rinunciare. giamboni, 4-47: e taccio ancora li fatti delli crudeli lemniadi;
, e vedrà quello che io mi taccio per non abominare alcuno. g
, 247: un sorriso che taccio / accennavi, beato. palazzeschi,
guerrier più forti. idem, 943: taccio, piangendo, / quanto leggiadra fosse
leggiadra fosse e quanto accorta: / taccio che ne 'l fiorir de'suoi verdi
invoco alfa ed omega: il mio taccio e nascondo. gioberti, iii-254: iddio
gic, (deriv. da àrcooicùttàco * taccio '). cfr. isidoro,
tasso, 10-63: i marmi io taccio e toro, / meravigliosi d'arte
potrà avere a male / se l'altre taccio, e se lei sola lodo.
uomo proprio da fargli mille beffe. taccio il bambo, quel maestro simone che
leopardi, 10-36: e mentre io taccio, e mentre io non contendo,
bisogno lo ricercava. tasso, 8-65: taccio, ch'ove il bisogno e 'l
frate raimondo. masuccio, 53: taccio de alcuni, che con bulle apostoliche,
settentrionale. galileo, 769: taccio quell'altro mirabile effetto che sensatamente si
aggirando. chiabrera, 500: taccio i minuti volatori, e taccio / le
500: taccio i minuti volatori, e taccio / le non minute, che fra
ancor pavento e spero e bramo e taccio, / e del parlar mi pento e
, 1-120: sol per la fama tua taccio, né spero / quel ch'
caglio 'in lingua spagnola voi dire * taccio '? e tu sei un cianciatore
3). garzoni, 1-197: taccio ora le misure così latine, come
: ma perché amore è un capet- taccio vano, / che attento sta pochissimo alla
). garzoni, 1-197: taccio ora le misure così latine, come
uno ciato. garzoni, 1-197: taccio ora le misure così latine, come
, dove scorre un rigagnolo o torren- taccio, secondo la stagione. baldini, i-527
per ogne faccia. garzoni, 1-197: taccio ora le misure così latine, come
. viani, 13-324: un giovanot- taccio dai capelli ricci e gli occhi chiari,
e ada eravamo condannati al nostro dialet- taccio. pirandello, 7-180: mi rinfacci ora
e valoroso gentiluomo il cui nome mi taccio, il quale castella e vassalli aveva
bandello, 2-12 (i-789): taccio la domestichezza del conversar insieme e le
. sotto mite e discreta sorveglianza. taccio. g. villani, 11-73: certi
. bandello, 2-12 (i-789): taccio la domestichezza del conversar insieme e le
mangia l'uomo, e il cospet- taccio. marrini, 1-153: osservò [il
onc. 9. garzoni, 1-197: taccio e gli amici, un villano
anfore. garzoni, 1-197: taccio ora le misure così latine, come
ogni giorno che scoppi qualche grosso debi- taccio di quel briccone di natale.
