tu al maestro di nuoto; organizza merende all'aria aperta e banchetti all'aria
giorno per far passeggiate, colazioni, merende; o a turno nelle ville e villette
/ suole la plebe nelle sue merende / il dì di san lorenzo
in canti in risa in conversari in merende finché la mamma l'amante e la
lungo in canti in risa in conversari in merende finché la mamma l'amante e la
badiali mi parve di fare una di quelle merende caserecce che tanto piacevano alla mia infanzia
che non si poteva ammutolire né con merende nel prato, né con inviti a nozze
donne vane alli monasteri a fare le delicate merende, con balli e canti e con
diventò la divinità dei balli e delle merende. d'annunzio, v-1-66: il popolo
diventò la divinità dei balli e delle merende. dossi, 649: sfido voi a
estatica avanti il tramonto, l'ora delle merende all'aperto, d'oro pei laterizi
diventò la divinità dei balli e delle merende. -sventatamente, senza badare ai propri
entusiasmo e cancaneggiasse ad ogni proposta di merende all'erba. -ant. irragionevole
al li monasteri a fare le delicate merende con balli e canti e con stormenti
pareva avesse più importanza di quelle certe merende al sole, calde e grevi:
vane alli monasteri a fare le delicate merende con balli e canti e con stormenti
questo n'avevan da lui di buone merende e d'altri onoretti. sercambi, i-i-
festosa / suole la plebe nelle sue merende, / il dì di san lorenzo,
. govoni, 168: le malinconiche merende / nelle poetiche osterie dei sobborghi /
diventò la divinità dei balli e delle merende. arbasino, 3-161: anche se
ai vittoriali, ai lupercali, alle merende rinascimentali. -region. leggero pasto
vane alli monasteri a fare le delicate merende con balli e canti e con stormenti
e al maggior dì far d'agli le merende! manzoni, pr. sp.
vuol dire che allora si smettono le merende, solite a farsi nell'estate dopo desinare
ragazzi in iscuola uniscono insieme le loro merende, dicono di 'fare il merendino'. es
donne vane alli monasteri a fare le delicate merende con balli e canti e con stormenti
o presso loro, o vero merende, desinari e taverna della chiesa.
avevan da lui [calandrino] di buone merende e d'altri onoretti, acciò che
a sera avessi parte in ben cinque merende. manzoni, pr. sp.,
più ai salsicciotti ed al prosciutto delle merende che alla superstizione dell'acqua passante.
lardo. solinas donghi, 2-168: merende di pane messo a mollo nell'acqua
voglio salire invece al pianèllo delle sette merende per ritrovare un po'di selvatichezza burbera
l'avevano incantata con la descrizione delle merende fatte sugli alpi, accanto ai pisciatelli di
. gavoni, 168: le malinconiche merende / nelle poetiche osterie dei sobborghi /
: in mille banchetti, / asciolveri e merende,
riddoni / e nastri e risolin, merende e sguardi, / con le chiese,
, cento fantasie / di colazioni, merende, rinfreschi. collodi, 319: fu
meno comodi al diletto del passeggio e delle merende. 3. per estens.
idem, cxiv20- 358: collezioni, merende, smangiucchi fuori di pasto, non
al maggior dì far d'agli le merende! tasso, 20-136: sì parla e
calandri no] di buone merende e d'altri onoretti, acciò che solleciti
nddoni, / e nastri e risolin, merende e sguardi, / con le chiese,
bassani, 4-17: chissà che splendide merende a base di tè, burro e marmellata
acceso, canotti di vivandieri che provvedono merende ai gitanti. moravia, ii-124: