adùggere, tr. (soltanto al presente adugge). disus. e letter.
e sì cresce il desio, tanto l'adugge, / che dove ardea, comincia
/ turbo lo schianta o fulmine l'adugge. metastasio, 1-7-305: come balen
1-7-305: come balen che le campagne adugge, / circola accende incenerisce e fugge
: sanguigno il sole le fresche aure adugge. 2. disus. e
macchie e luoghi, ove in perpetuo adugge / l'ombra le pallide erbe, ascoso
/ come fior ch'onda ed ombra ingrata adugge, / ognor va presso a rimanerne
/ non sa che iniqua nebbia i fiori adugge, / cui vede alteri ognora in
: ed ombra lenta i dì sterili adugge. -figur. pulci,
ingratitudine] par che '1 mondo adugge, / e finalmente ogni regno distrugge;
levando ogni ombra, che 'l mio bene adugge, / vago sereno agli occhi miei
arte / l'ombra malvagia di bellezza adugge. manzoni, 12: l'
: l'empia vive, e non l'adugge / il telo, che temuto è
è sì crudel che 'l seme adugge / ch'ai disiato frutto era sì presso
quanti press'a lui nascon par ch'adugge. lorenzo de'medici, ii-38: deh
da'ben mondan, co'qua'l'anima adugge. alberti, i-316: le
un vapor maligno, e i campi adugge: / una nebbia ferale in cieca
ed ogni pianta / il grillésco furore adugge e schianta. grillettare, intr.
influsso piove, / che de l'italia adugge il più bel fiore, / more
/ la lunga speme in breve spazio adugge: / da le piante l'umor
suo core a chi l'incende e adugge / qual elitropio al gran pianeta volto
/ l'arido procion, che i campi adugge. lessona, 1195: 'procione
e son umil con chi mia speme adugge: / a così stranio cibo ho l'
, / sì le speranze mie tronca et adugge / che, se dio di rimedio
disus. donna bigotta. un vento che adugge ed asciuga la fontana de la divimi
noi sol, lui scalda e adugge / col sitibondo ardore il sole amico.
e son umil con chi mia speme adugge. tasso, 1-49: ben nel volto
qual ombra è sì crudel che 'l seme adugge / ch'ai disiato frutto era sì
sapendo esser l'ingratitudine un vento che adugge ed asciuga la fontana de la divina