e gli occhi chini. idem, 16-107 : de la mano ai candori alabastrini
io morisse. idem, purg., 16-107 : soleva roma, che 'l buon
rimangono indietro del necessario. leopardi, 16-107 : me spesso rivedrai solingo e muto
. -anche assol. tolini, 16-107 : ho mandato gisela ad imbucare alcune
per lo troppo more. sacchetti, 16-107 : postisi a uno leggiero desinare.
.. / e lena. leopardi, 16-107 : me spesso rivedrai solingo e muto
o respinti senza discutere. bocchelli, 16-107 : il marito, quello sciabordito, quell'
trovossi necessitata a prenderla. forteguerri, 16-107 : vide al fulgore d'accesa candela
a una perduta riva? manzini, 16-107 : la sua casa, la sua famiglia
non fame delle nuove. ghislanzoni, 16-107 : una mattina, essendo venuti a gerusalemme
. c. e. gadda, 16-107 : et era, la notturna consumazione [
, proweditore, cercanti. ghislanzoni, 16-107 : bartolomeo malocchi col suo zelo, col
persone o ricevere corrispondenza. ghislanzoni, 16-107 : promisero di far ricapito al negozio
se li rinfilava adagio. pasolini, 16-107 : si erano rinfilati il doppio-petto.
alate saette un ronzìo. manzini, 16-107 : si rintanava nel caffè-biliardo. sotto
oh, scemo! ». bocchelli, 16-107 : il marito, quello sciabordito
intermittente di un motore. pavese, 16-107 : il silenzio grave della costa, per
ultraterrena. dante, purg., 16-107 : soleva roma, che 'l buon mondo
trapelano i raggi del sole. forteguerri, 16-107 : vede un po'di lume,
compiuto. dante, par., 16-107 : lo ceppo di che nacquero i calfucci
: scienziato; studioso. mazzini, 16-107 : se lo storico ci è noto,
luigi xiv a quella rivocazione. ghislanzoni, 16-107 : bartolomeo maj occhi col suo zelo