, si colmava di quel suo limpido sguardo ch' egli sfuggiva temendolo inquisitore. campana,
affibbiare. boccaccio [crusca]: ch' esso gli vide un fermaglio nel petto
, deh non è tanto / l'error ch' io fei, che merti sì gran
mia carne il primo manto / e ch' apra il guado ad ogni fibra e vena
vena. marino, 7-36: par ch' abbia entro le fauci e in ogni fibra
, o sangue in fibra, / ch' i'non senta tremar. domenichi, 1-370
sangue dell'animal vittimato, sol da poi ch' egli n'è uscito. muratori,
imaginare... il misterioso lavoro ch' è la polpa d'un albero, gl'
gittano, e 'l tornare ad unirsi, ch' elle fanno, a se stesse,
mediante l'articolo all'osso del femore egualmente ch' al- l'osso dell'omero. tarchetti
/ gridando: t togli, dio, ch' a te le squadro! ». g
(127): una folta ficaia ch' egli aveva appostata il mattino]. settembrini
: furgli addosso con tante ficate / ch' e'disse: buon per me che
per in sull'una mettere questo garzone ch' avea circa diciassette anni, e 'n
sul cappel ficca una piuma, / ch' ei sa giurar la fé di cavaliere.
ed estinse la equitazione del decreto, quel ch' era contra di noi, e tolsela
gli ficcassi gli ugnoni addosso, di sorte ch' eglino gli levassino il cuoio e la
un quinci e l'altro quindi, / ch' ei con man scacciar tentava indarno,
molto estreme / van vostre openion, ch' han ficco il piede / in cure sciocche
poco i miei panni vecchi a me, ch' io non voglio che tu mi ficchi
che tu mi ficchi in quelle sacchette, ch' io mi vi affogherei dentro. marino
età le ficcava nell'animo un pensiero, ch' ella si rimproverava amaramente: suo figlio
. giovio, i-102: dirò ben ch' el papa è stato un omo da
e nel limbo, / ché, pur ch' io mangi talor duo bocconi / e
braccia, menar per il dito grosso ch' è la presa da sbirro, legar
amistà raviva; / deh, fa'ch' a mie'mandati non sia priva / a
loro navi più ferme all'urtare, ch' e'marsiliesi facevano li becchi di loro
l'hanno avvezzo poi / in modo ch' e'non piglia altro diletto / che
strangolando or queste or quelle, fin ch' ha saziato il suo disio guloso, /
il diavol tanto lo sforzòe, / ch' orlando ginocchion quasi cadeva; / poi
). nievo, 1-305: cenato ch' ebbe... ficcossi nel letto a
ora il sudor della morte / a dir ch' io m'ho a partir di questa
: io pur sorrisi, come l'uom ch' ammicca; / per che l'ombra
di firenze o genova un velluto, / ch' ogni vento che tiri / creder si
fu data per maggior prezzo di quel ch' ella valeva, o per di miglior qualità
pavese, 7-187: l'ultimo venne ch' ero in cella, aprì la spia
un tufo / cheta; e fa ch' e'non si paia. -ficcarsi
b. davanzali, ii-511: posto ch' egli è, palalo con canne da
, iv-137: sopra gli oliveti e ficheti ch' erano nei campestri, [soprastava]
a celle e la sua parte del peso ch' è di sotto ala casa di giaffero
i-13-9: in questo tempo appunto, ch' io ti dico, / vennon di grecia
fave, a carne secca, / tal ch' ella fia malizia e non cilecca /
, per ferro o altra cosa dura ch' entri insino al tuello, onde il
rustico, vi-1-149 (19-8): per ch' io son certo la darai certana,
santo spirito uno sì grande cuore, ch' elli non teme prosperitade, né avversità
veda, sig. panfilo, chi sa ch' ella sia in casa, o veramente
. pulci, 22-77: tal, ch' ha il fico in man, ne cerca
anni ha preso per donna una giovane ch' appena ne ha diciotto; parti ch'
ch'appena ne ha diciotto; parti ch' egli abbia avuto voglia di fichi fiori?
scritte, / s'e'non dicesse ch' egli è quel ch'i'dico.
e'non dicesse ch'egli è quel ch' i'dico. -essere il fico deir
fatto antico. / i'so ben quel ch' io dico. or lass'andare;
or lass'andare; / ché conven ch' altri impare a le sue spese. /
valente, / con seguito maggior, ch' io non ti dico. boccaccio, vii-200
, 295: vi dico certo, ch' io messer donato non lo stimo un fico
ma voi, ser nanni, fate quel ch' io dico; / non v'impacciate
la discussione col dottore per dirgli chiaramente ch' io non davo un fico secco per
la foglia, ed altri imbrogli, / ch' io per me non istimo un ficosecco
parlando, e la buona sembianza / ch' io veggio e noto in tutti li ardor
avesse rotta meco, non ha dubbio ch' io averei potuto o tacerle o con più
e il nume, / qual ch' ei ti parla in cor, fa manifesto
in me di securtà ower fidanza, / ch' io mostro faccia chiara, e quando
1864): non passarono troppi giorni ch' egli mandò questo istesso maleche apportatore della
. laude cortonesi, xxxv-n-13: signoria ch' affranchi 10 core / è la tua
ché tu li farai perdonanza / più ch' adomandar non sapria. intelligenza, 298:
de romani legati, si potea dire ch' ei piagnessero liberamente piutosto ch'ei parlassero.
potea dire ch'ei piagnessero liberamente piutosto ch' ei parlassero. -favore,
segreto e disaminollo, e seppe d'alcuno ch' era de'detti congiurati e caporale de'
parlo a fidanza, perdonatemi, / ch' i'vi tengo da fratello. l.
gente. chiaro davanzali, xxvii-573-14: non ch' io confessi colpa al mio podere:
gioì fidanza / donami amor, più ch' eo non meritai. giacomo da dentini,
... a colui faccia fidanza ch' egli andrà dinanzi da dio.
sire, a forza m'aviene / ch' io m'apiatti od asconda, /.
, non si potessi finire; e ch' egli era stata una semplicità de'maestri passati
: le ripetè: -altri gli ha detto ch' egli stia per fidanzarsi con me?
un secondo partito, ove fosse risaputo ch' ella avesse ricevuto a casa il primo
danza si va: / fidanzato, / ch' egli è nato / sol per cose
: conoscendo l'imperizia di quei generali ch' erano fatti secondo l'animo suo, non
loro signore sì a lunga parte, ch' egliono erano bene amati e tenuti in
, i-238: quelli tre uomini romani ch' erano venuti ad assegnare li campi, non
virtù s'ell'è possente, / prima ch' a l'alto passo tu
5-1209: a tale infido mostro / ch' io fidi il mio signore e i legni
e la vergogna nell'animo loro, ch' essi uomini prudentissimi disaveduta- mente avessero fidato
ora non s'accosta troppo, / ch' ora non si fida più: / e
arcivescovo superbamente, e più gli altri ch' erano con lui, fidando all'or
sparsi / fui preso da virtù ch' io non vedeva. casti, ii-6-59:
i turchi m'abbian ne le mani / ch' io mi fidi mai più di parentato
: or ti va'fida in uom ch' aggia giocato. guittone, i-16-19: o
lor lianza, ché son sì cortese / ch' io temo del nascoso e del palese
che mi fidi o speri, / ch' un sol piacer m'apporte in tanti affanni
conduco genti / da me, qual ch' io mi sia, disciplinate; / e
, iv-300: vi sono de'giorni ch' io non posso fidarmi di me: un
113: perch'ella non si fidava ch' esso non scampasse, come aveva fatto
ogni altro per pagar lui, fidandomi ch' ei m'assista ch'ei mi difenda;
lui, fidandomi ch'ei m'assista ch' ei mi difenda; e quando preme,
, i-141: quando ti parrà ben ch' io sia scoltato? / più parlar non
ha carlo sì fidata terra, / ch' i'non sappi ordinar qualche trattato,
.. e un gocciolone per famiglio ch' è il maggior tristo del mondo,
v'accorre, e citerea, / ch' è del vermiglio dio fidata amica. manzoni
la casa del sonno; e comandagli ch' egli mandi, in magine del morto
. tasso, 8-2-386: l'orsa ch' a'greci in tempestoso mare / fu già
, che è la più fidata scorta ch' egli abbiano. -mal fidato: v
lalli, 1-1-17: sogno già dolce, ch' il mio sole amato / mi dimostrasti
perseguitar i colonnesi, perché si dicea ch' aveano in mano tutt'il tesoro del papa
diritto al creditore di esigere dal fideiussore quel ch' egli ha promesso, avverata la condizione
da due suoi serventi, / di quei ch' eran più fidenti. carducci, 284
favellar tosco (ma alla fidenziana) ch' io credo, che gliene avanzi poco per
stimula e martella, / come colei ch' è ingiuriata forte. matraini, ix-515
tasso, torrismondo, 298: uom ch' ai fin deporre in fidi orecchi / il
tanta nube / ricuopron l'aria, ch' era chiara e bella. domenichi, 5-52
selva fida / più piaccia a pan ch' arcadia mai non piacque. alamanni,
il tuo terreno / del caro pegno ch' io ti lascio in seno. forteguerri,
, 31-45: non avrei, fuor ch' a questi occhi fidi, / creduto
altri danaro o roba, ch' egli ne renda il valsente, con frutto
comprato questi occhiali a fido, e bisogna ch' io li vada a pagare '.
grande arma la mente, / ch' ai re ne va non men calda ch'
ch'ai re ne va non men calda ch' au- dace. redi, 16-v-389
letizia. di costanzo, 1-193: comandò ch' ogni giorno gli fusse mandato quel ch'
ch'ogni giorno gli fusse mandato quel ch' ella comandava per la tavola sua,
boito, iv-113: era un gran pezzo ch' ella... non faceva altro
colubro] i cacciatori; e incontanente ch' egli è morto, e'gli cavano
giorni, e vo appresso a guarirne avanti ch' io m'imbarchi. -per
che fele, / con l'umiltà ch' è vertù sì verace, / il farò
vie più dolce che mele, / sappiate ch' i'mi tenni per guerito. boiardo
/ ma infino al centro pria convien ch' io tomi. arrighetto, 216: colui
non stuzzichiamo i par suoi calabroni / ch' egli è de buoi ch'hanno alle coma
calabroni / ch'egli è de buoi ch' hanno alle coma il fieno. modio
si impari / dare, il men ch' è possibil, fieno a oche.
