a far più colmo l'alvo / che cadder di rugiada in mezzo all'onde,
23-176: ed alcuni [uccelli] / cadder per lor medesimi ne'recinti / spasi
artigliar ben lui, ed amendue / cadder nel mezzo del bogliente stagno. idem,
. boccaccio, iii-n-22: quivi tagliati cadder gli alti faggi /...
inf., 22-141: e amendue / cadder nel mezzo del bogliente stagno. idem
. poliziano, 146: gli occhi mi cadder giù tristi e dolenti / com'i'
foscolo, 1-128: i figli tuoi / cadder -ma in campo, ed han sepolcro
ne'fossi, e giù da'ponti / cadder sospinti; ed altri ne la fuga
l'aurora / a l'apparir del dì cadder di seno, / aure, sien
e per mirarla, a piè mi cadder l'arme, / che tenendo, sarei
boccaccio, iii- 11-23: quivi tagliati cadder gli alti faggi / e i morbidi
sotto la man d'enea, cadder, prostrati / col fragor di due svelti
a quell'eterna obblivione, in cui cadder tutte quelle barbare consonanze, non poesie
fossi, e giù da'ponti / cadder sospinti; ed altri ne la fuga /
. parzanese, vi-243: e poi che cadder nel fetido lezzo / di turpi abbracciamenti
rugiada stille sì dolci e leggiadre / cadder nel grembo dell'antica madre, /
domandare aiuto. folengo, ii-59: cadder in molti luoghi sparse e rotte / le
., 30-77: li occhi mi cadder giù nel chiaro fonte; / ma veggendomi
ne'fossi, e giù da'ponti / cadder sospinti. d'annunzio, iii-1-1160:
rifulse, a noi ratto le nostre / cadder di mano. de amicis, i-690
, 2-2-202: ei piegossi, e gli cadder da gli occhi / lagrime salse,
in rovina. marino, vii-532: cadder di tebe e menfi i sozzi altari
/ le mie flammee voglie / e cadder come foglie / le speranze distrutte.
fiori, / quante castagne mi cadder in seno, / prima che le toccassero
terra mina a gamba trunca, / come cadder gli amanti in folta massa. clorici
quegli letticiuoli. alamanni, 6-4-136: ei cadder di lassezza e sudor vinti. biondi
, inf., 22-141: amendue / cadder nel mezzo del bogliente stagno. idem
sparò contro i ribelli; / e questi cadder, minacciosi e belli: / morser
ad artigliar ben lui, ed amendue / cadder nel mezzo del togliente stagno. /
rugiada stille sì dolci e leggiadre / cadder nel grembo de l'antica madre.
anco a la pena. / onde cadder dai seggi suoi sublimi / e la vita
ongaro, viii-422: quante son che cadder giuso, / condannate a vita rea /
fin dai penivi mari, / e cadder liquefatti, ostie divote, / fra i
il grosso del mio corno, ne cadder giù le pietrerie e gli ori. papini
gli scudi rilucenti e i pili / cadder di mano e sovra il petto i
lurido pipa, a cui dal tergo / cadder maturi al sol tepido i figli.
salvini, 23-176: alcuni [uccelli] cadder per lor medesmi ne'recinti / spasi
»? pagliaresi, xliii-62: cadder tutti 'n terra stramazzati: / andar
da che di troia a terra / cadder le mura. 31. essere
e d'ira bebbe, / che le cadder dagli occhi, in cui d'aletto /
si viene, / ei cadde, cadder l'ombre e 'l nocchier rio / nel
mina a gamba tmnca, / come cadder gli amanti in folta massa. 3
terra ruina a gamba trunca, / come cadder gli amanti in folta massa. martello
de- strier dal destro piede, / cadder tutti in un fascio uomo e cavallo.
artigliar ben lui, e amendue / cadder nel mezzo del dogliente stagno.
sudor aspersi i terghi suoi, / cadder a terra da stanchezza vinti.
artigliar ben lui, e amendue / cadder nel mezzo del bogliente stagno. cavalca
. giov. soranzo, io: cadder gli angioli a stuol con onta e scorno
ma di sudor aspersi i terghi suoi / cadder a terra da stanchezza vinti. lengueglia
ma di sudor aspersi i terghi suoi / cadder a terra da stanchezza vinti. tasso
terra mina a gamba tronca, / come cadder gli amanti in folta massa. c
purg., 30-77: li occhi mi cadder giù nel chiaro fonte; / ma