allora / d'un'ellera che dello avello uscìa / là dove 'l corpo di tristan
30: dalla grand'abside severa / uscìa l'incenso in fiocchi cilestrini. d'annunzio
86: allor le donne di camera uscìa, / come la donna gli aveva
l'agresto,... / uscìa di bocca ad ogni villanello. -in
idem, 8-1: e l'alba uscìa da la magion celeste / con la fronte
estinta giacque, / ch'io fuori uscìa de l'alvo; e fu il fatale
a i ladri amica ed a gli amanti uscìa. idem, 14-6: gli stendea
. pascoli, 175: e l'ape uscìa dal bugno / ronzando, e il
, giorno, ii-165: un tempo / uscìa d'avemo con viperei crini, /
: verso la terra de'suoi padri uscìa / peregrinando; ed or, ne'passi
gingillino andato in gloria / se n'uscìa gonfio di boria. idem, i-107:
che apposita a lui cerchia, i uscìa di gange fuor con le bilance, /
giorno, ii-167: un tempo / uscìa d'averno con viperei crini, / con
/ e di susino, e l'ape uscìa dal bugno / ronzando, e il
che opposita a lui cerchia, / uscìa di gange fuor con le bilance, /
, 11-6: sì procedendo se n'uscìa del chiuso / de le trinciere il popolo
macchiava l'anima, ma quello ch'uscìa del cuore. = voce dotta,
, ch'erano in quell'aquila, uscìa un solo suono di caritade e d'
tanto di gravezza / con la paura che uscìa di sua vista, / ch'io
, e ricevea lo fumo che n'uscìa; ed inebriato il pane del fumo
inebriato il pane del fumo che n'uscìa del mangiare, e quelli lo mordea,
diceano, che del movimento del cielo uscìa suono. angiolieri, 48-5: sed
smorto le guance ed irto i crini, uscìa / il buon titano dall'infema buca
di costumi / e di soavi affetti indizio uscìa. cuoco, 1-28: ci vedemmo
le tombe, onde una voce / uscìa di culla, e chi presso le
incominciato / quando di nulla unquanche nulla uscìa; / di voglia e senno eterno destinato
or la conca del carro, onde uscìa fiume / di vampe, ora i destrier
io sazio di riposo / di mia cuccia uscìa. 2. figur. amoroso
fuggiti anni ritrovo, quando pe'monti uscìa con la civetta; / e poi che
divenimmo / là 'v'uno scoglio della ripa uscìa. boccaccio, viii-2-105: esso [
, 1-144: lo svevo ai fuggitivi uscìa di fronte, / terribile nell'armi e
: or la conca del carro, onde uscìa fiume / di vampe, ora i
marina, a cui dal mezzo / uscìa sbuffando una cerulea foca. oriani,
altro lume ai naviganti / che quel ch'uscìa dai folgori tonanti. mascardi, 1-175
parte coll'altra, e di quella frezióne uscìa suono e canto molto dilettevole, imperciò
giusti, 2-141: dalla gola giovinetta uscìa / facile il canto. d'annunzio,
cuffia il crin velato, / tacita uscìa con la gramaglia intorno. pananti,
tanto di gravezza / con la paura ch'uscìa di sua vista, / ch'io
s'una intrava, un'altra n'uscìa fori. buti, 3-791: imbagnavano sé
bruni, 426: dal santuario immacolato uscìa / odor ch'ogn'un rendea beato
freddo che ghiaccio, / l'alma uscìa quasi del terreno impaccio. giulio strozzi,
/ quando dalla grand'abside severa / uscìa l'incenso in fiocchi cilestrini. d'
carducci, iii-23-325: il cervantes uscìa da una scuola che aveva fin poeticamente
e il lazzeretto, / gente che uscìa di far la quarantina. galanti, 1-61
di costumi / e di soavi affetti indizio uscìa. tommaseo, 15-25: certi compositori
le indulgenti stelle / dall'inesperto labro uscìa la voce. l.
il pane de l'olore che n'uscìa del mangiare, e quelli lo mordea.
e dall'infetto / labbro la tabe uscìa sanguigna e pesta. -che non è
, giorno, ii-166: un tempo / uscìa d'averno con viperei crini, /
donna, nientedimeno il sospetto non li uscìa dal cuore, e pensoso fra sé immaginava
/ inarime, palese e lampeggiante / uscìa tonando la vulcania fiamma.
