. guittone, xv-65: il poder ch' eo / lì aveva era non meo
amore. abbracciavacca, lxiii-13: pensando ch' ogni cosa aggio da dio, / non
fedel vi porto / per la temenza ch' ave / ciò c'ha di voglia non
fio, ciò è pagono il debito, ch' è l'ultima cosa che si fa
/ per suo bene operare / di quel ch' ella può dare, / reputando per
. martelli, 1-49: quinci avverrà ch' a noi / non vorrà mantener l'usato
mantener l'usato fio, / per ch' ogni cosa ha tra noi vita; poi
i poveri, e della sua sposa, ch' è la chiesa. chi frauda quest'
boccaccio, iii-7-6: essi, forse credendosi ch' io / non conoscessi loro esser potenti
, / si castighi il suo crin, ch' egli è nocente; / se di
: l'ultima lettera è il fio, ch' è ne l'ordine delle lettere.
il segno / di cento versi, ch' è l'ordine mio, / acciocché
al fio. canigiani, 1-110: poi ch' a questo recitar m'invio, /
le truovo, con sustanza men ch' un fio. boccaccio, vii-187: negli
cui saette non curate un fio, / ch' altri di voi, di me non
da l'a insino al fio, / ch' io non so ch'io mi dica,
al fio, / ch'io non so ch' io mi dica, antonio mio.
. sacchetti, 181: or veggio ch' io non scorsi l'a dal fio:
per forme indefinite / al flaccido baglior ch' estenuato / da fanale a fanale sbadiglia
: né tanto può l'infame miopia / ch' io non vegga ed ammiri il tuo
mantova mi flagellava de'suoi rimproveri senza ch' io li meritassi o ne sapessi indovinare
sebbene non li piace il principe, ch' esso affligge poi e flagella per altra via
ineffabile agitato dalla mano di dio, e ch' al- lora cessa il castigo quando dio
flegiàs è composto da « fligi », ch' è a dire fiamma, e da
peccato: e credesi alcuno, ch' elli fosse infiammato di questo vizio.
cicerchia, xliii-310: pianga le pene ch' egli ha sostenute: / ciò fuor
, / e il liquido elemento / par ch' ai flagel de'remi il dorso incurve
fanciulli a volo / va sferzato palèo ch' a salti, scosse, / ed a
godi sotto la battitura del flagello; ch' egli è segno che dio, come figliuolo
si può immaginar maggior flagello; / ch' ognor v'oltraggia rimbrotta e nimica, /
né mai parola amica, / non ch' altra cosa, aver si può da
brodetti, e sardonello / vasari, ch' è padron di botinaccio, / conducon tanta
di botinaccio, / conducon tanta gente, ch' è un flagello, / da far
, un fragello / di cavalier, ch' io mi vergogno a dillo. parini,
foco e favilluto / (heu me) ch' io tengo in viscere albergato, /
io tengo in viscere albergato, / ch' ai vampo sì potria del cor fiammato
argenteo rivo. tansillo, ix-627: fa ch' io conosca il mondo e me li
vedrìa, che 'l sido e l'ardor ch' entro celo, / son opra e
a la mia cruda guerra, / nanzi ch' io fusse tanto messo in terra /
quanto parevi ardente in que'flailli, / ch' avieno spirto sol di pensier santi!
giamboni, 4-324: i luoghi pubblici ch' erano intorno al capitolio, ai preti
animo creare ed ordinare sacerdoti, ancora ch' egli stesso facesse molti sacrifici, e
di sanità, iv-139: vero è ch' innaffiato il ferro dalla lisciva di sale di
era armata del più fin metallo, / ch' avean di più color gemme distinto:
e flebili sospiri / de la gente ch' in un s'allegra e duole, /
cieco, 22-72: tanto soffiai, ch' io n'ho ancor fesso / il
puoi, quello è sì debile, / ch' io n'ho la voce rauca e
e con le flebil'onde, / ch' amor e sdegno da'begli occhi stilla,
. ariosto, 1-58: so ben ch' a donna non si può far cosa /
bresciani, 163: martino, ch' era anche flebotomo a bordo delle navi
i-791: frema in alto monta, / ch' umido e fredo pont'à, /
è appellato frematico, per la forza ch' ell'hae in sua natura. fra giordano
la persona, che piove, o ch' ella si bagna, o ch'ella cade
, o ch'ella si bagna, o ch' ella cade in acqua, e simili
flemma 'e di 4 pituita ', ch' ei dissero vitrea per la sua trasparenza
lento fuoco, e perciò non ne ricavano ch' un flemma acido. bergantini, 473
egli è appellato frematico, per la forza ch' ell'hae in sua natura. ché
, / ma se n'avvide poi ch' era pazzia, / e flemmatico fessi e
studioso. neri, 3-23: erodio, ch' era un uomo un po'flemmatico,
, 100: la / mia padrona ch' è sempre sì flemmatica / ora par
malinconico... e 'l flematico, ch' è fredo e umido.
flessibili favelle / prove, a migliaia, ch' ogni cosa è in elle, /
squame, angue custode, / angue, ch' attorce in flessuosa rota / sue parti
la convenienza di non ommetter quel bene ch' era possibile, per aspettar quello che per
analitici / pro varono, ch' esalan dalle corti / certi effluvi flogistico-
e trofei, di statue ornata, / ch' or, tutta intenta e data /
fra giordano, 2-96: nazaret, ch' è a dire florida, fiorita,
, / e tosto fuor n'uscì destrier ch' avea / florido il crine. carducci
non sospiro più gli orti latini / ch' in aria architettò la prisca gente, /
suo midollo, si può dire, ch' ei lo faccia dal vedere al non vedere
[laura], contuttoché per un ritratto ch' io ne vidi una volta, mi
una volta, mi stia impresso nell'animo ch' ella fosse una tal palliduccia, floscetta
e non interrotto concento di parole) quello ch' eccita nell'animo un'impressione analoga a
un fluido dolciore aveavi sparto, / ch' è tutt'umanità, tutt'amicizia. de
affluivo e fluivo in una incantagione melodiosa ch' era del fiume e della mia malinconia
s. domenico] guerì una femina ch' era gavinosa. = deriv. da
se il governo è tristo, fa conto ch' ei sia il gavocciolo, e i
duo quattrin nel gazofilaccio offerse, / ch' avanzaro il tesor di creso e xerse.
borbotta, / l'adunanza gentil, ch' è qui raccolta, /...
: anzi non so com'uom, ch' abbia la testa, / con quelle
di pelar... la gaggia, ch' ella più tosto cantasse che stridesse.
dove prima mi fuggivano per paura, ch' io non gli richiedessi di danari, mi
mi verrebbono or dietro per tormi quei ch' io ho, ma questa gazza arà pelata
e d'inganni; e voglia iddio, ch' io ne menta per la gola.
abbi a sdegno, / sa- piendo ch' io ho fatti per foresta, / con
fagiuoli, 3-5-245: tremeranno più d'un ch' abbia il parietico. / e senza
il giovane, i-226: io, fin ch' altra stella non mi toglie / da
cerchi a udir legger gazzette, / ch' or sia presa magunzia, ora colonia.
del mio decoro, che non vorrebbe ch' io ricambiassi le triviali vostre gazzette di
queste gazzette di toscana il seguente articolo, ch' ella può anche compiacersi di far inserire
1761; conteneva oltre goldoni, vii-1050: ch' ella pure si è fatto un vestito
un articolo della « tribuna », ch' egli considerava molto lusinghiero per lui: era
giannone, 109: disprezzava i nunzi ch' erano nelle corti, chiamandogli gazzettieri,
l'anima mia, / quell'idol falso ch' abitò geenna. caro, 14-142:
ed ombre oscure e fumi / par ch' io rimiri. marino, vii-589: di
taluno per caso accennava al figlio ventenne ch' egli aveva perduto. baldini, 7-33:
pietà fessi sentire / al duro cor ch' a mezza state gela. tassoni vii-315:
ma chi la colse non vedrò giammai / ch' ai cor non geli l'anima gelosa
1-135: cento trote in gelatina / ch' eran per le persone principali. g
aviene sovente che l'umidore, inanzi ch' elli sia ingrossato in gocciole, viene in
, 196: nel luogo più su, ch' è più gelato, s'ingenera la
. gravoso, /... ch' ha cosperso / il capo e il petto
debile vecchiezza / pigra e gelata più ch' el freddo inverno. tasso, n-ii-160:
messina, 433: lo cristallo poi ch' è ben gelato, / non pò aver
gelato, / non pò aver speranza / ch' elio potesse neve ritornare. carducci,
, / noi dimandar, lettor, ch' io non lo scrivo. poliziano,
il principato, sì com'a colui ch' è principio del movimento e del calore,
in battaglia alcun: né così ardente / ch' a l'apparir di voi in campo
dalla landa quell'odore lugubre e ubbriacante ch' è l'odore dell'africa.
le carni e tossa, / tosto ch' io vidi la celia distesa. sergardi,
un personaggio... tutto ciò ch' egli dèe sapere; e non lo
gelo, / el fa l'intelligenza, ch' ei notrica. benvenuto da imola volgar
boccalini, i-144: non è però tanto ch' ella è così perfetta e sicura pianta
corrìa. pulci, 27-185: mentre ch' io ti parlo, / sappi ch'io
ch'io ti parlo, / sappi ch' io sento della morte il gielo.
un gelo / qual prender suol colui ch' a morte vada. boccaccio, vii-30:
boccaccio, vii-30: misero me, ch' io non oso mirare / gli occhi ne'
miro, tanto mi dispiace, / ch' un gel noioso vienmi, il qual mi
straparola, 11 -intr.: qual è ch' in voi si specchi o fisso
un gelo. guidiccioni, 1-66: ch' io ritorni agli amorosi affanni / non fia
gelo / onde l'alma t'avean, ch' era sì calda, / cinta l'
come che 'n gelo sia, / convien ch' ella si renda. -essere
mariti, / ne siate sì fomiti / ch' i nostri addosso ci sarien restati.
la custodì gelosamente fra i fiori secchi ch' ei le aveva donati. e. cecchi
gelosia, un poco di disdegne, ch' entri tra questi signori, non ci solleva
, 1-56: per la grande gelosia ch' era nata in firenze, la parte nera
..: e tra 'l bisogno ch' io ho d'alcune cose, e la
io sia più che sicuro che quel ch' io cerco deve necessariamente differir dal giusto
i-92: tacito quei senatori più principali ch' egli con le mendicate accuse conosceva di non
2-2-438: questo timore non fa però ch' io ardisca di di- storvene, perché
aggio a voglia mia, / più par ch' eo n'aggia e prenda gelosia.
gloria sì gagliardo e intenso, / ch' io gelosia ne prendo, e per sospetto
. cino, iii-169-5: amor, ch' è cosa piena di paura, / mi
il tuo core, / più degno sei ch' io ti conservi amore. pananti,
: quel geloso la tien sì fermata / ch' ella non poss'andar là ov'ella
a mantenere il suo amore, e ch' altresì non sia amato com'egli ama
fortuna,... e geloso ch' egli non s'unisse col re nemico.
desmo, e del nemico d'entro, ch' è vostro corpo, e da quelli
. sono gelosissimi della propria vita, ch' è miserabilissima. carducci, ii-1-18:
numero a pochi. filicaia, 2-1-43: ch' io di te dir cose / voglio
questi strumenti... a cagione ch' eli'è più gelosa, cioè sente
: a un tratto, di burlone ch' egli era, cominciò a rabbruscarsi,
mi vede vicino? non posso uscire ch' egli non mi segua; se mi
come si dice, prima cento gelosi ch' un becco. 11. prov.
ombra d'un arbore si tenne, / ch' intorno i rami suoi stende assai
assai lunge, / d'un gelso, ch' era lì carco di frutti.
fra l'aria / del meriggio / ch' era uno svenimento / le ho colto
questo modo. fanno quattro geme, ch' è una giornata di mare sporco lungo
ben sagliendo / giacerò in letto, ch' a me gemebondo / è fatto.
gemevano dolenti. leopardi, 301: poi ch' il miserando / nunzio s'intese,
giù prema / lo fondo suo, infin ch' el si raggiunge / ove la tirannia
. colonna, 1-366: eterno sì convien ch' io geme. / heumè che dileguando
incarco / d'estraneo giogo i popoli ch' or hanno / tranquilla libertà. diodati [
il vero adombro, e fingo / ch' altri avvampi in quel foco ond'io
bambocccrie de vostri cervelli per la compassione ch' ebbero di vedervi accinti ad uscire alla
gli fa cerchio, / o convien ch' apostemi, / se l'umidor non giemi
, 13-41: come d'un stizzo verde ch' arso sia / dall'un de'capi
tutti quelli che nascon d'adamo; / ch' ogni uman corpo da quel primo geme
/ e tremante e gelato, / però ch' è ragunato / il caldo e 'l
occhi le gemettero due lucciconi sopra le gote ch' erano affocate. tozzi, i-507:
nebbia gemica, tira una buffa / ch' empie di foglie stridule il fosso. cesareo
stelle parve, propinque, e dissero ch' elle erano elio [= nel] capo
remo in guardia, e avendo udito ch' erano fratelli gemini, cioè nati a
un suo monile ella si sciolse, / ch' una crocetta avea ricca di gemme.
le gemme e gli ori e ciò ch' avea di pregio. menzini, 1-5
varchi, v-874 (279-10): ch' or non ha pietra sì lucente e
l'indo o 'l gange, / ch' io non cambiassi a lei solo a vedella
], e checché gemmasti allora, / ch' ora distilli il glutine di morte.
sonno..., / e ch' io era condotto / qual voi diresti a
pataffio, 2: aggaffala, ch' ell'è buona gemmi era,
/ e de gendado vanno foderati / ch' i fitti lor ancor non son pagati
leone ebreo, 61: non ti ricordi ch' affi giorni passati... mi
ho già fatto presentire a tuo marito ch' io ho impegnata la carta alla tua generalina
caccia il generale, / provato abbiam ch' n sé diletti ha pochi. leti,
, ma come soverchia secondo le proporzioni ch' egli osserva nel generale.
4-42: rispondevano solamente pei generali, ch' egli erano del tutto devoti a lui
. anguillara, 6-309: avea, prima ch' interra il re scendesse, / imposto
imposto al generai del tracio legno / ch' alcuno al noto lito non rendesse. b
questi i generali delle famiglie religiose; ch' erano gli ultimi tra chi tenesse la
, e facilmente ci persuaderemo di questo ch' io dico, e come, per natura
dio alle figliuole degli uomini, quelli ch' elle generonno furono potenti al secolo ed uomini
empi miei figli... / ch' io generai, non che del padre afflitto
il destrier, ma naturale, / ch' una giumenta generò d'un grifo; /
.. mi abbattei in un asinelio, ch' io moltissimo festeggiai per non averne più
2-225: il keplero... sosteneva ch' elle erano le balene e i mostri
. alamanni, 5-5-252: ciprignio splendor ch' a gli orti dona / la virtude e
dona / la virtude e 'l valor, ch' addolce e move / il seme a
e move / il seme a generar, ch' accresce e nutre / quanto gli vien
, 1-113: riscaldò febo il terreno / ch' avea renduto dianzi umido il mare /
, ii-3-4-86: la mosella, giunta ch' ell'è nell'angolo australe della città,
su la rugiada, se l'acqua ch' è nella terra non fusse assottigliata dalla
, percuote parimente alcune particelle nervose, ch' ella quivi incontra, e noi, sentendo
disputar fra gente grossa / di cosa ch' error possa / ne le lor menti forse
dell'auditore opinione e credenza di quel ch' egli intende di mostrargli. imperiali, 4
. guittone, i-3-538: anima, ch' è ordinata a bono in amor retto e
a generare e a confortare l'amore ch' io porto al mio volgare. boccaccio
ma care paci generò quell'ira: / ch' arido nutrimento, insidioso, / è
. gadda, 2-13: l'elemento ch' egli [talete] ritenne principe della natura
, 1-206: fu in libia uno gigante ch' ebbe nome anteo, generato dalla terra
mal derivi / generato da lui, ch' è largo fonte / ond'ogni bene a
.. il * genui te ', ch' è della persona, e corrisponde all
vuoi sapere el nome mio, sappi ch' io voglio in prima che tu sappi
gesù cristo. d'annunzio, i-292: ch' io veda / da 'l suo ventre
2: uno degli figliuoli di noe ch' ebe nome giafet, di giene- razione
1-16: * generazione ': pare ch' intenda lo spazio di cent'anni, ne'
tutte le generazioni delle genti mi diranno ch' io sia beata. p. verri,
arme salieno in groppa de'cavalieri loro ch' andavano alla battaglia. francesco da barberino
terzo libro apre ogni generazione d'arti ch' abbisogna alla battaglia che in terra si fa
cui tutte cose sono ingenerate, secondo ch' ella fa ingenerare d'un uovo uno uccello
così facile, pronta e sicura, ch' ella con tratto continuo si vede sorger
la rassomiglianza è la forma, e ch' ella si prende o dal genere per
di una cosa con- vien sapere in ch' ella convenga o disconvenga dall'altre;
può trovare un altro genere, sì ch' egli a qualche tempo possa specie divenire
porremo in quel genere che noi diciamo ch' ella sia parte della civile scienzia,
è fatto elemento principale di vita quello ch' è il più piacevole ma il più
tutti i luochi nascano controversie, e ch' essi per tutto la perdino. cesarotti
: così sta ben nominarli dal genere ch' è più degno. svevo, 1-187:
più nobili, non si può dire ch' elle sien tralasciate nella poetica d'aristo-
: non si dee raccoglier una diffinizione ch' abbia due generi, ma sceglieremo il genere
ma sceglieremo il genere più nobile, ch' è la virtù, e porrem l'altro
la virtù, e porrem l'altro, ch' è l'orrevolezza, per differenza che
uccise [servio tullio] tarquinio superbo ch' era suo genero. boccaccio, dee.
ora deputata. ariosto, 44-52: ch' io spero intanto che da me deposto /
poteva dimandare alla svizzera quello stesso esercito ch' era pronto per noi in aprile.
vedo il signor amico pensoso, e quasi ch' è risoluto d'usarvi una generosità:
screditar se medesimo in faccia di persona ch' egli ama? checchi, ii-1013: si
avanza. / quest'è quel generoso, ch' a grand'uopo / vien di roma
/ cacciata va la generosa belva, / ch' ancor fuggendo mostra il cor gentile /
a pigliare alcuno generoso partito, poi ch' egli era stato loro levato d'in sul
: guerra gentil, generosa vittoria / ch' ambedue coronati gli ha di gloria. b
, ove oggi è l'anno / ch' a le sante ossa del mio padre anchise
noi, / in grazia di colei, ch' è il suo cupido. padula,
godettero de'pochi lampi di quella libertà ch' io dico. gioberti, ii-274: nello
riposa. diodati, 1-1: moise, ch' è stato il primo scrittore sacro,
. bacchelli, 5-193: agata, ch' era stata sempre di casta fantasia,
. per caldei i genetliaci o matematici ch' è l'istesso. galileo, 1-1-170
il fiume lete / fiume d'obblio, ch' acque profonde versa, /
, perché sospinti i denti morti da quei ch' erano vivi, a poco a poco
iv-214: que'già decrepiti soldati opravan ch' ei tastasse con le sue proprie dita le
. corsini, 3-44: i due, ch' il buon conte aveva eletti / a
1-144: voi mi dite in una vostra ch' io difficilmente mi disporrò a lasciar tante
canteo, 281: lieto inverno genial, ch' a dolci giochi / inviti i stanchi
tu [amore] sii quel genio ch' a la mia cura è posto, a
371: fe'il mio buon genio ch' io m'accorgessi di due piccini..
macchine. boccalini, i-314: la vita ch' egli ha scritta di tiberio, prencipe
dalle sue azioni e parole, in guisa ch' ei non può agire altrimenti. bocalosi
, ad averne tutti quella profumata paga ch' e'n'ebbero? passeroni, ii-3-44:
/ per dar nel genio a lei ch' era sì bella. d'azeglio,
tale intervallo di tempo volle nostra sventura ch' ei prendesse co'veronesi poco buon genio
parte anteriore del corpo dell'ioide, ch' egli alza e porta in avanti.
santo zelo e santa fede, / allor ch' io son nell'atto gestica (v
e del cibo e del ber, ch' ei [il vitello] possa a pena
semenza / disturbare ad alcun, sì ch' ei non vegga / scherzar vezzosamente a
-sm. ariosto, 27-57: dicea ch' imitato avea il castore, / il
è grande differenza, ché fatto è quello ch' è fatto di volontà...
