di far ch' ei rimanga / beffato come un gufo
guglie egizziache ripiene di figure ieroglifiche, ch' aveano sensi alti nella loro lingua.
sincero, ma educato a tendenze politiche ch' io potrei chiamare « guicciardinesche »,
immaturo al fin corresse il seme / uman ch' è nato a dominar la terra.
, i-153: non potè fare germìa ch' eglino non si movessono con tremila cavalieri e
il fante affretta, / che par ch' ili troppe cose sia d'intoppo; /
faitinelli, vi-n-211 (5-4): per ch' uom ti mostri bel piacer o rida
e santa maria vergene matre sua, ch' è capo e guida de questa terra,
di un personaggio importante, sul tratto ch' egli dovrà percorrere). pirandello
guidalesco, / e le spronate mostran ch' è infingardo. della porta, xxi-n-471
delle camere. buti, 1-349: poi ch' eb- bono passata la fossa del sangue
, a guidamento d'un principe troiano, ch' avea nome enea. storia nerbonese volgar
tasso, 4-37: è ben ragion ch' all'un germano / l'altro ti guidi
pascoli, 499: è un ragazzo ch' hai, là, teco: / un
ariosto, 2-20: fece il destrier, ch' avea intelletto umano, / non per
. latini, i-1180: or convien ch' io mi guidi / colà dove mi
di pene / e di venire al ben ch' agio aspettato, / sicom 10 marinaro
? alberti, ii-22: che dir? ch' i'fuggo ov'io stesso mi guido
pòrto: / la stella il guida, ch' è per lei rapporto. boccaccio,
tesa con amor la rete, / sarà ch' i passi erranti or drizzi e guidi
, non sapeamo far differenza del camino ch' aveam fatto e quello che doveam fare.
tu che reggi l'amorosa stella / ch' e valorosi amanti sempre guida, / o
'l mio bene: / stella benigna, ch' a me 'l guida, e ria
domandolli / poi se via c'era, ch' ai regno guidassi / di logistilla,
cristiani. canigiani, 1-18: ben ch' i'non mi sappia sì guidare / in
sì guidare / in questa vita, ch' è ombra di morte. cantari, 109
da lui si rammenta / quella virtù ch' è forma per li nidi. velluti,
, i-172: ma non attenda già ch' altri lo annunzii, / gradito ognor,
. pulci, 17-1: virgine, ch' ogni cosa guidi e tempre, /.
villani, 6-91: appuosono al buono romeo ch' egli avea male guidato il tesoro del
sacchetti, 60-5: valente uomo, ch' aveva guidato suo'dazi e gabelle;
chiesa, guidato per mano come orbo ch' io era. de marchi, ii-
gli occhi. menzini, ii-26: e ch' altro a noi n'insegna, o
una bestia varia e grossa, / ch' ignora le sue forze; e però stassi
ariosto, 9-26: per ruinar la pratica ch' in piede / era gagliarda, e
dia a ciascuno il lume, è ragione ch' egli debbia essere termine e guidatore de'
vita e la morte, come tu ch' eri coglia di toro e non sei più
a tutti i banderai e guidatori / ch' ognuno fusse a suo gente assembrato /
esso e quello, anche cieco, ch' a lui s'appoggia, vegnano a
, come guidatrice e redentrice dell'uomo ch' ella toglie al demonio. savinio,
.. cominciarono guerra co'consoli, ch' erano signori e guidatori del comune e
petizione e domanda guidardone per alcuna cosa ch' elli abbia ben fatta, et un
, imperò che io vedrò chi sarà quello ch' io doverrò guidardonare. della casa,
sarebbe stato per me... ch' io mi fossi contentata di esser amata
... senza darvene alcun premio, ch' aver 10 voluto con la vita e
il dritto, il giusto, / ch' ogni colpa ogni merto guiderdona, / gli
, quale apparire suole per alcuno martire ch' altri riceva. onde appare che de la
con atti rozzi e brutti, / ch' aspetta el guiderdon d'ogni suo affanno
da temere dalla mia gratitudine eterna, ch' è l'unico guiderdone ch'io possa
gratitudine eterna, ch'è l'unico guiderdone ch' io possa rendere con tutta l'anima
petizione e domanda guidardone per alcuna cosa ch' elli abbia ben fatta. bibbia
delle richieste di quei guidoni, poi ch' erano mendici e feccia del volgo.
son ridotto a tale stato ormai, / ch' io non confido più né in dio
/ credo che mi consigli lealmente / ch' eo serva a la mia donna con
lo proprio guigliardone di signoria a connoscere ch' elli dee avere la cura de la
che, come mi scoprissero poi, e ch' io non fossi te, mi facessero
iii-1-726: meglio perire / m'è ch' essere a guinzaglio. -schiavitù, servitù
che te, vedrai, morgante, ch' io / adoperrò forse il battaglio mio.
mettere / la lingua in molle, ch' io sciorrò il guinzaglio. -stare in
divina dona e loro agenza, / ch' è lor di ciò guerenza, / e
; / omo, vide questa usanza, ch' è un ioco de guir- menella.
altra guisa o nuova foggia, / ch' io non posso patir più di vedelli.
e errand'atteggiano / in guise suavissime ch' allettano, / e l'anime rapiscono e
sen d'un tempo: i faite ch' abbiam per tempo - uno coraggio. pascoli
/ torcendo in su la venenosa forca / ch' a guisa di scorpion la punta armava
planzendo a guisa de dolenti, / ch' i spirti mei ornai sono sì venti /
darà penne in guisa di colomba, / ch' i'mi riposi e levimi da terra
i-173: io non so nessuno, / ch' io volessi vedere / la mia cittade
; e cotale, dico io, ch' è questa donna, sì che la divina
vertù m'aban- dona / in guisa ch' i'non so là 'v * i'mi
8-10: ed or la credo, però ch' io la provo / en tal guisa,
svelta; in cotal guisa, / ch' io n'aggiaccia va. carducci,
investigò: a guisa che le foglie ch' iva discemendo piuttosto a venefica tisana pensai per
da una disusata battaglia sì duramente, ch' io né posso né so in guisa veruna
simile impresa meglio ti conviene, / ch' andar pei boschi errando a questa guisa
/ esecutor di musici concenti / quel ch' ei con mano o con la voce adopra
tal guisa armò il suo paese / ch' assai sicura poteva dormire, / se soverchio
voi s'io dico il vero, / ch' avete più cervel d'un elefante,
/ torcendo in su la venenosa forca / ch' a guisa di scor- pion la punta
: a quello spiacevol mendo del guizzar ch' egli [demostene] a ogni poco soleva
caro, i-331: il pancione, ch' era ubriaco e per ogni poco di
di essere s'avvede ad un tratto ch' egli è il reo. -fremito
dante, inf., 27-17: poscia ch' ebber colto lor viaggio / su per
ferma o vola?... ch' ella voli, il mostra essa medesima co'
gli ultimi guizzi lo scaltro riso infantile ch' è quasi privo di sesso. idem,
: 4 gurguglióne',... baco ch' entra ne'legumi e nel frumento,
... inchiude e serra ciò ch' è dentro. boccaccio, v-228: insino
in mezzo di quattro bastoni, / ch' ogni volta cascava in terra piana; /
, mira poi questa [rosa] / ch' aperto a pena ha l'uscio,
tu cercando? - / biagio, ch' aveva il cervello nel guscio, / disse
ho il collo d'una grue, / ch' andrei gustando il vino appoco appoco,
è delet- tasione d'operassione intellettuale, ch' è la più nobele parte, du'
: sapesse la gente cristiana, / ch' è sconoscente e villana, / gustar
e gusto, / io non credo ch' alcun quel migliorasse; / così ne l'
non nuochino a me, né al frutto ch' io spero farebbe la mia venuta.
