voce dotta, lat. tardo catastròma, dal gr. xaxà- axpcùp. a,
, introdotta da kahlbaum nel 1874: dal gr. xctxdctovot; 'che tende in
. catèchèsis (sec. iv), dal gr. y. oltr \ xf
). = voce dotta, fr. catéchine, deriv. da catecù.
. catèchismus (sec. iv), dal gr. xax7) xi. ap
dotta, lat. eccles. catechista, dal gr. tardo xamxtcrrfa (cfr
. catèchizàre (sec. ili), dal gr. xanrjx ^ w.
fiori in spighe bianchi e gialli; dal legno si estrae una sostanza bruna (
la voce catecù (docum. nel fr., spagn., ingl.)
catecumeni. d'annunzio, iii-2-17: dal catecumenio, di dietro alla basilica,
cristiano catèchùmenus (sec. ili), dal gr. x&ttjxoòhevo? (part
dotta, lat. mediev. catègorèmata, dal gr. xaxt) - yóp7)
in cui il giudizio si esplica indipendentemente dal suo contenuto empirico (nella filosofia kantiana
neutri. imbriani, 2-47: fin dal primo giorno, l'opificio...
voce dotta, lat. tardo categoria, dal gr. xarriyopéa * qualità che
: il cancelliere, quando era sciolto dal suo ministero di ombra, e non
voce dotta, lat. tardo catègoricus, dal gr. xaxt) - yopixó?
xxxv-1-274: lo saggio aprende pur senno dal matto; / om c'ha più possa
morti, e che poi sono vivificati dal muggio della madre e del leone fatto
macchina da carta]. = probabilmente dal lat. catellus * cagnolino '; cfr
d'una catena che 'l tenea avvinto / dal collo in giù. fiore, 205-3
d'oro... li pendeva dal collo. firenzuola, 703: legano
boccalini, i-312: sua maestà, gravemente dal lipsio stimandosi offeso, dalla coorte pretoria
. carducci, 825: e tu dal colle fatai pe 'l tacito / fòro le
hanno fermato il giogo / con lo statoio dal sonante anello. / hanno al timone
i'mora, / che sciolta sia dal cor quella catena, / che sciòr non
i tentativi bizzarri della fiamma di svellersi dal cavo dei lampioni. esse guardavano
-anche: persona strana, bizzarra, dal comportamento imprevedibile, che urta contro le
? della mia cara donna spogliato, dal cospetto de'miei vecchi e sconsolati genitori
libertà (soprattutto politica); liberarsi dal dominio dello straniero, di un tiranno
prendere una zuppa, tanto fui incalzato dal lavoro. -tenere uno atta catena
annelli di quella adamantina catena, che dal primo ente indipendente con lunga e diritta serie
savio, per ispedirsene prestamente, trapassa dal primo all'ultimo. vallisneri, ii-288
iv-1-228: una catena di nuvole sorgeva dal mare e si svolgeva a poco a
casse schiodate. pavese, 1-141: dal portico fanno la catena per i covoni e
. e. cecchi, 6-31: dal 1923 al 1928, anni eccezionali,
so intorno all'uso delle catenuzze, promesso dal galileo nel fine della quarta giornata.
[il chiavistello] in toscana peschio, dal latino pessulus; altri catenaccio-, altri
o dall'essere incatenato, o dal torcersi e girarsi. fagiuoli, 3-1-351
le porte. = deriv. dal lat. catenare: cfr. catena.
1-34: resta dunque dimostrato, indipendentemente dal calcolo delle variazioni, che la curva
le gemme venissero né da golconda né dal perù, ma cavavano gli occhi e bastava
c'era un oriolo col cuculo, che dal suo sportellino ammoniva invano che il tempo
. da catena, col suffisso -oide (dal gr. oets'fo * simile
= voce dotta, deriv. dal gr. xaxé ^ co * cuocio,
. = voce d'abruzzo, dal nome càtera, per caterina (perché
mobile che io ordinai nel friuli, dal quale, aperta una cateratta, l'acqua
e. cecchi, 1-121: sceso appena dal treno, fui preso nel gorgo della