(170): « intanto io vo dal vicario delle monache, a fissare un
(che non fu piccola degnazione) dal detto vicario; e concertarono che verrebbe
diveniste ancora papa, so che abbraccereste dal vostro soglio cordialmente, e benedireste.
vedere si crede (ed è creduto dal mondo) laureato in tutte e tre
se pur fosse degnevolezza e benignità dal suo canto il condursi ad accettarli
. maestro alberto, 85: ma discorron dal ver costoro, i quali riputano che
un'anima isterica e tremebonda, distolga dal seguire virilmente il pensiero nel suo logico
e a figura da leonello spada e dal brizio, che è cosa veramente degna
il dubbio che ha ritenuto vostra signoria dal farmi degno delle sue lettere è stato di
di nuovo ingegno. = deriv. dal lat. dignus * che conviene a *
occhio ci rappresenta gradatamente minori nell'allontanarsi dal primo piano. algarotti, 1-vii-57:
segnali degradanti. le leggi venete fin dal secolo xiv gli comandavano di portare un
. baretti, 1-207: pochi s'asterrebbero dal dare una buona risata se sentissero da
fu con un fendente spiccato il capo dal busto. giannone, 1-v-419: si
vaste pianure di tessaglia, sparsamente interrotte dal ronchioso affiorare di dossi corrosi, isteriliti
di dossi corrosi, isteriliti, degradati dal sole rovente e dai venti rodenti.
). -in senso improprio: rimozione dal grado, che priva il militare condannato
con la quale il chierico viene sospeso dal suo ufficio, privato di benefici,
fisse e non comandate dalla chiesa, ma dal partito, biglietti di sacramenti..
deriv. da degradare; cfr. fr. dégradation. degrado » sm.
= etimo incerto. poco verosimile la derivazione dal lat. tardo dee, vocat.
comp. da deidro [genare] e dal sufi. -osi, che designa gli
. da idratare (v.) e dal pref. deche indica separazione.
comp. da deidrogen [are] e dal sufi, -osi che designa gli enzimi
molte lagrime. carducci, iii-6-192: più dal cuore scriveva [la monaca] a'
gettare fuori '), attraverso il fr. dejecteur. deiezióne (degezióne,
vulcanologia, quella che comporta l'uscita dal cono vulcanico del materiale piroclastico.
. deifer, comp. da deus e dal sufi, -fer (da ferre 4
e temuti e avuti in reverenzia dal vulgo. bianco da siena,
lupi del nostro bene, e pecore divorate dal nostro lupino amore, e privi della
e deifica. = voce dotta, dal lat. tardo deificare, comp. da
deificare, comp. da deus e dal suff. -ficare, da facère 4 fare
da facère 4 fare '; cfr. fr. déifier (secolo xiii).
deificus, comp. da deus e dal sufi, -ficus, da facere * fare
deipàra, comp. da deus e dal tema parére 'partorire ', traduz.
'deiscere ', voce usata dal sannazzaro per necessità di rima sdruc
rima sdruc ciola, togliendola dal latino, e vale 'aprirsi, spalancarsi
deismo. = voce dotta, fr. déisme, a sua volta deriv.
. déisme, a sua volta deriv. dal lat. deus * dio '.
, pieni di spirito deista. = dal fr. déiste. delstico, agg
pieni di spirito deista. = dal fr. déiste. delstico, agg.
; / è la palude, che dal ponto à nome. pascoli, i-732:
del resto non è la prima volta che dal vaporetto mi par di vedere, immagine
spronarci alla virtù, e di raffrenarci dal vizio con la pena e col premio,
. = voce dotta, deriv. dal lat. deus * dio trinus
trinus * trino 'e dal sufi, -fórmis (da forma 4 forma
. lat. secondo il diritto, dal punto di vista giuridico, in forma legale
voce è troppo alta; / quei dal diesis in bimmolle casca, / e dal
dal diesis in bimmolle casca, / e dal bimmol questi in biqquadro salta; /
denunzia. = voce dotta, dal lat. dèldtus, part. pass,