/ che dirò mai di voi? taccio e v'adoro. accetto, iv-167:
guardo mortale. monti, x-2-33: taccio il nembo di duol che denso imbruna
imbruna / tutto d'olanda il ciel; taccio il lamento / della prostrata elvetica fortuna
; tanto son temente, / che taccio ciò che dicere vorria. dante, inf
diversamente pendevano. straparola, 1-5: taccio i strabocchevoli pericoli, taccio gli innumerabili
1-5: taccio i strabocchevoli pericoli, taccio gli innumerabili mali, ne quali gli uomini
della state. manzoni, 18: taccio creusa e l'infelice elissa; /
-per simil. lorenzi, 1-110: taccio le falde di pendice incolta, /
ma sarà meglio, liborio, se taccio, / questi disprezzi della santa sede,
misura de'campi. garzoni, 1-197: taccio ora le misure così latine, come
stadi. garzoni, 1-197: taccio ora le misure così latine, come
; tanto son temente, / che taccio ciò che dicere vorria. dante,
più vero. aretino, ii-30: taccio la manifattura loro nel viso, ritirandosi
del cammino esteriore,... taccio le parole ivi aggiunte. baretti,
/ a quei gelidi marmi; eppur mi taccio. manzoni, 86: abbraccerò
monti, x-2-33: ma l'affanno non taccio e il tradimento / che italia or
così; ma, con gli estranei, taccio. leopardi, v-57: più presto
eternali. n. franco, 2-47: taccio le fucine innumerabili del fuoco eternale,
di talento. garzoni, 1-196: taccio ora i pesi attici, i corinti,
abbia quivi giurisdizione. lorenzi, 1-110: taccio le falde di pendice incolta, /
, / il più di voi mi taccio e 'l men m'accenno, / audace
mai altro che figlia d'un falli taccio, morto di fame? fallitóre,
la messenia, io la rinunzio e taccio. a. verri ii-275: era il
farfalla, / il più di voi mi taccio e 'l men m'accenno, /
intreccio. giamboni, 4-47: taccio ancora li fatti delli crudeli lemniadi;
faverella. garzoni, 1-556: taccio... di quella favetta ch'è
. bembo, 1-166: quel ch'i'taccio e madonna non vede / de l'
matrimonio vaglia. tasso, 12-356: taccio per ora che, dovendo il poeta
6-129: capii chiaramente come questo gat- taccio, apparso da poco nel mio cortile,
. fialétta. bresciani, 1-i-54: taccio di mill'altri gingillini, balocchi e
qualcosa. chiabrera, 500: taccio i minuti volatori, e taccio / le
500: taccio i minuti volatori, e taccio / le non minute, che fra
occhi, a cui moro innanzi e taccio, / folgorar contra me sdegno e
eununchi suoi. cantù, 226: taccio... uno sfarzo di piattelli e
). iacopone, 92-9: parlando taccio, grido fortemente. bibbia volgar.
m'istruivano. alfieri, v-1-775: taccio il civile-barbaro-bugiardo / frasario urbano d'inurbani
raccolte del 1766. monti, x-4-359: taccio le tue / di scandalo feconde e
fucine. n. franco, 2-47: taccio le fucine innumerabili del fuoco eternale,
più apprezzan lor regali / (taccio delle lor belle confetture) / io vo'
scambievolmente. forteguerri, 17-85: io taccio le allegrezze e i dolci amplessi /
. / che dirò mai di voi? taccio e v'adoro. -macchia variopinta
-ghiandicina. bresciani, 1-i-54: taccio di mill'altri gingillini, balocchi e
bandello, 2-36 (i-1025): taccio altre « selve », endecasillabi,
. viani, 13-324: un giovanot- taccio dai capelli ricci e gli occhi chiari.
di certi senatori, uno ch'io taccio per non lordare dei suoi nomi il
ed io da lor me ne diparto e taccio, / e 'l pié rivolgo alla
: vo contando gli anni, e taccio e grido. boccaccio, dee.,
gelsomini adornata. tassoni, iv-2-52: taccio i boschetti ameni,...
bandello, 1-27 (1-338): taccio le svelte braccia con le bellissime mani,
/ trangugiato io mi fossi, / taccio l'istoria amara. 2.
