diviene [l'uomo] pur piccolo, abbietto, inamabile, quando accoglie ogni errore
il signore deve occuparsi di quest'uomo abbietto più che di me, egli ne ha
mi scatenai come una donna e fui abbietto come un uomo. piovene, 2-119:
/ sozzo a vedere, abominoso, abbietto / divien quel che fu dianzi /
avviliti / sotto il flagello di straniero abbietto. -per estens.: immiserito,
costumi corrotti, depravati; turpe, abbietto. boccaccio, dee., 6-3
36-8: che quel povero, quell'abbietto, quel vile ch'egli si fece
apparisca in loro alcun atto timido o abbietto. sarpi, i-213: era principalmente
breve, che è vile, corrotto, abbietto. -figur. zanobi da strata
apparisca in loro alcun atto timido o abbietto. lippi, 4-46: ond'io
pavese, 8-61: niente è più abbietto dello stato di disintegrazione morale cui porta
dispettàbile, agg. ant. spregevole, abbietto. bencivenni, 4-23: il
/ sozzo a vedere, abominoso, abbietto / divien quel che fu dianzi /
sieno estorte / e poste in qualche abbietto e picciol loco. 5
. rimasero al grado, per essi abbietto, di soldato. g. rossetti,
inorridire i giurati col quadro del vizio abbietto che vive nel fango dei bassi strati
: tutto mi portò via il fascista abbietto / ed il tedesco lurco. gobetti
non fa quasimente che marcire nell'ozio più abbietto, nella più floscia sfaccendatezza. praga
errori, che chiamano vizio di animo abbietto il virtuoso procedere di un uomo grato.
lo fa vivere in società degradato ed abbietto lo pone ancora in uno stato di guerra
vii-214: la superiorità a cui lo stato abbietto della letteratura e il proprio ingegno l'
. bocchelli, 1-ii-518: un terrore abbietto, non senza uno stupore immenso,
il lavoro del più umile e più abbietto artigiano, egualmente che le opere dei più
, ii-225: se un governo sì abbietto, sì lebbroso d'ogni male, fosse
e da uomo non grosso di legname, abbietto e vile, ma da uomo grande
uomo per avventura di bassa levatura, abbietto, bisognoso, litigioso, d'animo sarvile
548: tutto mi portò via il fascista abbietto / ed il tedesco lurco.
di fango, fangoso; immondo, abbietto, spregevole ', da lutum * fango
suo continua e generalissima, con parlare abbietto e difforme. f. casini,
, del proprio odio, atroce e abbietto, che il marciume, e la paura
è il materialismo, non il materialismo abbietto e volgare, ma nel suo senso più
, lo vedo ancora più umile e abbietto dell'interesse mercantilistico a trarre un guadagno
ed appariva... il più abbietto e vile di tutti gli uomini.
neghittoso... e tessere più abbietto e vile del mondo, poiché ogni
oliva, 160: chi, più abbietto d'un cavallo, goduto dio,
sotto un materialismo più assai funesto e abbietto di quello del xviii secolo..
nella mensa e in ogni altro più abbietto ministerio così di cuore, poveramente pasciuto
or fia... nullo sì abbietto e sì sciagurato e di sì vilissimo cuore
: io, col mio stile zotico ed abbietto, / lascio le perfezioni.
piccoleza delle voci a me rende suono abbietto. per la qual cosa in sui
resto della scarsa popolazione è povero, abbietto; vive in tuguri di legno o di
, scarnificandosi a sangue per anzi morire abbietto che vivere da prelato. -proclamato
se stesso e non sia d'animo abbietto o vile, ma sì ben modesto in
disprezzo della morte e un coraggio più abbietto e più disprezzabile che la paura:
sotto un materialismo più assai funesto e abbietto di quello del xvm secolo, dacché
riverente con caricatura e con basso e abbietto fine: preso dall'* ave rabbi '
sotto un materialismo più assai funesto e abbietto di quello del xviii secolo, dacché
, 3-272: nel mirarlo scalzo et abbietto, coperto di povertà e di funi,
, nella mensa e in ogni altro più abbietto ministerio... di cuore,
ingenerare in quei rimasugli umani un abbietto terrore della revolverata finale e della morte
18-14: sì, tu eri un abbietto, ridicolo, ripugnante guardone ed io
, in virtù di sbozzo, cotanto abbietto, ci è tuttavia chi dubiti se dall'
lebbrosi, del proprio odio, atroce e abbietto, che il marciume e la paura
. martello, 6-i-513: ceffo pallido abbietto, non giova or sciorsi in pianto
avventura s'avviene, quanto diviene egli abbietto e malvagio? -ignaro.
uomo per avventura di bassa levatura, abbietto, bisognoso, litigioso, d'animo
colore vigoroso della guerra, non quello abbietto della prigionia, che fra poco avrebbe sfibrati
dinanzi a lui uguale all'essere più abbietto dell'umana famiglia. -differenza
non so come trar possa / in abbietto villaggio i giorni suoi. algarotti, 1-i-24
vengon a render il parlar umile et abbietto. rajberti, 2-24: ho scritto in
giuoco di velatura ausiliaria, o lo abbietto e dispendioso strascico straniero.
su cui è costretto a puntare l'abbietto zitellaggio. zitellanza { zitellanza),
: io col mio stile zotico ed abbietto / lascio le perfezioni e parlerò / sol
canagliescaménte, avv. in modo vile, abbietto, profondamente ingiusto e disonesto.