ingegno. e, se mi farete grazia ch' io ne gusti qualche parte, mi
... per gustar quella divinità ch' io credo che nella musica sentivano pitagora
dell'opinione che ha v. s. ch' io possa gustare ancora delle poetiche bellezze
.. alla stessa laura scoprendole quello ch' egli vedeva e gustava nel movimento de'
, 2-470: l'istante era tanto felice ch' egli voleva gustarlo; lo prolungava e
piacer? che t'è gustato / più ch' altro per la fiera? pedemonte,
: chi non la gusta la sputi, ch' io non posso sempre star a detta
il sapore; perché gustati piacciono meno ch' a odorarli, o meno di quel che
, 955: -è meglio saziarsi, ch' esser sempre / famelico nel cibo e
al fin condotto imaginato e caro / ch' altrui spoglia d'affanno / e dolce
infermi per non préndare cibo, imperò ch' el corpo è santificato. pagliaresi,
di terreno allevate, vengono, più ch' altrove, gustevoli e saporose. gioberti
al gusto. beccati, xxx-4-283: ch' una donna brutta, / brutta quanto si
piacer sì 'nferma fue, / ch' ai gusto sol del disusato bene, /
i miei passatempi, ed il gusto ch' io prendo in questa mia etade della vita
in pochi momenti si accorda al gusto ciò ch' egli vuole, non ciò che si
renderlo ad un tempo men vano, bisognava ch' essi percorressero e studiassero dove meglio convenga
bell'aria al ritratto del bembo (ch' egli aveva a fare in una medaglia)
. d'arme il cavallo onusto, / ch' a suon di trombe in fra i
coda dell'occhio, se la godeva ch' era un gusto. -essere un
e disse queste parole: o ver ch' io riceverò anche oggi glorioso onore vincendo
, turno,... o vero ch' io riceverò ancor inclita morte e laudabile
che così fosse gustosa all'infermo, ch' egli se ne succhiasse le labbra e
le spalle del suo signore, lavato ch' e's'era, il qual vaso per
gutturaloidi della néa keltiké, lerci, ch' egli avrebbe impiccato volentieri, se potesse
. tolomei, 2-272: quel ch' io v'ho scritto del h, letra
/ solo - e dal volgo si credea ch' esangue, / cupo, mandasse 1
papini, ii-50: l'hegelianismo, ch' è romantico in tanti lati, è anche
una neve..., però diremo ch' e'potesse molto ben sapere il crudo
di quella qualità né di quel valore ch' erano loro. = portogh.
/ -ha nome sano. -nome, ch' assai quadra / a chi fa da speziai
né i alcuno consonante, per quel ch' io creda, conosce la lingua nostra.
come fluttuando / contro i due muri ch' a più ardua sfida / levansi enormi.
, xix-27: leggero / li era, ch' alcun no i poteva star avante.
così pregata foss'ella d'amore / ch' un poco di pietà no i fosse noia
tal fan 'l male secondo quel ch' i à plaxè fare. regola dei
cacchieri, v-113-5: pare ch' io viva i noia de la giente,
latini, xxxv-11-213: di questo mar ch' i'dico / vidi per uso antico
. da noi solo nelle imprecazioni: ch' i'sprefondi, ch'i'spretili,
solo nelle imprecazioni: ch'i'sprefondi, ch' i'spretili, ch'i'mogli!
i'sprefondi, ch'i'spretili, ch' i'mogli! = che io muoia ecc
tommaseo]: iaculatori erano que'veliti ch' erano ordinati a lanciar dardi contro il
amoroso, 250: a guisa del dragon ch' ha nome iaspis, / che d'
frezzi, i-15-108: io ho veduto già ch' egli ha levato / del loco un
par., 16-96: sovra la porta ch' ai presente è carca / di nova
se cusì è,... ch' i cieli sono quelli che regono e governano
lui perdendo, di quel prezzo / ch' io v'ho impiegato, il mi fa
belle braccia... mi promettono pure ch' ella sia donna. firenzuola, 875
d'un iccase farotti un fio, ch' a sesta / non si farebbe più bello
(12-14): omè, amor, ch' i'non ten serviria? / ché
finiguerri, 31: io mi do pacie ch' i'non son pure io / quel
i'non son pure io / quel ch' ho recato il mio in pellicino, /
molto ne lodo e ringrazione iddio / ch' io mi riposi tra l'icchesi e 'l
che gl'iconoclasti davano a'cattolici, ch' essi accusavano come adoratori d'immagini.
