. giovio, ii-190: mi pareva ch' io fossi nella sala del mio museo a
autore, si voi lo conoscete, dirreste ch' ave una fisionomia smarrita: par che
la fortuna né il cielo faranno mai ch' io possa obliarle. cattaneo, iii-3-238
quale erano tanto simili al propio, ch' in quelle si conoscea un avaro, un
questa una mia fatica di due anni, ch' io chiamo 'il libro del mio
la propria fisonomia, la quale fa sì ch' ei non somigli a nessun altro predecessore
elocuzione ogni resto di quella fisonomia propria ch' ella veniva pigliando finché si mantenne nel
volta sola e per pochi minuti e ch' egli fosse miglior fisionomista di me.
di lei, e mi parve sì contegnosa ch' io senza accorgermi ho lasciato cadere il
accorgermi ho lasciato cadere il nastro cilestro ch' io portava per lei: ora la
li occhi ti mirò sì fiso, / ch' amor fece apparire. dante, purg
il verde e bel ramarro, / ch' ammira fiso la bellezza umana.
giulio strozzi, 24-100: pensan, ch' ei dorma pur, né le discrete /
l. martelli, 1-34: allora / ch' io son più fiso a ragionar con
ti vo ritornare / a quel consiglio ch' io darti promisi; / sien li tuoi
'n ogni parte mi pare esser fiso / ch' ella verrà a farti gran disdetta.
. pasqualigo, 27: volesse dio ch' io fossi così libera come sono desiderosa
appunti. leopardi, i-121: cosa ch' io ho provato molte volte, e
già mio, che seguendo partissi / lei ch' avolto l'avea nel anche si
a determinarla nella sua mente in modo ch' ella ia divisa dall'altre, e divenga
che sia, né a fissarla in modo ch' ei possa richiamarla, riprenderla, raffigurarla
lei dov'à lo studio? aspetti ch' io pigli appunto. uno di questi giorni
un 'fissato', dicono i toscani quel ch' altri un 'appuntamento soffici, i-48:
lo scioglimento de'problemi di sito, ch' egli chiama di « conversione »,
a guatare negli occhi di beatrice, ch' erano fermi sopra cristo. savonarola,
occhi, quasi di folle fissità, ch' ella voleva tuttavia dissimulare. cicognani,
ovidio], 242: quelle navi / ch' or tempesta crudel nel mezzo a tonde
alzavasi una serie distesa di parapetti, ch' erano composti di grosse tavole raddoppiate,
giani, 1-21: l'amor ch' è fisso nell'eterno padre, / nel
quella mente intera e salda, / ch' ella avea fissa al creator del tutto
vennemi in cuore che iddio mi degnasse ch' io con l'aiuto speziale della sua
rame o d'oro o d'argento ch' ella sia, riunito il pregio di tutte
non lamento al meschin vale, / ch' ella sta fissa come torre al vento.
con li colori, al meglio ch' io ho saputo, alla natura assomigliati.
, 347: talor la pastorella ivi, ch' egli ama, / de la fistola
acque. zinano, 17-13: convien ch' io asciughi tacque varie in parte. /
fatto. hanno un bue di rame, ch' essi empiono di carbone e vi mettono
, 1-193: sappi, padre, ch' io sono il fistolo, che ti ci
, xxv-2-432: il tuo padron, ch' è un fistolo, / ci entrò
animale; / ma che animai di ch' io, bue di panno? / un
quei veri, un facimale, / ch' ha fatto per ingenito gran danno. c
sopra accennati, prudenza e precauzione volevano ch' io mi allontanassi da tutti i personaggi
, 9-225: andate più di bel, ch' e'non è bene / d'una
poi ci abbandoniamo / a tale, ch' è di noi men ragionevole: / e
e per la lingua loro predice le cose ch' egli fa: e tale spezie si
: o uomo o femmina che sia, ch' abbia spirito fitonico, o sia indovino
quest'altri che non incontrino fittezza tale ch' e'non la traforino, entrando per
prodigio su queste due colombe fìttili ch' io formai secondando un rito e
tutti questi pensieri,... cioè ch' ella più ch'altro me amasse,
... cioè ch'ella più ch' altro me amasse, ora tutti in contrario
latini, i-1312: lo scritto, / ch' era di sopra fitto, / in
ogni parte. guittone, 248-18: per ch' ansi miri dico che a ciò vene
di fitto col capo in una parete, ch' era in fronte alla scala.
. e comperò tutti i fitti perpetui ch' aveano nell'alpe. v. borghini,
? rosa, 176: di quel ch' hai fatto [tu, invidia] in
, ii-354: ti guarda da quel ch' è 'l suo dire / conincia dal pulire
, i-22: della migrazione celtica io crederei ch' ella si dividesse prima di giungere a
, 8-i-203: portanie è un pesce, ch' è chiamato cavallo fiumàtico, però
parte, / che mena pesci più ch' altro lagume, / dove le donne pescan
per lo verace fiume, / dimostrerò ch' impedisce la via / di ciascuna virtù,
ingrossa. grazzini, 4-288: prima ch' ei si consumi o ch'egli arda
4-288: prima ch'ei si consumi o ch' egli arda affatto, lasciami tosto condurlo
re de'fiumi, all'isoletta / ch' alia cittade è più propinqua, venne.
, / io [igea], ch' ogni ben discemo, / scherzo col riso
d'ogni gioco, / da poi ch' in tale fiuma / io faccio dimoranza.
: l'avvocato incominciò a esporre quella ch' egli chiamava la « situazione dell'azienda
. villani, i-1-23: allor più ch' in altra etade alcuna, / co'fiumi
/ nel fiume della vita / or fa ch' ai tutto muoia, / s'amor
que'confin son oggi in bando; / ch' ogni vii fiumicel m'è gran distorbo
: diciam sol della rossa, / ch' è un fiumàccio pazzo e disonesto. i
, un ser faccenda, / di quei ch' hanno più lingua che cervello.
, 836: poi vidi un bracco, ch' andava fiutando / a questo il ceffo
né riceve in dape / se non ch' a far il mèl sono i migliori.
bello / del tabacco fiutatorio, / ch' è del naso il maggiore ornamento, /
, egli ha subito odorato il ridicolo ch' era in essa, l'imitazione de'nomi
, 9-256: sia tutto finto ciò ch' io veggio e sento / e 'l ver
me dispieghi tale: / et ogni opra ch' io scorgo o d'altri o mia
morte se ne deve recevere, ultre ch' io uscirò de pene, almeno dal
fronte alta e superba, / senza temer ch' alcun gli uccida e pigli. foscolo
inf., 12-109: quella fronte, ch' ha il pel così nero, /
.. siano guardate, è di necessità ch' elle faccino un angolo non retto.
andrai là su quel monte, / ch' ai raggio mattutin volge la fronte.
. giamboni, 4-11: asia, ch' è la primaia e la meiore terza
... / nell'onorato monte / ch' orna la bella fronte / del gran
leliusso si trasse avanti allora, / ch' ai primo fronte solea tuttor gire. alamanni
: disegnarono d'impadronirsi del bosco ch' era loro alla fronte. mascardi,
, 4-5-49: non vi pare egli almeno ch' ella sia una viltà da doversene vergognare
, 7-10-65: vede un castello / ch' indi vicin la fronte all'aria alzava.
dar del buono, e fare / sì ch' io lo plachi. zucchetti, 272
di passare alla seconda parte del tema ch' io scrissi in fronte di questo capo
conte: / non esser duro più ch' altri sia stato, / se 'l nome
26-78: altro cavallier non si dimostra / ch' ai pagan per giostrar volti la fronte
: ha fronteggiato la crisi con l'ostinazione ch' è anche una qualità dei bresciani nei
, ii-916: come là si seppe ch' egli v'era, / dentro fu
. chiari, 25: nostro scorno ch' abbia così vicini / del vizio alle
sì 'ndurate nella nostra fede, / ch' a chi mette le coma non si vede
la rosa fronzuta / diventerò pellegrino, / ch' io l'agio così perduta. piero
quella donzella col viso fronzuto / sappi ch' ell'è cambragia, figlia mia.
del popolo la flotta, / di quel ch' è all'elefante e alla marmotta.
n. agostini, 4-8-17: quelle ch' avean gli archi in man pigliati, /
la galea per- quolela, / po'ch' ebbe tutte sue difese tolte, / girala
tanto stuzzicò e fruconò quel povero buco, ch' ei alla fin fine ebbe la gloria
zienzia, ma eziandio di castità, ch' è cosa più di maraviglia. stigliani
: lodando la frugalità e l'astinenza, ch' è contraria alla golosità. sabba da
. battista, vi-4-136: l'oro, ch' a te gli erari vasti ingombra,
un toccarsi di piè sotto la tavola, ch' era una lepidezza a vedere. fogazzaro
, come per non offendere il silenzio ch' empiva penosamente lo stanzone. -con
ti fruga, / godene italia, ch' a nessun ne intresca. canti carnascialeschi,
a esser più ragion nessuna; / ch' i'non vo'sentir altro brulichio / che
: « forse / lo troppo dimandar ch' io fo li grava ». ottimo,
e tanto s'arrabattò e tanto brigò ch' alia fine messer domenico buoninsegni, per
con esse diam sì gran frugate, / ch' ogn'uc- cello facciamo spasimare. a
: / fa con quest'arme pazza ciò ch' ei vuole, / mettendo questo e
molza, 1-388: questi fior ch' a te sacro e queste salse /
ire a frugnuolo / abbiam lo squitti, ch' è nel mondo solo. soderini,
conforme alle tenebre, vi farei genti ch' andassero a frugnolo, spie, adulteri
: -voi di drusilia ornante, / ch' a cento dame, e cento / disprezzando
col frugnolone aver l'ingresso; / tal ch' elle stanno bene e volentieri, /
sul canapè della sala, fate conto ch' io fossi come in mezzo alle ortiche
16-ii-77: quest'amore è un frugoletto / ch' arrapina il cristianello, / e ronzandogli
saria ben custodito / nel ciel, ch' è più benigno e più sereno, /
123: amando me (come so ch' ami) debbe / il mio più
'l tuo gaudio rallegrarti, / tanto più ch' ai ritrarti / salva da le mondane
'l corpo in quella fruizione, / ch' ogni appetito era in oblivione. mascardi,
cioè ben costumato e con creanza: / ch' ogni altra nobil- tade è una frulla
parenti / dicono, ohimè!, ch' io non vaglio una frulla, / per
xliii-48: sappi, figliuol mio, / ch' egli è un solo giusto e vero
palpitare. malatesti, 1-184: or ch' i'non amo e il cuor più non
. baldovini, 2-80: a voi ch' eri avvezzata / a spasseggiar sulle pianelle
). fagiuoli, 3-4-47: or ch' ha rimesso in sesto la memoria,
battendosi gli scudi e le loriche, / ch' egli era proprio a vedergli, un
: spergiurano tutti i pioli d'italia ch' io sono una girandola, un arcolaio
volubile. carducci, ii-3-12: ch' ei tardi a rispondere, non se ne
, non se ne prenda meraviglia; ch' è uomo a frullo anche nella gentilezza.
