: détaper les écubiers. rivelargli qualcosa di sgradevole o di doloroso che non
. per richiamare energicamente l'attenzione su qualcosa chiedendo all'interlocutore di stare fermo,
o molto o troppo tempo a fare qualcosa, tardare; dover aspettare alquanto tempo
tardare; dover aspettare alquanto tempo perché qualcosa avvenga (ed è in unione con una
fra breve nella necessità di fare nuovamente qualcosa. simintendi, 2-232: poco stettero
. indugiare, perdere tempo prima di fare qualcosa. -anche: prendere tempo; procrastinare
. a-, essere intento a fare qualcosa; durare a farla (e può denotare
controversia o un obbligo gravoso o di fare qualcosa di non proprio pulito. -in partic
sentirsi appagato; farsi una ragione di qualcosa; contentarsi. boccaccio, dee.
. 18. astenersi dal fare qualcosa, rinunciarvi, fame a meno;
raccontarti una cosa buffa. -non stare qualcosa per qualcuno: non mancare di verificarsi
20. interrompere, smettere di fare qualcosa. cino, cxxxviii-126-14: diletto frate
per lo più alquanto lungo a fare qualcosa, a svolgere un'attività, un compito
attento per il tempo necessario a che qualcosa si compia; fare qualcosa con attenzione
a che qualcosa si compia; fare qualcosa con attenzione e partecipazione, dedicarvisi (
. -stare in un certo modo a qualcosa: esserne provvisto in maggiore o minore
determinate sensazioni; godere o soffrire di qualcosa. -anche con riferimento alla condizione delle
gallo. -rivolgere l'attenzione a qualcosa o a qualcuno; non lasciarsi sfuggire
futuro: essere sul punto di fare qualcosa; essere a rischio immediato di.
moriva solo 'armoniosamente'. -preferire qualcosa, ritenendola migliore di altro. capuana
. -avere la propria parte in qualcosa. c. arrighi, 3-59:
, l'estraneità, l'incongruenza di qualcosa o di qualcuno in un ambito,
. lasci stare. -lasciar stare qualcosa: non prenderla in considerazione, non
buca a pianterreno. -tenere qualcosa in un determinato luogo o condizione per
o un comportamento; smettere di fare qualcosa; interrompere o tralasciare un'attività;
. -con litote: richiedere continuamente di qualcosa; assillare. boccaccio, dee.
non potevo stare! -non sapere dove qualcosa stia di casa: non averne esperienza
banca. -stare ad agio di qualcosa: essere libero di servirsene, potersene
al giuoco. -stare alla fortuna di qualcosa: lasciare al caso che questa avvenga
pensiero1, n. 15. -stare qualcosa in amore a qualcuno: piacergli, essergli
lesto, n. 9. -stare qualcosa per qualcuno: essergli a disposizione.
, v. suo. -stare su qualcosa: riflettervi. g. morelli,
far conto, stima di qualcuno o di qualcosa; averne riguardo, considerazione; preoccuparsene
che altri conservi nel tempo memoria di qualcosa o di qualcuno. scalvini, 1-9
essa tengono. -tener ditta con qualcosa: accompagnarsi a essa. rajberti,
somiglianza, similitudine di qualcuno o di qualcosa: assomigliarsi. petru da medicina,
. aggrapparsi, appigliarsi, reggersi a qualcosa; poggiarsi su o contro qualcosa per
a qualcosa; poggiarsi su o contro qualcosa per sostenersi. pigafetta, 125:
al largo, alla larga, lontano da qualcosa: evimia, come io tengo tanti
da situazioni rischiose; non interessarsi di qualcosa. - anche in relazione con una prop
lontano. -fare a meno di qualcosa o di qualcuno; sopportarne la mancanza
in una posizione rispetto a qualcuno o a qualcosa. a. pucci, cent.
-tenersi a cura: prestare attenzione a qualcosa. romanzo di tristano, 2-166:
resistenza, opposizione a qualcuno o a qualcosa; contrastare piani, disegni, progetti.
fisica o morale; essere soddisfatto di qualcosa o di qualcuno. r. martini
compariscono a me. -limitarsi a qualcosa. dante, inf, 9-59:
martellino gli tenesse. -non esserci qualcosa che tenga: non esistere rimedi,
120. dare importanza a qualcosa; desiderarla vivamente. guittone, ii-xxxiii-26
. -con litote, per rifiutare qualcosa. piovene, 14-66: erano,
go » - -essere disponibile a fare qualcosa (in relazione con una prop.
n. 30. -tenere in pugno qualcosa o qualcuno, tenere qualcuno in un
le mani in, su o addosso qualcosa, tenere a mano, alle mani,
o di mano a qualcuno o a qualcosa: aiutare, favorire, proteggere una persona
a quei due ragazzotti. -provvedere a qualcosa. caro, 12-ii-177: vostra signoria
potrà soccorrerti? -tenersi male di qualcosa: provarne dispiacere, ri- sentimento.
. ant. e letter. chi possiede qualcosa, in partic. terre o beni
ora. -sofra il tenore di qualcosa: oltre la norma, il limite
10. locuz. a tenore di qualcosa: in conformità con una prescrizione di
locuz. fare tenore, il tenore a qualcosa, a qualcuno: in un'esecuzione
-reggere, tenere tenore, il tenore a qualcosa, a qualcuno, tenersi il tenore-
, sf. l'atto del tendere qualcosa o del tendersi; la condizione dell'essere
aspirazione a conseguire, ottenere, fare qualcosa; stato di intenso coinvolgimento e propensione
stato di intenso coinvolgimento e propensione verso qualcosa; anelito, spinta. salvini,
in fin di vita, per cavargli qualcosa, per pelarlo sino all'ultimo.
17 (294): se fosse stato qualcosa di meno dell'adda, renzo scendeva
-rovistare con l'intento di appropriarsi di qualcosa. cesareo, 211: pur ier
sesso. 3. lo sperimentare qualcosa; pratica sperimentale. g. gozzi
riuscita; forma rudimentale, approssimativa di qualcosa. montale, 3-52: una casa
, la rappresentazione di qualcuno o di qualcosa). p. levi,
stato sul punto di dire o di fare qualcosa. g. gozzi, i-28-41:
. che tenta; che si cimenta in qualcosa (in partic. in esperienze artistiche
. desiderio smodato, bramosia ardente di qualcosa. n. villani, 2-473:
o con un oggetto alla ricerca di qualcosa o qualcuno. 1. alighieri,
saldamente. -anche: modo di tenere qualcosa in mano. fenoglio, 5-i-1190
ipotesi suh'origine, sulla derivazione di qualcosa (e ha valore iron.).
borghesia improntata degli ideali protestanti, divenne qualcosa di non più superabile. 3.
, sebbene volesse essere pregata, aveva qualcosa di inedito, una teoria personale.
i-2-3: la sensazione sia concepita come qualcosa di attivo e di conoscitivo, come atto
come atto conoscitivo e non già come qualcosa d'informe e di passivo o di
. 2. calore moderato di qualcosa. salvini, 13-156: le pelli
. 2. calore moderato di qualcosa. f. cetti, 1-iii-139:
e sembra aver lasciato loro per sempre qualcosa del suo tepore. 5. morbidezza
siamo arrivati alla confisca che c'è sotto qualcosa di più grave che non sia la
. tergiprendere una posizione, nell'affermare qualcosa. cristallo fornito di un dispositivo che
. 5. che ha in qualcosa il proprio fine, lo scopo.
infinita infinito amore richiede. per la qualcosa, io ti prego socrate mio, che
locuz. - a, in termine di qualcosa: in procinto di esso.
-dare, mettere, porre termine a qualcosa: farlo cessare. poesie bolognesi,
79: io vedevo la partita come qualcosa di vivo... era un complesso
più o meno vantaggioso all'attuazione di qualcosa. f. de vito [«
portone: c'era nella sua espressione qualcosa di terribilmente angelico. 2.
, tanto più offrono la figura di un qualcosa d'immane, di ciò che appunto
panzini, i-772: clodio sarebbe stato qualcosa di simile a un nostro terrorista.
sm. ant. la terza parte di qualcosa; un terzo. giostra delle
spirituale: tesaurizzare. -anche: custodire qualcosa come un tesoro, tenerlo carissimo.
macchine del tempo. -risparmiare qualcosa che scarseggia, fame poco uso;
la diversità 5. imprimere qualcosa nel ricordo, tenere a mente un
9. locuz. fare tesauro di qualcosa: accumularlo, tesaurizzarlo. giamboni,
di saluto o per prendere o offrire qualcosa (la mano); alzato, puntato
); alzato, puntato a indicare qualcosa (il dito indice); levato in
20. locuz. -fare tesoro di qualcosa: tenerlo in grande considerazione e valersene
primeggia. -conservare il ricordo di qualcosa presso i posteri. monti, x-2-186
d'animo, concentrazione mentale per fare qualcosa. -anche: la persona fornita di
festa. -accomodare la testa a qualcosa: adattarvisi, farsene una ragione.
sul busto? ». -avere qualcosa in, per la testa: avere un
sacrificarla. -avere la testa a qualcosa: pensarci; avere per essa interesse
testa -battere la testa contro qualcosa: confrontarsi con esso. arbasino
autorizza. -rimanendo all'oscuro di qualcosa, al di fuori di certi affari
6. ant. disposto a fare qualcosa (in relazione con una propr.
, attendere il momento opportuno di fare qualcosa. - anche assol. e con uso
un tomo sull'erba o sulla paglia di qualcosa: non preoccuparsene, non curarsene.
: per me le groppe tondeggianti avevano qualcosa di riposante e di familiare, le punte
, si avviò a piedi. -girare qualcosa a tondo: farlo mulinare. forteguerri
insieme delle caratteristiche e delle qualità di qualcosa o di qualcuno. redi, 16-vii-54
sentì più muovere nulla, ma sentì qualcosa di umido al piede, e capì
del 'grotesque', le candide cere hanno qualcosa degli angeli, non hanno sesso, non
, la riflessione, la considerazione da qualcosa. dante, par., 9-11
a cui la natura gfinclina. qualcosa. boccaccio, 21-9-21: appena
attenzione, all'interesse, alla cura di qualcosa. ammirato, 85: quando nuovi
. distogliere lo sguardo da qualcuno o da qualcosa, due giudici per ordine d'un
donna. -stravolgere, trasformando in qualcosa di radicalmente diverso, di opposto.
colpa, una condanna; volgere, usare qualcosa a danno o a vantaggio di qualcuno
lasciato scappare di bocca sotto i tormenti qualcosa di questi progetti, la era finita
, la curiosità, l'entusiasmo per qualcosa. -in partic.: testo,
. apprestarsi di nuovo o rimettersi a fare qualcosa che si era interrotto o dalla quale
i propri pensieri a qualcuno, a qualcosa, in partic. per fame
moria a qualcuno o a qualcosa: v. memoria, n. 21
flauto alle labbra, compongono qualcosa di comico e di seragiorna.
