par., 32-109: ed elli a me: « bal- dezza e leggiadria /
viso baldo, / dicendo che ver me troppo fallava. intelligenza, 22: e
: e la morte doveva entrare con me, presentarsi qua tra la baldoria svergognata
letto. monti, i-138: soderini me l'ha mostrata ed ha barzellettato molto sopra
basco con la piuma. salì con me in un salottino. dessi, 6-89:
mozzo e quadro, sorgente davanti a me su di una seicentistica enorme base marmorea
i-95: questo pensiere veniva fomentato in me dai consigli del mio cognato, cortigiano inveterato
ii-9: così è, come almeno a me pare, chiaramente dimostrato che le spiegazioni
che tu l'odori / che di me ti rammenti. idem, iii-1-680: sul
: e quegli odori / tanto tanto per me consolatori, / di basilico d'aglio
sorella a ruggero, / morta per me, basita, spasimata. di giacomo,
altro, men bassamente, a me non rincrescerà né di questa fatica
iii-120: io non sento così bassamente di me medesimo, che non mi credessi
grosso. cassola, 2-9: baba me lo ritrovai a due passi senza che
/ giovanna o altri non ha di me cura; / per ch'io vo tra
, 2277: la madre mia di me portava il pondo, / con suo non
ch'io togliea i raggi / dinanzi a me del sol ch'era già basso.
volta de più alta materia essere da me refrigerato. sannazaro, 12-215: basse son
o di farfalle: / vieni con me tra le giorgine gialle, / vieni tra
verga, 1-188: che penserà egli di me non vedendomi più?...
solo pensiero che egli possa dimenticarsi di me! panzini, ii-294: il suo
accordo in re è necessario! voi me l'avete zampato netto netto! -maestro
bisogno della più nuova sostanza di me. campana, 56: ripidi colossali
. barilli, 3-20: a me, che guardavo il panorama, si
d'annunzio, ii-468: venite a me! lasciate gli egri / e i
castroneria, e alla giustissima critica da me fattane non ti basterà mai la vista
volevo, insomma, che incominciasse con me, per opera mia, una nuova
figur. béltramelli, ii-40: a me, la improvvisa gioia ha fatto sempre
e la voce e la persona tesi in me a guisa di balestra, e'pareva
sm. plur. stor. eretici dualisti me dievali (detti anche patarini
al dormitorio, è stato per me l'esercizio più atroce. pavese, 6-38
, assente, altro, provavo in me... mediante la pietà e il
azione. gramsci, 230: a me pare che debba avvenire in noi una
, un'impresa che avrebbe richiesto da me un enorme spreco di tempo ed energia
. muratori, 7-v-33: particolarmente a me sembrò degno di luce l'ordine tenuto
yopoùfievo <;, part. pres. me diopassivo di xcmjyopéto * attribuisco
di que'pochi catelini stizziti che fecero ridere me, abbaiando a cotesti generi e abbaiando
. buonarroti il giovane, 9-951: me n'andai catellon, passo passo,
è la terrena / letizia. a me catena / fa'di tue braccia. deledda
ardentissima voglia ch'io sempre nutriva in me di viaggiare oltre i monti, mi
partito di cui vi scrissi, ma me ne faccio una gloria. so a un
è ormai divenuta una insopportabile catena per me. leopardi, iii-259: il mio intelletto
. pirandello, 7-180: e per me doveva essere questa, la vita? non
sedere accanto adriana e pose accanto a me la pantogola. -lettera a catena
iacopone, 55-15: da puoi ch'eo me so colcato, revol- tome ne l'
critica italiana ha messo da parte per me. viani, 13-199: ii tempo
rispetto, arei amato martino luther quanto me medesimo: non per liberarmi dalle legge
la prestezza,... dichiamo: me ne va il sangue a catinelle.
lontana due in tre dita, sempre me l'ho sentita come percuotere da una
dell'uomo e santini, furono per me la stessa cosa; e odiai, odiai
cervello. nievo, 1-97: poveretta me, cosa doveva fare! cercai sì,
insegna che quella è la divina profondità a me preclusa; poi s'adira, digrigna
/ le qual voi vedite che me metto en erranza. = deriv.
quattro saranno o pretenderanno essere innamorati di me. berchet, 61: l'ultimo sentimento
e finta umanitade / fór quei che me pigliàr sanza rategno, / e che m'
, la quale si era smarrita da me... per la cattività di quelli
memoria l'ultima parte del confiteor finché me ne capacitassi ben bene. svevo,
: non parlava decentemente alcuna favella a me accessibile. con me usava un misto
alcuna favella a me accessibile. con me usava un misto di cattivo inglese e
e son sicura che sarebbe peggio per me. carducci, i-338: è mal vezzo
(377): ohimè, cattiva me, vedi quel che io faceva! trattato
tanto poi non lo credevo ». a me in vece pare d'essermi
cenci di quel tempo, vorrei fare di me qualcosa di meno peggio.
