tempo del predetto simmaco papa, uno ch' era indemoniato, perawentura toccò la dalmatica
naturali, e una curvatura del cristallino ch' egli doveva poter stringere a suo agio,
di lui dovess'esser rifusante: / ch' egli è giovane, bello e avvenante,
/ del legnaggio del duca poderoso, / ch' era più bella ch'alcun fior di
poderoso, / ch'era più bella ch' alcun fior di rama. luca pulci,
. misura summul- tipla del metro, ch' è la decimillesima parte di esso.
primo mese. petrarca, 50-55: ch' i'son già pur crescendo in questa voglia
: ormai è passato il decimo anno ch' io sono quasi un segno esposto a tutti
in publico la decima parte di quello ch' egli aveva predato. sarpi, i-1-13
. di giacomo, ii-426: dice ch' è nobile. già, nobile!
, uomo singularissimo, che, desinato ch' aveva o cenato, gli proponeva in latino
sarà « decisivo » per tutto quello ch' io sento. de sanctis, 7-97:
teatrale gli dissi: -ebbene vi prometto ch' io sarò il primo questa sera ad
: ma noi sappiamo, e veggiamo, ch' essi son tutti argomenti, diciam così
o cara al pensier mio terra gentile / ch' a la pura sorgendo aria azzurrina /
più declinano al sommo dell'imperfetto, ch' è il nulla. s. maffei,
reca fede / come l'alto valor ch' ella possiede / è oltre a quel che
lassa inmantenante, / per lo dolzere ch' a lo core le vene, / e
2-48: agia in me provedenza, / ch' io non vegna in fallenza, /
io non vegna in fallenza, / ch' io d'amar non dichino. libro di
verri, ii-317: da quel silenzio congetturando ch' erano appagate del mio ragionamento, e
: a qualunque società, per poco ch' ella sia formata e che declini dalla
si tenne lieto, quando egli vide ch' ella [èva] dichinò a udirlo!
, e ancora quella diretana età, ch' è presso alla fine, ha suoi
, / che le dechina a quel, ch' in terra apprezza. monti, 13-788
. testi, ii-36: dolce sopor, ch' ai faticar succede, / i begli
ariosto, 124: tu quel ch' acquisti mira, / da la tua via
declinando i passi; / e quel ch' a perder hai, se tu la lassi
g. m. cecchi, 25-7: ch' i'non vò, che si vanti
, che si vanti questo succido, / ch' i'me li sia dichinato. b
di buono cibo, e declinarsi a quelli ch' hanno ad infreddare e mollare.
ariosto, 43-166: con fresco vento ch' in favor veniva, / sciolser la fune
, 2-281: il movimento dell'acqua, ch' è mantenuto dalle declinate valli, ancora
i-3 (8): questo cerchio, ch' è detto zodiaco, è declinato dal
onor vetusto / dell'alto imperio, ch' ingombrò la terra. dovila, io
firenze, in ciascuna sentenzia o pronunziazione ch' egli darà sopra alcuno piato civile,
: questa declinazione, cioè questa elongazione ch' è elio [= nello] zodiaco dela
levamenti del polo, oltre al situarli ch' è necessario con la faccia alla lor
or son le rime in basso descadute / ch' erano in pregio
/ con sì pessimi segni al dichino / ch' io credo tosto che 'l trombon divino
, xxx-1-41: provegga il buon cultor ch' agiato e piano / e spedito e
, che fusse decollato mai; / ch' eo perdo il corpo, e 'l spirto
erode aver pubblicamente per giudice quel battista ch' ei decollò? gemelli careri, i-iii-
festa di messere santo giovanni dicollato, ch' è all'uscita d'agosto, in quella
. di * fiore ': quello ch' è inclinato, ovvero la cui direzione
sembra far testimonianza appunto d'una decomposizione ch' ella avesse già sofferto. de sanctis,
in vita mia. non si può pretendere ch' io apparisca disinvolto. cicognani, 3-17
12-207: non ti veggi'or più ch' altra incolta ed orida? / non veggio
, mi riusciva brillante e piacevole più ch' altro mai ch'io avessi veduto in torino
brillante e piacevole più ch'altro mai ch' io avessi veduto in torino. manzoni,
torcer lo sguardo / in quella guisa ch' io noi torco adesso / da queste
lagrimevole obietto di quelle spoglie, fintanto ch' i'v'abbia trascorse l'eroiche sue
di quelle cose, delle quali egli pensava ch' io fossi, sì come io era
pallavicino, 1-190: prendi quella via ch' è la più breve e la più agiata
una epistola onestamente n'arguì uno, ch' aveva predicato che la stella apparsa a
, refrigerando e sanando le vul- nere ch' ho nel corculo e nello épate, in
pino, l-1-135: non per ciò voglio ch' il nostro pittore assiduamente s'eserciti nel
dì più gli animi efferati, giudicò ch' ei bisognassi temperare e addolcire la fierezza
ieri: che / è egli, ch' io la divezzai? mi pare / un
: si strinse al seno nòmida, ch' era tornato a lei e le dimostrava lo
che tu prendi, facci diviato / ch' i'tante volte sia manganeggiato, / quant'
si potrebbe dividere il corpo, senza ch' egli ne rimanesse distrutto. 2
fonte, ove rimiro / eurilla mia ch' in lei si specchia e ride.
8-2-106: l'altro [cielo] ch' è pur corporea e vaga mole, /
voce fra perle e viole, / tal ch' un marmo per mezo avria diviso.
e per la poca / lor fé, ch' ora gelata stassi e fioca.
cicerchia, 1-191: la inconsutil vesta, ch' era rossa, / divider non si
di prima, e fue fatta quello ch' ella era dinanzi: le setole le fuggirono
utole cosa essere venuta teco; però ch' io nonne averei menata alcuna cosa della
don... /... ch' indi la figlia / tra 'l consorte e
posseggono e governono; secondo, quello ch' è posseduto, e questo dovideremo in
udir novelle, oltra mi misi / tanto ch' io fui in esser di quegli uno
s'uccide, / ma quando uom ch' ama, dal suo ben diparte,
ben diparte, / l'anima, ch' era integra, si divide. monti,
monte, ii-386: la donna amata ch' aggia pietanza / e rimembranza / sanza
ma sia conquiso / dal paradiso / ch' è nel mio cor lumera! dante,
tra loro, e tra gli altri cristiani ch' erano convertiti, ch'eran tutti poveri
gli altri cristiani ch'erano convertiti, ch' eran tutti poveri altresì. dante, conv
, 40-55: trovò orlando quivi, / ch' a'suoi le spoglie dividea e i
pani / il più piccolo a me ch' ero il più grande. svevo,
l'altre volte te lo dico; / ch' io vo'la parte mia insino al
gli divida [i frutti], / ch' ad arbitrio di lui furon produtti.
tuoi compagni vogliono fare parte degli uffici ch' io t'ho dati, e però io
volendo pure che 'l detto cavallo, ch' era fatto contra di loro, fosse
lontano mi piglia, / dogliosa pena ch' eo sento, / membrando ch'eo sia
dogliosa pena ch'eo sento, / membrando ch' eo sia diviso / di veder lo
fu riferito da alcuni cavalieri feriti, ch' erano ritornati dalla battaglia, che essa
petrarca, 292-3: gli occhi di ch' io parlai sì caldamente, / e
da me sì appien diviso, / ch' oltre mia lingua, ogni mio senso è
om bevesse acqua, non vino / quei ch' han le vigne farien tal guadagno /
da venti, / che poco stette, ch' ella fu divieta. francesco di vannozzo
ariosto, cinque canti, 3-56: quel ch' averria a un nocchier che si trovasse
. chiabrera, 2-1-35: non paventar, ch' io mi presento amica, / e
, / qual invidia è la tua, ch' i miei troiani / prendano ausonia?
ma la dolce e cortese lettera vostra fa ch' io non mi possa tenere dal violare
tempo podestà di monte pulciano, occorse ch' io condannai andrea di salinbene degli schotti
guardie intorno al macello e a quelli ch' avessono comperate cose contra divieto, che
bianco da siena, no: al sentimento ch' è spirituale / per la divina grazia
già si trovaro / tutte l'arti ch' adopra umana vita. / giove il regnar
s'el non fosse l'affare / ch' el ti comanda con periglio a lui,
, quest'è certo: / per ch' i'vi dico, a voi divinatori,
, per numeri impari, o pari, ch' essi chiamano ramlè. vico, 319
era pur passato per la mente ch' ella fosse autrice di quel
e le fa scoppiettare a una foggia, ch' e'pare che dentro di esse all'
però la vita sua fu più perfetta ch' ogni altra vita. vasari, ii-46:
solamente... per gustar quella divinità ch' io credo che nella musica sentivano pitagora
, 102: il fuoco d'una dea ch' ha nome vesta / si divise,
o castel mio dell'oro, / ch' avanzi, per beltà, ogni reame /
di liti, ecco è turbato; / ch' esclusa fuor de la divina schiera /
divino, / che grazia è questa, ch' io t'ho qui trovato! »
chiamasse dea, / non però vidi ch' ei riguardo avesse / al divin che n'
movimento; ché per lo ferventissimo appetito ch' è 'n ciascuna parte di quello nono
divina. simintendi, 3-183: poi ch' egli fu così lavato, la madre gli
restato, non che roco, / tosto ch' entrò 'l guerrier nel divin loco
lui dipende, / ond'è ch' amor divin l'uom non accende, /
leopardi, 2-65: voi, di ch' il nostro mal si disacerba, / sempre
è il più feroce et indomito animale ch' abbia la terra, se si lascia senza
, / e 'l mal gli annunziò ch' or gli è avvenuto. tasso, 1-14-4
pregio, e 'l valore, / ch' è da stancar ogni divin poeta. pulci
a me ragazzaccio ignorante d'ogni arte ch' io m'era,. del divino michelangelo
/ la divina incredibile bellezza / di ch' io ragiono, come a chi la mira
, / morto e sepolto, non ch' afflitto e mesto. della porta, 1-13
quello un altro cielo di colore di porpore ch' è chiamato cielo impirio, dove dimora
, ii-372: non voglio che pensiate ch' io diletto / vostro travaglio o pena
per li miei detti, / né ch' io faccia da voi final divisa: /
di fregi e di gonne, / ch' ognuna ha a modo suo veste e
fronte ai palafreni / pendente nappa, ch' usurpar tentaste, / e la divisa onde
per segni della prima division delle terre, ch' erano state innanzi, nell'usarle,
: ridomi della nuova cosa desta, / ch' io ho di graffi il culo alla
un certo bravo messer lo dottore, / ch' è fatto tutto quanto alla divisa.
