, ora il freddo le mie membra agghiaccia, ora nimichevole sudore acquoso è nello
un subito spavento, ecco, t'agghiaccia, / come inseguita il rimorso t'accora
g. villani, 4-19: tanto freddo agghiaccia le mie mani. passavanti, 12
petrarca, 23-50: né meno ancor m'agghiaccia / tesser coverto poi di bianche piume
che 'l sangue vago per le vene agghiaccia, / riscalda 'l cor, perché più
, ora il freddo le mie membra agghiaccia. ariosto, 30-53: l'aspra
donna mossa da quel caldo, / ch'agghiaccia l'intelletto, ed arde il core
tramontana, ché questa gli secca et agghiaccia. tasso, 14-34: sì come soglion
sangue e i cori a i circostanti agghiaccia. idem, 8-6-429: entro l'algente
spelunca / ha sue latebre, ove s'agghiaccia e torpe. idem, 8-6-1141:
dove l'orsa dal cielo i fiumi agghiaccia. f. negri, i-572:
spiaggia. monti, iv-355: le agghiaccia tutte [le migliori penne] il timore
notte e mi scompiglia le chiome ed agghiaccia il sudore che grondavami dalle guance.
voce / e col funereo ceffo il core agghiaccia / al passegger. idem, ii-475
che vita mi spegnea, / che agghiaccia il canto ellenico / ne l'anima febea
un subito spavento, ecco, t'agghiaccia. palazzeschi, 1-110: un damasco bianco
, 1-110: un damasco bianco ti agghiaccia di tema a carezzarlo appena, o ti
una specie di sibilo, che m'agghiaccia d'orrore. 2. intr
fa l'uom che, spaventato, agghiaccia. petrarca, 17-9: ma gli spiriti
estima / ne l'operazion tutto s'agghiaccia. idem, 68-10: i'che 'l
de'medici, i-192: e'mi s'agghiaccia nelle vene il sangue, / quand'
il sangue a tutte drento al cor s'agghiaccia. idem, st., 1-56
gli assidera, / e gli s'agghiaccia il sangue entro le vene. sannazaro,
, io sento / che mi s'agghiaccia il core e mi si chiude / lo
l'aria si scalda, e quando agghiaccia. idem, 6-ii-174: oh fortunati!
s'avampa il desio, la lingua agghiaccia. idem, i-192: il sole
, 1-119: nell'inverno vi si agghiaccia, nella state pare di essere in un
(femm. -trice). che agghiaccia. redi [tommaseo]: non
ha sue latebre, ove s'agghiaccia e torpe. idem, 8-6-516: e
. paoletti, 1-2-316: forse s'agghiaccia la terra, e perde il moto
i larghi campi e gli aspri monti agghiaccia, / che son canuti di perpetua
, 5-87: or avampa, or agghiaccia, e trema come / de'vicini arboscei
che sin dentro a le mura i cori agghiaccia / ai difensor d'insolito spavento.
s'avampa il desio, la lingua agghiaccia. carducci, 134: d'onorate
raffredda, e il sai armoniaco l'agghiaccia. 2. sm. ant.
, / che 'n un punto arde, agghiaccia, arrossa e 'nbianca. boccaccio,
, / assecura e spaventa, arde et agghiaccia. boccaccio, dee., 7-1
, attesa tutta la mole che s'agghiaccia, se le arroge leggerezza. algarotti
e s'avampa il desio, la lingua agghiaccia. melosio, iii-280: né fia
che avvampo io sol, mentr'altri agghiaccia e dorme. mazzini, ii-71: la
voce / e col funereo ceffo il core agghiaccia / al passegger, cui semivivo e
il giorno il cor m'arde ed agghiaccia. dante, inf., 24-15:
/ e col funereo ceffo il core agghiaccia / al passegger, cui semivivo e
candelo / fuoco scaldar dov'aita neve agghiaccia? viani, 14-285: delle donnette
/ ch'alia sua ombra il cuor m'agghiaccia e strugge, / poich'al mi'
così il lebbroso disse: tanto freddo agghiaccia le mie mani, che se nelle tue
/ e col funereo ceffo il core agghiaccia / al passegger, cui semivivo e nudo
generoso oggi, / che il verno agghiaccia? marino, 319: chi vide
sangue e i cori a i circostanti agghiaccia. boccalini, i-133: voltatosi a'circostanti
che tutta e notte e dì m'agghiaccia. agostini, 42: altrui e
conte così il lebbroso disse: tanto freddo agghiaccia le mie mani, che se nelle
nel septentrional cielo, / sì aspramente agghiaccia / che natura discaccia / più di trecento
alligna. leopardi, 16-84: il core agghiaccia [il ladrone] / al passegger
409: sovra tutto il timor m'agghiaccia e coce / de la triforme dea
/ e col funereo ceffo il core agghiaccia / al passegger, cui semivivo e
per l'età, ch'entro l'agghiaccia, / si vede sì tremanti aver
/ che sin dentro alle mura i cori agghiaccia / a i difensor d'insolito spavento
s'io fuggo ove più il freddo agghiaccia / la neve, per diserto aspro cammino
, 133: ché sempre, se ti agghiaccia la sventura, / se l'odio
passano al solito, ed il freddo agghiaccia assai delli nostri pensieri. boccalini,
, gli nascesse un pensiero che lo agghiaccia, e alza un dito verso di lui
, stringe le labbra ai dubbiosi, agghiaccia il sorriso agli ipocriti. -stupito
al mio cantar discende, / s'agghiaccia il fuoco, e l'aria si fa
l'ardir suo prisco e la virtude agghiaccia, /... / ma non
, / allor che borea l'universo agghiaccia! = voce dotta, lat
/ nel cor mi siede, che n'agghiaccia e suda. galeazzo di tarsia,
stampa, 47: quando la luna agghiaccia e 'l sol favilla, / pur voi
/ che vita mi spegnea, / che agghiaccia 11 canto ellenico / ne l'anima
al mio cantar discende, / s'agghiaccia il fuoco, e l'aria si fa
stato nostro. faldella, 3-463: si agghiaccia la turba a quella vista irruente di
caschi sul capo: nell'inverno vi si agghiaccia, nella state pare di essere in
cor gli assidera / e gli s'agghiaccia il sangue entro le vene.