d'annunzio, v-2-456: io, ch' ero in una delle mie ore di
: il gentil carro idalio, / ch' or le colombe addoppia, / lieve traea
a lui tre iddee per una discordia ch' elle avieno insieme. poliziano, 1-745
! / che quelle sette donne, ch' è davante, / ciascuna d'esse chiama
affanno nella mente mia / sento, ch' io non credea che questo iddeo /
, non imeneo, / canti ciascun, ch' è iusta cosa e pia, /
mio iddio, / se non nel pettignon ch' è sì armato. mazzini, 40-74
idem, 3-865: per questo vuole dire ch' elli vidde in dio l'idea di
« idee » e diceva di loro ch' esse erano tutte chiuse nella « leggerezza »
n. villani, i-6-162: dopo ch' intese furo, idee son dette, /
, 2-37: questa parola idea, ch' è greca d'origine, non si vuol
cosa come separata dall'altre o quel ch' è comune a più cose dicesi astratta,
appellativi, come quelli che rappresentano quel ch' è simile o comune, o si
le prime son quelle notizie di quel ch' è l'oggetto, come l'idea di
: allora l'austriaco dice all'italia ch' essa è un'idea geografica; che è
della poesia, perché non dobbiamo dolerci ch' essa vada così degenerando in un ozioso
crudo ed empio / fu l'amor ch' ei di sé fu esempio solo. s
sorte, / ed intese da lui ch' era figura / vera ed idea de la
ha colto l'idea dell'eutrifone, ch' egli crede l'esprimere una spezie di conflitto
comporre un dramma. cercai tutti quelli ch' erano già stati scritti e rappresentati in
ed eccedente a segno che tutti dicevano ch' era meglio di abbassar li mercanti che
stessa spontaneità della natura, le varietà ch' ella ha sparso sopra diversi oggetti,
va!... all'ideale ch' è un punto, / ch'è un
ideale ch'è un punto, / ch' è un nulla. d'annunzio, i-475
d'annunzio, iv-1-489: bisognò anche ch' io vedessi, con una precisione inesorabile,
foscolo, xi-2-617: la notizia idealizzata ch' ei porge di quell'opera non può
non breve commento delle quattordici canzoni: ch' egli, in quelle parlando...
balzato un disegno di far un libro ch' abbia per titolo speciosissimo 'l'ideario '
fabbricare e mettere in atto tutto quel ch' ei disegnava con essa arte idealmente nella
qualsivoglia corpo, o sodo o fluido ch' e'si sia, col toccare la
pensa v. r. a. ch' io me lo idei? d. bartoli
poter ideare una perfezione superiore a ogni idea ch' egli può acquistarne dalla propria esperienza.
gozzi, i-160: era un gran tempo ch' io non visitava il senatore mio zio
, xvi-262: io non poteva ideare ch' ella alludesse mai a sua sorella e
ideando / levissima l'imagine del sogno / ch' a un dormente guerrier mandan le grazie
risposta o di parole o di fatto ch' è familiare ai ragazzi ostinati e ai
proprietà, del ben supremo, / ch' identità tra queste ogni or si pone,
più innanzi. rosmini, ix-101: dopo ch' io mi sono ado perato
: elli aveva antidetto a gaio cesare ch' elli si guardasse xxx prossimi die sì
lungo. ariosto, 17-68: questo ch' io v'ho narrato, in parte
queste pesti (cioè idillianti goffi, ch' anno stampato) ve n'è le migliaia
firenze non è più la idillica città ch' io vi descrivo. bocchelli, 9-354:
da me tenuta nel comporre l'idillietto ch' io stampai appresso la vita del maggi.
.. /... l'idioma ch' usai e che fei. boccaccio,
. frezzi, i-13-121: la parte ch' è nel foco accesa, / pare
e convenire ed essere necessario a nazione ch' abbia coscienza di se. moravia,
costantemente alcuni rumori anche lungo tempo dopo ch' erano cessati. rosmini, x-181:
472: ignoranza, idiotismo, mellonaggine, ch' io non intendo di voler imitare:
alternano co'sepali la base de'petali; ch' è provvista d'una squama nettarifera,
ché per altro esser dubbio non potria / ch' io non t'adori in terra,
voi all'idolatre, / se non ch' elli uno, e voi ne orate cento
paura de'vicari e proposti degl'imperadori, ch' erano idolatri, e perseguivano li cristiani
, / castello, il bel garzon ch' a l'ombra estiva, / là d'
se stesso? stigliani, 2-161: ch' io t'ami e invochi in mie
legge dell'alcaram, traendo in parte quello ch' a loro piacque del vecchio testamento.
alte bellezze e i fregi degni / ch' ornan colei ch'idolatrando adori. giuglaris,
i fregi degni / ch'ornan colei ch' idolatrando adori. giuglaris, 129
in tela espressi / i pregi altrui ch' idolatrando io lessi / in argolico stil,
per lontane camina, / ma dicon ch' è idolatra i fra'minori. cavalca
/ e ne gl'idoli suoi vien ch' io l'adore; / ma cotanto somiglia
somiglia al ver l'imago, / ch' erro, e dolc'è l'error;
, idolàtrio e usuraio, che credi tu ch' egli viva. = deriv. da
dire che sia per idolopèia, figura ch' introduce a parlare una persona morta,
ha l'animo chent'hae il serpente ch' è chiamato idra dagli autori, il
: l'ordine e la chiarezza esigevano, ch' io seguitassi costantemente un metodo solo.
paura che di trovare il suo nemico ch' è l'idro. grossi, ii-43:
la mania dei cani procede dal sopraccaricarsi ch' e'fanno di carne cadaverica e putrefatta
e infistolito è il male, / ch' antidoto non cura, anzi noi chiede,
de gli animi l'ardentissima idropisia, ch' a quei che più beono più di bere
98: èvvi alcuno / che vuol ch' ei degli studi avesse fatto / il
: chi nudriga puitana fai mal, ch' el'è autrui / e sì ie perde
a l'occhio piace, / però ch' a lui somiglia, e sappi bene /
ariosto, 779: poi ieri, ch' io fui a camporeggiano, gli otto
manso, 1-24: avvenir continuamente veggiamo ch' altri ami più oggi che non faceva
al viaggio, ma oggi ti assicuro ch' è sedato di molto. manzoni,
: molto graziosa e vera la paginetta ch' ella mi mandò, sui libri di più
di diba restituire ogne e ciascheduno denaio ch' igli avesse de l'arte.