pietra. lubrano, 2-116: s'io taccio, gli umori peccanti peggiorano, le
l'abito eletto. selva, 3-333: taccio narrar quanta vaghezza mostra / con
riccamata. pallavicino, i -proleg.: taccio le maniere segnalate ond'esso accrebbe di
. lubrano, 2-116: s'io taccio, gli umori peccanti peggiorano, le
persona). cesarotti, 1-xli-230: taccio la serie rapidissima dei vostri trionfi,
ruvidamente qualche scaglietta. tasso, 10-22: taccio i pregi de l'ozio e l'
, ii - pref.: molte cose taccio d'industria. -con industria:
, / inegual mi confesso, esulto e taccio. mazzini, 25-73: noi siamo
solamente nell'uomo. savonarola, iii-189: taccio quanto al tatto, nel quale ha
mio riverito, / io sbaglio, se taccio, se parlo... /
fa coda e fu del concistoro, / taccio per ora, che non è lavoro
/ per cui peno e per cui taccio. paolini massimi, xxii-39: m'accolse
pazz'uom della testa: / insolen- taccio! lalli, 6-92: o cento volte
: « oh sta cheto, soddomi- taccio ». domenichi, 5-340: volendo egli
core: / che quel ch'io taccio, e madonna non vede, / de
. per non amareggiarmi di nuovo vi taccio i risultati della vostra irriflessione. b
, più l'accendo; / se taccio, più l'istigo. monti, 4-509
segreto laccio / amo, non spero e taccio, / e l'idol mio noi sa
lo sbarbo, (il dico e 'l taccio?) / un sospiroso e lagrimabil
. palmieri, 80: taccio di molte città vicine, le quali per
10-8 (467): io mi taccio, per vergogna, delle mie ricchezze,
degno di laude se'maggior, che taccio. dante, lxiii-6: ingannator non
tasso, 10-63: i marmi io taccio e l'oro / meravigoiosi d'arte e
io non dico, ma leggieramente la taccio, perché non paia che crudeltade di
un pover'uomo che aveva un fignolet- taccio cattivo in una mano, al dottore che
lungo il giorno / voi cantate ed io taccio, e non mi lagno.
il core, / che quel ch'i'taccio e madonna non vede / de l'
degno de laude se'maggior, che taccio. fra giordano, 2-128: se
mormorador. foscolo, xix-233: [taccio] le tristizie di tanti malnati e crudeli
; espediente. aretino, xvi-33: taccio le manefatture loro nel viso, ritirandosi
è fornito. tasso, n-ii-271: taccio il mago marino, che passava l'
: il giorno che un certo marmocchiet- taccio mi venne a ruzzar tra le gambe con
e traditore? zoccolo, 1-167: taccio, ché il dare anco le mentite co'
tasso, 10-63: i marmi io taccio e l'oro / meravigliosi d'arte
combattere. petrarca, 128-51: cesare taccio che per ogni piaggia / fece l'
cardinale; e de li altri mi taccio. idem, purg., 24-52:
vii-169: d'una cosa sol però ti taccio, / che tu rivolto al ciel
, originale. aretino, v-1-281: taccio de la vergine, prima adorata e
mondo antico. garzoni, 1-196: taccio ora i pesi albizi, i corinzi.
loreto. periodici popolari, ii-58: taccio per ora della misura del salario,
e qui van rotti, / qui taccio amando et òmmi morte a'fianchi: /
cinedo. monti, iv-337: taccio il suo laido vivere [dello sgricci
mostro un po'di chiuder gli occhi e taccio / tu entri in casa senza aprir
positura. gnoli, 1-15: io taccio, perché là non discerno / altro
. belli, 178: ai musicòmani. taccio se in una gola che vi bei
). del tufo, 48: taccio le lingue e pettorine amate, / da
guarini, lxv-138: io ch'avvampo non taccio; / ma tu ch'hai muta
avrei celato anche a voi stessa come lo taccio a tutti. -argomentazione.
poi naseca che non voglia fare a taccio col vostro nasone. 4.
. bruni, 33: ardo e taccio, ben mio, poiché il richiede /
poi naseca che non voglia fare a taccio col vostro nasone. = deriv
gingillo infantile. bresciani, 1-i-54: taccio di mill'altri gingillini, balocchi e
quante volte la nomo; e mentre taccio / voi, ombre in sogno agli occhi
: i nominali fornirono d'un piat- taccio, a colmo ridondante, d'insalata varia
un autore, il cui nome mi taccio '. vico, 533: sono parti
o scrive. stigliani, ii-344: taccio di sicilia e di sardigna e di
fosser pronunziate. stigliani, iii-135: taccio di sicilia e di sardegna e di corsica
mi lusingo, e tremo, e taccio, e numero i giorni che passano.
