non bramerebbe vedere una volta tanti uomini dal nome celebrato e risuonante in tutto il
= voce dotta, comp. dal gr. xla < * fóg 'che
lat. scient. chiastoneura, comp. dal gr. xiaotót; 4 che ha
annunciava nell'alba / chiatte di minatori dal gran carico / semisommerse, nere sull'onde
chiatta a strattoni ammainando una gomena che dal piroscafo corre alla spiaggia per mezzo miglio
. all'adda ». « volete passare dal ponte di cassano, o sulla chiatta
imbarcarsi sopra un chiattino che veniva spinto dal remo di un barcaiolo che si chiamava
del suo netto taglio. = dal lat. mediev. piatta (nel 1210
deriv. da chiatta: voce registr. dal tommaseo e dal tramater. chiatto
: voce registr. dal tommaseo e dal tramater. chiatto, agg. piatto
variante di piatto (v.), dal lat. volg. * plattus.
dei cursori a roma. = dal turco 6aus 'furiere, usciere ',
39-vi-152: * chiavistello 'dicono 'chiavaccio dal 'chiavare', cioè serrare, peggiorativamente
tanto quanto fie chiavaio. = dal lat. tardo clàvdrius, da clàvis 1
da clàvis 1 chiave '; cfr. fr. clavier. chiavaiòlo (letter
il pipistrello] a una cert'ora dal nido che doveva aver fatto lassù, tra
chiave: cfr. provenz. claver, fr. dial. claver, dal lat
, fr. dial. claver, dal lat. mediev. cldvàre. chiavare2
bacco / t'ingegna, quando sei dal duolo afflitto / con cioncar malvagia e
anni fece del resto. = dal lat. tardo cldvàre * inchiodare '(
più non mi chiude il verziere / dal dì che nel suo rugginoso / cannello
aprichi. dossi, 156: sgomentata dal suo sgomento, senza un'amica alla quale
vedere i fatti suoi, né meno dal buco della chiave? oh va'
e diserrando, sì soavi, / che dal segreto suo quasi ogn'uom tolsi.
posta in chiaro e ridotta a computo dal neutono, e oramai si può riguardare
furo o sono. anguillara, 10-3: dal padre apprese il tuon, la chiave
stonare. -al figur.: allontanarsi dal tema, dall'argomento; dir cose inopportune
un arpione, lo serrò. = dal lat. clàvis 'strumento per chiudere '
piedi d'una piaggia. » dal lat. tardo clàvellus, dimin di clàvus
fatto strazio. = forma alterata dal lat. quid-velles o qui-velles e cui-velles
= deriv. da chiave: cfr. fr. ant. clavier 'colui che porta
io fui una volta in uno luogo dal quale volendomi partire, elli mi fu fatto
a'gomiti le targhe. » dal lat. clava 'mazza, bastone nodoso,
. d'annunzio, iv2- 285: dal clarino di bossolo, a seconda dei movimenti
chiavica, e così fu grappata. fr. de marchi, 1-10: ancora vi
aretini, quando quivi passaro, / levaron dal serrarne un dimenticato di dare il chiavistello alla
aprire. g. gozzi, 3-5-392: dal fosso l'acqua sbocca, quando /
per far defluire o affluire acqua. fr. de marchi, 1-10: quando si
alle chiavicuzze più segrete. = dal tardo latino clavica, alteraz. di clovàca
far affluire o defluire acqua. fr. de marchi, 1-10: quant'acqua
. da chiave: cfr. ant. fr. clavier 'chiavaio, portachiavi, portiere
suo asse, sicché non può muoversi dal suo luogo, e i cui denti
speranza di tornare: il detto viene dal dolore, che alcuno sente nell'essere
: e'serrerà l'uscio a chiavistello dal lato di fuori. collodi, 480:
forte [ecc.]. = dal lat. * claustellum 1 piccola serratura '
feritogli il costato. * = dal lat. clàvus 4 chiodo '(cfr
si capiva da dove, e progressivamente inghiottite dal crepuscolo colore di piombo.
,... era stata sorpresa dal marito nell'atto di chiudere valige e di
la bocca atteggiata che pare tetti, sostenuta dal rossetto che chiazza la faccia, testimonia
è stato registrato per la prima volta dal carletti (« certe ciotole fatte dalla