: tenersi, direbbesi, di qua dal disegno. -darla fuori: spiegarsi
a una distanza più o meno ragguardevole dal centro di un luogo abitato. manzoni
strada, fuori di via: lontano dal giusto cammino, dal percorso regolare.
via: lontano dal giusto cammino, dal percorso regolare. - anche al figur
imitazione. manzoni, 307: assai dal campo / siam lunge, e fuor di
, saltò fuori senza ricevere altro danno dal fuoco che abbronzare i vestimenti. bottari
, a tutti i libri scappati fuori dal trentuno in poi. -sputar fuori
2-87: mi scrive ancora di aver ricevuto dal sig. bali scudi ventiquattro i quali
un altro personaggio. -essere libero dal carcere. pavese, 7-199: non
verso i monti. = deriv. dal lat. fóris e fóràs, che furono
banca: tasso libero dello sconto dato dal mercato libero. = comp.
deriv. da fuoribordo. voce registr. dal panzini (iv-281). fuoribordìstico
fuoribordismo. = voce registr. dal panzini (iv-281). fuoribórdo
esterno dello scafo delle imbarcazioni, costituito dal complesso del gruppo motore, dalla trasmissione
del gruppo motore, dalla trasmissione, dal timone e dall'elica. - per
valore attributivo. tecn. neol. diverso dal modello costruito in serie, per la
, 11-32: nella morte, che libera dal peso / degli irreali aspetti di materie
, 26-170: poi un turbine uraganoso venuto dal nord metteva in fuga le nuvole piovorne
-figur. evasione (dalla realtà, dal tempo). bontempelli, 19-182:
di un sortilegio, una intensa fuoruscita dal tempo. = deverb. da
zinnie tinte ad artificio / (nonne dal duro soggolo le an naffiano
allungate come ombre, quasi fuoruscenti dal sasso al quale restano im
deriv. da fuoruscito. voce registr. dal migliorini. fuoruscito (part.
gli altri che occuporono delle città possedute dal padre loro, fu guglielmo della scala,
infin dal lito / portò seco varii inganni. a
dio in un ribelle a dio e fuoruscito dal cielo, prestando una specie di culto
, in comune con tutti i fuorusciti dal partito, ha di rendersi conto dello
(mod. huracdn); cfr. fr. furacan (nel 1522),
finito iacopo di dipi- gnere la venere dal cartone del bettino, la quale riuscì
dotta, da [fur] furano, dal lat. furfur -ùris * crusca
e la struttura ad anello può derivare dal furano). = voce dotta,
chim. -osio, -oso (dal fr. -ose di giocose 'glucosio '
chim. -osio, -oso (dal fr. -ose di giocose 'glucosio ')
il buon figliuol d'japèto, / furando dal non mai stancabil fuoco / lo splendor
costanzo, 27: troppo arditamente / furai dal vostro divin volto / la fiamma onde
il fral suo velo / sciolt'ha dal spirto anzi il cangiar del pelo. canti
in un momento trovassesi da altri tratti dal medesimo furore assalito e nella gola in tal
furto. garzoni, 1-806: favoriti dal diavolo,... col quale partiscono
: quelli [vescovi] che sono dal popolo e dalla podestà secolare sono chiamati
ed un letto; ciò che si trova dal signor curato per l'appunto. e
1-186: se la forza era maggiore dal lato del ragazzo, la favitta s'
furberia di attendere che la risposta venga dal signore. 3. ant. burla
= deriv. da furbo: sul fr. fourberie (nel 1640).
fossero soli, immemori dei due che dal vano della finestra parevano assistere ad una
crede la brigatacela ch'un sonetto / o dal casa travolto o dal petrarca, /
sonetto / o dal casa travolto o dal petrarca, / come far cappellan di
a colori e a contorno finissimo, dal naso gentilmente aquilino, e cui,
, cosparso di fiori, sorgeva su dal ciglio del prato come una fontana di gioia
-furbacchióne (v.). = dal fr. fourbe (nel 1455),
(v.). = dal fr. fourbe (nel 1455), termine