-rivolgersi nuovamente su qualcuno o qualcosa (lo sguardo). dante
. -mutare col passare del tempo in qualcosa di radicalmente opposto, diventare, farsi
de roma. 30. riportare qualcosa nel luogo di provenienza. birago,
sacrario. -rimettere, sistemare nuovamente qualcosa nel posto abituale da cui si era
altra volta. 31. restituire qualcosa al legittimo proprietario. bembo, 10-ix-382
viso (per lo più su qualcuno o qualcosa). fiore [dante],
sentimento nei confronti di qualcuno o di qualcosa. guidotto da bologna, 1-51:
. 38. mutare, trasformare qualcosa (in partic. un sentimento,
in dolore. 39. volgere qualcosa secondo un determinato esito o conseguenza per
tanto vien su alla gola. 'se mangia qualcosa coll'aglio, gli toma tutto il
mongibello. -tornare in gola qualcosa a qualcuno: bloccare, stroncare sul
7. locuz. dare torneo a qualcosa: contrastarlo, adoperarsi per porvi rimedio
affannosamente alla ricerca di qualcuno o di qualcosa. laude cortonesi, 1-i-253: del
e. cecchi, 5-454: sarebbe qualcosa di simile se, in un paese,
propria arte si può arrivare a fare qualcosa. luzi, i-56: chi mai risveglierà
questo stato di grazia urtò alla fine in qualcosa di troppo solido, ed era il
frainteso, distorto (il senso di qualcosa, l'interpretazione che se ne dà
». -dire torto: affermare qualcosa di falso o di paleangiolieri, vi-i-362
attorciglia su se stesso o intorno a qualcosa (con par- tic. riferimento a
o per trovare il modo per fare qualcosa, per raggiungere un risultato, un
angustiarsi, darsi pena o pensiero per qualcosa. -anche: sottoporsi a estenuanti tentativi
7. locuz. fare rocchio torvo a qualcosa: criticarlo aspramente, respingerlo, disprezzarlo
attenzione di qualcuno, per avvertirlo di qualcosa, ecc.), -anche
totalissimo). che si riferisce a qualcosa nella sua interezza, globalità, e non
componenti o comunque coinvolti, riferibili a qualcosa; globale, complessivo, onnicomprensivo.
che riguarda, che coinvolge qualcuno o qualcosa globalmente, nella totalità, nell'interezza
degnano neppure; una misera parte di qualcosa, rimasuglio (anche con una connotazione
nuova. pavese, 64: certamente qualcosa gli accade là dentro, / perché
a quegli assalti e capiva di dover cedere qualcosa e di dover considerare come una colpa
, se mi credessi poter rispondere con qualcosa di buono. = comp. dal
che eccede la misura nell'uso di qualcosa. b. cerretani, 1-126:
ant. assolutamente convinto, persuaso di qualcosa. l. salviati, 20-98
decisione o per evitare di impegnarsi in qualcosa. ugolini, 310: 'traccheggiaménto'
riprodurre il rumore forte e secco di qualcosa che si rompe o si spezza.
lineare, lasciato su una superficie da qualcosa che vi sia stato spostato sopra o
traccia di: alla ricerca di qualcuno o qualcosa. morando, 360: in traccia
». -nel tentativo di ottenere qualcosa, di conseguire un risultato.
, andare in cerca di qualcuno o qualcosa; porsi all'inseguimento. b.
'n me re- nel suo tracciato qualcosa degli antichi tratturi. coio /
). -dare il tracollo a qualcosa: arraffare qualcosa, ap
-dare il tracollo a qualcosa: arraffare qualcosa, ap tracopiare, tr
ltro. -privare qualcuno di qualcosa col tradimento. dante, inf,
subito dopo mi morsi la lingua perre qualcosa (anche materiale) per quello che non
, in maniera inopportuna o intempestiva, qualcosa che avrebbe dovuto rimanere nascosto; pro
patteggiamento: la destra tradizionalistica ha concesso qualcosa ai moderati e ai progressisti.
. che ha origine, che deriva da qualcosa. = voce di area pis.
9. locuz. - avere traffico con qualcosa: avervi attinenza, relazione.
cose celesti. -fare traffico di qualcosa: venderlo, fame commercio. ramusio
6. locuz. - fare di qualcosa una tragedia: attribuirgli un'importanza,
il prezzo della traghettata, o qualcosa guadagna, portando dalla sicilia in ca
di tragicizzare, tr. concepire, interpretare qualcosa chiavica fornita di un telaio in maglie
in antagonismo, in conflitto; concepire qualcosa come antitetico. stuparich, 4-165:
dev'essere buona. mangiate anche voi qualcosa. non è mica successo niente di
sparire. fare il tragico. -prendere qualcosa, le cose in, nel, sul
in mare. 3. guardare qualcosa attraverso una superficie trasparente, vitrea o
2. venire a sapere qualcosa, intendere (in relazione con una
: tutto ciò che serve per fare qualcosa, per ottenere uno scopo (anche nell'
trama dei doveri di un anziano / qualcosa in esso si è lacerato / e io
procacciamento, raccolta o modo di procacciarsi qualcosa facile e fruttuoso o, talvolta, eccessivamente
7. far avere, spedire qualcosa; trasmettere. o. rucellai,
spirituali. -in partic.: che detiene qualcosa al solo scopo di trasmetterlo ai posteri
all'uficio dell'altare. re qualcosa fra altre; frapporre, frammezzare.
-variare la lunghezza o le dimensioni di qualcosa. galileo, 3-4-221: le corde
detto disparve. -scambiare, sostituire qualcosa con qualcos'altro di simile.
falso che il germe e l'uovo sieno qualcosa di generale e indeterminato; perché tutto
svolge la mansione di recapitare o trasferire qualcosa. tasso, 13-iv-786: fra 'l
interrompere, vanificare ogni tentativo di compiere qualcosa. e. siciliano, 15-227:
gli operai. silone, 8-39: qualcosa di simile può accadere al transfuga'd'
si va avanti così, transigendo, accordando qualcosa alle idee della maggioranza. gli uomini
altra; trasformazione operata su qualcuno o qualcosa (in partic. con riferimento a un
22-18: il mio amore esclusivo è per qualcosa di là dalle forme. eppure,
da ogni lato. arpino, i-357: qualcosa l'aveva trapanata nel petto, velocissima
. -figur. arrivare alla comprensione di qualcosa. - anche sostant. dante
. -l'oltrepassare, il superare qualcosa. dante, par., 14-m
10. tr. venire a scoprire qualcosa attraverso indizi oco evidenti. -anche in
partic. quella dell'arco; tirare qualcosa per strapparlo. - anche assol.
. prelevare, estrarre, staccare, svellere qualcosa dal luogo in cui si trova inserito
. 42. prendere piacere da qualcosa; ricavare divertimento, appagamento, conforto
che anch'essi furono indispensabili per toccare qualcosa di impegnativo. -derivare un piacere fisico
. -anche: postulare la necessità di qualcosa partendo da un presupposto; collegare in
il possesso. -ricavare la comprensione di qualcosa, un senso completo, un significato
o anche verso un animale) o qualcosa da cui si è attratti. inghilfredi
sorti: lasciare al caso la decisione di qualcosa. ugurgieri, 180: sta ine
; cessare di credere, di pensare qualcosa. s. maffei, 6-385:
-trarsi innanzi: offrirsi di fare qualcosa. compiuta donzella, xxxv-i-434: la
essere trascorso (il tempo opportuno perché qualcosa accada o sia compiuto). giov
spirituali, morali o estetici; prendere qualcosa in misura che eccede quanto è giusto
; non curare, tralasciare di fare qualcosa. b. davanzati, i-252:
-non cogliere un'occasione; non godere di qualcosa. botta, 6-1-195: si doveva
cecchi, 2-141: c'è in lui qualcosa... di un maestro di
e superato l'età giusta per fare qualcosa (con partic. riferimento a una
permette loro di credersi persone che valgono qualcosa. 3. faciloneria, superficialità nel
, più congeniale; decidere di fare qualcosa, di intraprendere un'attività, di
popolano ed antico. 2. superare qualcosa per intensità, forza, efficacia,
il trascinare, il tirarsi dietro qualcosa. - anche in un contesto figur.
. spostare, trasportare con grande fatica qualcosa di pesante e ingombrante. sacchetti,
. che tira, che muove qualcuno o qualcosa trascinando; che attrae o conduce a
trascinóne, avv. ant. facendo strisciare qualcosa sul suolo; rasoterra.
-tr. far mutare il colore di qualcosa. settembrini [luciano], iii-1-270
dire, a credere, a ipotizzare qualcosa, a compiere un'azione o ad assumere
trascorso. -nel trascorso di qualcosa: per indicare la durata di un'
. -imperizia, incapacità nel fare qualcosa o nell'oc- cuparsi di un'attività
si cura, che non si preoccupa di qualcosa; che rivela disinteresse e indifferenza.
cura, non si dà pensiero di qualcosa o di qualcuno; trascuratezza.
e attenzione nei confronti cn qualcuno e qualcosa; mancanza di sollecitudine e diligenza nel
; udire indistintamente; illudersi di sentire qualcosa. - anche assol. gonzaga,
una diversa denominazione a qualcuno o a qualcosa. landino, 195: traslate sono
. 6. dare, largire qualcosa ad altri; comunicare una condizione spirituale
trasfigurata dalla nevicata era visto soltanto come qualcosa che aumentava la distanza. saba, i-910
uomo. 3. modificare radicalmente qualcosa (in partic. un manufatto,
ada progettava di trasformare quella torre in qualcosa d'altro, non si sapeva in cosa
3. consegnare, far pervenire ad altri qualcosa, in partic. una somma di
. e letter. trasportare, trasferire qualcosa da un luogo a un altro.
baretti, i-217: in campagna scriverò qualcosa intorno ai libretti trasmessimi. giuliani, ii-122
. far pervenire, consegnare, inoltrare qualcosa a qualcuno, in partic. un oggetto
3. che consegna, che fa pervenire qualcosa a un'altra persona. - in
. 10. trasportare, trasferire qualcosa da un luogo a un'altro.
. trasmessióne), sf. invio di qualcosa a un determinato destinatario. -in partic
pianura. -consegna, fornitura di qualcosa a qualcuno. codice dei delitti e
e sm. ant. che eccede in qualcosa, che si abbandona senza freno a
. mutare la natura di qualcuno o di qualcosa rendendolo radicalmente diverso. -in partic.