/ più novo e detestabile, mi taccio. -assurdo, strampalato. boccaccio
2-317: non sapendo che dirgli mi taccio ed egli allora mi dà una notizia che
, ch'entro grido e di fuor taccio? bruni, 135: risorto, ove
e veggio e non son muto e taccio. verga, 4-344: il barone
perdonate. caporali, lxv-87: qui taccio, o magno sire, / e noiarti
la madre. cantù, 351: taccio i diritti osceni; taccio quel che era
, 351: taccio i diritti osceni; taccio quel che era comune, il contadino
core ama? / anzi qui dove taccio la paleso. tasso, n-ii-514: palesando
fianco. del tufo, 336: taccio l'onesto andare / di tanti frati e
principale, il cui nome per riverenza taccio, il quale nel passeggiare il campo
v'ho dette e quelle che io taccio rimira e vàlle con lo spirito degli occhi
da i novelli cristiani che rimanevano. taccio gli affettuosi complimenti che passarono tra loro
1-19-293: l'istorie altrui racconto e taccio e passo / le mie proprie sventure e
10-8: (1-iv-912): io mi taccio per vergogna delle mie ricchezze, nella
cortesia. caporali, lxv-87: qui taccio, o magno sire, / e
sta', sapiente. soldati, i-220: taccio, pensoso. finché la francia avrà
pentole e profumi. tasso, n-ii-271: taccio le pentole riversate, commune instrumento di
nome perduto. guerrazzi, 1-211: taccio della lascivia, mostruosa piuttosto che infame
il sommergersi. giordani, xii-16: taccio le invidie, le calunnie, quel
né pirla. atanagi, xxxvi-181: taccio di mill'altre bellissime doti pregiate,
volete tacere? ». « io taccio subito; ma è però certo che,
vostra madre! / per modestia ora taccio il vostro nome, / ma ben
). del tufo, 48: taccio le lingue e pettorine amate, / da
paese. petrarca, 128-49: cesare taccio che per ogni piaggia / fece l'
). turbolo, 1-i-201: né taccio l'uso di genova che la moneta di
far lenta. fiamma, 1-549: taccio i continui benefici ch'ei [dio]
.. / ca, s'eo lo taccio, vivo in penetenza. i.
lo stesso.., adoro e taccio. montale, 18-283: d suo gesto
di « madonna, io v'amo e taccio » e « s'io avessi pensato »
fossero popolesche. stigliani, 1-215: taccio del vagire e del pigolare, verbi
/ d'obbietto vii che vergognando io taccio. -con riferimento a cupido, in
ii-334: preferisco restarmene con lei / e taccio versi... non me ne
s'egli è presentuoso, io ve lo taccio: / son le sue gote e
un'espressione. pallavicino, 5-12: taccio della filosofia morale, in cui versarono
« volete tacere? » « io taccio subito; ma è però certo che,
del dottorato. tasso, 8-65: taccio ch'ove il bisogno e 'l tempo chiede
1-150: molt'altre cose, ch'io taccio, furono fatte finché 'l cielo rimenò
. maestro alberto, 51: io taccio che, privato di padre, la cura
, solamente propongo tal opinione e mi taccio. s. maffei, 4-226: se
di denaro. monti, x-4-359: taccio le tue [di gracco] / di
/ frumentarie calende; il sacro io taccio / di roman cittadino augusto dritto / per
contenti, e su tal punto io taccio. manzoni, iv-17: furono certamente
cardinale; e de li altri mi taccio. brusoni, 2-34: ella non per
avendo stil che gli secondi, / taccio, per non gli far d'olmo o
cadenza frequente. cesarotti, i-xxxix-230: taccio la serie rapidissima dei vostri trionfi,
selvaggina. muratori, 0-266: io taccio il danno che da essi [villani]
esce immune. loria, 5-127: taccio, ad onta che la svogliatezza perduri
ritrosa, la schiva (il dico o taccio?), / cinzia, bella qual
vicinanza e vedrà quello che io mi taccio per non abominare alcuno. leggenda aurea
, ch'entro grido e di fuor taccio? astolfi, 1-440: mandarono a dire
buona organizzazione. giuglaris, 4-318: taccio, già che così commandate, la