s. maffei, xxx-6-26: ah ch' io ne'miei / divisamenti errar non
lor prò e loro utilità assai meglio, ch' elli non sanno divisare. boccaccio,
voi miei servi, udite / quel ch' io diviso. lippi, 9-65: in
panciatichi, 121: contempla (sembrami ch' ei divisasse in se stesso) quanto
ne l'omo valente ed insegnato / ch' io non poria divisare lo bene / che
e devisato / da tutto ciò ch' avea anche avisato, / ch'a me
tutto ciò ch'avea anche avisato, / ch' a me non piace altra cosa ch'
ch'a me non piace altra cosa ch' avisi. francesco da barberino,
19-89: perché fra'pagani anco risassi / ch' io so vostr'usi ed arme e
animale] trovamo divisato dali altri, ch' à le crina e le coma d'ogne
de'corpi mai divisione; / sin ch' ambi se n'entrar'nel padiglione.
diversitadi, secondo la loro radice, ch' erano dentro a me; poi narro
[cartella, 1384]: voi sapete ch' io ò troppe facende e massimamente per
, i-500: ogni uno [animale] ch' avrà divisa l'unghia e rumina nelle
i-63: quando la * circe ', ch' egli avea composto, / nobil tragedia
stamparsi, e finalmente ridotto a tale ch' è quasi maggior del 'furioso ',
zione divisa in sette trattati espose le ragioni ch' ella pretendeva alla successione della corona.
diviso e lontan sono / da quella ch' amo, ameraggio ed amai. dante,
tempesta in varie guise, / sì ch' ad altri ha già tolto arbori e sarte
alcuno. imbriani, 1-232: sai, ch' io son divisa, da mio marito
l'alme indi si spiega, / ch' ebber d'eterna grazia il santo dono;
morendo, una discreta fortuna; fortuna ch' egli non voleva divisa e dispersa e della
1-343: ti giova, il so, ch' altri pur reo si mostri: /
, i-633: ben vedi li animali / ch' io no li faccio iguali / né
, i-174: io non so nessuno / ch' io volesse vedere / la mia cittade
giovane, xx-x-71: che tu le dica ch' io sono in duo parti / doviso
dal capo insino a'piei: / e ch' io son mezzo suo e mezzo mio
poco, / per accordar la istoria ch' è divisa: / torno a brunel,
entrate in questa sponda -, / ch' era dall'altra sua sposa gioconda.
per il quale è passata ogni volta ch' è venuta a giacere meco? marino,
come sarebbe se certe persone, ch' avessono a dividere certe cose a comune
. anguillara, 4-438: male nereide, ch' immortali e dive / non han punto
. michelangelo, i-82: il mal ch' io fuggo, e 'l ben ch'io
mal ch'io fuggo, e 'l ben ch' io mi prometto, / in te
e dive / virtù, si dica ancor ch' abbi fermezza? / si dica ch'
ch'abbi fermezza? / si dica ch' abbi inviolabil fede? anguillara, 1-146:
! voi non v'accorgete, / ch' a i vostri rai rinovellar vi lice
quasi fenice, / e le piaghe saldar ch' aperte avete? leopardi, 9-19:
ingannar spirti più divi, / pur ch' a gli orecchi arrivi / de la turba
dolcezza noce / e mena a tal ch' ogni difesa è frale. niccolini, i-190
39-45: astolfo tutto a un tempo, ch' era quivi, / che questo orlando
/ la pia sete tempre, / ch' in disusate tempre / fa d'uom mortale
francesco di vannozzo, 173: la fama ch' era di te sparta / ha cominzato
inflitta alli lussuriosi, la qual è ch' elli sono in luogo oscurissimo dibattuti e
fugge in tal maniera la divorante noia, ch' è figlia dell'ozio o del difetto
, 6-30: qual è quel cane ch' abbaiando agugna, / e si racqueta poi
e celebrarti prima / quei funerali, ch' aspettar non devi / dallo spietato sovversor fatale
: insolita sciagura / dunque parrà, ch' in orticel fiorito / ligustri e gelsomin divori
avveggio che 'l tempo lavora, / ch' a pezzo a pezzo la vita devora,
pezzo la vita devora, / e so ch' ell'ha la man poco soave.
uno e devorando l'autro, acciò ch' el poi lui morda e devori. iacopone
foscolo, iv-300: vi sono de'giorni ch' io non posso fidarmi di me:
400: josé, il peone, sosteneva ch' egli avesse dentro, tutti e sette
un puoco a frate gu- glielmone, ch' era un buono devoratore, cum tempesta
separarsi dal marito, fino a tanto ch' egli le dà pane, riso, butiro
... il padre non volendo ch' el figliuolo muoia, fece il divorzio e
petrarca, v-1-99: la reina di ch' io sopra dissi [la fama]
divolgaménto di questa fama non si trovò ch' avesse fondamento da trattato fatto
pò torre / suo pregio, per ch' a voi l'andar si tolga; /
la mala ventura; onde vi prometto ch' io non v'osservarò la promessa ch'
ch'io non v'osservarò la promessa ch' io vi feci di mandarvi dell'altre,
se voi prima non mi promettete solennemente ch' elle non si divol- garanno. tasso
divolgate con molto mio dispiacere, senza ch' io abbia potuto rivederle. muratori,
esalto e divulgo, / per quel ch' elli 'mparò ne la mia scola, /
fama si divolgoe di lui, cioè ch' elli volesse passare in alessandria. caro,
sapere sì poche cose in questo mondo, ch' io credevo che ogni divulgata cosa a
. tommaseo, 3-i-141: nel dizionario ch' io desidererei, gioverebbe distinguere i modi
arienti, 129: ridette tanto forte, ch' el fu necessario se dizulasse nel stomaco
della lana di siena, 298: ch' e'sottoposti siano tenuti di farsi rendare li
detto dal luogo dov'egli si fa, ch' è in fiandra. marino,
credi che sia di tua ragione, / ch' eo tei convento dar ben dobbramente.
d'amore, 17-14: ma or ch' i'veggio allegra ritornata / la dolze
tadini, 222: il regolatore, ch' è propriamente il misuratore dell'acqua,
a goccia a goccia / l'acqua ch' indi brillando usciva fuora. -ant
sapere qual sia il padre dei figliuoli ch' esse partoriscono. carducci, iii-25-201: mi
cicognini, xxx-n-48: vin buon, ch' è stato in fresco un dì nel
lo re n'ha comandato presente- mente ch' io parli. docciare, intr
dà nelle cassette della mastra ruota, ch' entra colla rocchella ad abboccare nei denti
, luzio, fa'che te ricordi ch' è verecundia alti optimi disci- puli ignorare
, potente, pieghevole, docile, duttilissima ch' ella sia, possa ricevere, non
: il mio bambino / a un cenno ch' io gli fo, guarda ch'e'
cenno ch'io gli fo, guarda ch' e'fiati. / non è punto capon
la quantità di centomila fiorini d'oro ch' avieno promesso,... fece fine
l'ho richiesto co'documenti alla mano ch' ei voglia capacitar il tutore a non
dal saggio duce, / per darne documento ch' è perduto / il ben ch'a
documento ch'è perduto / il ben ch' a cercar lode umane induce. sarpi,
/ dalle malate e loro contagione, / ch' ammalan l'una l'altra 'nsieme stando
e for- s'anche nell'antica cattedrale ch' essa comprende due de'più antichi e
già gran fatto, / tre, ch' esser debbon dodicentinaia, / che come
mondo diciano che soffiavano, ma l'età ch' è poscia venuta, per prova dodici
cerchio [dello zodiaco], secondo ch' è detto, è ampio do- deci
per otto, / che sarà poi ch' italia e che lamagna / con francia
scalee che si fero ad etade / ch' era sicuro il quaderno e la doga;
... li condusse in pregadi, ch' è uno de'grandi archivii della repubblica
l'istoria antica, non pensate già ch' io ci voglia cicerone in mantello ed in
lippi, 5-28: dà in un ch' ai fin la mette per la via,
cuffia molte lune / per poco sai, ch' ha nella sua dogana: / s'
dolce, xxvi-1-379: ma quel ragazzo, ch' è un narciso al fonte, /
quanto il parentado, / e se non ch' è un po'piccolo, e sbarbato
a romore e dispuosono i capitani, ch' era l'uno degli spinoli e l'
pier della vigna, 130: tanto conforto ch' io vivo in doglia. giacomo da
m'incresce di me sì duramente, / ch' al- trettanto di doglia / mi reca
ad essa si raccoglie, / par ch' a nulla potenza più intenda. petrarca
amara doglia, / dunque disse, ch' io ceda? e che di troia /
a signoreggiare italia un re, / ch' io noi distorni? -causa di
doglianze tue nel petto affiena; / ch' io con questi occhi ti vedrei star sopra
lasciava rotta e dolente d'una doglianza ch' era pur gratitudine, divennero in breve
giocondo. / per troppo pondo / ch' ho di doglienza / ogni stagione, /
, / posso dir sanza fallenza / ch' ho perdizione / poi ch'io feci partenza
sanza fallenza / ch'ho perdizione / poi ch' io feci partenza / da chi mi
tormenti e li gravosi dogli, i ch' io per suo amor patisco, / non
dogliosamente e con gran malenanza / conven ch' io canti e mostri una gramezza. boccaccio
uomo il cor dogliosamente, ancora / ch' estranio sia, chi si diparte e
meco matrimonialmente, che quello de voi ch' acquisterà l'altro per opera d'arme,
veggio precipitar questa dogliosa, / poi ch' altro non m'avanza, / già mai
lontano mi piglia, / dogliosa pena ch' eo sento, / membrando ch'eo sia
pena ch'eo sento, / membrando ch' eo sia diviso / di veder lo
e sì delle altre cose / avvien ch' ora son liete, ora dogliose. cantù
parte dove amor mi sprona / conven ch' io volga le dogliose rime, / che
la perfettibilità del genere umano, intenderebbero ch' ogni uomo anziché provvedere alle faccende della
calvino, che è l'istesso che dire ch' anco in calvino sono dogmi non repugnanti
bocchelli, i-367: monsignore aveva obiettato ch' era una contraddizione in termini, con argomenti
sagace claretto era con esso, / ch' acceso di dogna anna di granata,
tu fatto ad aprire il forziere, ch' era serrato a chiave? g. m
forte. goldoni, vii-316: so ch' ogni dolce suol produr l'amaro. leopardi
, iii-194: quel biondo crin, ch' in dolci nodi accolto / fregiò di perle
dal muschio. onofri, 5: ch' io chiuda in me...
guinizelli, iv-13 (1-14): nave ch' esce di porto / con vento dolce
al piano e al paese d'india ch' era fruttifero e ubertoso e dolce. palladio
namorato, / di tal manero / ch' io bene mi spero / che se
azzurro / e lunge par la sera / ch' è prossima. -con uso neutro.