3. essere in rapita ammirazione di qualcosa, rimanerne incantato. beltramelli,
. rimanere disorientato e stupito di fronte a qualcosa di inatteso, di strano; cadere
e penso ch'egli m'abbi ad insegnar qualcosa adoperar mi debba per salvar l'anima
con intenzione che si sappia o s'intenda qualcosa che dovrebbe rimanere segreto o riservato o
che dovrebbe rimanere segreto o riservato o qualcosa che non risponde al vero, per
sparlare di qualcuno, dir male di qualcosa. leonico, xxxiv-249: questo
, che nel paese non sia traspirato qualcosa. cattaneo, iii-3-47: appena traspirò voce
.: cfr. porre). porre qualcosa in un luogo diverso da quello in
. 17. differire, rimandare qualcosa nel tempo; riservarsi di fare qualcosa
qualcosa nel tempo; riservarsi di fare qualcosa in futuro. livio volgar. [
alti pensieri. -riferirsi, rifarsi a qualcosa per analogia di argomenti. delminio,
; passare ad illustrare, ad esaminare qualcosa. lud. guicciardini, 3-18:
che è simile o ricorda qualcuno o qualcosa già descritto o menzionato. strambotti anonimi
-prendersi, avere, fare trastullo di qualcosa: trovare divertente qualcosa, divertirsi compiendo
fare trastullo di qualcosa: trovare divertente qualcosa, divertirsi compiendo una determinata azione,
aveva nella pelle come un unto, qualcosa che gli trasudava, che pareva che non
per raffigurare un risultato, per ottenere qualcosa. siri, 1-i-613: trasudavano il
legami. -dare la tratta a qualcosa: trascinare nel proprio interno (un
suoni t'ammastrerei unicamente. -usare qualcosa in un certo modo o per un certo
-intr. accennare, alludere, riferirsi a qualcosa. domenico da montecchiello, 2-39:
rivolgersi o riferirsi a qualcuno o a qualcosa con un determinato tono o atteggiamento;
-considerare, giudicare, reputare, ritenere qualcosa o qualcuno in un certo modo.
prendere una decisione; risolversi a fare qualcosa (anche in relazione con una prop
. -far in modo di compiere qualcosa, di seguire un determinato comportamento (
26. impers. essere questione di qualcosa; essere in gioco, andarne di
indicare l'essenza, la vera natura di qualcosa, in contrasto con l'impressione esteriore
essere necessario, essere il caso di fare qualcosa; bisognare, doversi (per lo
, farsi beffe di qualcuno o di qualcosa. - anche sostant. b
distraendone l'attenzione e impedendole di fare qualcosa. a. brucioli [valdés]
, un animale); bloc- reggere qualcosa con le mani, senza posarla o
di cotone. 8. tenere qualcosa in proprio possesso, non consegnandola o
16. astenersi dal fare o dal dire qualcosa; frenare l'impulso ad agire in
invogliato, indotto, convinto a fare qualcosa; ispirato; condotto in un'opinione
2. segmento di linea; parte di qualcosa la cui dimensione prevalente è la lunghezza
. g. raimondi, 6-179: teneva qualcosa del tratto militare e guerresco. luzi
15. lancio, tiro, getto di qualcosa; lancio della rete da pesca.
1-367: la vera definizione non è dunque qualcosa di compiuto e assodato una volta per
-dare l'ultimo tratto alla bilancia di qualcosa: condurlo all'esagerazione, alle estreme
: non perdere l'occasione di fare qualcosa. boccaccio, dee., 5-10
2. tr. udire qualcosa indistintamente, discontinuamente o, anche,
avuto un incidente, ha urtato contro qualcosa? -amputazione traumatica: amputazione accidentale,
13. preoccuparsi, darsi pena di qualcosa; attribuirvi soverchia importanza (per lo
: ho bene speranza di farmi da qualcosa per grazia de le tue.
dei particolari: trarli su ad esprimere qualcosa di più travato e robusto. idem
notevole e, talora, eccessiva predilezione per qualcosa; stravedere. fratelli,
? 9. ant. porre qualcosa di traverso; collocare perpendicolarmente rispetto a
-frapporsi allo svolgimento, alla realizzazione di qualcosa. cesarotti, 1-xxiv-220: ma se
c'era là, sopra un traversino, qualcosa di simile a una zolla intrisa di
, ai limiti della scorrettezza di raggiungere qualcosa, superare una difficoltà, favorire lo
s'era messa in testa che avessero saputo qualcosa.. ». « a volte le
da traverso e da lato. -fare qualcosa di traverso: sbagliarla; farla a sproposito
eo la segua. -tenere qualcosa in tregua: mantenerlo in una situazione
una punizione; paventare l'avverarsi di qualcosa, il sopraggiungere di qualcuno, in
ant. e letter. temere qualcuno o qualcosa; considerarlo con timore, paventarne l'
, non avere il coraggio di fare qualcosa. b. davanzati, i-170:
17. locuz. - dare treno a qualcosa: aumentarne arbitrariamente l'importanza.
. -mettersi in treno di fare qualcosa: prendere la risoluzione, decidere di
prendere la risoluzione, decidere di fare qualcosa, di comportarsi in un dato modo
canzoni / facciamo un quarantacinque un trentatré qualcosa / dai un'idea, anche schifosa
2. locuz. mandare alla trentancanna qualcosa: libefiacca, e uscire entrambi a
/ trottare ed ambiare. -mettere qualcosa in tresca: metterla sullo scherzo.
treschi. -armeggiare, trafficare con qualcosa. c. dati, 3-109:
. montale, 7-294: dovrei dire qualcosa di delfi, luogo sacro arroccato lungo un'
; e sopra questi vedi di tributar qualcosa ete. falier, lii-3-17: il
di più forme di metri, per la qualcosa viene chiamato dicolo, tricolo, tetracolo
o in tre punte l'estremità di qualcosa. 2. intr. con
: uno scoppio di risa femminili, qualcosa di trillante, di perforante, simile
nei tre casi, a vederli, qualcosa dentro di me ha trillato.
rebora, 2-255: quasi a risveglio qualcosa in me vuole: / mamma di
, prosperare; trarre grandi vantaggi da qualcosa. -anche: essere oggetto di lodi,
di casa. -andare orgoglioso di qualcosa, farsene vanto, gloriarsene. poliziano
ant. che gode, che esulta di qualcosa, che se ne compiace.
22. locuz. -avere il trionfo di qualcosa: averne il sopravvento (con partic
empio pagano. -fare trionfo di qualcosa: vantarsene, esserne fiero. sarpi
in trionfo addirittura. -presentare qualcosa con ostentazione e orgoglio. deledda,
estens.: che aumenta di molto qualcosa. alfieri, 9-21: quest'
3. il ripetersi per tre volte di qualcosa. piccolomini, 10-38: il medesimo
e quegli amplessi mi pareva che avessero qualcosa di bestiale. 3. gradevolmente
5. grande quantità, abbondanza di qualcosa. g. raimondi, 1-134
. figur. minima o insignificante quantità di qualcosa (per lo più in espressioni negative
4-118: uno scoppio di risa femminili, qualcosa di trillante, di perforante, simile
14. locuz. alzare un trofeo a qualcosa: lodarlo, celebrarlo, esaltarlo.
). trofinare, tr. sfregare qualcosa in modo più o meno energico.
, derivato dal greco, e vorrebbe dire qualcosa come 'corroder, rodere, rosicchiare
o s'introgola, cioèche va mestando in qualcosa di sudicio e si concia le mani,
-fare una dichiarazione esplicita; dire qualcosa fuori dai denti. caro,
lo più con enfasi eccessiva, a qualcosa o a qualcuno. c. carrà
divulgazione o esaltazione di qualcuno o di qualcosa caratterizzata da toni propagandistici o enfasi e
sì stretti. -troncarla con qualcosa e con qualcuno: smettere di interessarsi
smettere di interessarsi, di occuparsi di qualcosa o chiudere i rapporti (affettivi,
concreto: parte o punto in cui qualcosa è stato troncato. stoppani
7. locuz. andare tronfio di qualcosa: mostrarsene orgoglioso, vantarsene.
7. locuz. -mettere in trono qualcosa: considerarlo in una posizione di preminenza
12. locuz. - avere troppo di qualcosa: averne abbastanza, non desiderarne più
fambio. -prendere il trotto verso qualcosa: dirigervisi velocemente. fagiuoli, vii-101
ant. e letter. reperimento di qualcosa che era andato smarrito o disperso. -in
: trovar da lavorare, trovare da far qualcosa, trovare da bere, da desinare
trovavo ancora qua mi ero provveduto di qualcosa da darli un buon ricordo di suo
. individuare o riscontrare in qualcuno o in qualcosa una qualità, un difetto, una
. 11. inventare, ideare qualcosa di nuovo (una tecnica, uno
alle mani. -trovarsi fuori da qualcosa: non ottenerne i guadagni sperati.
- anche: chi escogita, chi progetta qualcosa negli aspetti pratici. latini
4. chi sa trovare o scegliere qualcosa o qualcuno; ricercatore. - anche
ch'egli credeva quasi immaginario avevano veramente qualcosa di miracoloso. vittorini, 5-244: era
-commettere un errore, sbagliarsi, a qualcosa. fanfani, 3-69: - io
6. locuz. -dare il turacciolo a qualcosa: farla cessare. nievo, 1-vi-445
l'avversione, il disgusto e accettare qualcosa per evitare di peggio. -chiudere le
, impedire che avanzi o che faccia qualcosa. firenzuola, 646: uh,
'presentat'-arm! 'gobetti, 1-i-284: qualcosa di turatiano, di patriarcale rimaneva nel
, che impedisce il regolare svolgimento di qualcosa. pallavicino, ii-803: di gran
egli s'avvide tuttavia che c'era qualcosa di vergognoso nel trovarsi così.