il figliuolo di dio si è genito, ch' è di necessità. canigiani, 1-121
se è genito d'altrui o ingenito: ch' io veggo oramai manifestamente che l'amore
genitore di tanta meraviglia quanta si vedea ch' era questa nobilissima beatrice, di questa
s. v.]: 'genitourinarie', ch' è relativo alla generazione e alla secrezione
la divina genitrice prego / di ciò ch' ella pur vede: al caro padre /
quinde scendeno poi a la genitura, ch' è la prima punta de l'arco
/ mandar vorre'io a lan, ch' è gioia compita. angiolicri, 80-8:
tutto si sverni / per la centesma ch' è là giù negletta, / rag-
, ed al gennai vicino, / ch' ai fin la vita d'ogni ben dispoglia
. pulci, 19-41: tanto ch' ai fin gli avanzavan le frutte,
: per il camino vedde un fico, ch' avea le fiche o gli fichi (
): da. po'ch' io foi ne la città del tronto,
già piena di gente e di fracasso, ch' era un inferno. l. martelli
de le coma è lo più lieve / ch' ai mondo sia, se ben l'
pochi anni di fatiche e stenti, / ch' e'soffrir volle per fumane genti,
stelle, / non viste mai fuor ch' alia prima gente. mamiani, 1-45:
. garzoni, 1-444: il primo ch' osservò questo fu lucio siila della gente
andò al cassone, /... ch' io ero fanciulletta. magalotti, 24-217
trasmondo, suo fratello, e dissegli ch' egli attendesse alla guardia della città con
eziandio qualunque altra gente d'uomini, ch' a battaglia potesse valere. marco polo
19 (21): quando tu sapesti ch' io veniva sopra te, come non
volgar., 1-390: si dice ch' egli notificò al figliuolo, che scrivesse
nato fui in tal punto, / ch' unque no amasse se non voi, /
saggio non pregia om per vestimenta, / ch' altrui son ornamenta, / ma pregia
s'agenza -di genti costumi, / for ch' ella d'amar nega, / chè
udienza e del responso gente, / ch' io non udio mai donna, altra fiata
non li steria gente, / poi ch' è di me temente, -ch'eo perisse
, -ch'eo perisse: / per ch' eo vorria ch'ella il meo mal savisse
perisse: / per ch'eo vorria ch' ella il meo mal savisse. guittone,
la gente statura, / e la beltà ch' è 'n voi senza paraggio. fiore
, per gran cortesia, / per ch' i't'ho ritenuto di mia gente /
donna garbata e alla mano, disse ch' ella non era punto donna di riputazione.
regalar con preziosi doni, dicevano ch' il duca di gioiosa al suo ritorno
dolce aura serena / di quel favor ch' ogn'animo rischiara, / per inchinare e
47-6): ma sì non perdo, ch' io non speri aiuto / di
speri aiuto / di voi, gentil più ch' altra che mai sia. gui
, inf., 5-100: amor, ch' ai cor gentil ratto s'apprende,
. petrarca, 23-121: l'alma, ch' è sol da dio fatta gentile,
figura uno spirito di gentilezza così vivo ch' io ripensai quelle gentili donne adunate nelle
da desiderio, si fu una gentile, ch' io vedevo tutte le sere al teatro
: ma la gentile non sofferse, ch' egli passasse oltre. anzi, il fermò
. tasso, 13-i-1032: spirto gentil, ch' in dolci membri involto / t'innalzi
passato il cor con un falcione / ch' io sia tanto gentile è la cagione.
, e con facilità imparano tutto quello ch' e'veggono fare, fino a sonar
della valle, 187: liberar colei ch' ella ritiene / oltra ogni dritto, contra
per questo tempo; si per la moria ch' è per tutto, e sì pel
tutto, e sì pel gran caldo ch' è, che le persone grandi e
camminare, non che al fanciullo, ch' è di gentile compressione. michelangelo,
1-5-24: nacque / d'una sirena ch' in gentil figura / il viso e 'l
. pulci, 6-8: merediana, ch' era alla finestra, / fece chiamar
, a la gentil favella, / ch' ei malfattor non è, ma bene amante
. bruno, 3-81: or dopo ch' il nolano ebbe riscosse da vinti in
a roma ogni gentil costume, / ch' or nuda giace, e senza voi
una vertù d'amor tanto gentile, / ch' ogni dolce piacer vi si comprende.
i gesti e più 'l valor, ch' induce / maraviglia alle menti più profonde
un effetto gentil nell'alma infonde, / ch' ad amarvi più lieta ognor l'induce
/ l'ombra sacra, ospitai, ch' altrui non niega / al suo fresco gentil
. alamanni, 5-1-214: gli sovvenga pur ch' intenti stanno / il loquace filinguel,
t'intreccia, / come vite gentil ch' il tronco abbraccia. f. casini,
o cara al pensier mio terra gentile / ch' a la pura sorgendo aria azzurrina /
se questo non è ben coral puzzo / ch' i'sofferisco da lapo di pagno:
chi è vezzoso e gentiluzzo, / ch' abbia tal guardanaso e guardagote, / non
: volentier sempre ridete, / pur ch' abbiate netti e'denti: / ma
e gentile e così lontana dal suo mondo ch' era tenuta come ima piccola signora inviolabile
figura uno spirito di gentilezza così vivo ch' io ripensai quelle gentili donne adunate nelle imagi-
, 34-4: non pò aver libertate omo ch' è viziuso, / ché ha perduto
de le nutrici alcune di quelle cose ch' appartengono a la gentilezza e a l'
19: ciascuno si brigava di fare ch' egli fosse veduto vigorosamente lo nimico fedire,
tornava [lo sparviere] al pugno, ch' era una bellezza; / aspettava il
cortesia. goldoni, vii-317: basta ch' abbia buon garbo e gentilezza; /
onore, e'molti be'costumi, / ch' usare al tempo buon già si soleano
una gran gentilezza, / che quel ch' esso partecipa fiutando, / manda ne
pitture, medaglie e altri ornamenti antichi ch' egli in qualunque modo avere potette,
e'la verrà a vedere; / so ch' e'l'è per recar sei gentilezze
ci è avvezza, / e ch' ogni barilaio ed acquaiolo / non sa parlar
de la vostra gentilia, / ché so ch' avete tanta cortesia, / ch'atender
so ch'avete tanta cortesia, / ch' atender tempo non vi fia guerero. lapo
piaccia a vostra gentilia / soccorrermi davanti ch' io mi muoia. amico di dante
iddìi, e volse l'antica gentilitade ch' elli fossero traslatati in cielo. guicciardini,
tanto era balorda e senza ingegno / ch' adorava per numi il bronzo e 'l
, gli dava ricetto nella sua gentilizia, ch' era la più bella del cimitero di
parlare così gentilmente, porrave forse essere ch' avereste grazia da dio di conoscere chi è
istrioni così bene introdotti che le persone ch' essi rappresentano siano così gentilmente finte che
l. salviaii, 20-92: subito ch' io v'avrò condotto in segrete,
/ un corno lavorato gentilmente, / ch' a sonarlo, ogni volta quel facìa /
lettore. / d'alto periglio, ch' incontra mi stette ». / -panni che
non dican nulla, come a gentiluomo ch' ella dice d'essere; ma al
, m'è entrato sì nel cuore, ch' io non so che vuole essere questo
di raccomandamento da sua parte al vicario ch' era in palestina per l'imperio.
castiglione, 79: mi richiedete ch' io scriva qual sia, al parer mio
è stato michelagnolo, ha ultimamente scritto ch' ei deva quanto prima andar là da
. tasso, iv-302: avrei voluto ch' egli non si riputasse ingiuria ch'io
voluto ch'egli non si riputasse ingiuria ch' io avessi supplicato il signor duca..
24-10: giuravi, / da gentiluomo, ch' io ho mantenutavi / e vi mantengo
1. neri, 6-38: il postiglion ch' era di quei garbati, / fece
l'interprete in lor vece, / ch' essi né fogli conoscean né lettere; /
: la genziana è radice d'un'erba ch' è simigliante- mente così appellata, la
.]: 'genzianina', principio amaro, ch' è probabilmente in tutte le genziane e
e del- l'acque e dell'aere ch' è deputato all'abitazione delle creature terrene
animo e la mente, la cura ch' egli ebbe di descrivere a lungo e con
man gentile e sen di latte, / ch' ogni altier sciupa e dibatte, /
/ e 'l bellico chiocciolino, / ch' è d'amor lo scodellino, /.
terra, / affer merà ch' un palmo di campagna / da polonia lontana
. garzoni, 1-416: i geomanti ch' indovinano per via di linee e puntini in
di nova cosa intenza, / sì ch' io per giemenzia feci quistione. fra
se tène alcun sommo gieùmetra, / ch' egli è pur di color de malborghetto.