/ d'alcun privato dolce, infin ch' io tomi / al fatai parlamento.
la grave forma, che è quella ch' è piena di dignità, e l'aspra
/ di qua dal dolce stil novo ch' i'odo. de sanctis, ii-8-58:
espresse, / che quivi occhio non fu ch' asciutto stesse. caro, i-iiio:
una pietà sì dolce spira, / ch' ammollì il cor che fu dur marmo inanti
parlare, xxviii-23: prima comenze quelo ch' el vole dire, no cum alta vose
s'accosta e sì lo scote / ch' alzar gli fa le luci alme e serene
tu sarai nel dolce mondo, / priegoti ch' alia mente altrui mi rechi. petrarca
adira / la mia dolce nemica, ch' è sì altera. boccaccio, dee.
mio dolcissimo, viviti lieto, ed amami ch' io t'amo quanto posso amare.
si volse con quel piglio / dolce ch' io vidi prima a piè del monte.
e nel cuore suo t'agguata, acciò ch' egli ti stravolga nella fossa. rovani
-signor, i'non so degno / ch' entri sotto 'l mio tetto. - /
, dolce e bella, / accioc- ch' una gonnella / si faccia ancor a me
volgar., 3-4: ipocrate dice ch' egli [il cece] ha due potenze
ancora / a caccia all'orco, ch' ei vi dette drento, / come
bocca, e non ti doglia / ch' amareggiare alfin non te la voglia.
sommamente mi diletta in questo sonetto, ch' io ripongo tra i più belli, un'
ramo tisbia dolzemente, / ed ameragio infin ch' eo vivo ancora. chiaro davanzali,
128-83: non è questo 'l terren ch' i'toccai pria? / non è questo
. sofferia dolcemente et ascoltava un servo ch' avea nome samai, che li dicea
fuor con l'alma dolcemente / questo ch' io spargo in voi sospiro ardente.
quando / tutto a sé il trasser due ch' a mano a mano / passa van
cuore, e grande dolore e amore ch' elli ha a lui, sì vi
tasso, n-ii-346: non negherò ch' egli [omero] il vino
una volta mi parlò d'un convento ch' era stato ammesso a visitare; delle
xv-332: non v'è giorno né sera ch' io mi ricordi le dolcezze della mia
solito discorso delle dolcezze e de'godimenti ch' eran preparati a gertrude nel monastero.
, partono via cantando e burlando, ch' è una dolcezza a vedergli e rimirargli
1-293: e lui: se e'basta ch' io abbia un pronto desiderio di piacere
vincer poter dentro da me l'ardore / ch' i'ebbi a divenir del mondo esperto
volgar., 3-4: ipocrate dice, ch' egli [il cece] ha due
sovente in gioco / gira 'l tormento ch' i'porto per lei; / et a
questo mio viver dolce amaro, / ch' i'dico: -forse ancor ti serva
sposo dolciato, / fuoco d'amor fa ch' i'abbia provato / sì che mi
il giovane, 9-32: se vero è ch' anfion dolcicanoro, / con l'alternar
. casotti, 1-319: dolci frutti / ch' han del dolcificante e del cordiale.
e vive in terra, / convien ch' il mondo una volta abbandoni, / però
fore / del maggior corpo al ciel ch' è pura luce: / luce intel-
un fluido dolciore aveavi sparto, / ch' è tutt'umanità, tutt'amicizia.
ii-89: certe russate... ch' a sentire è una dolcitudine. salvini,
., 234: con ciò fosse cosa ch' elli andasse cantando con esso gli angeli
gialato, / pricol non c'ee ch' i'mi discosti un passo: / al
faceva dolere la fronte, egli voleva ch' io gli tenessi le dita su le
pietate véne / per la dolente angoscia ch' i'mi veggio; / di molta
, bramose e correnti / come veltri ch' uscisser di catena / in quel che s'
digrignar pur a lor senno, / ch' e'fanno ciò per li lessi dolenti
, voce sbigottita e deboletta, / ch' esci piangendo de lo cor dolente,
, chi del fratei dolente, / ch' inanzi agli occhi suoi perdé la vita.
vero?) siete dolenti di quel ch' è seguito: e insomma, senza tanti
che entra per li miei sì debilmente / ch' oltra non puote color discovrire / che
bembo, 1-165: picciol cantor, ch' ai mio verde soggiorno / non togli ancor
dii de l'infelice / dido, ch' a morte è giunta, il mio non
e però vo'che m'odi, / ch' egli è proverbio antico ed è comune
falso barlaim, d'iniquo frodo / ch' è tenuto un ribaldo fra la gente.
ché ne favelli? / facciolo, ch' ognuno che qui d'intorno sente,
. g. guidiccioni, ix-483: ecco ch' italia, misera, dolente, /
vo planzendo a guisa de dolenti, / ch' i spirti mei ornai sono sì venti
72: temperato dolore e pianto a quei ch' è dolente infra dolenti non è vietato
al re parlò discretamente: / sappi ch' io l'uccisi io, santa corona.
una fanciulla di nobile gente, / ch' io ho con meco, onesta e cara
c'aspetta la caristìa: / puoi ch' è guasto, el se mannuca,
men cortese far mi possa, / ch' io non ti dica che tu torni,
, né più né meno di quello ch' io mi faccia qui in firenze. foscolo
-a mia sorella dorrebbe assai di sapere ch' io fossi morta senza prete! cardarelli
lontano mi piglia, / dogliosa pena ch' eo sento, / membrando ch'eo sia
dogliosa pena ch'eo sento, / membrando ch' eo sia diviso / di veder lo
/ non a quel che peccar sòie, ch' eo non facci la vegnanza. dante
, perché vien da vizio errore / ch' a di virtù colore. petrarca, 338-6
madonna, in molte parti / di bellezze ch' avite, / non so se v'
non so se v'è contato / ch' eo lo faccia per arti, / che
manfredi dicendo: dov'è l'aiuto ch' io ho dalla parte ghibellina, la quale
nasuto vanno mie parole / non men ch' all'altro, pier, che con
vi comporte; / anzi di me, ch' ancor non mi discioglio. accetto,
parea che si dolesse del salvatico abergo ch' io gli dava. poliziano, st
de sua rimembranza aggio dolere; / ch' a dannaggio ed a noia / è remaso
, iv-1-1021: non era la prima volta ch' ella l'udiva lamentarsi di vaghe sofferenze
treccia, mio cavallo grosso, per- ch' era malato di dolori. forteguerri, 3-37
, / e tant'è forte la doglia ch' eo sento, / ca se de
pianto / sovente mi rammanto, / veggendo ch' a voi piace il meo dolore.
, i-23: troppo dolor vuol pur ch' i'campi e viva. baldi,
lo colore / de li suoi figli, ch' ella va cercando; / per quel
: 0 che gioioso e glorioso asenpro ch' è in dolore grave allegra gioi'portare
non ride, se non per dolore ch' ella vegga altrui. boccaccio, vii-30:
purg., 23-81: del buon dolor ch' a dio ne rimarita. tedaldi,
robbia, 1-293: se e'basta ch' io abbia un pronto desiderio di piacere
, qual onta / fece la dea, ch' è pur donna e regina / degli
e sien dolenti tanto mie querele, / ch' ogni anima crudele in questa via /
, lasso!, or no è; ch' eo li veo / tratto l'onghie
xxx-4-301: dammi morte prima, / ch' altro dolor al mio dolor aggiunga.
. non la trova più, il dolore ch' ei ne prova è simile in tutto
il maggior male delle offese consiste nel dolore ch' elle ci recano,...
, inf., 33-5: tu vuo'ch' io rinnovelli / disperato dolor che 'l
mi preme / già pur pensando, pria ch' io ne favelli. metastasio, i-31
, 4-67: quantunque / sia ciò ch' è molle di rotondi e lisci / semi
misti; / né perciò fa mestier ch' e'sian adunchi. = voce dotta
, 1-48: di ciò mi pesa, ch' eo non son colpato / e son
m'incresce di me sì duramente, / ch' altrettanto di doglia / mi reca la
si paragonava allora con le compagne, ch' erano ben altrimenti sicure, e provava per
il dì festivo, or poscia / ch' egli era spento, io doloroso,
, si è una devotissima cappella, ch' è sopra del luogo dove la dolce e
sì dall'angoscia e dal pianto, / ch' io solo intesi il nome del mio
dolorose prede / di noi fa quella ch' a nullo uom perdona, / e che
/ fu quand'io dispettosa / credea ch' egli altra amasse. guido da pisa
la vita mia! in terra latina, ch' è così di lungi da casa tua
la forteza; / deforma la belleza ch' era simele a deo, / e fasse
che lume siete / di tutte quelle ch' a virtù si danno. dante, conv
da i prieghi e dalle domande di colei ch' egli ama. pananti, ii-268:
ariosto, 2-36: questo disir, ch' a tutti sta nel core, / de'
1 (23): vuol dunque ch' io sia costretta di domandar qua e
ecc. simintendi, 3-8: mentre ch' ella domanda ove siano le dita e
mia. ariosto, 4-72: poi ch' ella fu di nuovo domandata, /
con umil voce a dire / quel ch' io vo'all'altro canto differire. guicciardini
dunque dimandatemi per ordine, se volete ch' io per ordine vi risponda. d
'l sonno i miei figliuoli / ch' eran con meco, e domandar del
sempr'usa / ingorda a desiar ciò ch' ella vede, / ed indiscreta altrui prega
ben aver riguardato un bellissimo pappagallo indiano ch' era nella panca, e mostrato sentir del
ninfe del mare e narrava gli giovani ch' ella avea scherniti. cieco, 4-23
il fi- gliuol farmi marito, / ch' unico al mondo avea, nomato ar-
risplendiente spada lo sicuro nemico, vidde ch' egli guastava lo scudo e 'l cappello
della garrevole voce del cane, perciò ch' egli isparte il nostro amore col suo
: -i'vogl'intendere / da te ch' animo è 'l tuo: se tu deliberi
tuo figliuol -di che dimandi? / ch' è ancora un fanciul, ch'a
? / ch'è ancora un fanciul, ch' a punto quindici / dì son ch'
ch'a punto quindici / dì son ch' entrò ne'vent'anni, e non
vent'anni, e non credo / ch' ei sappia ancor come sia fatta femina?