. c. levi, 6-216: qualcosa era per l'aria, come un tremito
. -al fìgur.; celebrare feticisticamente qualcosa. lucini, 9-112: le
a queste ore, [vorrei] chiedere qualcosa come un responso. fenoglio, 5-i-983
autorità, è ritenuto iniziatore, artefice di qualcosa (in partic. attività culturali,
: sapevo che, se avessi offerto qualcosa, non sarei stato messo alla porta.
residori. 4. indica che qualcosa è presente, disponibile in grande quantità
demmo una sedia. -darsi tutto a qualcosa: dedicarvisi, applicatisi anima e corpo
con un uomo calmo per aver fatto qualcosa di definitivo e buono nel fondo dell'
-indica fitta estensione o diffusione di qualcosa. giuliani, i-245: il seme
. -non saperla tutta: ignorare qualcosa, in partic. gli aspetti,
ponderato; tutt'altro; ma comunica qualcosa di speciale che sta proprio nella sua
vincolare formalmente, impegnare qualcuno a fare qualcosa. - anche assol. g
. per estens. costringere qualcuno a fare qualcosa e a tenere un determinato comportamento.
euforia; frastornato dall'eccessiva visione di qualcosa. baldelli, 3-23: passa per
anche in modo fraudolento, per ottenere qualcosa, in partic. vantaggi, favori
un fatto o con cui qualcuno fa qualcosa o, anche, l'impossibilità d'
anche, l'impossibilità d'imporre a qualcosa l'andamento voluto. chiaro davanzati,
x. venire a sapere, a conoscere qualcosa mediante le affermazioni o il racconto altrui
, riferire o raccontare di qualcuno o qualcosa. dante, purg., 32-65
occasionale e l'affezionato cliente, era qualcosa di più, una specie di amante
ufficiale di qualcuno; carattere ufficiale di qualcosa; ispirazione ufficiale di un'opera artistica
14. scopo, funzione, utilità di qualcosa (un oggetto, un concetto,
funzionamento. -anche: ciò a cui qualcosa è preordinato, per cui è costruito,
. figur. azione distruttiva, deleteria di qualcosa; influenza nefasta, prevaricatrice di persone
di rifiuto e repulsa nei confronti di qualcosa (in partic. nelle locuz. avere
darci uggia. -fare uggia a qualcosa: impedirne lo sviluppo o l'espressione
fisicamente al disopra, ricoprire, sovrastare qualcosa. buonarroti il giovane, 9-393:
estens.: aumentargli il desiderio per qualcosa. g. m. cecchi,
al figur.: suscitare desiderio di qualcosa. pirandello, ii-1-742: ('accennando
che chiamar si po bile qualcosa a qualcos'altro. -in partic.:
e d'eguaglianza, bisogna cercarlo in qualcosa di superiore, nell'umanità. gramsci,
più pronti. -confrontare, paragonare qualcosa ad altro; considerare due cose uguali
suona più esatto, perché 'alterezza'è qualcosa di più dignitoso che 'superbia'.
o trovai'nulla di insolito; salvo qualcosa che non ha senso, e che tu
più recente e singolare riguardante qualcuno o qualcosa; la barzelletta più nuova. sbarbaro
santa teresa. -poco prima che qualcosa abbia compimento; alla fine.
croce, i-2-129: il giudizio individuale è qualcosa di ultralogico? certamente si assevera che
pannilino umettato, cercava di far succhiare qualcosa. -cosparso o immerso in sughi
santo si umilia. -assoggettarsi a compiere qualcosa di non adeguato al proprio ruolo,
indicare la rapidità con cui si afferra qualcosa). sacchetti, x-150-3: avisandosi
con la particella pronom. aggrapparsi a qualcosa, afferrarvisi. colletta, iii-74:
, comportamenti indebiti; brigare per ottenere qualcosa con mezzi indiretti e in parte illeciti
, -ungersi il becco, ungersi di qualcosa: mangiare con -ungere le mani
rimpianto; pentirsi di non aver fatto qualcosa. -nelle, sotto, tra
-tagliare le unghie a qualcuno o a qualcosa: ridurne nunzio, v-i-667:
in partic. con riferimen qualcosa di belluino passava di tratto in tratto nell'
3-86: certo la libera strada ha qualcosa di umano, di unicamente umano. nella
il gonfalone. bonsanti, 4-163: qualcosa di simile agli stemmi con i due
sorriso era uno squarcio, quasi accadesse qualcosa nella natura. -mantenimento dello stesso tono
cui si è o con cui si fa qualcosa, retto da con e da insieme
. legarsi di desiderio, di concupiscenza a qualcosa o a qualcuno; porsi in unione
-figur. coerente, armonizzato con qualcosa. delfico, iii-489: senza rimontare
vellutata unitezza, splendeva ora qualcosa che era simile a una ridente minaccia
o si riferisce esclusivamente, univocamente a qualcosa. gioberti, 4-1-642: l'
, 27: contentiamoci, volendo pure far qualcosa, di risolvere i quisiti sino in
rende universale, che diffonde o estende qualcosa. -filos. che tende a
, ii-2-58: universali fantastici, che sarebbero qualcosa di mezzo tra l'intuizione, che
tempo possibile dovevo... buttar giù qualcosa che avesse almeno una lontana apparenza di
locuz. -cercare il guari e vunquanche di qualcosa: ricercarne, individuarne il meglio,
untata, sf. disus. il cospargere qualcosa con una sostanza untuosa, viscosa.
pelle degli zigomi unticcia, con nell'aspetto qualcosa di sconcio che mi levò lo scappellotto
, non avere alcuna intenzione di fare qualcosa. machiavelli, 1-vi-203: filippo strozzi
e persecu- toriamente responsabile o colpevole di qualcosa, in partic. di danni,
che il germe e l'uovo sieno qualcosa di generale e indeterminato; perché tutto
un uovo per avere un bufalo: concedere qualcosa che richieda poco sforzo e scarsi sacrifici
uovo: essere stipato, ricolmo di qualcosa o affollato di persone. aretino,
cibo. -non potere più sopportare qualcosa. palazzeschi, 1-643: io
. -trovare l'uovo mondo: ottenere qualcosa senza alcuna difficoltà. grazzini,
un derivato dell'urea e che aveva qualcosa a che vedere con l'acido urico.
] un derivato dell'urea e che aveva qualcosa a che vedere con l'acido urico
colpo, spinta violenta inferta a qualcosa o a qualcuno, collisione contro un
ogni bucolino. -spingere con forza qualcosa, dando colpi e urti nel tentativo
particella pronom. sbattere contro qualcuno o qualcosa, con il proprio corpo o,
intenzionalmente o accidentalmente a qualcuno o a qualcosa da una persona, da un animale o
un suono strano:...; qualcosa fra un mezzo urto di vomito e
urtoso, col naso arricciato come sentisse qualcosa che puzzava. = deriv.
del laboratorio dell'uomo ci sa trovare qualcosa di usabile per 'società'. = agg
. 5. il servirsi di qualcosa, uso, impiego; scopo funzionale.
di usare1), agg. che usa qualcosa, che se ne serve, che
vita. -anche: l'impratichirsi di qualcosa, acquisizione di padronanza, di abilità.
. -avere in, per usanza qualcosa, di fare qualcosa: essere solito
in, per usanza qualcosa, di fare qualcosa: essere solito farla, averne l'
le scienze. -prendere in usanza qualcosa: abituarsi ad essa. cavalca,
prep. dì). essere solito fare qualcosa; abituarsi. -anche di sogg.
locuz. usare e abusare: valersi di qualcosa o di qualcuno anche eccedendo i giusti
11. abituato, solito, aduso a qualcosa; avvezzo (una persona).
nulla avvezzo, disposto o disponibile a qualcosa. donato degli albanzani, ii-43:
i-710: egli esiste ancora, è ancora qualcosa, uno straccio d'uomo, un
. ant. e letter. che usa qualcosa, che se ne serve, che
). 3. locuz. -avere qualcosa fin dentro gli usatti: averne tantissima
in porta (in partic. a cercare qualcosa, a mendis. girolamo volgar.
un uscio, l'uscio aperto: dire qualcosa di mente condivisa (con riferimento a
sur un libro, che c'è qualcosa per aria; e se cominciasse a farmi
cose. -non potere uscire da qualcosa o, anche, da qualcuno,:
20. locuz. -dare uscita a qualcosa: esprimerlo, manifestarlo. de meis
-non considerare, non attribuire importanza a qualcosa o qualcuno. s. caterina da
, uzó), sm. l'adoperare qualcosa, in partic. un oggetto,
fruizione. -anche: consuetudine di usare qualcosa; diffusione. -essere in uso,
lo più frequentemente. - fare uso di qualcosa: usarla, servirsene. - mettere
servirsene. - mettere, porre in uso qualcosa: iniziare a usarla, diffonderne l'
. a, in, per uso di qualcosa: destinato a un certo scopo,
di adoperare, di usare, di gestire qualcosa; modo di impiego. panigarola
guisa, nell'espressione a uso di qualcosa: conformemente alla sua forma, alle sue
-con valore aggett.: simile a qualcosa. rappresentazione detta risurrezione di gesù cristo
(spesso nell'espressione fare uso di qualcosa). s. bonaventura volgar.
: ciò che richiede l'impiego di qualcosa, esigenza. cesarotti, 1-xxxi-46:
dichiarativo. -avere in uso di fare qualcosa: farlo abitualmente, molto spesso.
. sfruttare una situazione; giovarsi di qualcosa, riducendola a proprio vantaggio e utilità.
. e f. chi fa uso di qualcosa, in partic. chi usufruisce
: uso, impiego, utilizzo di qualcosa. p. petrocchi [s
scopo; vantaggio pratico che si trae da qualcosa; efficienza, funzionalità.
la gratitudine è sotto l'aspetto morale qualcosa di non assoluto e che dev'essere
essere ulteriormente regolato; ma non è qualcosa d'indifferente, come se l'uomo
. rendersi utile a qualcuno o a qualcosa. mazzini, 12-290: facciamo quanta
femm. -trice). che utilizza qualcosa, utente. 2. tecn
impedirvi. 8. mancante di qualcosa. dante, inf, 16-99:
azzurro mare. -dare vacanza a qualcosa: sospenderla, interromperla. d'azeglio
la stampa. -mandare in vacca qualcosa: rovinarlo, farlo finire male.
perdendola ignominiosamente. -mungere qualcuno o qualcosa come una vacca: sfruttarlo completamente,
cucina romana. soldati, 6-469: qualcosa che assomiglia, nella sua saporosa e
più del nulla, e meno del qualcosa; che poi qualcosa diviene con l'aggregamento
, e meno del qualcosa; che poi qualcosa diviene con l'aggregamento de'corpuscoli e
dall'accesa fantasia, cominciò a vagheggiare qualcosa di ancora più roseo, una solenne cerimonia
a immaginare, a raffigurare nella fantasia qualcosa che si desidera fortemente; che anela
borsi, 2-43: la tua bellezza ha qualcosa di magico, che trascende la vaghezza
. invaghito; preso da passione per qualcosa. tolomei, 2-1: la qual
5. che è amante, appassionato di qualcosa, che è desideroso di possederla,
-mal vago: che non desidera affatto qualcosa, che è contrario ad essa.
