b. davanzali, i-178: mi rido del poco accorgere di chi crede,
e perché io di tutte le accuse mi rido, una voglio sia impossibile, quella
il capo ridendo: « sicuro! rido delle vostre sofisticherie. dite un po'
/ ch'io 'l guardo, e rido e di paura aggriccio. d'annunzio,
. augustini, iii-197: io mi rido qualor il pomo ascolto / dir fosse
: alcuno si riduceva or rido troncone amputato che si trascinava a stento sopra
de le mascelle, / io non rido, ancor ch'i'smanio, e canto
quanto ai sospetti -pensava, -me ne rido. vorrei un po'sapere chi sarà
ragionevoli. augustini, iii-197: io mi rido qualor il pomo ascolto / dir fosse
. aretino, 5-488: io mi rido da senno, quando mi augurate una
. doni, i-187: io mi rido che [i componitori] si son fatti
in mano. slataper, 1-68: rido... dei sacchi di riso sfilanti
di tanta balordaggine, spesso ne rido. carducci, ii-10-271: 10
pisano disse pure: io me la rido sotto i barbigi. così scrive il cherubini
di uno stecco. slataper, 1-68: rido... dei sacchi di riso
si versa e cade al petto, / rido e piango di diletto. muscettola,
aretino, 1-144: io non ci rido, perché non so, se me lo
poso; e bevo pochissimo: e spesso rido, e più spesso bestemmio:
, v-152: io da un lato ci rido, ma dall'altro canto vedo mio
che non finirà così presto, ma ci rido e vo can tando:
de le mascelle, / io non rido, ancor ch'i'smanio, e canto
. baretti, 1-202: 10 mi rido del cocchi e degli altri disperati pitagorici,
animale / ch'io 'l guardo, e rido e di paura aggriccio. / non
niccolò seguitò: « dio, come rido! mi vengono perfino le lacrime agli
de le mascelle, / io non rido, ancor ch'i'smanio, e canto
. guarini, 411: io mi rido di cotesti vostri vani concerti.
canaglia, io da gran tempo ne rido: ho confessati e confesso i miei falli
animale / ch'io 'l guardo, e rido e di paura aggriccio. /
vendere. aretino, 2-253: io mi rido, signor benedetto, dello stupore nel
crepa pelle. giusti, i-327: io rido a crepapelle quando vedo questi scimuniti che
mi fa crepar di ridere, e quando rido di core, mi manca 11 fiato
de le mascelle, / io non rido, ancor ch'i'smanio, e canto
mi fa crepar di ridere, e quando rido di core, mi manca il fiato
xpuco * lacrimo 'e yexàco * rido '. dacrinòma, v. dacrioma
alla mela. fagiuoli, 3-3-132: rido, salto, festeggio, e do
come ridono le commesse, come rido qualche volta anch'io. 2
le dicerie, delle quali peraltro mi rido. tommaseo-rigutini, 1328: 'diceria'.
dimagro; io non per tanto / rido de'risi popolari. goldoni, vii-399
ricetto. d'annunzio, v-2-518: rido, o bue, perché m'hai consacrato
e va discorrendo. menzini, iii-99: rido di quel che altri piangono; piango
colui disperare. aretino, iii-9: mi rido che lo faccio disperare, quando nel
io, disse il nolano, non rido per le vostre fantasie, né voi dovete
tua tentazione beffa me ne faccio e rido. bartolomeo da s. c.,
se io, disse il nolano, non rido per le vostre fantasie, né voi
, / ma del favoleggiar altrui mi rido / quando ti sacra i voti o ti
e di chi freme in vano / mi rido, e ognor mi riderò. pananti
venuta per paura, dunque; io mi rido delle tue minacce. -morire di ferro
fa crepar di ridere, e quando rido di core, mi manca il fiato.
cima. deledda, iv-593: io mi rido delle tue minacce. ti conosco,
io, quando sono in vinegia, rido de'forestieri, quando ne lo smontar di
a la prova, ch'io mi rido / di chi franco al vin non è
nudo. contile, i-12: mi rido di questo fraschetta. 3.
sono contento ch'essa sia ricca, rido dei carri frastornanti che passano. bocchelli,
son tutte baggianate, / io me la rido sotto li barbigi. m.
