che 'l fa gir oltra dicendo: oimé, lasso. marino, 13-111: lieta
polcella. petrarca, 71 -71: oimé perché sì rado / mi date quel dond'
villania. boccaccio, i-80: ma, oimé!, se 'l tuo amore non
buonarroti il giovane, 9-247: -oimé! oimé! ch'un forno abbrucia. /
, costanza. petrarca, 267-4: oimé il parlar ch'ogni aspro ingegno e
le era negato. mamiani, 1-145: oimé! pugnando / per la sua terra
, inneronire. idem, 2-147: oimé, che sento indragarmi d'amore e inserpen-
tiri / a ricordar quel volto, oimé! da cui / non ebbi mai
. buonarroti il giovane, 9-53: oimé! dall'altra parte, / quei
or spera or teme / vidi, oimé lasso, a me medesmo tolto. tasso
modello. bondie dietaiuti, 293: oimé, chiaro miraglio ed amoroso, /
afflitta apriva le labra ad un palpitante oimé. 9. vivo, concreto
iv-90: quanti greggi e armenti, oimé, digiunano, / per non trovar pastura
abbia una di quelle papere ». « oimé, figliuol mio, » disse il
dee., 1-1 (1-iv-43): oimé, padre mio, il mio è
spesso gl'insulti. goldoni, x-913: oimé che l'uccellino se n'è andato
). bondie dietaiuti, 293: oimé, chiaro miraglio ed amoroso, /
auditori. testi, ii-145: quant'oimé! per cure illecite / son quaggiù
in asia. bracciolini, 3-98: oimé, dell'asia, il regnatore estinto /
occhi con un gran sospiro disse: - oimé, ove son io? tasso,
tiri / a ricordar quel volto, oimé! da cui / non ebbi mai se
, ansia. parini, 307: oimé che turbine nvoltuoso / di cure asprissime
paté, fillo e. mmarito! / oimé tauppina col grande anvito, / ora
vai, / tu non te accorgi, oimé, che quelche fai / è voluntà ch'
.). martello, 6-i-556: oimé, la schiena! /...
e dolore. casoni, 3-6-430: oimé, che fosco accendimento, o che fiero
/ perché m'èi sì distrutta? / oimé, lassa tapina, / chi ardo
forte pianeta! laude, v-525-26: oimé tauppina c'ò 'l grande envito. '
casotti, 1-1-79: questo torrione, / oimé di paralisia, / perché ha toccato
, e la ragione, a'popoli, oimé! ora rara compagnia. fra cherubino
. salvini, 41-182: ma, oimé, che spesso sbandita la bella pace,
così forte co le funi, / oimé lassa, ed i'poneva mente, /
cebà, 2-171: ma che vaneggio, oimé, ma che trasogno? / dunque
quella durezza de l'animo suo. ma oimé, che parlo? che vanegf o
occhi e tutta in viso cambiata: « oimé » disse, « madre mia,
vino, che scorre dicendo: oh, oimé questo si perde! giuglaris, 319
-e la ragione, a'popoli, oimé! ora rara compagnia. la tua mano
di pietà rubella? / o forse, oimé!, per mia maligna stella /