, / noi dimandar, lettor, ch' io non lo scrivo, / però ch'
ch'io non lo scrivo, / però ch' ogni parlar sarebbe poco. sacchetti,
, che innanzi a dima- nisera, ch' è dire innanzi d'arrivare alla sera del
assai, fece in tal modo, ch' el signore, ch'era callido molto,
tal modo, ch'el signore, ch' era callido molto, comprese el mancamento
queste due parti è una particella, ch' è quasi domandatrice d'aiuto a la
1-132: in sommo cielo / più ch' altra creatura oggi io t'esalto;
, com'ella si cambia ispesso, ch' oggi è l'uomo ricco e domani povero
crederei domani. lippi, 2-59: voler ch' io entri dove son due cani!
son due cani! / credi tu pur ch' io sia così merlotto? / se
verga, i-24: il domani, ch' era domenica, venne la visita del medico
fra 'l sonno 1 miei figliuoli / ch' eran con meco, e domandar del pane
per domani a otto; sì che converrà ch' io parli co 'l cassiere.
senza domani / è il giorno ch' ella sogna. = dal lat
non debbi aver domata, / per quel ch' io ne comprenda, una cammella,
ne comprenda, una cammella, / ch' io vidi nella stalla tua legata; /
io vidi nella stalla tua legata; / ch' io non vi veggo né basto né
cotal campione / gli domò poi sì ch' ai su ne divenne. m. villani
anguillara, 10-267: trova egli la donzella ch' avea domo / ogni scritt'uom ne
vienmi il viso basso, / cotesti, ch' ancor vive e non si noma,
: alcuna volta facea certe ruote, / ch' a più di sette domava la boce
batte i destrier suoi mal domi, / ch' oltre la meta volano. carducci,
, / e spiace a lei ciò ch' a ragion dispiace, / segno è ch'
ch'a ragion dispiace, / segno è ch' è buona, domata e quieta.
rinaldo, tu se'uomo, / ch' io non ti posso conoscere ancora; /
ma sì 'l sappia chi vuole, / ch' i'ho donat'una cos'a bec-
domenica c'è comandato che facciamo, ch' è il lasciare li negozi temporali, e
è di modo tal dimesticato, / ch' e'diàce sempre al mè giordano allato
guernimento; / e quel paese, ch' era molto strano, / tosto dimesticò,
alcun tempo fui, / io, ch' era più salvatico che i cervi, /
, e co 'l gemito significano la pioggia ch' a venire. boccalini, i-115:
iv-2-930: modulò la voce gutturale, ch' era il segno del contento nel loro
più, e ci vorrebbe assai poco ch' io mi riducessi a non uscire mai più
e così mi credo che voi crediate ch' io non vi parlarò altro che a vostro
di casa, /... ch' ogni fatto ed ogni cosa spia, /
simintendi, 2-58: aspro dell'ira ch' egli [borea] è usato d'
e le pecore e le altre bestie tutte ch' erano sotto la signoria degli uomini,
giacché di origine italiana, è sempre ch' ella è usata in italia da molti,
manzoni, 780: un fatto ch' egli aveva a combattere, come ancor
letto coperto di sete color grigio pallido ch' era il colore dominante nelle tre stanze.
altre accidentali superiorità d'una lingua fanno ch' essa domini sopra le altre più ristrette e
i sospetti del re, la parte ch' ella vi riteneva era assai poca.
1-28: domina il tanfo dei sugheri, ch' è di muffa, e di polverosi
, i-321: il seme / uman ch' è nato a dominar la terra. foscolo
tesser d'infinitissimo / gregge signore e ch' altri me poi domini / ch'ognor fa
signore e ch'altri me poi domini / ch' ognor fa del mio cor scempio durissimo
di battaglia, ove vede fingai, ch' era alle prese col nemico. manzoni,
di novo / a popolar le vie ch' all'oriente / volgon ombra già grande.
pensieri, passò davanti a casa sua, ch' era nel mezzo del villaggio, e
s'avviò a quello di lucia, ch' era in fondo, anzi un po'fuori
escon di novo / a popolar le vie ch' all'oriente / volgon ombra già grande
ogni arte, come strumento e specchio ch' ella è dell'intelligenza suprema.
repentine di antonello e quelle sue inquietudini ch' erano infallibili avvisi. -sopravvento (
empireo, là ove t'ho detto ch' è il paradiso, si furono formate tre
virtù, podestà e dominazioni, / ch' ai mie signore più presso avete stato
invisibili angeli più grande, / poi ch' egli in terra è giudice del cielo,
avere ricevuto quattro aranci, e'pare ch' io sia ita alla strada. f.
? e quant'è? -è tanto, ch' e'potrebbono / agiatamente aver..
la ira de lo principo, e quelo ch' è descazado sì salva per la arte
riforma, ma messer dominedio m'ha spirato ch' i'non la metta a far nelle
, xxv-1-265: ghiottone, scelerato, / ch' hai qui gabbato il boia che a
domenedii, come facevano i pagani, ch' adoravano diversi domenedii. marco polo volgar
'l signore ha nel suddito; però ch' è signore temporale e signore spirituale. bocchelli
. m. cecchi, 32: poi ch' e'venne siena / sotto il dominio
da questo però vostra signoria non concludi ch' essi vogliono rompersi, o perdere il
, 189: canzonetta, va a quella ch' è dea. / che l'altre
a chi m'ave in dimino / di'ch' eo tuttora 'nchino -sua valenza. lapo
di me, che forse è più ch' altri non crede. castiglione, 357:
marino, 10-77: non ti meravigliar ch' affanni e doglie / in questo primo ciel
io? che si può avere / meglio ch' aver la dama a suo dimino?
baruffateli, xxx-1-38: però tu, ch' hai fantesche in tuo dominio, / cui
cui tanto è caro il gallinaio, ch' altro / far non san, che allevar
pisa. ariosto, 44-12: non sapean ch' amone / con vo- luntà del figlio
campanella, i-108: sopra i regni, ch' erede fan la sorte / di lor
scambievole è così difficile a notare, ch' ella è quasi fuor del dominio de'
crescenzi volgar., 1-13: appresso poi ch' avrà il dominio del podere,.
i muri grigi del cortile dagli angoli ch' erano dominio di polverose ragnatele, da'buchi
lentini, 55: né l'aritropia, ch' è sì ver- tudiosa, / né
, / per cui eterno sì convien ch' io geme. giraldi cinzio, 6-3 (
dritta via vedere / di questo autor, ch' e'gloriosi pomi / volse cercar e
, / a chi 'l merita più, ch' a chi 'l desia. g.
la custodì gelosamente fra i fiori secchi ch' ei le aveva donati. d'annunzio,
doneraggio. ariosto, 1-3: quel ch' io vi debbo, posso di parole /
volentieri: come debbo e come soglio, ch' oggimai è cosa molto antica tesser io
testi, i-121: ben m'avveggio / ch' un amante senz'oro è sempre in
lentini, 2-62: lo vostro amor, ch' è caro, / donatelo al notaro
, / donatelo al notaro, / ch' è nato da lentino. cielo d'alcamo
a la mente / le oscure qualità ch' amor mi dona. cavalca, 19-68:
faitinelli, vi-n-211 (5-2): per ch' uom ti mostri bel piacer o
, mi dona guai / per quella boce ch' io andar lasciai, / ché non
donami grazia e tanto di virtùe / ch' io mi ritorni a'baron nostri. del
. magno, ix-223: la pietà ch' in lor mai sempre vidi / qualche
predator fellone. lalli, 5-192: donagli ch' egli varchi i regni tuoi, /
in braccio / della tua madre; ch' io t'avria gli estremi / baci donati
, xxx-6-32: sappi, o re, ch' ella da alcun tempo...
tasso, 10-64: era qui ciò ch' ogni stagion dispensa, / ciò che
rinaldo d'aquino, 408: ma, ch' eo sono amato, / amor fece
è che m'asigura, / per ch' eo mi dono a la sua voluntade.
amistà e parenti, / e poi ch' ai tutto a dio s'è donata,
chiaro davanzali, xvii-570-2: io so ch' i'non ò tanta di potenza /
i'non ò tanta di potenza / ch' io meritar potesse lo donato / c'ò
il buon fratello sopportare il grieve dolore ch' egli si aveva preso della efferatissima morte
aggiate il donatore a sdegno, / ch' or vi presenta e la corona e 'l
di tutto ciò che gli rimaneva (ch' era un bel patrimonio) alla famiglia di
, 409: fu ordinato... ch' a fecenia ipsala fusse lecito far donagione
mancato mai / di ricercarmi e scongiurarmi ch' io / facessi donazione. goldoni, viii-556
il servizio militare offertomi il dì stesso ch' io tornai di toscana. =
francesco da barberino, 28: dico ch' ella guardi ch'ella non riceva ghirlanda
barberino, 28: dico ch'ella guardi ch' ella non riceva ghirlanda né altra gioia
boccaccio, vii-18: spesso m'avvien ch' essendom'io raccolto / co'miei pensier.
iv-22: per la grande divozione e fede ch' aveano a s. piero ponevano gl'
l'altra parte e gonfia forte tanto ch' egli truova loco donde può uscire. machiavelli
cuori, e l'accento si disserra / ch' or severo comanda or dolce impetra.
