. -figur. iacopone, 17-37 : dubetome della recolta, / che dal
. pietro de'faitinelli, vi-n-229 (17-37 ): virtù ci son tenute quasi a
seme il ciel movendo. idem, 17-37 : la contingenza, che fuor del
impiccheranno il mio dafni. leopardi, 17-37 : sempre stringe / all'uomo il
essere di gentil fango. berni, 17-37 (ii-84): di fango è
-far largo, aprirsi. tasso, 17-37 : la guardia de'circassi in due si
della gente troiana. la spagna, 17-37 : gran guasto fa della gente pagana
-con la particella pronom. caro, 17-37 : ha in odio quelli che per subita
in tale lavoro. comisso, 17-37 : a roma una società di lavanderia a
in desiderargli stemperata- mente. tasso, 17-37 : a i meritati pregi / con fronte
che gli asciughi. b. corsini, 17-37 : elisea, che fra l'armate
nuocermi diverse vie. giulio strozzi, 17-37 : feccia del mondo, baratro e
: contro di noi. alamanni, 17-37 : non sarà per voi minore il danno
(una situazione). ghislanzoni, 17-37 : io ci voglio mettere un po'd'
li sollati fuoro perdienti. pulci, 17-37 : della battaglia si partì perdente. boiardo
braccio, la mano. ghislanzoni, 17-37 : sull'alto del giogo non rimanevano
materiale. dante, par., 17-37 : la contingenza, che fuor del quaderno
disporsi in fila. ghislanzoni, 17-37 : tutti gli altri si mettano in rango
. c. e. gadda, 17-37 : l'accademia delle sue nozze era un
andarci per forza. b. corsini, 17-37 : in frattanto elisea, che fra
la labile arricciatura delle superficie. manzini, 17-37 : era come se l'immagine fissata
e meritati odori. giulio strozzi, 17-37 : feccia del mondo, baratro e
, di affetti perduti. comisso, 17-37 : come è possibile non amare questa città