'. pananti, ii-116: allor ch' io canto i versi miei, bireno /
piano, / poi che nei monti, ch' aita neve imbianca, / tutto ad
ariosto, 8-15: gli antiqui amanti ch' erano in gran torma / conversi in fonti
virtute, e non mi pento / ch' ella sia nel mio cor, ma me
già si vedean spregiare per coloro / ch' eran pastor de la fede sincera.
inventato da'genovesi un nuovo cambio, ch' essi chiamano per le fiere di bisenzone.
vostra signoria che mi mandi que'denari ch' è piaciuto a la serenissima granduchessa di
è fatto all'intorno mercato, / ch' io non ti sia / venuto sempre drieto
la vita, e non è forza / ch' indi la tragga. 2
, appressatosi pianamente a lui, vide ch' ancor ei fieramente dormiva. -voracemente
n-12: il secondo grado di misericordia è ch' egli [dio] non voglia castigar
guiltone, xx-5o: quant'è, più ch' om, d'amore a 'n- formar
io, vostra bieltàte rimembrando / l'ora ch' io vidi voi, donna sovrana,
son sì feramente / che, poi ch' io voglia, non poria partire. collenuccio
2-8: tosto n'avisa il re, ch' a la novella / di lui si mostra
fieramente irato, / ed imagina ben ch' alcun fedele / abbia fatto quel furto
, donne, per dio, / ch' i'non so che mi fare! /
sì son or combattuto feramente, / ch' amor, la sua mercé, mi dice
amor, la sua mercé, mi dice ch' io / non le tema mostrare /
caso il duca alessandro, e dimostrò ch' egli gli dispiacesse fieramente. caro,
occulte se ne vanno / palme, ch' ha feramente arse e consunte / fiamma d'
arse e consunte / fiamma d'amor, ch' ancor ne'morti è viva. guarini
42: quando fiovo lo 'ntese ch' era suo fratello, sì si maravigliò
per somma fierezza e crudeltade, / ch' io finisca per fame i giorni miei.
; / ben lo pò fare amor, ch' ell'è su'usanza. arrigo testa
. arrigo testa, 1-74: poi savete ch' è oltragio, / cacciate la fereze
sta nascosa; / onde no spero ch' i'mai aggia posa, / mentre che
c'ha preso, con que'raggi ch' ella 'nduce, / nel firmamento la maggior
e la fierezza / di rodomonte, ancor ch' era infinita, / più che la
posta mi son tolta / di casa, ch' io non vuo'la sua fierezza /
le fierezze eran sì grate, / ch' io non bramai, né bramo,
allora rinaldino con tanta fierezza si mosse ch' io non credo che acchille a'liti
, 17-80: trovai 'l duca mio ch' era salito / già su la groppa
: aveva fatti tre salti baiardo, / ch' ognun fu misurato cento braccia, /
fra i ceti e le balene, / ch' allor senton piacer quand'uom dispera.
, 15-i-16: le chiome d'or, ch' amor solea mostrarmi / per meraviglia fiammeggiar
medici. tasso, 1-37: poscia ch' ugon morì, de'gigli d'oro /
, 75: o bella / e più ch' orsa crudel mia pastorella, / mentre
/ non gir superba e fera: / ch' a queste dolci e chiare / verran
« tu ha'fatta tal fallenza / ch' i'ti tengo per folle e per
peggio è d'odio scoperto, amor ch' è finto. cattaneo, iii- 1-14
chiocciolo gli deggia far credenza: / non ch' io ne dotti, tant'ha il
destina / a eccidio sì fier, ch' a le pendici, / ov'ella s'
e zel di quelle / cose, ch' intraman della vita il stame. marino,
sì barbare smanie il moto alterno, / ch' io mi sento nel cor tutto l'
pier detta vigna, 129: faria ciò ch' eo dico, / se non c'
saldi alle percosse / del mar, ch' ondoso v'apre e vi dismembra, /
/ quant'alcun crede, fu sotto ch' io nacqui, / e fera cuna,
sottil penserò / che par che dica ch' i'mai no la veggia: / questo
: re norandino era venuto al loco / ch' avea constituito al fiero gioco. tasso
terzo lustro appunto / il tempo, ch' io durai / nella fiera battaglia •
, forbendola a'capelli / del capo ch' elli avea di retro guasto. boccaccio,
. villani, i-1-4: fama è ch' essendo egli fanciullo ancora, / la genitrice
ancora, / la genitrice sua, ch' era norvega, / e che de la
ancora [la siepe]; fate ch' emetta radici più robuste, aculei più
infiniti sospiri or l'hanno spinta, / ch' è nel mio mare orribil notte e
tornare avea, / entrò nel mar ch' era turbato e fiero, / e gran
. tasso, 4-55: sì come nave ch' improvviso e fero / turbine scioglia da
i-1192: non fui guari andato, / ch' i'fui nella deserta / dov'io
sì forte e dura e fera, / ch' eo non posso né viver né morire.
439: in quell'ora amara, / ch' io non so ancor, dell'ultima
; ma in una maniera sola, ch' è in fare un corpo nudo muscoloso e
in aqua freda, per lo calore fievole ch' è dentro il corpo inforzare. soderini
tiene una partita di rosso, e ch' hae frarore buono e soave, e
hae frarore buono e soave, e ch' ha savore non troppo forte, né troppo
meco s'adira / per queste fievolezze ch' io gli canto; / doglie di capo
x-4-75: stretto il ferro, / ch' era poc'anzi di mia man caduto /
, così piena di sangue e pesante ch' era al punto di venir attratta insieme
/ lo perfido assassin, che poi ch' è fitto / richiama lui. sacchetti
che gli è maggiore mestieri, imperciò ch' ella non vi si figge, che
il mio perduto ingegno? / che poi ch' uscì da'bei vostri occhi il telo
cessar, tanto l'afflisse / questo dolor ch' infermo al letto il fisse. n
fisse, e ascoltava / che fosse ciò ch' ell'udiva mugghiando. cicerchia, 1-196
liberar lui. prudenzani, ix-542: mentre ch' io era in uno arbor montato /
. iacopone, 89-68: enconte- nente ch' eo fui ionto, / non me lassò
boccaccio, vi-294: serella disse / ch' uno liofante udir le pareva / giacere
cicerchia, xliii-439: ciaschedun s'accorge / ch' elli è 'l signor: ciascun la
bella subito rispose. pulci, 16-38: ch' io pur non vidi mai più bella
morte, / e tanto viverai, / ch' avrai 'l viver a noia. a
bellezza e i musicali accordi, / ch' alto mistero d'i- gnorati elisi /
fra le bestie osserverai, / che quel ch' è men bestiai, meno è figliante
iii-15-52: cupido è il primo mostro, ch' ella figlia, / il qual è
. bellini, ii-102: so quel ch' io dico [parla una conchiglia].
e 'n luogo d'un solo albero ch' era, multiplica in una selva di rampolli
, 28-113: l'altra terra, secondo ch' è degna / per sé e per
de'tolomei, vi-472 (2-13): ch' i'sie su'figliuolo a me non
la figliuola della scrocchia sua moglie, ch' era sua figliastra, prese per
vi fu un figlio piccino d'erode ch' era a balia in betlemme. per
vincer poter dentro da me l'ardore / ch' i'ebbi a divenir del mondo esperto
potrebbe decrescere quel da vero figlio della brianza ch' egli era, veniva a svegliarmi numero
chiesa. pavese, 5-112: teresa sapeva ch' ero figlio bastardo e gusto in opere d'
par di voi libera nacque / questa ch' io stringo al sen materno. galdi,
cicogna i figli, / e come quel ch' è pasto la rimira; / cotai
figlio d'affanno; / gioia vana, ch' è frutto / del passato timore,
, 320: ruscelletto orgoglioso, / ch' ignobil figlio di non chiara fonte / un
che sia tra 'l nilo e 'l segno ch' ercol fisse, / con volontà d'
tor moglie / (com'ei pensa ch' e'voglia) in firenze, / che
firenzuola, 984: però, fin ch' io vi vengo a visitare. /
, baciate il figlioccino, / che sin ch' e'poppa vi si può fidare.
maggiore. goldoni, iv-90: voi dubitate ch' io ami la vostra figliuola, ed
fuor con l'alma dolcemente / questo ch' io spargo in voi sospiro ardente. campanella
giacere con seco la predetta giovane, ch' era sua figliuola spirituale. 4
, fammi vendetta / del mio figliuol ch' è morto, ond'io m'accoro.
occhi al figliuolo alcuna madre, / ch' avea per morto sospirato e pianto. guicciardini
, cioè le femmine si vuogliono scegliere ch' abbiano i fianchi lati e lunghi,
ed a fermato [dio] crede / ch' ai figliuoi tuoi procede / sì che
/ pe'discreti figliuo'di quel comune / ch' è d'ogni provedenza alluminato? rinaldo
, e di quella parte di lui ch' è più nobile. loredano, 1-2:
senti'fra 'l sonno i miei figliuoli / ch' eran con meco, e domandar del
del peccato originale, o attuale, ch' è in sulle spalle di tutt'i
ix-542: come di'tu, ch' egli è di bisogno di esaltare il figliuolo
dell'uomo? chi è questo ch' è figliuolo dell'uomo? passavanti, 5
: dirò di te, signor, ch' egual eterno / figliuoi col padre se'
. sacchetti, 221: lo re, ch' avea ancor l'animo bieco / contra
da un babbo o da una mamma / ch' abbia parecchi figlioletti intorno, / si
progne si lamenta o filomena, / ch' a cercar esca ai figliolini ita era
gozzi, 1-397: diceano... ch' ella avea partorito le risse e
iacopone, 90-169: sì corno ferro ch' è tutto enfocato, / aira da
la principal fra l'altre tutte, / ch' è fabricata in sferica figura. g
lo illuminasse sicché elli intendesse quelle figure ch' elli aveva veduto. carani, 1-35:
figura, / merzé li chereria / ch' a lo meo male desse alleggiamelo.
vedut'ho la lucente stella diana, / ch' appare anzi che 'l giorno rend'albore
m'era dinanzi a la figura, / ch' avea in me de'suoi raggi l'
forfè la temenza e la paura, / ch' i'ho vedendo madonna in figura,
e sua figura, / udirà quel ch' in eterno rimbomba. ottimo, i-360:
un colle più belle membra, / ch' io vedessi mai a niun donzello; /
, giacere sopra il terreno nudo uno ch' appena aveva figura d'uomo, tanto era
acerba, / la bella giovenetta ch' ora è donna. -espressione,
in altro abito sola, / tal ch' i'non la conobbi, o senso umano
1-214: ma tanto ne so dire / ch' io le vidi ubidire, / finire
, / sì come una figura, / ch' io vidi, comandava. dante,
oroscopo. tassoni, ix-409: dissero ch' io aveva composta contra di lui la
un indovino, / e disse, ch' io sarei sempre sgraziato. -fis
guardo in quella pintura, / e par ch' eo v'agia avante. guittone,
22 (58): av- visoti ch' e dua panni dipinti ch'i'ho,
av- visoti ch'e dua panni dipinti ch' i'ho, l'uno è de'tre
non m'è avviso, / awegna ch' elio piaccia a la scrittura, / che
rosa, 65: l'alma, ch' è di dio copia e figura, /
ma dentro portan la dolze figura / ch' a l'anima gentil fa dir:
tavola del sig. generale acton, ch' è la prima figura di quel regno
egli è un grottescaccio sì sconciamente spaventoso, ch' e'par la valle di giosafatte.