1-116: dicon certi filosofi volgari / ch' il diavol è invisibile, perché / una
non voglio o vaglio, / dico ch' ai duca, perché a muri ei mora
grulli / delle ignare colline, / ch' a suon di frulli la fiutata altezza
non vo', ma teco, acciò ch' io impari. ariosto, 7-2: io
poca credenza. / poca o molta ch' io ci abbia, non bisogna / ch'
ch'io ci abbia, non bisogna / ch' io ponga mente al vulgo sciocco e
, col parlare a pena inteso far ch' io avessi lui per lei.
d'igne / si girava sì ratto, ch' avria vinto / quel moto che più
2-92: il peccatore maligno, / ch' ai fine non si pente del peccato
. pallavicino, 1-487: il caldo igneo ch' è secco, distruggendo l'umido,
grossa, per la multiplicità di vapori ignicoli ch' egli genera, che niun altro
bassezza d'animo e di costumi, ch' è loro impressa da la viltà del nascimento
: io per me non vo'già ch' ignobil morte / i giorni miei d'oscuro
quell'agevole ed ignobile efficacia di stile ch' è la corruttrice dell'eleganza. lemene,
: s'egli è, musa, mai ch' io da te grazia merti, /
liquore, / sì darò ingegno, ch' io quel diadema riporti / con ver giudizio
. tasso, 7-94: ma però ch' egli disarmata vede / la man nemica,
ignobil palma e vili spoglie / quelle ch' altrui con tal vantaggio toglie. casoni,
sì quest'alma è neghittosa e vile / ch' anzi morir vo lesse ignobilmente / che
forbito, come lo specchio, sì ch' ella potesse rispondere per li raggi alle
della tua nuora non rilevare; però ch' ella si è moglie del tuo figliuolo;
ariosto, 17-123: se non fosse ch' io riguardo a vui, / la
la publica ignominia gli farei, / ch' io soglio fare agli altri pari a
avuto la sfacciataggine di dirmi... ch' io la fo da ignorante e da
. suo padre lo diceva a tutti ch' era nato insensato. 3. che
m'ò a governare..., ch' i'paia manco ignorante e ingrato che
, 117: non vi paia però strano ch' io venga dicendovi che no'siam poco
paese più pettegolo e ignorantello e intollerante ch' io conosca. moretti, iv-755:
corse alla cella di teodoro e trovò ch' era morto... e discoprendolo trovarono
era morto... e discoprendolo trovarono ch' era femmina, e incominciarono fortemente a
dei casi. guittone, xxv-77: ch' ignoranza -non da ben far ne tolle
con la sua ignoranzia agguagliarsi a coloro ch' erano dottissimi, n'avevano perso foglio e
da umiliazione o avvilimento maggiore di quello ch' io soffro vivendo in questo centro dell'inciviltà
che vuole usare avanti- ignoranza, / ch' entrare in cor gentile. g. ferrari
tal li dà quel colpo doloroso, / ch' ignora il suo ferir, perché l'
amante all'agognata amica, / quel ch' io chieder da te posso, diletta?
. popoli ignorati son taluni di quelli ch' altri crede conoscere meglio. passo ignorato d'
mondo, 'non conosciuto per quel ch' egli vale '. vita ignorata, *
ebbe sì d'amoroso afecto preso, / ch' a ti son dato con ogni potenza
molto / da mosconi e da vespe ch' eran ivi. bibbia volgar., i-58
più leggier correa per la foresta, / ch' ai pallio rosso il villan mezzo ignudo
toma al subbio povera e pudica / madre ch' i cari figli ha mezzo ignudi.
regno fuore, / grave era sì ch' io fea minore stima / di chiuder
della casa, 683: terra più ch' altra pria lieta e felice, /
. etrarca, 37-120: le di'ch' io sarò là tosto ch'io possa
: le di'ch'io sarò là tosto ch' io possa / o spirto ignudo,
secoli al fine / alzerò la voce, ch' ogni voce eccede, / pace,
: anzi vaga di te, non fia ch' altera / da la sua nudità tua
, tutta a un tempo, avvenga ch' io sia d'ogni scienzia ignudo.
ignuda e priva di quell'arte / ch' a'suoi scritti porgea grazia e favore
/ io intendo a carlo far quel ch' è dovere. a. pulci, xxxiv-540
tempi non m'aspetti; / e dì ch' io ho cortana e 'l corridore,
far renascer la chiara fontana, / però ch' è 'l fior che con la bella
il conte, « che vorresti tu ch' io facessi di questa gente? ».
dante, inf., 32-68: sappi ch' io fui 'l camicion de'pazzi.
petrarca, 22-17: maledico il dì ch' i'vidi 'l sole / che mi
il dì m'an- cida / fia ch' io non l'ami. boccaccio, dee
, 16-48: erano il quinto di quei ch' or son vivi. 11
che a punto m'ha scorto / ch' él si converte en amaro sospiro.
zucchero brusco, dite l'animo nostro, ch' è di pagare quel sopra più di
di pigione. tasso, 8-7: più ch' altra cagione, il mosse il zelo
, artefice elegante, / dal dì ch' io vidi nel mio patrio tetto / libertà
no 'l so, so ben, ch' il core / presago del suo mal con
idem, inf., 10-44: io ch' era d'ubbedir disideroso, / non
non gliel celai. passavanti, 19: ch' elli ci chiami,... chiaramente
/ quel giorno, o patria mia, ch' allegro ed ilare / tante lode,
« vengo da un solitario passeggio -conosco ch' io nacqui per la solitudine ».
fu in parma il suddetto 1829, ch' ebbe neve e pioggia per 141 giorni;
che dubioso son quando bene poia / ch' io sforzato nom moia, / sì mi
colo il cibo passa, / trova ch' ivi una valvola si stende, / che
del dolore dal lato e de ilii ch' io patisco, e portane teco da
portane teco da quinci innanzi, sì ch' io noi senta più. trattato delle mascalcie
si chiama ilio destro o sinistro secondo ch' egli occupa la destra o sinistra parte.
i pregi abbassi / vomere di dolor ch' inciso il lassi. f. negri,
io intanto seguitai la volontà della carne, ch' io venni con essa al tale peccato
contro il contestabile che la vivissima impressione ch' egli avea che, per esser quegli stato
i ministri regii si lasciarono infino intendere ch' approvarebbero una unione universale de'prencipi italiani
vero concetto e naturale del punto, ch' egli sia... imparabile, senza
san sebbio a'poveri di cristo, ch' era alla guardia dell'arte di calimala,
mi compiacqui della passione di una donna ch' era d'altri come d'altri ero
cristiano: / amo dir sol quel ch' è lecito. / non mi date del
di vedersi preferito cornelio in quel posto ch' ei divorava colla speranza, ricusò di
e dubbio parto / fur poscia d'animai ch' aggiunse insieme j desio sfrenato di natura
presso a tórre il fiore, / ch' illeso elle bramaro. c. gozzi,
intarsiature del tasso provano se non altro ch' egli tentava di coprirle ingegnosamente, e
s. v.]: non credo ch' egli facesse cosa negligentemente né illiberalmente.
