. alberti, 129: non mi stendo in racontare quanta utilità si tragga da
pensa aspro dolore. battista, iii-401: stendo all'erbe la mano, e provo
a suolo a suolo / basilico ti stendo, / che tu ci dorma, /
: ecco, la sacra benda / stendo sul capo all'innocente donna. manzoni,
octavo [documento] / alquanto più mi stendo / clavo. =
. panzini, iii-860: mi stendo sul sofà della retrobottega: « sì
quel pur che a fatica in carte io stendo / del concetto minor troppo mi suona
/ trovo l'erba: mi ci stendo / a conciarmi come un cane.
. alberti, 129: non mi stendo in racontare quanta utilità si tragga da
di gente vana. imbriani, 2-257: stendo ver te le ingorde mani: /
alberti, 129: non mi stendo in racontare quanta utilità si tragga da
corro alla svolta e già la mano stendo... /... /
il dolor mio. imbriani, 2-257: stendo ver te le ingorde mani: /
parte all'altra ', da siaxetvco 'stendo '. diàtrema, sm.
spio tra'rami le frutta e 'l braccio stendo, / e qual più mi diletta
, 9-28-3-124: ma che più mi stendo io in farvi una efemeride della mia vita
[crusca]: più del dovere mi stendo nella epilogatura. = deriv
fur capitani diomede, e l'acre / stendo. 4. aspro, acre
, / mai sempre tale del disir io stendo. carducci, 929: morremo;
mali. d'annunzio, v-1-632: io stendo al sole questo mio povero ginocchio piagato
ale impenno, e a primi albor le stendo, / fino all'ultimo mar;
penne. alamanni, 7-ii-95: l'ali stendo / con l'incerate piume / per
anguillara, 4-471: il braccio indietro stendo, /... / le tiro
, che il serenissimo inve stendo, e suoi eredi e successori, non
alamanni, 6-10-128: animosamente il passo stendo / ratto verso di lei, che
acaia, dove conoscea la valente moglie di stendo perseide. quasimodo, 6-19: [
tra'rami le frutta e 'l braccio stendo, / e qual più mi diletta avido
questa è un'altra volta ch'io ti stendo la mano e tu me la mordi
distese. come, per esempio, io stendo tre dita e tu altri tanti,
3-9: tua bontà m'assicuri: io stendo il plettro, / pieno di febo
'e da xelvco 'tendo, stendo '. neuròtico, v. nevrotico
. leti, 1-83: io non mi stendo ad informarla di qual natura son fatti
sì a numerare e a racontar mi stendo / non esser più di novi mesi
ii-46: a ciò che giova / io stendo l'adiutrice occhiuta mano.
dal tema di -relvco 'tiro, stendo olotopìa, sf. anat.
, deriv. da òpéyto 'tendo, stendo '; è registr. dal d.
sdraiato. boine, i-100: panciallaria mi stendo in coperta e tra castelli di vele
. boine, i-100: panciallaria mi stendo in coperta e tra castelli di vele
oceano. gnoli, 1-130: talor mi stendo sull'acqua supino, / apro le
alamanni, 7-ii-95: io pur l'ali stendo / con l'incerate piume / per
, iii-1-367: a te le palme io stendo, / o madre, a te
leti, 1-83: io non mi stendo ad informarla di qual natura son fatti i
desta, e di sudore aspersa / stendo la mano e provo / ancor gelate le
17-56: mi avvicino al sofà, mi stendo e dico, a lui che mi
/ altrui dannando esulto, / né stendo un vel pudico / sovra gli umani error
25-259: mi tolgo l'uniforme, mi stendo sul letto e fisso il pensiero su
. non aspectano prole alcuna, pur stendo contenti di tal vituperoso dilecto a dio
non tralignante diomede, hai teco / stendo, in volto al cui risorta spira
: a l'uve rosseggiane il guardo stendo. papi, i-82: sgorgare a un
l'abbandono dell'arma. se ti stendo regolare e veritiero rapporto, ti rovino
più particu- larmente a dire non mi stendo. seriman, i-541: 1 tre
ombre vanno timide genti e ladre, / stendo l'un piede e l'altro sospendo
in fretta, sopra e disotto, ci stendo a scalini le terrazze di olivi.
l'aurata lira! cesarotti, 1-vii-87: stendo, in volto a cui risorta spira
: a te le man gelate io stendo. -stendere la mano a qualcosa
arder nel petto, ond'è ch'io stendo / al negletto mio stil la rozza
che tua acqua a 'l medico non stendo. -provocare la morte.
! questo passo si che io ve lo stendo qui; perché esso non è lungo
. gnoli, 1-130: talor mi stendo sull'acqua supino, / apro le braccia
in più parti, ch'io non mi stendo. boccaccio, viii-1-102: se un
poco. sarti, vi-3-111: né mi stendo a provare queste cose, perché sono
/ dell'uscio u'son, per tutto stendo le mani. ramusio, cii- vi-988
di carta. savimo, 1-110: stendo i cadaveri neri delle parole sopra il
dietro di me un tappeto di rose / stendo alla giovane donna. montale, 7-296
e tappezzato qua e là. mi stendo su questo letto tattile d'alghe e erbe