possa, o far, che s'io cadrò su l'erta / dicasi almen:
cadére, intr. (fut. cadrò, pass. rem. caddi, cadesti
/ deh fa che, s'io cadrò sul calle ascreo, / dicasi almen:
non giunsi il fine; / e dimani cadrò. alvaro, 9-73: furono stupiti
smantellate. cardarelli, 432: presto cadrò, come voi, / e dal borgo
non giunsi il fine; / e dimani cadrò. palazzeschi, ii-15: ore sole
possa, o far, che s'io cadrò su l'erta, / dicasi almen:
giunsi il fine; / e dimani cadrò. b. croce, i-1-175: abbassata
non mi meni, sì ch'io cadrò freddo. guido da pisa, 2-54:
giunsi il fine; / e dimani cadrò. -uguagliare (per ingegno,
seconde offese. metastasio, 1-5-216: cadrò, se vuole il fato, / cadrò
cadrò, se vuole il fato, / cadrò trafitto il seno; / ma invendicato
invendicato almeno, / ma solo non cadrò. cesari, 3-3-326: voi vedete
che non mi meni, sì ch'io cadrò freddo. idem, inf.,
la morte. zanella, 48: cadrò: ma con le chiavi / d'un
io non vengo a te degnamente, cadrò in errore di tua offensione. algarotti
poi come saprò usarlo, né se cadrò nello errore quasi commune di presumere più
[o musa] che, s'io cadrò sul colle ascreo, / dicasi almen
ardor sì leggiere ali / ch'io non cadrò senza levarmi ornai. dell'uva,
stato ben misuro, / certo i'cadrò ne le seconde prove. 2
io, cervo sorpreso da i villani / cadrò sgozzato in questi grigi lombardi piani.
non mi meni, sì ch'io cadrò freddo. arrighetto, 220: infine che