rivolgi a le più levi forme, / ch' oltre il pensier rappicciòlisce e scema /
capo senza mutar luogo, bisogna necessariamente ch' ell'abbia tutti e tre que'movimenti
la perfettibilità del genere umano, intenderebbero ch' ogni uomo anziché provvedere alle faccende della
le opere che detto è, si è ch' e'giovani son fatti gieomitrani e di-
. bartoli, sciprinati, cioè a dire ch' ellino sanno l'altre tali scienze;
appagava la sua opera per i soggetti ch' egli trattava, quasi sempre popolari, campagnoli
, / ed ha vertute in ciò ch' uom domandasse. sacchetti, v-265:
canti e tante altre armonie, / ch' ivi parean del ciel le gerarchie. campanella
, iii-404: alla tua beltà, ch' avviva i cori, / servaggio fan le
buzzati, 3-159: notevole il fatto ch' egli godesse grande considerazione anche presso i
certo bramerei pur io / quelle forze, ch' io m'ebbi il dì che morte
gerente del monarca, idest governatore, ch' è nostro alumno. massaia, ii-29
rispetti in questo tempo non è bene ch' io parli altrimenti. casti, ii-8-119:
tenzone, e fa, batista, / ch' una sera mi dia cena ed albergo
toccando non piacevol tasto / dimostra lui ch' egli ha compreso il gergo. goldoni,
i-199: il nostro gergàccio piemontese ch' io sempre parlava e sentiva tutto
di germanio con soluzione tamenti e dei palagetti ch' egli intorno racchiude, ma però di
l'antico danno / più non bisogneria ch' uom si servisse, anitra domestica
onta e d'ogni affanno / pompei, ch' ad col germano reale. ugual
vera propria e germana di fogneto, / ch' un mio compare ha messo in poesia
ha messo in poesia / in modo ch' era me'che stesse cheto. magalotti
, non restò per questo, / ch' alli pollacchi, agli ungari venire / non
de'galli, perché, nelle guerre ch' ebbero i galli, costoro si misero
t'impastan col germano, / fan sì ch' io esclami. = voce dotta
2-2): non me pòi spaventar, ch' io son pur volto / verzi de
tasso, 13-ii-215: di quel ramo ch' è tronco, / germogli il glorioso e
appagava la sua opera per i soggetti ch' egli trattava, quasi sempre popolari, campagnoli
lietamente il suo viaggio termina, / ch' un minimo sospetto in lui non germina
tratte! / o ignorante germino, / ch' a pena suggi il latte,
quantunque consumati incessantemente, ma sempre fin ch' essi vivono, e fecondabili da per se
vite del pergoleto ovver d'arbusto, ch' è d'intero tronco, nella terra robusta
acqua ha sotto gente che sospira, vedi ch' ei la fanno pullulare e germugliare suso
terra. a questa domanda risposero gli ambasciatori ch' ella dovea produr l'erba verde e
il mio cor tanti rampolli, / ch' aita selva d'allori ivi verdeggia
5-241: niuno s'avrebbe immaginato mai ch' e'[il vero linguaggio illustre] potesse
è cosa al mondo rada, / ch' ell'è della costanza elmo, e brocchiere
guglie egizziace ripiene di figure ieroglifice, ch' aveano sensi alti nella loro lingua.
i latini alcuni termini di parlare, ch' essi domandano dall'azzione gerondi; questi sono
, i-170: bisogna leggere la vivace descrizione ch' egli fa dei suoi primi studi.
lusso. chiaro davanzali, xxx-52: ch' anche pintura in gesse / di cotante
scudo di gesso dipinto con giglio, ch' era commesso sopra la porta del palagio ove
acciò ch' evaporino certa solfareità che contiene et alquanto
e'pezzi de'frati de'servi, ch' e'non corressero a dar di gesso
storici, da cui le gesta, ch' egli si promettea di bel patto gloriose e
della gran gesta naturale; / credo ch' io sia nipote o consobrino / di quel
uno cavaliere, e al primo colpo ch' ella fece fe'cadere moadante, e al
moadante, e al secondo toante, ch' erano della gesta d'achille. pulci,
m'abbi a sdegno, / sapiendo ch' io ho fatti per foresta / con una
. tommaseo, 3-iii-337: quel ch' è incomportabile,... gli
, interamente invasato dal delirio mimico, ch' ei s'era scelto, gesticolando e blaterando
, che si capiva a prima vista ch' ella si riputava una donnetta di spirito.
pulci, 27-103: quel cavai parve ch' aprissi le ciglia / e col capo
quanto contro al vostro sangue medesimo! ch' avìa fatto a voi la gestra di nerbona
gesuiti. carducci, iii-26-50: diresti ch' e'fosse un maestro buontempone, a
geti, e lunga / da lui ch' egli è di parte / che, chi
ben-farem 'mi van d'atomo / più ch' a lé- vere brocche de bresagli.
discreto, / non temo d'uom ch' a amar vada col geto. bencivenni,
come lo pesce al lasso, / ch' è preso a falsa parte, / son
fioretti, 2-13 (38): pareva ch' e'gittasse fiamme d'amore. garzoni
1-30: gli veniva incontro co'rami ch' e'tagliavano degli alberi e gitta- vangli
. cecchi, 8-102: il massimo ch' uno di noi urbanizzati potrebbe fare,
il palischermo seco, / con tutto quel ch' era atto al suo disegno. g
migliore a gittare la pietra, imperò ch' uno mio fratello bisogno grandissimo n'ae.
bonagiunta, lxiii-82: per lacrime, ch' eo getto, tutto coco, /
quando la città si cominciò a scoprire e ch' egli la vide, sì cominciò cristo
io credo e ispero che la semente ch' io gitterò in te farà frutto a
la natura. tanaglia, 1-732: par ch' a l'albero me'la vite alligne
giordano, 5: gli angioli, incontanente ch' ebbono questa superbia, la quale è
era cavaliere sie ardito né si forte ch' ella noi prendesse per forza e menavaio via
i demoni] / de li mali ch' han fatti e ordinati; / forti e
/ gettato fu dentro il pamiso, ch' ora / gonfio e spumante corre.
cavalca, i-195: dissenni che era bisogno ch' egli no- tricassero de'porci, acciocché
a due mani afferra / la spada ch' è di sangue ancor digiuna. redi,
, / è sì corno la nave / ch' a la fortuna gitta ogni pesanti /
veglio / mio padre di scampar, ch' ei non perdona / a spesa alcuna,
pantalone. foscolo, xviii-140: fate almeno ch' egli non getti il denaro d'un
stefani, 7-3: le compagnie de'mercatanti ch' erano grossissime in napoli,..
gittar si può di memorabil opra, / ch' eterna fia dopo cent'anni e cento
, e direi quasi, totale somiglianza ch' esso ha coll'antico. fogazzaro,
la posso patire? firenzuola, 89: ch' io non dubito punto, che quando
, 23-54: andiamo / in casa vostra ch' io vi conti questi / danari e
.. v'imprometto che tutti i die ch' io vivaroe sì v'avaroe in rimembranza
stremo a stremo, e subito / ch' e'ripiglia il figliuolo e gli dà libera
fidare, se non se'sicura, altro ch' a dio. guicciardini, 2-7-103:
di speranza non mi getto, / ch' io medesmo mi 'imprometto / d'aver
/ ripulse da una nobile fanciulla / ch' abita in questa casa, s'è per
battaglia. guittone, xxxvii-65: forse ch' io perdo tacere, / poi non so
eo serò tacitore; / ma tuttavia ciò ch' è ditto / ascondo, ni getto
per disawezzarsi d'un cotale spesso gittare ch' egli faceva in alto una spalla,.
, 1-191: la inconsutil vesta, ch' era rossa, / divider non si può
terra la cappella del divino michelagnolo, dicendo ch' el- l'era una stufa d'
: tu mi comandi, o reina, ch' io rinnovelli disperato dolore che 'l
impazzano, che gittano dietro ad uno quello ch' hanno rubato a mille. rosa,
non tornavi a me come mosca, ch' io ti farei gettar via il capo dal
mare amoroso, 78: se vi spiace ch' io deggia amare, / gittate via
tammo; / e 'l suon, ch' era confuso, a l'aura uscendo,
puosi inanzi alla faccia delli re, acciò ch' egli ti guar- dassono. imitazione di
, /... / non fu ch' un torre a pettinar un riccio.
che constituì il suo popolo in eterno, ch' egli ne avesse custodia. di costanzo
mi sono posto a scrivervi, ben ch' io credi e quasi sappi certo ch'ella
ben ch'io credi e quasi sappi certo ch' ella sia lettera gettata. varchi
, questo gittatóre è inregolare, imperò ch' era giuoco nocevole gittare pietra. alamanni
/ iddii il gittator di reti, ch' unqua / non iscappasse alcuna cosa fuore
. lancia, i-43: consumarono ciò ch' elli aveano, non solamente come prodighi
/ atti tanto al mestieri, / ch' a gitto sempre in tanto diam di loco
medici, ii-175: come sparvier, ch' è posto in alto a getto / e
f. frugoni, xxiv-929: ahi, ch' io piango me stesso, quando ho
. sacchetti, 158: bruco / ch' io non vi dò un fistuco /
. nelli, i-n (55): ch' io sia furioso, ghengo o pian-
dice: « vanne a far carne sì ch' io desini ». / va il
firenzuola, 683: non ti partire, ch' i'tei farò toccar con mano.
bu bu bu: e ti so dire ch' io ho avutoj'agip di fare l'assiuolo
/ sentii, briachi, quelle gherminelle / ch' alcuni di lor fanno / quelle
; ma io me lo 'ndivino / ch' arete tesa qualche germinella, / ché
, 8-56 (i-225): però ch' un mostro, non potendo uscire, /
tiene / fra gli artigli cervietta: / ch' or la costringe al fianco, or
nervi della cuticagna, e son tutt'oggi ch' io me la godo. -sorprendere
l'omero suo [del diavolo], ch' era aguto e superbo, / carcava
. boccaccio, i-292: mi pareva ch' egli la sopragiungesse, e ficcatosela i piedi
il ferrari non ne sanno l'origine, ch' io pur credo d'aver trovata così
quel cavallo. pulci, 25-287: so ch' e'vi sarà faccenda assai / per
non mustrarve la mia brutta faccia, / ch' ell'è sì laida che voi che
ferrato a ghiazza, / con balestrier ch' assalìen ogni piazza. = deriv.
spallanzani, 3-1-64: il primo saggio ch' io feci fu quello di trasferire i nostri
rubinetti e le rosate labbia, / ch' alle mie fer coperchio, / foco spirar
al mio amor non faccia / sì ch' io me ne trametta, / che '1
freddarsi anco di mezza state, anzi avanti ch' e'sia finito di raffreddarsi; e
e voi vi lasciate dare ad intendere ch' e'sia ghiacciato? delle colombe, 153
in quest'età matura / i pensier ch' io tenea nel fango fissi, / tanto
vive / di gloria il nome mio, ch' avesse lume / come molt'altri ancor
/ come molt'altri ancor, poi ch' io fia spento; / ma già morte
rammentar dal divin sol mi sento / ch' altro splendor che 'l suo più no'm'
ancora, / e sarà sempre fin ch' i'le sia in braccio. monti,
di far senza l'usata nebbia, / ch' i'vedrò secco il mare, e'
. agostini, 5-5-85: forse tu pensi ch' io sia un uom di ghiaccio.
fatemi di ghiaccio, fatemi di sasso; ch' io vegga soffrire e rimanga impassibile,
io vegga soffrire e rimanga impassibile, ch' io vegga amare e rimanga immobile.