[dio] sia, / e ch' abiti una luce inaccessibile, / ch'eterno
e ch'abiti una luce inaccessibile, / ch' eterno e incircoscritto se ne stia,
peccati] secondo questa generalità illimitata, ch' è di lui propria. zanon,
fra giordano, 5-366: una delle proprietadi ch' egli [il fuoco dell'amor divino
essere considerato, trattandosi d'una impresa ch' egli conduceva colla maggior serietà illirica italianata
: lo diletto vedire / po'ch' ilio non si vede, / core porria
1-458: or pognam ciò ch' i'ho detto sì dorma, / ciascun
/ de li suoi figli, ch' ella va cercando; / per quel diletto
castellan se'n va / e lo prega ch' el ghe faza le soe cosse
rettori, 64: quel capo ch' è stato in questa mia scuffia, era
s. ieronimo, 42: or sappi ch' io sono iero- nimo;..
cesarotti, 1-xxxvi-32: non sarebbe impossibile ch' egli fosse stato illuso per un momento
pietà, signor, sia quella / ch' illumi a'passi miei quel dritto e
dritto e vero / santo viaggio, ch' io sol bramo e spero.
iddio, per merito delle divine faville, ch' ei ne sparse nell'anima, non
, i-287: quivi, col torcio ch' ella gli porse illuminando que'tenebrosi chiostri
terra a 'lluminar le carte, / ch' avean molt'anni già celato il vero.
, allora io mi accorderei ad affermare ch' esse tutte si lascino alle due vite
, n-ii-433: iddio è solo principio ch' illustra quelle nature che sono illuminate.
pur ci sono e dico di più cose ch' io non viva, ogni volta in
cavalca, 19-499: fu infamato, ch' era uom di reitade: / perseguitato
come sono, voi non potete credere ch' io mi faccia illusione sui re.
nievo, 404: fu un momento ch' egli dubitò della propria fortuna pel gran
regni, / illustrami di te, sì ch' io rilevi / le lor figure com'
illustra lo ingegno, e fa, ch' io stampi / su l'aonio sentiero orme
commesso; e non son vili; / ch' anco illustra gli error l'alma d'
ma rivolgiti ormai inverso altrui, / ch' assai illustri spiriti vedrai. buti, 3-608
è ornai, o illustra donna, ch' io / sprono il mio stil che
tuttavia queirillustre collegio de'cavalieri invaghiti, ch' egli con tanto studio eresse. mascardi
. illustrissima, se non avessi creduto ch' ella potesse averne avuto per altra parte.
19: ilustro conte, poi ch' a mal mio grato / partir m'ha
/ come dicea plutofilo ridendo, / ch' aspirava di farsi un illustrissimo. leopardi,
38 (661): l'illustrissimo, ch' era riservato a loro e a certi
, e tali imairon. e tutto ch' egli prenda sua vivanda in acqua, niente
20-89: -su, bruco, addosso; ch' egli è in terra: legato.
m. cecchi, 17-117: credi tu ch' io mi imbacucchi, che la mi
diavoli co'lucchi; / però lascia ch' io corra e m'imbacucchi. salvini,
si rattrappa / e s'imbacucca, ch' egli s'incapestra. nievo, 76:
/ dapo'che t'è a grato, ch' io mora non mi agrava. varchi
i. frugoni, i-6-234: guatata ch' ebbero fra l'altre una pastorella..
quando maneggia materie molto voluminose, e ch' egli cerca di comprimere fortemente, per poi
mi mostrerei, perch'il mondo credesse / ch' io fussi ne gli studi imbalordito.
, v-165: ogni sorso del vino ch' io attingeva da quel loro fiasco,
parabosco, 6-2: che forma ti parrebbe ch' io prendessi per andare a ritrovare questa
da marco antonio, come superba e sfacciata ch' eli'era vilipendeva ogni imbandiménto. f
. cesarotti, 1-xxx-278: quelle parole ch' io ho tralasciate,...
delle leggi, guadagnar col proposito, ch' è quel che sanno fare, e con
a trovarmi abile a servirla di quello ch' io lo sono a ringraziarla. goldoni
a sacco. imbarazzi e genti, ch' urtandosi per fretta, entravano...
per non essere anco imbar- barescata, ch' ella si tratterebbe con ogni poca di cosa
lingua per essersi abbandonato quello studio di essa ch' è necessario a scrivere,..
. grazzini, 222: o ver ch' il santucceo è imbarbogito, / o ver
il santucceo è imbarbogito, / o ver ch' astu- tamente / si burla e piglia
, 1 -intr., 5: vuol ch' io accordi i miei barili imbarcarono
g. bentivoglio, 4-1401: sarà necessario ch' egli cielo e giochi e feste
nostra partenza, e non altro mancava ch' imbarcare la roba. pascoli, 727:
, de vostra laude / non bisogna ch' alcun omo se 'mbarchi, / che 'n
g. dolfin, lii-10-489: credo ch' egli ancora sia imbarcato nel pontificato.
volte e sei, / e volse ch' altretante l'imbasciata / replicata le fosse
re; né si conforta / per dir ch' imbasciator pena non porta. guicciardini,
fatto uccidere buoso per invidia, e ch' egli non era figliuolo di pipino,
parlar natio è imbastardito per la prattica ch' abbiamo avuto dell'altre genti. scrofani
per imbastare, se saran poste sì ch' elle riguardino il cammino, diventeranno ombrose
, a morte mi dò tardo / ch' i'non potrò contraffar la fenice.
: fu subito a lui, avvisandolo ch' egli dovesse condur rosana alla sua casa con
se d'accettarlo ero contento, / ch' io col german non fussi inbaulato? petruccelli
bersezio, 3-31: con un coraggio, ch' egli stesso non avrebbe creduto d'avere
cibo imbecchi lo suo becco, / ch' e'viverà più ch'enòch ed elia
suo becco, / ch'e'viverà più ch' enòch ed elia. boccaccio, dee
, 9-475: giovani, ditei voi, ch' in- navveduti / non sapeste conoscer la
'l drappo, / per coprirle allora ch' escono / dal teatro un po'sudate,
137: il dorso [dell'elefante] ch' è sì robusto gli è bilanciato col
robusto gli è bilanciato col ventre, ch' è fievole e imbecille. manetti,
esuriente. gherardi, 1-ii-403: sì ch' io conosca per divin consiglio / come
altra natia, / senno imbecille fia ch' oppresso resti / dalla malizia degli scaltri
foscolo, xvii-199: s'io ti dicessi ch' io non ho forza nel cervello -non
riparo; /... / sì ch' ordinar, mentre eran gli anni imbelli
/ che doni a'figli suoi, ch' han gli anni imbelli, / gli anni
anni imbelli, / gli anni ch' han forza, ardire. tasso, 2-55
e non punto ornato di quelle virtù ch' a'prencipi si richieggono. fed.
