della sera -portar rena al lido: portare qualcosa in un perenne. piovene
stato villano. -fare lieto qualcuno di qualcosa: fargliene dono. graf,
, rendere lieto (o più lieto) qualcosa: conferirgli (o accrescergli) giocondità
-ant. privo, vuoto, mancante di qualcosa. petrarca, 132-12: fra sì
. 30. locuz. -contare qualcosa lieve: attribuirgli poca importanza, non
2. locuz. -far lievo di qualcosa: rifiutarlo, respingerlo. francesco
cuore e vita. banti, 6-10: qualcosa... bisogna pur concedere per
scorbacchiava. -farsi una lima di qualcosa: rendersela occasione o causa di aspro
a questi solleoni. -metter qualcosa alla lima: sottoporlo a limatura.
. 8. ant. predisporre qualcosa a un fine determinato. lettere e
limbelli. -ficcare il limbello in qualcosa: intromettersi inal limbo beata / a goder
agli occhi. tommaseo, 11-33: lessi qualcosa del firenzuola il cui stile sereno e
v. palegro. -mandare al palio qualcosa: v. palio. -mandare al
; combinare, venire a capo di qualcosa. bembo, 10-v-31: il primo
n. 9. -mandare in burla qualcosa: prendersene gioco, ridurla a scherzo
terra: v. terra. -mandare qualcosa a leggere: v. leggere,
, n. 21. -mandare qualcosa dietro le spalle: v. spalla.
iv-n-322: quando c'è da fare qualcosa che mi par necessaria, non so
. locuz. avere in mandato di fare qualcosa: averne ricevuto l'incarico.
e se mai lo stiletto sembri ch'abbia qualcosa di truce, perché gli è un'
, maneggiato, trasformato per riuscire a qualcosa di più serio che non sia renzo
. ant. il prendere in mano qualcosa, l'impugnare. aretino, v-1-334
destrezza; particolarmente abile nell'uso di qualcosa. cellini, 1-14 (50
sm. uso, impiego manuale di qualcosa (in partic. di utensili,
2. il toccare, il maneggiare qualcosa con le mani; contatto manuale,
sui gendarmi. -tenere manforte a qualcosa: sostenerla, darle impulso.
messinscena insistente e noiosa (per ottenere qualcosa); chiacchiera inconcludente. pasolini,
il mangiabile: se c'è da conservare qualcosa, conservate. 2
o beni materiali; estorcere, carpire qualcosa con avidità sfrenata, fare guadagni illeciti
da o a mangiare, far mangiare qualcosa a qualcuno: somministrarla come cibo.
. palmento. -mangiare affatto qualcosa: mangiarla interamente, senza lasciare avanzi
4. -mangiare, mangiarsi in silenzio qualcosa: v. silenzio. -mangiare
. -mangiare, mangiarsi qualcuno o qualcosa con gli occhi: fissarli intensamente,
'non aver che mangiare': essere -mangiare qualcosa, mangiare sopra qualcosa: poverissimo..
: essere -mangiare qualcosa, mangiare sopra qualcosa: poverissimo... 'non aver
mangiato un cavallo. -mangiare qualcosa insieme con qualcuno, mangiare insieme:
che si mangiano. -non mangiare di qualcosa: non averne alcuna conoscenza né esperienza
esclusivo e smodato, inclinazione morbosa verso qualcosa; passione irresistibile, infatuazione (talora
, aspirazione irrefrenabile a fare o conseguire qualcosa; desiderio incontenibile e, per lo
, anche lei, ha mai capito qualcosa di come stanno le cose?
atti del tuo dolore sembrano talvolta aver qualcosa di maniaco, qualcosa di delirante.
sembrano talvolta aver qualcosa di maniaco, qualcosa di delirante. 3. psicol
abnorme (e anche bizzarra) per qualcosa; preso interamente da idee fisse, velleità
rant'anni tutti i giorni ha annotato qualcosa,... ironizzato su tipi
sua. -avere la manica piena di qualcosa: averne a disposizione una grande quantità
compatir sapea. -avere, tenere qualcosa in manica, nella manica o nelle
donnetta in manica eh? -cavarsi qualcosa di manica: produrla, generarla.
-dare manica a qualcuno di fare qualcosa: offrirgliene la possibilità, l'opportunità
maniche. -far le maniche a qualcosa: prolungarla, protrarla nel tempo.
maniche. -mutare le maniche a qualcosa: modificarla; darle una nuova forma
. -dare manicare o a manicare qualcosa: somministrarla come cibo o come mangime
manico e meno la pala a fare qualcosa: essere incapace, poco adatto o impossibilitato
. -dare il manico a qualcosa: favorirla, alimentarla. nannini [
a crescere queste scienze. -esserci qualcosa per il manico e per la mestola:
traverso. -prendere il manico di qualcosa: appropriarsene, impossessarsene. a
, n-5- trovare il manico a qualcosa: trovare il modo giusto per condurla
, 3-64: nel quadro vi è qualcosa di tormentato che fa ben augurar dell'autore
maniera d'un cuoio, per la qualcosa è durissima a smaltire. guazzo, 1-34
'. -tenere maniera di fare qualcosa: trovare il modo di eseguirla,
solidarietà nei confronti di qualcuno o di qualcosa. mazzini, 30-187: in ancona
epilogo del 'prìncipe 'non è qualcosa di estrinseco, di 'appiccicato '
si stringe o si tiene saldamente serrato qualcosa. m. fiorio, 159:
, che nel sonno grande / stringi qualcosa, dimmi cosa ci hai! pascarella,
de'medicamenti, già glie ne ho detto qualcosa, e bisogna considerare che tocca a
. 4. adattare o modificare qualcosa mediante maneggi, intrighi, alterazioni,
guidare, dirigere, manovrare qualcuno o qualcosa conforme al proprio particolare interesse, esercitando
. ridotto in balia di qualcuno o di qualcosa. manzini, 8-21: poiché ciò
), con volgare spregiudicatezza, di qualcosa secondo i propri intendimenti o a proprio
, 2-730: quando soptawiene a uno qualcosa di suo gusto, suol dire: è
— dare la notturna manna a qualcosa: far dimenticare. ceccoli,
. — piovere una manna di qualcosa: cadérne, venirne una gran quantità
usato per prendere e tenere fisso saldamente qualcosa. 34. tess. l'insieme
non toccare, a non appropriarsi di qualcosa: o anche a non molestare qualcuno
» si corresse. -mano a qualcosa, a far qualcosa: come esortazione
-mano a qualcosa, a far qualcosa: come esortazione e incitamento a compiere
una determinata attività, a servirsi di qualcosa, a comportarsi in un certo modo.
/... / quando ventura qualcosa mi mena, / io mi voglio aiutar
: v. portata. -appiccarsi qualcosa alle mani: v. appiccare,
n. 15. -restare attaccato qualcosa alle mani: a indicare ironicamente facilità
: avere predisposizione o attitudine per qualcosa; conoscere bene il proprio mestiere;
-avere la mano presta o pronta in qualcosa: dimostrarvi una forte predisposizione, una
. 9. -avere le mani su qualcosa: esserne in possesso, averla in
mano, le mani in o su qualcosa: lavorare, attendere, avere una
-essere in procinto, accingersi a fare qualcosa. galateo, 170: questa orazione
le mani. -per congratularsi di qualcosa. tasso, ii-383: ho letto
. -per indicare la perdita di qualcosa o esprimere contrarietà, sfiducia, disappunto
'. -buttare le mani in qualcosa: dedicarsi, applicarsi a qualcosa.
in qualcosa: dedicarsi, applicarsi a qualcosa. vimina, 1-293: per questo
-cacciare mano o là mano a qualcosa: cfr. cacciare, n.
noi sarebbe la sola persona che avrebbe qualcosa da guadagnare in una riconciliazione tra me
, una mano a qualcuno o a qualcosa: portargli aiuto, assisterlo, proteggerlo,
, in, su, addosso a qualcosa o a fare qualcosa: dare inizio,
, addosso a qualcosa o a fare qualcosa: dare inizio, intraprendere, avviare
su tutta la città. -dare qualcosa a mezza mano: darla, concederla
. -dare una mano di bianco su qualcosa: cancellarla; dimenticarla. r
, per le mani di o per fare qualcosa: accingervisi, prepararvisi, disporvisi.
. -fare, prendere la mano a qualcosa o a fare qualcosa: farci l'
la mano a qualcosa o a fare qualcosa: farci l'abitudine, assuefarvisi; impratichirsi
basso1, n. 16. -fare qualcosa a mano: al fine di trarre in
mezzi coercitivi, a fare o non fare qualcosa, a pensare o agire o comportarsi
, nelle piante, nella terra c'è qualcosa di tuo, che anche quando non
-lavarsi le mani di qualcuno o di qualcosa: disinteressarsene, dimostrare completa indifferenza;
egoista. -lavarsi le mani in qualcosa: dedicarvisi con notevole impegno, acquistarvi
ignoranza il lume togli. -farsi dare qualcosa con molta insistenza e difficoltà.
trarre la mano o le mani da qualcosa, d'addosso a qualcosa o dal
mani da qualcosa, d'addosso a qualcosa o dal fare qualcosa: non occuparsene
d'addosso a qualcosa o dal fare qualcosa: non occuparsene più, definitivamente o
. -mettere a o per mano qualcosa: preparare, mettere in uso;
incominciare a consumare, a servirsi di qualcosa. sanudo, lvii-501: questi solicitano
-mettere, porre la legge in mano a qualcosa: v. legge, n.
-piegare mano: tenderla per chiedere qualcosa. dante, xlvii-95: lo dolce
coraggio a quattro mani: osar fare qualcosa dopo aver vinto molte esitazioni e incertezze
. -prendere per o in mano qualcosa: intraprenderla, incominciarla, avviarla.
v. palla. -rimettere mano a qualcosa o a fare qualcosa: riprendere a
-rimettere mano a qualcosa o a fare qualcosa: riprendere a occuparsene dopo un periodo
operare, di agire, di compiere qualcosa, di dedicarsi a un'attività o
. -ritirare la mano dal fare qualcosa: sospenderla, interromperla, astenersene risolutamente
, la mano a qualcuno o a qualcosa: aiutare, coprire, proteggere una
qualcuno: trattenerlo, dissuaderlo dal fare qualcosa. savonarola, 8-i-12: gli venne
di napoleone. -usare mano violenta in qualcosa: sciuparla, sperperarla, dilapidarla.
