'. dossi, 542: la letteratura arieggia l'analfabetismo, del fuoco. idem,
imminente. arila, 30: si arieggia al modo francese quando si dice:
). che si rifà, che arieggia a forme stilistiche arcaiche o primitive.
quasi per iscommessa, nelle pagine più felici arieggia gli ardimenti dei buoni vecchi scrittori.
di arieggiare), agg. che arieggia, che si atteggia a una data posa
usata per le sette saturnali giornate, arieggia all'ebraico giubbileo, che ogni sett'anni
correva. idem, 5-iv-371: forte ella arieggia le immortali dee. tommaseo-rigutini, 3424
54: per incarnato quella tinta meridionale che arieggia il croceo dell'aurora. panzini,
e di favoloso, in ciò che arieggia le fole che si contano ai bimbi.
ai bimbi. onofri, 21: arieggia, il tuo gesto ilare, / l'
... nelle pagine più felici arieggia gli ardimenti di buoni vecchi scrittori.
ai loro modelli; l'artista originale arieggia ancor più sovente il fare de'grandi artisti
. dossi, 542: la letteratura arieggia l'analfabetismo, che gli scrittori del
vaticano], dalla sala rotonda che arieggia al pantheon addirittura. linati, 8-102
proprio del barocco; che ha o arieggia il gusto del barocco. c
: un declivio di rovi, che arieggia il torrone, sotto cui una riga
del convento è d'ieri; ma arieggia lo stile antico, in mattoni.
arrecati, così troverà qualcosa che li arieggia anche di più, salvo la minore eleganza
, dallo sviluppo di una forza che arieggia il soprannaturale. pascoli, 1550:
curiosità esclamativa, che tutt'al più arieggia alla vanità adorabile dei primi panteismi ottocenteschi
e di favoloso, in ciò che arieggia le fole che si contano ai bimbi.
futureggiante, agg. che imita o arieggia le teorie o lo stile proprio del
corrente che non dà requie alle foglie e arieggia il cervello: ma se dice di
. s'inchinò. onofri, 21: arieggia, il tuo gesto ilare, /
color di rosa pallido, quasi mi arieggia l'inquadratura dipinta in un soprapporto del
, iii-1-1099: ancora la pioggia intermessa arieggia nell'aria la sorella sua bianca. idem
: con tutto questo, cadice non arieggia nemmeno alla lontana le altre città andaluse
per sentenza e pena giuridica e che arieggia col 'malesardo 'de'milanesi e
luogo, seriamente, di stile, ed arieggia con presunzione al monumentale.
naturalezza di rigore neocaravaggesco e che perciò arieggia lo spirito moderno. = voce
toscano nobiliare a uso secolo decimottavo arieggia il cremete della vecchia commedia.
ogivali, di fòglione seicentesche... arieggia con presunzione al monumentale.
. martini, 1-i-161: qualche verso arieggia il verso dell'ortolano. -ortolano
curiosità esclamativa, che tutt'al più arieggia alla vacuità adorabile dei primi panteisti ottocenteschi
curiosità esclamativa, che tutt'al più arieggia alla vacuità adorabile dei primi panteisti ottocenteschi
pomodori, che taluni pur dicono, arieggia la sconcordanza. conserva di pomidoro:
). letter. che arieggia gli ambienti e gli scenari delle opere
a sinistra un declivio di rovi, che arieggia il torrone, sotto cui una riga
stampa periodica milanese, i-141: arlecchino arieggia lo stolido ai tutti i tempi.
stampa periodica milanese, i-141: arlecchino arieggia lo stolido di tutti i tempi:
semipisano, agg. scherz. che arieggia o sembra precorrere lo stile architettonico dei
della epistola, con una sprezzatura che arieggia alla prosa. d'annunzio, v-3-379
paragone col leone, reminiscenza omerica, arieggia appunto l'andamento dei paragoni omerici,