grilletto di un fucile. -a lluce valgo: deviazione dell'alluce verso l'interno
alluma, / custodii, com'io valgo, e tenni viva / finor.
rocchetto. idem, ii-492: io mi valgo della parola andivièni, che non trovasi
lo guarda con coraggio: che cosa valgo? slataper, 1-94: il direttore si
mio sangue a costo / oggi a difender valgo! -figur. bibbia volgar
io di corpo e di mente, valgo appena a render disadornamente questi pochi pensieri
seriamente a questo: se io non valgo nulla, e tutta la mia forza non
. 2. medie. ginocchio valgo: deformità, causata generalmente da rachitismo
il mio occhio peggiora, e mi valgo dell'assistenza di scarpa, che m'
anche il mio occhio peggiora e mi valgo dell'assistenza di scarpa, che m'intimò
, e a stabilire i lor obliqui mi valgo delle due lingue più note, e
vecchia a sodo, cucire non ne valgo niente, che non mi bastano bene
muso e mi convinco definitivamente che non valgo un picciolo e cambio mestiere.
a livello dell'articolazione tibiotarsica. -piede valgo: malformazione caratterizzata da pronazione e abduzione
talvolta dei piccoli rumoretti, che non valgo a sopprimere e che mi fanno saltare come
una delle tante storielle di cui mi valgo per evitare che i miei rapporti colle donne
una recluta, una 'spina', e valgo meno di niente. 21.
(le gambe); convergente, valgo (le ginocchia); deforme per tara
vallére), intr. (pres. valgo, vali, ant. vàglio-,
senza sbruffoneria: « io so quanto valgo, per questo lo dico ad alta voce