: -mi par mill'anni di saper qualcosa / di quegl'infermi: lo star troppo
. 2. mettere mano a qualcosa; cominciare a usarla, a consumarla
. -mettere in disordine o a soqquadro qualcosa per rubare o per soddisfare una curiosità
che manomette, altera o modifica arbitrariamente qualcosa; che reca disordine, danneggiatore.
indicargli tra i tanti manoscritti della laurenziana qualcosa d'inedito e d'aggraziato da stampare
aggettivale): destinato a far funzionare qualcosa. ungaretti, xi-378: nel mezzo
manovrato fino a questo punto avrà sempre qualcosa di meccanico, d'impersonale. sarà
, 5-163: si chiamavano, gridavano qualcosa nel barbarico dialetto delle valli. uomini
tenere). fare in modo che qualcosa duri a lungo; conservare qualcosanello stato in
i necessari finanziamenti alla manutenzione di qualcosa. - anche assol. falconi,
, il provvedere al buon funzionamento di qualcosa; manutenzione. nardi, 209:
la continuità e la validità di qualcosa; conser frugoni, vii-517
. locuz. -fare o farsi manto di qualcosa: vestirsene, coprirsene. -anche
pretta ventura. -portare manto di qualcosa: eccellervi (v. anche corona1
ginocchi il cappello a cencio per aver qualcosa tra le mani con cui sfogarsi mantrugiandolo
3. chi è addetto alla manutenzione di qualcosa (e nel gergo giornalistico indica l'
per otte nere o compiere qualcosa; trucco ingegnoso, espediente sagace
un inconveniente, venire a capo di qualcosa. berni, 349: lunedì,
estensivamente. -essere marcia forza fare qualcosa: essere assolutamente indispensabile. cattaneo
-rompere il marcio: iniziare a fare qualcosa dopo lunga esitazione. a.
il trovar voi scolari, / per vendervi qualcosa e uscir del marcio.
fatta di rossore e di compunzione, qualcosa, come un odore di sagrestia,
segno stampato, impresso, inciso su qualcosa per farne riconoscere la qualità, l'
possibilità per esplicare, esprimere, attuare qualcosa. de marchi, iii-2-775: c'
margini, in margine di o a qualcosa: in rapporto con aspetti secondari,
fingere devozione; fingere di non sapere qualcosa. varchi, 3-83: far le
col quale si afferma la proprietà di qualcosa (vale: questa roba è mia
e con modi lusinghevoli cercare di ottenere qualcosa da qualcuno. a. casotti
. landolfi, 9-81: ci sento qualcosa [in questo scritto] di falso
che non so bene dove sia, qualcosa di artificiale e marionettistico, fatta anche la
onestamente alla fine con te: pure qualcosa farò. 19. locuz.
in quel cuore di sasso fosse ancora qualcosa di vivo che agitavasi per lei. fogazzaro
]: 'picchia e martella, qualcosa ha ottenuto'(dàgli, dàgli; a
puliti. -dare di martellina in qualcosa: cominciare a scalpellarla, a distruggerla
-farsi un martirio di qualcuno o di qualcosa: tormentarsi, crucciarsi, preoccuparsi
, preoccuparsi eccessivamente per qualcuno o per qualcosa senza un motivo valido. giusti
strappare la maschera a qualcuno o a qualcosa: mostrarne l'animo o le intenzioni
di non consentire di scorgere o riconoscere qualcosa). battista, vi-3-39: di
ii-7-33: si aspetta l'occasione di pubblicare qualcosa che viva un pocolin più delle mascherate
milton, con quell'accento strambo che dava qualcosa -unire a maschio e femmina:
presenta come esibizione della perdita masochistica di qualcosa di certo. = deriv.
6. locuz. fare un massacro di qualcosa: rovinarla, danneggiarla, sfasciarla;
locuz. -avere buona masserizia: possedere qualcosa in abbondanza. bellincioni, ii-83:
la prosa del lawrence; ma hanno qualcosa di massiccio e sanguigno che, quanto
situazione; intendersi più o meno di qualcosa; avere un'infarinatura di tutto un
-masticare o masticarla male: sopportare malvolentieri qualcosa di spiacevole; trovarsi a disagio,
. masticava male. -masticare male qualcosa: sopportarla malvolentieri. fagiuoli, viii-116
giornata, prima di addormentarci, e qualcosa c'è che non quadra. il
locuz. - avere, mettere, conoscere qualcosa per materasso: servirsene come giaciglio,
dall'ar. matrah 1 luogo dove giace qualcosa; cuscino'; cfr. lat.
3-33: quei pomeriggi straordinari rappresentavano evidentemente qualcosa di assai prezioso, per lui,
-prendere materia di fare, di dire qualcosa: coglierne l'occasione. dante
qualcuno materia di fare, di dire qualcosa: impedirglielo. dante, conv.
. -trovare materia di o a fare qualcosa: venirsi a trovare nella possibilità o
anni tremendi di guerra l'uomo attendeva qualcosa che gli risanasse le piaghe e la
, quand'abbia un senso, è qualcosa di spirituale che richiama a princìpi generali
. croce, ii-6-31: il perdono diventa qualcosa di concesso in cambio di una certa
un silenzio, si materializzarono, come qualcosa di repellente, tra i nostri due corpi
, ché il vecchio le toglie / qualcosa più che le togliesse: / fili d'
bada con diligenza e con puntiglio a qualcosa. foscolo, gr., ii-155
. papini, v-1089: per ritrovare qualcosa di simile a quella che ponnelle e bordet
atto un di a essere / da qualcosa. -e'mi par già che gli è
razione, predilezione o interesse, per qualcosa (talvolta anche eccessivo, esclusivo,
. -andare matto di o per qualcosa: provare vivissimo interesse o desiderio per
: provare vivissimo interesse o desiderio per qualcosa. magalotti, 10-303: vo matto
; per tramite di qualcuno o di qualcosa; senza essere direttamente interessato.
delle pugna. -essere ghiotto di qualcosa (o vago di qualcuno) come
o in mazzo con qualcuno o con qualcosa: starvi frammischiato, confuso, compromesso
-fare un mazzo di qualcuno o di qualcosa, far di tutti o di tutto
il mazzo '. -scegliere qualcosa dal mazzo: farne una scelta saggia
col mazzuolo: insistere nel far intendere qualcosa a chi è ostinato nelle proprie convinzioni
, 531: io sento in me qualcosa di nerone, / ma più puro e
piene facoltà, rendermi perfettamente conto di qualcosa. macinghi strozzi, 1-69: dispiacere
loro vizi, le loro colpe medesime hanno qualcosa d'alto e di splendido; nella
attributivo, con riferimento alla metà di qualcosa. boiardo, 2-23-60: il conte
? beltramelli, iii-440: morirono iasciando qualcosa alle cinque brutte, tanto da poter
. ciò che, in qualcuno o in qualcosa, ha più valore; ciò che
meglio. -non volere meglio di qualcosa: esserne soddisfatto. cesari, i-616
bell'animale? -valersi di meglio da qualcosa: ricavarne maggiori profitti o più cospicui
, o pretenderedi migliorare, lo stato di qualcosa o di qualcuno al di là dei
, interessarsi, mostrare vivo interesse per qualcosa. s. maffei, 201
il quattordicenne aveva una faccina melaròsa, qualcosa d'affascinante. la sua guancia serbava
mellifluo con cui le aveva pronunziate, qualcosa di doloroso e di cattivo. pavese,
. -donare membranza a qualcuno di qualcosa: ricordargliela. boccaccio, dee
mo'membranza. -tenere in membranza qualcosa: tenerne vivo il ricordo, conservarla
. indirizzare il pensiero verso qualcuno o qualcosa; pensare, considerare, riflettere, esaminare
-ciò che serve a far ricordare qualcosa. bocchelli, 5-210: questo dente
: dalla finestra, ancora incerta, veniva qualcosa che non era più luce, ma
di qualcuno: al fine di richiamargli qualcosa alla mente; affinché ne serbi un
, conservare memoria di qualcuno o di qualcosa: tenerli presenti alla mente, mantenerne
o le memorie di qualcuno o di qualcosa: dimenticarli o farli dimenticare, lasciarli
, rendere memoria di qualcuno o di qualcosa: richiamarli alla mente di qualcuno,
o lasciare memoria di qualcuno o di qualcosa: richiamarlo alla mente propria o altrui,
la memoria. -lasciare memoria di fare qualcosa: raccomandarne la sollecita e diligente esecuzione
memoria, commendare o mandare alla memoria qualcosa: fissarla nella mente con la precisione
una macchia d'unto. -mettere qualcosa in memoria, nella memoria degli uomini
-perdere la memoria di qualcuno o di qualcosa: 'obliarli, dimenticarli, scordarsene.
-perire, perdersi la memoria di qualcosa: cadere in oblio, essere dimenticato
di desiderio. -prendere memoria di qualcosa: prenderneappunti, annotarla, segnarsela.
qualunque. -raccomandare o mandare qualcuno o qualcosa a memoria o alla memoria delle lettere
, rinnovare, risuscitare la memoria di qualcosa: richiamarla alla mente, ridestarne il
mettersi, porsi, richiamare, revocarsi qualcosa a memoria, alla memoria o nella
revocare, indurre, recare, ridurre qualcosa o qualcuno a memoria, alla memoria
. -rivolgere per la memoria qualcosa: ponderarla attentamente per ogni verso,
sacra storia. -sapere a memoria qualcosa: tenerla impressanella mente. alla lettera.
con la memoria a qualcuno o a qualcosa: richiamarli alla mente, rievocarli nostalgicamente.
mene. — tenere mena di qualcosa o di fare qualcosa: attendervi,
— tenere mena di qualcosa o di fare qualcosa: attendervi, impegnarvisi, esservi attratto
a insistenza di cosa che approda a qualcosa. 4 dagli, picchia e mena,
ascolta, s'è incominciato a raccapezzar qualcosa in questa vergognosa italiana immobilità.
n. 2. -menare a guasto qualcosa: v. guasto2, n. 8
-menare a niente o al niente qualcosa: rovinarla, distruggerla, declassarla.
tondo, a cerchio, in volta qualcosa: farla roteare, farla girare o volteggiare
fu. — menare in bordello qualcosa: deturparla, profanarla. carducci,
: v. unghia. -menare male qualcosa: danneggiarla, distruggerla. *
. smania. -menare sotto il mantello qualcosa: farla segretamente, di nascosto.
: v. vanto. -menare vero qualcosa: ammetterla, confessarla. carducci,
. sanminiatelli, 11-196: avevo visto qualcosa di simile uscendo di scuola: molta
meravigliosa, parte per la schiettezza qualcosa: aspettare con umile pazienza il momento
(294): se fosse stato qualcosa di meno dell'adda, renzo scendeva
la prosa del lawrence; ma hanno qualcosa di massiccio e sanguigno che, quanto
-avere meno o di meno qualcosa: mancarne, esserne privo, averla
o meno) di qualcuno o di qualcosa: essere o apparire meno dotato,
o di meno di qualcuno o di qualcosa: farne senza, rinunciarvi (per lo
-fare a meno o di meno di fare qualcosa: astenersene, rinunciarvi. bembo
di meno di fare (onon fare) qualcosa: doverla fare ineluttabilmente, non potervi
di meno che accada o si faccia qualcosa: non poterlo impedire, non poterlo
fare (o non fare) qualcosa: esservi costretto da impellente necessità;
qui. -trovare meno qualcuno o qualcosa: non trovarlo più, vederselo mancare
gaglioffamente. -andare la mente a qualcosa: volgersi il pensiero ad essa,
-avere, tenere a mente qualcuno o qualcosa: ricordarli molto bene, custodirli impressi
, contro la mente di quel qualcosa: pensarvi assiduamente, riflettervi sopra, bracciolini
. -avere calda la mente di qualcosa: averla presente con estrema vivezza.