, costui, femmi paura, / ch' a mostrar la miseria e la grettezza /
, non sarà stimata vana l'allegoria ch' io ne feci, a la quale posso
foscolo, xiv-234: la figura buffona ch' io ho fatto ier sera nel tuo palco
forteguerri, 23-66: questa la ragion, ch' i sui nipoti / fanno sì bella
isotta la bionda, per la grande volontade ch' egli avea di vederla.
. m. cecchi, 1-2-529: basta ch' io fui figura di rilievo. lippi
non vi fidate / troppo di lui, ch' e've l'attaccherà / e doppia
. malvezzi, 2-199: i castighi, ch' avvennero a gl'israeliti, avvennero loro
innamo- rato,... avanti ch' e'ne trovi un paio che s'affaccian
e s'ei vi chiude quell'altra ch' è bianca, / in femmina si muta
occhi azzurrini che vivevano ancor tanto allora ch' io la prima volta la vidi -che
avvedervene, v'ho figuralmente rappresentato quel ch' è la natura. = comp
parto intente, / i nati fìgliuolin ch' a pena han moto, / con la
dotta e con più bel colore, / ch' a 10 specchio figura al fin se
è immagina, che mi figura quello ch' io poco avanti diceva. 8.
l'alta trinità si figurasse, / e ch' io a ciò pensasse / pensando nel
la figura / ogni senso, o ch' io dorma, o ch'io sia desto
senso, o ch'io dorma, o ch' io sia desto. tasso, 6-78:
costui non son digiuno »; / per ch' io a figurarlo i piedi affissi.
: questo ti diedi / questo sol ch' io potea, la vita e 'l sangue
in tutta l'italia, ma, quel ch' è più curioso, lo stesso infarinato
ad uno luogo che si chiamava proneste, ch' era quasi figurato come becco di mare
par che vi mòva / l'amor ch' è figurato in vostra cera. tedaldi,
15-18: per la sensualità figurata, dicono ch' ella con le sue lusinghe e con
. pulci, 24-110: io rispondo ch' egli è figurato / il detto della
quale egli disse raccontando convenevolmente a uno ch' era acceso di simigliante desiderio. di costanzo
... ma nella figurazione fantastica, ch' egli subito se ne fece, e
su la punta della lingua tutto quel ch' ho nel mezzo del cuore. forteguerri,
? / -e che sollievo mai / volete ch' io ne speri? / -ch'abbian
dato luogo al signor taddeo cunze, ch' è il figurista che si è egli scelto
spiar le file di rosse formiche / ch' ora si rompono ed ora s'intrecciano /
augelletti » (intendi la pollerìa) ch' ella ingrassava al filantropico scopo che ingrassassero
principali mezzi d'una istruzione pubblica rivoluzionaria ch' io raccomando al puro filantropismo, all'
/ c'han paur della fantasima, / ch' a vederle mi vien l'asima,
sua volubil rota / si volse, in ch' ella fila il nostro stame. boccaccio
, 5-1220: tanto si percosse, ch' egli filava tutto sangue. marino, 1-90
che fai tanto sottili / provedimenti, ch' a mezzo novembre / non giugne quel
filo a che s'appicca e, poi ch' è giunto, / col tatto in
ha spiedo né freccia; / o ch' egli fila e mostra la paura / ch'
ch'egli fila e mostra la paura / ch' ebbe, a dar volta, di
pezzetto di vigna sullo stradone nel tempo ch' ero soldato. passò quel tempo che
salvini, 41-416: un'altra lezione dice ch' e'non furon fichi, furon tortelli
belle. foscolo, xviii-m: dio faccia ch' ella siccome perde un po'gli occhi
. ruscelli, xxvi-2-157: credo, ch' abbiate udito, se non letto,
: niuna parte, per piccola, ch' ella sia, è indifferente a questa
dica: vello vello, / un pedagogo ch' è fatto notaio? =
di cottone battuto o di filaticcio, ch' è filato di seta stracciata, detto
, il filato ingrossa e muta l'essere ch' ell'ha cominciato. boccaccio, dee
andai a germanedo, attraversai il paese ch' è tutto in pendìo, poi il ponticello
pena di due soldi per ogni mazzo ch' ella n'avesse a filatoio. boccaccio,
/ non mi posson rimover, ben ch' io voglia, / da te, né
/ in lui si legge quella filautia / ch' hanno le donne bambe e scimunite.
dell'amor proprio, rallegrandosi degli applausi ch' ella meritatamente riceve, perché se ne rallegran
a conservar se stesso, credibile non è ch' ei procuri, confessando, la propria
distribuire i cittadini in più corpi, ch' essi appellavano file; e quelli sottodividere
aretino, 1-103: -dice egli ch' io merito la robba paterna, però
4-290: le lettere di ragguaglio, ch' egli scrisse quasi in sul momento della
..., sono anche testimonianza ch' egli non si sia bruttato di fiiial sangue
padre nimico, quelle cose farò a te ch' io non feci anche a'miei nemici
si usano nell'arte, e scardassata ch' è, si fila dalle filiere col molinello
versi a mano a mano, / ch' io parea legger dentro a uno stampato.
età candida neve fiocchi, / fa ch' ai tuo raggio io mi riscuota,
/ malvagio sguardo minaccioso scocchi, / ch' aspersi di velen raggi e faville /
lana tinta nel latte; e conviene ch' e'giovanetti dopo 'l rasciugamento ridano.
segno, torno / sopra il verron, ch' in modo era locato, / che
ii-293: ma poi, ridotto ad altro ch' era pria, / vivace, ardito
può essere stato altro che un fiocco ch' egli avrà fatto loro. -fare
vite tanto, che caschi quel seccume ch' ella fa, dove i bruchi covano,
fiòcini / in palmo di mano / ch' egli lecca nel vano / attento se cada
/ morta è la donna tua, ch' era sì bella. idem, inf.
, inf., 1-63: mentre ch' i'ruvinava in basso loco, / dinanzi
io non potè'mai formar parola / ch' altro che da me stesso fosse intesa;
fiocco e reco, per dir quel pocco ch' io potrò. tasso, 1-13-36:
i-101: non sentono, signori, ch' io son fioco? / faccia il piacere
bontempelli, 20-198: quando m'accorsi ch' era lo svegliarino, cacciai la testa
pisa, 2-87: ma la trombetta, ch' andava per la terra, diede un
la terra, diede un mal segno, ch' ella faceva uno verso fioco, come
le voci advocatorie fioche / delli notai, ch' abbaian forte al banco? pulci,
3-75: maestro, or mi concedi / ch' io sappia quali sono e qual costume
se pure non è un gioco / ch' altri e non lui conservi l'apparenza
per la poca / lor fé, ch' ora gelata stassi e fioca. p.
audienza è stata attenta, / se ciò ch' è detto alla mente rivoche, /
solea ne la milizia antica / quel ch' allor si chiamava baleare, / ed or
fionde / tiravan contro al mur, ch' era vicino, / e sassi e pietre
1-86: vedeste mai il bel magistero ch' è lavorar drappi ad opera, massimamente
dolce tempo quando foglia e fiora, / ch' egli tendea nei prati i padiglioni.
ha da me a lei: / ch' i'non cherre'a di'altro paradiso,
fossi sicur d'un fiordaliso, / ch' ella dicesse: -con vertà 'l ti diei
ti diei! - / e no, ch' i'fosse dal mondo diviso! dante
fanciulle, ed il narciso, / ch' ella non ama delle parche i fiori
. pascoli, 1328: il fioraliso, ch' ha lo stelo / sottile, porta
vaga assai che i fioralisi, / ch' ai tuo partir portasti il mio cor teco
il mio cor teco, / ecco ch' un picciol capro in don t'arreco.
macone, tu sia laudato, poi ch' è morto quel cavaliere coperto a fior-
vedi ben quella bandiera grande, / ch' insieme pon la fìordaligi e i pardi
né di fiori olezzar vie cittadine, / ch' io non ti vegga ancor qual eri
en cristo l'ò ensita, / ch' è fior de granato. guittone, xix-93
color azzurro. detto così da certi cornetti ch' egli ha, in foggia di cappucci
azzurro; detto così da certo cornetto ch' egli ha in foggia di cappuccio. se
trecento fiori, li quali fece loro vedere ch' erano ducati d'oro. dante,
si sprima / per foco, fin ch' è bianco ch'era nero. bibbia volgar
per foco, fin ch'è bianco ch' era nero. bibbia volgar., i-462
sopra negro o giallo, è cattivo segno ch' egli abbia a durare in buon essere
ciò si vede nel mondano errore / ch' oggi non s'ama il frutto ma sì
/ e, ora, maggiormente assai ch' amante / so stato ver di lei,
23-88: il nome del bel fior, ch' io sempre invoco / e mane e
vergine ramo / nacque il bel fior ch' alluminò il mondo / e ch'è la
fior ch'alluminò il mondo / e ch' è la mia speranza e 'l mio
al volto i fior le toglia, / ch' amo quel bello in lei che mai
, / sì che vergine sia, donna ch' è sposa. morando, 258:
, prego, questo primo fiore, / ch' ora nel picciol mio giardin s'avviva
. ariosto, 33-46: federico, ch' ancor non ha la guancia / de'primi
giovane, 9-349: quel che par ch' abbia d'occhi di civette / foderata la
guar- dacuore suo sia sì fodrato / ch' ella non caggia a merzé di persona
, 1-98: io vo persuadendomi / o ch' io vi sia paruto un fanciullaccio,
lisa ei fece / vo'in contraccambio ch' anche noi facciamo. / s'ei pria
e le fodine dell'indie erano quasi ch' esauste e mancate per loro avarizia,
il detto muro, tutta l'acqua ch' era nella città ricorse con grande foga all'
in cia- schedun paese, / ch' abbin pazzia di quella buona foggia.