ricercatore di monumenti. guerrazzi, 1-211: taccio della lascivia, mostruosa piuttosto che infame
po'la ritentiva, come un solda- taccio malandato dopo quarantott'ore senza rancio rifruga
nome si chiamano rimasuglioli. un solda- taccio malandato dopo quarantott'ore senza rancio rifruga
fastidiosamente. marino, xi-33: taccio l'altre maledicenze passate per non essere
come pure / altri incomodi ch'io taccio, / a studiar mi fur d'impaccio
riportata vittoria. cesarotti, 1-xxxix-230: taccio la serie rapidissima dei vostri trionfi,
. della valle, 42: così mi taccio, e il tacer mio sia /
proteggere contro chiunque. se no, taccio davvero una pazzia. non voglio essere
. s'è per non potere, taccio; se per non volere, lamentomi;
causa di moverle. latti, 1-5-37: taccio che del tuo erario egli ancor sia
e qui van rotti, / qui taccio amando et èmmi morte a'fianchi. sannazaro
cerere. muratori, 9-266: io taccio il danno che da essi [contadini]
egli è presentuoso, io ve lo taccio: / son le sue gote e 'l
nemico. bacchelli, 17-70: solda- taccio venturiero, saccomanno sacrilego, violatore di monasteri
d'obbietto vii, che vergognando io taccio; / con lang uida onestade ai primi
per la salmaria. masuccio, 77: taccio eziandio quanto dir si potrebbe circa lo
). petrarca, 128-50: cesare taccio che per ogni piaggia / fece l'
io ho veduto nuovamente (el nome taccio, ché tu non pensi che io facci
e lo sbarbo (il dico o '1 taccio?) / un sospiroso e lagrimabil
polo, / ti ammiro e taccio. -vessazione (di un popolo
, eppure tardo a rialzarmi, insomma taccio la scena'. -fare qualcuno scena:
il terreno. lorenzi, 1-110: taccio le falde di pendice incolta, / che
bellincioni, i-181: di gian pier taccio e poi del lapaccino / e di quel-
e schifiltosa leopoldina! quel brutto pecca- taccio [del bere] era per lei imperdonabile
tacette il suo nome. ma io mi taccio del mio e quanto io posso il
, che ti doveresti vergognare, sciagura- taccio. f. f. frugoni, iv-552
riflettere. paolieri, 212: taccio delle papere che si scodellavano in codeste
e lo sbarbo (il dico o 'l taccio?), / un scuotanèllo,
i. frugoni, i-6-156: ben cento taccio seccature e cento, / con cui
i-21-111: io delle doglie mie la cagion taccio, / però che a te palese
era situata in un continente di cui taccio il nome... perché da mezzo
2-78: sotto la guida del tenente, taccio di luce vigliacca. bacchetti, 2-xxiv-1008:
nannini [petrarca], 37: io taccio quelle cose che egli sole
: né volontier lo dico, né lo taccio, / qual cosa sia l'amor
. germogliare. marino, xii-521: taccio i porri, le cirege e le fragole
parole di antonio. chiabrera, 1-ii-76: taccio di clizia, / trapasso isifile,
, se fatto di semola, io non taccio / che muti gusto e nome in
personificazioni. caporali, lxv-87: qui taccio, o magno sire [apollo],
davanti al grande intento dell'unità, taccio di repubblica, taccio dei nostri più
dell'unità, taccio di repubblica, taccio dei nostri più sacri diritti. verga,
[luciano], iii-3-32: mi taccio da me, senza aspettare che me lo
aveduta donna piacque. turbolo, 1-i-203: taccio le particolarità e vado a passo e
a. piazza, ded.: taccio l'antichissima nobiltà della sua famiglia e
io da lor me ne diparto e taccio. -dare vultimo spaccio a qualcuno
eccessiva frequenza. loria, 5-127: taccio ad onta che la svogliatezza perduri e mi
440: ca, s'eo lo taccio, pero, / e s'eo lo
nomi, 1-5: la cagion se la taccio non sapete / d'adunare il consiglio
repetendo l'amar beveraggio, / io taccio, e tu ancor fa'che te spoltre
ornitologiche. b. croce, iv-12-281: taccio poi di altre biblioteche e raccolte scientifiche
f. f. frugoni, vii-802: taccio, perché la mia lucerna stridacela.