-di animali. che è attratto da qualcosa, che ne è bramoso.
a una condizione, desideroso di conseguire qualcosa; versato in un'attività, assiduo
, l'aspetto di qualcuno o di qualcosa). cennini, 3-182: una
amante. -chi vagheggia, contempla estatico qualcosa, rimanendone affascinato. petrarca,
3. figur. grande quantità di qualcosa. baritti, 7-42: fotografie,
detto civilmente educato se non avesse avuto qualcosa d'inquietante e di profondo che non
ha la forza, l'attitudine per fare qualcosa. dante, purg., 4-114
che tutte l'altre, per la qualcosa riscaldano e accrescono la digestione, e vagliono
. -far valere: affermare energicamente qualcosa, metterlo in campo, opporlo ad
ad altri; propugnare il valore di qualcosa. chiaro davanzati, 45-11:
. con la particella pronom. servirsi di qualcosa o qualcuno per raggiungere lo scopo voluto
anche, di un affronto su qualcuno o qualcosa. rinaldino da montalbano, 904:
, fruttare, apportare, far attribuire qualcosa a qualcuno. cesarotti, 1-xli-65:
e dolenti. 16. meritare qualcosa, esserne degno. boccaccio, dee
rizoma disseccati della -valere il prezzo di qualcosa: convenire, essere op
di scarso valore o efficacia di qualcosa. c. carrà, 220
. locuz. -avere piene le valigie di qualcosa: posseripara oggetti di cuoio (anche
davvero, sai? -fare valigia di qualcosa: fame man bassa, incetta,
pietà chiede. -nella parte finale di qualcosa. bencivenni, 4-9: li raggi
le attitudini necessarie e sufficienti a fare qualcosa (per lo più in relazione con una
o anche impudenza, spudoratezza di fare qualcosa. metastasio, 1-iii-824: dopo alcune
pregio di natura non economica riconosciuto a qualcosa; importanza, rilevanza, interesse.
beltramelli, iii-869: ad ogni passo lascio qualcosa di questo mondo. non ricordo più
conferire, riconoscere importanza o interesse a qualcosa, mettendone in evidenza pregi in precedenza
importanza, interesse, pregio estetico a qualcosa o a qualcuno. 2.
sottoporre ad analisi, esaminare a fondo qualcosa ai fini di un giudizio o di una
di uso raro al dell'importanza di qualcosa. sing.), probabilmente connesso con
ant. indugiare col pensiero intorno a qualcosa, perdersi in vagheggiamenti di un oggetto
palazzo in via tribunali d'un subito, qualcosa cadde con un tonfo sordo. panzini
. vanificazione, sf. il privare qualcosa di valore, d'importanza, di
martini, 1-iv-54: come fisco, scapiteremo qualcosa: ma vantaggeremo la produzione nazionale,
, progredire; ricavare un miglioramento da qualcosa (una disciplina, un'espressione culturale
. privilegiando, attribuendo maggiore importanza a qualcosa che ad altro. 0.
positivo nei confronti di qualcuno o di qualcosa (un giudizio, un parere, ecc
2. dichiarare di possedere o possedere qualcosa di cui si è fieri, che
-presentare a sostegno, a riprova, di qualcosa un privilegio, un diritto, ecc
). ant. vantarsi ripetutamente di qualcosa. tommaseo [s. v.
. -dare il vanto a qualcuno o qualcosa: celebrare, esaltare, magnificare.
-togliere il vanto a qualcuno o a qualcosa: superarlo in una qualità; apparire
. -fare uscire, tirare fuori qualcosa. dentro la manica, o di
artificiale, una linea di demarcazione, qualcosa che segna un limite, ecc. passando
sottrarsi a un'impegno o che accada qualcosa. buonarroti il giovane, 9-152:
2. locuz. mettere varda a qualcosa: sottoporlo a vigilanza, a custodia
, osservare con at tenzione qualcosa. ponzela gaia, io: con
intr. volgere, posare lo sguardo su qualcosa, verso una determinata direzione.
. { vàrio). modificare, sottoporre qualcosa a un cambiamento per lo più riguardante
9-30: seguì uno schianto, era caduto qualcosa: come si seppe dopo, un
volerlo. 3. tr. annunciare qualcosa sotto forma di profezia; predire con
) che il suo figliolo 'el diventerà qualcosa ae grando, vero come mi son un
(ed esprime assoluta ignoranza riguardo a qualcosa). giusti, 4-i-265:
e chiusa), inter. per indicare qualcosa a qualcuno, per attirare lo sguardo
attenzione dell'interlocutore o degli astanti su qualcosa (indicato con un compì, diretto
pane per la vecchiaia: aver fatto qualcosa da scontare per tutta la vita.
.]: 'pensare alla vecchiaia': mettere qualcosa da parte per la vecchiaia.
metafora. 13. sostituito da qualcosa di nuovo, di analogo, che
tartaglia. 25. parte invecchiata di qualcosa. -in partic.: ramo indurito
qui, vedi qui (per indicare qualcosa, il verificarsi inatteso, l'approssimarsi di
il verificarsi inatteso, l'approssimarsi di qualcosa). deti [manuzzi]
. 2. che presentemente vede qualcosa; che sta vedendo. - anche
ha facultà filogono di po qualcosa (anche con riferimento a soggetti astratti o
pari. -avere a disposizione qualcosa, goderne, usufruirne. cellini,
, rimarcando quanto sia scontato e evidente qualcosa. c. arrighi, 3-103:
avere niente o nulla che vedere con qualcosa: non esserci rapporto, relazione, somiglianza
. 37. -vedersela con qualcuno o qualcosa: confrontarcisi con buone possibilità di riuscita
, sm. il vedere o il guardare qualcosa, vista. -anche in senso
spettacolo; spettatore; chi vede qualcuno o qualcosa. f f
il vedere o la possibilità di vedere qualcosa o qualcuno; osservazione attenta. -anche
-per estens. constatazione, accertamento di qualcosa. oliva, i-3-664: alla veduta
, derivazione, anche indesiderata, di qualcosa. pascoli, i-151: questa cultura
-fare la veglia alle pancacce di qualcosa: parlarne a lungo spettegolando.
le squadre infernali. -prendere qualcosa a veglia: insistere in un atteggiamento
. che dedica assidue cure e attenzioni a qualcosa. cesarotti, 1-xviii-21: in tali
, soprintendere con vigile atten- zione a qualcosa, darsi da fare per la realizzazione di
raggiungimento di uno scopo; mirare a qualcosa; stare attento a cogliere un'occasione.
onda. -spandere le vele a qualcosa: dargli libera espressione, piena manifestazione
9. locuz. squarciare il velame di qualcosa: rivelarne il segreto, il mistero
donne di velare il viso. -ricoprire qualcosa con un panno. piovene, 7-343
-per estens. rivestire, riparare qualcosa con fronde, con foglie, con
. 3. coprire, avvolgere qualcosa rendendolo poco visibile (una cortina di
il momento opportuno per dire o fare qualcosa. pulci, 11-54: stanno [
guardie dei prigionieri avranno indubbiamente ascoltato qualcosa. = comp. di velleitario
marciare, passeggiare sul velluto: fare qualcosa senza incontrare ostacoli e difficoltà. -
impedisce la comprensione o la conoscenza di qualcosa o anche il manifestarsi di ricordi,
tirare un velo, un velo pietoso su qualcosa: pini sul cielo e sul mare,
2. che è pronto a fare qualcosa, che esegue con immediatezza e rapidità
prontezza di azione; sollecitudine nel fare qualcosa; rapidità, celerità nell'esecuzione di
breve lasso di tempo impiegato per fare qualcosa. attribuito a petrarca, xlvii-119:
. -rapidità con cui avviene qualcosa. pareto, 666: la dipendenza
, opportunità, circostanza favorevole per fare qualcosa. a. pucci, cent.
volontà; ispirato, motivato a fare qualcosa. a. pucci, cent.
-in senso generico: traccia allungata di qualcosa. magalotti, 21-91: andavamo
; aspetto, caratteristica presente secondariamente in qualcosa. -anche: tendenza non dominante,
, numero, ammasso, profluire di qualcosa; rigoglio di fiori. oliva,
di tumultuatoli. -fare vendemmia di qualcosa: trame frutto, giovamento. cardarelli
ecc.; trasferire la proprietà di qualcosa in cambio di un corrispettivo in denaro
. per estens. presentare, fare apparire qualcosa sotto un aspetto falso e distorto.
vendicare, il vendicarsi di qualcuno o di qualcosa, vendetta. amico di dante
, un'offesa; prendere vendetta di qualcosa. dante, inf, 9-54:
, un ricordo, la motivazione per fare qualcosa). - anche in numerose espressioni
(un desiderio, la voglia di qualcosa o di fare qualcosa). corona
la voglia di qualcosa o di fare qualcosa). corona de'monaci, 200
o dovuto, o atteso per fare qualcosa). -anche: appressarsi, approssimarsi
-far venire-, attendere il sopraggiungere di qualcosa trascorrendo o ingannando il tempo in un
unione con un pari pass, indica che qualcosa accade indipendentemente dalla volontà di qualcuno,
notizie, ragguagli su qualcuno o qualcosa, ad approfondirne gli aspetti; scendere
-venire da, di aver fatto qualcosa: avere appena finito di fare qualcosa
qualcosa: avere appena finito di fare qualcosa. secchi [il caffè],
tuono. 7. tr. scuotere qualcosa soffiando fortemente (il vento).
, i-644: avea già dante sentito qualcosa di questo vento, fino dal verso 103
, la rapidità con cui si muove qualcosa o qualcuno, l'incostanza o,
le bandiere. -dare vento a qualcosa: farlo muovere, scuoterlo.
ad una orecchia. -fare vento a qualcosa: rubarlo. lippi, 1-11:
rione ponte i forestieri che mi chiedono qualcosa di inedito a roma. è il ventre
della prosa. -trasferimento miracoloso di qualcosa da un luogo a un altro.
-venuta alvatto: compimento, realizzazione di qualcosa. castelvetro, 8-2-187: se medea
listici, ma esso stesso è un qualcosa di indistinto e incondito. montale,
aggiunta contemporanea di -non volere intendere verbo di qualcosa: non volerne un prefisso e di
fece verbo. -non fare verbo di qualcosa o di qualcuno: non parlarne nel
-essere, venire al verde con qualcosa: averlo finito, soldati, 6-289:
. g. raimondi, 4-70: è qualcosa di scuro sotto gli alberi, in
la particella pronom. avere ritegno di qualcosa. gioberti, 1-iii-90: il modesto
-fare vergogna a qualcuno o a qualcosa: superarli nettamente quanto a valore,
7. locuz. tenere per verificato qualcosa: considerarlo avverabile, attuabile.
per privilegio. -portare in verità qualcosa: accettarlo, sopportarlo con totale devozione
non parli? non fischi? di'qualcosa. non farmi sentire un verme.
della luce. -aspetto deteriore di qualcosa, difetto, manchevolezza, magagna.
. locuz. - essere la vernice di qualcosa: per indicarne la massima qualità,
autentico, effettivo (la causa di qualcosa, le ragioni di qualcuno).