/ ed ènne gran pesanza / poi ch' io son canoscente / ch'ella non cura
/ poi ch'io son canoscente / ch' ella non cura nente / di ciò
(7-2): tanta è l'angoscia ch' i'nel cor mi trovo, /
l'altra le risponde, / mostrando ch' aggian donde, / sì dolce 'l canto
la formica è più savia di te e ch' ogn'altro animale, imperò ch'ella
e ch'ogn'altro animale, imperò ch' ella raguna la state dond'ella vive di
segnor, quel'alta fior novella / ch' è nato de maria vergen, regai polcella
del mondo, e non ha cura donde ch' egli abbia. boccaccio, 8-69:
o d'altrettante di fiori, donde ch' ella se li avesse. sacchetti,
grazie che dio gli ha date più ch' a molti altri, se ne leva in
come e donde ciò procede, / ch' io ò pochi danari e men derrate:
7. prov. dondola, ch' io sconto: le colpe commesse prima
;] e'vien poi l'ora ch' ei n'ha a render conto, /
e far del tutto, dondola, ch' io sconto. note al malmantile, 2
2, 445: * dondola, ch' io sconto '. vuol dire: sconterà
forche, disse: * dondola, ch' io sconto'; intendendo: a vederti
. / or, così. -vo'ch' empari a voler dondolo / de'fatti
daresti a credere / a mano a mano ch' e'volassin gli asini. buonarroti il
belle fanciulle? / -lasciatel'ir, ch' elle si sono accorte / che noi
ritrovò il pazzo accademico a ragionare un dì ch' egli se n'andava dondoloni a torno
han per amoroso engegno / sottratto sì, ch' han 10 più del tuo core.
mia quand'ella altrui saluta, / ch' ogne lingua deven tremando muta / e li
1-29: donna, chero pietate, / ch' io languisco ogne stagione. rustico,
): ma sì non perdo, ch' io non speri aiuto / di voi,
speri aiuto / di voi, gentil più ch' altra che mai sia: / ch'
ch'altra che mai sia: / ch' io son fedel d'amor tanto vivuto /
, 19 (69): donne ch' avete intelletto d'amore, / i'vo'
. petrarca, 3-4: era il giorno ch' ai sol si scoloraro / per la
bellezza e i musicali accordi, / ch' alto mistero d'ignorati elisi / paion sovente
lugent 'affermando esser beati, / ch' avran di consolar l'anime donne. petrarca
le predette due; ond'io giudicai ch' ella fosse donna del detto pomo. beicari
florìo e fece frutto, / sì ch' ell'era del tutto / la donna di
. tassoni, 12-74: voi, ch' io credea di ritrovar nemici, /
quelle donne aiutino il mio verso / ch' aiutaro anfione a chiuder tebe, / sì
. aretino, iv-1-135: ma pensate, ch' io son trasformato in un altro:
fuor di se stesso, / poi ch' a lodar una donna di mondo / con
,... allora vi so dire ch' egli è concio. dossi, 32:
effemina, / ben si può dir, ch' egli è di sé padrone. alfieri
altrove, tra la gente franca, / ch' è sì donnesca, come il mondo
. lomazzi, 417: poi ch' uscito fui tutto smarito / me n'
n'andai a trovar certe donnesse / ch' erano intorno a tutte le lupesse /
erano intorno a tutte le lupesse / ch' ai universo ne macchiorno il lito.
alborea ed innamorovvi d'una sarda, ch' era molto bella. dante, inf.
gallura, vasel d'ogni proda, / ch' ebbe i nemici di suo donno in
sì grande in molti degli animali, ch' essi non pure quei della loro specie o
, 1-403: ei, che più ch' etna bolle / entro il fervido cor,
nocchio ovvero alla cicerbita, e mangiane ovvero ch' ella ne dentecchia. ristoro, 8-20
luogo. anguillara, 9-127: odo ch' altrove donnola si chiama, / mustella qui
dono, / tanto quanto conosco ben ch' io sono / la 'v'io non posso
. petrarca, 63-6: la fraile vita ch' ancor meco alberga, / fu de'
sua bontate / più conformato e quel ch' e'più apprezza, / fu della
modo, con quella dota e donora / ch' io ho data all'altra. r
. firenzuola, 745: tu sai bene ch' io non te la chiesi, e
tu [tanti panni di casa] ch' il vecchio poi / me li fare'riscuoter
cino, iv-189 (55-14): poi ch' ella vinse li occhi tuo'di giostra
sé raccolta, e sì romita, / ch' i'grido: -ell'è ben
due donzellette garrule e lascive, / ch' or si spruzzano il volto, or
il reai donzello invita e prega / ch' oltre vada securo, ed egli passa.
loco: / di molte cose, ch' a viltà t'è dire, / falle
fra la rugiada e 'l gielo, / ch' i'non avesse i begli occhi davanti
latini: non così 'dopo ', ch' è preposizione, e vale 'post
disonestà giungesti, avesti preso / un ch' ai tuo sangue fusse stato eguale.
ho scritto a vostra signoria illustrissima doppo ch' io sono in napoli, credendo di venire
sé solo il nome di chiesa, ch' era comune a tutti li fedeli, s'
., i-315: o imperadore, comanda ch' io sia menato incontanente al corpo di
et ivi morto, però che da ch' elli è morto, io non debbo rimanere
che non possono stare sicuri, almeno ch' e'potessero venire alla predica, tanto
: il dì sospiro, e le lacrime ch' io / per vergogna nascondo, a
, 389: oh pover uomo! so ch' hai pagato caro il tuo fallo
o mi discora il zelo / ch' io abbia del ben pubblico e del giusto
pazza. / -tenete voi quella moneta, ch' eglino / altrui dan doppiamente. -eh
214: a l'aura il crin ch' a l'auro il pregio ha tolto,
com'io soglio, / il meglio è ch' io mi mora amando, e taccia
afflitte ogn'or genti meschine; / ch' a le nascenti, a le cadenti foglie
amor, per la noiosa guerra, / ch' a l'alba ordisce e doppia in
congiunge / con brunoro e co'suoi ch' avea vicino; / e con doppiato stuol
, il ga- stroenteròstato, col battente ch' è mollificato da una doppiatura di gomma
. costoro andarono al palazzo maggiore, ch' era disfatto. bocchineri, 1-9:
bisogna avere una vesta di corame, ch' abbi doppio i labri del petto. pirandello
, un fascio di colletti d'uno ch' era militare; ma il fratello che va
per sopperimento di queste limosine; i libri ch' erano doppi e di quegli che non
stroppio / a la tela novella ch' ora ordisco, /... /
tutto come ad amico e a persona ch' ama in tutto; onde non iera doppio
i-234: come sia incerto il ben ch' altri altrui voglia, / e finto e
a perdere il pane, e ciò ch' è peggio la riputazione. mazzini, i-834
veritade della struzione di troia, awegnadio ch' elli ornassero ovvero tenessero le loro opere
parole proprie di una lingua, l'idea ch' elle destano, è quasi doppia,
la predecta cosa, oi di quel ch' ella valesse di niunu temporale, sì li
, sì li 'mpromettete di fare sì ch' ell'aia lu sou meglioramentu. giamboni,
doppio di quel che costa, e vorreste ch' io proteggessi un'usuraia, una fraudolente
detto non fosse, come io stimo ch' egli non sia, voi verreste ad aver
al grave antico foco, / tal ch' a doppio ardo e par che non m'
poca gente sostenesse l'impeto loro, ch' erano a quattro doppi. galileo, 3-4-244
stata maggiore a più doppi di quello ch' io mi pensava e che m'aveano
fo colle mie man morire; / lascia ch' io suoni col battaglio a doppio;
lippi, 11-30: in quel, ch' ella da ritto e da rovescio, /
doppio, disse allor mammone, / ch' ei la passò: facciam dunque il partito
: -no, mona finocchia: credi ch' io voglia che tutto il vicinato senta i
quelle umili reverenze, e così a tempo ch' e'pareva che ogni loro movimento fusse
con chiara d'uovo; il quale doppo ch' è secco si bagna leggiermente con acqua
al ciel ritorna, / spiega l'ali ch' ai sol dora e dipinge / là
le cappe degli ipocriti], sì ch' elli abbaglia; / ma dentro tutte piombo
sbattendo e schiamazzando un'oca, / ch' apria de'galli il periglioso agguato.
plauso la leggiadra gente, / lieta ch' ornai per te l'itale scene / grave
a capo del letto / l'ulivo ch' è benedetto, / l'ulivo che benedice
i-1313: vidi che lo scritto, / ch' era di sopra fitto / in lettera
/ che preme e tocca il petto ch' egli allaccia. tasso, 1-21-76: il
le compagne i'vidi fare / quella ch' è bella più de l'altre belle.
: che vino è quel colà, / ch' ha quel color dorè? l.
, 34-84: in peloponnese / parliamo; ch' egli è lecito, mi sembra,
cecchi, 1-1-204: e si pensa ch' io abbia a chiuder gli occhi, /
se senza mento o poco, / ch' ell'ha del dormialfuoco. baldovini,
no m'aucido -de lo strido / ch' io ne gitto. tommaso di sasso,
. gli ingannati, xxi-1-188: diceva ch' ell'era in molle in dormentorio,
quella gabbiuzza di giunchi, facendosi beffe ch' ella fosse la cintola della nostra donna
, ed ella non comparia, pensò / ch' era una dormigliona, e a scender
73-11: lo schifo i'sì pregiava men ch' un fico, / ch'egli avea
pregiava men ch'un fico, / ch' egli avea gran talento di dormire; /
v'era paura, la dottosa, / ch' udendomi parlar tutta tremava. / quella
miri? i'son la luna, / ch' a dormir teco in questa piaggia erbosa
del fanciul, tra quelle due / ch' eran dormite dentro a uno ospizio.
. poliziano, 160: mentre ch' ogni animai dormendo posa, / raddoppio
che si dormiva a sua consolazione; / ch' era già sera, ed appoggiato stava
forse tal m'arde e fugge, / ch' avria parte del caldo, / e
, / s'un sol s'appropia quel ch' è dato a tanti. folengo,
morte d'esso: ma essi pensavano ch' egli avesse detto del dormir del sonno.