ma io penso / che a dar da me questa lettera al golpe / i'potrei
catolicismo, e li catolici dicon, di me. panciatichi, 225: sollecitava
uomini uccidete? aretino, ii-149: me l'ha detto il mainoldo mantovano cavalier
della chiesa. ojetti, i-38: a me romano piacciono questi rari cattolici, superstiti
che tutta l'ottava armata inglese cerchi me e sia sbarcata in europa col solo scopo
in europa col solo scopo di catturare me. 3. figur. captare
quella de le lettere, non sarebbe da me attribuita a così maligna causa, com'
el grande amore che lui portava a me, avvenne, che per queste cause io
causa di dire che sia appresso di me avvilita la degnità del collegio romano. campanella
cui si duole d'essere stato da me offeso nell'onore. davila, 1-2-344
dire a lei; ed io non me ne intendo come stanno queste cose della
nel causidico fòro amati tanto; / reggo me stesso, e quelle norme apprendo,
istette sospeso; / disse: « a me tocca appiccar tal sonaglio; / ma
. voi non avete ad aver niente da me. vico, 603: la riputazione
in alcun de'modi qui ora da me leggiermente toccati, potendovene esser altri più
per lo sospetto che hanno avuto di me *. buonarroti il giovane, 9-345:
erba il selvaggio silenzio, / a me venire qual cauto / satiro su piede caprino
cauto per gli altri né quindi onesto per me il manifestare tutto il vero, non
adesso trascorrevo i giorni, era fatto per me, mi piaceva: avrei voluto che
cauto. galileo, 3-3-381: a me conviene andar tanto più cauto e circonspetto
la cauzione di tua mano, che cristo me lo renderà nel futuro seculo. il
cara la notte ai morti, / a me specchio di sepolcri, / di
che se la sarebbe cavata meglio di me. -figur. panzini,
cellini, 2-88 (456): me n'andai in palazzo alle ventidue ore,
mel veggio a fianco, e che di me si ride. tasso, n-ii-162:
: cocco, io veggo che a me non è valuto spogliarmi di donne, e
, 32: fra martino e me eravamo come il guanto e la mano,
sei il più buon cavalcatore del territorio, me ne congratulo con te! imbriani,
oriani, x-21-277: vieni a giocare con me -diceva nello, pestandole gli abiti per
, io non difendo le donne, ma me medesimo e l'onor mio. tasso
era strettissimo e il cavallo aombrando di me diede uno strabalzo in dietro che fece
aversi. tasso, 4-81: io per me qui depongo elmo e lorica, /
lontananza da milano è stata ancora a me non solamente di dispiacere, ma di
compar, pòi recordare, sì corno a me pare: / donzello en bel servire
di me. boccaccio, dee., 5-4 (
giovanetto di ventidue anni, e ha piantato me per attaccarsi a lui. bar etti
: « e lo lasci dire a me, che devo intendermi di ciò che conviene
il copista? -gridò il cavaliere. -a me, eugenio uzeda di francalanza, gentiluomo
non si vergognasse di essere sorpresa da me in quella operazione del giuocare perché molti
operazione del giuocare perché molti erano a me noti, molti erano professionisti, cavalieri
. patecchio, xxxv-1-586: grand noia me fai pegro scudero; / d'amigo
muier bela, / chi a pedon me tol lo cavalero. g. villani,
né voi né altri pure a pensar di me; né io son tanto imprudente,
òtto. aretino, 2-104: a me pare che fosse dianzi il vedere il
. onde di poeta ripristinatomi cavallaio, me ne partii per londra. viani, 13-223
cose italiane che custodisco e illustro in me, io perpetuo anche il sorriso italiano:
e accurato anche in campagna, e me, stracciato e logoro sulla panca di polizia
cavalleria: / baron cortese, non me lo negare! / che me con tutta
, non me lo negare! / che me con tutta l'armatura mia / dentro
e comincia alla brava un bozzettuccio di me così sdraiato. lo intitolerai lottando,
r. degli albizzi, iii-219: me ne sono venuto qui, per farvi
ciaccolaio. che volete che m'importi a me di co- deste buscherate? i giovinotti
la tasta e un piastrello sopra, me ne andai in su un cavallino selvatico
tanto fu l'entusiasmo, che indussero anco me a predicare... chi si
. s. degli arienti, 34: me posi a camino fa oggi decesepte giorni
conoscete i cavalli alle selle, come me! -credere, parere d'essere
lassarne cambiare, ché 'l mastro non me dia un cavallo; ché me par sia
mastro non me dia un cavallo; ché me par sia troppo tardi e sai che
sia troppo tardi e sai che sempre me fa sdelacciare le calze e me alza
sempre me fa sdelacciare le calze e me alza la camisa e me dà, qualche
calze e me alza la camisa e me dà, qualche volta, con una