sorgono le vene dell'acqua non vi s'agghiaccia. -naturale disposizione dei luoghi,
estima, / ne l'operazion tutto s'agghiaccia. tasso, n-ii-264: le forze
/ che 'n un punto arde, agghiaccia, arrossa e 'nbianca. ariosto, 42-15
non di quella che con geloso tremore m'agghiaccia i pensieri. galileo, 1-1-141:
suona ancor fresca memoria / che m'agghiaccia 'l cor nel petto. testi,
la frigidezza di saturno, che l'agghiaccia e indebolisce. 4. figur.
. soffiandomi contro il vento nuvoloso che agghiaccia la frivola camicia estiva. -caratterizzato da
voce / e col funereo ceffo il core agghiaccia / al passeggier. brancoli, 4-176
l'ardir suo prisco e la virtude agghiaccia. pananti, ii-257: il tempo,
, / per che onne lor penserò agghiaccia e pere. idem, conv.,
l'arme e sin nel cor l'agghiaccia; / ora per la visiera gliele
/ assecura e spaventa, arde et agghiaccia, / gradisce e sdegna, a
intorno il mar, di cui s'agghiaccia / al gelato riflesso il fosco cielo
/ che 'n un punto arde, agghiaccia, arrossa e 'mbianca. cariteo, 40
. marino, 4-159: d'orrore agghiaccia e di paura imbianca. loredano, 1-3
che rende immobili, con una vampa che agghiaccia. -costretto all'immobilità da una
voce / e col funereo ceffo il core agghiaccia / al passeggier. d'annunzio,
: odio la vile prudenza che ci agghiaccia e lega e rende incapaci d'ogni grande
, mentre zefiro infiora, / il verno agghiaccia, il sol girando intorno / adduce
5. prov. chi altri agghiaccia, se stesso infredda: il male
21: bene è vero che chi altri agghiaccia, se stesso infredda. proverbi toscani
. proverbi toscani, 83: chi altri agghiaccia, se stesso infredda.
un subito spavento, ecco, t'agghiaccia, / come inseguita il rimorso t'accora
congelarsi, attesa tutta la mole che s'agghiaccia, se le arroge leggerezza, o
arici, i-260: il verno ispido agghiaccia, / fervido si rimescola e gorgoglia
/ ch'alia sua ombra il cuor m'agghiaccia e strugge. -in senso generico
: odio la vile prudenza che ci agghiaccia e lega e rende incapaci d'ogni grande
e in sol pensarvi il sangue mi si agghiaccia. 3. regione, paese,
vetta ove son giunto un freddo polare agghiaccia il mio sangue; il disco del
tal conquiso / da vari effetti che s'agghiaccia e trema, / e nel moto
freddo e di manierato e di morto che agghiaccia in tutte le cose copiate senz'ardire
il segnai di battaglia e i cori agghiaccia. 5. che si riferisce
suoi fatti, e doppia il cor gli agghiaccia / meraviglia ed impetra. chiabrera,
petrarca, 23-50: né meno ancor m'agghiaccia / tesser coverto poi di bianche piume
rischiara, là serena, / tutto agghiaccia e pure il raggio [del sole]
petrarca, 23-53: né meno ancor m'agghiaccia / tesser coverto poi di bianche piume
rigido morso, / così il sentir s'agghiaccia / per il duol che il soprafaccia
-in modo che paralizza, che agghiaccia (con riferimento agli effetti della passioneamorosa
, 23-52: né meno ancor m'agghiaccia / tesser coverto poi di bianche piume
: sin dentro le mura i cori agghiaccia / a i difensor d'insolito spavento.