. folengo, ii-198: una barchetta ch' ivi nel suo nido / dormia,
ariosto, 15-102: ode il meschin, ch' in antiochia andata / dietro un suo
le parendo ormai di più patire / ch' abbia in sì fresca età sola a dormire
vestito, o d'un digiunare, ch' un religioso, ché si sono sì avvezzi
crescenzi volgar., 1-12: procacci ch' egli sia il primo che si lievi
, ma più dei cinghiali / (ch' ogni animai si rallegra dell'esca),
-carta canta e villan dorme: quel ch' è provato da un documento non può
[i serpenti] prendono quello laocon ch' essi voleva difendere e prendere l'armi;
colpo fu tanto smarrito / il corridor ch' orlando avea sul dorso, / che discorrendo
/ e il liquido elemento / par ch' ai flagel de'remi il dorso incurve.
ombroso e altiero, / nubifero apennin ch' italia parte, / e quinci veggio il
. alamanni, 6-8-87: so ben ch' io ne morrò; ma il dorso
che diletta / cotanto il cor, ch' ei vuol portarlo sempre. 8
contanti, senza le gioie e le dorme ch' io vo'presentar loro. =
, si può né si dee dire ch' ei scarseggiasse con essi nella dose di quella
de l'arte de'mercatanti, quella ch' è di mano di lorenzo; l'altra
dosso. pulci, 14-13: vide ch' eran dispogliate ancora / e tutto il dosso
albergo, quando cinque o sei passi innanzi ch' io giungessi alla porta m'accorsi di
, 14-77: l'umil pecorella, / ch' avea le poppe munte e 'l dosso
macedonia, e maggiormente con attica, ch' ee istmos appellato, ov'è corinto.
avea nel mezzo un rilevato sasso / ch' un'alta ròcca sostenea sul dosso. tasso
foderato de un dosso di coniglio / adciò ch' el possa dire: -i'son
del bene, ix-54: quinci mi scuso ch' io non ho potere, / s'
di dosso, e quasi secondo che uomo ch' è fuor di senno tutto si squarciava
in fino a tanto... ch' io non ispogli l'arme di dosso a
, i-m: alcuno i panni, ch' i'aveva induti, / a scoglio a
. sacchetti, 14: deh, fa'ch' ogni matta speranza, / la qual
essermi quando che fosse tolta di dosso, ch' io a poco a poco mi accinsi
, 21-12: -hale tu detto, ch' io / la doterò in cinque cento
dotare il monistero di due cotanti rendita ch' elio ha. testi fiorentini, 124:
sua bontate / più conformato e quel ch' e'più apprezza, / fu della volontà
e 'l valore, / de'quai più ch' altra l'ha dotata dio. andrea
vanno avanti il casi, o escec-islon, ch' è il dottor della legge; e
volgar., i-297: megulia, perciò ch' entrò nella casa del suo marito con
la dote poi della moglie non è altro ch' ella medesima; assai ben dotata,
andarci sopra, ora accennando che / ch' e'ci fussero su fidecommissi. giannone,
ed una vigna che dava un vin ch' era un balsamo. verga, i-133:
.., rifiuta qualunque delle tre figliuole ch' aga- mennone gli offre in moglie con
volta sarà meco lo marito mio, perciò ch' io gli hoe generati sei figliuoli.
per diletta sposa con la propria dote, ch' è il peccato. caro, i-163
'l forte boemondo o 'l gran nepote / ch' amar non posso, e forse odiar
fosse il fare e 'l dire / ciò ch' a quell'atto appartener credieno, /
; ma poi di quelle dotte / ch' io stimo più, sono molto mal
quello sarebbe bello a poter dire, / ch' io so ch'ognun rimetterà le dotte
a poter dire, / ch'io so ch' ognun rimetterà le dotte; / insino
... mi risposono e comandarono ch' io dessi le dette lane nelle mani d'
la viltà, tanta la dotta, / ch' in senna se ne vide affogar molta
fare niuna villana cosa per nulla dottanza ch' egli abbia di morte, né di preghi
/ mi fa, sol di pensare / ch' aggio tanta abbondanza / che solamente eo
suo reame né i suoi suggetti, acciò ch' elli non diventino savi, dottandosi sempre
giacomo da lentini, 5-6: poi ch' io non trovo pietanza / o per
io perdo amare, / amor comanda ch' io faccia arditanza. 2. porre
gli deggia far credenza: / non ch' io ne dotti, tant'ha il viso
splende in grande alteza, / sì ch' ogni nazion vi dotta e preza / udendo
/ e la sua gran possanza / ch' era sì vertudiosa. dottato2, agg
fra gli eloquenti: laonde io stimo ch' a voi si convenga il ragionarne.
di donna prassede, quando si dice ch' era morta, è detto tutto; ma
ma intorno a don ferrante, trattandosi ch' era stato dotto, l'anonimo ha creduto
cosa al pari / addolcisce il sapor ch' il dotto innesto. pisacane, ii-165:
trissino, onor del bel paese / ch' adige bagna, il po, nettuno e
e non corrompevole deitade, siate miei testimoni ch' egli è licito a me di palesare
un salto, / onde il pastor, ch' a l'arte non è dotto, /
l. martelli, 1-66: come fia ch' io non vadi, s'io sì
stesso,... ma perciò ch' egli co'suoi dotti scalpelli ne vuol
noto. frezzi, iv-3-70: e ch' io venisse a te mi fece dotto,
(ecco, questi sono que'dottoramenti ch' io non posso soffrire).
/ intra li quali risplende augustino / tanto ch' ec clissa li raggi minori
un grande fariseo dottore della legge, ch' avea nome gamaliello. bibbia volgar.
israel. aretino, 9-120: ecco ch' ella il vede nel tempio questionare con le
la spesa, e chiamarono gli ufficiali ch' avessono a mantenere lo studio; e
mio, poi che, di dottore ch' eravate, e signore della casa, vi
fare tutto suo dal quale oggi capisco ch' egli ci leggeva in quella sùbita conversione
l'alfieri non dottoreggiava sopra ogni tragedia ch' ei pubblicava. settembrini, 1-385:
d'aprir non ristagna, / infin ch' egli è tra quella turba magna / che
m'adivene / come a l'om ch' è dottuso / di ciò ch'è più
l'om ch'è dottuso / di ciò ch' è più gioiuso. bonagiunta, ii-299
v'era paura, la dottosa, / ch' udendomi parlar tutta tremava. boccaccio,
negli atti si mostra rabbioso, / ch' ogni giovenco fa di sé dottoso.
c'anti vorria morir di spata / ch' i'voi vedesse curruciusa. intelligenza, 87
apostolico si mosse, / quasi torrente ch' aita vena preme. maestro alberto, 3
. guittone, i-3-537: anima, ch' è ordinata a bono in amor retto e
15-20: vide una gran città, ch' era assediata / da esserci to di
tosto ricevere la dottrina dal maestro ch' è troppo alta, e malagevole a
, inf., 9-62: o voi ch' avete gl'intelletti sani, / mirate
, conven che fugga; / udite, ch' anco è buona la dottrina. palladio
dammi fortezza e dammi la dottrina / ch' io non sia preso e che vinto non
di dio. aretino, 9-120: ecco ch' ella il vede nel tempio questionare con
la dottrina in chiesa, eccitate an- ch' esse da quell'apparizione, le baciavano il
, 7-36: per la fede e divozione ch' ho in te, vittorioso imperadore,
, / che mi conceda tale / ch' io faccia un dottrinale. borsa,
la materia originaria del loro paese; ch' è tutt'altra cosa che conoscerla dottrinalmente,
in quel libro che contene / ciò ch' elle deon servare / e corno costumare,
che da vizi son condutte, / ch' ella star non poria / con sì vii
dottrinaménto, / ma sol per quelle ch' esso libro chiude. peregrini, xxiv-
dottrinare il lettore, non per dimostrare ch' è dotto l'autore. -assol
24-178: o omo, or te pensa ch' è altra vita, / la qual
, il quale, per lo strepito ch' egli aveva udito, s'era desto,
da'pisani non fue accettato a quello onore ch' a lui parea che si convenisse.
, poi che rimase la donzella / ch' esser dovea del vincitor mercede, / inanzi
ii-166: mi veggo torre quattromila scudi ch' esso mi debbe. caro, 2-2-325
: che non può far d'un cor ch' abbia suggetto / questo crudele e traditore
questo crudele e traditore amore / poi ch' ad orlando può levar del petto /
senza fallo con quella gratitudine d'animo ch' io debbo. foscolo, xiv-140: io
voi mi dovete per la gentile conoscenza ch' io vi procuro. manzoni, 63:
figur. ariosto, 1-3: quel ch' io vi debbo, posso di parole /
fu ghirlanda conceduta, /... ch' ad assai / fosse al ricevitor così
redi ia spiegazione intorno alla cervogia, ch' è un beveraggio fatto di for- mento
sacchetti, in: faccia l'uom ciò ch' el dé', / ché le più
. francesco da barberino, ii-234: color ch' onor a padre / e reverenza a
consiglio / bionda chioma non dia, ch' ove disperde / la forza il tempo
che non dee, gl'interviene quello ch' e'non crede. grazzini, 4-433
10-11: lo consegno me fo dato ch' eo devesse el monno usare: / *
] ancora aver cura che tutti i frumenti ch' in casa sono si macinino e se
? perché superbo vai, / quando ch' ir ne derresti umile e piano?
padre ho il mio figliuol garrito / pur ch' io pentir mai non me'n debba
rire /... / poi ch' a lei piace, a me ben de'
poter dentro da me l'ardore / ch' i'ebbi a divenir del mondo esperto /
guardi alteri, agli atti esperti, / ch' esser devresti tal qual ti dipingi.
in fiorenza, dico / che ciò ch' è divenuto par v'adagia; / e
/ di quel che prato, non ch' altri, t'agogna. / e se
perc'hai perduto l'intelletto, / ch' una femina a morte trar ti debbia?
