g. gozzi, 3-2-236: mi avvidi ch'io dovea movere le braccia e le
., vi-19: e anche sì mi avvidi come gli uomini s'affaticano, e
, 2-82 (443): io mi avvidi che egli stava a ascoltarmi con
redi, 16-vii-26: m'avvidi, ch'i'era un babbuasso come
marchesato? tommaseo, i-330: non m'avvidi sul primo come la lucchese cominciava a
c. gozzi, 1-67: m'avvidi che la bestia non aveva freno in
raccolgono. faldella, iii-87: mi avvidi che avevo presso di me la mia
guita la loro applicazione, mi avvidi che, se diffìcile è l'
. redi, 16-iv-372: non mi avvidi di dare a niccolò il danaro per
di calci. per la qual cosa mi avvidi ch'ella era fantastica, colerica,
debiti. marino, i-191: mi avvidi ch'ella era fantastica, colerica,
, fatto, sì come poi mi avvidi, di pelle di lupo. bandello,
poteva praticare meco: e me ne avvidi, e conobbi che un collerico era pazzo
vespa. marino, i-191: mi avvidi ch'ella [la mula]
; ed io stesso assai tardi me ne avvidi. piazzi, i-1-27: il toro
madre daccanto. faldella, iii-87: mi avvidi che avevo presso di me la mia
appena cominciai a salire, che mi avvidi con somma pena che conveniva desistere e ritornare
mano [era], come mi avvidi fin dal primo giorno, di una
ad entrare in dialogo, e m'avvidi che anche il mio umore non gli spiaceva
, e forse neppure allora me ne avvidi, perché, lo confesso, il mio
, 149-n: ma quand'i'me n'avvidi, egli era tardi, / chéd
un certo punto e quasi d'improvviso m'avvidi che l'abbondanza dell'elemento liquido che
, 149-11: ma quand'i'me n'avvidi, egli era tardi, / chéd
piuttosto bello e bastantemente pulito che mi avvidi esser greco. monti, i-146:
mie fatuità. faldella, iii-87: mi avvidi che avevo presso di me la mia
era così gabbiano che non me n'avvidi. soffici, v-2-98: -è un
sua. alfieri, i-132: ma mi avvidi alcuni giorni dopo esserne partito alla volta
maladetto dubbio. fogazzaro, 4-14: mi avvidi con sgomento che non l'amavo affatto
219: doveva il primo giorno che m'avvidi della mia follia estirparmi dal cuore i
fiore, 149-10: quand'i'me n'avvidi, egli era tardi, /
stava peggio di me, e non mi avvidi mai che questo fosse atto di virtù
. gozzano, i-1246: non mi avvidi della vostra presenza che a conversazione inoltrata.
). landolfi, i-427: mi avvidi allora di trovarmi, devo dire,
petrarca, 76-8: non me n'avvidi, lasso, se non quando /
papini, 27-595: non mi avvidi che l'orgoglio represso ma luciferianamente profondo
guarini, 296: io me n'avvidi prima di lei, ed avendola confortata
. croce, ii-1-205: io mi avvidi forse per il primo che le teorie allora
tal nome cotesta dama. -ben mi avvidi sulle prime che sapea di melindrosa a
. ghislanzoni, 14-47: io mi avvidi d'aver trovata la miniera degli scudi;
contagiosi. di breme, 66: m'avvidi... d'una specie di
arcadia. beltramelli, i-283: mi avvidi a tempo che la mia pena tendeva
di neve i crini, dell'error m'avvidi. pisani, 310: di gioventù
sole stava per tramontare. me ne avvidi dagli ultimi raggi, che colorivano obbliquamente
piuttosto bello e bastantemente pulito che mi avvidi esser greco. carducci, iii-14-201:
e come doviziosamente, io me n'avvidi e noi tacetti, e tu il
modificato i sentimenti di mino, mi avvidi subito che niente era cambiato. anzi
spallanzani, xxiii-432: coll'esperienza mi avvidi che le due miglia e mezzo da
percorsa. bernari, 6-237: non mi avvidi della strada percorsa se non quando vittorio
zato fu nel 1871, allorché mi avvidi come dai visceri umani si ottengano alcaloidi
sedici anni, a un certo momento mi avvidi di un fatto straordinario, era scomparsa
. varano, 1-538: me ne avvidi quel dì, quando richiesi / saper
. verga, 5-362: quando mi avvidi che eravamo all'altezza del piccolo sporgimento
avevate sorpreso (sopreso: perché non mi avvidi della vostra presenza che a conversazione inoltrata
'l tempo scorse ch'io non me n'avvidi. guicciardini, 13-xiii-53: de'fanti
al prete: « non me ne avvidi », acciò che iddio non si corrucci
saluto, perché sfuggì di vedermi. m'avvidi poi il regno dei vivi da quello dei
. d'annunzio, iv-1-439: m'avvidi che qualche pagina era piegata all'angolo
re de'fiumi alla populea sponda / m'avvidi il pien d'orror nembo appressarne /
. verga, 5-362: quando mi avvidi che eravamo all'altezza del piccolo sporgimento
orrevolmente e come doviziosamente, io me n'avvidi e noi ta- cetti. g.
di brente, 69: m'avvidi per la prima volta d'un astuccio rosso
morso, al frugar la tasca sinistra m'avvidi invece che gli amici eran due,
i-1-182: il filosofo, per quanto m'avvidi, con gli orecchi tirati alla voce
riacquistando la luce della mente, mi avvidi e toccai con mano, che la
parini, 572: io, che mi avvidi d'essere alle mani con uomo a
noioso trascorrere da un fatto m'avvidi, ancora che avessero il lume, che
. e. gherardi, cxiv-20-255: mi avvidi che il trescar di tanto in tanto
, 4-92: né prima di ciò m'avvidi che sentii per lo grembo guizzarmi lo
lavorare in posizione di decubito, mi avvidi indi a poco che cominciavo a 'prousteggiare'
con gli editori anche grandi, mi avvidi subito della cattiva mediocrità e del bottegaismo