sa. metastasib, 1-11-472: ma ch' io rimanga / in ozio imbelle allor ch'
ch'io rimanga / in ozio imbelle allor ch' ogni altro asperso / la generosa fronte
: lo spirto ne'testicoli raccolto, / ch' è del tutto animale il fior sottile
/ onde imbelle a vibrar fibra, ch' è dura, / debole imparte impression
riusciva d'imbellettar ciò con la scusa ch' erano venturieri. muratori, 5-iii-221:
p. foglietta, 122: prima ch' una di voi sia imbellettata e vestita
gattina, 4-11: che uomo strano ch' è quel vegliardo imbellettato come una vecchia
, del che assai si contristò dubitando ch' ancor il santo sacramento non fusse imbellettato.
sempre a gli occhi divini sì mostruoso, ch' appo di lui dir si possano volti
. a. adimari, 1-61: ch' io... non rammemori la dolce
levansi da mangiare, e, secondo ch' eron caldi dal vino, corrono a combattere
cesari, iii-364: faccia dio ch' io abbia imberciato nel vero. guerrazzi
imberciator che voi vogliate dire, / ch' avranno men dispetti e più piaceri. sozzini
, e se niente parla, / mentre ch' aringa e ciarla / misser frate barbuglia
gran torri di sopra imbertescate, / ch' unque nel mondo non fur fatte tali
, / la maligna scimiona, / ch' eccita ed imbertona. -in senso
de le sberrettate e de le riverenzie ch' ognun faceva al molza, al jovio,
situazione attuale la poca mia mente imbestialisce ch' è una meraviglia, e divien floscia
per mia buona fortuna, / allor ch' imbestialir tonde mirai, / in una
par,... / dato caso ch' i'avessi a imbestialire, / piuttosto
da l'incanto di circe, sì ch' egli non s'imbestiò con timbestiate gregge.
soldani, 1-31: democrito si ride ch' una bestia / si mescoli in sì
da l'incanto di circe, sì ch' egli non s'imbestiò con timbestiate gregge
anche lo dissecca al fuoco, tanto ch' egli induri a modo di pietra. a
se medesimo,... parerà ch' io mi voglia appropriare le cose d'altri
. saccenti, 1-2-162: lei dice ch' io dica, e non si stracca
e non si stracca / infin'a ch' io non ho la gola secca, /
/ che sì me 'l concia, ch' ei paia un fanciullo, / e
poche cose si pone la faccia, ch' è di fuori imbiaccata. imbiaccatóre,
chiaro davanzali, il-n: lingua ch' è di parlar molto imbiadata / perde
seme; / tien pur del imbiadir ch' e'sia rimesso / in te, pur
esso / meco tu 'l facci e ch' imporchiamo insieme. = deriv. da
di santa chiara; immagine risparmiata an- ch' essa nch'imbiancamento accennato sopra. 3
piano, / poi che ne'monti, ch' aita neve imbianca, / tutto ad
pulci, 25-89: mandagli un vel ch' è tutto lavorato / d'oro e di
). boccaccio, vi-54: bastiti ch' ad amor il tempo verde, /
/ misero, desti, ed ora, ch' a imbiancare / cominci, di te
ariosto, 19-81: il fier sembiante con ch' ella si mosse, / mille faccie
, 40: poi ripensando al ben ch' io mai no'spero / veder, m'
, io non dubiterei punto di quel ch' egli avessi voluto dire: 'astienti
de'medici, ii-159: nel tempo ch' ogni fronda lascia il verde / e prende
po'd'altro colore, / che quel ch' ha fuor donato imbiancatore. canti carnascialeschi
si sente tutto quanto imbietolire, / ch' amore in lui vuol far le sue vendette
allegri, 169: dove troverete mai ch' il bianco / stropicciandosi al nero non
empie / sì d'amari sospir, ch' el par che scoppi. imbiondare
3-ii-83: panni da l'arte lor, ch' abbi tu ancora / filli, imparato
che facesse all'ora la vergine maria? ch' ella s'imbiondisse? -ant
, v-154: imbizzarriva a far credere ch' ei non era campione d'amore solamente in
belli i suoi versi si vede troppo bene ch' ella è un arcade infermo di lattime
or io m'imboccaccierò, tamen animadvertisci ch' io abbor- risco questo nome di filippa
. nelli, iii-268: m'imboccò ch' io dicessi che della di certi uomini filosofi
così il mio core imbocca / ciò ch' amore li dà. dante, inf.
ponente, detto di san michele, ch' imbocca una strada nella città tra s
, / sono al vederlo allegre, ch' è un contento. 11.
l'uno fa caricar di polvere un cannone ch' era imboccato da una palla nimica per
ha una bella imboccatura ', per denotare ch' egli cava un bel suono dal suo
to amigo è tego, / tanfìn ch' el mangia al desco, sempre imbocona sego
il prezzo, cioè trenta danari, quello ch' egli stimava di potere imbolare di quello
bruto da modena, sì come seppe ch' erano venuti i cavalieri da antonio mandati
). fiore, 204-12: disson ch' i'avea troppo fallato, / po'
. angiolieri, xvii-795-13: del passato tempo ch' esser suole / e del presente lo
al so livrero corrente, / e ch' el prenda la legora molto lo imboldisse
casato. passavanti, 249: le cose ch' ei fa perdere egli [il demonio
... e non s'accorse ch' ella [l'accademia] in questa guisa
il pensiero delle lusinghe, delle promesse ch' egli adopererebbe ad imbonire lucia].
che sia / lecito a l'aretino ch' egli viva / con cinquanta mariti in comitiva
alberghi di lusso... senza ch' essi comportino però... un imborghesimento
ardisci, o bella truppa, / ch' indizi hai di furore e di vendetta,
. ubertino d'arezzo, xvii-809-8: ch' eo nom son fori di conoscimento,
/ può l'uomo usare in colui ch' in lui fida, / e in quello
, / traggasi innanzi a dir ciò ch' e'ne 'mborsa. 5. ant
9-35: dentro in un bosco, ch' è quivi vicino, / t'imbosca
queste solitudini s'imbosca / non so ch' io deggia dir femina o fera.