-certo (la comprensione, la cognizione di qualcosa). nardi, ii-191: certamente
la realtà, lo stato autentico di qualcosa, veridico (un'affermazione, una narrazione
un contesto metaforico); che esprime qualcosa di indiscutibile, di inoppugnabile.
o mascherato (il motivo per fare qualcosa, un significato, una spiegazione).
e pesato. -appropriato per fare qualcosa (un tempo, una stagione)
-che costituisce l'autentica configurazione di qualcosa, in partic. di un'attività,
in posizione parentetica): per ammettere qualcosa. nievo, 438: per me
2. probabilità, plausibilità del verificarsi di qualcosa; realistica possibilità futura. f
agg. letter. che verte su qualcosa; che ha per oggetto un determinato
orecchio di qualcuno-. dirgli, sussurrargli qualcosa in confidenza, in segreto. baldi
. modo di presentarsi, di risultare di qualcosa; aspetto, configurazione; punto di
buon verso. -pigliare, prendere qualcosa per il verso, per il suo
-prendere, pigliare il verso a qualcosa: abituarvisi, acquisirvi consuetudine.
occasione più opportuna, efficace per fare qualcosa; procurarsi la possibilità di raggiungere un
risultato. -anche: riuscire a fare qualcosa. fr. serafini, 525:
-rispetto a, in relazione con qualcosa. stigliani, 1-48: tiene appunto
da un fatto o dalla vista di qualcosa. biffi, xviii-3-397: qual spettacolo
quella vespa, andava cercando in cucina qualcosa da mettere sotto il dente.
confuso, impreciso (la cognizione di qualcosa). 5. agostino volgar.
qualcu no o causata da qualcosa. -con meton.: la sofferenza,
. aspetto esteriore, anche superficiale, di qualcosa. - in partic.: aspetto
difficilmente rilevabili, parzialmente cancellati, di qualcosa; ciò che consente di riconoscere la
consente di riconoscere la precedente presenza di qualcosa o di ualcuno che non c'è
5. minima, labile traccia di qualcosa. g. bentivoglio, 4-1196:
comportamento di qualcuno, nello stato di qualcosa; residua manifestazione di un sentimento sopito
che si serba di qualcuno o di qualcosa. boccaccio, 1-ii-87: tu fatto
vestigètto. galileo, 5-227: pagherei qualcosa del mio che non avesse pur al
dono soprannaturale o dei mezzi per compiere qualcosa (dio, un essere spirituale).
testo con la musica; esprimere musicalmente qualcosa. algarotti, 1-iii-277: rade volte
e il notaio spie2. che riveste qualcosa: che ricopre, che avvolge.
che è ben addestrato, allenato a qualcosa. -anche sostant. giovio,
si vedeva passare il muro; se qualcosa si vedeva, era tutta roba venuta
il 6 novembre 1941 sia servita pure a qualcosa, a maturarti una coscienza vettoriale più
-avere in uso e in vezzo qualcosa: compiacersi di un'abitudine, anche
l'esistenza di una persona o di qualcosa (anche astratto) o la loro presenza
pascoli, 304: pur v'è qualcosa della scorsa vita, / poiché vi canta
mediante, tramite, per mezzo di qualcosa o di qualcuno. boccaccio, dee
semidiametri 52. -a causa di qualcosa o di qualcuno. cellini, 1-94
-dare la via a qualcuno o a qualcosa: lasciare libero di passare o di
le vie del mondo. -mettere qualcosa alla via: avviarla, intraprenderla,
. -trovare via e modo di fare qualcosa: v. modo, n. 25
-per indicare la rimozione, l'eliminazione di qualcosa da un luogo (per lo più
-vibrare lo sguardo su qualcuno o qualcosa: porvi, rivolgervi grande attenzione e
. letter. che può sostituire adeguatamente qualcosa svolgendone le funzioni. — anche sostant
. { vicàrio). scient. sostituire qualcosa in una determinata funzione.
vicino: riuscire a fare o dire qualcosa in modo quasi giusto, esatto, corretto
azione di qualcuno, il movimento di qualcosa, il verificarsi di un fenomeno naturale
-in partic.: precludere la vista di qualcosa; renderla non percepibile visivamente.
incidenza le toccassero. 4. negare qualcosa a qualcuno, proibigliene l'uso, la
, o, anche, di fare qualcosa (anche con riferimento a sogg. inanimati
, vietati. -far astenere dal fare qualcosa. bibbia volgar., v-232:
, attendere, soprintendere con attenzione a qualcosa; impegnarsi per la realizzazione di uno scopo
realizzazione di uno scopo; mirare a qualcosa. serdonati, 11-ded. iv:
a quel punto uno schiavo, che disse qualcosa all'orecchio di scribomano, scriboniano fece
scopabili. 6. scarsa considerazione di qualcosa. iacopone, 72-11: veio la
sp., 11 (202): qualcosa che faccia al caso mio saprà trovare
, pregio o importanza; irrilevanza di qualcosa. dante, conv., iv-xi-2
corda che lega, avvolge, avviluppa qualcosa o, anche, qualcuno; involucro che
; involucro che ricopre, che fascia qualcosa. boccaccio, v-230: poiché diligentemente
del fuoco. -convincere qualcuno di qualcosa. aretino, 20-80: entrò una
per potenza li altri uccelli. -superare qualcosa per una specifica qualità (con riferimento
, distinguersi; spuntarla, prevalere su qualcosa. a. f. doni,
. 3. tenuto a fare qualcosa entro un certo lasso di tempo;
. pascoli, 209: c'è qualcosa di nuovo oggi nel sole, / anzi
3. osare di toccare, di intaccare qualcosa di intatto, violano1, sm.
bene e in male, accondiscendendo agli altri qualcosa. e di certa punteggiatura cne in questo
intraprese il viaggio, conducendosi felicemente alfare qualcosa, in partic. controvoglia (con riferimento
a terra. -sforzo esercitato su qualcosa. straparola, li-m: dimorando i
con le minacce a fare o non fare qualcosa (e il delitto si concreta con
placido, umile, dignitoso, e qualcosa che indicava una mestizia rassegnata. d'annunzio
-in, per virtù di qualcosa: per suo mezzo, per suo
ingenocchione. -fare cambiare visaggio a qualcosa: presentarla in superficiali, non sostanziali
, 4-421: si udì un ronzio, qualcosa scattò nelle misteriose viscere della macchina poi
-per estens. esibizione eccessivamente ostentata di qualcosa. zenone da pistoia, 1-12:
-e). percezione visiva reale di qualcosa o di qualcuno. - anche:
tetra. -apparenza, aspetto esteriore di qualcosa; la figura, la forma che
soggetto; il guardare o il vedere qualcosa o qualcuno. montano, 97:
, modo di considerare, di intendere qualcosa. pratesi, 1-99: gli spiegò
, si trovava ora a dover piangere qualcosa che di certo aveva perduto. fratelli
». locuz. avere in visione qualcosa: averlo ben chiaro la mente,
-prendere visione-, esaminare qualcosa, in partic. uno scritto,
9. locuz. dare una visita a qualcosa: dedicarvisi in modo occasionale o sommario
dava visita. -fare la visita di qualcosa: rovistare nelle tasche o nelle borse
-a san francesco di sales quando aveva qualcosa da dire alle novizie delle visitandine.
rovistare, per lo più alla ricerca di qualcosa. baretti, 6-253: i forzieri
conoscere a fondo, fare esperienza di qualcosa. óuicciardini, 2-1-52: non è
lui. 3. visione di qualcosa o qualcuno (e anche la possibilità
-apparenza, configurazione, conformazione di qualcosa. dante, par., 14-113
politilo. -il prendere visione di qualcosa; possibilità di verifica diretta.
8. intenzione, proposito rivolto a qualcosa che si farà o si compirà nel
la disposizione o l'intento di realizzare qualcosa). -anche: scopo, fine
tende, mira rivolta al conseguimento di qualcosa; possibilità di conseguire uno scopo; prospettiva
-occhiata, in partic. diretta ad accertare qualcosa o a fissare nella mente un particolare
; manifestare apertamente; dare segno di qualcosa, manifestare il proposito, l'intenzione.
finta; comportarsi come se si facesse qualcosa. inghilfredi, 585: però,
nelle immediate vicinanze di qualcuno o di qualcosa (ed è per lo più in relazione
, porre, tenere a, in vista qualcosa o qualcuno-. metterlo in mostra,
. -non avere più ben presente qualcosa. rosmini, vii-191: dopo di
mai più visto-, per indicare iperbolicamente qualcosa di eccezionale, di singolare.
prospettiva da cui si esamina o considera qualcosa; punto di vista. -campo
ridare notorietà, diffusione e sviluppo a qualcosa, riportare alla ribalta. solaro della
te e miracoli di qualcuno o di qualcosa: v. miracolo, n.
vita a qualcuno o per qualcuno o qualcosa: immolarsi, sacrificarsi in difesa di
: immolarsi, sacrificarsi in difesa di qualcosa o di qualcuno. dante, conv
uccise. -dare la vita per qualcosa: essere disposto a compiere qualsiasi sforzo
a compiere qualsiasi sforzo pur di ottenere qualcosa o di realizzare un desiderio.
, ecc.: non attribuire a qualcosa nessun valore, nessuna importanza. pulci
-dovere la vita a qualcuno o a qualcosa: evitare la morte o essere sopravvissuto
o all'aiuto di qualcuno o di qualcosa. tommaseo [s. v.
]: un colore vitaminizzato dise su qualcosa che appartiene al passato. pinge l'intero
(anche nell'espressione fare vittima di qualcosa). dante, par.,
. l'aria esprime dalla sua inanità qualcosa d'inconsolabile. =
2. che svilisce, che denigra qualcosa. uccide quella stessa virtù da cui
di questi sprezzo per qualcuno o per qualcosa. tiranni come la loro fine e stata
iv-92: che meditano i malvagi? dimmene qualcosa... quassù non mi arrivano
a chiudermi il mondo e a spengere qualcosa di me, ed essa medesima a sostituire
, un mezzo espressivo - cioè non qualcosa di abitrario ma un vivaio di simboli cui
, i-2-3: la sensazione sia concepita come qualcosa di poerio, 3-466: l'un dell'
atto conoscitivo, e non già come qualcosa d'informe e di passivo, o di
13. fare concreta esperienza di qualcosa; sentirla profondamente, con tutto il
l'immagine mentale di qualcuno o di qualcosa). serafino aquilano, 67:
e la ragazza non si fece più qualcosa di simile, scampanellìo di cavalli e una
un nemico). nel vivo di qualcosa). d. bartoli,
persi, degradarsi (la natura di qualcosa); decadere in ventre [
: quel -alterare la sostanza di qualcosa; costituire causa di detrimento.
. -prendere il vizio: avvezzarsi a qualcosa. pavese, 5-18: la musica
capitani che lo circondavano. -prendere qualcosa a vizio: farla, ripeterla abitualmente.
cassola, 8-22: la zia brontolava qualcosa su quel viziaccio del fumo.
3. denominare qualcuno o qualcosa, attribuirgli un nome o un epiteto
derivasse da una voce persiana che significa qualcosa come 'repressore'. -voce dell'uso
. -avere qualcuno in voce di qualcosa: averne una cerc. arrighi,
per contrad -avere voce in qualcosa: avere la possibilità di indirlo.
