d'oro, che l'altrieri mi prestasti, non m'ebber luogo, perciò che
larghi al banco, i quali tu mi prestasti in- sino quand'io menai donna,
sfloria, / che pura tu prestasti al corpo debile, / sì che divien
un frego di que'danari che mi prestasti per maritar mia sorella? lippi,
te si vede, / gli affanni tuoi prestasti al re ch'or siede / con
dugento fiorin d'oro che l'altrier mi prestasti, non m'ebber luogo.
laude e sonetti e ternari che mi prestasti quando fui costà. sanudo, lvi-248
l'anima si sfloria, / chepura tu prestasti al corpo debile, / sì che divien