gioventù] come un germe tenero, ch' a caso / cresce, e nessun giammai
. nardi, 410: basta ch' ei dichino ch'una volta fusse fatta
nardi, 410: basta ch'ei dichino ch' una volta fusse fatta una imboscata a
volgar., 1-46: quelli di romolo ch' erano imboscati per traverso assalirono gl'inimici
da lato anche imboscate, / sì ch' a modo nessun fess'io difesa,
, da erbaggi, da triboli, ch' ella è divenuta un deserto tutto pien di
greco; / imbottalo per te, ch' i'vo'il trebbiano. firenzuola,
il vino, d'imbriacarmi, in modo ch' io ne stia cotto una settimana.
la contenna / che non è quel ch' io vomito. chiabrera, 5-13: parafi
capsecta dove stava / tucti gli offizii ch' era imbossolati? sanudo, ii-
che fere / maggior saette, poscia ch' è trincato. / di spess'è
arroge / quel ber del vin, ch' è troppo cosa ghiotta. / qua birre
, 1-1-232: andianne, / sgalla, ch' io son, ti so dir,
ghiotti che imbotton all'arpione, / ch' e'voglion del migliore. -imbottare al
poi vide l'anguille / far cose, ch' io non so se dir mel debbia
. niccolò, e perdessi molto vino ch' era imbottato. soderini, i-479: per
. ojetti, i-436: so quel ch' egli cerca nella penombra, sull'imbotte del
un suo modello rigido e stecchito, ch' esso imbottì a priori de'postulati d'
è sì dura / cotesta imbottitura, / ch' io non posso sperar di starvi bene
bianca di lino, poi un vestito, ch' è giubbone e calza insieme, senza
, scamiciate,... credetelmi ch' ell'ha [venezia] ingegneri, architetti
arme e nudo. /... ch' imbracciar l'abominato scudo. tasso,
quel convito, / stavano come quei ch' altro non sanno, / del ricco ornato
imbracci il cappotto per ricco e per prezioso ch' egli sia con esporlo a'tranciamenti de'
prete, essere dottore, inbracciando colui ch' è secondo dottrina sermone fedele, acciò che
sia / contenta far quel vuol pietà ch' ella aga. da porto, 1-157:
mia s'im- brama / tanto, ch' ella non puote stare in pace / col
adatte, / la repugnanza è tanta ch' è uno scorno / lo ca- valier
suo pontificato, fu la prima porpora ch' egli diede. pisani, 129
de'medici, ii-143: questo sangue, ch' io spargo, / non imbratta,
e roina; ma a lui, ch' in roma ti laudò ed ausò con tanti
., se l'hanno imbrattata, ch' ella è più pura dell'acqua.
nessun'altra ragione in quel primo istante ch' io cominciai a imbrattar que'fogli mi
fanti a cui commettere o lasciare quel ch' era lor mestiere, e non imbrattarsene
omicidio. amenta, 3-61: vorresti ch' io ti vedessi, t'amassi, pensassi
dipignere, il muso e gli atti ch' ella [la bertuccia] facea, furono
cosa, stando in un poco di imbratto ch' elle [le donne] hanno a
quegl'imbratti, gli farò tal gioco ch' ei se ne risovverrà un pezzo. puoti
imbreviare nel decto libro tucte le carte ch' elli farà per la decta arte.
scienze mondane, sì ne imbriacano, ch' escono fuori di loro. aretino,
mezzo imbriaca, che, sebbene conosce quel ch' ella debbe fuggire, contuttociò, perché
italia imbriaca, e non ti pesa / ch' ora di questa gente ora di quella
ugieri apugliese, xxxv-1-887: savio sono ch' io non dico / d'orgoglio né
né acatto nemico; / e sono folle ch' io m'imbrico / in così alto
la tua vista, siccome la pelle ch' è sopra l'occhio della talpa impedisce
né dibia mai... inbrigare ch' eo possa vendere e revendere tute le cose
revendere tute le cose mobele et inmobele ch' eo avesse. pagliaresi, 132: dammeno
, 16: questo brevemente in somma ch' io ò scritto ti basti, e tu
voglion meco / tante quante ne porta un ch' ha gran briga. / e di
. imperiali, 4-763: meglio è ch' io freni il labro e 'l core imbrigli
/ lo buon giannetto o quel ch' è più gagliardo. caporali, ii-46:
ardita / nuove strade tentar, ossia ch' imbrigli / l'onde rapaci o per
, i-37: la città è tale imbrigliata ch' ei può andare a dar pasto agli
riscontro di genio e quel timore riverenziale ch' egli ebbe per cortes, furono per
soffia rovaio. baruffaldi, iii-46: ch' io mi sento / tutto quanto imbrividire /
lunge e irreparabil male; / ché subito ch' alcun scopriva il busto, / mastro
14-340: raddoppia il colpo e in men ch' io noi ridico / un occhio imbrocca
accòstati a me, / non temer ch' io t'imbrodi! giusti, 2-162:
i peccatori, quando riconoscono il male ch' è in loro, e l'abiurano con
. grazzini, 308: saper dovete ch' amo /... gran paese
sapete / su- plicio e pena, ch' io me ne contento. / d'itaca
in mo'la boce della moglie, ch' era fuora, ch'i'penso avergli assai
della moglie, ch'era fuora, ch' i'penso avergli assai bene imbrogliato il
di'pur quel che tu vuoi, ch' el tempo vola. forteguerri, 27-7:
quella del principe, ma sì bene ch' egli la fa da adulatore e non
non si pare, perch'i'so ch' e'cerca di imbrogliarlo. crusca [s
fu dal marchese a'cavalier licenza / ch' accettassero o no quell'imbrogliata / disfida arcibizzarra
13: sua maestà si guadagnò quelli applausi ch' e- rano dovuti al merito del suo
darti; e non mi dai quel ch' io cerco. nievo, 713: fui
con tanti fogli / i testatori, ch' agli eredi figli / lascian l'eredità
vergogna mi salisse alle guance del granchio ch' era stato per prendere, pure trovai
primo è un certo imbroglio, / ch' alletta e piace, ma nel fin ti
appunto, oimè, sull'atto / ch' io, liberato di non so che imbroglio
. cecchi, 1-i-41: sì a fè ch' i'debb'essere / un'im- brogliona
iii-644: non date mente a ricci, ch' è un bonissimo giovane, ma non
da essere un altro bromio, ch' è un de'nomi di bacco »
]: nave 'imbrumata 'è quella ch' è stata danneggiata dalle brume.