, e sì nuove, / ch' eterno può sperarsi il secol d'auro.
, / che, se volete pur ch' io ve lo dica, / me l'
, e così perennemente ed essenzialmente, ch' ella non può conservare la sua forma
che maschio parea veracemente, / più ch' altro mai bellissimo e piacente. sacchetti,
si debbiano / stimar da gli altri quel ch' essi si stimano. piccolomini, xlv-i7
vi è ricreata, è un materiale libero ch' egli [parini] ricompone a sua
di ieri, di quel dolce passato ch' è più in dispetto ai foggiatori del
, v-246-41: eo somiglio a la state ch' aduce foglie e fiori. ristoro,
'l primo nascimento / de lo disio ch' è posto nascoso; / la foglia
bencivenni, 4-82: dio non è capra ch' elli si pasca di foglie. moniglia
soglia / giù digradar, com'io ch' a proprio nome / vo per la rosa
• 'mi parve... ch' ella mi facesse piovere su la faccia,
spero far sì con l'aiuto suo, ch' egli non ti verrà fatto di levarne
suo gambo un se ne coglie, / ch' un altro al ciel più lieto apre
volgar., 12-3: quella fava ch' è di gennaio seminata, in questo
vostre voglie / e 'l vostro cor legger ch' è 'n voi assiso / sì come
., 1-14: sempre è più leggier ch' ai vento foglia, / e mille
so che me ne dire, / ch' il cervel suo fa come la foglia.
. fazio, ii-34: tu vuoi ch' i'ti palesi / de tesser mio e
23-40: ei duo mi trasformare in quel ch' i'sono, / facendomi d'uom
non perde. fazio, ii-19: ben ch' io pur pensi che, come l'
sapeva vender caro il malandrino, / ch' avria tratti danar sin dalle foglie.
di doglia, / se tu consenti ch' io abbia tal marito! ariosto, 6-17
via: / dite la vostra, ch' i'ho detto la mia. note al
la via; / dite la vostra, ch' i'ho detto la mia'. magalotti
come smeraldi. sassetti, 296: forse ch' elle [stoviglie] sono fatte da
fagiuoli, 3-4-1 io: ma quella ch' a noi tocca alla giornata, / son
, per fretta e per molti lavorìi ch' abbi, puoi pulire le cornici e fogliami
o altri lavorìi sottili in ariento, ch' è una bellissima cosa a vedere.
921: mira quel bel fogliame, ch' uno acanto / sembra che sopr'un
la region del tartaro profondo, / ch' a fogliami di gitto ha un partimento /
tempo quando foglia e fiora, / ch' egli tendea nei prati i padiglioni.
. orlandi, 8: lo gran piacer ch' i'porto immaginato / d'un arbore
4 di trevi, ch' era ormai a pochi passi da noi e
.. è molto maggiore di quel ch' egli è segnato: ma si ha fatto
/ tal di me fo, da po'ch' i'fu'berzaglio / segnato dal tuo
, 2-24: il foglio mi constringe ch' io non scriva più. macinghi strozzi,
marco (che ho mostro loro de'fogli ch' egli scrive), che ha
: dentro vi trovò uno bellissimo libro ch' avea quasi i fogli grossi come tavole,
la bibbia estense in gran foglio, ch' è uno de'più rari pezzi di quella
quale ha nome esarco, un libro ch' avea li fogli di rame. ser
. ma. segneri, ii-131: quel ch' io t'ho detto...
leggerebbe 'i * mi son quel ch' i'soglio'. carducci, ii-4-13:
, 31-16: poi che non comprendi ciò ch' io voglio, / ti spiegerò più
. guarini, 350: orsù bisogna ch' io v'apra il foglio.
dato el foglio bianco, e vuole ch' io governi per lo avenire a mio
/... di queste cose ch' io ti narro, / un breve fa
che ricoglieva quasi tutta l'acqua della città ch' andava in arno e chiamavasi lo scheraggio
giorno in casa, e consumatomi / ciò ch' io ci avevo. l. salviali
dice marziale, il più ghiotto boccone ch' ei trangugiasse. -fogna di
, quella somma e quantità d'accatto ch' egli pareva a lui che a detta
mai / che una puttana sia cagion ch' io moia. citolini, 169: quivi
, signori miei, pieni d'ammirazione ch' io vi narri fole di romanzi, o
de'romanzi e alle ciance de'poeti ch' esaltano questo appetito come autor di fatti eroici
celebrar le cene. filicaia, 2-1-151: ch' epimenide il saggio in sogno udisse /
. piero da siena, 2-43: quel ch' io ti dico non tenere a fola
, ix-491: non creder a parole / ch' altri ti dica per esserti a grato
acciò che quella gente convertisse, / ch' adoravan pianeti e vane fole. baldi,
. caro, i-168: le molte brighe ch' io ho, mi fanno pensare ad
una folata / di polline del tempo ch' è ora dei fieni? bocchelli,
tormenti sono in tale folce, / ch' altro non veggio che l'oscura morte.
destra mi sostiene e folce / sì ch' io non caggio. marino, 348:
caggio. marino, 348: tosto ch' a l'aria apparve / l'instigator feroce
. petrarca, 363-13: al signor ch' i'adoro e ch'i'ringrazio,
363-13: al signor ch'i'adoro e ch' i'ringrazio, / che pur col
dunque sì, se sì mi folci / ch' io di giovanni poggi nell'altezza,
. iacoflone, 69-71: cristo disse ch' eo en lui non me folcisse,
parini, 355: com'ombra il sol ch' oltre al meriggio varca, / segue
. gadda, 7-165: non occorre ch' io ricordi come i canti popolari, il
ne gìo al- l'aterrato, ch' era alvato e senza follena. viani,
che l'infelice ulisse mio raccolse / allor ch' errando, il mio gran padre irato
senso (rapidissimo, una folgorazione) ch' era stato il troppo amore ad atterrarmi
e mar dar loco fansi, / ch' i'vidi amor con tutti suoi argomenti /
suoi argomenti / mover contra colei di ch' io ragiono. zanobi da strada [s
rimase altro lume ai naviganti / che quel ch' uscìa dai folgori tonanti. mascardi,
fiere di tua luze, / vezendo ch' altri d'essa prende luze / più che
. rucellai, 2-8-14-118: proverommi il me'ch' io saprò ad accennarvene qualche cosa in
, che fu nobil creato / più ch' altra creatura, giù dal cielo / folgoreggiando
folla vera, l'immensa folla unanime ch' egli aveva veduto fluttuare dianzi nella conca
folla e per la grande stretta / convenne ch' io sospinto addietro gisse. buonarroti il
una moneta di rame senza conio, ch' essi chiamano folari. balducci pegolotti,
giacomo da lentini, 47: ogn'omo ch' ama de'amar lo so onore /
i'mi fui qui troppo folle, / ch' i'pur rispuosi lui a questo metro
di sé i folli e i savi / ch' udir parlar di così fatto còlto.
tal maniera: vanità, e ciò ch' io veggio è vanità. tavola ritonda,
, 34-65: dio per questo fa ch' egli va folle, / e mostra nudo
ischiferai lo consiglio de'folli, perciò ch' e folli amano le cose folli, e
ahi folle! ancor non sai / ch' amor va nudo? segneri, ii-89:
ii-89: vieni ornai, sì ch' a l'amor mi tolle, / che
come, malvagia donzella, pensate voi ch' io v'ami di folle amore?