parole, con le quali m'ha ricordato ch' io scriva a v. s
v. borghini, 6-i-351: cosa ch' io farei d'assai mala voglia,
confessare, senza molti circuiti, ch' egli era un pazzo. -rompere
anguillara, 2-22: un vecchio v'è ch' ognun d'orrore eccede / e fa
orrore eccede / e fa tremar ciascun ch' a lui pon mente; /.
i-20-26: ahi, lassa me!, ch' ancor par che mi sia / un
porcello. pulci, 19-58: poi ch' egli ebbe assettato l'arrosto / e
età fu spenta de le giande, / ch' han sì gross'ossa e smisurate polpe
spanda, / e quella stimerai men ch' una ghianda / però che non è oro
a tenzone, / ca lungo temp'è ch' io ne fui accorto, / che 'l
mess'i guelfi a tal martoro, / ch' i ghibellini ne fan beffe e strazio
l. salviati, 19-61: -vuoi tu ch' io / ti dica daddovero una cosa
m. cecchi, 18-2: l'amor ch' io ti porto, mi forza /
. fiore, 117-5: sì ch' io non vo'per me quelle ghignate;
, / alla gola non crede, ch' è cagione / di nutricare ogni mala
ballo. pulci, 21-92: astolfo, ch' era irato e dispettoso, / comincia
servi stieno tanto diritti loro innanzi, ch' egli abbiano mangiato, isforzandosi di mangiare
: siamo venuti a tanto... ch' e fantini prima ghiotti domandano el cappone
botticel dico, botticelle ingordo, / ch' è più impronto e più ghiotto d'una
. casti, i-2-291: il padre ch' era d'ottimo appetito / le sue
vivanda / è fatto ghiotto, sì ch' esser non puote / che per diversi
di ninfe e specialmente delle ermafrodite, ch' erano in abbondanza ne'tempi d'ignoranza
dice marziale, il più ghiotto boccone ch' ei trangugiasse. garzoni, 1-152:
cioè por bocca all'orciuolo: io so ch' io n'ho ingozzato tanto, che
poscia in italia giungerai di trotto, ch' è bel paese, ed un boccon da
dì per attignere acqua una vergine, ch' è una bella cosa. 10 non
/ quelle parole discortesi e sporche / ch' hai detto di colei, ghiotto da
romper mi convien la pazienzia, / ch' ad un taglier non pon due ghiotti
nella gioia e nel diletto, / ch' io vo'dir del gigante e del guerriero
e lo fa con questo detto, ch' è quasi un proverbio, che in chiesa
certo io ho giunta costei; sì ch' e'ne pensa una il ghiotto, e
, / che tal or te calpestra ch' avrai sotto: / l'una si pensa
suzzo, / il più bel topolin, ch' io lo vagheggio: / ch'e'
topolin, ch'io lo vagheggio: / ch' e'tornerà ben tanto allo spruneggio /
e'tornerà ben tanto allo spruneggio / ch' i'so ch'e'fa poi a
ben tanto allo spruneggio / ch'i'so ch' e'fa poi a pugnere il ghiottuzzo
loro iddio. boccaccio, v-164: ch' io taccia per meno vergogna di noi i
sfacciati baratteri, / donca crediti vu'ch' i'non m'accorga / de vostre
sono accorto di questo giottoncìculo del famulo ch' inel mezzo del fòro, in nel
, congiungendo in un corpo non altro ch' un'ampia gola, un lungo collo
mira qua e là, perché suspetta / ch' altri a sua ghiot- tonia mente non
o in beveria, / è pegio ch' orno morto. bartolomeo da s. c
, 19-138: si pensò ancor quello / ch' e'fussi da fornirsi drento il seno
e stipendiati dallo sciah. gli è vero ch' essi compensano questa ghiottornia della roba altrui
non prende / suo moto da quel ch' altri ghiribizza. baretti, 6-399:
onta e con dispetto, / ch' io attenda all'offizio, e lasci andare
: altri di que'romanzi trovò ch' erano simili ai romei, soliti a raccontar
. baretti, 3-361: permettetemi ch' io non entri in questo lecceto..
esso si chiamava giovan battista marini, e ch' era napoletano... tutto il
2-31: se'ghiribizzi si venissin fatti / ch' altrui spesso vengon per la testa,
le fosse allora montato il ghiribizzo; ch' ella non aveva dianzi, o vero,
1-11: testimonio di veduta di quel ch' io scrivo..., divulgando
che in ricambio de'miei ghiribizzi filosofici ch' io gli mando talvolta, me lo spedì
d'animali con mill'altri ghiribizzi di ch' era fecondo quel secolo bizzarro e di
... diranno alla bella prima o ch' io sia entrato nel gigante o ch'
ch'io sia entrato nel gigante o ch' io abbia dato nel pazzo. buonarroti il
, per modo che voi direste talora ch' io abbia il fistolo ne'lombi. baretti
piumacci ed origlieri / d'oro, ch' ognuna valea quanto un trono. =
d'ogni fatto e ragion, tal ch' un accento, / un titolo d'un
d'emulazione codesta gara; si affermi ch' essa è per una ghirlanda di gattice,
renderemo; / e sopra il lito, ch' ora n'è vicino, / le
, purpurei, azzurri e bianchi, / ch' in su l'aurora io colsi,
.. fea d'argento / gli arbori ch' a quel loco eran ghirlanda. faldella
: guarda l'uve, signor, ch' ai nostri colli / fanno ghirlanda. arici
dante, x-i: per una ghirlandétta / ch' io vidi, mi farà / sospirare
è addormentata al fuoco, e russa ch' ella pare un ghiro. collodi, 146
155-63-1: però saggio è colui / ch' ai sommo giove l'anima dirizza, /
torto non ghizza / nel ben mondan ch' è nulla; / ma sempre si trastulla
14-4: occhi miei lassi, mentre ch' io vi giro / nel bel viso di
già la fierezza è nota; / fa ch' or lo sia la fede. manzoni
lei vien l'animosa leggiadria, / ch' ai ciel ti scorge per destro sentero,
ti scorge per destro sentero, / sì ch' io vo già de la speranza altero
l'onore e'molti be'costumi, / ch' usare al tempo buon già si soleano
'n sì fervide rime farmi udire, / ch' un foco di pietà fessi sentire /
pietà fessi sentire / al duro cor ch' a mezza state gela. pulci,
, 10-35: mancava all'arme, ch' avea indosso, poco / ad esser,
, i-197: le impure labbra / ch' osan macchiarsi ancor di quel sermone /
già mio, che seguendo partissi / lei ch' avolto l'avea nel suo bel manto
, inf., 33-6: tu vuo'ch' io rinnovelli / disperato dolor che 'l
mi preme / già pur pensando, pria ch' io ne favelli. fiore di virtù
, sì mi piacciono più che cosa ch' io abbia veduta; già sapendo quello ch'
ch'io abbia veduta; già sapendo quello ch' è inferno e che il diavolo è
in voi i posi 'l mio amor ch' i'sento or sì infiammato. s.
fantasia. di giacomo, ii-426: dice ch' è nobile. già, nobile!
, 3-178: compagno si è colui ch' ha parte nella cosa, già non sarà
vivanda sia avallata, già sia ciò ch' elli convegnia caminare di giorno o di
,... già fosse cosa ch' egli guernisse il comprendimento più a speranza
il comprendimento più a speranza della moltitudine ch' era a venire che di quella che
secoli futuri mi predisse / (già ch' io facea con lui questo camino) /
io facea con lui questo camino) / ch' ancor la gloria tua salirà tanto,
la gloria tua salirà tanto, / ch' avrai di tutta italia il pregio e
de'pesci il giacchio, e parea ch' il gittasse. pancrazi, 2-104: smesso
e nero, alcuni in mastruca, ch' è un giaccone senza maniche di pelle
il freddo / corpo giacente. poi ch' avrà fingallo / guasto il campo nemico
alterno dalle agresti rive, appariva quel ch' esso è, umile ai piedi di superbi
gli orecchi il rombo confuso del mare ch' egli non aveva mai veduto.
e giacere vestito o d'un digiunare ch' un religioso, ché si sono sì
tutte quante, / fuor d'una ch' a seder si levò, ratto / ch'
ch'a seder si levò, ratto / ch' ella ci vide passarsi davante. torini
tore. tasso, 8-16: vuol ch' armato ognun giaccia; e non depone
che non vorebbe fare altro che giacere; ch' è cattivo segno, quand'uno enfermo
troppa voglia / d'uccider quel baron, ch' errar lo faccia; /..
dotti, iii-250: ah dunque non voler ch' egli, nel punto / che andrà
ricchi, xxv-1-307: qui giace un ch' ebbe nome pilastrino. / vivo,
sì lo fece, e ingenerò uno figliuolo ch' ebbe nome sem. bibbia volgar.
non giacerò più di dodici die anzi ch' io muova per conquistare lo tosone,
riccardi di lantosca, vi-951: ora ch' io giaccio / in verde sudario /
clava noderosa e il manto / di ch' era il domator de'mostri cinto; /
dispettoso viver che 'n mi giace, / ch' appena ve 'l so dir, sì
, /... la facci ch' io muoia / tosto, che questo molto
. / lassù in quella collina / ch' io riveggo di notte, / passando in
antico mastro molto accorto / dimora, ch' è chiamato vecchio cloto. ariosto, 25-96
assai famosa e ricca, / mentre ch' ilio fioriva. caporali, ii-64: giacea
e il vaticano / la vigna, ch' ebbe a fitto il mio signore /
mio giardinetto in quel confine, / ch' ha una veste di fior varia e
, inf., 19-35: tu vuo'ch' i'ti porti / là giù per quella
queste parti amene / la cittade fondò, ch' oggi per terra / destrutta giace,
secoli molti in grande errore, / fin ch' ai verbo di dio discender piacque.
virtù vinta e smarrita / nel duol, ch' è sempre in sua ragion più forte
) discorse quella congiura ne'giorni medesimi ch' ella fu tentata e punita. tommaseo,
sì oscuro luogo giacere la virtù, ch' ella da chi stia in alta
a roma ogni gentil costume, / ch' or nuda giace; e senza voi
fu con tutto questo per cadere, / ch' er'anche quella donna indiavolata, /
di polvere, fanghiglia e cento scorie ch' egli raccoglie nei notturni giacigli che sono
di femmina, tu, maschio, però ch' è abominazione. valerio massimo volgar.
ecc.; unito alle relazioni di situazione ch' essi hanno tra di loro ed
era armata del più fin metallo, / ch' avevan di più color gemme distinto:
donna amorosa. mostacci, 146: quella ch' è di bieltate / sovrana in veritate
era armata del più fin metallo, / ch' avean di più color gemme distinto:
sesta pietra ha nome calcedonio, / ch' è di color tra giacinto e berillo.