-avere mente a fare o da fare qualcosa: pensarci, badarci, esservi propenso
, mettere mente a qualcuno o a qualcosa: porgergli ascolto, prestarvi attenzione,
per insegnare. -lasciarsi scappare dalla mente qualcosa: concepire un'idea stravagante.
in perpetuo. -legarsi alla mente qualcosa: imprimerla nella memoria in modo da
-mettere, ficcare, imprimere in mente qualcosa a qualcuno: indurlo o costringerlo a
santa donna? -mettersi in mente qualcosa: convincersene, immaginarla, supporla (
-porre, mettere mente a qualcuno o a qualcosa: rivolgervi viva attenzione o molte cure
mente; condurre, tirare, ridurre qualcosa in mente a qualcuno: richiamargliela alla
o in mente o per la mente qualcosa: fissarla o richiamarla alla memoria o
fatto? -richiamare, revocare, tornare qualcosa a mente, alla mente o nella
ficcare la mente a qualcuno o a qualcosa: tenervi fisso il pensiero, farli
a mente), ritenere a mente qualcosa: averla saldamente impressa nella memoria,
mente a qualcuno o in qualcuno o qualcosa: osservarli attentamente con lo sguardo o
avere mente o la mente qualcuno o qualcosa: guardarli, osservarli, scrutarli attentamente
tirare, trarre, cancellare dalla mente qualcosa a qualcuno: fargliela dimenticare, fare
rivolgere per la mente o nella mente qualcosa: pensarci a lungo con grande attenzione,
per dimenticare. -mentire per la gola qualcosa: affermarla in modo sfrontatamente mendace.
dare la mentita o una mentita a qualcosa: dimostrarne o sostenerne la falsità,
dal concilio 4. locuz. mentovare qualcosa o qualcuno per nome: farne menzione
in qualche modo ci urta, cioè qualcosa sia pur malamente e imperfettamente ne conosciamo
farsegli incontro. -fare menzione di fare qualcosa: ricordarsene, richiamarne la necessità e
bertoldino suo figliolo. -fare menzione di qualcosa: parlarne per lo più sommariamente,
e d'altri giudici. -lasciare qualcosa senza menzione: trascurarla, tacerla,
giocosa. -non degnare di menzione qualcosa: trascurarla sprezzantemente, ignorarla con disdegno
, incontrare menzione di qualcuno o di qualcosa: vederli ricordati, venirne a conoscenza
, scrivere meraviglie di qualcuno o di qualcosa: lodarli entusiasticamente, farne straordinari elogi
la meraviglia di o a qualcuno o qualcosa: mostrarsene intensamente sorpreso; manifestare stupore
intensa sensazione di sorpresa di fronte a qualcosa di insolito, di strano, di inatteso
. locuz. -fare, dimostrare meravigliosa qualcosa: manifestarla in modo clamoroso, darne
tanti uffici della vita civile. aveva qualcosa di giuridico e di mercantile. gramsci
97: la bandiera mercantile porta sempre qualcosa men nobile della militare: sono nazionali
lor malizia. -fare mercanzia di qualcosa: esercitarne il commercio.
fariano mercanzia. -fare mercanzia su qualcosa: profittarne egoisticamente e disonestamente.
per voi opera. -mettere in mercanzia qualcosa: farne commercio in modo disonesto e
o permettere che si trascuri o disprezzi qualcosa. verga, i-289: il
selvaggi commilitoni. -cercare di ottenere qualcosa in modo subdolo, disonesto o disonorevole
far vuole. -fare mercatanzia di qualcosa: farne commercio. boccaccio, dee
passato / il mercato, se trovassi qualcosa / e spender poco. bruno, 3-8
che fare assai '. -avere qualcosa per mercato: averla in so- prappiù
. pollo. -essere gran mercato di qualcosa: esserne grande abbondanza in commercio.
tutto. -fare buon mercato di qualcosa: cederla quasiinteramente. pasqualigo, 359
per gran mercato. -porre qualcosa a mercato o in mercato: metterla
lo scetticismo. -fare merce di qualcosa: comprarla, procurarsela. caro,
nuovo viaggio intrapreso. -fare merce qualcosa o di qualcosa: farne oggetto di
. -fare merce qualcosa o di qualcosa: farne oggetto di traffici disonesti,
/ presagirò gravi future cose. -spacciare qualcosa per buona merce: farla passare per
scozia io vi dicea. -mercé qualcosa, mercé a qualcosa o di qualcosa,
. -mercé qualcosa, mercé a qualcosa o di qualcosa, la mercé di
-mercé qualcosa, mercé a qualcosa o di qualcosa, la mercé di qualcosa: per
o di qualcosa, la mercé di qualcosa: per causa sua, per la
-alla mercé di qualcuno o di qualcosa (anche con valore attributivo):
or'forte. -fare mercé di qualcosa a qualcuno: concedergliela con generosa condiscendenza
-gran mercé a o di qualcuno o qualcosa: grazie a loro, per merito
vi dispiacqui. -per mercé di qualcosa: in cambio, come corrispettivo.
vasti. -fare mercede a qualcuno di qualcosa: concedergliela, donargliela, elargirgliela.
7. locuz. -fare mercimonio di qualcosa: farne oggetto di un contratto di
mercore ', come fanno altri, è qualcosa di peggio. 'mercoledì'è la voce
-averci che vedere o che fare in qualcosa quanto o come il cavolo a merenda
appo, presso, con qualcuno o qualcosa: rendersi benemerito nei suoi riguardi;
. -meritare il conto di fare qualcosa: v. conto1, n.
, n. 1. -meritare di qualcosa: trarne vantaggio, farne tesoro.
buon merto. -avere merito di qualcosa: mostrarsi riconoscente, obbligato per onori
venire nel merito o nei meriti di qualcosa: intervenire, intromettersi in una questione,
parlare le cifre. -fare merito da qualcosa: trarne profitto. viani, 19-541
certo. -fare merito di qualcosa a qualcuno: dedicargliela, consacrargliela.
nel suo genere. -farsi merito di qualcosa: vantarsene, lodarsene. chiari,
merito, a merito o in merito di qualcosa: a causa o grazie a essa
, dir qualche frase carina, capire qualcosa del movimento femminile, mescolare il tango
. attendere a un'attività che ha qualcosa di solenne, di sacro (o che
di operazioni, con cui si sottopone qualcosa agli effetti di determinate cause agenti,
: atto con cui si stabilisce che qualcosa vada come premio al vincitore di una
, n. 3. -avere qualcosa nel messere: non attribuirglila minima importanza;
7-168: bisognava... ricorrere a qualcosa di illusivo che colpisse le fantasie e
-messo su da qualcuno o da qualcosa: fomentato, istigato, sobillato.
3. locuz. fare mala messura da qualcosa: soffrire le nefaste conseguenze di un
-ciò che compete a qualcuno o a qualcosa o che gli è peculiare, connaturato
, scuro. -avere mestiere di qualcosa, avere qualcosa di mestiere, avere
-avere mestiere di qualcosa, avere qualcosa di mestiere, avere di mestiere di
di mestiere, avere di mestiere di qualcosa: aver bisogno, trovarsi nella necessità
fa mestiero. -fare mestiere di qualcosa o di fare qualcosa: averne l'
-fare mestiere di qualcosa o di fare qualcosa: averne l'abitudine. nievo
v. segreto. -senza mestiere di qualcosa o di qualcuno: senza averne bisogno
, 1-66: l'adele diceva sempre ancora qualcosa e talìno le faceva il contrabbasso.
di narcissi. -portare mestizia di qualcosa o di qualcuno: affliggersi per causa
or questo. -fare mesto qualcosa: renderla partecipe del proprio dolore.
'l salmista. -mettere meta a qualcosa: prefissarla; limitarla. perticari,
. -non dire la metà di qualcosa: non poterne o non volerne esporre
-non valere la metà di qualcuno o di qualcosa: essergli molto inferiore sotto qualsiasi
, per vivere,... di qualcosa che gli paia tanto sopra di lui
e con la sua disperazione d'attaccarsi a qualcosa di sensibile ed affermarlo contro la morte
salari minimi o nel caroviveri, essi abbiano qualcosa di più dei metallurgici di brescia o
qui nella metastòria. si lavora su qualcosa che è esistito, ma che, strada
false, di che poi vorrete pur notare qualcosa), ogni scrittore diverrebbe l'enciclopedia
situare, sistemare, riporre, deporre qualcosa in un determinato luogo o recipiente,
e mettigli un piatto. -esporre qualcosa all'aria, al sole, all'azione
tappeti alle finestre. -porre qualcosa in condizione tale da poter subire determinate
mettere netta necessità, in vena di qualcosa o di fare qualcosa).
in vena di qualcosa o di fare qualcosa). dante, par.,
piedi -ridurre, sistemare, impostare qualcosa in un dato modo, secondo determinate
-adoperare, usare, utilizzare, adibire qualcosa a un uso determinato; servirsene,
-mostrare predilezione e preferenza spiccata a qualcosa; dimostrarsene interessato. fra giordano,
per ridirgli tutte queste cose, e qualcosa vi messe di suo di bocca. tansillo
, ammicca, fa l'atto di chiedere qualcosa senza sorridere. « mettiamo 'scrittore'?
o un appellativo a qualcuno o a qualcosa. pietro da bascapè, v-187-61:
36. valutare, stimare, computare qualcosa peril suo valore commerciale; porla in vendita
un bene o, per estens., qualcosa a cui si attribuisce grande importanza e
42. disus. sacrificare, rinunciare a qualcosa, cui si attribuisce grande valore o
. -trasportare, trasferire qualcuno o qualcosa attraverso un determinato luogo o da un
interesse, per sottolineare l'importanza di qualcosa o di qualcuno di cui non si
all'uso antico di offrire all'incanto qualcosa al miglior offerente finché si spegnesse una
al fuoco. -mettere a giacere qualcosa: collocarla in posizione orizzontale.
monte. -mettere a o al fondo qualcosa: mandarla in rovina, in sfacelo
male: distruggere, guastare, rovinare qualcosa. anonimo senese, 22: verso
male. -mettere a non cura qualcosa: trascurarla, non impegnarvisi eccessivamente.
di sua compagnia. -mettere dinanzi qualcosa: esporla, raccontarla, illustrarla,
di dio. -mettere fuori dubbio qualcosa: renderla certa, sicura, inequivocabile
fatti. -mettere il capo in qualcosa: occuparsene, interessarsene. gatto
operazioni stesse. -mettere in commedia qualcosa: volgerlo in burla, in ridicolo
gio'miso. -mettere in groppa qualcosa a qualcuno: scaricare su di lui
quella bambina! -mettere in reputamento qualcosa: considerarlo lo faceva apposta, perché
cielo. -mettere la falce a qualcosa: eliminare, togliere di mezzo.