sì folle sapire, / che credono ch' amore sia niente. inghilfredi, 4-10:
dispregiando e nominando folle / il desir ch' ebbe di lasciar la vita, /
eredia, 16: gran tempo è già ch' io mi ritraggo, e furo /
: ma non è guaire ancora, / ch' eo fui in aventura / di perdere
contrario a la virtù, che quelli ch' è folle largo. libro di sydrac
; ma egualmente non cade in dubbio ch' è ingiusto e folle il lamento il
uscito quasi dal sepolcro in que'giorni ch' io m'awicinava per l'ultime volte a
volgar., 3-273: la vertù, ch' è divina, si finisce in cosa
/ e talor senno usare, / ch' è pegio che follia; / per zò
follegiare, / tegnome e beato / per ch' io sono a lasciare /
abisso,... / è ver ch' a vostra legge / io poco intento
nell'altrui desco? / incauto augel ch' a l'intricata pania / ti risospinge il
come folletto / gittato ha via ciò ch' io ho innanzi posto. berni,
che de la più non sarà mai ch' intenda. tasso, n-ii-266: dubiterei
creder mi fa e la mente conturba / ch' ella sia dessa? oh vana fantasia
folleiare / e talor senno usare, / ch' è pegio che follia. guinizelli,
fra me medesmo comincia'a pensare / ch' era follia se più navicava. andrea da
vedi la verità figlia del vecchio, / ch' in- nanzi a gli occhi gli sostien
giunge, e tiene un premio / ch' era follìa sperar. -furore,
servo e voi dispiace / veggio ben ch' è follia, / ma d'amare è
non disdegnoso, / ché questo amor ch' allotta vi furai, / per se stesso
a tal follia / m'indusse, allor ch' i'ruppi / i tuoi amorosi gruppi
è follia d'amante insano / dir ch' un guardo lo ferì. metastasilo, i-26
e gli altri provvedendo, / cognobber ch' essi avien fatto follia, / della
tommaseo]: molto gli dispiacque ciò ch' ella gli disse, perocché 'l tenne a
feto. gherardi, iii-79: dapoi ch' è il sangue perfetto dall'uomo nel
umiliando. / se non l'hai di'ch' errore / e colpa over follore
/ fu quand'io dispetosa / credea ch' egli altra amasse. fiore, 156-4
volta / tanto leggier, che fa sembrar ch' abbia ale; / e dove la
, intonso, orrido panna, / ch' avesti il nome dal tuo vago e bello
, 9-6: attento si fermò com'uom ch' ascolta; / ché l'occhio noi
pensieri e di paura / per una folta ch' i'mirava nebbia, / così m'
/ infra me dissi: « non so ch' io far debbia *. petrarca,
nebbie del duolo oscure e folte, / ch' avea lor prima intorno al petto accolte
mirando fra la gente folta, / ch' a tór dell'oro non voleva aiuto
cielo e terra: e 'l mulo, ch' egli avea sotto di sé, passò
marini, xxiv-799: parve a calloandro ch' ei, dalla torre precipitandosi, n'
, 18-153: la bella man, ch' abbandonata e stanca / rade il suol
boccalini, iii-18: piaccia a dio ch' egli termini con la sola rovina mia e
cachexia, forse per quella mollezza putrida ch' è sotto la pelle, che par
spasmodico non fosse per assalirlo prima ch' egli fosse a casa sua,
la maggior parte degli uomini vorranno credere ch' io ami zelinda per interesse; e chi
durarono pur la povertà del legato, ch' avea l'animo grande e la fonda
anonimo, ix-558: cent'once d'oro ch' i'ho nella fonda / volentier gli
. sì ne venne fendendo come pietra ch' esca di fonda. cieco, 9-48
. vallisneri, iii-563: quella, ch' ora è pietra, fu una volta
fondacci / d'una casata vecchia, sì ch' egli è / vin fiorito. giusti
ho io sentito e riso, / ch' anche trovi talor qualche fondaccio, /
.. per nove pezze di bucherarne ch' ebbe dal fondaco nostro. rinaldo degli albizzi
una fondamenta rumorosa o da un ponte ch' era parte di un'arteria principale.
smaltatura e rimangono sì picciolmente fon- damentati ch' il gran caldo li strugge.
base della fabrica, cioè quella parte ch' è sotto terra, la quale sostenta
: non vi maravigliate perché io dica ch' io desideri di vedervi fare uno vero
. pulci, 27-78: tanto è ch' io ci ho trovato fondamento, /
cultà. nardi, 373: parve ch' ei piacesse a'romani di fare esperienza
senza il timore di dio; però ch' ella è il fondamento della nostra ruina.
aveva condotto i convertiti alla chiesa, ch' era appena alle fondamenta. -fare fondamento
autorità che si mostri, e per ragioni ch' io oda, non veggo fino ad
, / capaci ancor di far qual- ch' opra bella; / ma non vi si
parti amene / la cittade fondò, ch' oggi per terra / destrutta giace,
. tasso, 6-iii-39: reai città, ch' appoggi il nobil tergo / all'erto
messer rubaconte della torre di milano, ch' era podestade in firenze. cecco d'ascoli
e non contentandosi di tanto beneficarmi, ch' ell'ha fatto loro la forte abitazione
fondar sedia? anguillara, 3-4: poi ch' ai bel regno mio non vuol ch'
ch'ai bel regno mio non vuol ch' io tomi / la legge del mio padre
/ dimmi, apollo, ove è ben ch' io mi soggiorni, / dov'abbia
ma robusto toro, / girolamo, ch' ai passo fonda il piede. /
passo fonda il piede. / oh ch' arca di dottrina, di che tesoro /
. e santo francesco diceva di lui ch' egli era degno d'ogni riverenza, e
era degno d'ogni riverenza, e ch' egli avea fondato questo ordine, però ch'
ch'egli avea fondato questo ordine, però ch' egli era il primo ch'avea abbandonato
, però ch'egli era il primo ch' avea abbandonato il mondo, non riservandosi
nome d'una persona; ma, più ch' amendue quelle cose, è stimata una
distrugge. tasso, 13-ii-382: ciò ch' io fabbrico in terra e ciò ch'io
ciò ch'io fabbrico in terra e ciò ch' io fondo, / infelice architetto,
il prossimo come te medesimo, cioè ch' egli abbia la grazia da dio e
che più assai ne sappia di ciò ch' egli mostra. 0. rucellai, 8-29
/ che si fura nascosa; / ch' un solo uom la porìa / succhiare e
deposito. folengo, ii-130: v'annunzio ch' ad un popol di fé manco
voi mi domandasse / in su quel ch' i'la fondo, ecco io vel dico
di quel suo eroe era il fatto ch' egli non conosceva il proprio padre.
pietre conce, grosse e ben fondate, ch' erano prima sottili e di mattoni,
un osso petroso, duro e perforato, ch' è dell'ossa chiamate le mendose.
, / celare ora non puoi quel ch' io ti scrivo, / perché 'l tuo
: credo, che questa ombra di sogno ch' è la vita parlamentare italiana, dipenda
sono sì congiunti e fondati fermamente, ch' elli non se ne partirebbero per morte né
poetare fu capo il marino; ancor ch' io non nieghi ch'essi due fondatori sarebbono
marino; ancor ch'io non nieghi ch' essi due fondatori sarebbono per sé stati
prima volta, dalla sua fondazione, ch' essa fosse interamente espugnata. cattaneo,
fundere nelli grusuoli quello poco de argento ch' a le volte a le mane li pervene
vite del pergoleto ower d'arbusto, ch' è d'intero tronco, nella terra robusta
contra dio sempr'hai pugnato, / e ch' elio ti so- stegna io non ragiono
/ io voglio in tua presenzia, ch' alcun dubbio / però non abbi ch'io
ch'alcun dubbio / però non abbi ch' io voglia involarteli. giordani, vi-9
a. donati, ix-486: i'ch' era freddo / di subito senti'l'anima
l'ultimo adio a tutti quelli, ch' erano su'l palco...,
ma la pittura astrae le superficie assolute, ch' è difficilissimo lavoro d'ingegno. b
e raffinata a quella purità e sottigliezza ch' ella può unicamente ricevere nelle misteriose fonderie
poco di fondiglia / sentia falerno, ch' era una delizia, / lontano un
, 2-84: in casa nostra, ch' eramo uno stuolo, / soleva fare
pari da svogliati, / ma sì fondi ch' un vi nuoti. g. raimondi,
quarantotti gambini, 7-209: il mare, ch' era quasi altrettanto liscio delle saline,
cupi / coralli assai fini / di quei ch' usan pescar l'arabo e 'l moro
il fondo di una bottiglia di liquore ch' era rimasto. 8. merce
mio pianto mi purga, / sì ch' io per te risurga / dal fondo
ancor di tutto 'l mondo, / da ch' io debbo morir con tanto duolo,
suoi ardea un riso / tal, ch' io pensai co'miei toccar lo fondo /
sia maledetta la disgrazia mia, / ch' io non conobbi te, rinaldo, prima
/ saria se non m'atasse! / ch' è 'l più giucondo / che sia
... e fattala tanto grave ch' ella stia al fondo. -a
mondo / nuovo m'aggiro; quello ch' era al fondo / dolore si fa lieto
. tasso, 1-55: non fia ch' obizzo il tosco aggravi al fondo / chi
37: passò davanti a casa sua, ch' era nel mezzo del villaggio, e
s'awiò a quello di lucia, ch' era in fondo, anzi un po'fuori
pisa, 1-340: se per una volta ch' abbiamo perduto [in battaglia] caduti
4-ii-144: fu nel seno al nord-est ch' io diedi fondo. barilli, 5-237:
/ che dovia dar pe 'l padre, ch' era al fondo. boccaccio, vi-57
fatto romore / oggi pel campo, ch' io pensai che 'l mondo / fussi caduto
messe il pensiero al fondo, / ch' avea di biasmar sempre e d'odiar
. pulci, 10-70: erminion, ch' era uom molto dabbene, / fece
tutti narrar volessi i guai, / ch' hanno le donne partorito al mondo,
/ per lor sì truova fondo a ciò ch' èe / secondo lor valere. fagiuoli
e tutte le grandi e nobili campane ch' erano in quello fece cadere, e trovaronsi
gel converta, / come fiume ch' acquista e perde lena; / ma esce
fresca. ariosto, 1-78: già fu ch' esso odiò lei più che la
le non erano di quella eccel- lenzia ch' ei vedevano in perseo. vasari, i-118
: sapesse la gente cristiana, / ch' è sconoscente e villana, / gustar de
schizzare a traverso di minutissimi trafori, ch' e'si viene a dispergere per aria
le montane, / ne la stagion ch' ai cervo il corno casca, /.
al mormorio di questo fontanon rustico, ch' è vie più bello così rozzo e
ha epiro / di cui si scrive ch' essendo fredda ella / ogni spenta facella
, i-154: felice te, ch' eletto / a i beati congressi, entro
di lagrime un gran fonte, / ch' io sfoghi a pieno il mio dolor immenso
all'error contrario corsi / a quel ch' accese amor tra l'orno e 'l
, 106: il fonte, / ch' esita mormorando tra i virgulti? / il
. p. fortini, ii-94: fate ch' io vi truovi a sedere in sul
in quella chiesa si battezzaro tutti quelli, ch' erano convertiti. pulci, v-15:
, se già mai la provi, / ch' esser suol fonte ai rivi di vostr'
di perderlo, i'modo tale, ch' essendoli mossa una cosa dinanzi che dia
beendo, il foco / estinguer sì, ch' oblia quanto dentro arse, / poi
oblia quanto dentro arse, / poi ch' amo e seguo chi mi fugge ed odia
rifiuto di onor vano io fei / ch' era da impura fonte in me caduto.
cotal fu l'ondeggiar del santo rio / ch' uscì del fonte ond'ogni ver deriva
santa teologia,... 'ch' uscì del fonte lo qual rio uscitte dalla
regge il mondo e'cieli, / mostrò ch' egli è di giustizia la fonte /
mal derivi / generato da lui, ch' è largo fonte / ond'ogni bene a
da barberino, i-62: se tu di'ch' io non sia gentile; la mia
popolo di quella forza ed eleganza nativa ch' ei per ventura conservava tuttora.
