rinfami. idem, par., 17-103 : io cominciai, come colui che brama
, che nulla vagliono. idem, 17-103 : egli è vero, ch'io ho
saggi riposto infra le stelle. marino, 17-103 : prende alfin dal caro amante fido
(una situazione). ariosto, 17-103 : fé'norandino alla sua guardia motto
alte. g. m. cecchi, 17-103 : i'non starei con voi se voi
a mantenersi tesser che hanno. romagnosi, 17-103 : l'ampiezza o la ristrettezza originale
. g. m. cecchi, 17-103 : voi non dite che oltre a questi
(un viso). manzini, 17-103 : ha un volto nobilissimo, architettonicamente
d'istorie e istoriette clandestine. linati, 17-103 : il punto più sensibile del palazzo
, ch'i'arrabbi. redi, 17-103 : 'manfanile': quello dei due bastoni de'
, viveri, provviste. redi, 17-103 : 'mangime':... roba per
di un'erbetta quindicinale. manzini, 17-103 : me ne parlava una mattina in montagna
. comando, ordine. ariosto, 17-103 : fe'norandino alla sua guardia motto
parton le sacre scalee. ghislanzoni, 17-103 : trovai un muro di gente fra
situazione e le circostanze. ghislanzoni, 17-103 : non invidiava il posto del cugino,
della morte men duro? ghislanzoni, 17-103 : solo, nell'ombre del portico
viso scarno e smorto. ghislanzoni, 17-103 : la seguiva coll'occhio inebbriato, mentre
di più vivacemente pittorico. manzini, 17-103 : ci si esprime per approssimazioni o
la persona. dante, inf, 17-103 : là 'v'era 'l petto, la
in qua né in là. gelli, 17-103 : -che hai tu, giusto,
seminata. dante, purg., 17-103 : quinci comprender puoi ch'es- ser
denominatore di bellezza stereotipa. pasolini, 17-103 : fatale banalità che fa di strindberg
alla ferocia). pulci, 17-103 : ii saracin pur venne rispirando, /
. g. m. cecchi, 17-103 : ho io avere speso tanta somma di
. stupidità, scemenza. arbasino, 17-103 : per incoscienza e irresponsabilità e magari vanità