deriv. da distinto, sul modello del fr. distinctif (docum. fin dal
fr. distinctif (docum. fin dal 1314; come 'contrassegno militare', nel
intorno intorno, i verzieri fortemente distinti dal verde cupo delle ficaie. d'annunzio
capitò sopra quel monte / per cui dal franco è il tarracon distinto. tolomei,
distinta? marino, 2-113: un rossor dal candor non ben distinto / varia la
unico oggetto di conoscenza certa (e dal linguaggio filosofico la coppia di aggettivi chiaro
netto di disgrazie, anzi così favorito dal mare e da'venti;...
un bottegaio. comisso, 1-219: dal collo alle mani era tutto una proporzione di
. 13 e sgg. è ricalcato sul fr. distinct (che assunse questo valore
era più lontana dalla virtù che dal vizio. inclinazione alla gloria ma più presto
un certo numero di cittadini scelti dal popolo e tratti da tutti gli
1-349: questa è la malattia chiamata dal signor duhamel la bosse, per distinzione
la parola, ottiene che sieno ricevute dal discepolo colla maggior possibile facilità, distinzione,
quella congiunzione ne nascono come satiri che dal mezzo in basso sono bertucce, e dalla
cristallo / raggio resplende sì, che dal venire / all'esser tutto non è
savonarola, iv-101: il figliuolo procede dal padre, e lo spirito santo dal padre
procede dal padre, e lo spirito santo dal padre e dal figliuolo, e non
, e lo spirito santo dal padre e dal figliuolo, e non si truova nella
da se medesimo, e il figliuolo è dal padre, e lo spirito santo dall'
spurio, della distinzione o dilacerazione introdotta dal cristianesimo nell'antica unità di dovere e
comandava che così fosse arsa quella donna che dal marito fosse con alcuno suo amante trovata
dei nn. 9 e io deriva dal fr. distinction (che assunse questo
nn. 9 e io deriva dal fr. distinction (che assunse questo significato
tiroideo, che può verificarsi negli affetti dal morbo di basedow, talora per interventi
voce dotta, comp. da dis- (dal gr. suo-) con valore di
di 'alterazione, malformazione ', tireo-dal gr. dupeo [elsfjt;]
voce dotta, comp. da dis- (dal gr. sug-) con valore di
'e tóxoc 'parto'; cfr. fr. distochie (sec. xviii).
bartoli, 2-1-248: distolte le schiave dal mal uso in che le adoperavano i
commedia... è di distogliere dal vizio. d'annunzio, v-1-985:
distorre le menti anche degli uomini sacri dal diritto sentiero. rosa, 103: un
/ con penitenti gemiti t'implori / pietà dal cielo, e che distor ti possa
, e che distor ti possa / dal morir disperato? cattaneo, iii-4-5:
di tanto in tanto distoglieva gli occhi dal cielo per fisarli amorosamente nella sua creatura.
: a guisa d'orso / che dal mel non sì tosto si distolga, /
né del sonno / distorre il può dal radicato errore. / quel pensier nel
brusca, per distoglierlo a un tratto dal perdere il tempo dietro un mestiero per
, / può giungere a distorli / dal mutuo folte loro dichiararsi. -rifl
ragion ch'un'alma si distolga / dal ragionar con dio, per udir voce
con un mezzo ghigno, senza distogliersi dal lavoro. = comp. da
crusca]: qual sia maggior distogliere dal peccato o l'amore o 'l timore.
e impedito, per che che sia, dal rettamente vivere, allora fra le cose
alvaro, 7-14: quella donna schiacciata dal carico appare pur sempre il mondo più
contemplazione de * celesti beni, è dal brutto morbo dell'avarizia assalita. dìstoma
. zool. genere di vermi trematodi dal corpo a forma di foglia, con
lat. scient. distomum, deriv. dal gr. 8tcrrop. o <;
erótta -octo <; 'bocca'; cfr. fr. distome (sec. xviii)
). = voce dotta, dal nome del genere distomum (cfr.
cfr. distoma); cfr. fr. distomatose (sec. xx).
l'essenza del cerebro distillo / or che dal buio dell'età distombo / del becchismo