. parodie (attestato in tale accezione dal 1775), che è dal gr.
accezione dal 1775), che è dal gr. 7raposixó <;, deriv.
- anche: parte del dramma recitata dal coro in tale occasione (e si
tranquillo, diverso dalla prima uscita, cioè dal coro parodo, che avea moto celere
. = voce dotta, comp. dal gr. rcapà 'presso 'e ò8où
. = voce dotta, comp. dal gr. tcapà 'presso 'e ò8où£
questi, ripreso un dì agramente dal padrone di trascuraggine in apparec
giovini la parola e la mano assistiti dal mercante. capuana, 14-185: al ritorno
.. pensavo soltanto al gran bene che dal- alto del trono avrei potuto fare allttalia
psicologia e della linguistica, fu diffusa dal titolo * la parole intérieure 'di
(96): accattasse la parola dal re che solo un torneamento facesse. dante
i prelati... andarono a licenziarsi dal re, avendo portata la parola il
(ed è per lo più costituita dal cognome dell'autore dell'opera).
calco, meno diffuso dell'originale, del fr. parole da je passe parole *
vitale per l'italia, che aspetta dal fatto la parola d'ordine. ghislanzoni
attendeva che la parola d'ordine per uscire dal teatro. jahier, 122: han
(e sono rispettivamente calchi delle espressioni fr. mots-tèmoins e mots-clés). -parola
croce, ii-3-171: quelle mitologie nate dal prendere a parola le metafore pageliane
mestieri che facea e come era amato dal suo maestro. pavese, 9-63: di
di poche parole: col volto corroso dal vaiolo aspettava che il suo nemico si
famiglia. ha un suo affare rimesso dal ministero dell'interno alla finanza, nel
varchi, v-61: pigliar la parola dal tale, che gli antichi dicevano accattare
, quanto ai ministri c'era differenza dal portar parola al rappresentar la persona.
presente già nella vulgata; cfr. fr. parole (nel 1080) e provenz
al cor venute / son parolette, che dal cor veduti / abbia 'n vertù d'
pascoli, 167: tu che nascesti dio dal piccolo ave, / dalla sorrisa paroletta
. = comp. da parola e dal femm. di libero1, con aplologia
san remo? = dal fr. parolier, deriv. da parole
san remo? = dal fr. parolier, deriv. da parole *
. paro1) e passata nel fr. (paroli, nel 1635) e
); la forma pàrolo è registr. dal d. e. i.
, di etimo incerto: probabilmente dal catal. paloma (nel sec.
voce dotta, lat. tardo paromoeon, dal gr. 7rapó [/ oiov,
tesauro, 2-101: la simiglianza, dal nostro nominata paromiosis, è un'
lat. scient. paromphalocele, comp. dal gr. 7rocpà 'presso ', ò
vide adorno tanto, / non colto dal pterigio e paronice, / da sospendere ogni
, carbunculi 'e simili; e dal sito che occupano, sono divisi poi
(femm. plur.), dal gr. roxpcovuxia, comp. aa roxpà
= deriv. da paronimo; cfr. fr. paronymie (nel 1846).
che presenta paronimia. = cfr. fr. paronymique (nel 1836).
voce dotta, lat. tardo paronymum, dal gr. 7tapcbvi>- [xov, comp
) 'nome '; cfr. fr. paronyme (nel 1805).
voce dotta, lat. tardo paronomasia, dal gr. mxpovo- [xacrla, comp
'nome '); cfr. fr. paronomasie (nel 1557) e paronomase
lat. scient. paroophoron, comp. dal gr. tcapà * quasi 'e
. = voce dotta, comp. dal gr. roxpà * contro 'e
lat. scient. parorchidia, comp. dal gr. 7rapà * contro 'e &px<
pospasto '(passato nella vulgata), dal gr. raxpo ^ k; -l8oe,
di stato di risanare l'ammalato. fr. serafini, 108: dottamente insegnò
. e 'acuto; cfr. fr. paroxysme (nel 1314).