-region. darsi pena, preoccuparsi di qualcosa. a. verri, 2-ii-252:
signore. 2. desiderio intenso di qualcosa, per lo più momentaneo e improvviso
gestanti a mangiare o a bere immediatamente qualcosa di particolarmente invitante, stuzzicante.
rifinito. -morire dalla voglia di qualcosa, morirvi sopra: v. morire
n. 33. -patire voglia di qualcosa: esserne, rimanerne privo. boccaccio
tenere un determinato comportamento, a fare qualcosa. rugieri d'amici, 62
una persona, in partic. per qualcosa che si suppone possa accadere in futuro
precipitarsi per raggiungere qualcuno o per fare qualcosa. cicerchia, xliii-390: come 'l
ogni altra specie di animali. -fare qualcosa, svolgere un compito in men che
ferrovie. 7. snaturare profondamente qualcosa svuotandolo dei propri contenuti. b
2. figur. rapida scomparsa di qualcosa o di qualcuno da un luogo.
tr. svuotare di ogni contenuto; privare qualcosa della sua identità. b.
. e letter. che desidera intensamente qualcosa, che ne è fortemente attratto;
che è determinato a fare o a ottenere qualcosa. francesco da barberino, ii-200:
cupido, avido di possedere o di procurarsi qualcosa. livio volgar., 1-36:
. che è desideroso, anelante di fare qualcosa; che è determinato a fare qualcosa
qualcosa; che è determinato a fare qualcosa. giamboni, 133: non essere
contrario, sfavorevole a che si faccia qualcosa. ottimo i-322: fetonte presumiè col
. e dial.). fare oggetto qualcosa della volontà individuale, soggettiva, tendendo
e intensa determinazione a fare o a ottenere qualcosa (e può reggere, con funzione
come vuole il vento. -determinare qualcosa nelle caratteristiche pecuzanobi da strafa [s
4. decidere, stabilire di fare qualcosa (anche con uso enfatico).
pagamento; adattarsi con sottomissione a fare qualcosa. g. villani, iv-7-65
a fare o a smettere di fare qualcosa (nell'uso colloquiale e familiare).
? 6. accettare, gradire qualcosa che è offerto (in par- tic
, pretenderò che altri faccia o dia qualcosa; chiedere in contraccambio (o,
12. indica probabilità, presumibilità di qualcosa. sercambi, 1-i-49: ginevra spettando
appo lui. -abbisognare di qualcosa (una persona). marco polo
-nemmeno volendo: per indicare che qualcosa è assolutamente impossibile. leoni,
tensione, determinazione a fare o a ottenere qualcosa; atto di volontà, volizione.
1-322: quando c'è da fare qualcosa che mi par necessaria, non so restringermi
. sollecitudine, fervore, zelo nel fare qualcosa. dante, purg., 24-69
piacere. -propensione, disponibilità per qualcosa; intenzione fattiva; buona volontà.
tipico della piccola-boignesia, aveva pur sempre qualcosa di vivo, di vitale, di sano
6. carattere banale, scontato di qualcosa; mancanza di elevatezza, di eccezionalità
vòlsi, volgesti). far rotare qualcosa intorno al proprio asse. -anche: girare
volto, lo sguardo verso qualcuno o qualcosa. -al figur.: concentrare la propria
il proprio interesse, i propri desideri su qualcosa. - volgere l'animo: v
un'emozione, ecc. verso qualcuno o qualcosa. guidiccioni, 5-56: le amorose
. comisso, v-12: voleva offrirgli qualcosa da mangiare, ma la sporcizia della
prendere a cuore, a interessarsi di qualcosa o qualcuno. petrarca, 128-9:
33. trasformarsi, mutarsi in qualcosa di diverso od opposto; svolgersi,
. 8. -volgere la chiave di qualcosa: averne il controllo, regolarlo,
-volgere per la mente, nella mente qualcosa: v. mente1, n.
-slancio, desiderio appassionato, ardente di qualcosa. monachi, 34: de'laici
. che vuole, che desidera fortemente qualcosa. cicerone volgar.
passo. -dare il volo a qualcosa: lasciarlo perdere, non occuparsene più
di succhiare. -aspirazione a ottenere qualcosa; bramosia, vo- glia.
; che si offre spontaneamente per fare qualcosa. -anche in posizione pred. e con
, agg. ant. desideroso di fare qualcosa. guido delle colonne volgar. [
adatta; che ha desiderio di fare qualcosa. -anche in posizione pred. e con
una volpesca furbizia per distrarre l'attenzione da qualcosa. = deriv. da volpe1
un tessuto, ecc. intorno a qualcosa (e anche ciascuno dei giri che
3. girare o rovesciare qualcosa in modo che presenti il lato opposto
quel di sabbione. -fare ruotare qualcosa su se stesso, intorno al proprio
. -avvolgere, arrotolare intorno a qualcosa. panigarola, 1-121: nella seconda
gli occhi addosso o sopra qualcuno 0 qualcosa: v. occhio, n. 42
, sf. il voltare, il girare qualcosa, per lo più rapidamente.
-avere 0 non avere volto da fare qualcosa: averne o non averne il coraggio
toccata qualche bussa. -dir qualcosa in volto a qualcuno: dirglielo apertamente.
-drizzare il volto a qualcosa: rivolgervi viva attenzione, considerarlo di
tutti. -far volto di fare qualcosa: far mostra di compierlo, accennarlo
-gettare al volto 0 in volto qualcosa a qualcuno-, rimproverarglielo, rinfacciarglielo.
aspirazioni); propenso, deciso a fare qualcosa. - anche: incline a un
voltolóne, sm. il voltolarsi in qualcosa con compiacimento. - anche in contesto
vol tare e rivoltare ripetutamente qualcosa o qualcuno facendolo rotolare; far girare
ad avvolgere, con cui si avvolge qualcosa o qualcuno. uguccione da lodi
estens.: mole, massa di qualcosa. a. pucci, 6-170
sua presenza e voluta da lei, prendeva qualcosa di finto. -stabilito,
risentimento nei confronti di qualcuno o di qualcosa; diffondere maldicenze sul conto di qualcuno
partic. in espressioni comparai, per indicare qualcosa di sgradevole ed estremamente brutto).
morale, di disgusto per qualcuno o per qualcosa; insofferenza, o avversione.
disordinata. 6. rovesciare, versare qualcosa, in partic. un liquido,
, ingluvie. -empirsi la vozza di qualcosa: mangiarne in grande quantità. del
-con le mani vuote, senza portare qualcosa in dono. manzoni, pr.
13. mancanza di qualcuno o di qualcosa che provoca solitudine e sofferenza; grave
prestabilita e segreta in cui deve accadere qualcosa di importante. g. morselli,
, compor qualche zacchera, per cavarne qualcosa pel giovane da dare all'amica.
rapido e veloce. -anche: strappare qualcosa di mano a qualcuno. sanudo
. tr. percuotere, colpire qualcuno o qualcosa con le zampe anteriori. paolieri
zampini: intimazione perentoria a lasciar stare qualcosa, a non occuparsene, ecc.
addosso. -mettere lo zampino a qualcosa: prenderlo, impadronirsene. fagiuoli,
-per estens. grande quantità di qualcosa. a. casotti, 1-1-6
della religione. -preparare i fondamenti di qualcosa. -anche sostant. pascoli, ii-993
famoso 'zapping5 fra le reti alla ricerca di qualcosa di alternativo allo spot. e mairi
anche: esprimere critiche, sparlare di qualcosa o di qualcuno. rime anonime napoletane
a cuore; forte interesse, passione per qualcosa. andrea stramazzo, xlvii-118: e
. -che ha particolarmente a cuore qualcosa o qualcuno; fortemente interessato, premuroso
2. esaminare, considerare attentamente qualcosa. sanudo, 3-249: officiali di
per estens. grande quantità, abbondanza di qualcosa. tarchetti, 1-140: che fa
espressione uno zero, uno zero di qualcosa). n. cieco, lxxxviii-ii-212
ultimo centesimo; non pensano a metter qualcosa da parte. -che obbedisce solo
tose. quantità molto piccola di qualcosa (anche con riferimento a concetti astratti
uno zipolo-, ottenere modesti risultati da qualcosa; non saperne sfruttare adeguatamente le possibilità
d'uno zipolo una lancia: conferire a qualcosa un'importanza, un rilievo, un
-odore di zolfo-, sentore di qualcosa di negativo, di malefico, di
allora -non curarsi tre zolle di qualcosa: non darsene alcun zomba più gagliardamente
simil. ciò che circonda, che attornia qualcosa o che costituisce una fascia circolare.
-nella locuz. dare di zona: fare qualcosa con impeto ed entusiasmo. -anche in
in viso... che c'è qualcosa per aria ». periodici popolari, i-326
sale, n. 15. -entrare qualcosa in zucca: essere capito, compreso
-ficcare o ficcarsi, mettersi qualcosa in, nella zucca: far assimilare
allettarlo, stimolarlo, instillargli interesse per qualcosa. cesari, i-402: voi ci
. -per estens.: che percepisce qualcosa in modo premonitorio (le orecchie,
alla credenza popolare che stia per accadere qualcosa o che qualcuno avverta che si sta parlando
zampogna zufolo. 11. insinuare qualcosa all'orecchio di qualcuno, spifferare un
lo rumore. -celebrare, esaltare qualcosa o qualcuno con discorsi o scritti.
. e letter. chi riferisce o insinua qualcosa alle orecchie altrui. - anche:
: provvedere alle necessità altrui; fare qualcosa in vece di altri. a
uzzolo. -essere, entrare in zurlo di qualcosa: averne voglia, desiderarla; iniziare
in zurlo: fargli venire voglia di qualcosa. aretino, iii-125: elleno con
che ha ricevuto in affidamento qualcuno o qualcosa. - anche sostant. decreto legislativo
persone, in par- tic. per qualcosa che dovrà accadere in futuro.
ju-jitsu, l'aiki- do è qualcosa di più di un semplice sistema di combattimento
- per estens.: forte passione per qualcosa. grazia [19-ii-1995], 56
un'azione di antagonismo nei confronti di qualcosa (per lo più un farmaco o una
c'è stata tanto tempo deve pure rappresentare qualcosa. = comp. dal gr
al co stituirsi originario di qualcosa. labriola, 1-iii-1002: perché
quelle stesse multinazionali che vogliono combattere, qualcosa potrebbe davvero cambiare. = comp.
d'aver inaugurato tanti pittura, ossia qualcosa che sta in opposizione al positivo fatto
femm. -trice). chi approfitta di qualcosa 0 qualcuno. = nome d'
esserci fra un prodotto ingegneresco e per esempio qualcosa di cui si dice che è 'interno
, sm. l'asportare, il trasportare qualcosa da un luogo all'altro; asportazione
, 1-140: il porre la legge come qualcosa di sancito in modo irreversibile, una
in atto, di tradurre in realtà qualcosa (una legge, un decreto, ecc
vincere). indursi a credere in qualcosa 0 indursi ad agire in un determinato modo
di propria iniziativa al di fuori di qualcosa, escludersi dalla partecipazione 0 dal godimento di
escludersi dalla partecipazione 0 dal godimento di qualcosa. eco [« la repubblica
conduttore dotato di una sua teleologia, ereditando qualcosa della normatività dell'assoluto autotrasparente di hegel
a un atteggiamento favorevole verso qualcuno o qualcosa. = comp. da bene
ventidue marzo: se andiamo a sbatter contro qualcosa sarà da ridere, è facile che
lo specchio [13-iv-1962]: è qualcosa fra il ragazzetto quindicenne, la bobby-
a. polillo, 192: ma qualcosa di nuovo doveva pur esserci: per esempio
con somme di denaro versato per ottenere qualcosa illecitamente. -anche: chi compie
invar. persona molto riluttante a concedere qualcosa (ed è proprio del linguaggio colloquiale con
agg. che si prende gioco di qualcosa, anche con disprezzo; derisorio.