l'onda lucida e tranquilla, / ch' una bolla vivente aperta in esso /
/ e forma un fon- ticel, ch' a le vicine / odorifere erbette imperla il
posavano due mosche; domandò loro ciò ch' elle facessero in quel luogo tanto improprio
villani, 9-313: dugento cavalieri di quelli ch' erano nel borgo a san donnino,
2-1-258: poi fece darsi a quei, ch' eran di sotto / ne l'acquedutto
l'acquedutto, una possente fune, / ch' avea recata seco in quel forame.
se v'aggrada di far cosa, ch' io brami. soderini, iv-166: si
uso del forame ovale, noi sappiamo ch' egli è quell'organo che serve per
fora. marino, 1-75: il quadrel ch' io ti cheggio esser conviene / di
perfetto artifìcio e ben condotto, / ch' esserne fin ne le più interne vene /
e de le spade e co'ferri ch' avevano, e tutto 'l poggio pertusaro,
: forando con qualche arnese il muro, ch' era di mattoni, gli sarebbe riuscito
tosuzzo. nomi, 13-24: il quarto ch' ha di capitan l'onore / è
un forasiepi dei primi; ma invece piegato ch' ei fu ed ammollito dagli insegnamenti della
guatava e le stimate e le forate ch' egli avea ricevute nel corpo suo.
ogni fossa piena / era di que'ch' allora fur diserti, / forati chi nel
in niuno modo né rimproverarle la follia ch' ella arà fatta; e se lo
peccator forbendola a'capelli / del capo ch' elli avea di retro guasto. bibbia
sol notato gli fu questo difetto, / ch' usava sempre che, s'avea forbito
x-3-323: vuoi tu, quirin, ch' io forba / la cute agli altri?
con dante; che per avere inteso ch' egli è un uomo molto fantastico e che
/ e dice: « aspetta, ch' io ti forbo il nifo ». idem
/ qual su le treccie bionde, / ch' oro forbito e perle / era quel
pirro mantoa un giovane forbito, / ch' avea 'l cervello pièn di farfalloni.
suona e martella e forbotta, / ch' era più dura che quercia o che
quei suoi vetri e quei mattoni, / ch' un sopra l'altro, come i
non fura. alamanni, 7-ii-381: ch' io vada ove sogliono / andar i
lasciai ir quel ragazzo d'amore; / ch' egli è una forca, ch'egli
/ ch'egli è una forca, ch' egli è un mariuolo. pirandello, 6-17
/ quelle parole discortesi e sporche / ch' hai detto di colei, ghiotto da forche
la punta della qual coda egli dice ch' era armata d'una forca, a
/ e mostra il bello, e quel ch' è brutto ha chiuso. alvaro,
, 1-40: dove è quella meretrice ch' era in questa forca di via in su
parli altrimenti. magalotti, 23-115: uno ch' entra in una casa onorata a portarvi
se tu non l'ubbidisci, ella, ch' è trista, / vedendo che il
fra giordano, 5-276: quegli ch' è sentenziato alle forche, òvvi obbligato
mura, da forcella e da braccia, ch' oggi dì si fan di ferro,
elli n'ae talento, ma no tanto ch' elli si senta pesante né che la
garzoni, 1-304: tutto quel spazio poi ch' è fra le coste della banda dinanzi
/ e chi la pala, e ch' il forcon da foco. spolverini, xxx-1-154
inf., 25-134: la lingua, ch' avea unita e presta / prima a
a guisa di leuto, / pur ch' egli avesse avuta l'anguinaia / tronca da
vi si truova trattata la quistione, ch' essi hanno per le mani. giannone,
si guardarono mortificati; e il biondo, ch' era un forense,...
da qualche foresozza ben tarchiata, / ch' elle sono, per dio, di core
divina foresta spessa e viva / ch' agli occhi temperava il novo giorno, /
darti del lei: e saresti cagione ch' io ricadessi malato del 'malumore 'di
cavallo, e tutti i soldati forestieri, ch' erano a posta di coloro che reggevano
c. gozzi, i-ii: le persone ch' hanno il diletto... di
viaggiare di quando in quando, e quel ch' è peggio le sue bugie, le
capo 'n seno, / più vergognoso ch' un can foretano. intelligenza, 264:
guinizélli, xxxv-n-456: le parole ch' eo vo dico / mostrano che 'n
s'appropriò alla corte, dicendo, ch' aveano forfatto di aver messi più danari
, che questa volta non fu possibile ch' io salvassi i capelli dalle odiose forfici.
/... / piacimi più ch' alle mosche la sapa, / e più
il mio primo nacque, figuratevi, ch' eravamo stati davanti al curato soltanto da
tasso, 3-71: ma il capitan, ch' espugnar mai le mura / non crede
: oh bella festa sarebbe questa, ch' io fossi povero e gottoso, ci mancherebbe
almo padre / de gli altri dèi, ch' in intorno in ciascuna parte, dove
. i veprovenza che ventava, / ch' alberi e vele e ancole fiacscovi..
sì concio e 'n modo governato, / ch' i'più non posso maneggiar marrone.
le loro capita e petti è manifesto ch' abbiano scoperti. algarotti, 1-221: quanto
mia figlia, che averà la medesima dote ch' el- l'ebbe a queiraltro. cesarotti
cavallo tira la vettura ed è la donna ch' è il cocchiere. -tenere in
: eo fameglia ho a governare, / ch' eo ne so molto embrigato. fra
: i fanciulli... conviene ch' altri li governi. libello per conservare la
cominciai a maledire l'ora e il die ch' io nacqui e venni in questa misera
, 1-6: si governi il luogo sì ch' egli conservi e ritenga a sé la
libro di sydrac, 66: secondo ch' ella [l'anima] avrà governato
] avrà governato, in quello tempo ch' ella sia istata in quello corpo,
lo papa u a messer lo 'mperadore ch' elli loro mandi uno buono governatore quello
per il quale lasciò... ch' ella fusse govematrice del ducato di milano.
... è l'uomo degno ch' elli sia governatore prima di sé e appresso
, i-279: del mio legno, / ch' ha perduto il timon, rotte le
per il mal governo / sì strutto, ch' e'tien l'anima co'denti.
dimanderai. beccuti, 83: quel ch' il pomo d'oro ebbe in governo
di biada, / e di ciò ch' alia gente dà governo. -dare,
inferno. caro, 2: empio, ch' anzi a'miei numi, anzi al
indigestione. burchiello, 91: sì ch' io ci temo di non far gozzaia.
gli vale, / perch'anticardo, ch' ai passo l'attende, / il gozzo
ben si credette far gran maraviglia: / ch' ucello e bestia ed uom ne sodisfece
ora estiva / si ritraea, poi ch' avea pieno il gozzo. guicciardini, 13v-
ci sta? -oh, è meglio ch' io me ne vada. or ora mi
allegrezza sì 'l cor raso, / ch' ira e melanconia i'porto in gozzo /
gente di castruccio, usciron forti / que'ch' eran dentro, per empiersi il gozzo
alloro e bere al pozzo, / ch' è quanto apollo a'suoi seguaci dà,
iv-24: or oltre un cavalluccio, / ch' io ti veggio, ser gracchia,
le rane s'acchetavano, anzi parea ch' elle raddoppiassero il gracchiar loro. menzini,
/ che all'affannato volgo il re ch' è sazio, / permette il dir,
che 'l gracchione vi darà più ciancie ch' un mercato. = acer,
rane / con la querela sempre ugual, ch' eterna- / mente gracidano gracidano. idem
figur. guinizelli, xxxv-n-482: omo ch' è sagio non corre legero, /
-impers. cieco, 22-62: colui ch' era venuto non per guerra / ma
. folengo, ii-243: lo spirto ch' alto spira, ove gli grada,
mentre vi arriva / il mansueto re ch' ogni contrada / d'uomini, donne e
infedeli il terribile 'feroce ', ch' era a un tempo agente di sicurezza pubblica
due linee parallele non molto distanti, ch' esce fuora dal muro m quanto ella è
aveva punto aggravato; e sùbito sentii ch' egli entrava anche nel mio gradimento.
quel lustro di riputazione e di gradimento ch' io posseggo, che ben so quanto sia
nella scala delle ricchezze il primo gradino, ch' è immediatamente sopra all'infima miseria,
segneri, ii-294: voi crederete facilmente ch' io voglio dirvi dover voi cominciare ad
qual tu de'celesti / sii, ch' a tarmi mi inviti, io lieto accetto
panciatichi, 131: t'offro questa, ch' or empio, / tazza non già
il padrone volle in tutti i modi ch' egli gradisse un bicchierino di vinsanto e se
adomando solamente, / per dio, ch' agiate a grado il mio servire, /
grado il mio servire, / poi ch' io gradisco l'amoroso affanno. latini,
bontà, la quale il conte, ch' era uomo d'anima, gradiva, venne
pur fede / in donna alcuna, ch' io noi so, si trova, /
misera legge / di fallita beltà, ch' un sol gradisce, / perchè gradita esser
: recar potete [al re] / ch' io gradii vostro arrivo e sue proposte
inf., 16-42: l'altro, ch' appresso me la rena trita, /
, 20: padre del ciel, poi ch' io m'av- veggio, e piango
sia quanto potrà lunga le schiera / ch' assai tesor di spoglie mi dimora, /
e per gradire a dio in ciò ch' ei vole, / a lei s'inchina
belleze mi gradirò / de l'amorosa donna ch' a ciò pinge. chiaro davanzati,
neri de'visdomini, 250: pur ch' io possa a gradire / a voi
/ nell'angelico viso da gradire / più ch' altro visto mai, quel trasformato /
(68-11): esser non può ch' alma cortese e bella / degne fiamme
, / donami grazia, dio, tal ch' i'discerni / la bella istoria con
giorno, i-170: ma non attenda già ch' altri lo annunzii, / gradito ognor
gradite / insanie il cor, sì ch' io deliri. metastasio, ii-326: anzi
: quel punto mala- detto sia, ch' amore / nacque di tal manera / che
1 u'non giugne pensier, non ch' arco o fromba. del bene,
di color diversi, / e un portier ch' ancor non facea motto. g.
