capo, che mortale / fossi, adorata micia, e che la morte / ti
. -esser piuttosto mucia (o micia) che gatta: manifestare un'indole
che per vezzo si chiama mucia o micia, e la gatta straniera alla casa e
sospirava, e ritornava a dire: 'micia, micia ', in quella guisa
e ritornava a dire: 'micia, micia ', in quella guisa propio e
toccare il polso sopra il manichino: micia da uomo o della camicetta femminile di
/ mutandoti a scambietti / verso la micia bella, / tu a lei soffiavi,
[la febbre] come una puttanaccia micia, porca, sfacciata che la è.
se non hai cavai, tu monta a micia. -quando le micce saran cavriuoli
. ritornava a dire: 'micia, micia ', in quella guisa proprio e con
non per darla al cucco o alla micia. pananti, i-378: tu festi,
i-378: tu festi, o bella micia, un tanto bene, 2.
più affettuosi vezzeggiativi, e « povera micia, e povera micina, e povera
/ le mani tue, / mia micia e cucciola. 3. locuz
locuz. -dire alla gatta gatta e non micia: v. gatta1, n.
, n. io. -essere piuttosto micia che gatta: v. gatta1,
2-18: il pedante cominciò a dire: micia, micia, micina mia. raiberti
pedante cominciò a dire: micia, micia, micina mia. raiberti, 1-142:
più affettuosi vezzeggiativi, e « povera micia, e povera micina, e povera miciona
più affettuosi vezzeggiativi, e « povera micia, e povera micina, e povera
), sf. ant. gattina, micia. sacchetti, 130-29: comincia
francesco, accomodandosi la ca micia, ha trovato che ci mancava un bottone
, 187: la nuova ca — micia polo prodotta per diego della valle sta
per camicia a una ca micia a canto, / onde potrìa portarla un
sospirava e ritornava a dire: « micia, micia », in quella guisa propio
ritornava a dire: « micia, micia », in quella guisa propio e con
la dea pietosa, / e converse quella micia, / pronta avendo una camicia /
traboccante pondo / che dal tatto di micia ebbero il biondo. fr. serafini,