scrivetemi di que'tanti [errori] ch' io non veggo, e che denno essere
inf., 33-7: tu vuo'ch' io rinovelli / disperato dolor che 'l cor
preme / già pur pensando, pria ch' io ne favelli. / ma se
seme / che frutti infamia al traditor ch' i'rodo, / parlare e lacrimar vedrai
inf., 33-13: tu dei saper ch' i'fui conte ugolino, / e
la diversità dei discorsi, debbi sapere ch' a pena il sole, che pratica con
1-61: l'usato stile / in ch' io soglio cantar, degno non fora /
non è ragion, ben sai, / ch' eo del ben deggia avere. angiolieri
/ madonna m'ha più a vile, ch' un muscione. petrarca, 268-21:
de jennaro, 68: né creder debio ch' intelletto umano, / senza del ciel
singulare, / discemer possa il cor ch' altrui non vede. b. cavalcanti,
purg., 10-91: ei conviene / ch' io solva il mio dover anzi ch'
ch'io solva il mio dover anzi ch' io mova: / giustizia vuole e pietà
, ii-20: canzon, non è bisogno ch' io ti dica / dove tu debbi
monarca, / sono importuno assai più ch' i'non soglio. l. martelli,
, ché sempre mi ristringo per far ch' egli abbino loro dovere. macinghi strozzi,
in ciò gli sta il dovere / e ch' ei non ha né garbo né mitidio
scemo, / se ciò non fosse, ch' a memoria m'ebbe / pier pettinalo
. si credono in quantitate / ch' ognun poteva. g. morelli, 218
con quel della luna veduta di virtù ch' io non vedeva. g. sacchetti,
tasso, 2-48: già già mi par ch' a giunger estendesse la ruina del mio patrimonio
che più disia; / pensando ancora ch' elli abbia divizia / di ciò ch'elli
ch'elli abbia divizia / di ciò ch' elli ama, per tua cortesia.
gran dovizia ne'nostri paesi: / ch' han que'dentacci lunghi, e quegli unghioni
, possiam dire in un certo modo ch' egli ha bisogno di creare cioè di
. gozzi, i-24-110: or basti dire ch' ei da un doge uscio. /
, inf., 22-109: ei, ch' avea lacciuoli a gran dovizia, /
, e ricchi di tesori di quegli ch' erano morti della terra e de'tesori del
alla ricchezza dell'animo dovizioso di divozione ch' alia povertà dello stile ignudo d'ogni
: i libri più pregiati, / ch' ha marcati / con l'avana ovunque tocca
ad abitare a crustumena per la terra ch' era buona e doviziosa. bacchetti,
osarei, per vostr'alma beltade / ch' ogn'animo gentil di sé inamora,
i torbidi occhi, ei vede / cosa ch' il grav'affanno in lui raddoppia.
questa donna s'innamori di te; immaginiamoci ch' ella te lo dica, come lo
, iv-2-376: urlava ella così orribilmente ch' io pensai: -chi urla così, non
volgar., 1-5: allora è segno ch' ella [la terra] è buona
, 7-ii-280: quella terra è miglior ch' è nera e dolce, / profonda
a. casotti, 1-5-66: ognun ch' il conoscea gli dava l'urlo,
che detto hai, lascialo stare; / ch' ogni ruina tua di qui dipende.
, la sola, la irrevocabile felicità ch' egli ha perduto. 18.
distanza, e piegai sul petto il mento ch' era elevato. -piano elevato:
ii-323: per lo suo movimento proprio, ch' è da occidente in oriente..
, / ad opera compita opo è ch' eo vegna, / si voi che viva
tutti questi son spiriti assolti / prima ch' avesser vere elezioni. petrarca, 247-14:
loro. parini, 404: poi ch' ei [s. bernardino da siena]
] giunse al sommo della via / ch' a doppia elezion in due si scioglie,
per recarne conforto a quella fede / ch' è principio a la via di salvazione
avviso alfin dispone [goffredo] / ch' essi un di loro scelgano a sua voglia
. è una specie di rantolo, ch' esce a fiotti da ignoti pertugi tutt'intorno
mondo ha il vantaggio del vedersi, ch' egli è, e iddio no; ma
per un filunguello, / e acciò, ch' io canti vollero ingabbiarmi? collodi,
molti di lui tema non hanno, / ch' anco quanto sia forte a pien non
metodo, nonostante la sua nevrastenia, ch' egli sa dominare a forza di puntiglio.
al fuso il fil raccoglie, / tanto ch' a l'altra man si ricongiunge:
il fil l'afferra, / per ch' ai novo girar non cada in terra.
tanta prese la grandezza di questa città ch' ella volea fondare. testi fiorentini, 186
bel fiore / per me'pigliare truovo ch' e'gli adesca. s. giovanni crisostomo
da chi ne vedesse il filo motore, ch' è il cuore. de roberto,
marino, vii-408: perché vorremo noi ch' ai soffiar de'venti si muovano le fila
. anonimo, ix-891: questo è segno ch' ella non si cura / della tua
: sono differenti da'nostri nelle corna, ch' egli hanno simili alle capre e volte
giosafatte, 37: della barba, ch' era rosa per li due topi, esciva
debilissimo filo della gratitudine tenete legati quei ch' avete bonificati. metastasio, ii-353:
/ e tanto è lunga e larga, ch' a cercarla, / non vi pur
, 7 (104): sappiate tutti ch' io ho già in mano un filo
/ alquanto de le fila benedette / ch' avanzaro a quel mio diletto padre.
bottoni d'ariento dorati, lavorati tanto ch' erano di filo, e andavano infino in
in là. fazio, v-28-91: però ch' andando, come andiamo, 'a
andar per fil di spade, / ch' in africa non tomi di noi seme.
venire a me questo ghiottone, / ch' a peggior tela ho stracciate le fila.
quanto peggio andrebbe la bisogna una volta ch' egli fosse di là del mare.
qual progne si lamenta o filomena / ch' a cercar ésca ai fìgliolini ita era
che quella pretesa ragione è mera pazzia e ch' è invece ragionevole seguire ciò che
sulla tela, / sul filondente, ch' è di fòri grande, / sul tabi
ii-493: vedrai qual è, pur ch' entro al monte guardi, / ne'suoi
manda via la materia per la stessa via ch' egli stesso ha fatto e alla sera
loica così pronta, come mi pare ch' abbino. baretti, 3-155: peggio è
] al metodo de'moderni filosofanti, ch' assottiglia, non aguzza, gl'ingegni.
le eresie letterarie de'filosofanti francesi, ch' egli ricorda, non fanno che aggiugnere
per ritrovar la verità in quel modo ch' a filosofo è conveniente, non ardisco
voler ricercare le cagioni di quelli effetti, ch' essi tanti e sì diversi vedevono e
senno, oh sovrumano acume / dell'età ch' or si volge! e che sicuro
vada filosofando! », però sarà ben ch' io me ne ritorni a donde io
fondo, disse: la fortuna vuole ch' io più espeditamente filosofeggi. gioberti,
uno savio cotale diflfinizione di filosofia: ch' ella è inquisizione delle naturali cose e
conosco, o almeno intraveggo, una filosofia ch' io vagheggio nel mio animo come una
uomo all'uomo, e (quel ch' è più e meglio) ella congiunge l'
vittoria de'pregiudizii certa, e quella ch' eglin chiamavano filosofìa, trionfare. e avevan
filosofia, nella quale apertamente si scorge ch' è l'intelletto della volontà più sublime
m'ha fatto certo... / ch' eo vorria... /..
esaminò di vivere di quelle poche entrate ch' egli aveva, e lasciare ogni cura d'
prudente. alfieri, 6-43: ch' io poi di lui le maraviglie spanda /
le maraviglie spanda / chiedemi; e ch' io già già un secondo ciro / men
suo talento ei là; / ch' io qui in sua vece maestizzerò.
una filosofia volgare; e per quel ch' appartiene a voi che vi fate sotto
si dice / un de'migliori loici ch' abbia il mondo / et ottimo filosafo /
pensate che voi siete cesarotti, e ch' io sono un giovane che dee prepararsi
. leopardi, iii-324: l'effetto ch' io vorrei principalmente conseguire, si è che
tutta stagione, / seguendo sì vertù, ch' onesta vita / fu lor gaudio e
. testi fiorentini, 73: enoc, ch' è apellato filosafo, disse al suo
foscolo, xiv- 29: dopo ch' io rinunziai al sublime carattere dell'uom
divide i beni in tre parti, non ch' una, / e spesso di nessun
ormai vuol torsi / di questa corte, ch' è uno scannatoio. =
d'amor per lui, facendogli credere ch' egli va vestito da maschio per aver
non era il punto della lunazione, ch' io potessi cogliere le erbe per fare
: 'filtro', quel setto superficiale o fossetto ch' è nel mezzo superiore delle labbra e
più fin or pregiato / ha scelto amor ch' abbia l'occaso e l'orto.
indeterminata. bisticci, 3-345: volle ch' egli avessi una bandiera col segno del
tassoni, viii-2-23: il bembo disse ch' ell'era [quella canzone] una filza
/ e fa be'paramenti / pur ch' el povero stenti / e muoiasi di fame
delle sue vestimenta, sì ho fede ch' io sarò guarita dell'anima e del
. lomazzi, 385: trovai colui ch' in sicilia fece enna / ch'annoverano di
colui ch'in sicilia fece enna / ch' annoverano di mosè ogni fimbra. /
che del mal gehenna / fece opre tal ch' ogni mondano sfimbra. 5
il saggio ortolan condurvi il fimo, / ch' è la mensa e 'l vigor della
, 4-47: in buona fina, ch' io vengo giuso, e serrerotti fuori.
23-253: né giammai cesserà, da quello ch' abbia / presso, mangiar, finacché
suo finale guidar- done d'alcuno bene ch' abbia fatto o faccia in sua vita,
. /... / so ben ch' un'ora leverò un tratto: /
, 1-86: la più forte attrattiva ch' io trovavo in mia madre e nei suoi
, a punto a punto, tutto quello ch' era avenuto. carducci, ii-17-65
gloriar vedìa '; a dare a intendere ch' è perché io era certo,.
frutti del mandorlo] è quando la corteccia ch' è intorno al guscio, s'apre
troveragio in voi pietanza, / per ch' io vivo gioioso in allegranza. dante
ma vive in gravitate, / ancor ch' i'non mi creda già potere /
, e vicino a lui, persone ch' egli conosceva ben bene per incapaci di
, 7-8: un altro [libro] ch' io avessi dettato, quantunque fingiamo che
d'un'amica sua fossero false; ch' eli'abbia pensato un modo, poco felice
tanto entro, quanto l'arte di gramatica ch' io avea e un poco di mio
armi strambuzzava gli occhi e soffiava, ch' era il suo modo di approvare i pareri
1-166: una guardia di finanza, quella ch' era d'ordinanza giorni fa presso il
lana del gia- comaccio sono i fortunati ch' io mando questa notte a fare alla
: diede sospetto, quindi avverato, ch' ei fusse miglior banchiere che finanziere,
finanzieri; / gli eroi son questi, ch' oggi fa la piazza. g.
entro 'n quell'or, pregando lui / ch' aggia mercé de lo suo cor che
non finarono di navicare infino a tanto ch' elli furono ad una giornata presso a
padre, ornai a posare, / ch' i'sono stanco, sì m'affaticai /
casa, che mai non finai / ch' i'son qui giunto con molta fatica.
