= deriv. da ateo. ateista, sm. e f. (plur
chi egli sapeva essere, come sé, ateista. sarpi, i-2-125: il doge
confermato nella religione; non è però ateista, ma uomo tanto intento al suo carico
del regno / l'eretico perverso ed ateista / violator di vergini e di templi.
/ che non meno in olanda un ateista. gioberti, ii-165: quel caos finale
che concerne l'ateismo; pertinente all'ateista. b. fioretti, 1-3-193
sareste peggio che miscredente, e quasi ateista, se dubitaste ch'io non vi
ho pubblicata, un ribaldo, un ateista? levi, 1-221: finché roma governerà
grosseggiante si può trovar uomo alcuno dell'ateista, il quale si può dire che sia
piaghe. buonafede, 3-3: egli internamente ateista o poco lontano da quella empietà,
e nel suo parlare più che mezzo ateista. baretti, 1-373: se..
. f. frugoni, vi-65: quell'ateista,... condannato arder in
, / e ne san tanto quanto un ateista, / neuò sapere di teologia. /
buonafede, 3-3: egli, internamente ateista o poco lontano da quella empietà,
poesia, / e ne san quanto un ateista / ne nasce). ne può
parti una è ugonotta, l'altra ateista e la terza poco zelante, e tutte
, sarà uno sceleratissimo uomo, un ateista, un deista, un empio e grida