sacchetti, 157: è trastullo / ch' io non vi do un frullo,
lorenzo de'medici, ii-176: ve'quel ch' egli ha fatto, / or ch'
ch'egli ha fatto, / or ch' egli ha sete; e però pensar dèi
? e veniva giù per vendergli quella ch' è nel frullone. allegri,
corte., ii-687: nel lavoro ch' ei viene intarsiando alle pagine del cav
due altre sorti: la surcularia, ch' è la maggiore; e la frumentaria
conc., ii-588: nel terzo, ch' egli intitola * dall'amministrazione delle provincie
ai fanali senti il fruscio del gas ch' esce dal beccuccio. bartolini, 16-42:
anche loro avranno il coraggio, ora ch' ella è ritornata col diploma, di
/ com'uom che frusta e spron più ch' altro adopra. foscolo, v-343:
, i pensieri nuovi, e si vede ch' ella non imita quei pittori frustapennelli che
: raccolse in fretta un olivastro, ch' era lì in terra; e cominciò
angiolieri, 73-1: tutto quest'anno ch' è, mi son frustato / di
chi ben pensa parrà cosa iusta / ch' io ne adempia secreta il desiderio, /
): se non pigli di quella ch' hai d'avanti, / e non strigni
una bella frustatura, / credendosi ch' io sia montato dietro. papini
che aspetta l'amante, un'altra ch' è sollecitata da un frustino, come
e se '1 mondo sapesse il cor ch' elli ebbe / mendicando sua vita a
non son tanto da miseria frusto / ch' ancor non speri un giorno esser contento,
visto l'aspettar frustraneo, / s'immaginò ch' ivi si fosse fermo / per visitar
... è per sé chiaro ch' egli non giudicherà mai d'impugnare la sua
. leopardi, i-476: ogni volta ch' egli si presenta nel mondo, vedendosi
il più prudente uomo della gentilità, quello ch' egli credette demonio, di cui
fruttaiolo un piccolissimo cesco disse: sappiate ch' io vi voglio dare le frutte. pulci
il tradimento gano ha disegnato: / ch' orlando in ron-secondo che si vede l'apparecchio
par., 13-71: ond'egli avvien ch' un da frutta. medesimo legno,
... faranno fruttare la semente ch' egli ha sparso intorno a sé.
. m. villani, 9-13: quanto ch' all'anima poco fruttasse, pure nell'
e la robba a fare... ch' ogni carbone debbia fruttare una valigia di
de'tolomei, vi-472 (2-14): ch' i'batt'acqu'a mortaio, /
seme / che frutti infamia al traditor ch' io rodo, / parlare e lacrimar
di sospetto / sparse quel seme in lor ch' indi nutrito / fruttò risse e discordie
, i frutteti e le vendemmie / ch' or tu miri dal balzo. manzoni,
al piano e al paese d'india ch' era fruttifero, e ubertoso, e dolce
. machiavelli, 1-iii-210: l'affezione ch' io porto a messer iulio scruciati neapolitano
composti di fuoco, non fruttificavan altro ch' una purissima luce. alfieri, i-205:
: una pas- sion... ch' è fomentata dall'infemo a gran segno,
d'alcuna necessitade o morte, o sia ch' egli sia tribolato per la fruttificazione della
. delfino, 1-122: il don ch' io ti portai / è appunto come un
frutto della vigna, fino a quel giorno ch' io lo berrò nuovo con voi nel
4-1: nel miluogo piantò un arbore ch' è appellato albore di vita, perciocché
. cicerchia, 1-186: gabriel disse ch' era benedetto / del ventre mio
sopra ogni altra benedetta, / fa'ch' a noi venga il bene
di vertù, che dio padre, ch' è il gran giardiniere, pianta in questo
castigo. campofregoso, 1-22: vedo ch' ho speso in vano ogni mio passo
, rispetti e frutto / sì giusto, ch' un sol atomo mutando, / girìa
de l'amoroso frutto, / anzi ch' eo sia distrutto, / mi conforti e
la sua parte de'danari co'frutti ch' erano usciti dal detto podere. g.
a mia madre il frutto de'capitali ch' ella da tanti anni ha collocati nel
ciò si vede nel mondano errore / ch' oggi non s'ama il frutto ma sì
. pascoli, 482: ho inteso dire ch' hanno le sue bestie: / quali
petrarca, 288-4: ove nacque colei, ch' avendo in mano / meo cor in
. latti, 2-2-10: farò sì ch' i seminati mali / vi rendan ampio
. perché vi lasciate pigliare? or è ch' io vi voglio scampare dalla morte,
florio e fece frutto, / sì ch' ell'era del tutto / la donna di
se tu non rimuti e'modi tua, ch' e'prieghi mia non faranno più frutto
con ginevra mai potei far frutto, / ch' io le ponessi in grazia il duca
rimesso nel taschino / tutti gli encomi, ch' avea dati a frutto, / e
. campanella, i-35: o tu ch' ami la parte più che 'l tutto
che sarebbe lor disio quetato, / ch' eternalmente è dato lor per lutto.
ora il trar da voi quel frutto ch' io desidero. pisacane, iii-106:
da lentini, 26: se l'amor ch' eo vi porto / non posso dire
, nel sentirmi smaccare tutti quei fruttarelli ch' io mi credeva aver raccolti dalla cultura
raccolti dalla cultura di quel mio poderetto, ch' io stimavo non esser del tutto un
giamboni, 40: feci vivai, acciò ch' io innaffiassi l'erbe e le piante
xxx-i- 72: amor è quel ch' ogni granel ne porta, / e 'l
di migliori tramiti e di più fruttuosi ch' abbia avuto questa vite, questa vigna,
fede, con sì ben finta carità, ch' egli non dubitava che gli avesse a
m. zanotti [gherardini]: godo ch' ella stia bene sia contenta delle militari
fucile, / e il zolfo suo, ch' apparecchiato ell'ave, / subito apprende
è su ne'luminosi campi, / ch' alto suonar si sente / con paventoso
posto la mano a gli ferri, ch' erano quasi arrugginiti, il pose nella
sue fucine un gobbo, pensate certo ch' ella si dia una grattatina alla testa che
anco è temerità leggiera l'asserire, ch' ei fa, d'avere io pagliatamente,
, e stei celato, / fin, ch' essi dier le pronte vele a i
, 563: i cavalli leggieri, ch' erano già arrivati a mezzo della pianura,
da torre, per lo gran corpo ch' egli era e la troppa fuga al distendersi
m'assali e fiedi, / com'uom ch' anzi 'l suo dì del career esca
, 12-335: i ragionamenti sono di cose ch' appartengono alla contemplazione, o pur di
ai voti furo i successi; / ch' in fuga andò la gente battezzata.
a tutte altre dispàri, / tanto ch' io volsi in su l'ardita faccia,
. frezzi, iii-6-81: spesso awien ch' un solo / mille già messi in fuga
e lo scongiura /... ch' insieme con lei la fuga prenda. dovila
a me solo il dovei, però ch' io vile / non fui d'aspetto,
pompa a l'animal fugace, / ch' è pur fugace e paventoso e vile /
barberini, iii-268: la fama è suon ch' in un viene e si parte;
... / de la donzella, ch' in fuga percuote / la sua giuil
. marino, 6-195: ma poi ch' ai laccio suo la giunse e colse
michelangelo, i-25: oilmè, oilmè, ch' i'son tradito / da'giorni mie
, / se s'ode mai ch' un sì benigno giogo / rotto abbia o
presso / a chieder acqua, or ch' è mietuto il grano, / per il
non vivrei vile e indegna, / ch' a mercé prende il nodrimento e 'l
. / sappi che 'l bel, ch' or sì t'alletta e piace, /
della frase fugace, dimenticando il sentimento ch' è nel cuore di chi parla. d'
e stretto con tal nodola, / ch' ognora più mi fa piengendo struggere.
pan, che siringa già perseguitando, / ch' avanti si fuggiva in atto pio;
. simintendi, 3-103: io ritrassi loro ch' erano rivolti col fuggente navilio. leonardo
mirare alteramente or la crudele / pugna ch' è in dubbio, or le fuggenti vele
antica, concordava col terzo oggetto, ch' era presente: il tratto di muro
. quella 'all'amica 'risanata ch' è unica a rendere uno stato dell'
essi è fatto elemento principale di vita quello ch' è il più piacevole ma il più
arricchire per riposo, ma io veggo ch' è accrescimento di tribulazioni e di pensieri,
., 23-40: come la madre ch' ai romore è desta / e vede
la retroguardia una gran frotta, / non ch' assalita sia, ma fugge in rotta
appena udì il suono della prima domanda ch' ella gli rivolse, si diede a
, e lunga / da lui, ch' egli è di parte / che, chi
movimenti, fugga di questo luogo, ch' e'ci morrà di subito. serdonati,
recluso e nutrirlo. uno di quelli ch' io conobbi riuscì a fuggire aprendo di notte
135: schive del freddo tempo, ch' a noi toma, / le vaghe rondinelle
, / così l'animo mio, ch' ancor fuggiva, / si volse a retro
fuggita per le pianure insino a tanto ch' ella era venuta al piacevole fiume ladone
116: tenetelo, uom da ben, ch' io vo'insegnarli / a bravar a
1-14: ché sempre è più leggier ch' ai vento foglia, / e mille volte
trono, / non il monarca. infin ch' è il ciel sereno, / tutti
di livorno. montale, 13: oh ch' io non oda / nulla di te,
non oda / nulla di te, ch' io fugga dal bagliore / dei tuoi cigli
giorno, / e fuggendo mi toi quel ch' i'più bramo. savonarola, 5-i-13
e già presente / si vedea quasi quel ch' amò l'alloro. baldi, 5-4
forma di prima e fue fatta quello ch' ella era dinanzi: le setole le fuggirono
18 (312): a lucia, ch' era a sedere, orlando non so
tempo e fuggon gli anni, / sì ch' a la morte in un punto s'
ii-74: in quel- l'ultima notte ch' è fuggita, / io non dormivo e
se questa occasion mi fuggiva era forte possibil ch' io indugi assai qualche altro giorno più
sognato incerto, / fugge dal ben ch' è posseduto e certo. giovanetti, iii-200
suoi venne ferire / in tal guisa ch' amore / ruppe tutti i miei spiriti a
bene s'i'son consumato, / ch' ogni mio spirto comincia a fuggire, /
, / per che si fa gentil ciò ch' ella mira; /...