affaccendamento. giovio, ii-15: rido vedendo questa fregarola di agenti,
conosciutolo al picchiare a l'arrabbiata, ne rido da me a me, et apertolo
ch'udendol dir, sì me ne rido e gabbo. g. villani, 8-57
... e sovente eziandio mi rido di questo mio matto ghiribizzare. mascheroni
; sa'tu di quel ch'io rido? / come cervel sì bene a gigi
g. gozzi, 209: rido da me medesimo a vedere i visacci che
de le mascelle, / io non rido, ancor ch'i'smanio. fra giordano
pirandello, 9-463: vecchio, sol rido al tuo crudel trastullo, / che
-sostant. boccaccio, 1-11-32: rido volentier degl'impacciati, / non so
c. bini, 12 7: rido di compassione quando vedo certi filosofi che
. giusti, 4-i-24: io me la rido; e sono indifferente, / rovini
sia grato. leopardi, iii-996: rido della felicità delle 4 masse ',
ah, ah, ah, mi rido d'un fiorentino, ch'essendo in offizio
. f. frugoni, vi-655: mi rido che voi giudici diate credito alle informative
di mia vecchiezza io mi consolo e rido. goldoni, xiii-143: non corro infra
marinetti, 2-iii-98: non cedo isradicabile e rido ironicamente indicando l'amico armando mazza che
lo porta, / lo guardo e rido, e non m'adiro e intronfio.
vivo in grande pena, / laonde rido e piango e sto gaudente. chiaro davanzati
bella, / come amore spesse volte rido e piango, / luxuriando come porco in
de le mascelle, / io non rido, ancor ch'i'smanio e canto /
seppellire presto, ed io però me la rido di cuore. passeroni, iii-192:
de le mascelle, / io non rido, ancor ch'i'smanio e canto,
piange. térésah, 1-65: di nulla rido e per niun m'allarmo, /
fatto gli uomini all'infelicità; e rido della felicità delle masse perché il mio piccolo
matteróne. bellincioni, 1-175: i'rido che ti butti un matteróne, /
e ch'io leggo qualche cosa e rido da me da me! tasso, 14-493
] passati miei danni piango e rido /... / del presente mi
pruno. passeroni, 1-128: mi rido di taluno / che, ostinato, burbanzoso
di cacciarmi via: ciò di che rido. nievo, 1-481: bruto nulla
animale / ch'io 'l guardo, e rido e di paura aggriccio. /.
roma. magalotti, 23-205: io mi rido del contadino e dico ch'egli è
dotta, comp. dal gr. [rido? 'medio 'e da litorale
sillabe di queste parole: ridevo (rido) ridicolo (rìdo), risibile
[di basilea] in poco tempo rido tosi a nulla, col mezo di questo
d'annunzio, i-879: a lo spasimo rido io con un roco / riso,
vita. mercati, 56: rido di quel beccaccio del marito o padre o
fugace. caro, 12-i-157: ancor rido a pensare come a nominare martini non
limitata. cesari, ii-226: io rido poi di que'che accusano dante d'
l'insanie, odo i tumulti e rido. muratori, 6-36: altro viaggio non
e miscee. idem, iii-297: mi rido di quei poeti che inviano i loro
: de'passati miei danni piango e rido, / perché molto mi fido in quel
di mille progetti, de'quali io rido, ma de'quali tutto il mondo ciarla
giusti, 4-i-24: io me la rido; e sono indifferente, / rovini
-roba che gira il mondo? me ne rido. manzoni, pr. sp.
