il giovine, diritto su la plancia, aguzzò ogni sua forza di intesa e di
, dalla cognizione di questa tresca, aguzzò gli occhi. d'annunzio, iv-2-322
, non si disanimò; anzi moltiplicò e aguzzò la volontà. bocchelli, 3-40:
il pestalozzi, uomo di fegato, aguzzò gli occhi, ma con le gambe si
! / fibbiarsi una spada che l'austro aguzzò! fibbiatura (ant. flibadura
faldella, 9-519: indarno il governatore aguzzò la sua fantasia satrapesca per impecorirlo e
le apparenze. niccolini, 2-2-8: aguzzò le ciglia / nel mio sembiante, /
l'aver suo volendo in vita, / aguzzò per testar l'ingegno e l'arte
paura. d'annunzio, ii-1080: assi aguzzò, ficcò pali, ugnò travi,
. gherardi, 1-ii-406: tanto m'aguzzò la vista che io nel sole rimirava
limacciosa e opaca. cassieri, 53: aguzzò le pupille per individuare nel flusso opaco
a tai detti ognun la vista / aguzzò nel progettista, / che credea d'essersi
venne di versso roma, che molto aguzzò la mislea e abraciò il quore di ciesare
- faldella, 6-200: allora egli aguzzò vieppiù i ferri del suo g. m