de la solitudine, ne la quale affligo me stesso. marino, 5-60: scende
30-1: lasso! io mi doglio e affligo invan di quanto / dissi per ira
questo mio languidulo corpusculo / macero e affligo, né lieto o tranquiìlulo / gli concedo
questo mio languido corpusculo / macero e affligo, né lieto o tranquillulo / gli concedo