salacca. leopardi, 993: m'avveggo che la ragione e la scienza non
accidente. idem, iii-48: m'avveggo dell'errore ma tardi e per un
caro, 15-ii-366: e perché io m'avveggo al vostro scrivere, che siete in
tra lunche otta? / io me ne avveggo ben perch'ei balena, /
, 1-42: or, ben mi avveggo; hai di avvilirmi assunto / il crudo
. d'azeglio, 1-515: m'avveggo che dò un po'nella malinconia;
per esser, ben già me n'avveggo, / della città la favola: a
far simile errore, / che ben m'avveggo ove il tuo cor s'estende.
dita abbandonano la penna, e mi avveggo d'avere gittato il tempo e la fatica
cenza. forteguerri, 28-91: m'avveggo perché non rispondi, / ma già
cose, e non me, me n'avveggo. monti, iv-3: lo sposo
d'altro; / ma, ben mi avveggo, giudicar m'è forza / d'
. giovio, ii-71: io me avveggo che la spiritualità va in groppa alla
oddi, 2-141: -quando io me n'avveggo la carne mi si invipera;
oddi, 2-141: quando io me n'avveggo la carne mi si in vi pera
oddi, 2-141: -quando io me n'avveggo, la carne mi si invipera,
, 2-141: quando io me n'avveggo la carne mi si invipera..
oddi, 2-141: quando io me n'avveggo, la carne mi si invipera;
oddi, 2-141: quando io me n'avveggo la carne mia si invipera, ogni
oddi, 2-141: quando io me n'avveggo le carne mi si invipera, ogni
incompatibile. foscolo, xiii-1-569: m'avveggo come i medesimi fatti han fino ad
miei padroni di casa che pur m'avveggo de'furti loro, fo compar roba
mi fu detto, or me n'avveggo e 'l sento / che i mattaccin di
così fitta nell'ossa ch'io m'avveggo / che vo'mi lascerete predicare.
. machiavelli, 1-viii-22: io mi avveggo che questo gli è intervenuto fuori d'
segneri, ii-266: io già mi avveggo che voi vorreste con cotesta vostra dispettosa risposta
oddi, 2-141: quando io me n'avveggo, la carne mia si invipera:
: gorgia, tu scamperai poco, mi avveggo bene: tu sprezzi le cose medicinali
fallisce, e non per malizia m'avveggo che ciò gli accade, perché si fida
artistica. metastasio, 1-iii-25: m'avveggo assai bene che vostra signoria illustrissima viene
. gozzi, i-11-9: ma io mi avveggo, eccellentissimo signore, che fo al
. grazzini, 4-142: ora m'avveggo io, ch'io sono invecchiato,
in piedi e elice: « ora mi avveggo perché vostra signoria è musico ».