cosa grave / a disturbar la morte, ch' è sì forte, / che non
tesoro avanza il vero amico, / però ch' egli ama e serve ogni stagione,
febbri maligne. lippi, 3-46: non ch' io fugga il perieoi di morire.
di sé, ma perché tale estima / ch' io mi tenga in cor mio.
amici, le seconde scuole, / ch' un dito, un grano ed un detal
non pigliava alcuna acqua, e'pomi ch' egli hae allato alla bocca lo fuggono.
tutta la scuola peripatetica, la quale difende ch' egli sia puro, tenue, molle
quanto il costume dee fuggir il falso, ch' è il vacuo della favella e del
., i-161: perché volestù fuggire ch' io non lo sapessi, e non me
dite: usanza è de'campi, ch' e prigioni si fugghino: malizia non
, ii-235: ben è un mese ch' io l'ho seguitata; / ma ella
, / sii certo... ch' io con le mie mani a morte /
frati miei, che io fugga, però ch' io non sono fuggitivo, ma legittimo
/ del tuo amor, né far ch' altri ti scorga / timida e fuggitiva.
di pianto molle / il petto mio, ch' a gran pena sostiene / l'anima
fuggitiva, or che la spene, / ch' era sì poca, ancora amor ne
fue pregato da dido... ch' elli narrasse la rovina di troia e la
m'ho lasciati, per la dolcezza ch' io sento in quello che a poco
pur m'ingiuia / come ti piace, ch' io farò co'fuia / lupa coi
commette anco peccato grave e duro, / ch' è traditrice, fuia e sacriléga,
traditrice, fuia e sacriléga, / ch' ai matrimonio e fede fa lo 'nganno
imbola di notte, da « furvo » ch' è a dire, oscuro. fazio
, lietamente si alloggiomo / con febur ch' era a lor verace fulcro. benivieni
proporzionata. ariosto, 18-104: poi ch' l nuovo sol lucido e chiaro / per
al fatale processo di decomposizione di quella ch' era sembrata la loro più viva sostanza
e splende in grande alteza, / sì ch' ogni nazion vi dotta e preza /
canti carnascialeschi, 1-101: il camin, ch' è poco usato / sempre mai gran
passo ora a ragionar della filiggine, ch' è malattia interna del grano in erba
. leopardi, i-1547: tutto quel ch' ha fatto è stato di perfezionar le antiche
. testi, ii-51: or tu ch' ai suon de'bellici oricalchi / ed al
ne l'abisso mi trabocchi in prima / ch' io ti violi mai, pudico amore
pietre e fulminarono il capo e quelli ch' erano con lui. testi, li-m
, li-m: fian preziosi cibi o lepre ch' aggia / preso il mio veltro infra
fulminammo e il bosco tutto, / ch' io non so se dai numi in sì
? epicuro, 24: ahimè, ch' ovunque io vo'm'è scorta, /
fulminarmi colle citazioni in un picciolo tugurio ch' io aveva preso in affitto a santa
: - aiutami a pensare al modo ch' io possa meglio condurre a fine questa risoluzione
tutta la campagna / nuota co'fossi ch' ànno dato fuori. casti,
il conte orlando: / poco mancò ch' allora non s'armava, / né disse
elmo de le cose belle, / ch' imaginar potesse umana mente. / fulminato
foscolo, 1-374: ei vuole / ch' io,... / mi parta
dire che poco dura tale superbia, ch' ella s'attrita o per temporale infortunio
: ho trovato un cavallo inglese, ch' è un fulmine. levi, 3-181:
magalotti, 2-16: di quel, ch' in sue profonde / vene asconde
se taluno per caso accennava al figlio ventenne ch' egli aveva perduto. bocchelli, 2-274
vidde lo fulminìo da lungi: pensossi bene ch' e'suoi erano assaliti; venne battendo
. mamiani, 1-144: ivi più ch' altri audace, /... /
: erano li occhi suoi di quel colore ch' è 10 grifone; e però dice
.. /... pur vediam ch' el principato ottiene / questo fulvo metal
negri, 2-1121: di colpo sentii ch' era primavera e che io ero giovane
oltraggiosa / cocente parca, di quelle ch' àn molte / punte corna di cervio
vela, o rinascimento: / il vento ch' or le chiome carezza / fumanti delle
forza / fendimi, sino alla cintura, ch' io / ti mostri il cuore nudo
fiamma scorgea torbida e nera, / ch' erutta la voragine del monte, / i
difese co'suoi fumanti corrispondano, acciò ch' l fumo noiare non possa a quelli
da l'altro un'iso- letta / ch' alpestra ed alta esce de tonde, e
: mò bastava, ti pare? sì ch' io me la fumài bellamente.
gorgoglia, / pensatel tu, senza ch' io l'abbia a dire. =
tommaseo]: o fondata di ferro, ch' entro a'forni / nel colatoio separò
, 443: io sono una lampada ch' arda / soave! / la lampada,
gente abitasse lì, in quella stanzaccia, ch' era divenuta quasi una grotta fumida e
, esalate da una catasta d'ossa ch' ardeano a fuoco lento e morticcio.
non secondo le favole, che dicono ch' è una bocca d'inferno,..
letteratura, di quasi mistica e larmoyante ch' era sul principio, divenne fumista e
quale è cagion della corruzione, fan ch' essi si mantengano lunga stagione. metastasio,
fazio, v-25-15: così dal monte, ch' arde per costume, / dove sta
e degli cavalieri, e ancor la polvere ch' egli faceano nella aria, quasi come
greco: / imbottalo per te, ch' i'vo'il trebbiano, / che non
... / predicar bene un ch' è di mala vita / è funzion e
, / celare ora non puoi quel ch' io ti scrivo, / perché 'l tuo
cosa è che uno poco di fama, ch' è uno fummo il quale testé vedi
rettori. prezzi, ii-17-18: -o voi ch' entrate qui, adorate il nummo?
, sieno le cagioni almen tali, ch' elleno non ti arrechin doppia vergogna, ma
in calcina, sicché il pieno mandato ch' aveano da messer bamabò tornò in fumo.
merta un debole ed audace, / e ch' abbia molto fummo e poca brace.
può seguirmi / di ciò ne siegua, ch' anzi che morire / di dolor voglia
... tutti per costante ebbero ch' e'fosse morto. crescenzi volgar.,
orgoglio. pallavicino, 6-1-236: sapevasi ch' ella aveva molti fratelli poveri, ed
di fumoso vin; / del vin ch' educa il forte suolo amico / di ferro
f. frugoni, iv-235: cenato ch' ebbero, s'alzerono gongolando col capo
'l fune avolto / era a la man ch' avorio e neve avanza. s.
guido da pisa, 2-1 io: appiccato ch' ebbe una fune con un cappio corsoio
di farlo morire [l'uomo], ch' ella sia stretta co la fune,
sia stretta co la fune, acciò ch' ella patisca pena del male ch'à commesso
, acciò ch'ella patisca pena del male ch' à commesso. castiglione, 293:
. cecchi, 24-16: udite, ch' i avessi vistovi / entrar in casa solo
da scarperia, /... e ch' alia sua querela / fune non deesi
casa e là daròtti la chiave, ch' io veggio che tu ti consumi. -anzi
varano, 213: ma oimè! ch' altra vedrà squallida e nera / lettera nunzia
/ però che i morti chiamano e ch' io devo / esser con loro. d'
orlando ordinò per l'altra sera / ciò ch' a funeral pompa bisogno era. guidiccioni
anguillara, 8-255: con quel, ch' avea in man, celeste ramo / si
la mente sua tenea celato, / ucciso ch' ebbe un infelice ostaggio /..
tristi... / ma ecco, ch' ella stessa i gradi scende / del
segneri, ii-51: un embrice, ch' all'entrare di bibolo in campidoglio gli
, la funereità senza conforto dei giorni ch' era morto suo padre. =
stil basso e 'nculto / renderò grazie infin ch' arso e se- pulto / m'avrà
non resta a ricettar le genti, / ch' un freddo marmo, una funerea tomba
e funestar il doloroso tempio, / ch' io non pativa io stessa a l'altar
. caro, 2-881: empio, ch' anzi a'miei numi, anzi al
suon dolente di pensosa squilla, / ch' ostetrice sortilla, / ite al signor,
cada tanto mal, tanta procella, / ch' in africa ogni cosa si funesti,
suoi pensier funesti, / e 'l desio ch' ha de la fraterna morte. muratori
mazzini, i-361: uomini... ch' io stimo funestissimi alla causa nostra.
oscura. marino, 348: tosto ch' a l'aria apparve / l'insti-
rocca forte, / fin a quel dì ch' a lei toccò la sorte.
del figliuol preso avea cura, / ch' uscì fuor vivo d'un corpo funesto,
: l'ulivo, oltra i vermini, ch' egli patisce come il fico, sente
questi / funghi son nati in quei ch' i'sono stato / fuori a cercar delle
, ed accumulare essi. percioché quello ch' esce fuor della terra diventa duro e
, che non vi è più persona ch' abbia parte nella condotta od amministrazione dello
le quali sono fissati i fondamentali regolamenti ch' essa comprende; vedete la norma delle funzioni
soldani, 1-31: democrito si ride ch' una bestia / si mescoli in sì
sopraggiunse a spaventar per modo i chinesi ch' egli rimase solo in piazza, e potè
e nebbia fondate: / però ch' altro vogliamo, / altro piacer cerchiamo,
gioia sentire, altro contento, / ch' esser gonfiate e piene sol di vento
; io gli risposi... ch' io rispettava i ministri del governo, e
che iddio ha data al fuoco? ch' egli scaldi; questo mai non falla;
in altura / per la sua forma ch' è nata a salire. boccaccio,
.. /... quel ch' io dico / per testimoni invoco. diodati
con quanta le vestali custodivano il foco sacro ch' alimentar doveva l'are dei numi.