-per estens. grande quantità di qualcosa. camolare, intr. anche con
distintivo, particolare di qualcuno o di qualcosa (un segno, un comportamento).
possibilità di successo, di riuscita in qualcosa. - per estens.: occasione propizia
. riprodurre imitando esattamente le caratteristiche di qualcosa. 3. riprodurre il codice di
stato riprodotto in modo assolutamente identico a qualcosa. la repubblica [8-i-1981]
codetèrmino). contribuire alla determinazione di qualcosa, fungere da concausa. g
deriva). -anche: il considerare qualcosa come causa di una situazione negativa.
, agg. che può essere contenuto in qualcosa. 2. che può essere
. coscienzializzare, tr. riconoscere qualcosa nella sua essenza, prenderne coscienza.
rappresentano nel mondo inquieto dell'arte contemporanea qualcosa di più di una particolare tendenza,
, inter. per riprodurre il suono di qualcosa che si frantuma, si rompe o
un individuo cessi di essere condizionato da qualcosa, in special modo da un vizio.
, agg. che considera qualcuno o qualcosa in modo fortemente negativo e quindi da
2. figur. ritenere o far apparire qualcosa come fortemente negativo e responsabile di un'
importanza, ecc. di qualcuno o di qualcosa. = nome d'azione
priva del senso storico, che separa qualcosa o qualcuno dal contesto storico in cui
valore, della qualità di qualcuno o di qualcosa. = nome d'azione da dimensionare
figur. disponibilità a dare o a concedere qualcosa solo se in cambio se ne ottengono
e sole-24 ore [6-iv-2001]: qualcosa, piano piano, comincia a muoversi
. g. manganelli, 14-46: qualcosa tentava vanamente di conseguirmi, ectoplastiche preghiere
presentare questo conoscere come il passaggio di qualcosa con funzione informatrice (eidola, effluvi,
che si trova all'interno rispetto a qualcosa. verbali del consiglio di amministrazione fiat
che fa uso o esperienza di qualcosa, sperimentatore. -anche: fruitore, utente
esplicitazióne, sf. il rendere esplicito qualcosa; spiegazione chiara e dettagliata.
sf. verifica, prova della validità di qualcosa basata sul confronto. a
familiarizzazióne, sf. il prendere dimestichezza con qualcosa. -in partic.: addestramento all'
ficcanasaggio frenetico dentro ogni stanza. cercano qualcosa in particolare, le pumitroccole? assolutamente no
piatto di pasta, un fiordilatte, qualcosa. del giudice, 2-36: tagliò col
conduttore dotato di una sua teleologia, ereditando qualcosa della normatività dell'assoluto autotrasparente di hegel
avere la certezza o le prove di qualcosa. e. cecchi, 3-152:
« se presuntuosamente ci riteniamo portatori di qualcosa di originale ». = locuz
femm. -trice). chi fruisce di qualcosa, in partic. di un servizio
soffici, cliii-149: se hai bisogno di qualcosa scrivimi. lavora al romanzo futuristicamente.
considerato un valore essenziale, fondamentale di qualcosa. a. guiducci, 3-39:
2. figur. evitare di soffermarsi su qualcosa, di affrontare un determinato problema,
2. figur. esagerazione dell'importanza di qualcosa. -aumento immotivato e artificioso, maggiorazione
parabola del ribelle, che per ribellarsi a qualcosa (il nemico ha sempre gli stessi
scrittura). dorfles, 18-29: qualcosa di molto simile al rapporto tra tracciati
a. busi, 16-159: qualcosa che alle nove e uno di lunedì quattordici
a imbonire, a convincere qualcuno di qualcosa, a persuaderlo a compiere un'azione,
, di agire, di occuparsi di qualcosa, ecc. savinio, 30-375:
, sonnolenza. savinio, 22-362: qualcosa di quelle illusioni teatrali è sopravvissuto alla
vado in fondo un attimo, prendo qualcosa, te rollati il joint. l'espresso
inter. come esortazione a non preoccuparsi di qualcosa. = locuz. fr.,
ultravioletti. benni, 12-133: « qualcosa non va? » disse il dottor siliconi
sf. psicol. paura morbosa di lasciare qualcosa in sospeso. = voce dotta
calice, fu associata in proust a qualcosa di sensuale e di devoto. =
tenere). curare la manutenzione di qualcosa. 2. ant. guidare
sf. processo, operazione attraverso cui qualcosa o qualcuno viene emarginato, sottovalutato, messo
del mass mediologo a cui si parli di qualcosa che esca minimamente fuori dal discorso corrente
quest'anno i bikers si sono scolati qualcosa come 3000 litri di birra, accompagnati
lo stanco o svogliato spettatore può spilluzzicare qualcosa a piacer suo. c. cederna,
risposta dell'economia reale ha saputo esprimere qualcosa di formidabile, fino a valorizzare quegli
segnale che la net economy è davvero qualcosa di nuovo. la repubblica-r venerdì [
senso possibile, come attaccamento affettivo a qualcosa) e per incapacità dunque di oggettualizzare la
scandalo esistenziale, la sua scrittura ha sempre qualcosa di meccanico e insieme parnassiano.
per ottenere il permesso di dire o fare qualcosa. - anche sm. invar
lì, può dare i natali solo a qualcosa di bello, nuovo e pulito.
momento la pisquanica sensazione che fosse cominciato qualcosa d'infinito. = deriv. da
cera, degas voleva proprio dimostrare di fare qualcosa di opposto alla scultura da salon e
abbandona il rigore iniziale e concede più di qualcosa al puccinismo. puchero [
unico percorso, anche al fine di propagandare qualcosa. 3. nello sci alpinismo,
sm. invar. recupero, ripresa di qualcosa che è stato messo da parte,
rivelarvi che avete l'obbligo di escogitare qualcosa che non ci costringa in eterno dentro la
ragazzo, ecc. sandwich: che pubblicizza qualcosa camminando con un cartello sul petto e
professionisti. -possibilità di fruire facilmente di qualcosa. l. piccioni, 246
[10-ii-1995], 144: è successo qualcosa nelle salette riunioni ovattate, ai piani
bellissima realtà, poi travisata malamente, come qualcosa di turpe, sinonimo di eresia (
essere sollecitato, calorosamente esortato a fare qualcosa. - anche sostant. f
per ottenere il permesso di fare o dire qualcosa, ecc. -anche sostant.
assolutamente sicuro, convinto, persuaso di qualcosa. e. brizzi, 1-73
manna per i superricchi, ma regala qualcosa anche al ceto medio e ai poveri.
forza lepida ed esclamativa quando si scopre qualcosa di inaspettato, e noi potremmo dire
parlar dans le tuyau de l'oreille 'dire qualcosa all'orecchio'. tv [tivù,
che avrà di nuovo dentro di sé qualcosa di non occidentale. = comp.
ormai oltre dieci anni), trasformatasi in qualcosa di cui non abbiamo una vera cognizione
effect dovuto al movimento, fa vedere qualcosa che si muove quando in realtà non si
. marcata insofferenza che si prova verso qualcosa o qualcuno (e ha valore scherz.
. -ci). scherz. insofferente a qualcosa o qualcuno. arbasino,
che può essere usato in sostituzione di qualcosa che non si può o non si vuole
non tutte, ma per quelle che mancavano qualcosa di simile ». un giudice che
della sera [17-iv-1999]: io aggiungerei qualcosa a proposito del fatto che il primo
un atleta sia costretto da qualcuno a usare qualcosa di illecito ». = denom
di un oggetto metallico che sbatte contro qualcosa. parise, 5-131: alla
: eranotroppogiovani per sapere che poteva esistere qualcosa di diverso dal bull-market,..
non si accorgeva di essere in ritardo per qualcosa. una partita di burraco, una
o come risposta, per indicare che qualcosa è evidente, ovvio, sottinteso.
– al figur.: mettere al riparo qualcosa, assicurarne il mantenimento nel tempo.
, 28-1-159: il giovane ferroviere ha qualcosa del caporchestra e del virtuoso concertista.
o il tizio scriveva in esadecimale, o qualcosa del genere. next. videogame.
carnalizzare, tr. letter. conferire a qualcosa una consistenza carnale, corporea.
fai l'incontro giusto, qualcuno o qualcosa che ti porterai dietro. carubba,
valeria – siamo venuti a mangiare qui qualcosa e adesso andiamo a vedere lo spettacolo
prima volta, i soldati si erano presi qualcosa dal camion senza pagare; non molto
– per estens. grande quantità di qualcosa. sermini, 205: gionse
– come esclamazione, per negare decisamente qualcosa. a. longoni, 1-17:
, sm. letter. cozzo fragoroso di qualcosa contro una barriera. marinetti,
ceramiz * zazione, sf. rivestimento di qualcosa con uno strato di ceramica (con
mordendomi, ha detto in quel giornale qualcosa che non m'andava a verso troppo.
soggetti'cinematografabili, più o meno noti, qualcosa deve arrivare. r cinematografaro (
cocreazione, sf. letter. realizzazione di qualcosa in collaborazione con altri.
, collaborazioni, contatti, riuscii a qualcosa. ebbi la risposta del mio amico dai
ant. obbligare, costringere a fare qualcosa. campanella, 11-182: e quelli
. che condivide la stessa origine di qualcosa o qualcuno; generato insieme. garzoni
di poemetto agreste nel quale c'è qualcosa di più fresco e di più vivo che
dallo stesso professore, per mascherare come qualcosa di simile alla contraccezione quanto è solo
, torino – che mi hanno lasciato qualcosa.. = forma abbrev.
imbrogliare; indurre o costringere a fare qualcosa. porta, 18: oh
uomo di governo...; è qualcosa fra un dantonista e un termidoriano.
, che è diretto a demonizzare qualcuno o qualcosa in base a pregiudizi o preconcetti.
precedente significativo che scoraggia o dissuade dal fare qualcosa. – anche con uso aggett.
cancellazione, annullamento del valore attribuito a qualcosa. enciclopedia einaudi, ii-207:
o, anche, problematico) di qualcosa. quaderni di 'società e conflitto'
le esatte dimensioni o il preciso valore di qualcosa. – anche sostant. bruno
vale a esprimere, a descrivere efficacemente qualcosa. rasori [engel], i-47