. li metto male? -mettere male qualcosa a qualcuno: presentargliela m una cattiva
che voglio da te. -mettere qualcosa a colpa di qualcuno: imputargliela,
opinione dell'amico. -mettere qualcosa in cavalleria: conferirvi importanza e rilievo
querela che contro di ragazzi. -mettere qualcosa in forma letteraria: scriverla con stile
sotto. -mettere sotto i denti qualcosa: mangiare, masticare. gadda conti
erano posti in marcia alla ricerca di qualcosa da mettere sotto i denti.
a'muri scialbati. -mettere su qualcosa: procurarsi, acquistare, comperare.
innanzi. -mettersi a gloria qualcosa: gloriarsene, vantarsene, compiacersene.
luce illanguidì. -mettersi dentro a qualcosa, mettersi tutto: impegnarvisi a fondo
. -mettersi di buzzo buono a qualcosa: impegnarvisi con tutte le forze,
buzzo bono. -mettersi dietro a qualcosa: attendervi, applicar visi, interessarsene
della natura. -mettersi giù da qualcosa: desistere da un proposito, ritirarsi
. -mettersi in animo di fare qualcosa: concepirne il desiderio, formarne il
chi mette o dispone o sistema qualcosa in un determinato luogo, in un
sassetti, 7-543: vi ho sentito qualcosa di buono, che è l'intendere
a lasciare questa opinione: orsino replicò qualcosa, incalzando il papa, il qual
linguaggio, un mezzo espressivo -cioè non qualcosa di arbitrario, ma un vivaio di simboli
per il mezzo, per mezzo di qualcosa: mediante; in virtù di, grazie
che potea trarsene! -di mezzo a qualcosa: dall'interno, dal centro di
fra mezzo, per mezzo a o di qualcosa: nel centro, nella parte centrale
colpo uscito. -in mezzo fra qualcosa: in posizione intermedia (in senso
] gli ricevette. -mezzo di qualcosa: fra, tra. genovesi,
leggi. -nel mezzo mezzo di qualcosa: nel suo punto centrale; proprio
via solferino. -a mezzo di qualcosa: fino al punto che ne segna
nelle mani. -avere mezzo in qualcosa: esercitarvi un'influenza determinante.
-essere, stare in mezzo a qualcosa: esservi attivamente impegnato. carducci
credesse. -fare a mezzo di qualcosa: averla, disporne in comune.
mezzo che la mera registrazione di questo qualcosa non basterà a riempire tutte le mie vuote
. -mettere, togliere in mezzo qualcosa: affiancarla, fiancheggiarla; incorniciarla,
mezo. -senza mezzo di qualcosa: senza trovarvi ostacolo. n
altra murata ed abbia di lunghezza qualcosa meno di metà della coverta.
andava facendo. -fare a miccino di qualcosa: usarne con molta parsimonia; servirsene
dell'humus. calvino, 8-16: qualcosa come una fanghiglia di muco acido che
4. locuz. -guardare, cercare qualcosa col microscopio: esaminarla con cura minuziosa
13. locuz. — considerare, esaminare qualcosa a midolla, fino alle midolle:
miele: capovolgere la realtà, fare qualcosa di impossibile. petrarca, 215-14:
della vita. -suggere miele da qualcosa: trarne godimento. sbarbaro, 1-181
de'maligni, o pure per mutarvi qualcosa e mandarlo fuori, non migliorato,
rilassati a un'indifferenza metafisica che aveva qualcosa di ignaro, non migliori poi neanche
raccontino vuole, malgrado tutto, dimostrare qualcosa, dice che noi italiani siamo 'ancora
, 7-233: vorrei... dirvi qualcosa della coltivazione del paese e di quella
moralités. alvaro, 8-222: v'è qualcosa di falso nel gusto che generalmente è
aspettazione, non vedere l'ora che qualcosa accada. -anche: serbare un ricordo
anni di vedere i figliuoli buoni a fare qualcosa. pirandello, 8-231: quella notte
fingere affetto e di mimare moine per qualcosa che nel profondo di sé non apprezzava.
. 10. locuz. — esprimere qualcosa a mimica: manifestarla affidandosi esclusivamente alla
puntato, essere teso contro qualcuno o qualcosa, tenerlo sotto tiro (un'arma
l'intenzione di compiere o di attuare qualcosa di dannoso, di spiacevole, di
, dichiarare come prossimo il verificarsi di qualcosa di sgradevole, di spiacevole, di
una massa che lievita e fermenta, qualcosa come un polipaio, una montagna minata.
. intr. affermare, dire, fare qualcosa percelia; scherzare; divertirsi. buonarroti
-minchionare la fiera: prendersi gioco di qualcosa, non affrontarla seriamente, ridervi sopra
parola. -fare una minestra di qualcosa: farne scempio, portarla alla rovina
, con piccole mani, piedi piccoli, qualcosa come un bambino con un viso di
e le menti. -non vendere qualcosa per miniere d'oro: non transigere
miniere d'oro: non transigere su qualcosa a nessuna condizione, innessun modo.
francia. le pazzie francesi hanno sempre qualcosa di logico, di controllato.
. -non avere la minima idea di qualcosa: esserne completamente all'oscuro, ignorarla
9. locuz. -dare il minio a qualcosa: cercare di renderla meno spiacevole,
10-26: la destra tradizionalistica ha concesso qualcosa ai moderati e ai progressisti, e questi
progressisti, e questi ultimi hanno concesso qualcosa alla destra tradizionalistica: cosicché il mondo
per lei. -col ministero di qualcosa: per mezzo, mediante. casoni
, composta di una ministressa, o qualcosa di simile, di un pittore e di
sismondi. bacchelli, 9-224: c'è qualcosa che può far grandi anche i re
pressione, maggiore o minore, è sempre qualcosa di semplice e individuale. tale è
-intendere o sapere bene la minuta di qualcosa: conoscere qualcosa a fondo, non
bene la minuta di qualcosa: conoscere qualcosa a fondo, non ignorare alcun particolare
, 8-549: sempre dentro di me qualcosa che m'impediva d'accogliere la vita,
. -non attendere di minuto a qualcosa: badarvi in modo sommario, con
minuto s'intirizziscono. -annotare qualcosa, fare la storia minuto per minuto
arlia, 1-222: quando s'interrompe qualcosa che andava a grado di uno, si
. tommaseo, 11-32: mi parve qualcosa un epigramma fatto di mio contro l'
'divitiae, pretiosum dedecus', che sarebbe qualcosa se non rimandasse la mente a un
'. -fare mio prò di qualcosa: avvantaggiarmene, trarne profitto.
di aver resa miope l'umanità implica qualcosa di pesante strangolato soffocato. 4
quei giorni. -alla mira di qualcosa: in corrispondenza, accanto,
a mira ferma. -a mira di qualcosa o di fare qualcosa: con lo
-a mira di qualcosa o di fare qualcosa: con lo scopo di conseguire un
-avere, tenere mira o la mira a qualcosa o di fare qualcosa', avere,
avere, tenere di mira, in mira qualcosa, a qualcosa o di fare qualcosa-
mira, in mira qualcosa, a qualcosa o di fare qualcosa-, prefiggersi un
ecc. -fissare la mira a qualcosa: prenderla come punto di riferimento,
-scendere, venire a una mira di fare qualcosa: esservi costretto da fatalità o bisogno
. 'una gran donna mirabolana '. qualcosa tra il fanfarone e il miracolone.
superstiti stavano come gente in attesa di qualcosa che avrebbe dovuto somigliare a un miracolo.
modo o le porterò o le spedirò qualcosa di nuovo, ma che non si
) e miracoli di qualcuno o di qualcosa: conoscere le vicende di una persona
-divenire in miracolo: apparire come qualcosa di insolito, di eccezionale.
col palo. -fare miracoli di qualcosa: esprimere una viva sorpresa; mostrarsi
a eccedere nel riferire o nel narrare qualcosa. v. rota, 63:
vivere ancora qualche anno, e poi qualcosa sarà; e qui finisca il ripetuto
determinato oggetto; levare gli occhi verso qualcosa o qualcuno; cercare con 10 sguardo
miro gurge dove la vita è diventata qualcosa di celeste. -vastissimo, sconfinato (
significato attenuato: dedicarsi con impegno a qualcosa; occuparsi, interessarsi. muratori,
mischiate [della sibilla] si può capire qualcosa che sembra vaticinio o responso.
aria che tirava, e lagnarsi di qualcosa. una miserabile querela. arbasino,
di vendetta e d'incantesimo, con qualcosa d'intollerabile come la vista di un'
la vista di un'agonia, con qualcosa di falso come il gioco di un
-fare gridare il miserere a qualcosa: provocare con essa un grande frastuono
in spazio d'un miserere. -sapere qualcosa a memoria più di quanto il cieco
languire nella miseria. -fare qualcosa a miseria (oppure senza miseria)
necessaria la misericordia di dio: fare qualcosa con fatica, con lentezza. tommaseo
co'benefizi. -essere misericordioso di qualcosa: dispensarne con spirito caritatevole o con
maestro non è una professione, ma qualcosa di molto diverso e maggiore. non
. pasolini, 7-22: c'è qualcosa di così misterioso nelle istituzioni / -unica
: convien però che il lettore sappia qualcosa di più preciso intorno a que'ronzatori
che c'è problema, c'è qualcosa che invoca luce di pensiero. bella
proveniente dalle religioni, nelle quali designa qualcosa che bisogna accettare come vero, ma
perché? davvero / noi saprei dir. qualcosa / m'affogava. che cosa?
— fare mistero o un mistero di qualcosa: custodirla gelosamente, mantenerla rigorosamente
, unica religione che abbia per me qualcosa di mistico. e basta. b.
. 5. -a misura di qualcosa: in base a una deter
delle nostre bisogne. -comperare qualcosa a misura di picche: procurarselo con
più del bisogno? -prendere misura da qualcosa: dipenderne. pallavicino, 1-495:
avanti possedevamo. -prendere misura di qualcosa: valutarne l'importanza. pallavicino,
giorno. -tenersi a misura da qualcosa: mantenersi a prudente distanza.
-tornare a numero e a misura di qualcosa: esprimerla in modo adeguato.