per trarvi dello etterno foco, / vuol ch' io vi mostri il vostro errore aperto
, 7-409: se vogliamo conoscere quel ch' è di prezioso, e quel ch'è
quel ch'è di prezioso, e quel ch' è di feccioso in una massa d'
altissime di chi era rimasto prigioniero. lasci ch' io vada a fare il desinare, acciò
, 2-298: con pungente ferro fa ch' arrive / ben fatto fuoco insino al
da barberino, 249: chi non sa ch' egli è meglio ad ardere del fuoco
or di tanti accesi fuochi, / ch' arson le ville e i nostri ameni
2-27: con fuoco fecero cenno alle navi ch' erano in mare in aguato « come
7-70: il signore di ravenna, ch' allora era all'ubbidienza del legato,
io non mi partirò di cucina, ch' io assaggiate ciò che v'è; e
li fe'iscontare a niccolao da riglione, ch' è essattore lo ditto niccolao a ricogliere
boccone; / e nondimen forz'è ch' io paghi il fuoco. 12
sono piccoli animali come le mosche, ch' ànno il ventre lucido, che pare che
10-980: più fuoco ho in seno, ch' ai cui cento lucciole. leopardi,
, 4-68: io vidi un foco / ch' emisperio di tenebre vincìa. simintendi,
neve ha il viso adorno, / ch' amor, mirando intorno / qual di lor
in aria il tronco d'un albero ch' era in mezzo alla colonna del centro
: l'uomo die fornire le castella ch' aspettano il sodio, di molto olio e
. petrarca, 55-1: quel foco ch' i'pensai che fosse spento /
pulci, 16-91: non si ricorda ch' ulivieri è preso, / che gli
spirto tuo, con maggior fede / ch' i'non credo, che sguarda 11
-persona amata. petrarca, 203-12: ch' i'veggio nel pensier, dolce mio
, 5-i-16: le chiome d'or, ch' amor solea mostrarmi, / per meraviglia
tanto foco / di vero amor, ch' alia morte seconda / fu degna di venire
invisibil che m'incende, / sì ch' io non truovo loco / per lo calor
nuovo acceso nella mente forte, / tal ch' io non truovo nel mio pensier loco
è... il fuoco dell'avarizia ch' è in loro, che rompe tutte
tutte le porte della lor castitade, veggendo ch' abbiano gran doni. savonarola, 8-i-n
, e facilmente si scalda questa nazione, ch' è naturalmente nimica della spagnuola. l
foco. govoni, 3-47: bisogna ch' io ti guardi di lontano / al fuoco
d'annunzio, iv-2-1345: forse era meglio ch' egli sentisse ancóra passare sopra sé le
, metti ogni vertude, / pensando ch' entrere'per te 'n un foco. pananti
. pananti, i-94: son genti ch' entrerebbero nel fuoco / e che si sparerebber
. leopardi, iii-135: non volete ch' io esca di casa per voi e per
signor, che va col fuoco, / ch' a cielo e a terra e a
moglie a fuoco ed esprime il sospetto ch' ella sia capace di far scomparire,
i-113: s'io pensassi che la camicia ch' io porto indosso sapesse quel ch'io
camicia ch'io porto indosso sapesse quel ch' io ho nell'animo, io la getterei
. ariosto, 13-72: ogni virtù ch' in donna mai sia stata, /
i-281: poco ci è mancato, ch' io non l'abbi [la lettera]
, arcangel, la panziera, / ch' egli è tempo a dar fuoco alla bombarda
egli, e ti conforta, / ch' io voglio adesso dar fuoco al vespaio.
: io per me, se non ch' io temo un poco / di costor,
cose. leopardi, iii-1073: vorrei ch' ogni parola che scrivo fosse di fuoco.
fatti fu'bene 'ndivino, / ch' assai ti dissi: - non toccar lo
tutte le tue sentenze criminali; / ch' i'arrabbi, se il mio nome piglia
/ né gli vede arme, fuor ch' una bacchetta, / quella con che
in ogni opra perfetto, / fuor ch' un poco (oimè lassa!) empio
quattro stelle / non viste mai fuor ch' alia prima gente. cino, iv-293 (
destar nel core. foscolo, 1-32: ch' altro ti manca, / fuorché gustar
fuor de la porta / l'incantatoli ch' udì 'l suono e la voce. delfino
infelice suol, fa cenno altrui / ch' a fuggir s'hanno i traditor suoi
/ viso adombrava un verde ramicello / ch' i capei d'or cingea, al qual
muore / di santa chiesa, ancor ch' ai fin si penta, / star
pensa di porre / ciascun nel grado ch' a lui si pertiene. dante,
scambievole è così difficile a notare, ch' ella è quasi fuor del dominio de'
: dolze la morte a vedire, / ch' io non pensai mai guerire / membrando
: era escluso che mio padre, ch' era sempre fuori di sensi, avesse
, / per le gran pene / ch' el mio cor tene. petrarca, 272-8
sì che 'n veritate, / se non ch' i'ho di me stesso pietate,
negli occhi bei for di misura / par ch' amore e dolcezza e grazia piova.
livio volgar., 2-194: parve loro ch' egli domandasse questa dignità fuora di stagione
già m'avea trafitto, / prima ch' io fuor di puerizia fosse. b.
tutte quante, / fuor d'una ch' a seder si levò, ratto / ch'
ch'a seder si levò, ratto / ch' ella ci vide passarsi davante. savonarola
lorenzo de'medici, i-255: però ch' ogn'altra cosa, in fuor che
, in fuor che quelli, / ch' io vegga, maggior doglia al cor conduce
che tu hai detto, in fuor ch' una, mi piacciono. di giacomo,
di chi a cento mill'anni, / ch' a mille miglia m'appressisi a'panni
quando s'accorse d'alcuna dimora / ch' io facea dinanzi alla risposta, / supin
stampa, 98: voi vedete sol quel ch' appar fuore. tasso, 3-53:
a questo dire / rinaldo si frenò, ch' altrui fu sprone, / benché dentro
dorate son [le cappe], sì ch' elli abbaglia. passavanti, 59:
occhi al core / ratto scendesti, tal ch' entro e di fore / per te
sé, ma perché tale estima / ch' io mi tenga in cor mio, sebben
1-1 (io): con tutto ch' egli per segni di fuori dimostrasse che
, 26-427: seguiam ora, fingendosi ch' egli oda il suon delle voci di
, 252: si prowedde con grande fatica ch' e'grandi avessono uno de'quattro ufici
s'asconde, / quel fia stravagantissimo ch' ai capo / attaccato ha le mani.
mesi essendosi la cosa quasi dimenticata, ch' ella ricominciò. livio volgar.,
la sorella sbuchi, / di modo ch' ei la chiama e le fa fretta:
/ fuor, vicin! tutti fuor! ch' io son già morta; / ché
denotare la sua franchezza e la forza ch' ei si facea per non dar fuori.
baldovini, 2-2: infine infine / ch' ha'tu? che ti duol egli
: passò davanti a casa sua, ch' era nel mezzo del villaggio, e,
s'avviò a quella di lucia, ch' era in fondo, anzi un po'fuori
una veste eh? le sono di quelle ch' i'dico: fanciulla mia, tu
a dir fuor fuori, / ch' i non vo'piati attorno.
niera l'amore in lei verso lui, ch' ella non sapeva vivere fuori della
? a che proposito / vuo'tu ch' i'burli, quand'e'mi domandano
tuo disio,... sì ch' ella esca / segnata bene della interna stampa
.. maliziata- mente trasse fuori boce ch' e'si cercava contro a lui ribellione
le nove rime, cominciando / * donne ch' avete intelletto d'amore '.
volgar., iv-104: il popolo, ch' era in quella [città] trasse
licori, / e l'alba, allor ch' esce ridente fuori / sul fiorito balcon
spira / fuor de la bocca sì ch' ella s'intende. piccolomini, 150:
scambiando due parole, venne subito fuori ch' era italiano. banti, 8-172: non
fuorivia, in mano altrui, ora ch' è in quello stato? cicognani,
ed ecco porto, / pria, ch' io giunga a ferire, una ferita,
dello stato di firenze, fuoruscita o confinata ch' ella si sia o no, sia
che l'ira / di iosuè qui par ch' ancor lo morda. albertano volgar.
più famoso ornai di cacco, / già ch' ei furava sol vacche e vitelle,
d'arezzo fu scritto... ch' avessono buona guardia, perocché sentivano che una
): di quel ladro dico / ch' ai figlio furarebbe. bartolomeo da s
mi è stata furata pandolfina? misero me ch' io avevo designato condurla intatta al padre
ai raggi del sole, in una bacchetta ch' esso aveva in mano, il fuoco
cornacchia] molto spiai / de lor penne ch' essa li furau; / lo furto
, e 'l suo periglio accresce: / ch' ammainando le fura aura infedele, /
par che s'allumi / il ver, ch' a gli altri ombrosa terra fura.
una vecchia il volto fura, / ch' esser custodia a lei solea tal volta.
fino amor m'è sì agradito, / ch' ogne valore avetemi furato. francesco da
. cino, iii-13-3: degno son io ch' i'mora, / donna, quand'
/ donna, quand'io vi mostro / ch' i'ho degli occhi vostri amor furato
riccio d'or tesse la foglia, / ch' ai broccati di persia il pregio
furato 'l vostro primo amore, / ch' è anche l'estremo, ed il fral
: siedi su'miei ginocchi, / ch' io nel mio sen ti dondoli / quel
avviso en l'altre esser disio / ch' a me l'anima fura. bruscaccio da
ogni tuo ben ti fura, / ch' io non le rompa il suo disegno
, del petto il cieco errore, / ch' a te stesso te fura, ad
, 16: gran tempo è già ch' io mi ritraggo e furo / al vulgo
delle copie smarrite o furate, vorrei ch' ella ne facesse fare del chiasso.