. ben gli si affà questo giacitoio ch' ha sembianza di bara. =
/ la sola luce con le giade ch' ài / accerchiate sul polso.
anonimo, ix-817: riguardò l'anello ch' avea in dito, / quello che
e di zuccaro fatto di palma, ch' essi chiamano iagara. federici, lxii-4-12:
. cesareo, 42: una signora ch' avea neri gli occhi / come giaietto
gialla / fece a la porta sì ch' io fui contento. g. villani,
montale, 1-51: portami il girasole ch' io lo trapianti / nel mio terreno
fava, e si à una cotale vertù ch' ella toglie la sete, e abbatte
, io mi giambava. sai pure ch' io ho cominciato... a far
buonafede, 1-ii-195: né gli elogi, ch' egli ricevea da tutti i lati,
1 che è 'l più bel giambo ch' i'vedesse mai. 5. locuz
di me, come vi piace, ch' io vi sono / buon servitore.
piante, /... se fia ch' a le vostr'ombre grate / giamai
? foscolo, 1-191: non so ch' uomo giammai ponesse mano / a una
se concesso m'avessero i dèi / ch' io fossi morta quando t'era grata,
ergo giamai le luci al cielo, / ch' io non mi doglia. tasso,
più e variate giammengole, bisognava ben ch' egli articolasse variatamente la boce naturale.
, il vendere certe poche giammengole, ch' egli avea colà portate per uso di sua
, / marci in giannetta, accordisi ch' ell'abbia / la spada al fianco e
favetto, / più d'un lacchè, ch' io trovo per la via, / che
. pasolini, 3-90: dato ch' era mattina, s'era levata una
cominciarono a fuggire furono i giannettieri, ch' erano quelli ch'erano stati ordinati e riservati
furono i giannettieri, ch'erano quelli ch' erano stati ordinati e riservati per soccorrere
così grato in sen mi piove, / ch' ambrosia e nettar non invidio a giove
tutto morbide né ruvide, e bisogna ch' abbian la lor grana sottile e senza
. s. bargagli, xli-1-492: bisogna ch' io gliela frodi, altrimenti direbbe subito
compagnoni. girolamo leopardi, 1-50: un ch' io conosco, e non è mica
, vii-70: non istar qui, ch' amoroso diletto / ti mosterrò, se tu
giardiniera d'un vel, la dea ch' adoro / spargea con man di neve
giardiniera sporgevan curiosi i visi delle donne ch' eran dentro...; davanti,
di vertù, che dio padre, ch' è il gran giardiniere, pianta in questo
verginella è simile alla rosa, / ch' in bel giardin su la nativa spina /
1-49: è spiacevole all'amante più ch' agli altri la morte, perché amando ancora
, 636: batte al tuo cor, ch' è un bel giardino in fiore
del gran disdegno, / e l'idioma ch' usai e ch'io fei. diodati
/ e l'idioma ch'usai e ch' io fei. diodati [bibbia],
. lancellotti, 430: scrive mosè ch' ai primo uomo fu per istanza assegnato quel
pomi / tanto mirar mi piacque, / ch' io fui tantalo allor fra i pomi
. ramusio, i-71: passato ch' è l'ottobre, pigliasi infinita quantità
cura / giaunque la ferita / ch' agio al core. = comp
miete. il sangue la tessaglia / ch' ei non arava or or gli biondeggiò:
badalona rigo gliosa, / ch' è di latte e di sangue, e
dal muso di furetto, temendo ch' egli fosse per trascinarmi in una delle sue
fu gigante e bellissimo del corpo tanto ch' ebbe ardire di richiedere giunone, moglie
disse: -o famoso gigante, / sappi ch' io non mi maraviglio piùe / che
d. bartoli, 30-45: non fallirebbe ch' egli non riuscisse un maestro gigante nella
: uom proprio di statura gigantea / ch' ognun sprezzava e di nessun temea.
dovrebbero gl'italiani... intendere ch' essi sono conseguenza d'un amore esagerato
per l'italia, di sogni giganteschi ch' io ho nutriti per essa?
sì ben fatta e sì informata, ch' ella pareva pure una gigantéssa. tasso
cent., 28-16: questi fu quel ch' all'arme, che si giglia,
chiamò fiorino. valeri, 1-62: no ch' io non so splendore di zecchini,
... / chi per li gigli ch' han sopra il rastrello, / e
miei giacinti. tasso, 1-37: poscia ch' ugon morì, de'gigli d'oro
, ix-363: amico alcun non è ch' altrui soccorra / sia quanto voglia in
prego intanto m'ascolti, e sostien ch' io / intrecci il giglio tuo col lauro
piangendo rivede in lei il puro giglio ch' ella abbandonò talvolta dalla sua tempesta.
: [l'una vergine] considerando ch' avea perduto il giglio suo della verginitade,
raccattare non potea, tanto fue il dolore ch' ebbe di ciò ch'ella..
fue il dolore ch'ebbe di ciò ch' ella... medesima si diede la
della virginità gli arrivi a sessant'anni, ch' abbiano i denti di ebeno.
s'assottigli. poliziano, 1-580: prima ch' e'freschi gigli e le viole /
a capo nudo, onde sulle prime pensai ch' egli fosse un ginnosofista piovuto ivi dall'
moglie v'avesse sposata, / non dubbiate ch' egli era un bel fameccio!
, io non poteva altro che aspettare ch' ella rinvenisse o guardarla morire. slataper
per gineprai di transazioni e artificii politi ch' ei non intende. giusti, iii-368
oh! quanto era men male / ch' un aspro temporale / mandato avesse al diavol
o s'altro qui si truova / ch' abbia notizia de'mie'antiqui amori, /
... un gingillo di villetta ch' egli chiamava per la sua forma « pi
una vaca e una ginicie di sopranno ch' à da noi a soccio, mezo
elli concedeo a tassino ginnasiarco, lamentandosi ch' elli era stato tocco da alcuni giovani
stato tocco da alcuni giovani, o ch' elli tollesse da loro xxx dramme,
.. / di sopra a'calzerin, ch' avea calzati, / mostra le gambe
le gambe e 'l ginocchio vezzoso, / ch' ognun ne diverria disideroso. bracciolini,
un violino che suona un minuetto, fa ch' elle movano le ginocchia di subito per
. ariosto, 30-12: forza è ch' ai fin nell'acqua il cavallo entre,
fin nell'acqua il cavallo entre, / ch' invan contrasta, e spende invano ogni
vero / fia de'vicini regnator l'uom ch' oggi / di tua stirpe cadrà fra
di marcello si git- tarono, pregandolo ch' egli loro perdonasse quelle cose che dette
., i-151: io hoe una fante ch' ae nome balam; va a lei
balam; va a lei, acciò ch' ella partorisca sopra le ginocchia mie,
stupidamente per la muta stanza, / ch' altro sarà, dicea, che il
desinare cum bel modo la giobia seguente (ch' era la giobia iotta) al rectore
se si fosse saputo... ch' io era uscito con quel diluvio, tutti
giuocare con altri e paggi e fanciulline ch' erano di corte. settembrini, 1-9
.. giuocano nelle piazze per mostrare ch' abbiano grande forza e virtude e leggerezza
giocassi / colla tua donna, fa ch' aggie il piggiore / del gioco,
piggiore / del gioco, e dille ch' ell'è la migliore / dadi gittante,
, vi-n-29 (7-8): sie certo ch' i'sapre'mangiar pernici / e giucar
amorosa somma di bieltate, / piacciavi ch' io diporti e giochi e rida.
mi lodo e tègnomi valente, / ch' a l'amor non so'dato tutto quanto
fazio, ii-12: e'pesci, ch' eran chiusi per le tane, / fuggendo
compagna / giocan di sopra, sì ch' altrui ne giova. siri, 55:
ci giuoca in un luogo (secondo ch' è, o no, armonico).
di due partite d'uscio... ch' entravano sopra e sotto ne'buchi,
presta denari, co'quali gli vince ciò ch' avea perduto, ed anco i suoi
i suoi. pulci, 18-121: mentre ch' io ho danar, s'io sono
credenza, be'segnori, / per ch' i'm'avesse a sollazzo giocato, /
i'm'avesse a sollazzo giocato, / ch' i'divenisse de'frati minori, /
, 22-20: i'vo'giucar più oltre ch' uno scotto / che la venuta di
salviati, 19-100: giucherei lo scotto, ch' egli non ve ne / ha nessuno
sepolto. giuoco / cento contro un ch' è nell'eterno fuoco. faldella, iii-57
ma non hai dunque ancora compreso quel ch' io gioco in questo momento? lasciami
nel giuoco. ha il marito ch' è un giocatoraccio '. nieri, 259
si vuole dare ad intendere al bambino ch' egli da sé ritrovi le scienze, le
non sentir degli scherzi asinini: / ch' ognun ben sa, che sua natura legge
sa, che sua natura legge, / ch' un de'più destri giuochi che far
giostre / rinnovò poscia ascanio, allor ch' eresse / alba la lunga; appresongli
pieni di sali e di concetti, ch' erano antichissimi in questa regione, e
e fai dimo- ranza, / ve ch' io m'arendo e faccio altra vita,
tanto foco / di vero amor, ch' a la morte seconda / fu degna di
, 1-2114: al postutto non voglio / ch' alcun per suo orgoglio / dica né
gioco, / disio saver, sì ch' i'non trovo loco, / de la
se 'n tal gioco averrà mai / ch' ella più mi tradisca e che m'offenda
mondo, quanto e'dura: / sì ch' io non ho della morte paura.
giorno e l'altro andai / qual uom ch' è fatto per gran doglia insano.