sotto l'ombra de gli arbori, ch' aduna / quest'armata e quell'altra
. alamanni, 7-ii-74: non sai ch' io deggio / far (bench'a
, 6-7: la vedovil fortuna, / ch' asconder vedi i miei splendori esterni,
perché in dispregio / venga ad ognun ch' aver mi solea in pregio. brusantini,
. rota, 1-1-94: morte, ch' in tutto la mia vita imbruna,
chiari e dolci rai / la vista mia ch' amaro duolo imbruna. cebà, n-24
n-24: fa'(rispond'ella) ciò ch' io comando, / e lascia a
9-59: il colore delle sue armi, ch' era candidissimo in prima, si offuscoe
, che il chiaro espero allora / ch' egli esce fuor sull'im- brunir del
xv-358: [pensavo] all'ora ch' io su l'imbrunir della sera veniva a
il sole ha fatto imbrunir l'uve ch' erano verdi. pisani, 197: sul
6-179: le glorie e li eroi, ch' egli evocava, s'imbrunivano, inumiditi
. garzoni, 1-461: lo spadaruolo bisogna ch' abbia le ruote da imbrunire. d
menfido, che mi presti tutte tarmi, ch' erano di suo padre, che fu
garzoni, 1-461: lo spadaruolo bisogna ch' abbia... l'imbrunitore.
garzoni, 1-461: lo spadaruolo bisogna ch' abbia le ruote da imbrunire, il
. sacchetti, 24-41: io credo ch' ella [novella] fosse molto accetta a
ti lasci più vedere, come solevi prima ch' entrassi in casa di quella buona femmina
possan essere imbucati. / -sta 'nfermo ch' io gli veggo, non parrare, /
vo'là ire; / e'sarà ben ch' io faccia quell'affetto; / ma
e sono imbufonchiate: / sta'a veder ch' elle zione d'omsro,..
gli eruditi e probi uomini... ch' io, persona ornai d'età
però di schermidore; / così ch' imbuiva quegli agnelli, accioché crescessero buoi.
, impregnare '. benivieni, 1-194: ch' in questo mar s'imburchia / naripassandoci
. raro. vichi con quel polo / ch' nsu la croce solo / del tuo sposo
bellini, i-122: ma burla burla, ch' io = iter, di imburrare.
d'ingiurie gaglioffe e credea, ch' ei fusse / una frottola, un taccolo
inargentati o dorati d'orpello, lavorati a ch' altro... a stamparvi le vostre
donne del logodoro tutte in imbusto, ch' è abito dei secoli di mezzo.
figliuolo di terpsicore. il quale dicono ch' avendo moglie preso, disparve. e altri
tu vogli imitare la montagna nella parte ch' è veduta dal sole. metti li tuoi
ariosto, 496: l'arte, ch' imita / la natura, non paté
/ la natura, non paté ch' abbian l'opere / d'un scelerato mai
tu voglia imitare la montagna nella parte ch' è veduta dal sole. metti tuoi colori
si lamenta e par che dica / ch' imitando lo vai e beffeggiando. muratori,
corsini, 66: questa dea, ch' in un momento / già nel mare ebbe
parola non è sempre imitativa dell'idea ch' ella prende a vestire: ché anzi ve
moti machiavelli, 12-224: se tu vuoi ch' e'sia migliore bella voce, ornamento
a proreo l'imitator de'peggiori, ch' è l'opposto almeno in quella
stili veniva e a tutte le persone, ch' ella rifaceva negli atteggiamenti -letter.
, che schivo n'ebbe, / o ch' avesse l'andar più lento e
n-ii-541: imaginai michel angelo o qual- ch' altro eccelente imitatore, il quale volendo altrui
imita ed è imitatrice, non intendiamo già ch' ella imiti una qualche idea, il
dico, convengono in questo generale, ch' elle sono imitazioni. ma son bene
cose diverse di specie, o per- ch' elle imitano cose diverse, o perch'elle
g. gozzi, i-13-196: mentre ch' ella volea più altre imitazioni fare, delle
tien nascoso e basso / l'arco, ch' ai suo scoccar scoppia e balena.
un odore come quello di gardenia; ch' è odore di viva carne di fiore,
: dal santuario immacolato uscìa / odor ch' ogn'un rendea beato e pago. fr
siena, iii-212: questa è la pasqua ch' io voglio che noi facciamo; cioè
far, quantunque accorto e scaltro, / ch' ei non stesse in un letto,
di quella beltà immacolata e la speranza ch' ella abortisse. -che ha colore
ben reguardi mia figura, / tu troverai ch' io non son tigre né orso,
. leopardi, iii-197: quello stesso ch' io domando, che non è di
d'ottenerlo. carducci, ii-8-102: ch' io ti scriva subito è possibile,
io ti scriva subito è possibile, ch' io ti scriva con le braccia aperte
e geremei, xxxv-1-859: sa- piando ch' el era cum loro a le prese;
.. sì gl'ingrossa inanzi, / ch' andare un palmo sol più non gli
ribollire. simintendi, 2-244: poi ch' ebe così detto, bagnò lo sangue
fra i favoriti, e dio voglia ch' egli non sia in buona parte cagione
19-93: disse nalduccio: o questa sì ch' è bella! / in ciel che
'ngros sato / su, ch' egli non s'è mai mai potuto /
con queste calze aperte, sei guasto ch' io miro i contrapesi dell'orologio ingrossati
ingrossato ei dia ricetto. / trova ch' ei pur vi passa, e fra se
mente e la man sì 'ngrosata, / ch' i'sono a queste cose innabil fatto
uomo, se gli è insegnato l'anno ch' elli nasce; perché dal primo anno
guazzo, 1-155: quello non è altro ch' una passione accecatrice dell'animo, disviatrice
, ii- 255: lo smeraldo ch' io vi diedi è quello? e gli
orrida grotta, / formando tal rumor ch' il mondo assorda, / diluvia l'acqua
lomazzi, 282: tanti grottescatori son ch' a'miei / grotteschi voglion tutti ingrottescarsi
, ingrognato, pareva meditare su tutti ch' ell'impicci. moravia, vii-347:
veritiera di quella selvatichezza trista e ingrognata ch' è troppo spesso maschera della pietà.
non oso asseverarlo. il caso è ch' io non veggo ragione di dover rifiutare
figur. pervadere di gioia, illuminare / ch' io avevo trovato per la strada: /
], 26-9: l'erba inguinaria, ch' alcuni a cavallo, asino, ecc
a gran fatica nel molto tempo, ch' io abito fuori di arezzo, non altro
allegri, 243: dond'egli avvien ch' il vento e l'acqua sgusci /