/ si castighi il suo crin, ch' egli è nocente; / se di mia
, i-63: l'aruspicina ognuno sa ch' ell'era un mestier di furberia per imbrogliar
menelao. goldoni, viii-470: credete ch' io non sappia quel che passa fra voi
che passa fra voi e zelinda, ch' io non conosca la furberia delle vostre finzioni
questa fantasia, / vera o falsa ch' ella sia, / ch'e'sian quasi
vera o falsa ch'ella sia, / ch' e'sian quasi, come dire, /
godo in me non poco, / ch' ir non puossi a varsavia senza danno.
, servissi di * nacini ', ch' è un seme nero che fa vacillar la
questo, ci ho pensato, / ch' egli è una morte da furbo, da
il gaglioffo del gobbo sposo si rallegrava ch' i furbi suoi compagni fossero lodati.
gatteschi e sfavillanti, io sospettai grandemente ch' egli mi bramasse per fine poco
allegri, 82: crede la brigatacela ch' un sonetto / o dal casa travolto
, / e non posso veder ciò ch' io m'offenda. b. corsini,
, 1-34: un fur- bacciotto / ch' era di quella squadra il capitano. dottori
o da un orbo, / o tal ch' ogni furbàccio / lo mandasse alle forche
escon delle sicule caverne, / allora ch' eol l'apre, sì furenti, /
/ fiori del maggio; o col desio ch' all'ore / della state furenti,
fuori. questo furetto è poco maggior ch' una donnola, ed è de'conigli proprio
: -appuntami tu 'l fiocco alle scarpette / ch' io non paia un furfante. /
-spazzolami tu ben queste calzette, / ch' io entri là galante. -figur
. menzini, 5-164: che pensi ch' io non scorga il tuo furfante genio
43: che hai tu fatto altro mai ch' un sonettino / asciutto, secco,
, / e che fan conto tuttavia ch' ei canti; / perocché da'ribaldi gli
di padrone, / io non posso patir ch' un furfantaccio / vi sì malmeni per
, porco briaco, vituperoso, briccon ch' è lì? = deriv. dal
/ in terra giace la furfanteria / ch' ha sempre mai gli stinchi pien di rogna
, 1-208: a formarsi la lingua, ch' io dico, / convenne che
diaccio e in gelatina: / ed ei ch' era vestito di leggieri, / né
giuoco, che fanno questi furfanti, ch' è poi passato in dettato che significa e
. cecchi, 1-i-67: ben sapete che ch' e'ci è de'trafurelli / furfantini
loro, pieni di furia, quella ch' eglino avevano presa. fazio, iii-20-34
. bisticci, 3-131: quasi pareva ch' egli avesse il diavolo addosso: in tanta
padron, con una furia / mangiato ch' i', per me, non posso credere
: /... / basta ch' ei batté il ceffo. forteguerri, 27-81
lizzano, i-157: il forte de'cherici ch' hanno i danari in sui banchi,
..., sì come quello ch' egli avea veduto... animosamente menar
ariosto, 32-17: incominciò lamenti / ch' avrian mosso a pietà nei regni bui
! egli perdéo / la vita col velen ch' empia gli porsi, / e fra
12-27: corri al varco: / mentre ch' è in furia, è buon che
: prega [armida] affettuosissimamente, ch' almen le sia concesso di seguirlo. l'
furie. lippi, 7-68: ei, ch' è in sulle furie, non vi
non vi bada; / ché insin ch' ei non si sfoga, non ha posa
quelle furie ultrici e fiere, / ch' il dì e la notte avea d'intorno
da barberino, 1-2io: orlando, poi ch' ebbe morto alicardo, menò tanta furia
12-83: al furiar di marte, / ch' a lei rivolge impetuoso i passi,
dalle scosse / imagi sagre, poi ch' udito bacco / intentamente il santo sacrificio,
del suo dilett'e dolce amato, / ch' accesa selv'al furiar de'venti.
a drappeggiare stoffe, furibonda perché tanto sapevo ch' era un lavoro inutile.
stato tal v'ha scorte, / ch' ornai vi lece disperar le porte! boccalini
tori involonne e quattro vacche, / ch' eran fior de l'armento. boccalini
furioso » rinaldo incontra « un cavalier ch' avea una donna a fianco ».
stretti da quel furioso bisogno d'inventario ch' è indizio certo o della morte del
disordinato. boccaccio, iii-2-25: mentre ch' elli in cotal guisa giva, /
cervello che va del continuo a vela a ch' è peggio d'un forlone da fomaro
verso il mattino, / imperocché il furlon ch' egli disserra / tamburo è ch'ai
furlon ch'egli disserra / tamburo è ch' ai silenzio indice guerra. inventario di
5-282: chi toglie a dio quello ch' è suo, è furo della deitade
elle gli ridomandan tuo fratello, / ch' a lor s'apparteneva essendo furo.
fuore / dai mura de colei ch' ogni ben mostra, / ch'io con
de colei ch'ogni ben mostra, / ch' io con tristan ne prendiria la
al fato mi lascia: e sostien ch' io / disfoghi infuriando il mio furore.
signore. bianco da siena, 29: ch' el signor non s'adiri / contra
quel furore e con quella tempesta / ch' escono i cani a dosso al poverello /
suo ben far corona e palma / quella ch' ai mondo sì famosa e chiara /
furore dell'amore,... ch' elli s'arreca a falsificare sé o in
de la terra d'ilia, / ch' avea il furor profetico congiunto, / con
furori. boccalini, i-83: si dolse ch' inspirassero [le muse] il nobilissimo
consentì questo,... per- ch' ello da consolarsi del misero amore furtasse quello
ne furò la scaltra circe / allor ch' a l'incantate sue giumente / eto
goldoni, iii- 234: prevedendo ch' ella si sarebbe opposta alle di lei
. tasso, 2-9: immagina ben ch' alcun fedele / abbia fatto quel furto
luci tue rapaci e ladre, / ch' involando da'petti i cori vanno, /
il giovane, 9-492: avvenne colaggiù, ch' un negromante, / per certo antico
me te 'n vola / furtiva sì ch' ei noi risappia mai. graziani, 97
cotanta e gli assediati, / già ch' affatto ei non può loro impedire /
stanchi, / esce furtivo il duel ch' io sgrido e incolpo. pindemonte, 5-610
. tasso, 2-8: imagina ben ch' alcun fedele / abbia fatto quel furto
[un guanto]; e vien ch' i'me ne spoglie. boccaccio, dee
egli cristiano, io saracina) / ch' ai mio padre per moglie non mi
ii-1-491: alcuni si congratulano con me ch' io abbia messo in più viva luce
/ s'altri vive del suo, ch' ella no 'l senta. guarini, 452
, ii-4-10-46: essendo essi accertati, ch' orbetello agevolmente poteva prendersi di furto,
vagheggiai di furto, e in modo ch' egli / affissar non potesse in me
notte, da 'furvo 'ch' è a dire oscuro. valerio massimo
suo legno si fanno le miglior fusa, ch' adoprino le donne per filare. govoni
, 2-10: quel porge lo scudo, ch' era d'osso, / con la
bellamente tanto, a tuo modo, ch' ai detto tuo pennello corra da poterlo
: ché ben sanno le muse, ch' io non soglio / girla cercando più col
uccelli: / alcun al vecchio nido par ch' aggiunghi / certe festucche e piccioli fuscelli
sua spada sfodera un fuscello, / ch' ha il pome d'una bella melarancia
schegge e'sassi andar di bello, / ch' azzoppar ti potrebbe ogni fuscello. carducci
, 2-9: che guardi tu il fuscello ch' è nell'occhio del tuo fratello,
tuo fratello, e non avvisi la trave ch' è nell'occhio tuo? tommaseo [
. biringuccio, i-186: pietra ch' abbi natura di marmo fusibile.
savinio, 1-136: quelle strofe tribunalesche ch' essa [voce] lancia con tale
infila, chi i lini attortiglia, / ch' il drappo appresta, ch'il fuso
, / ch'il drappo appresta, ch' il fuso assottiglia. foscolo, gr.
sì repente il fuso / troncaste, ch' attorcea soave e chiaro / stame al mio
con un torcer di muso / quel ch' è di sopra manda al basso sito.
, tirato dall'immensa forza del peso ch' ei sostiene, scorrendo non gli cedesse,
a parlamento / con la fanciulla, ch' io saprò ben io / di ben fatte
121: non ti fidar di femmina, ch' è usa / di far le fusa
quel bravazzon tu dèi scacciare, / ch' io non voglio da lui le fusa
il mondo che ragiona per induzione aggiunge ch' essi lavorassero mille braccia di fusa torte
/ già non ti manca, ancor ch' ei mostri in scena / e la
stigi. / di sopra a costantin ch' avea l'impero / di grecia, lo
e con l'intero / guemi- mento ch' avea dentro e d'intorno. p.
alla descrizzione / dell'altra parte, ch' io vi vò narrare / del mio
/ altro vuol questo fusto, / ch' un 4 pianeta combusto '. bernari,
la lingua mia tanto possente, / ch' una favilla sol della tua gloria / possa
. latini, i-307: sa ciò ch' è passato / e 'l futuro e 'l
latte. tasso, 10-20: ma ch' io scopra il futuro e ch'io dispieghi
: ma ch'io scopra il futuro e ch' io dispieghi / da l'occulto destin
generoso, ginepro '. ma acciò ch' e'suoni ottuso, se gli ag-
de'popon gustava, avrebbe detto / ch' aristotele fusse un gabbadeo. buonarroti il
particolari in un figuraccio di gabbagente, ch' entrò a quel tempo colla moglie in francia
monete] alessandrine, il bel tondo ch' elle erano e l'impronto bene scolpitovi e
ben conobbe il primo tratto, / ch' era in un campo da piantar carote,
c'era forse qualcuno che potesse affermare ch' egli avesse mai cambiato gabbana? g.
e in voce / fin tra color ch' han sul gabban la croce.