ho detto della libertà individuale, e taccio della libertà della stampa e del suffragio.
dir altro, m'intendete, io taccio. -disgustoso, ributtante (un
tacette il suo nome. ma io mi taccio del mio, e quanto io posso
taccia. = forma femm. di taccio. tàccia3, v. tazza.
di lavoro. = deriv. da taccio. colla mia
(in partic. nelle espressioni a taccio, fare tac cio)
dicemogli di sì, e tenneci a taccio. consulte e pratiche detta repubblica fiorentina,
; e però iudicherebbe a proposito fame uno taccio et averne commodità di tempo. g
cosa nostra, / veggian di far un taccio seco e darli / il manco che
se ne può far convenzione, né taccio alcuno, ma basti a far pagare
comprò fede e sangue svizzeri tutto a taccio pel pezzo di dodicimila ducati. fucini,
, come la intendete? / facciamo un taccio e addio. viani, 10-200:
addio. viani, 10-200: aveva un taccio con la padrona per disgrumare tutti gli
sul sesto: / e fare un taccio e non parlar del resto. d.
al loro numero, cercate di fare un taccio. = dal fr. tache
un prigione. = comp. da taccio, prima pers. sing. del pres
: « volete tacere? » « io taccio subito; ma è però certo che
a. l. moro, i-162: taccio... e, tutto rassegnato a'
preterizione. ramberto malatesta, 260: taccio degli altri errori che fanno li astrologi
li astrologi moderni. atanagi, xxxvi-181: taccio di mill'altre bellissime doti pregiate.
. gadda, 24-99: da qualche tempo taccio sull'« ambrosiano », ma adesso
'l cardinale; e de li altri mi taccio. fazio, iii4- 88: qui
tanto dubitanza, / ca s'eo lo taccio vivo in penetenza. latini, i-1892
316: né volontier lo dico né lo taccio, / qual cosa sia l'amor
. maestro alberto, 51: io taccio che, privato di padre, la cura
ti ricevette. petrarca, 128-49: cesare taccio che per ogni piaggia / fece l'
qui tacerò. tasso, 8-64: taccio che fu dall'armi e dall'ingegno /
14-59: passando all'altra sponda, taccio i patti col diavolo.
/ de la targétta ancora non mi taccio, / quando da sera facesti tua
core, / che, quel ch'i taccio e madonna non vede / de l'
coda, e fu del concistoro, / taccio per ora, che non è lavoro /
io come mel bettezzare. un tratta- taccio, verbigrazia, sopra i nostri poeti italiani
bandello, ii-904: mentre ch'io taccio adunque e piglio lena, / quanto di
imperatore. tassoni, ii-2-12: e taccio gli eruli, gli unni et i
tiro un velo, e qui mi taccio. monti, iii-368: tiriamo un velo
si recò a casa di messer alber- taccio. 3. sport. giocatore
sua vena. petrarca, 128-51: cesare taccio che per ogni piaggia / fece l'
bellincioni, 1-181: di gian pier taccio e poi del lapaccino, / e
volteggiante coro, / quel ch'io taccio, cantar su l'arpe d'oro.
speroni, 1-4-224: ma io mi taccio del mio [nome] e quanto io
: due altri zecchinetti, e soffro e taccio. 3. prov. proverbi
. labriola, i-ii- 400: taccio dell'abolizione del debito pubblico, contro il
regione piemonte passa al se taccio l'attività dei suoi tremila dipendenti. è
, e m'adiro, e mi taccio, e in una parola mi concentro,
, e m'adiro, e mi taccio, e in una parola mi concentro,