, attribuendogli valore leggendario; conferire a qualcosa valore o dimensioni mitiche. -anche
disponibile nessuna e assumendo quindi per garanzia qualcosa che non lo è e a
ne vergognono. -portare mitra di qualcosa: vantarsene, gloriarsene. monte,
-a mo'o per mo'di qualcosa: conformemente alla sua forma, alle
in ter. dial. per richiedere che qualcosa sia mostrata, offerta, venduta.
. -moccarsi il naso di o con qualcosa: farne cattivo uso, tenerla in
pronom. burlarsi di qualcuno o di qualcosa, farsene beffe. sigonio, 25
-panno in cui si ravvolge o si ripone qualcosa. -anche: l'involto, il
. 4. locuz. -cercare qualcosa col moccolino: darsi da fare con
a qualcuno un moccolo di lume su qualcosa: domandargli una spiegazione, un chiarimento.
di vento. -per modello di qualcosa: a sua imitazione e sua simiglianza
o i modelli da qualcuno o da qualcosa: trarne l'ispirazione, l'idea
modificazione ': qui vale 'variazione che qualcosa detragga alla proposta, piuttosto che aggiungere
, in modo, per modo di qualcosa: come la medesima è solita presentarsi
infinita infinito amore richiede. per la qualcosa io ti prego, socrate mio,
-avere modo o il modo a qualcosa o di, a, da o
, a, da o per fare qualcosa: averne la capacità, l'attitudine,
porgere, somministrare il modo di fare qualcosa: offrirne la possibilità, l'opportunità,
o il modo a qualcuno o a qualcosa: provvedervi convenientemente, sistemarli adeguatamente.
, a, per o da fare qualcosa: non averne la idoneità, la possibilità
o il modo di o a fare qualcosa: non riuscirvi; esserne impedito, impossibilitato
trapassare il modo di qualcuno o di qualcosa: superarli in valore, sopravvanzarli in
prendere modo o modo e ordine a qualcosa: regolarla convenientemente; sistemarla vantaggiosamente;
modo di, per o nel fare qualcosa o che accada qualcosa: impegnarvisi a
per o nel fare qualcosa o che accada qualcosa: impegnarvisi a fondo, adoperarvisi con
il modo o modo e verso a qualcosa: aggiustarla, accomodarla, sistemarla;
di, da, a o per fare qualcosa: riuscirci nella maniera conveniente e con
, ha ora un timbro più sicuro, qualcosa dal di dentro la modula e la
ch'io inventerei per te; se qualcosa di te mi sorprende, è perché tutto
si salvava su pel filone, travide qualcosa di biancastro giacente nello spiazzo della mofeta
candeliere sul moggio: segnalare qualcuno o qualcosa all'attenzione altrui. monti, 4-1-50
lume di sotto il moggio: riportare qualcosa in auge; riproporla all'attenzione altrui.
non vedere, di non accorgersi di qualcosa (per lo più per un secondo
la moglie ubriaca: cercare di ottenere qualcosa senza spesa, senza fatica, senza
largo e fa molla. -fare qualcosa, lavorare a scatti di molla: in
dei casi) nei nostri romanzi -a qualcosa che instauri una tensione in senso nuovo
'etiam'fiorenza. -mollare qualcosa in malora: non tenerne più conto
un fanciullo un poco strano. / ha qualcosa di me, di me lontano /
cui si immerge o si tiene immerso qualcosa. cavalca, 21-123: la cosa
14. locuz. fare mollezza di qualcosa: renderla tenera, morbida, malleabile
annunzio, iii-1-1216: afa di scirocco: qualcosa di molliccio e di tiepido come una
sfoggi 'lo tuo bello stile', è qualcosa d'umidiccio, di mollichiccio, d'
in peggio. -moltiplicare, moltiplicarsi di qualcosa: provvedersene di una quantità maggiore.
-con valore partitivo: grande quantità di qualcosa; vasta estensione di terra. dante
: il problema dello stile, inteso come qualcosa di organico di assoluto, momento supremo
-all'ultimo momento: poco prima che qualcosa abbia compimento. moravia, ii-9
per svilupparsi e divampare. -avere qualcosa sul momento: avere qualcosa immediatamente disponibile
-avere qualcosa sul momento: avere qualcosa immediatamente disponibile. pascoli, 1-300
e difesi. -fare momento di qualcosa: farne calcolo, tenerne conto.
: serbano [i giardini] ancora qualcosa di monacale dei tempi quando non erano
: le balie e le serve avevano qualcosa di monacale tra la suora e l'infer-
parlari, in tutto l'essere loro, qualcosa di monco e di falso, come
un mondezzaio! -gettare qualcuno o qualcosa nel o al mondezzaio: disfarsene con
potevo cominciare a indebolirmi, ammettendo che qualcosa fosse integro e che integro dovesse restare
: a indicare che si vuol ottenere qualcosa a qualsiasi costo, o per
male, c'è sempre da sperar qualcosa. pavese, 4-131: elena non venne
-battere, fare moneta falsa per qualcosa: essere disposto a tutto per ottenere
subito batte moneta propria. -cambiare qualcosa in moneta da spendere: travisarla spregiudicatamente
del mondo. -fare moneta di qualcosa: metterla in vendita, mercanteggiarla (
pum ». -spendere moneta di qualcosa: usarne in grande abbondanza, farne
sorpassato -ma senza che mai si capisse qualcosa della sua arte attraverso gli immutabili gesti
monograficamente, perché essa non è legata a qualcosa di diverso e di razionalmente dimostrabile.
vi-303: un cantastorie,... qualcosa tra il buffone di fiera e il
torinese di « italia 61 #] qualcosa di veramente efficiente e al tempo stesso
cresceva il suo affanno la nonna disse qualcosa. = denom. da monosillabo.
2. locuz. far monta di qualcosa: valutarla molto, tenerla in grande
esibizioni, generalmente allo scopo di vendere qualcosa (soprattutto preparati medicamentosi) di cui
monti, eran le fiere, e qualcosa ne rimane, d'un'industria già montanaresca
, che sale, che si pone sopra qualcosa (una persona). — in
sue prove. -salire o saltare su qualcosa calpestandola. fatti di alessandro volgar.
. piovene, 13-139: vi è qualcosa che monta, non nei cervelli, ma
un'anno cinquecento ducati, che montano qualcosa, e poi mi son risparmiato stasera
di parlare, di esprimersi di dire qualcosa. castelnuovo, 1-126: alla giovinetta
-montare la frenesia di fare qualcosa: v. frenesia, n.
diffusa. boine, iv-180: c'è qualcosa in troppi di voi ch'io non
, n. 17. -chiamare qualcosa di là dai monti: tirarsela addosso
fra l'uscio e il muro / pagherebbe qualcosa a farne monte. batacchi, 2-240
monte ». -fare monte di qualcosa: raderla al suolo. a.
alle pecore. -fare montone di qualcosa: servirsene per colpire con violenza.
e riconoscenza. -fare un monumento di qualcosa: conferirle maggiore importanza, trasformarla in
. locuz. -avere a che fare con qualcosa (o esserne lontano) come il
more: credere di poter far accadere qualcosa standosene in ozio. scambrilla,
dir male. -volgere al morale qualcosa: tradurla in termini etici.
17. locuz. -toccare con morbidezza qualcosa: percepirne al tatto la delicatezza.
e quasi fanatica attrazione o inclinazione verso qualcosa o qualcuno; patito. cagna
venire il morbo a qualcuno o a qualcosa!: come maledizione o imprecazione.
o le mordacchie a qualcuno o a qualcosa: trattenere; reprimere. a.
traccia viva e durevole su qualcuno o qualcosa; forza espressiva; incisività, efficacia
pratiche ripetute con un bisogno morboso: qualcosa di simile alla morfinomania, alla cocainomania
mi pare d'aver qui nella zucca qualcosa che non ho potuto ancora raggiungere;
. -morire di voglia di qualcosa, morirvi sopra: provarne un vivo
. -morire per qualcuno o per qualcosa: immolare la vita in sua difesa
alla reputazione altrui; dir male di qualcosa. giamboni, 121: di questo
-sputare un morselletto dorato: dire qualcosa di spiritoso, di arguto.
percossa da passacantando. -mordicchiare qualcosa, per lo più in segno di
lui [filippino lippi] non fosse qualcosa di febbrile e perverso: qualcosa direi,
fosse qualcosa di febbrile e perverso: qualcosa direi, di morsicato. 9
morsicare; azione che consiste nell'afferrare qualcosa fra i denti o nel l'affondar
o un morso a qualcuno o a qualcosa: addentarlo, azzannarlo. redi,
morso in bocca a qualcuno o a qualcosa: debellare, soggiogare, sottomettere;
il morso. -tenere a morso qualcosa: smorzarne il vigore, trattenerne l'
-lasciarsi pestare nel mortaio piuttosto che fare qualcosa (in forma ipotetica): non volerla
. che, nei riguardi di qualcuno o qualcosa, nutre avversione profonda, odio inestinguibile
con ogni mezzo (l'opposizione contro qualcosa o qualcuno, il tentativo di provocarne
-essere guerra mortale per qualcuno o per qualcosa: costituire un pericolo gravissimo. francesco
: v. salto. -fare mortale qualcosa: farla cessare, interromperla. alfani
-avere morte da qualcuno (o da qualcosa): esserne ucciso. dante
morte. — odiare o combattere qualcosa a morte: detestarla o avversarla nel
andare alla morte', provareestrema riluttanza a fare qualcosa. tommaseo [s. v.
-prendere morte da qualcuno o da qualcosa: esserne ucciso. dante,
sventure o molestie; e cerca di saper qualcosa di concludente. -sentire il gelo
metallo, levargli il lustro. -inscurire qualcosa conferendole una colorazione cupa, tetra.
. -dire i morti contro qualcuno o qualcosa: maledire, imprecare. pasolini
come annientati. -fare il mortorio a qualcosa: provocarne la cessazione irrimediabile.
quiete. — essere mosca a qualcosa: esservi molto abile. g
;... io a darle qualcosa nel mostaccio; e così si farebbe un
— decisione o determinazione di fare qualcosa; iniziativa, consiglio; istigazione,
. — essere in mossa di qualcosa: esserne eccitato, commosso.
— essere, stare sulle mosse di fare qualcosa: prepararvisi, accingervisi, porvi mano
-fare mossa o la mossa di qualcosa: fingere di fare. francesco
torsaio. -porre le mosse a qualcosa: darvi libero f. pallavicino,
-sulle mosse: in procinto (di fare qualcosa). leopardi, 668: durando
delicato. — battere sul mostaccio qualcosa: concederlo con malagrazia, in modo
modo, ordine, disposizione con cui qualcosa si presenta alla vista; apparenza,
; apparenza, impressione, effetto che qualcosa esercita su chi l'osserva; figura
una persona; prova dell'esistenza di qualcosa. sercambi, 1-i-123: la tricca
la benedica. -portare a mostra qualcosa: farla esaminare a un eventuale compratore
un mezzo o una causa per richiamare qualcosa alla mente o alla memoria, per
uno offenderlo e tassallo, perché so qualcosa e venite a riffrescar le piaghe.
