maniera, che alcuna volta il bambolo pendendo dal petto della madre, standosi tra il
cui si ballava con festa grande. fr. zappata, 40: bisognava che io
impressioni vengono percepite dai sensi e controllate dal pensiero e nel quale è possibile l'azione
sono sentite e governate dai sensi e dal pensiero, e in cui si può operare
. stor. forma di tortura in uso dal xvi al xviii secolo, consistente nel
-chiamare qualcuno a veglia: destarlo dal sonno. vasari, i-342: aveva
santo stefano,... pretendendosi dal magistrato dai confini, in siena vegliante,
infante cardinale compose le differenze lui [dal prefetto] si domandava... ed
deriv. da vegliante, come calco del fr. veilleuser, la forma dell'ufficio
/ comparmasch. vegliantino è registr. dal d. e. i. che l'
deriv. da veglio, sul modello del fr. vieillard (ant. vieillart)
il martel picchiare, odi la sega / dal legnaiuol, che veglia / nella chiusa
che vegliano la morta / le rimovon dal volto il bianco vel. dessi,
veglia di maggio'. » = dal provenz. ant. velhar, che è
provenz. ant. velhar, che è dal lat. vigilare, denom. da
2. risveglio dal sonno. -anche: il segnale che inpetrarca
, 3-ii-131: io reputo impratticabile l'uscire dal regno, benché travisatamente per terra,
/ e il cuor che mi si spezza dal gaudio ch'è simile a un male
dante, infi, 14-103: dentro dal monte sta dritto un gran veglio,
, non di molta possanza. = dal fr. ant. vieil (mod.
non di molta possanza. = dal fr. ant. vieil (mod. vieux
e provenz. vielh, che è dal lat. vetùlus (v. vecchio)
anche sostant. = voce registr. dal d. e. i. vegliumata
non era vegnata. = deriv. dal fr. venger 'vendicare'; cfr. anche
era vegnata. = deriv. dal fr. venger 'vendicare'; cfr. anche vegnanza
nella forma vigrae o vigra, deriv. dal lat. vetus vetèris (v.
. vepre); è registr. dal penzig. veh, v.
di trasporto che si mantiene lievemente sollevato dal terreno o dalla superficie dell'acqua per
quasi necessario veicolo al sangue, quando dal fegato ne le altre parti del corpo si
vei 'bis viri. dominici, 4-146: dal cuor nasce la voce, / vei
. dante, inf, 7-13: quali dal vento le gonfiate vele / caggiono avvolte
. brusoni, 4-ii-85: nello spuntare dal capo dell'isola scoprii una vela lontana più
con la tromba marina ed anche intesa dal neutrale, può egli non ostante seguitare a
10-115: le labbra del furioso son prese dal convulso, ma lui fa forza di
cattaneo, iii-1-173. scipione... dal buon volere di tutte le città d'
io non posso rivoltar le vele / dal suo voler, né seguir altra via,
portato a diversi porti e foci e liti dal vento secco che vapora la dolorosa povertade
un'acqua lettiginosa che non si distingueva dal cielo, si librava, con certe velacce
un barcone da pesca. = dal lat. vela, neutro plur. di
che le portarono, come 'pastrana', dal duca di pastrano, 'velata'dal marchese
'pastrana', dal duca di pastrano, 'velata'dal marchese di velada; 'tommasina'dal principe
'velata'dal marchese di velada; 'tommasina'dal principe tommaso. g. gozzi,
= voce di area ven., forse dal nome del governatore di mi
. veladri, lig. vragti), dal lat. veratrum (v. veratro)
studio di un anno arrivò a tòr via dal quadro quel velame che l'occultava.
sperdi. d'annunzio, iv-2-67: dal velame dei vapori scendeva una sonnolenza strana
radicum], 'velo delle radici', dal class, velamen (v. velame1)
allegoricamente s'intende, e che è coperto dal velamento di quelli versi di sopra.
da velo [palatino]; cfr. fr. vèlaire (nel 1874).
vedere / far sì com'om che dal sonno si slega, / disse: «