di despezióne. = voce dotta, dal lat. dèspectio -ónis, deriv. da
verginità l'anima mia è amata dal signor suo e desponsata dallo dio suo?
d'onore degli imperatorid'oriente (a cominciare dal vii secolo); titolo dei
., che hanno la medesima ragione dal greco ». despotato, sm
(spuma) '; cfr. fr. despumer (nel 1529).
= deriv. da desquamare; cfr. fr. desquamalion (1752).
d'inghilterra. = adattamento del fr. desserte (nel 1393), più
chi assicura noi che questo compendio trovato dal mai sia quello che fu letto da
io dovevo finalmente eliminare quella seccante fanciulla dal mio destino, pure dovevo usarle il riguardo
agg. che sveglia, che scuote dal sonno. - anche al fìgur.
). svegliare chi dorme, scuotere dal sonno. istorietta troiana, xxviii-539
colui ch'a te n'envia / spesso dal sonno lagrimando desta, / libere in
lor passo arresti, / né tromba che dal sonno almen gli desti. marino,
. marino, vii-105: desta il sole dal sonno le genti e le richiama alle
specialmente se quel torpore fosse stato caricato dal fumo di troppo vino bevuto durante la
le pecchie impigriscono e non sono deste dal caldo. bembo, 1-286: tornava la
2. figur. scuotere dall'inerzia, dal torpore; animare, sollecitare; spingere
mobile che piace, / tosto che dal piacere in atto è desto. ugurgieri
sua virtù, e quasi lampo venuto dal cielo empier gli animi di ciascuno di
di tal poema fu in me destata dal camposanto ch'io vedea, non senza
avean già deste, / non rimaneansi ancor dal- l'arti loro. baldi, i-76
spolverini, xxx-1-76: sporte ch'abbia dal dente indi due foglie, / l'umor
prodotti dalla luce e dai colori, dal soffio della brezza, ecc.).
la particella pronominale. svegliarsi, passare dal sonno allo stato di veglia. fra
fosse arsa la scala, e intomeato dal fuoco, tardi si desterebbe, sarebbe
ma tardi, quando già è circondato dal fuoco. dante, inf., 6-94
più non si desta / di qua dal suon de l'angelica tromba, /
in sé rivenne, ed ebbe / dal grave sonno i lumi ebri riscossi,
restossi. casti, 9-99: si destò dal torbido riposo, / che di già
velli ferini, che destato si sia allora dal letargo dell'ebrezza e che la caligine
/ senza che il ghiaccio si desti dal suo sonno durissimo. bocchelli, 1-88:
gran cuore e con molto desiderio ci destiamo dal sonno; e rinnovelliamo insieme coll'altre
metastasio, ii-234: mi desto / dal letargo funesto, ond'era avvolto:
, / quel pene- trevol vermo, dal cui dente / sempre rimorso, il peccator
spesso delusi. onofri, 106: tocco dal tuo mirabile abbandono / di feminea dolcezza
altrimenti che una favilla di fuoco, aiutata dal vento, dimostran il suo splendore:
alle trombate d'acqua si volevano destare dal sogno in cui parevano assorti -sogno
la voce del sovran motore, / dal letargo lunghissimo e profondo / si destàr
, e de l'abisso / romoreggiàr dal fondo / le scure immisurabili caverne, /
il mento. = » deriv. dal lat. tardo * déexcitàre (comp.
[e somno] * eccitare, scuotere dal sonno '. destato (part
destare), agg. passato dal sonno alla veglia; svegliato.
davanzati, ii-130: vitellio quasi destato dal sonno, mandò giulio prisco e alfeno
verri, i-191: ond'ella spesso dal terrore destata invocava li dei, e
2. figur. scosso dall'inerzia, dal torpore, da una fantasticheria; sollecitato
si trova a destra '; cfr. fr. dexterité (sec. xvi).
. foscolo, scp., 96: dal dì che nozze e tribunali ed are
morire, / o aver la dama dal viso fiorito. tasso, 1-23-17: goffredo