affreni. dante, inf., 26-21 : e più lo 'ngegno affieno ch'i'
più tagliò di quel bastone. ariosto, 26-21 : mirava quelle orribili percosse, /
realizzazione. latini, rettor., 26-21 : e dice che sapienzia è amode-
curiosità. dante, par., 26-21 : quella medesma voce che paura /
g. cavalcanti, iv-64 (26-21 ): van facendo [le lagrime]
essere fidato o fedele. pulci, 26-21 : io l'ho sempre veduto in uno
a'frutti gli cognoscerete. pulci, 26-21 : quel marsilio, se nessun lo
bacco, anch'io. leopardi, 26-21 : che divenute son, fuor di te
o ponta, né percossa. ariosto, 26-21 : gli elmi tagliava e le corazze
india. dante, purg., 26-21 : né solo a me la tua risposta
invidioso o maligno. pulci, 26-21 : una invidia ha nell'ossa che il
). dante, par., 26-21 : quella medesma voce, che paura /
il lor linguaggio apparò. sacchetti, 26-21 : state attenti, ed io ve lo
defraudare altrui de la mercede. gabrielli, 26-21 : così già fe'col suo nemico
, un urto). ariosto, 26-21 : mirava quelle orribili percosse, / miravaie
(un vizio). pulci, 26-21 : quel marsilio... / fra
non stia sempre scoperta. magalotti, 26-21 : avanti d'uscire di questo proposito
oste al cielo. la spagna, 26-21 : quando tu farai ritoma- mento /
ch'io lasci. idem, inf, 26-21 : allor mi dolsi, e ora mi
tafiusa. domenichi [plinio], 26-21 : la quarta specie [di etite]