1-ii-751: vidde il barbieri che di casa uscìa, avendo tre volte pasciuto il suo
pieno di fiori e di foglie e uscìa del pillo e facea grande meriggiana sopra
lume ai naviganti, / che quel ch'uscìa dai folgori tonanti. f. f
monco. praga, 3-41: il naso uscìa schiacciato, / monco, nero,
la quarta schiera e bella in vista uscìa. g. b. casaregi, 161
/ inarime, alese e lampeggiante / uscìa tonando la vulcania amma. d'
lo reame suo correva un fiume / ch'uscìa del paradiso luciano. tavola ritonda,
cuffia il crin velato, / tacita uscìa con la gramaglia intorno / di peluzzo sanese
amor pendea, / ma latte non uscìa, / perch'eran troppo acerbe, e
/ e trovando il buffon che se n'uscìa, / disse con piana voce:
alfieri, n-71: avvenne che una notte uscìa / del campo nostro, senza alcun
: l'alta voce che dal pecto uscìa / per lo sfrenato amore di salamone /
le indulgenti stelle / dall'inesperto labro uscìa la voce. -che si presenta
luca pulci, 5-50: il sangue uscìa per più d'una puntura, / la
pupille, / donde grazia infinita uscìa di raggi. -parte centrale di
a faraone per la grande puzza che uscìa loro dalle carni, ché ogni uomo puzzava
pieno di fiori e di foglie e uscìa del pillo e facea grande meriggiana sopra le
lo indulgenti stelle / dall'inesperto labro uscìa la voce. -con riferimento a una
tutti e il lazzeretto, / gente che uscìa di far la guarantina. / van
cento vie col ribollente sangue / già uscìa la vita. poerio, 3-130: biancheggia
: il marin vecchio fuor dell'acqua uscìa, / e 'l pesce rondin si
e sanguinosa per lo sangue che l'uscìa delle ferite, compieva ogni suo servigio
un giorno scempio / fuor non uscìa, nemmen per gire al tempio.
la 'v'uno scoglio de la ripa uscìa. / assai leggeramente quel salimmo; /
adomandato e fatta quistione perché l'amore uscìa fore de via de rascione e non
22-57: ciriatto, a cui di bocca uscìa / d'ogni parte una sanna come
ombre sul tacito confine / col rinascente giorno uscìa l'aurora. fantoni, i-226:
. luca pulci, 1-7-50: il sangue uscìa per più d'una puntura, /
2-6: la notte... / uscìa di gange fuor con le bilance,
spegnea per lo grande vento che indi uscìa. aretino, 20-71: intorno ad una
di gravezza / con la paura ch'uscìa di sua vista, / ch'io perdei
/ e trovando il buffon che se n'uscìa, / disse con piana voce:
stella lucifero. caro, 2-1292: uscìa già d'ida / la mattutina stella e
e d'uno stizzo il vento / uscìa fischiando. 2. gerg.
paura 7 smorto tremando, della bocca uscìa / stridor di denti che batteano insieme
, 345: voce de la strozza non uscìa. gozzano, i-137: mi parve
reso il delitto, / dalla stanza n'uscìa. c. ferrari, 448: il
fumosa / inarime, palese e lampeggiante / uscìa tonando la vulcania fiamma. carducci,
le sue veste parìa: / del torculare uscìa / il vin: questa è la
: il marin vecchio fuor dell'acqua uscìa, / e 'l pesce rondin si vedea
là 've uno scoglio de la ripa uscìa. / assai leggeramente quel salimmo; /
un lieto confuso vocìo di soldati / uscìa da le caserme riflesse ne l'acqua co'
/ inarime, palese e lampeggiante / uscìa tonando la vulcania fiamma. d'annunzio