riso. dante, inf., 16-51 : vinse paura la mia buona voglia /
altro che a camminare. ariosto, 16-51 : la prima schiera era già messa in
artigiano. dante, par., 16-51 : ma la cittadinanza, ch'è or
esser bono. lapo gianni, iv-112 (16-51 ): o morte, fiume di
provvista, scorta alimentare. cieco, 16-51 : mentre che color sedeano a mensa,
di tutti i beni. tasso, 16-51 : prendergli cerca allor la destra
fatica giù nel ventre. tasso, 16-51 : lui commove in guisa tal, ch'
di qualcuno). caro, 16-51 : ecco, che già di bisso ornata
). dante, inf., 16-51 : vinse paura la mia buona voglia
, volle morir di dolore. tasso, 16-51 : in lui trova impedita / amor
i nostri avidi sguardi. salvini, 16-51 : che l'egide portava preziosa,
oggetto. dante, inf., 16-51 : vinse paura la mia buona voglia /
a'cavai fiocchi e napponi. salvini, 16-51 : minerva tra lor dagli occhi glauci
quella sorta di footing. idem, 16-51 : crugnone sanguemarcio, messe le mane
pennone de sua impresa. ariosto, 16-51 : il cavallier inanzi alla gran frotta
la tegni. idem, purg., 16-51 : « per montar sù dirittamente vai
purosangue. dante, par., 16-51 : la cittadinanza, ch'è or mista
chi le rape maneggiar conviene. ghislanzoni, 16-51 : voi siete un disgraziato..
c. e. gadda, 16-51 : non anco provolone si ritrovò allo
, circondata d'un verziere. linati, 16-51 : vedevo le facce fragole e ricciolute
, un rumore). linati, 16-51 : era un canto vocale, dolcissimo,
. c. e. gadda, 16-51 : 1di lui cognati, da ultimo,
. c. e. gadda, 16-51 : la critica d'arte sostava, come
si impuose perverse trecce. caro, 16-51 : se ne prendeste essempio / come n'
; impressionare sfavorevolmente. pasolini, 16-51 : l'estraneità di un centro urbano e
collettivi. dante, par., 16-51 : ma la cittadinanza, ch'è or
e coltivato il rosaio tardivo. ghislanzoni, 16-51 : voi siete un disgraziato.,
lavoratore indigeno salariato. salgari, 16-51 : non fu che dopo parecchi agguati che