temanza, 9: la prima mole ch' egli descrive è una vasta piramide di mille
grado. / spinge il secondo quel ch' inanzi sale; / che 'l terzo lui
una donzella di viso giocondo, / ch' a'bei sembianti et alla ricca vesta /
., 1-156: non fu mai ch' elli volesse sovrastare a prilo o a rutilio
3-99: però che aiace ha detto ch' egli era bisnipote di giove, giove
somma di danari, se il papa facessi ch' egli potessi torre questa sua sirocchia per
quale si girano intorno al mondo, ch' è appellato zodiaco. e ciascuno ha
il zodiaco tutto pieno di gradi: ch' elli ve n'ha dodici volte trenta,
, i-6-20: partito è il ciel, ch' è tondo e senza scemo, /
estremo del fine del regno di bengala, ch' è la città di cha- tigan,
o vengo o vado, / non fia ch' in me virtute invan s'attenda,
quanto la forza e 'l grado, / ch' io sostegno fra gli altri, oggi
, 3-78: partitosi da perugia, preso ch' ebbe il grado d'essere dottorato,
altra via, che di quella ineffabile sublimazione ch' ella riceve nelle chimiche ampolle de'cervelli
far ricco, darmi gradi, vuol ch' io lo consigli, che io lo governi
folletto / tutta la sala, in men ch' i non l'ho detto, / e
grado in grado in tal dolcezza viene / ch' alza 1 travolti lumi al cielo e
il dì,... e quegli ch' è nel minore e bassissimo grado,
lorenzino, 203: in questo grado ch' io sono, voi non abbiate a
. siri, ii-487: nel grado ch' allora si trovava egli con roma, non
. sacchetti, 20: lasso, ch' io non mi sento in tanto grado
vi starebbe ben mercede avere! / ch' adobleria il valere / di voi e *
per tranquillare il petto di lei, ch' ella dormisse con le luci della fronte e
, mentre pareva che dicesse: sì ch' io sono disposto a morire. m
rotta. aretino, ii-246: avvenga ch' io non mi accosti alla gloria né al
[l'uomo] in tale natura ch' egli potesse fare il bene e il male
solamente, / per dio, / ch' agiate a grado il mio servire. dante
mondo tanto dispregiavano e tanto desideravano mortalitadi ch' elli s'uccidevano di lor grado. seneca
bibbia volgar., v-664: il povero ch' è prode uomo, piglia in grado
e lui sempre in quel grado / ch' io ho tenuto lui insino ad ora.
era un uterino mio fratello, / ch' è birro graduato e principale / e
, 20-253: qualche impegno... ch' i'ho avuto a'miei giorni,
xxx-1-62: poi se 'l vomer primier, ch' a gli altri è scorta, /
tenuta una pòrchita come fanno certe graffiasanti ch' io conosco. lippi, 7-82: ohimè
e il vin di chianti, / ch' io tolsi in dar la caccia a
, 1969: è sano / se non ch' al- quanto pur graffiat'ha 'l viso
avocaste da quel graffio atroce, / ch' a meglior stanze a me ti festi duce
a me ti festi duce, i ch' il cor attrito mi rendeste sano.
corona a una cassa d'oro, / ch' è a piè d'un tempio, ch'
ch'è a piè d'un tempio, ch' è dipinto a graffio. note al
attenesse. lippi, 6-102: ei, ch' è un fastidioso, appunto avea /
/ dai guasti muri / de'palazzetti ch' han su le porte / sculto un
. n. villani, 4-56: ch' io descriva, tu brami, in foglio
virgilio, né il volle dire; ch' anzi volle egli, grafico ed erudito pittor
dell'acqua sia andato in niente, sì ch' io abbia potuto osservare quel che in
... a querelarsi d'una malattia ch' era stata di fresco nel bestiame,
sbalordito. luigini, xlv-234: cosa ch' io non avrei di leggieri creduto,
non vuole esser puledro né ronzino: / ch' e'vela gli occhi, e sì
gra- menza, / se non ch' io non son bella a tuo belenza.
dogliosamente e con gran malenanza / convien ch' io canti e mostri mia grameza. guittone
mie, leale e buono amore, / ch' eo port'a vostr'onore, /
la spagna, 18-26: sentendo machidante ch' era morto / suo nievo polinoro, ha
. simintendi, 3-185: potea parere ch' egli volgesse la divelta gramigna. crescenzi
. ser giovanni, i-151: quegli ch' erano a tavola, sentendosi dar da
la prima cosa del buono grammatico? ch' egli parli bene per lettera, e
. bruno, 3-660: vorrei, ch' ai giudicio avesse ordinato qualche cosa espressa
applicazione di varie desinenze di casi, ch' i grammaticastri, greci prima, e poi
vostra compagnia si fatta cernere, / ch' abbia vergogna di vii cose tessere, /
bilancia sul cuore / il suo peso ch' è amore. 4. locuz
30-3: mi fa dir quel di ch' io son poi gramo. pasqualigo, 238
i-4?: tornate indietro o ch' io vi fo i più grami / granocchi
/ capaci a dir... / ch' è colpa mia se non passò a
, 20-81: non molto ha corso, ch' el [il mincio] trova ima
autore che questo mencio non si stende molto ch' elli truova una lama, dove elli
insieme con acqua tepida, e impastata ch' è si gramola benissimo. carena,
fra giordano, 3-84: quegli, ch' è invisibile, oggi fu tinto in
cardinalizia, tinta di quella preziosissima grana ch' uscì delle vene del redentore.
v'era ancor la granadiglia / ch' a noi poscia mandò l'indica piaggia.
punse sì la dolce ortica, / ch' io non tornassi a quel disio proposto,
i-206: cansatevi mai più, / ch' io vi vegga cansare / a forza di
buon talento, / con quel battaglio ch' è duro e granato. b. davanzali
en cristo l'ò ensita, / ch' è fior de granato. -ant
l. bellini, ii-19: dicean ch' egli è un gran che che i
: poi che sì ad alto vien, ch' un picciol punto / lo può stimar
è che sempre que'pochi quat- trinacci ch' io aspetto arrivano sempre col passo del
come oro sono gialli: / per ch' io non vidi mai sì novi granchi.
m. bracci, 2-46: quindi è ch' ei non distingue l'aquile da'moscerini
: sì, sì: tu parli me'ch' un granchio c'ha due bocche:
quanto puoi, ti guarda, / ch' elle son vaghe di quei granchiolini. pulci
furor bestiale, / posto a te, ch' io vedea qual me penoso, /
dovrebbono essere più lunghi, alla grossezza ch' egli hanno. sacchetti, 163-2: era
di figliuoli, ma ben fa menzione ch' ella aveva il corpo grande quando perderono
contendere colle donne parenti, co'fanciulli ch' erano già grandi. bembo, 2-6
tolomeo colla pittura, nella forma grande ch' ella è al presente. ariosto, 833
d'alcamo, 59: cierca la terra ch' este granne assai, / cchiù bella
, intr. (19): colui ch' è in uno grandissimo prato di fiori
andaronne nella selva di san gilio, ch' ene tra queste quattro provincie:..
erano forti per le brighe e guerre ch' erano in que'tempi. g. villani
eccola intanto giunta a la radice, / ch' ai sol volge le terga, e
di peso da quel gran basso, ch' è la vita d'un pecoraio,
10 mal tempo e per gli fiumi, ch' erano grandi e di verno e di
gran fortuna xvii dì in mare, innanzi ch' io arrivassi a porto pisano. p
. grazzini, 4-53: ti so dir ch' io sono stato con un disagio del
staffe e con due mani, alzata ch' ebbe la spada, ferì d'un grandissimo
in premio promettendola a quel d'essi / ch' in quel conflitto, in quella gran
la morte, ove lasciasti / la vesta ch' ai gran dì sarà sì chiara.
.. questa grande vittoria; ed ecco ch' io mi muoio ora di sete.
quella d'una lega, grande quella ch' è più d'una lega, piccola quella
è più d'una lega, piccola quella ch' è meno. baldinucci, 151:
giamboni, 7-70: lo imperadore, colui ch' è scaltrito e bene ammaestrato di battaglia
: ciò avvenìa di duol sanza martìri / ch' avean le turbe, ch'eran molte
martìri / ch'avean le turbe, ch' eran molte e grandi, / d'infanti
tanto sete alta e grande, / ch' eo v'amo pur dottando. guittone,
lino sottilissimo. bisticci, 3-366: desinato ch' egli ebbono, tutti gli ambasciadori cominciarono
: fummo con l'onor raccolte, / ch' alle regine fassi e gran madonne.
ebbe in sé tutte le grandi bontadi ch' orno del mondo dovesse avere. g.
ben far corona e palma / quella ch' ai mondo sì famosa e chiara / fe'
sonmi veri farò voi dimostrare procaccio vero ch' è perta contante e matera gioiosa in che
, 156: venne in fiorenza uno saracino ch' avea nome boozeccha, grande maestro di
ne l'arte del sonare, e ch' io credea / che fossero divini, il
egli ebbe assai spiato e cercato quel ch' egli volle, fece chiamare tutti quegli
egli volle, fece chiamare tutti quegli ch' erano suoi grandi amici e di molto ardire
grande avvertenza si vuole avere... ch' esso sia ben conservato. leopardi,
la grave forma, che è quella ch' è piena di dignità. piazzi, 1-54
è grande la fadiga; e troveremo ch' ella è piccola. perocché tanto è grande
persona, per grande alegranza me pare ch' eo scia in paradiso. guittone,
che mi vuole e malgrado il grandissimo ch' io voglio a lui. leopardi, i-304
faba, xxviii-10: no è tesoro ch' eo potesse avere guadagnato sci precioso e
aldobrandino di cambio, iii-14: quello ch' è saputo mai non sale / ed
la dolce gentil donna mia, / ch' i'non l'ardisco la gioì'domandare
l'amicizia nostra, che domande / ch' a te aver debba, e che t'
di sangue, ma tutti quasi coloro ch' erano stati grandi nell'amore e nella grazia
guardi tutti i suoi comandamenti, acciò ch' el ti faccia molto grande e più
xiv- 236: conviene... ch' io studi...: poiché non
per questo la cosa mi lodavi, / ch' ell'era sì grandona e rigogliosa?