: mio cuore, monello giocondo che rido pur anco nel pianto, / mio
: iohopiuoisognodi conforto che voi, ma rido per far rider voi, ché se piango
io latro a muto, piango, rido e strido, / mescolando sospir dolci
. castiglione, 251: talor mi rido di certi omini, che ancor senza necessità
nasciuto giovine. parabosco, 2-12: io rido che con tanti stenti occidessero un toro
siete nuovi, e forse perch'io rido », / cominciò ella, « in
de le mascelle, / io non rido, ancor ch'i'smanio, e canto
attempate. fagiuoli, ii-78: quanto rido talora a più non posso / in
siete nuovi, e forse perch'io rido /... / maravigliando tienvi alcun
ritroso. martello, 55: io mi rido fra me del genio obliquo: /
somma è stato uno scandalo. io rido di questi imbecilli! faldella, i-5-130
palpito, l'orma / d'un rido. albertazzi, 80: nelle parole e
. bottegari, 34: io piango e rido de'gravosi ohmei. bonarelli, xxxii-380
ramazzini, 133: io mi rido di quell'ambizione di certuni che procurano
ma non è sabato, e me ne rido. questi villani che son pieni d'
suono, la voce, un g ^ rido, un lamento). boccaccio,
/ annuvolar tra l'or rido del ciglio. -tracotante, iroso
). assarino, 4-93: mi rido bene della pretensione di certe scimunite che
vistoso. fagiuoli, ii-78: quanto rido talora a più non posso /
lattuga, o dolce paperotto, / i'rido che tu stesso ti condanni; /
. foscolo, v-20: se talvolta rido pazzamente, rido di me che ho
, v-20: se talvolta rido pazzamente, rido di me che ho compianto la perfidia
mai mi vengon buone nuove: / rido, salto, festeggio e do nel pazzo
inclemenza delle stagioni. foscolo, v-20: rido di me che ho compianto la perfidia
. zeno, iv-231: io me ne rido, sapendo di aver pesatamente e onestamente
a scrocco. aretino, vi-90: rido che non sete pratico al soldo,
mi torco sulla mia sedia a sdraio e rido fino alle lacrime, invocando tra le
n'ho da voi udito, / io rido sì che il piscio mi trabocca.
altri molti vizi. aretino, 20-12: rido d'un frate poltrone, dio mel
forteguerri, 13-16: di già me la rido / due giganti in vedere co'priviali
trattato di un novello lutero. io rido a tutte ganascie, e sempre più
: de'passati miei danni piango e rido, /... / del presente
, iii-13: per farti veder ch'io rido el vero, / acòstati, figliol
dall'altra parte per non far vedere che rido. che gerarchia balorda! com'è
magnifici palagi. lancellotti, 3-80: rido di certi che si comtacciono d'avere
un povero provincialetto. verga, 1-304: rido perché sono uno sciocco, un provincialetto
alimentàtolo. baruffaldi, iii-33: quanto rido e la bocca mi sganghero / in veder
sappia di buono: / io sol mi rido di qualunque puzza. cesari, iii-n
divenne. papi, i-62: io rido / quando veggo taluni audaci e baldi
di sei. cesari, i-136: rido perché mi toma a mente una costruzione
, e raspami un fandango; / io rido come un pazzo anche se piango,
-pedanteria. cesari, i-123: io rido qui della religione di certi grammatici che
. rètto1 (rèto, rècto, rido), agg. (superi, rettìssimo
, iii-208: el ne fi reffe- rido el magnifico messier carlo da gonzaga..
vecchio ricardato. fagiuoli, ii-78: quanto rido talora a più non posso
bestiario moralizzato, 1-51: quando lo rido sente la sta- sgione / ke pò
bestiario moralizzato, 1-51: quando lo rido sente la stagione / ke pò trovare de
nuovo denaro. gozzano, i1-263: rido! se qui, se qui ricomparisse /
niccolò del rosso, 1-35-10: di noglia rido come lo saivago / che nel mal
uccido! / -se seguitate, io rido. / -idolo mio, vien qua.
sto tra questi morti dabbene e mi rido di queste fredde baie. pirandello, ii-1-103
105-76: de'passati miei danni piango e rido, / perché molto mi fido in
stommi e del mondo e suoi inganni mi rido / chùo me l'ho posto già
.. / del tuo poter mi rido. forteguerri, 21-68: ricciardo, ancorché
o protestante, come vorrete: ma mi rido di dio e del diavolo, adoro
duro a proferir queste lettere? -cotesto rido io, madonna, e non altro.
forteguerri, 13-16: di già me la rido / due giganti in vedere co'piviali
più carte / e nel rigarle or rido et ora frigno. -assol.
rigido). rìgido (ant. rido, rìggido), agg. (superi
. niccolò cieco, lxxxviiiii- 208: rido coll'un pensier, coll'altro piango,
queste ragioni non aprivano al rido, prospero (un'attività, una professione
, i-346: del signor strinato me la rido, che ha voluto far la scimmia
la tua tentazione beffa me ne faccio e rido ». albertano volgar., 90
in mezzo della strada reale in lo rido de la fontana si fé i serragli per
porti dove io vorrei s'io non rido ogni volta che mi viene a memoria
. buonarroti il giovane, 9-362: io rido in riscorrendo questa storia, / e
popolani che rissano col coltello, non rido, ed essi ridono quando vedono due
guardo dal corso ritroso, / e rido volentier degl'impacciati, / non so
. ritto1 (ant. anche rido), agg. collocato o tenuto
firenzuola, 544: io non me ne rido, anzi attendo, dove voi vogliate
rovinìo sopravvenuto,... io rido quando sento parlare della nostra letteratura e
clausura, cas... / rido con te sulla ruota / deforme dell'ombra
non è sabato, e me ne rido. -il sabato del villaggio:
librari, per solazzarmi, poiché sempre rido, quando leggo le cose altrui,
, 5-103: vi potete pensar s'io rido meco, / e se gioisco a
guerrazzi, 1-378: imprigionato da antonio rido castellano di santo angiolo che bel bello
. marino, xii- 173: mi rido poi delle ridicole malignità di cotesto invidio-
risa. pea, 3-60: « rido di voi.. così nudo, vi
pensando che infine rivedrensi, / di piacer rido e di dolcezza caco.