. -costituire uno stimolo per ricordare qualcosa. montano, 120: riferirò due
, a far capire, a spiegare qualcosa. varano, 1-374: sì strani
m'ero mostro al mondo uomo di qualcosa. boterò, 9-38: i villani ancora
tutta come un solo mortorio, c'era qualcosa di più brutto, di più funesto
una simile contaminazione, sarebbe uscito soltanto qualcosa di mostruoso. -non conforme ai requisiti
costa anche meno. -a motivo di qualcosa: a suo proposito, riguardo a
-avere il moto o ricevere moto da qualcosa: esserne determinato o condizionato; trarne
moto suo. -avere in moto qualcosa: averlo in attività. muratori,
-accingersi, essere sul punto di fare qualcosa. ippolito olivetano, 4-i-207: perché
. -stare in moto di fare qualcosa: attendervi. calmo, xxi-n-819:
. -tenere in moto qualcuno o qualcosa: tenere in movimento, in attività
oggetto, che provoca lo spostamento di qualcosa, o anche lo tocca o lo
terra, facciamo l'atto di dare qualcosa al motorista; ma egli, sorridendo
il presidio viniziano. -dire, affermare qualcosa con intento scherzoso, ironico o,
senza motteggio. -togliere in motteggio qualcosa: metterla in burla, non prenderla
su'mercato. -avere a motto qualcosa: ritenerla falsa o detta per scherzo
. -fare motto a qualcuno di qualcosa: metterlo al corrente di un fatto
stato. -fare motto di qualcosa: parlare, trattare, discutere di
-non intendere, non sapere motto di qualcosa: non capirne, non saperne nulla
-senza fare motto a qualcuno di qualcosa: senza parlargliene, senza metterlo al
-ant. parte appuntita, acuminata di qualcosa. l. bellini, 5-2-362:
gruppo [in fotografia] c'è già qualcosa di movimentato, di drammatico, si
, dir qualche frase carina, capire qualcosa del movimento femminile. gramsci, 12-95
22. locuz. -dare movimento a qualcosa, mettere in movimento: far muovere
scioglie in mucco. calvino, 8-16: qualcosa come una fanghiglia di muco acido che
, per indicare il desiderio vivissimo che qualcosa cada definitivamente nell'oblio, nella dimenticanza
locuz. -cascare la muffa a o da qualcosa: per indicare la violenza di percosse
levare, scuotere la muffa da o a qualcosa: colpirla, percuoterla violentemente.
cervello di muffa ': adoprarlo a qualcosa. -sentire ruggine e muffa:
nella lo- cuz. gettare mugi sopra qualcosa: considerarla conclusa, superata e dimenticata
bernari, 6-126: la ragazza mugugnò qualcosa, ma cuzzo la zittì subito.
, 5-35: il padre aveva mugugnato qualcosa che somigliava a un assenso.
turbinello o fare mulinello o mulinelli con qualcosa o, noso e a spirale verticale
spirale verticale, talvolta anche dianche, di qualcosa o a qualcosa: rotearla, agitarla
talvolta anche dianche, di qualcosa o a qualcosa: rotearla, agitarla rilevante estensione,
v. passo. -muovere discorso su qualcosa: v. discorso *, n
. -non muover fiato o parola di qualcosa: non parlarne assolutamente, non farvi
sportivo, e muscolarmente disinvolto, aveva qualcosa ai abietto, di esagerato.
essere muso da dire o da fare qualcosa). d'azeglio, 1-89:
, tanto muso da fare o dire qualcosa). ghislanzoni, 17-58: quel
muso: v. pèsca. -avere qualcosa stampato sul muso: manifestare chiaramente con
-battere il muso, dare di muso in qualcosa: incappare in un problema o in
dire, dichiarare, gridare, spiattellare qualcosa sul muso a qualcuno: esprimergli con
e di tela. -sbattere qualcosa sul muso a qualcuno: gettargliela in
, 3-39: -dobbiamo preparare per te qualcosa di particolare? -domandò marzia al nipote
12. locuz. essere mutabile a qualcosa: esserne profondamente condizionato, subirne l'
v. orma. -mutare luogo a qualcosa, mutare di luogo qualcosa: v
luogo a qualcosa, mutare di luogo qualcosa: v. luogo, n. 28
. 35. -non mutare pelo da qualcosa: v. pelo. -per mutare
mutare, tanto per mutare: per fare qualcosa di nuovo (e indica antifrasticamente e
reso o diventato diverso; trasformato in qualcosa di diverso (con riferimento sia a
uno solo in cui non si vedesse qualcosa di strano, e che dava indizio
nominare, e da cui si è saputo qualcosa per lo più in via riservata o
tu mi dia morte. -spargere qualcosa (sale, pepe, ecc.)
, insignificante rispetto a qualcuno o a qualcosa (una persona). c
. -lasciare far la nanna a qualcosa: lasciarlo stare, lasciarlo perdere,
approfittare. -chiudere le nari a qualcosa: rifiutare di prenderne coscienza, di
, che lei pure ancora doveva partecipare qualcosa de'suoi dolori [di cristo]
sciagure in mano. -nascere con qualcosa in mano: essere particolarmente dotato per
18. essere celato all'interno di qualcosa (anche con riferimento allo spirito in
. -anche: luogo idoneo a nascondervi qualcosa; ripostiglio. c. bartoli
ha... in tutta la persona qualcosa di indicibilmente fresco e guizzante che fa
nascondere, di occultare, di celare qualcosa o qualcuno; il venire nascosto,
vista, la scoperta o la conoscenza di qualcosa o di qualcuno. -in partic
. il celare, il tenere segreto qualcosa a qualcuno. cantù, 2-461:
la persona a cui si tiene nascosto qualcosa. boccaccio, dee., 4-5
la persona a cui si tiene celato qualcosa. pucciandone, 349: è d'
. region. atteggiamento di sussiego verso qualcosa che non si ritiene confacente alle proprie
o detto / nel situar il proscenio qualcosa / da dar materia a certi nasi
un'emorragia nasale. -avere sul naso qualcosa: esserne insofferente, non essere disposto
di, nel naso in o contro qualcosa o in qualcuno: incapparvi, incontrarlo,
far mezzo passo senza dar nel naso in qualcosa che mi ricordava fede, la ruota
: essere convinto di essere privo di qualcosa di necessario; sentirsi o considerarsi disonorato
-dare di, del naso a qualcosa: attaccarlo, criticarlo aspramente.
tali arredi. -dire o fare qualcosa sul naso a qualcuno', in sua
v.]: naso a tetto, qualcosa di maledetto. idem [s.
7. locuz. -natare alla superficie di qualcosa: essere presente in modo immediatamente avvertibile
'natura 'dell'uomo non è qualcosa di omogeneo per tutti gli uomini in tutti
presentare analogie evidenti, caratteri simili a qualcosa o a qualcuno (anche con riferimento
-per natura, per buona natura di qualcosa o qualcuno: per mezzo suo,
l'origine, la causa diretta di qualcosa. b. tasso, i-243:
, che è relativo alla natura di qualcosa o che deriva dalla sua struttura ontologica
essenza, il carattere fondamentale di qualcosa (un nome, una definizione)
più adeguate per la collocazione fisica di qualcosa o, per estens., per
, che rendono riconoscibile, che distinguono qualcosa. de'sommi, 19: bisogna
naturale? -essere il naturale di qualcosa: essere il modo più adatto per
essere il modo più adatto per cucinare qualcosa. maestro martino, lxvi-1-194: il
fondamentale, innato, intrinseco di qualcosa o di qualcuno (talvolta in contrapposizione
della tua spada. bondanza di qualcosa, oppure dalla monotonia e 3
carne umana. 4. disdegnare qualcosa o esserne alieno, disprezzarla; provare
comportamento. -anche: essere annoiato da qualcosa, essersene stancato, esserne saturo.
trasmissioni sono andate a toccare in profondità qualcosa che da sempre naviga silenziosamente all'interno
non valersi degli strumenti adatti per fare qualcosa. b. pulci, lxxxviii-n-323:
illusione del passare del tempo, compie qualcosa di commovente e sublime, come einstein
. darsi da fare confusamente intorno a qualcosa, senza concludere nulla; armeggiare,
baciai. 12. locuz. -andarne qualcosa, di qualcosa: essere in gioco
12. locuz. -andarne qualcosa, di qualcosa: essere in gioco o a rischio
pomposa / è quando crede di poter qualcosa. -con uso aggettivale.
. locuz. avere necessario, per necessario qualcosa: averne bisogno assoluto, non poterne
passassi. -essere in necessità di qualcosa: trovarsi costretto ad agire in un
porre, ridurre in necessità di fare qualcosa: costringere, obbligare a un comportamento
non realtà o la non verità di qualcosa; che rifiuta, che non è
, che non è disposto a concedere qualcosa. - anche sostant. s
dare, di accordare, di dispensare qualcosa (con riferimento sia a cose,
2. ricusare, rifiutare di fare qualcosa, di agire, di impegnarsi in
concedersi, non essere disposto a fare qualcosa, a prestarsi a una collaborazione o
aurora. 4. dire che qualcosa non è vero, dichiarare falso in
: chi ha regalato si aspetta sempre qualcosa. inutile negare. -in espressioni
: non negano mai, senza affermare qualcosa. -non ammettere lo svolgimento,
o dichiarare di non conoscere qualcuno o qualcosa a cui si è invece legati,
. locuz. -negare fede o credenza a qualcosa o a qualcuno: non credere a
fare, di compiere, di operare qualcosa; assumere e conservare un atteggiamento di
dal dire, dall'esprimere, dal manifestare qualcosa. ulloa [guevara], iv-91
di non compiere, di non fare qualcosa. cavalca, iii-161: comandamenti sono
positive, la capacità di riuscita di qualcosa o di qualcuno (un giudizio, una
9. che nega il valore di qualcosa senza tuttavia proporre nuove soluzioni, alternative
valida, positiva, ecc. di qualcosa (e si contrappone a positivo relativamente
riconosce la validità o il valore di qualcosa. fra giordano, 107: questi
. non concessione o non accettazione di qualcosa; diniego, ricusazione. dante,
senso attivo: che non si cura di qualcosa. leti, 5-11-314: buona parte
mi s'accosta. -tenere negletto qualcosa: non curarsene, disprezzarla. battista
materazzo di lana. -avere negligenza di qualcosa, mettere negligenza in qualcosa: non
negligenza di qualcosa, mettere negligenza in qualcosa: non curarsene, trascurarla. s
il mediocre. -mettere in negligenza qualcosa: non curarsene. guidotto da bologna
di operazioni che si compiono per commerciare qualcosa e gli effetti che ne derivano;
. 5. disporre liberamente di qualcosa, farne ciò che si vuole.