gabbata la gente, / come si vede ch' ell'è gabbat'ora, / se
altri poeti chiari e ornati, / ch' ebbero il senno, e pur furo
pastorelle. pasqualigo, 338: ora sì ch' io conosco che con atti e parole
solo gabbata da soverchio timore, e ch' io vi amo, e che voglio il
, donna, onde si mova / ch' io vi rassembri sì figura nova / quando
gabbereste la vista e 'l colore / ch' i'cangio allora ch'i'vi son
e 'l colore / ch'i'cangio allora ch' i'vi son presente. ammaestramenti,
donna, ma morte, / quella ch' altrui per servitore accoglie / e poi gabbando
a cui ritorna a mente / ciò ch' a veltrin, gabbando, ancor promise,
. guittone, xiv-55: pur conven ch' eo matteggi; e sì facci'eo
marito, / che le fa peggio, ch' a me non fa 'l babbo;
, dolente! son sì 'mpoverito, / ch' udendol dir, sì me ne rido
. rosa, 125: né temer ch' io fra titoli mi gabbi, / che
n. franco, 2-71: chi credi ch' io sia stato o mercurio? forse
quale voi portate grande divozione, credevate ch' io fossi: e di ciò direte
anonimo, i-595: dunqu'è ragione ch' io degia penare, / ch'era
ragione ch'io degia penare, / ch' era fatto de l'amor gabatore, /
n'era fatto gabatore / di prima ch' eo non conoscea la cosa; / or
[tommaseo]: certamente ben creo ch' indi siamo vituperati tutti li tempi della
l'augel dolci canti consono, / ch' è preso in gabbia e sosten molti guai
galea com'e'merita) / vò ch' e'vadia. manzoni, pr. sp
strigne l'amorosa gabbia, / da poi ch' ai collo cerchio / fer quelle bianche
'l terren, che non vuol ch' esca di gabbia, / sta duro a
/ che qual v'entra può dir ch' è in una gabbia. garzoni,
. sacchetti, 115: i'so ch' avete il capo nel fattoio / tra
per questo a lasciare abbia, / sì ch' esser per me sciolto mi ringrazii.
, l'aggiràr, l'attraversaro, / ch' a cielo aperto, u'dianzi erano
rovani, i-550: il caso ha voluto ch' io gli capitassi innanzi nel momento appunto
scoli, 1206: forse il gabbier, ch' esplora ciò che asconde / la
cavallotti, v-212: inclito poetin, ch' entro il gabbiolo / educhi il
tra le altre donne, nel rimprovero ch' egli soffrì, quand'ella gli si
. guittone, 83-13: se vói ch' i dica 'l ver, si come 'l
bene: / ché tu, pensando ch' hai laida la faccia, / e se'
imbrogliare. guittone, x-32: ciascun ch' amar vole, / tegna altrui in
i-73: non voglio però lasciar di dire ch' io non ebbi già mai altro intento
si ha una rendita grandissima delle gabelle ch' egli ha di queste navi e di
bolla o marca in una balla testifican ch' ella è passata per gabella.
del vino e del- l'altre cose ch' entravano con some e con carra, che
buona operazione, e gabellare ogni cosa ch' entra nella città del paradiso.
quello di chi io mi dolgo e vedrà ch' io non gabello bugie. -gabellare
; / tal che un di loro ch' arrabbia dalla fame: / fermati (dice
volevano i gabellini a tutte le maniere ch' elle fossero poste in doana. manzoni,
essermi grato / d'uno di quei ch' hai teco / gabinetti, d'anella e
, e di tali arredi, / ch' occupan poco lato e vaglion molto. marino
morando, 37: ben si appose stimando ch' edemondo, come nepote del generale
assai prospero vento l'armata spagnuola, ch' egli dalla spiaggia, con cinque galee
., i-289: domandavanle lo gaggio ch' e'li avevano vinto, secondo il patto
elli non veggono vera ragione o cosa ch' egli possano comprendere per ragione.
gittò in terra uno cappelletto di feltro ch' avea in capo... allora ajolfo
tra lor fussi del combatter gaggio, / ch' ognun per primo volessi esser tolto.
diedi in gaggio / il cor, ch' e'non avesse gelosia / ched i *
marco..., com'un ch' aveva sale in zucca, / diede commiato
con dio, non abbiate temenza, / ch' i'tomi più per vostro pegno a
detto duca fu in firenze, colla moneta ch' egli avea de'gaggi, più di
: cavalieri famosi e di paraggio, / ch' a la guerra non van per guiderdoni
le incominciate imprése. giordani, iii-73: ch' egli poi gagliardamente voglia tutto che vuole
83): portossi gagliardamente, sì ch' egli era tenuto prode uomo d'arme
priuli, li-1-411: il nunzio instava gagliardamente ch' io fossi escluso dalla cappella reale.
g. bentivoglio, 6-4-185: di ch' egli si dolse gagliarda- mente in mio
..., mi pregò e spinse ch' io togliessi a scriver latino un particolar
25-16: si pensarono /... ch' io cedessi col danaio; / e
, e mostrandosi molto meglio fornito ch' ei non era di ga
o non avvertendo la gagliardezza di quello ch' egli raccolse dalla vigna piantata da esso
rinaldino da montalbano, 899: voi sapete ch' e'giovani sono volonterosi, e massime
76: v'era venuto per grande gagliardia ch' aveva in del suo cuore, che
et in quel medesimo fiume del tevere ch' ella ardie fare chiara gagliardia. n
correre e con gagliardia maggiore saltare, ch' eglino avessero fatto giammai. leopardi, i-536
pisa, 2-46: ella fu gagliardissima, ch' ella fendea e squartava gli uomini e'
aveva fatti tre salti baiardo, / ch' ognun fu misurato cento braccia, / tanto
iii-1-732: non è veltro sì gagliardo / ch' a lei possa pervenire. bocchelli,
che nel viso d'amor sempre par ch' arda. g. sacchetti, ix-1085:
, e timido e valente, / ch' ai suon del nome suo par che pa-
« tu ha'fatta tal fallenza / ch' i'ti tengo per folle e per musarda
abbia a fare messer francesco donati, ancor ch' abbi tre o quattro gagliardi concorrenti.
la volle curare a posta, dicendo ch' ella era tepida e poco divota. f
bere, che un saporito boccone, ch' egli ha tra i denti, gli ha
i fumi gagliardi, s'ha da credere ch' ella sia cotta. monti, x-3-188
, quanto si può il più, ch' ella sia... fatta gagliarda
, ii-857: gagliardo era il sostegno ch' alle vacillanti fortune del duca di parma
/ né gli vede arme, fuor ch' una bacchetta. castiglione, 347: nel
, 11-3: la gente di messer galeazzo ch' era alla guardia del castello volendo fare
petrarca, 267-4: oimé il parlar ch' ogni aspro ingegno e fero / facevi
un altro servigio: e non è ch' io vada troppo volentieri gaglioffando. gherardi,
guai / con susti e buffi / ch' èn tra questi gaiuffi ai tavolieri. luca
mai no, gaglioffe. gaglioffissime. ch' io vi vedrò ancora nel marcio spedale,
furbaccissime. galloni, 52: fa ch' io non ti gionga più a questa
per guidardone di sua fatica a colui ch' era maggior gaglioffo e che molto meglio le
bencivenni, 1-176: quella natura ch' è gagliosa, sì è calda
o per rammarico o per ardente voglia ch' egli abbia di che che sia. dicesi
piate che ciò è per lo vecchio sangue ch' egli arecò con seco nel corpo della
del valore corale della facciata vermiglia, ch' è a destra di piazza trevi, uno
/ di quel tempo ricordato, / ch' erano sì gai e fini, / nullo
quel leggiadretto e gaio / satirisco, ch' ai cor starammi sempre. tausilio, 59
propose... perdersi ne'sentieri ch' errano fondi e pur gai tra siepi distinte
ivi t'aspetta la gaia cucina / ch' è tutta oro di peltri; e il
'nvece di pensier leggiadri e gai / ch' aver sofia d'amore, / porto disii
sa quale riman preso, / insin ch' ella no gli ha tarpata l'ala:
cosa stasera va'gala, / poi ch' a lume di torchio ceneremo.
che, senza esser di state, o ch' e'sia sole, / e'ti
sia sole, / e'ti parrà ch' ella canti di gala. -da
pensi di uscire di gatto salvatico, ch' i'vo'che noi facciam gale. f
, aranno fatto gala; / le cose ch' avanzorno, ove sono ite?
ridotto la cosa a tale squisitezza, ch' e'si può dire ch'egli abbia messo
tale squisitezza, ch'e'si può dire ch' egli abbia messo in gala il più
cittadin, già molto brullo, / ch' ora è paffuto e tutto sù le
si chiama / e, secondo ch' udìo, la sua bontade / passa l'
ad obbedirmi io ti consiglio; / ch' i galani e 'l maniglio / ancor mi
. moniglia, 1-iii-361: io credei, ch' ogni sposo / dovessi esser pulito,
spazzolami tu ben queste calzette, / ch' io entri là galante. -confezionato
sciolse il problema da quel poeta galante ch' egli era. bacchelli, 5-33- ogni
nel tornare dinanzi al re nel modo ch' ei gli aveva detto. p
, io ne traggo fuor sei: / ch' io le fo in modo diventar galante
me attendo il giorno dell'ascensione più ch' ogni galante civetta. giusti, i-207
ha più ceffo doloroso / di quei ch' odon cantarsi 1 ora prò eo ',
e non era d'altra maniera quella ch' io prima, per mezzo di vostra
, 156: ma la galanteria, / ch' egli ebbe singolare, / è ch'
ch'egli ebbe singolare, / è ch' ei non fu mai sentito abbaiare, /
. / quant'imbrogli ci son pria ch' un si sfami, / innanzi ch'
ch'un si sfami, / innanzi ch' un s'accomodi e si segga / dove
iv-2-26: la canterina lì accanto luccicava ch' era una galanteria, tutta a rabeschi
p. verri, i-312: basta ch' ella... annunzi la speranza di
, non è più 'l tempo / ch' andar le donne sole / sarebbe stato un
o sia galanteria; / allora elezion par ch' ella sia. salviani, 27:
io di galanteria, e sì leggiermente ch' elle non sentirono? carducci, ii-10-56:
buonarroti il giovane, 9-610: orsù, ch' elle si sono ormai rimesse / sulla
. tolomei, 2-159: vorrei ch' una volta ci consigliassimo da vero e
il bere, che un saporito boccone, ch' egli ha tra i denti, gli
dinanzi. bruno, 3-81: or dopo ch' il nolano ebbe riscosse da vinti in
a quel buon galantuomo l'inutile mortificazione ch' egli si sarebbe pur meritata. giusti
1-283: la pretende ad ogni costo ch' egli sia il fiore dei damerini e
una tua libertà cieca e 'nsensata. / ch' andasti a perder poi chiusa in
perder poi chiusa in quel nodo, / ch' or fa che 'l tuo cervel
notato gli fu questo difetto, / ch' usava sempre, che s'avea forbito,
mi perdonino, s'io vi dico ch' io rileggo un passo nella vostra lettera sì
intelligenza, 46: évi galattia, ch' i'abb'udito / ch'è simigliante
évi galattia, ch'i'abb'udito / ch' è simigliante a granel di gragnuola;
'l figliuol nutrica, / ché natura ha ch' assai latte produce. galattidròsi
quale dice l'anima santa poi ch' ha gustata la divina dolcezza.