/ ove dormia la stella mattutina / ch' era del cavalier desiderosa. / messer guglielmo
pietà di me, non finò mai ch' ella fece venire più volte flamminio a parlar
d'udirlo; che era il maggior desiderio ch' io avesse. lancellotti, 542:
5-4-162: già il più vecchio letame, ch' a quest'uso, / ove la
posta in renaiu, in del lucu ch' è detto carraia, col termini e
tu vuo'che si'eletto, / fa ch' i'sie ben finato, / nell'
,... fin a tanto ch' egli, tornato da quella impresa, prendessene
la notte vegghiarem contenti, / fin ch' altrui gravi farà i lumi il sonno,
2-451: non mi lasciar perir fin ch' io non mieto / de'lunghi studi
st., 1-6: ma fin ch' all'alta impresa tremo e bramo / e
mi piacque / sua celeste beltà, ch' io, per insino / già dal principio
con la sua sotta- naccia finché capisci ch' è meglio un soldo di meno che
. tasso, 8-1-212: dio, ch' è senza principio e senza fine. galileo
par., 6-38: tu sai ch' el fece in alba sua dimora /
monte. tasso, 11-ii-350: dovrete sapere ch' il cielo è ritondo e ha tutte
par., 19-51: e quinci appar ch' ogni minor natura / è corto recettacolo
tutti, e sì menai lor arte / ch' ai fine de la terra il suono
sani. ser giovanni, i-140: mentre ch' e'visse in questo mondo, tenne
, iv-189: ora il suo morire fa ch' io pensi a me stesso, a
se ti giova scansar tragico fine, / ch' una delle tre parche è citerea.
ix-327: non temer, carin mio, ch' aperto segno / ne mostra il ciel
aperto segno / ne mostra il ciel ch' a glorioso fine / i tuoi n'
, tutti stupivano e meravigliavansi della difficultà ch' egli aveva messo innanzi, come fu l'
feci fine loro di libri sedici per ciò ch' arigo n'avea ricevuti dinanzi da me
none avea fatto loro fine, sì ch' a me lo convenne fare di tutto.
tutta la quantità di centomila fiorini d'oro ch' aveano promesso, come addietro abbiamo narrato
, / od alle rose in lei, ch' invidia il maggio. / né strugga
3-210: dicono i savi, che quegli ch' è principio di tutte le cose,
inf., 11-23: d'ogni malizia ch' odio in cielo acquista / ingiuria è
malvagi, alieni dalla natura di essa, ch' è pura contemplazione teoretica. gentile,
, 209: de lo meo male, ch' è tanto amoroso, / da poi
è tanto amoroso, / da poi ch' è così nato, / non mi dispero
dispero, ma spero allegranza: / ch' a la fine sereno e dilettoso / vene
: che vi date voi ad intendere ch' i'sia alla fine delle fini, che
fatta, talmente il calore di gioia ch' essa mi aveva dato una volta e
insieme per li loro sangui, e ch' egli non si recassero a fine per
chi dal ver si torge, / dopo ch' amor ne porge / un cotal dolce
, 1-37: non prende fine lo male ch' io sento, / ma vivo mi
, / ma vivo mi mantene, / ch' io moro più sovente. fra giordano
vince, e soperchia qualunqu'altra cosa, ch' abbia termine e fine. dante,
/ por fine al mio dolore; / ch' a te onore, et a me fia
per la difesa con tanta sollecitudine, ch' egli medesimo assistendo indefessamente all'opera,
questo dì; e mi pesa delle fatiche ch' io hoe portate sanza fine e sanza
bene una delle singolari e fine poltronerie ch' io leggessi mai, a vedere che
, senza mai volersi illuminare di quello ch' è stato. manzoni, pr. sp
fino: / « lo vostro amor, ch' è caro, / donatelo al notaro,
, / donatelo al notaro, / ch' è nato da lentino ». guittone,
ella venne in questo viver basso, / ch' a dir il ver non fu degno
quivi non mancar ministri e servi, / ch' a l'ombra d'un bel faggio
/ lo capei dela testa, / sì ch' io credea che 'l crino / fosse
debbo esser fino, / da poi ch' a voi son dato. guido delle colonne
1-47: fino amor m'à comandato / ch' io m'allegri tuttavia. pier della
ramente s'apprenda d'amare, / ch' amor fa manti in fin pregio avanzare
pura e fina fedeltate, / più ch' assessino al veglio o a dio il presto
d'amor fino / s'innamorò, ch' i'vo'che voi sappiate. s.
., ii-695: direb- besi quasi ch' egli non sappia dispiccarsi da un'idea fina
/ lealmente ama senza mai fallire / però ch' ell'ama te sovr'ogni cosa.
come fusse cera, / e la corazza ch' era azal fino / fende e ismaglia
all'elmetto martella, / perché e'sapeva ch' egli è d'acciaio fino, /
a voi non per novella, / ch' egli 'l dovea serbar per ser laìno
tutti i lati, / e quel ch' è meglio fu poeta fino. lanzi,
fiorentini arrosono al palio di san giovanni, ch' era di due finissimi velluti chermesi,
palagio per ciascuna faccia, / secondo ch' io ritrovo le misure, / copiosamente
folengo, ii-65: l'angel maggior ch' aveva d'oro il crine, /
dell'obbietto passi alla fantasia, e ch' ella poi ne formi, per così dire
492: canzonetta piagente, / poi ch' amor lo comanda, / non tornare e
151): fue una buona femina, ch' avea fatta una fine crostata d'anguille
fino vino e bianco pane, / ch' e's'apparecchia di far festa e giuoco
ostinati stoici. magalotti, 6-260: io ch' ogni giorno insacco / la mia libbra
fina libbre quindici intere in tutto, ch' ella mi spedirà al più presto. panzini
'l contino. / di quest'unguento, ch' è cotanto fino, / el prete
e 'l dolce sguardo fino / ch' amor con l'una man mi pone
, iii-348: vaga figlia del ciel, ch' eletta e fina / sei di conca
rispettabili suoi amici ne avea poi tre ch' erano gli amici più intimi del suo
dolze aita è lo comforto / membrando ch' èite a lo mio brazo, / quando
viso. pulci, 6-8: meridiana, ch' era alla finestra, / fece chiamar
, in modo che v'entri tanto lume ch' egli scorga il letto. vasari,
lor comandamenti, confidandosi / nelle finestre ch' egli han sopra il tetto.
offesa / ai due bei soli, / ch' ascosi dentro / le proprie sfere /
i-118: mi assalgono, e poi dicon ch' io gli sfido, / che fo
far buio affatto della vista, / ch' è in sul serrare ornai delle finestre,
finestre si cominciano a serrare, è segno ch' e'si fa buio.
di mosche, per la vicinanza delle stalle ch' erano in fondo al cortile, sul
pensier, pongo in oblio / ciò ch' io guatto or da leva et or da
vedere. ariosto, 31-2: però ch' ogni altro amaro che si pone / tra
colore di tanto prezzo ha il mondo ch' appo quelli che nella sua pittura ha adoperati
stigliani, 2-16: quel neo, ch' in voi si sprezza, / non è
finezze, e l'abbondanza delle cose ch' ei somministra, mi disviano forse un
sì fatti regali come voi non fussivo informato ch' io non ho finezza di palato.
giostre e finezze dell'impareggiabile foglio umorifero ch' era, in quegli anni, il «
, il quale avesse potuto indovinare quello ch' ella avesse nel cuore. de sanctis,
gli fa molte finezze, ma so anche ch' ella non vede l'ora di essere
che mal fenge / amor collei ch' amando amor mi sprona. machiavelli
adotta i portamenti e sì li finge / ch' ai volto austero, a l'incurvate
e possanza / soli gli effetti, allor ch' inganna e finge, / deh!
: ma 'l pensier vostro erra; / ch' ancor che fosse ver quanto voi finto
quali se siano prodigalitadi o liberalitadi lascierò ch' altri sia quello che ne faccia giudicio
il vero adombro, e fingo / ch' altri avvampi in quel foco ond'io sol
, / in lor, folle ch' io son, prendo tal parte, /
tutti que'più curiosi e bizzarri lavori ch' umano intelletto chi- merizando può imaginarsi.
. ariosto, 27-56: mandricardo disse ch' avea fatto / gran battaglia per essa
: chi masticherà le tue parole ch' elle vegnano ad esser digeste, essi s'
se pò possedere / finente al tempo ch' io ho sopra ditto: / quest'è
finimento. tolomei, 2-239: ecco ch' io son con voi infin al finimento del
e dell'altra [steccata], ch' era il principio dove le barche si
o simile oggetto, come mai sarà possibile ch' ei desti negli animi nostri qualche affetto
casa, postivi per uso del supremo abitante ch' è l'uomo. -elemento accessorio
boccaccio, iii-12-7: le quercie, ch' han sì lungo nutrimento / e tanta
potenza, che cose ogne sostene, / ch' a monti può legger dar mutamento,
fattura, / che ogne creatura / ch' avea cominciamento, / venia a finimento.
acqua sia andato in niente, sì ch' io abbia potuto osservare quel che in
si mira, / salvo il soggetto ch' è da lor finito / per la vertù
apparisce egli è spezie d'amore, poi ch' e'non si vince se non fuggendo
per la qual passa spirito dolente, / ch' entra per li occhi miei sì debilmente
per li occhi miei sì debilmente / ch' oltra non puote color discovrire / che