del proprio interesse. -mettere in negoziato qualcosa: iniziare a trattarla per via diplomatica
: far apparire verosimile o più verosimile qualcosa. tommaseo [s. v.
i lazzeretti. -fare negozio di qualcosa: farne commercio. gemelli careri,
delle loro lodi. -fare negozio di qualcosa o su qualcosa: cominciare a trattarne
. -fare negozio di qualcosa o su qualcosa: cominciare a trattarne, a discuterne
così sta. -mettere in negozio qualcosa: farne oggetto di trattativa, di
turchi. -senza fare negozio di qualcosa: evitando di renderla di pubblico dominio
. -starci il negozio in qualcosa: costituire la base, l'elemento
sdegnare, non tollerare; considerare qualcosa come vile, miserabile, insignificante o,
oppone, è sfavorevole, contrasta con qualcosa, non ne permette l'attuazione, l'
.). di scarsa importanza di qualcosa; inezia, nonneoàttico, agg.
valore negativo o un aspetto negativo di qualcosa da un punto di vista morale, spirituale
ha braccia. -vedere nero in qualcosa 0 le cose in nero: essere
messere, l'utriusque con o di qualcosa: per indicare disprezzo assoluto o noncuranza
senso generico: sprovvisto, sfornito di qualcosa (anche in relazione con un compì,
palmi cento. -dimensione effettiva di qualcosa (cioè senza tener conto di parti
totalità, l'insieme delle parti di qualcosa. d. bartoli, 1-1-145:
nibbio', affermare il proprio possesso su qualcosa. monte, xxxv-1-469: laove il
volare ai nibbi', pretendere di insegnare qualcosa a chi ne è già perfettamente edotto
poter affermare il proprio possesso su qualcosa. monte, xvii-658-n: molto piacemi
scontento, insoddisfazione, disgusto nel fare qualcosa; essere restio, schermirsi.
per lo più a contenere o avvolgere qualcosa) di forma più o meno simile
nido. -cacciare qualcuno o qualcosa di nido, del nido: scalzarlo
2. locuz. -fare niego di qualcosa: rifiutare, negare. dante
n. 26. -essere niente di qualcosa: non essere possibile. dante,
-menare a niente o al niente qualcosa: v. menare, n.
-non fare niente o di niente di qualcosa: lasciarlo perdere, trascurare di farlo
o il rappresentare un nulla, un qualcosa assolutamente trascurabile; nullità.
': è come quando si guasta qualcosa nel meccanismo delle bambole che * aprono
figur. che anela, che tende verso qualcosa con baldanzosa impazienza (una persona)
clelia era al corrente della scappata. da qualcosa nel contegno di doro avevo la sensazione
parte o elemento indispensabile o importante di qualcosa. latini, rettor., 155-3
nobile, / io non vorrei far qualcosa che fosse / indegna d'un par mio
11. far apparire o considerare qualcosa più importante, più autorevole, più
discendono. 17. farsi vanto di qualcosa. landino [plinio], 758
filosofo.. esaltazione della validità di qualcosa. arducci, iii-8-32: questa accettazione
stimare un nocciolo: reputare qualcuno o qualcosa insignificante, di scarso o nessun valore.
6. per estens. piccola quantità di qualcosa (anche come misura empirica, in
espressione far nociménto a qualcuno, a qualcosa) ', nocumento, danno.
mondo. michelstaedter, 647: c'è qualcosa di piu, qualcosa di vero e
647: c'è qualcosa di piu, qualcosa di vero e di toccante all'infuori
morale eroica... e questo qualcosa è un nodo tragico, cui il
un tal ragionamento. -fare qualcosa come alessandro sciolse il nodo gordiano:
natura umana. -avere a noia qualcosa: provarne vivo dolore o pena.
odiate. -essere in noia di qualcosa: non poterne più. pesaro,
incapacità o l'impressione di interessarsi a qualcosa; essere insoddisfatto o disgustato, languire
.: disponibile a fare per denaro qualcosa di illecito, turpe o sconveniente.
dare o prendere a nolo qualcosa, specie un'imbarcazione; il contratto
, agg. che dà a noleggio qualcosa, e specialmente un mezzo di trasporto
letter. non volere, non desiderare qualcosa; essere riluttante, alieno, contrario
-darsi a nolo o dare a nolo qualcosa di sé: essere disposto a compiere
. -pigliare, togliere a nolo qualcosa: servirsene senza scrupoli. guerrazzi
-mutare nome a qualcuno, a qualcosa: attribuirgli una denominazione diversa da quella
è la 'teoria del valore 'ma qualcosa d'altro, in realtà non distrugge
6. locuz. -avere nominanza di qualcosa: ottenere fama da un'attività determinata
aurea volgar., 1437: per la qualcosa tutti la riputavano guastatrice e scialacquatrice e
7. locuz. -a nominazione di qualcosa: secondo l'indicazione o la proposta
augurio, la speranza che non accada qualcosa. ritmo cassinese, xxxv-i-ii: frate
espressioni che indicano riluttanza o ripulsa verso qualcosa o cura nell'evitarlo, nel fuggirlo
di fare (o non fare) qualcosa: v. meno, n. 19
di meno che accada o si faccia qualcosa, non potere fare a meno o di
di fare (o non fare) qualcosa: v. meno, n. 19
quando sentiva parlare a voce bassa di qualcosa particolarmente inumano come la fucilazione di giovani
e ultima) 'personale 'emanava qualcosa di patetico e ai sincero che andava
contiene il fatto reale, posto come qualcosa d'importante (v. anche che *
pensiero, che non si preoccupa di qualcosa o di qualcuno (per lo più in
cura, non si dà pensiero di qualcosa o di qualcuno (e può essere in
non badare, non far caso a qualcosa; non darsi pensiero di qualcosa.
caso a qualcosa; non darsi pensiero di qualcosa. albertazzi, 952: carlo guardò
utilizzata per designare la scarsa chiarezza di qualcosa. = letteralmente: 'non
nei confronti di qualcuno o di qualcosa. ojetti, i-539: i pantaloni
ch'io rispondessi qualche cosa, dicessino qualcosa. varchi, 8-1- 122: tutte
-in relazione con una prop. negativa: qualcosa. bisticci, 1-i-60: pacificò [
essere in grado di condurre a termine qualcosa, di raggiungere gli scopi prefissati.
azione che avrebbe dovuto o potuto impedire qualcosa, pur senza riuscirvi: a dispetto
dall'art. indeterm., per indicare qualcosa che non si conosce e non si
su qual cuno o su qualcosa, quando non se ne abbia
; determinazione, decisione di non fare qualcosa. chiaro davanzati, xvii-66: orato
determinazione o risoluzione di non fare qualcosa. chiaro davanzati, 69-6: ciò
coda: le basta questa 'coscienza di qualcosa di speciale 'che ho qui
24. locuz. -a norma di qualcosa: in conformità, conformemente; in
distinti saluti '. -avere norma di qualcosa: averne percezione, conoscerlo, comprenderlo
a una disposizione. -per norma di qualcosa o di qualcuno: in modo da
dagli antichi. -prendere norma da qualcosa: trarne esempio, insegnamento o indicazioni
sommario, sintetico, destinato a rammentare qualcosa, ad accennare brevemente un argomento,
valutazione, riflessione di cui qualcuno o qualcosa è oggetto (per lo più nell'
conte di armfeld nel guardare? certo qualcosa di simile, perché, quando l'intendente
e cantati. -far nota di qualcosa: menzionare, includere in un elenco
per sua natura non è capace di fare qualcosa, non vi riesce nemmeno se è
o correggere o aggiungere o ordinare qualcosa. suole scriversi abbreviato n. b.
scritta per segnalare, rammentare o registrare qualcosa, per richiamare l'attenzione su un
, onesto nelle civili. giudicare qualcosa errato, riprovevole, insoddisfacente (nell'
del demonio. -indicare qualcuno o qualcosa puntando il dito. casti,
segnalare, per rammentare o per registrare qualcosa, per accennarlo rapidamente, per richiamare
l'atto o la funzione di portare qualcosa a conoscenza di qualcuno; comunicazione,
in notizia di qualcuno o di qualcosa o essere qualcosa in o a notizia
notizia di qualcuno o di qualcosa o essere qualcosa in o a notizia di qualcuno o
-fuor di notizia a qualcuno o a qualcosa: senza conoscere colui o ciò di
argomento. -avere in notizia qualcuno o qualcosa: conoscerlo, esserne informato, esserne
ho in notizia. -dare (qualcosa) notizia di qualcosa: esserne un
-dare (qualcosa) notizia di qualcosa: esserne un indizio, un sintomo
-dare (qualcuno) notizia di qualcosa: manifestarla, palesarla. aletifilo
di questa istoria. -fare notizia di qualcosa: trattare un determinato argomento.
capitare, giungere, passare, trapassare qualcosa a, alla o in notizia di
scrittore fin troppo noto di far qualcosa per lo sconosciuto. -che gode
famoso, celebre, rinomato qualcuno o qualcosa; celebrare, esaltare. g.
che i suoi gesti abbiano ornai acquistato qualcosa degli ordegni notturni ch'egli inventa e adopera
a questa elegante aridità di salottaia navigata qualcosa che è non delle novelle ma della novelliera
: forse che da lei ne sentirò qualcosa. della porta, 2-8: noi femine
; notizia generale, elementare intorno a qualcosa (ed è usato per lo più al
6. locuz. avere nozione di qualcosa: esserne a conoscenza, averne notizia
come andare a nozze o correre a qualcosa come andare a nozze: compiere un'azione
-invitare a nozze qualcuno: proporgli qualcosa di gradito, di congeniale, di
pioggia *. paruini, ii-545: qualcosa minava, schiantava: bombe da aeroplani austriaci
effettiva, realmente e materialmente consistente di qualcosa. c. e. gadda
nùcleo, sm. la parte centrale di qualcosa, che, con modificazione progressiva
sei, spoglio della modesta notorietà che fratta qualcosa, nudo -si direbbe -come mamma t'
insufficiente. -rimanere al nudo di qualcosa: restarne privo. giusti, iv-39
un significato positivo, sebbene restrittivo: qualcosa, alcuna cosa, alcunché. chiaro
, secondo una posizione estrema, un qualcosa di cui si parla; nella logica
tu sappi. -essere a nulla di qualcosa: non riuscire a ottenerlo.
! -essere nulla di fare qualcosa: v. essere1, n.
. 26. -essere nulla rispetto a qualcosa: esserne infinitamente minore o inferiore.
b. spaventa, 1-299: se qualcosa è o non è eguale a qualcos'altro
, iv-37: -frattanto spero che avverrà qualcosa. / - questo e nulla è tutt'
incapacità totale di agire, di concludere qualcosa, di produrre; sterilità. alfieri
proporzione geometrica... diciamo brevemente qualcosa della proporzione numerale. galileo, 4-1-448
-ant. non essere numero di qualcosa, in qualcosa: essere innumerevole.
