: e nel fecondo suo lieto terreno / allargo le radici, e i rami spando
voce primitiva ancora rozza, / avidamente allargo la mia mano: / dammi dolore cibo
gli occhi cresce, ond'io m'allargo, / come pelle ove gonfia la
favelle, e mandavano giù l'acqua allargo nel cortile. m. fiorio,
timor. monti, x-3-307: le braccia allargo, e prono in su le piume
di gente sono, fra tutte m'allargo / acciò ch'ogn'un di me ritrovi
per gli occhi cresce, ond'io m'allargo, / come pelle ove gonfia la
le tavelle e mandavano giù l'acqua allargo nel cortile. sanso vino, 4-140
pianto dagli occhi che più e più allargo. govoni, 2-211: ci prese
della voce umana, e non m'allargo a toccar i vari suoni degli animali
forbici, di ago e di filo allargo l'apertura sul davanti, in corrispondenza
io riscuoto la mia libertà e le allargo il freno in maniera che, non avendo
voce primitiva ancora rozza, / avidamente allargo la mia mano. pavese, 8-291:
spezzo di mia man, non pur allargo, / quei nodi che sì stretto mi
. na allargare, tr. (allargo, allarghi), tr. sport.
. p. cacucci, 1-39: allargo sulla destra, e piego deciso verso lo