più pena per lo gaidio del figliuolo ch' è nato nel mondo. beicari, 5-99
'galea tarida ', dicevasi, quella ch' era armata per trasporto, a uso
, / e tener prigion, sin ch' io mariti / costei: poi farli andar
vede essere palese a tutto il mondo ch' egli ha la virtù abbandonata e dissimulata
... / in galea ordinavan ch' egli andasse. g. m. cecchi
, s'io mi scuopro a costei, ch' ella non mi voglia udire, ed
e levare 11 romore e far sì ch' io balzi in una galea, sai bene
. nievo, 380: ogni volta ch' egli facesse atto di ritirarsi,
, e 'l suo galero / operò, ch' alle tempie ei s'acconciasse. redi
: fanno grande merca- tanzia, ch' egli hanno spigo e galiga e zizibe e
mano spariscono in una galla sola, ch' è quella del furto. dessi, 7-73
l'orma, / ma poi, ch' ai dorso suo la penna nacque, /
suo la penna nacque, / volle ch' a galla in questa nova forma / su
vuol dire rivoltare il cesto, e quelli ch' erano sotto salire a galla: gli
italo balbo m'aspetta accanto all'apparecchio ch' egli guiderà e che guiderà la crociera
sorridon blandi, / maravigliando che più ch' argo ei vede. = deriv
/ dell'umano saper, sai quel ch' io veggio? / gallerie di vesciche e
eran chiamati cavalier gal- leschi, / ch' èn sempre nel ferir gagliardi e freschi.
moglie savia;... vorrei ch' ella non fusse una gailessa. =
dice che mor de sete / ensin ch' a lato non se 'l po acostare.
comincia a cantare, sì vale meglio ch' e'pollastri. burchiello, 76:
quando lo pregavo di calmare mio figlio ch' era troppo galletto! -ant.
uccella come un gufo, / salta ch' ei pare un galletto marzuolo. montale,
valerio massimo volgar., i-145: direi ch' elli fossero stolti, se li gallici
. di costanzo, 1-176: disser ch' essi non erano usi di rinchiudersi come galline
tassoni, vii-433: quell'istesso agamennone ch' egli [omero] aveva descritto
ottima qualità,..., ch' essendo il migliore che si costuma di pigliare
.., / non mi par ch' alia vostra corrisponda, / perché quella era
, 101: cupido garosello, come quel ch' è gallina mugellese,...
gli stomachi nostri di gallina, / ch' i fusaiuol smaltisce e le grappelle.
i'rinnegherìa 'n prima la fede / ch' io stesse a lei come al bone il
baruffaldi, xxx-1-38: però tu, ch' hai fantesche in tuo dominio, /
/ cui tanto è caro il gallinaio, ch' altro / far non san, che
diurno della sora ballanzini, non già ch' egli osasse ribellarsi o corresse dietro alle
ii-15: quest'era un gallióne, / ch' avea innanzi al mattutino albore / cantato
: quando il gallo canta più tosto ch' e'non suole, è segno di mutazione
vo'dare, / saracin, prima ch' io ti dia il cavallo -; /
han ciascun in mano / qualche mistier ch' allor fu novo e strano; /
volte ho biasimato i miei, / ch' essi abbian fatto così grave fallo!
77: non m'affliggo nemmen, ch' ai reno in riva, / abbia baviera
si mostra allegro, si suol dire ch' è come il gallo di madonna bava
113: gli è bugiardo più / ch' un gallo. -essere più stretto di
f. doni, 2-12: io sognava ch' io era diventato una gallina..
: in processo di tempo quei galli, ch' allora abitavano queste nostre parti di lombardia
/ e 'l buon gallo sentier, ch' io trovo amico / più de'figli
sì sfrangionato e gallonato d'oro, / ch' ei n'ha per ogni dito un
servitori, fece tosto conoscere... ch' era la carrozza di casa a.
pulci, 21-134: trasse la spada ch' aveva a'galloni, / però che questo
, 1-7: troviamo un'altra stella, ch' è chiamata groppo, ovvero galloppola del
: non era anche raro il caso ch' egli acchiappasse uno di quei moltissimi gatti.
ghianda. pulci, 19-58: poi ch' egli ebbe assettato l'arrosto / e
più forte un gran di pepe / ch' una gallozza di quercia. 3.
. faldella, 2-28: non volete ch' io sappia nemmanco sdifferenziare le noci dalle
francese. alfieri, v-1-737: libertà ch' ei non hanno, han pur già
galoppa. baldovini, 2-20: vuol ch' io dietro al padron tosto galoppi.
(esclama antonio) / e smonta ch' abbastanza hai galoppato, / ben dir potendo
hai galoppato, / ben dir potendo ch' io fui testimonio. 8.
si è uno andare di cavallo, ch' è più che trotto, e men veloce
e il postiglione mi fa cenno colla frusta ch' io mi tiri da un lato.
maffei, 130: era quivi col montone ch' è solito] star co'cavalli,
il giovane, 9-297: andianne; ch' un mio amico sì si svenne, /
: voi il vedrete / da lontano, ch' egli ha un feltro bianco, /
di uomini che non avevano realtà, ch' eran parvenze, che non avevan più ragione
non avevan più ragione di essere, ch' eran galvanizzaménto, ch'eran carname residuo.
di essere, ch'eran galvanizzaménto, ch' eran carname residuo. galvanizzare,
, ii-3-78: per una grotta volle ch' io andasse /... / per
gamba ne'lacciuoli,... sente ch' egli è preso, si dibatte,
... io rinteneriva di maniera ch' io mi sarei accordato facilmente a morire;
guarda la gamba, e'possono dire ch' io farei ogni contratto per vivere.
io ho paura / di quella striscia ch' io ti veggo al fianco. note al
ih questo modo a l'adrieto, ch' elli si conduce alla fossa. pataffio,
amici,... io son certo ch' elle averan buon fine... ma
freddamente vi ci portate, temo forte ch' elle non vadano (come si
pananti, i-81: vado nel modo ch' è più naturale, / che vale a
curvano e rovesciano, che sì / ch' era in gambe e fiero, ed ecco
. / sì logro e consumato, / ch' essendo male in gambe e derelitto,
messo l'ale, / fuggon, ch' e'par che il diavol se gli porti
gambe. lippi, 10-43: ciò ch' è in giuoco, in un fascio
4-142: ora m'aweggo io, ch' io sono invecchiato, che le gambe
andrea da barberino, ii-99: e poi ch' ebbono mangiato, disse mirabello a bosolino
e io, d'allotta in qua ch' io ero grande, / l'ho infino
questo punto gaveg- giata, / prima ch' io me mettessi le mutande; / pensate
: eh via, persuadetela, dino, ch' ell'è una grossa stramberia il pigliarsi
casacca lasca le sei [lepri] ch' egli ha erompo. -figur.
fidanzato). allegri, 93: ch' ella, ch'è venerata / su nella
allegri, 93: ch'ella, ch' è venerata / su nella terza sfera
seguir lor l'antica traccia; / ch' io so ch'io n'ho le vendette
l'antica traccia; / ch'io so ch' io n'ho le vendette a vedere
: tra i disgusti e il vin, ch' era squisito, / pareva in viso
l'uomo chiede suo proprio prode in ciò ch' elli fa. guido delle colonne volgar
i gambari per la cesta, come ardita ch' ella era, il pose destramente in
dica tu questo tra i centurioni, / ch' anno le vene gonfie e i gamberoni
d'eurialo suo caro: / però ch' ei fece a salio una gambetta, /
/ e presto la spicciò, per- ch' avea fretta. di giacomo, ii-560:
una sera gli fosse fatto gambetto, mentre ch' e'portava non so che guazzinguagnoli in
gambo un se ne coglie, / ch' un altro al ciel più lieto apre le
sarebbe detto, a voler fantasticare, ch' egli... non avesse valutato,
cilestrina? firenzuola, 952: il resto ch' ella tien poi rimpiattato / sotto la
giunto, vi giunse la ganda, ch' era un animale quasi della grossezza d'
la cui gente fa sacrificio così, ch' elli fanno fare uno ferro di cavallo,
fannosi appicare per gli capegli ad alti ch' egli portano lunghissimi, e poi si mettono
poi si mettono in collo questo ferro ch' è gangherato nel mezzo, e gridando
nelle mascelle con sì bel garbo, ch' e'te le cavi de'ghangheri loro,
cecchi, 1-2-35: io vo'dir oramai ch' e'vada a gangheri / ogni cosa
: trovar modo debbo, o dio, ch' i sono / tra l'uscio e
de i gangheri solo per due volte ch' egli l'ha vista. magalotti, 1-380
(106): il fatto sta ch' era realmente infuriato contro don rodrigo.