. non essere numero di qualcosa, in qualcosa: essere innumerevole. bibbia volgar
un qualcosa di misterioso e terribile che ispira timore
abbia funzione di avvertimento o lasci presagire qualcosa, ecc. aretino, 10-33:
di avvertimento o lascia, fa presagire qualcosa. bartolomeo da s. c.
della chiesa: un avvocato romano, qualcosa di mezzo tra il professore di procedura e
presagio, o lascia capire, intendere qualcosa. dominici, 2-8: la lingua
ricco o, comunque, fornito di qualcosa; averne o goderne in grande quantità
cucina. pascoli, 209: c'è qualcosa di nuovo oggi nel sole, /
-in modo assolutamente indipendente da qualcosa di preesistente (con riferimento sia alla
, n. 31. -fare nuovo qualcosa: costruirlo ex novo, di sana
. -indotto a credere o a sperare qualcosa sul fondamento di vane apparenze o di
stessa specie (che celano qualcuno o qualcosa oppure abbagliano e offuscano lo sguardo)
cala su di me, a porgermi qualcosa, le mani. 11.
gola del colombo. le case hanno qualcosa di femineo simili a donne che si
gnare formalmente qualcuno a fare qualcosa. testamento di lemmo di balduccio
psicologici o morali) qualcuno a fare qualcosa. -anche in relazione con una prop
anche un'entità personificata) a fare qualcosa o a tenere un determinato comportamento mediante
dare un proprio bene in cambio di qualcosa. muratori, 7-i-354: a poco
. -correre, essere obbligazione di qualcosa: essere uno stretto dovere e un
, restare in obbligo a qualcuno o a qualcosa: serbargli riconoscenza » varchi,
così obiettare numero di giri possibile. qualcosa contro l'introduzione delle distinzioni di tempo
, è data... dal produrre qualcosa di obiettivo e di universale. alvaro
è posto di fronte, davanti a qualcosa. -all'obietto, per obietto (con
traccia, vestigio di qualcuno o di qualcosa. rugieri d'amici, 61:
avere la sensazione, non accorgersi di qualcosa. -anche in relazione con una prop
prati. 7. abbandonare, lasciare qualcosa in un luogo per dimenticanza; non
e che cercate? / v 'obliaste qualcosa? 8. far dimenticare;
provocare l'oblio, la dimenticanza di qualcosa (per lo più con riferimento a
oblio. -prendere oblio di qualcosa o di qualcuno: dimenticarsene, non
. -spargere, stendere oblio su qualcosa; spargere d'oblio qualcosa: provocarne
oblio su qualcosa; spargere d'oblio qualcosa: provocarne la dimenticanza; dimenticarlo.
mostra di avere smarrito la memoria di qualcosa; che non tiene a mente,
2. che non si cura di qualcosa o mostra di non tenerne conto;
12. che si riferisce a qualcosa in modo non esplicito, ma allusivo
uno spagnolo... ha sempre qualcosa di sfatto, nei tratti della faccia
. -portare qualcuno all'oblivione di qualcosa: indurlo a dimenticare, a trascurare
: indurlo a dimenticare, a trascurare qualcosa. gualdo priorato, 10-ix-25: per
-venire in oblivione di qualcuno, di qualcosa: rimuoverne il pensiero, il ricordo
. che dimentica o che ha dimenticato qualcosa (o anche vive in uno stato
: la risco perta di qualcosa colpevolmente dimenticato. = nome d'
tante penne, tante penne, che qualcosa bisogna che ne facciano. carducci,
amico occasionale o l'affezionato cliente, era qualcosa di più, una specie di amante
il cappuccio. -per occasione di qualcosa: in una determinata circostanza, per
attenzione rivolta criticamente a qualcuno o a qualcosa. c. gozzi, i-298:
che escludevano ogni dubbio. -mirare qualcosa con gli occhiali', accrescerne l'importanza
attentamente; vedere, scorgere qualcuno o qualcosa che richiama improvvisamente l'attenzione, lo
anche, circospetto, diretto ad accertare qualcosa, a fissare nella mente un fatto
occhio, badare a qualcuno o a qualcosa (e può avere valore eufemistico)
gli uomini. 2. osservare qualcosa con occhiate brevi e insistenti che denotano
asole. -per estens.: fornire qualcosa di un'apertura. balducci pegolotti
duchessa. -modo di guardare qualcuno o qualcosa per formarsene una determinata idea o opinione
o desiderare per sé il meglio di qualcosa). pataffio, 7: mia
rapidamente è accaduto o si è verificato qualcosa. sacchetti, v-178: la reina
a vigilare, a sorvegliare qualcuno o qualcosa, a prestare molta attenzione in determinate
a vigilare, a sorvegliare qualcuno o qualcosa, a prestare molta attenzione in determinate
-aprire gli occhi o tanto d'occhi a qualcosa: prestarvi grande attenzione, venirne a
onorato. -aprire gli occhi in qualcosa: ammirarla. tasso, 13-i-297:
-aprire gli occhi a qualcuno per qualcosa: metterlo in una data condizione di
occhi addosso o sopra qualcuno o a qualcosa: avere un determinato scopo o fine,
fissare lo sguardo su qualcuno o su qualcosa, per lo più per ragioni di
3. -avere, tenere sott'occhio qualcosa: averlo direttamente davanti a sé o
. 3. -avere un occhio a qualcosa e l'altro a qualcos'altro:
sopra agli occhi di qualcuno o di qualcosa: esserne stufo, provarne fastidio e
. 8. locuz. tenere qualcosa a onoranza', considerarlo un onore,
19. attribuirsi il merito di qualcosa, talora anche in modo abusivo;
le pareva giusto; avrebbe voluto sostituirgli qualcosa di più reale come sarebbe procuratore onorario
narrati. guasti, iv-240: soggiungerò qualcosa delle sue sostanze, che furono, più
giostra. -avere l'onore di qualcosa: riuscire a ottenerla; spuntarla,
per buoni. -fare onore di qualcosa: farne dono, omaggio, offerta
impresa. -fare onore per qualcosa: nel linguaggio marinaro, tenersi a
quello. -passare agli onori di qualcosa: esservi assunto. carducci, iii-12-270
a poco a poco doveva egli convincersi che qualcosa di regolare, quasi quasi d'impiegatizio
mostrarne desiderio. -essere onorevole di qualcosa: fare bella figura per mezzo di
-recarsi, fondarsi sull'onorevole di qualcosa: dichiararsi contrario, avversarlo, disdegnarlo
espressione torva. c'era in lei qualcosa di inerte, di opaco, quasi
varchi, 23-233: usiamo di dare qualcosa di giunta a un barca- ruolo e
. -con l'opera di qualcosa: per suo mezzo. romagnosi,
gusto. -dare d'opera a qualcosa: porvi mano. buonarroti il giovane
della pergola. -fare opera di qualcosa: comportarsi secondo l'ufficio indicato dal
-mettere, porre opera a o in qualcosa: iniziare un'attività; dedicarvisi.
. -mettere qualcuno in opera di qualcosa: fargli ricoprire una determinata funzione,
-che fa, che produce qualcosa, che si adopera per conseguirlo.
rivolte all'operare, all'eseguire concretamente qualcosa; la pratica. iacopo da cessole
3. che è origine e causa di qualcosa; che provoca un effetto determinato.
318. locuz. essere operatore di qualcosa, di fare qualcosa, che sia
essere operatore di qualcosa, di fare qualcosa, che sia fatto qualcosa: adoperarsi al
di fare qualcosa, che sia fatto qualcosa: adoperarsi al fine o con l'
, dell'agire, del fare qualcosa; insieme degli atti compiuti volonta
ant. che opera, provoca, suscita qualcosa (in relazione con un compì,
considerazione nei confronti di qualcuno o di qualcosa (anche in unione con un agg.
afflizione. -porre opinione a qualcosa: tendervi, aspirarvi. a.
. 2. dare in pegno qualcosa contraendo un prestito. cattaneo,
passaggio; ostacolare, intralciare, interrompere qualcosa in un passaggio, nello scorrimento,
essere incapace di creare, di produrre qualcosa di valido (la mente, una
4. esaurito, incapace di produrre qualcosa di valido. berni, 365
. locuz. avere le vene oppilate di qualcosa: esserne sazio, averne disgusto,
(nell'espressione con l'opportunità di qualcosa). serdonati, 6-40: il
ore [il pittore] aveva fatto qualcosa che gli stessi oppositori doveron riconoscere esser
. -figur. far sì che qualcosa non appaia, non si sviluppi,
. 5. impedimento a che qualcosa nasca, appaia, si sviluppi,
impedisce la nascita o lo sviluppo di qualcosa. einaudi, 1-172: quando avremo
, la crescita, lo sviluppo di qualcosa. d'annunzio, iv-2-965: volgeva
abbondanza, profusione, disponibilità (di qualcosa). assarino, 4-237: dove
tempo insolito o inopportuno (per fare qualcosa). tommaseo [s. v
e consacrata dall'uso, per fare qualcosa. -anche: momento favorevole, opportuno
-bell'ora: tarda per fare qualcosa. della casa, 564: a
-essere sull'undici ore per far qualcosa: essere in procinto di farlo.
. momento opportuno o stabilito per fare qualcosa; momento giusto. francesco da barberino
-tempo fisso e ricorrente per fare qualcosa. lippi, 4-3: si vien
per sollecitare con impazienza il compimento di qualcosa. fanfani, uso tose. [
ultima ora', nella prossimità immediata di qualcosa che deve accadere o si deve fare.
ora a qualcuno: vincolarlo a fare qualcosa in un determinato momento. soldati,
-dare l'ora di qualcosa: indicare quando precisamente dovrà avvenire.
negativo sulla mancata o tardiva attuazione di qualcosa). petrarca, 355-9: sarebbe
al sacramento. -fare l'ora di qualcosa, una determinata ora: trascorrere il
parerci le ore minuti. -fare qualcosa alle sue ore: nel tempo opportuno
ore: nel tempo opportuno per fare qualcosa. p. petrocchi [s.
presa d'atto, accettazione momentanea di qualcosa). boccaccio, dee.,
le proprie ore: abituali per fare qualcosa). tommaseo [s.
essere stato a quest'ora: aver fatto qualcosa già da tempo. ariosto,
-non trovare mai l'ora di fare qualcosa: non accingersi mai a farla (
: essere molto impaziente di fare qualcosa o che qualcosa si verifichi.
molto impaziente di fare qualcosa o che qualcosa si verifichi. bembo,
l'intempestività o l'inopportunità di fare qualcosa. pananti, i-128: giunto a
'. -vedere l'ora di qualcosa: vederla attuata. lippi, 2-76