. bivalente. = » comp. dal pref. di- (gr. si- *
una grand'inondazione della guascogna, cagionata dal dival- lamento di alcuni pezzi di montagna
tutti gli scalini. = comp. dal pref. di-con valore di allontanamento e
valle (v.); cfr. fr. dévaler (sec. xii);
estolle. arici, i-344: ardente / dal sol che vi divampa, il terren
sospeso sopra la cima divampò, toccato dal sole, e poco dopo la cima
dalla tua febbre nascosta, agitata / dal tuo sogno furente; / e la
uomo emotivo, voleva allontanare la famiglia dal fronte prima che la guerra divampasse.
estingue. onofri, 14: dal nero di una finestrella ammuffita di secoli,
dea della festa, / benedicendoci / dal suo divano, / c'insacca al
suo golf. = voce intemazionale dal persiano diwàn (attraverso l'arabo
antologia poetica. = dal persiano diwàn (cfr. divano1) attraverso
soavissimo atto. = « fr. devancer (da devant * davanti '
t'enerpe. = * comp. dal pref. di-con valore intensivo e da vaporare
; poi che li colori si divariano dinanzi dal vedere, votisi il cervello con gerapigra
... / sol per sentir se dal ver mi divario. o. rucellai
rette, quasi da se stesse e dal loro tutto si staccano e si divariano
: nell'isola d'ischia, / che dal napo- letan poco divaria.
fiorini] fosse divariato. / dicea, dal giglio: san piero e san paolo
coni luminosi. pea, 7-590: dal fondo della valle ventosa le montagne divaricano
dotta, lat. divaricare, comp. dal pref. diche indica direzione in senso
che tengono i razzi divaricati a raggiera dal centro in alto, erano di colore noce
pavimento ingombro d'assi e travi cadute dal tetto, è una diligenzuccia con le
in -tas -tatis (qui probabilmente suggerita dal tipo varietà). divaro, v
scaturito da un tenero amore trae dolcezza dal mellifluo suo fonte, riman palese che
* voce dotta, non attestata altrove, dal lat. dèvelàre (comp. dal
dal lat. dèvelàre (comp. dal pref. di- con valore privat. e
così dicendo il telo / gli divelse dal corpo, ed ei le luci / chiuse
; non se a me gli occhi dal capo / divelga il corvo. cattaneo,
il grido], me l'avean divelto dal petto. montale, 1-66: l'
sue proprie mani le divelse le poppe dal petto. -fare a pezzi;
tanto dolor mi serra / e che dal corpo l'anima divelli. mascardi, ii-197
, questa sì che mi divelle il cuore dal petto. -anche: far innamorare
* ho molta paura / che mal'usanza dal sentier ti levi: / e che
la garritrice rana non può esser divelta dal padule. giov. cavalcanti, 376:
, ti giuro / che mal mio grado dal tuo lito sciolsi. / fato,
mi divelse. tasso, 13-i-582: me dal sen de la madre empia fortuna /
[anima] ti sarò divulsa / dal corpo. -sbalzare di sella.
pena o dolore / o gelosia, che dal mio cor divella / il ben ch'
e quei folli desiri ormai divelli / dal miser cor, ond'ei non péra,
da cui vinto, e dal peso, a poco a poco / crollando
, / e stride, e geme e dal suo giogo alfine / o con parte
. caro, 5-746: tal sovente dal ciel divelta cade / notturna stella, e
quanto sangue piove! / quante cadon dal ciel divelte penne! pindemonte, 9-624:
/ in su la riva giacesi, dal busto / divelto un capo, e senza
/ che tu divelta a forza / dal corpo, ch'or abbracci e 'n vano
e lo mostra infelicissimo, perché divulso dal grembo del p. scarpa.
. 3. figur. avulso dal contesto (un brano letterario).
nota di un tutto, se divelta dal poema o spostata? 4. figur
= lat. tardo dèvindiedre (comp. dal pref. di-con valore intensivo e da