bella. 17. locuz. -lacerare il cielo: interromperne l'uniforme continuità
ravaneti colanti da quelle. -lacerare la gola: iperbolicamente, a indicare
donna capace di qualsiasi scelleratezza. -lacerare varia: smuoverla, agitarla. marotta
discese con inaudita veemenza. -lacerare la veste umana o mortale: far morire
che in tanta noia io porto. -lacerare le orecchie di qualcuno: stordirlo con
, tra amare e confortanti. -lacerare qualcuno fino alla fodera: criticarlo,
crudelmente fino alla fodera. -lacerare un patto, un contratto: venirvi meno
, e la lavoro subito. -lacerare , ferire. petruccelli della gattina,
è come 10 sguardo. -lacerare , tagliare a membro a membro (oa
il petto e i panni. -lacerare le vesti e le carni. n
, che dicesi purulento. -lacerare , graffiare in profondità. de bonis
sigilli in più pezzi spezzati. -lacerare un tessuto, strapparne un lembo.
allora il suo guscio. -lacerare l'involucro esterno (un seme in germinazione
gli rompeva il petto. -lacerare la bocca di un cavallo (il morso
che l'avrebbe sfrangiata. -lacerare irregolarmente.. petruccelli della gattina,
ismagliame la più deboi parte. -lacerare le maglie delle calze di nylon provocando
, lamentò una voce sottile. -lacerare con frustate. bacchetti, 18-ii-79:
ruppero e gli stracciarono le budella. -lacerare la bocca di un cavallo (il morso
terra e straziò la carta. -lacerare un'armatura. boiardo, 1-27-26:
tagliavano i piedi del prete. -lacerare un tessuto, fare a brandelli un indumento
ti rebbi e tribbi ». -lacerare , tagliare a pezzi. s.