buonarroti il giovane, 9-362: -io rido in riscorrendo questa storia, / e
, i-2-151: io mi fo scherno e rido / di tarda e vana lode,
a quel ragghio intempestivo, / del qual rido anch'io che scrivo, / non
casse. c. bini, 127: rido di compassione quando vedo certi filosofi che
stomaco popolare; e degli schifiltosi mi rido. pirandello, ii-2-381: sui tren-
de le mascelle, / io non rido, ancor ch'i'smanio, e canto
de le mascelle, / io non rido, ancor ch'i'smanio, e canto
ufo. aretino, vi-90: rido che non sete pratico al soldo, perché
frustate. bellincioni, i-176: i'rido, che ti butti un matterone, /
-anche io, quando sono in vìnezia, rido dei forestieri, quando ne lo smontar
canto ò quela casone, / di noglia rido corno lo saivago / che nel mal
g. f. loredano, 13-27: rido della tua dottrina salvatica. allegri,
223: guardate! io parlo, io rido, io vesto, io cammino come
-per estens. che viene trascinato via dalla rido il costo di mercato, inferiore alle
col tocco. baruffaldi, iii-33: quanto rido e la bocca mi sganghero / in
. grazzini, 508: come mi rido di certe brigate, / che gli vanno
). baruffaldi, iii-33: quanto rido... / in veder quel costume
sicuro ei vada: / e fra me rido, e simil cortesìa / feci alla
de le mascelle, / io non rido, ancor ch'i'smanio e canto,
anche io, quando sono in vinezia, rido dei forestieri, quando ne lo smontar
cieco nato. batacchi, ii-231: rido, quando, ripien d'ipocrisia, /
la capitale. cassola, 2-99: rido di te, soldo di cacio.
, ne'boschi / canto, sollazzo e rido. 8. gerg. ant.
: il comito dii gradenigo era fe- rido sopra una gamba. -indica quanto
siete nuovi, e forse perch'io rido », / cominciò ella, « in
. zanotti, 1-4-298: non mi rido io quivi di quella loro opinione, che
piacere, / che del folle volere / rido fra me, com'uom d'altrui
ria, spavalderia. esempio: 'io mi rido delle vostre spacconerie (spavalderie) '
bella, / con amor spesse volte rido e piango, / luzuriando come il porco
. f. frugoni, vi-66: io rido squaccheratamente dei paralogismi di cotestui.
bestiario moralizzato, 1-51: quando lo rido sente la stasgione / ke pò trovare de
non è sabato, e me ne rido. carducci, iii-12-141: voi servi eravate
di quel secolo. fagiuoli, ii-172: rido pur di colei, quando s'impaccia
dispetto. / talché s'alcuna volta io rido o canto / lo faccio per sfogar
animale / ch'io t guardo, e rido, e di paura aggriccio. verga
i-2-141: io mi fo scherno, e rido / di tarda, e vana lode
siete nuovi, e forse perch'io rido /... / meravigliando tiènsi alcun
ti sei nascosto? » e intanto rido. « non ci credo che sei tu
e l'altro quel trascuratacelo, « io rido quanto mi pare ».
i-95: lo dormo, canto, rido, ballo, tresco, / la bella
c. bini, 127: rido di compassione quando vedo certi filosofi che
non è sabato, e me ne rido. questi villani, che so pieni d'
brigata. collodi, 572: io mi rido della tua impotenza e de'tuoi furori
. brizzi, 3-131: mi scusi se rido così, ma lei è davvero il più
che io ho sfondato una porta aperta. rido dell'umana partigianeria. lomellinése, agg
sangue. = dall'espressione me ne rido. ménga, sm. region.