grandi è l'uso / valersi d'opra ch' essi stiman rea. massaia, vii-38
giocondo trattenimento. pindemonte, 345: ch' è quel grande che di spagna giunse
grandóne, /... dapoi ch' io l'ho trovato; / debbe esser
mazzo di spruneggi / con coccole, ch' io colsi avale avale: / io te
, / credo che mi consigli lealmente / ch' eo serva a la mia donna con
, i-25-306: molto è baron grande omo ch' è grandemente bono. bembo, 2-32
l'avrei scritto se non avessi veduto prima ch' ella era vita che si poteva tenere
love avea ammonito grandemente gneo pompeo, ch' elli non tentasse la fortuna ultima delle
allora giesù, tutto commosso dalla fede ch' ella aveva,... se le
buoni, venne in tanta grandezza, ch' elli era re di francia e re di
al sommo de la grandezza; io so ch' egli seppe convertir la eloquenza in adulazione
e sì perché avea più tempo apariscie ch' egli sopra stette molto a bonac- corso
, e sol per questo brama / ch' el sia di sua grandezza in basso
vede in baldovin cupido ingegno, / ch' a l'umane grandezze intento aspira. boccalini
contenta. lorenzino, 216: ancora ch' egli fusse stato molti anni in grandezza,
/ ma già non ti disdico / ch' assai ben seco potenza si cima. cecco
deriderle, e chiama pazzie le azioni ch' essa immersa nel fango non può, non
pittore si darà più facilmente il caso, ch' ei conservi da vecchio la giustezza de'
medesimo principio delle canzoni, 'voi ch' ascoltate ', non solamente con altre
idropico che dà a thomas, qualità ch' io confesso di non riconoscere in lui
soggetti, né alla sublimità dell'oggetto ch' ei si propone, né alla specie di
, 12-558: avertisca dunque che la quantità ch' egli prende non sia tanta che,
. bruno, 3-91: gli pare ch' abbia più che qualche verisi- militudine
poscia, con gran valenza, / discrezion ch' è d'ogni virtù madre / con
sull'arco di porte sante marie, ch' era in sul capo di mercato nuovo,
del bisogno..., bastava ch' entrasse ne'campi a coglierne, o a
: ma la gentile non sofferse, ch' egli passasse oltre. anzi, il fermò
il metallo, i tre fratelli / ch' un sol occhio hanno in fronte e son
che i becchi ed i montoni, ch' ammontavano le pecore e le capre, erano
mincio e de la secchia i campi, ch' ora / grandine militar pesta e divora
,... mi pare nondimeno ch' ella le superi di gran lunga per la
non altro domanda al sole se non ch' e'non possa vedere cosa più grande
fin dal suo principiar raffigurarsi, / ch' esser fin quivi all'ordin si vedea /
ed annaffiarsi / tutta la strada, ch' ella dovea fare, / acqua e
appartiene di grandire il suo nemico infino ch' egli è lontano. alberti,
i-1333: s'io contar volesse / ciò ch' io ben vidi d'esse /
che tu prendi, facci diviato / ch' i'tante volte sia manganeggiato, / quant'
évi galattia, eh'i'abb'udito / ch' è simigliante a granel di gragnuola.
. grazzini, 604: so dir ch' a chi non piaccion i granegli,
, xxvi-1-322: non voler poi più ch' esso si voglia, / se fosse bene
rose non è il fior giallo granelloso ch' è dentro alla rosa. cennini, 41
granfo. goldoni, vii-42: quando ch' ella è desta, / o che le
lo stocco. / anzi graniva; ch' era già di giugno. negri, 1-872
visitatore, e voglio visitare li arnesi ch' egli conserva della loggia e criticarli ben bene
che te. -gran mercé: veramente ch' ella è una bella vesta. -dissi ben
tanti famigli. oh n'ha uno ch' è un bel garzone. addio, comare
fin, ma non da biade; / ch' un bel morir non fa magnar più
(32-11): qual è colui ch' è del suo aver tenace, /.
bracce èl porta, / guardando intorno ch' alcun no i dia grappo. a.
è più dolce grappola quant'ella, / ch' i mi sollucro, quando ella sgambetta
e d'uve un grappolétto / par ch' ad ogn'altro cibo il pregio tolla.
è chiamato da'catalani il mostaza, ch' appresso di noi è il medesmo che 'l
petizion d'una bagascia, / antea, ch' egli ha lasciata a bambillona, /
f. doni, 2-162: sarà meglio ch' io vadi per un magnano, e
a tanta sorte, / e lasciar ch' ai bei pranzi, a liete cene,
72: l'insaponò tanto scarsamente, ch' el pecto e il petenechio n'ebbeno
mondo fu significata in quella betleem, ch' è a dire terra di grassezza e
supprimento d'esso,... e ch' el terreno sia grasso, fertile e
, a desinare, io gli dissi ch' ei venissi tutti gli altri dì del carnovale
. beltramelli, i-631: ahi, ch' egli aveva rinnegato le buone pietanze grasse
morbido e grasso / di roba più ch' esperto d'addiettivi, / nel dimagrar
andrai / alla città delle gaie brigate / ch' ebbe governo dai frati godenti / e
villani, 12-18: certi popolani grassi ch' erano usi di reggere sì vi si accor
mi duole di messer vittasso, / ch' è per me dell'onor venuto al basso
a'giaratini parea loro male stare, ch' era una grassa terra e buono comune,
so per quale causa; mi scrive ch' è negozio grosso e grasso da starci
viscosa e appiccante, è manifesta cosa ch' ella è grassa. biringuccio, 1-77
sentir l'oscenità de'motti, / ch' usan nel conversar sboccato e grasso.
paroioni, / d'equivoche espressioni, / ch' hanno doppio il mostaccio. foscolo,
, i-52: chi non vuol metter quel ch' a ciò bisogna, / agevolmente fa
se lo provi, ti parrà migliore / ch' un beccafico fresco e grassolino.
esser buon compagno, i venga, ch' il capitan non sarà scarso. -dimin
e non iscambiate costume, disse una voce ch' usciva da una personcina ch'io avea
una voce ch'usciva da una personcina ch' io avea conosciuta altrove, grassottina.
. paleotti, l-n-284: fu scoperto ch' avea una sacoccia piena di radici d'erbe
, e perch'io insisteva a voler ch' ella uscisse, chiuse le sue opposizioni
... mi parlò sì gratamente / ch' a un aspe, a un tigre
voglio 'l bretto castagniccio, / 'nanzi ch' altrove pan di gran calvello; /
pan di gran calvello; / 'nanzi ch' altrove piume qui il graticcio. civinini
ii-152: hamme drento sì ravviluppato, / ch' i'non ho forza de 'nghiottir boccone
manichi di palette e di certi stidioni ch' io roppi. -graticolina.
, per gratitudine al ministro, confessare ch' egli in tre anni mi diede per
bernardino da siena, v-261: conviene ch' ella piaccia a messere domenedio la gratificazione.
di firenze, la cui amicizia vedea ch' era stabile e diritta, e che gratificava
, 34-20: alceste, il cavallier di ch' io ti parlo / (che così
mio costume lo spedir gratis il più ch' io posso. stigliani, ii-275:
mosso contro, venite a me, ch' io vi consiglierò la causa 'gratis
darle una cattiva nuova; / bisogna ch' io la lasci -e sei capace?
pasolini, 87: come non sentire ch' è pura gratitudine / per il mondo
, riconoscenza. machiavelli, 12-265: ch' io so ben quanto gratitudo è sorda
faceva dolere la fronte, egli voleva ch' io gli tenessi le dita su le tempie
e ristorato ne sarai / de'benefici ch' hai fatto e li affanni / che hai
gli sembra ciascuna sì garbata, / ch' arde per tutte e per ciascuna sospira
gentilezza una verità, cioè l'opinione ch' egli aveva della beltà singolare della sua
e di bell'ombre adorno, / ch' i viandanti col mormorio grato / a
: il grato e bel parlar, ch' ella facea, / mi fu interrotto da
si 'ntenza, / né ho temenza / ch' altr'amador potesse unque avenire, /
onorare. latini, i-1736: quelli ch' è meglio nato, / tenut'è più
: quando l'uon chiede un don ch' è bisognoso, / e 'l don che
bel visaggio / e li occhi suoi, ch' en due fiamme di foco!
ix-491: non creder a parole / ch' altri ti dica per esserti a grato.
già ladrone / de che biasmi signor ch' ha lui dannato, / ma da sentirli
il maffei; per amore del monti ch' ei mi sa grato d'aver difeso.
da pisa, 1-143: europia, preso ch' avé più sicurtà, ora gli grattava
encote- cata: / corno lo can ch' ha 'l raspo, le man mena co'
strascicandolo... al fondo della bolgia ch' era di pietra. gelli, i-47
, / 0 zappi soavissimo, / ch' io vo grattar duoi briccioli / di
, io non arei tenuto el modo ch' io tengo; io arei atteso a
/ che prese tanto ardir, per qual ch' i'con l'andare grattando i piedi alle
.., essendo oda, / ch' a monna raggia mia trasse la coda,
: i'direi anche, ma i'temo ch' elio / non s'apparecchi a grattarmi
(1-66): venga chi vuol ch' io gli gratti la rogna. lippi,
ciascuna voleva confortarla / pur sopra quello ch' a lei non dolea; / parole assai
, che darà i malanni / a tal ch' ancor non gratta la sua scabbia.
sue fucine un gobbo, pensate certo ch' ella si dia una grattatina alla testa
non mi date quest'impiccio, / ch' avrei fatto altrimenti una frittata, / e
, / o zappi soavissimo, / ch' io vo grattar duoi briccioli / di foglia
salvini, 7-6: e or quel ch' è ordinato è d'uopo fare;
: ognun di loro è grosso, / ch' i'vidi per un buco di grattugia
quando grattugiar gli edifici, chi vuole ch' e'racquistino una certa apparenza.
gratuito lume il sommo bene, / lume ch' a lui veder ne condiziona. s
par., 24-149: come 'l segnor ch' ascolta quel che i piace, /
gratulando / per la novella, tosto ch' el si tace. belo, xxv-1-147:
. belo, xxv-1-147: non credo ch' un equo con tanta velocità avessi itinerato al
medici, ii-122: questo è quel ben ch' è fuor di tutt'i mali,