. /... / risvegliato ch' ei fu, visto un tal giuoco /
ei cada, / né mi curo ch' il mondo al diavol vada. magalotti,
/ c'agio vergogna di dir ciò ch' eo sento, / e dottone che
vincita. davila, i-513: non credere ch' egli, uomo prudente ed avveduto,
tutti co 'l prencipe d'oranges, ch' era la chiave del gioco. -doppio
li folli occhi 'l gioco, / ch' i'sento per la lor gran vanitate /
sì quindi si tolse; / e poi ch' ai tutto si sentì a gioco,
volo »; / e quei, ch' avea vaghezza e senno poco, / volle
vaghezza e senno poco, / volle ch' i'li mostrassi l'arte. cavalca,
. ariosto, 14-126: san ben ch' agli nemici assai più resta / dentro
facevagli buon giuoco quel poco di latino ch' egli aveva imparato, però che buona
tiratosi / avea tutti i danari inanzi ch' erano / in giuoco, cominciare uno e
cosimo. ma quando gli si diceva ch' era stato da burla, non lo voleva
sono un capocchio, / ché so ch' a ogni giuoco tu m'inganni.
1-71: andò la carta, e quei ch' ebbe l'intesa, / come quel
, 7-i-158: sol saggio è colui / ch' ama gli dei, la patria e
interruppe il giovine. « che vuol ch' io faccia del suo 'latinorum '?
bella neve ha il viso adorno, / ch' amor, mirando intorno / qual di
. lippi, 6-45: caton, ch' intese il giuoco, /...
com omo c'à grande avere, / ch' è campato di periglioso loco, /
, / ed è arrivato a porto, ch' è tutto en suo plagere, /
sovente in gioco / gira 'l tormento ch' i'porto per lei. burchiello,
avete usato più lacciuoli e giuocoli / ch' oggi dì a bacano non farebbesi. nievo
: mal prenda a questi giuculari / ch' hanno per sue le piazze del comune,
buonarroti il giovane, 9-417: volevi ch' e'cantassero? volevi / vedergli qui ballar
comico o nell'affettato del giuocoliere; ch' è tanto peggio del disadorno e del
gli fanno fare tutti quei giocolini senza ch' ei se n'accorga. fagiuoli, i-189
è sempre quella stessa casa grande / ch' io tante volte ti descrissi. /
riguardi al sole / che trasparenti sien, ch' ai toccar senta / certa giocondità callosa
. ariosto, 2-72: le disse ch' avea visto nel fondo / una donzella di
con dir giocondo / lingue tagliar più ch' arrotate spade. parini, 293: tanta
gioia avea nel seno accolta, / ch' all'udir le parole alme e gioconde
di costanzo, 51: 10 spererei ch' assai dolci e gioconde / mi farebbe i
più a bassa voce e tanto confidenzialmente ch' egli trasalì per una sorpresa gioconda.
... di cose gioconde e ch' appartenevano a dottrina e investigazione di cose
lo spirto al suo principio cose, / ch' io non lo 'ntesi, sì
che vede, / gioconda è sì ch' altro piacer non chiede. fed. della
/ saria se non m'atasse! / ch' è 'l più giucondo / che sia
ce responde / ai tuoi compagne, ch' avei sì gioconde? roseo, 7-8
sua vita gli è davanti concreta in persona ch' egli finge e fa vivere giocosamente davanti
disse: -indovina, se quello ch' io concepo nel cuore mio, si può
lalli, intr., 8: conveniva ch' io bassamente trattassi questa materia, come
sozza voglia di scrivere di quelle cose ch' egli chiama poemi giocosi, sia avvertito a
morto il suocero mio dopo cinque anni / ch' io sottoposi il collo al giugal nodo
stero molto a cominciar gli affanni / ch' io sento ancora, e ti dirò in
quelli giganti; dicon le favole, ch' andavano alla stremità del mondo e sosteneano
la terra ove sarà colcata / col gioglio ch' è il malvagio suo fratello.
altra catena, cioè di paura, ch' è un grande giogo questo. petrarca,
. bembo, 1-50: lasso, ch' i'fuggo e per fuggir non scampo /
inanzi il mar m'affoghi, / ch' io senta mai di servitude i gioghi.
giogo del rispetto, dee poner cura ch' una volta non sia scosso. metastasio,
del fatto ritorno / ai dolce giogo, ch' esso ancor reputa / per cosa santa
mordace, / se s'ode mai ch' un sì benigno giogo / rotto abbia o
calle. dell'uva, ix-682: vedi ch' ornai vicino al giogo io manco;
barbaro, 374: quel punto, ch' è nella circonferenza del deferente o dello
. caro, 3-198: quei leoni / ch' ai carro de la dea son posti
antico, e da squarciare il velo / ch' è stato avolto intorno a gli occhi
, lo mutò assai de'modi strani ch' aveva; niente di meno non potè sopportare
onde ho tal giogo al collo, / ch' il pruovo, e sollo più ch'
ch'il pruovo, e sollo più ch' uom mai di carne. guicciardini, vii-95
. ariosto, 33-12: così s'avvien ch' a danneggiarla [l'italia] scenda
fondamento. ma la gioia, di ch' io ti favello e alla quale i'mi
d'affanno; / gioia vana, ch' è frutto / del passato timore. svevo
vero e puro sacerdote delle discipline intellettuali ch' egli considerava come la fonte del più
gioia la ferita, / da che ciò ch' amor dona è alegrare / e me'
, 1-65: gli anni / lunghi ch' io vissi tra le gioie, il lutto
grande gioi fidanza / donomi amor più ch' eo non meritai. giacomo da lentini,
però s'a voi paresse / altro ch' esser non dovesse / per lo vostro
, 1-4: sì mi stringe forte ch' io non crio / che d'altr'amor
la dolce gentil donna mia, / ch' i'non l'ardisco la gioi'domandare /
petrarca, 38-9: quel lor inchinar ch' ogni mia gioia / spegne o per umiliate
perché non sali il dilettoso monte / ch' è principio e cagion di tutta gioia?
vertù in vertù in fin a tanto ch' elli vegna alla montagna di gioia eternale,
diletto / se no 'n lei, ch' è la gioì mia. guittone, xv-101
duole, essendo privo, / e ciò ch' i'veggo o sento m'è a
amaro e pieno di noia, / ch' ogni mia festa e gioia, ogni mio
guittone, i-27: cert'ho miraeoi, ch' eo / non morto son de gioia
mira nota. fazio, i-4-90: per ch' ella si partì dolente e croia
pur nella gioia e nel diletto, / ch' io vo'dir del gigante e del
si potè tenere che non si vantasse ch' avea così bella dama. or avvenne che
giacomo da lentini, 4-21: ogni gioia ch' è più rara / tenut'è più
a li uberti e alli altri tutti / ch' a tanto grande onor v'ànno condutti
gioie. d'annunzio, iii-1-742: ch' io sia carica / di gioie, ch'
ch'io sia carica / di gioie, ch' io mi porti / addosso quel che
, 8-24: quando i suddetti quadri, ch' han del vago, / non si
il giovane, 10-889: tu vai brucando ch' io ti dia 'l malanno / e
nobile e gioiale, / dimostra quel ch' ei sia senz'altro avviso. tommaseo
quel gioiel terrai per ricordanza, / ch' io t'ho donato, sempre in oriente
vorrei donare 'n parte e lato, / ch' ogn'uom dica: -e'li
: donolci per 10 più bello gioiello ch' elli ci potesse donare, che noi guardassimo
giugliello e la candida perla, / ch' avanza ogni altra gemma preziosa. betussi,
). boccaccio, iii-n-48: poi ch' egli ebbe la barba e'capelli /
d'aquino, 115: in quell'ora ch' eo vi vidu / danzar gioiosamente;
il cigno] più gioiosamente / da ch' è egli presso allo suo finimento. istorietta
quando mi penso bene / la gio', ch' eo degio avere. monte, ii-384
bianco da siena, 37: liberate ch' ebbe l'anime sante, / da
veri farò voi dimostrare procaccio vero ciò ch' è perta contante e matera gioiosa in
a chi più fur nel mondo amici / ch' i'no 'l cangiassi ad una /
rugiadosa / che gioiosa / assai più ch' ella non sole / apre l'uscio d'
in: questo fu un cavaliere / ch' ai danese furò tarme gioiose, / i
ambrosie e manne l'amorosa barca: / ch' ora non par che porte / se
quind'i'v'ò ben affigurata, / ch' altro parete che 'ncamata, / se
parete che 'ncamata, / se non ch' io spero in voi, gioiusa. maestro
(53-10): merzede, amor, ch' io non saccio che dire / ver'
animo preso entra in disire, / ch' è moto spiritale, e mai non posa
meco t'intreccia, / come vite gentil ch' il tronco abbraccia. goldoni, iii-371
bene. chiaro davanzali, xii-29: ch' i'ho in udita / che 'l
. pascoli, 178: egli è quel ch' era, ma il suo corpo è
/ è allegrezza e gioia, / secondo ch' è gran noia / a quell'uomo
noia / a quell'uomo morire / ch' ha stato di gioire. ariosto,
gioir è come aria serena, / ch' alia fredda stagion troppo non dura.
farsi ben maggiore / può quel piacer ch' avara man dispensa. varano, 108:
fagiuoli, 3-6-88: or a voi ch' avverrà, che in pace e in giolito
finanziarie e di mediocrità burocratiche e intriganti ch' è il giolittismo. gobetti, 1-i-237:
scrofani, xxiii-545: s'awicina il tempo ch' io devo partirmi d'atene: è
perch'era giornata gioviale, i parve ch' in punto tal mi s'attaccasse / alquanto
affitta la sua mano d'opera, e ch' ella sia di dodici per quello che
non finarono di navicare infino a tanto ch' elli furono ad una giornata presso a troia
i che gli abitanti intorno / dicon ch' è miglior gire. libro di sydrac
agghiacciano i sensi, / quando awien poi ch' i'pensi / che il mio ricco
'n guisa manco e tremo, / ch' a gran giornate vo verso l'estremo.
molto affare dell'isola e per la guerra ch' avea di guascogna fallì la giornata.
, 3-97: tra le molte scaramucce ch' egli ebbe co'tartari, ce ne fu
. angioletto, ii-72: essendogli detto ch' era suo figliuolo, n'ebbe piacere
/ di giornata in giornata, fin ch' ai ponte / che guarda il re d'
di bisogno, e le munizioni, secondo ch' io vi darò per giornata avviso.
e l'altra sia vicina, / ch' un miglio sia la vostra giornatella.
aretino, 1-95: perdonatemi la giornea ch' io mi ho posto, intanto mi reco
rimase una giornea, / per- ch' enea, che mangiava de'poponi, /
ra- gunar, con quella quantitate / ch' ognun poteva. cantari cavallereschi, 179
nel meridiano, e finisce nel punto ch' egli ritorna donde s'era partito.