. 1827 (105): fatto sta ch' egli era realmente fuor de'gangheri contra
piattello. / di questa carbonata, ch' io v'addito, / chi non ha
... procacciarono e feciono fare ch' elle si recarono alle xxi, dicendo ch'
ch'elle si recarono alle xxi, dicendo ch' aveano rimesso l'uscio ne'gangheri.
rosa, 45: chi vuol creder ch' un ingegno uscisse / dai gangheri sì fuora
f. frugoni, vi-698: basta ch' ei vegga ima femmina, che subbito
mali umori caldi ragunati in certe gangole ch' hanno nel petto e nelle cosce. tanaglia
, 128: come guerì una femina ch' era gavinosa et avea le gangole e
sono per lo più i gentiluomini, senza ch' e'trapassino né a conformità di donna
. ariosto, 34-78: i mantici ch' intorno ha pieni i greppi, /
ganimedétto. nomi, 7-16: vedrai ch' io non son mica come certi /
, e valeva una ganta di riso, ch' è una picciola misura, un cruciato
di china si pesa a ganta, ch' è cantaro mezo, rotoli uno e mezo
i balzi d'esser un elefante, mentre ch' è un asino. = voce
vico, 2-104: le gare, ch' esercitano gli ordini nelle città, d'
1-410: quando il popolo vide ch' egli erano laudati ed apprezzati da'padri
, l'usignuol dei morti, / ch' è il pettirosso, e più l'alzava
parrà tant'altra e rara, / ch' a piantar talli poi farete a gara.
., 74-2: de'cittadini, ch' eran malcontenti, / e pigliavan tra
marino, i-72: il risapersi solo ch' io avessi presa gara col mur- tola
diffidi passo litterale, volse affatto chiarirmi ch' ella avea studiato in garamùffola e,
difetto radicale delle azioni ipotecarie si è ch' esse nella sovvenzione fissano i possidenti che
: l'afferra, e stringe tanto ch' egli scoppia; / di poi garbatamente gli
e un garbo di scrittore... ch' erano di certo fuor dell'ordinario.
: di'pure con tutta sicurezza, ch' egli è uno de i men belli sonetti
. fagiuoli, 3-101: chirone, ch' ebbe garbo, giudicò / prima achille
ciò gli sta il dovere, / e ch' ei non ha né garbo né mitidio
punto dispettosa, / la prima volta ch' ei le fa un garbacelo / gioco ch'
ch'ei le fa un garbacelo / gioco ch' ella gli fa qualche altra cosa.
. carducci, iii-19-179: poco avanti ch' ei morisse, domandava ad ogni poco se
che non può l'uomo sapere quello ch' egli sia. foscolo, xvii-152: ha
. te l'acchiudo onde tu veda ch' ella gareggia teco nel consolarmi della sua
gareggia col grillo il ranocchio / tal ch' i'non posso mai chiuder un occhio
capiscon di gioia nella pelle, / credendosi ch' ei venga a far con loro
nella bocca aperta il vino, / ch' ei tutto s'inghiottiva a garganella.
cara amica, è la prima volta ch' io vo a fano; e mi par
con quel volto turchesco e quei mustacchi / ch' han per l'italia sì famoso grido
il nome li fu dato / del garofil ch' esala a l'aura pura, /
esala a l'aura pura, / ch' alcuno licne coronaria chiama. ricettario fiorentino
o con teoridon, e poi, da ch' è purgato, garòfano2 [garoflolo, gheròfono
foglie simili al lauro, il fiore, ch' è di mirabile soavità, facilmente soggetto a
, 2-199: questi fiori, dall'odor ch' hanno di garofani, sono anche essi
di lisbona, per bravo ed eccellente nuotatore ch' egli sia, vi rimane annegato nell'
di dargli due garontoli / affé da quel ch' io sono. redi, 17-89:
dottori, 1-331: un'affamata arpìa ch' era l'usciero / con riverenza ritirò
femina non può tener celato se non quel ch' ella non sa. albertano volgar.
. stigliani, 2-155: se vuoi ch' io mi pieghi, / perché contendi e
noiose grida delle anitre e delle papere ch' egli aveva in casa. anguillara,
non così un'importuna cicala col garrir ch' ella faccia da un arboscello su l'ore
5-184: intronato l'orecchio dai garriti / ch' odo la sera dalla dolce dama.
obrobrio a quelli audaci / si converria, ch' altri bia- smando vanno / di colpe
che non tiene ascosa / l'arena più ch' una purpurea rosa / lucido vetro e
che su l'aurora / gli annunziò ch' era vicino un tetto, / una garrula
, 446: io sono la lampada ch' arde / soave! /...
/ soave! /... / ch' io penda sul capo a fanciulla /
co'fìgliuoi m'ha guerreggiato, / ch' i'non ti metta fuoco nel groppone.
/ e non prese arme, fuor ch' una squarcina / che nascondea quella vestaccia
mostaccio in fuori, né accapucciata, ch' è voltata verso il suo petto.
fuoco. boccaccio, ii-230: per ch' una notte, il giovane, dormendo,
arriccar li toi grazuni? / da ch' èi morto, i gran boccuni se fo
che i garzoni mi dicono che penson ch' ei sia ito a desinare, io
(i-672): con ciò che sia ch' ella fosse ancor garzona e non mostrava
suo patrone, / in che voi ch' el suo caldo amor comprendi;]
di darla sì dopo lunga soffrenza, / ch' i'tegno ben garzon ciascun amante.
certi garzonacci / l'abbin mandato poco men ch' ai sole. allegri, 126:
. allegri, 126: non altrimenti ch' a tanti guatteri di cucina,
alle murate, vi capitò quello garzonetto ch' è venuto con pietro pagolo di costà.
pascoli, 499: è un ragazzo ch' hai, là, teco: / un
. verga, i-436: escirono in istrada ch' era acceso il gas. serao,
) per indicare una sostanza sottile, ch' egli riteneva unita ai corpi e che designava
il loro ventre. comprende una specie ch' è un piccolo pesce comune ne'ruscelli;
garzoni, 1-416: i gastronomanti ch' indovinano per via di caraffe, dentro
: / di certa ambrosia mia / ch' io non so se poi libo. piovene
delle ferite del ventre con la cucitura ch' i greci chia mano gastrorafia
colla branca, dicono le femine ch' è segno ch'e'dee piovere.
branca, dicono le femine ch'è segno ch' e'dee piovere. gastrotomìa (
151): fue una buona femina, ch' avea fatta una fine crostata d'anguille
e conforto a lasciare / questa gatta ch' ha troppo duro artiglio. carducci, ii19-
, / e 'l muscia, strega, ch' è fatto, d'om, gatta
cioè il topo, cioè il misero peccatore ch' era così tra loro come il topo
egli è pur desso! / orsù, ch' io casco in piè, come le
è fresca e nuova, / e dico ch' io non compro gatta in sacco.
me, state fresco, perchè l'affronto ch' avete fatto al caro, v'ha
. varchi, 18-3-226: perché coloro ch' erano a guardia della porta o nollo
qualche gatta ci cova, che sì, ch' io scoprirò qualche tegolo, se io
(ii-290): se v'è qualcun ch' ancor la gatta voglia, / venga
pulci, 22-100: io vo'ch' ognun coll'arme indosso dorma; /
alla padella, uno alla gatta, / ch' io so che qualche trappola c'è
pulci, 18-122: non domandar quel ch' io so far d'un dado,
gatteschi e sfavillanti, io sospettai grandemente ch' egli mi bramasse per fine poco buono
d'emulazione codesta gara; si affermi ch' essa è per una ghirlanda di gattice
: la più ordinaria e meglior vivanda ch' egli abbia sono i gatti selvatichi. botta
gli avvocati poi mi correvano dietro, ch' io pareva il lardo ed essi una
detto del gatto lupesco, xxxv-n-288: quel ch' io sono, ben mi si pare
il dificio, cioè il bolcione, ch' è nel gatto, or mette fuori la
'nginocchiossi il damigello, / e dice ciò ch' egli aveva sentito. magalotti, 20-279
/ e veggia e faccia patto, / ch' ogni oste ha sotto 11 gatto.
girar la spada: / come si vede ch' all'astuto gatto / scherza col topo
pensi di uscire di gatto salvatico, ch' i'vo'che noi facciam gale.
la galea nemica / amadigi abbordar sì ch' entro passi: / grida, e d'
e costumato / e così ben creato / ch' ei rassembrava spirito divino. boterò,
sogno, demonio ovvero incubo, dicendo ch' è uno animale a modo d'uno
gattucci, / sorella, è un pezzo ch' hanno aperto gli occhi. periodici popolari
frutti de gli alberi chiamati bete, ch' in italia si chiamano gatuli,
gaudente / non avendo neente, / ch' aver lo secol totto / dimorando a
angiolieri, 105-8: quegli è 'l cavalier ch' è sanza vaio, / ciò è
giovane, 10-915: i'mi fuggi', ch' e'ne venia ratto, / e
chi noi pria chiamò gaudenti, / ch' ogn'omo a dio renduto / lo più
carità a un cugino scapolo, gaudente, ch' era condannato dai medici.
. cino, iii-44-39: tutto ciò ch' è gentil, se n'innamora, /
fraude, / così grazia mi dà ch' io non curi io, / sì che
.. / ite, donna gentil, ch' egli v'invita / a gaudio eterno
noi,... / ignorando ch' a gaudio va dal lutto. varano,
33: scrivi... / ch' ei mi è padre anche in ciel;
il pianto suo nulla sottragge; / ma ch' io non deggio esser col pianto amata
cui nostro signor lasciò le chiavi / ch' ei portò giù di questo gaudio miro
allegro, / a cantar cominciò tal ch' io vorrei j esprimer, ma non posso
o bel diletto, / veder allor ch' a un fonte, a un chiaro rivo
. laude cortonesi, xxxv-n-18: però ch' ellino eran giti / per lo mondo
capelli...; e pareva ch' entrambi ne avessero un gaudio senza fine.
tomi ancora / il buon ricciardo, ch' alia sua despina / vanne, e
a quello che qui ti rammento, / ch' io stava in tanto gaudio e in
tutte le generazioni delle genti mi diranno ch' io sia beata'. vittorini, 4-196:
sorta di nave oneraria,... ch' era legno di gran mole e molto
dee andare a gavazzare con l'uomo ch' è migliore di lui. 3
mi sono avveduto, nancia bella, / ch' un altro ti gaveggia a mio dispetto
e io, d'allotta in qua ch' io ero grande, / l'ho infino
a questo punto gaveggiata, / prima ch' io me mettessi le mutande. gr
de'battilori. ilfilo d'oro tirato ch' esce dalla prima filerà. = lat
, 35-9 (iii-175): le gavine ch' io porto sopra la testa, /
, 4-32: pensi tu, disse, ch' io non sia bastante / a castigar
pongono lo veletto alla gola e dicono ch' ella è infreddata. cavalca, 6-2-147