orrore / che lui coprendo in un gli agghiaccia il core. -incerto nei
, ora il freddo le mie membra agghiaccia, ora nimichevole sudore acquoso è nel
e i larghi campi e gli aspri monti agghiaccia, / che son canuti di perpetua
16-84: col funereo ceffo il core agghiaccia / al passegger, cui semivivo e
iii-522: altri or suda, or agghiaccia / sotto i fervidi raggi / de'più
, / ne l'operazion tutto s'agghiaccia. boccaccio, 21-5-24: se il mio
pigra neve, le falde / vicine agghiaccia del canuto mento, / han potuto
che 'l sangue vago per le vene agghiaccia, / risalda 'l cor, perché più
, / per che onne lor penserò agghiaccia e pere. libro di sentenze,
, attesa tutta la mole che s'agghiaccia, se le arroge leggerezza, o sia
sin dentro a le mura i cori agghiaccia. 0. rucellai, 6-1:
torpore, un timor pegro / m'agghiaccia e 'ndamo al corso altri mi sprona.
petrarca, 23-51: né meno ancor m'agghiaccia / tesser coverto poi di bianche piume
e amore. idem, 13-45: s'agghiaccia e trema, / e nel moto
, / sente che a parte a parte agghiaccia e impetra. 11. che
/ veduta, tace, e si gli agghiaccia il core. della casa, ii-23
la raffredda e il sai armoniaco l'agghiaccia a segno che, se nell'acqua
popoli, chi assoda le acque, chi agghiaccia il fuoco, chi a pesci predica
distese / dei prati, i mari agghiaccia; della terra / fa'-tu augusta e
, / chi 'n un punto m'agghiaccia e mi riscalda. boccaccio, viii-2-
pascoli, 133: sempre, se ti agghiaccia la sventura, / se l'odio
di manierato, e di morto che agghiaccia in tutte le cose copiate senz'ardire
per te si strugge, arde et agghiaccia. gigli, 2-155: quelle nobili matrone
che resta. magalotti, 21-m: s'agghiaccia [l'acqua distillata] più limpida
freddo il mele ad un restringe e agghiaccia / e liquefallo il gran calor la
vienimene un ribrezzo / che 'l cor m'agghiaccia e tutto mi commove. f.
: odio la vile prudenza che ci agghiaccia e lega e rende incapaci d'ogni
il sole sempre riscalda e la terra agghiaccia; l'acqua rimolla e l'aria asciuga
. andreini, 101: lo sdegno m'agghiaccia e amor mi rinfiamma. pallavicino,
gloria di quel re che 'l foco agghiaccia. arici, iv-iqi: stanco dal rio
anas- silla, / quando la luna agghiaccia e 'l sol favilla, / pur voi
al mio spesso riverito sguardo / timido agghiaccia. -degno di ossequio, di
, iv-131: or non più il sangue agghiaccia entro le vene / notturno rosseggiar d'
/ che 'l sangue vago per le vene agghiaccia. gioberti, n-ii-62: o isaia
grido di bambini, vitreo, che agghiaccia il sangue. -agghiacciarsi il sangue
cor gli assidera, / e gli s'agghiaccia il sangue entro le vene.
, 13-i-718: un timor pegro / m'agghiaccia e 'ndamo al corso altri mi
: poria questa il ren (jualor più agghiaccia / arder con gli occhi e rompre
della notte e mi scompiglia le chiome ed agghiaccia il sudore che grondavami dalle guance.
: ah mi scrosciano tossa e mi si agghiaccia / il sangue ed ogni parte sensitiva
dove quando il ciel arde e quando agghiaccia / sempre ha lo stagno inalterabil pace.
rauca voce / ecol funereo ceffo il core agghiaccia / al passegger, cui semivivo e
: ah mi scrosciano tossa e mi si agghiaccia / il sangue ed ogni parte sensitiva
fa l'uom che, spaventato, agghiaccia. cino, iii-160-71: la figura sua
al mio cantar discende, / s'agghiaccia il fuoco e l'aria si fa dura
fa l'uom che, spaventato, agghiaccia. leggenda di s. torpè, 63
lo sputo appena caduto a terra si agghiaccia. de roberto, 3-293: nella
/ pigra neve, le falde / vicine agghiaccia del canuto mento, / han potuto
timor pegro / m'agghiaccia e 'ndarno al corso altri mi sprona.
convho costume, / quest'avvampato cor s'agghiaccia e suda. magalotti, 9-2-109:
de l'altrui caldo tal che poi agghiaccia. -sudare di gennaio-, v
turini non si vendemmiano, se prima non agghiaccia. = voce dotta, lat
animo fugge, e lo spirito mi si agghiaccia. lemene, i-303: mi trema
5-104: sovra tutto il timor m'agghiaccia e coce / della triforme dea,
calle. / tal che 'l valor si agghiaccia che mi avanza. loredano,
che rende immobili, con una vampa che agghiaccia. pavese, 6-256: era così
, / che 'n un punto arde, agghiaccia, arrossa e 'nbianca.
squilla over di tromba, / colei s'agghiaccia, per cui lasso, i avampo
gelo, / per che onne lor penserò agghiaccia e pere. boiardo, 3-6-36:
l'idea della paura; della paura che agghiaccia, non di quella che, operisticamente