, cinque canti, 3-56: quel ch' averria a un nocchier che si trovasse /
23-8: ed ella prese il suo destrier ch' intorno / giva pascendo, ed andò
giorno sereno, ogni fiorita / piaggia ch' io miro,... / dico
condutt'ho la speranza, / al giorno ch' io sperava. libro di sydrac,
quanto a voi, sentite bene quel ch' io vi prometto. verrà un giorno.
minori, s'accostarono all'altro fratello, ch' era di meno giorni, cioè d'
al nostro buon padre, e preghialto ch' elli lo ci doni oggi in questo giorno
michelangelo, i-25: oilmè, oilmè, ch' i'son tradito / da'giorni
tue bellezze il fior adorno / pria ch' egli caggia, e de l'età ridente
, ii-35: esce il grande esercito, ch' ascoso / stava nel centro i giorni
da barberino, iii-366: gli è alcun ch' à donne quanti giorni, / ancor
, / ancor vo'che ritorni, / ch' un'altro in giorno in giorno va
xxviii- 580: ella pare bene ch' ella sia femina di poco valore,
toppo '... nella battaglia ch' ebbono i sanesi con li aretini alla
purg., 22-42: se non fosse ch' io drizzai mia cura, / quand'
la colonna vostra / in modona quel ch' io ve dico e noto, / a
1-34: né crediate... ch' io in quest'ultima iostra del vivere
di voi ragiono: / « poi ch' ella vinse li occhi tuo'di giostra,
e ordegni in fuga tra quel fumo / ch' euro batteva. -giostra dei sensi
buon prete mi mostra / la stanza ch' egli usava per granaio, / dove i
, xv-44: son sette giorni, ch' io faccio la giostra / dal cocomero al
di fuore / dai mura de colei ch' ogni ben mostra, / ch'io con
de colei ch'ogni ben mostra, / ch' io con tristan ne prendiria la giostra
nel qual venni in giostra, / ch' i'tenni li occhi ver quel lume alti
occhi ver quel lume alti, / ch' è 'l sommo bene de la mente nostra
, / e 'l qual comanda amor ch' i'canti e esalti. -vincere
giuda, e quella ponta / si ch' a fiorenza fa scoppiar la pancia.
. pucci, ii-268: pochi dì è ch' i''l vidi giostrare colla donna sua
? machiavelli, 682: non maraviglia ch' el mio marito mi sollecitava che io chiamassi
se sei forte / giostrala meco, ch' io ti sfido a morte. chiabrera,
mi donò nella mia partita, promettendomi ch' egli aveva virtù di cessare le fiamme e
mi fai pur fare nella mia vecchiaia quel ch' io non feci mai da giovine.
. simintendi, 1-112: gli giovani ch' aveano acquistato spazio di brieve vita già
sono stato giovane ancor io e mi ricordo ch' io fui di altro costume. palazzeschi
volgar., ix-394: fu uomo ch' ebbe due figliuoli. e il più giovine
su l'uscio il conte ottavio, ch' è il più giovane di loro. diodati
voltano il cervello! fortuna... ch' io sono più giovane di voi!
cecchi, 24-18: anzi or mi aveggo ch' i'son stato giovane, / a
ogni fiera ascosa, ruminando / quel ch' ha pasciuto nel giovane sole, / tien
così tu mandat'hai / duo giovanoni, ch' era una bellezza! g. gozzi
ha dato dentro al core, / sì ch' io vivo contento del suo onore.
? da porto, 1-148: vollero ch' io facessi la compagnia di 50 cavalli leggieri
13-i-350: la giovinetta scorza, / ch' involge il tronco e i rami / d'
d'un verde lauro, amor vuol ch' io sempre ami. forteguerri, 19-35
foscolo, xiv-143: scrivetemi di que'canti ch' io non vedo, e che perciò
che più accresce ogni mio sdegno / è ch' io ho perso il mio giovenil tempo
moderno di fare una protesta a'lettori ch' ha composta l'opera negli anni più
figliuoli. petrarca, 1-3: voi ch' ascoltate in rime sparse il suono /
, 10-915: gli è delle mani, ch' e'par uno sguizzerò, /
5-ii-53: si maritò giovinotta con claudio ch' era già vecchio. zeno, xxx-6-175:
egli si giovava di loro. / ch' ei faccia, erba non giova od arte
volte sopra questa strada, / a ciò ch' io possa morendo che adopera con uno
vergogna non te stante l'imperio assoluto, ch' ella si era usurpato su la ne
qualcuno di qualcosa: fornirgliela, / ch' io mirar cheggio, a me mirar non
/ d'uno stambecco. se'colei ch' a ogni cosa giova; / in te
* 1 pianger giova. cezza ch' ai mondo si truova. cavalca, 19-43
fazio, ii-12: e'pesci, ch' eran chiusi per le tane / fug
compagna / giuocan di sopra, sì ch' altrui ne giova. boc
noi radduciamo a giove annone un figlio / ch' ei riconosca; questo caro alunno /
sia la mia fortuna: l'ho lasciata ch' ella si metteva la cioppa, e
veduto / comprar potesse l'una per ciò ch' ave. = voce dotta,
veduto / comprar potesse l'una per ciò ch' ave. dante, conv.,
l'abisso assai mostra di fuori quel ch' avete dentro. leopardi, 19-114:
non cagioni in lui quell'effetto medesimo ch' egli teme? giordani, vii-34: giustissimamente
perch'era giornata gioviale, / parve ch' in punto tal mi s'attaccasse / alquanto
allegramente. bocchelli, 3-136: poco dopo ch' eran partiti, come se l'uscir
, con coraggio quasi gioviale, ch' egli era dalmata, cioè de'propositi
anzi pieroni, / nessun sa quel ch' e? si pesca: / van con
alcuna tua richiesta, / o vecchia ch' ella sia o giovanzella, / o maritata
quella c'ha la bionda trezza; / ch' amor, per la su'altezza,
altra novità a dir vi sai, / ch' io ne tocchi, e di ogni
166: altro non manca adesso ch' appuntar la stanga e assestar la brachetta
gran gigante re di taprobana, / ch' ha sotto una giraffa per altana.
/ che sostiene una pertica, / ch' ha in man quel moro, alla
canti. dice che sono in una valigia ch' è indirizzata a venezia, e di
1-46: per non parer, luigi, ch' io m'adiri, / i'vo'
. delfino, 1-234: la morte, ch' è sì pronta i nel girar contro
, / per che si fa gentil ciò ch' ella mira; / ov'ella passa
, 18-85: ecco un vento, ch' improviso spira, / contra gli autori suoi
quando li occhi gira / dical'amor ch' i'noi savria contare. d. frescobaldi
far amor criar martìri / sì dispietati ch' uccidan altrui? sacchetti, vi-72:
infamia tutto il monte gira / polinester ch' ancise polidoro. buti, 2-484: cioè
, né in guerra, / sì ch' a voi tutta terra / che 'l sol
. marino, vii- 505: ch' altri semplice plebe e sempre vaga / di
che sovente in gioco / gira '1 tormento ch' i'porto per lei. tasso,
d'annunzio, iii-1-180: ho sentito ch' egli chiudeva la sua porta..
: ell'è dirittamente ballerina, / ch' ella se lancia com'una capretta: /
, 5-64: la bella donna, ch' ogni cor più casto / arder credeva ad
più larga gira / passa '1 sospiro ch' esce del mio core. boiardo,
mi fa'rimembrar del primo giorno / ch' i'vidi quella a cui sempre ritorno
quale si girano intorno al mondo, ch' è appellato zodiaco. ariosto, 7-54:
girando e riconduce spesso in cima quelli ch' erano al fondo, e fa traboccare in
volsimi verso lui con tal vergogna, / ch' ancor per la memoria mi si gira
berni, 108: sapevo ben ch' io era prima matto, /..
, e saldo e forte / mostrarsi, ch' altri non potesse mai / dir ch'
ch'altri non potesse mai / dir ch' e'faccia a girar con gli arcolai.
, perché a me mi gira tanto ch' io non veggo più lume. manzoni,
4-276: il maestro aspetta un giorno ch' e'piova, e gli fa fare una
me / a far vita arrabbiata / ch' or a questa girata / è per toccar
. / -non sare'prima volta / ch' i'do lo giravolta / a questo cervellone
inver lo mezzo / per un sentier ch' a una valle fìede. fazio, i-14-24
pier della vigna, 127: com'om ch' è in mare ed ha spene di
di costoro a cu'io parlo, ch' è iddio: ciò è a dire,
contare / di punto in punto come ch' era gito, / tal che bernardo fu
casa, 690: cosa non ho ch' altro che duol m'apporte; / col
, e sì v'offese, / ch' ognun pensò che l'alma gita fosse.
/ che falcon di rivera / apena credo ch' avanti mi gisse / per fin che
ad ogni passo periglioso, / salvo ch' ai polveroso / per gli altri luoghi
: ella disse: - ancora è meglio ch' io / mi tomi al buco ov'
una girella di salsiccia, la più naturale ch' uscisse - gire intorno: vagare
render grazia a vostra maestà del gran dono ch' ella parsa. settembrini [luciano],
piaggiati i granduchi in auge, ora ch' essi eran caduti andavan cantando la nuova canzone
cercherebbe di tenere a segno / un cervel ch' abbia in capo le girelle?
m'avessi visto a pisa / quando ch' io ero a studio, o quivi quivi
termine sta la sopraveste e 'l girello ch' io gli fo fare. maniglia, 1-268
cento [cavalli] n'elegge, / ch' avean le lor coverte e i lor
lascerebbe in prima morire di fame, ch' egli mangiasse d'una carne marcia.
... dir del mariscalco: / ch' e'par fiorin d'or, ed
biringuccio, 1-80: v'è tale pezzo ch' è chiamato basali- sco, qual serpentina
picciol giro [del quadro], / ch' è d'adamanti cinto, / perché
fatemi graziosi que'due giri, / ch' a lo splendor del sol stanno di
piaccia il suon diverso e molto / ch' esce dal centro dei celesti giri. leopardi
col mio pianto mi purga, / sì ch' io per te risurga /..
bene aspiro, / che a quel ch' io m'ebbi innanzi alla partita.
suo giro tutta non si volse / prima ch' un'altra di cerchio la chiuse,