il suo cagnolino, ed entrava con me nelle maggiori confidenze; poco dopo mi
da cavallo », soggiunse « io me ne intendo ». giusti, ii-236:
avariate. è vero che tra lei e me non v'è contrabbando di sorta,
mio: lo arrostirò vivo sulle brage e me lo divorerò tutto: gli caverò gli
cavare fin da allora qualche cosa da me, con la potentissima molla dell'amore di
alberto, due piedi. e a me pare che basti che si cavi un
cavato la corda dalla carrucola e dato a me in mano lo spiedo dopo averlo preso
stato stampato, fosse stato stampato da me. sarpi, i-193: in cambio di
de'medici, 132: nenciozza, tu me fai pur consumare / e par che
gran piacere. / se sanza duol me potessi cavare, / me sparere'per darti
sanza duol me potessi cavare, / me sparere'per darti a divedere 22
, hacci detto a messer antonio e me, che si truovi via e modo che
e che non sai da donde i'me lo cavi. leopardi, 841: e
535: non potreste immaginare le astuzie da me adoperate per cavargli di capo i suoi
(201): si volse a me e mi domandò se io ne arei
a rienti, 91: oimè! sventurato me! lassatime andare, lassatime andare,
lassatime andare, boni omini. io non me voglio cavare sangue; datime pur li
mi cavasse sangue, venne, e me lo cavai. pellico, ii-165:
te ne caverò; e tu onorificherai me. boccaccio, i-200: tu ora
piaccia agl'iddii che sopravvegnente morte tosto me ne cavi. sacchetti, 4-34:
, 1-18: una mattina in un viale me la vedo innanzi saltante come una cavriola
questa maninconia, e se in questo congresso me la potrò cavar d'attomo, *
tidi, e dei reumatismi, da me con assai frequenza impediti, o curati
scelse un coltellino che fece gola anche a me: bello, grosso, color castagna
agli anni passati in inghilterra insieme con alcune me daglie. magalotti, 1-435
, 39-3: pareami esser chevelle, chevelle me tenia, / l'oppinion c'avìa
, che più non si dee a me esser disdetto l'averle scritte, che generalmente
alla verità de'fatti contenuti relativamente a me dalle mie memorie, e credete di
, che tutte le sue private obbiezioni me le andava sempre facendo in nome
e panni e credito mio si finge esser me, gli avevo opposto rivale e concorrente
a giurare. tasso, i-202: a me pare che la sua dottrina [del
, x-3-374: tenea senza far motto in me converse / le cavità degli occhi;
, xxv-1-151: vo'tomarme indrio aziò non me daga qualche botta nel cavo.
io? ah, io? a me importa un mazzo di cavoli di lui e
paresse presunzione, direi che il consigliare me ad amare il mio paese, è
no...: o se io me lo sdimenticassi. = deriv.
1 cazzo! *, dissi intra di me 1 costei ne vuole *. leopardi,
lamenti al vento sparsi, / più ciecamente me n'infiammo, e l'amo.
figur. iacopone, 48-18: a me venga cechitate, muteza e sor- detate
l'imperatore]... a me non vogliano compartir tanto de la loro
: séguita, anzi pur cresce, in me la meraviglia nata dal veder quanto frequentemente
, ho rialzato il capo, ho scandagliato me stesso, ed ho trovata in me
me stesso, ed ho trovata in me una larga vena d'amore e di
corri pe'templi aerei tacente: / me amor precede, e rompe la cedente
siate guerriere, / ma non con me: / suole a chi cede / al
la trovai così proclive a parlare con me che mi balenò 11 sospetto d'avere
. e. cecchi, 1-198: in me a poco a poco la prima impressione
de'caffè, e il tutto essi a me aveano ceduto per quel meschino valsente di
... priegovi se l'avete me la mandiate e io renderò a bo-
: e che cedola / vuol ei da me? no, io non ho a
il giovane, 9-365: una cedola me rider farebbe, / che cominciasse: a
e quegli odori / tanto tanto per me consolatori, / di basilico d'aglio di
... / ch'io chiuda in me la mattina, / dopo gli amori
, 1-4 (32): a me diede una gran ceffata, per la quale
] uno sdrucciolo e smucciando fece a me fare un capitombolo scimiesco. indi,
morse, / sbirri quelli credea, me un salaiolo. foscolo, 1-343: te
con la morte serena fu allontanato da me l'amore. se fossi morto allora,
/ fugi cotal pensire, mai non me ne parlare ». novellino, 5-19:
fugge, / celando li occhi, a me sì dolci e rei. boccaccio,
sannazaro, 9-140: né celò egli a me, né io ancora celarò a voi
: / mi duol che 'l celi a me, che 'l facci lodo. guicciardini,
/ d'ignoti affanni / io celo in me il terrore. / il vero, il
grazzini, 3-2-17: a seppellir me n'avessin mandato / co'libri,
ornamenti. emanuelli, 1-29: anche a me stesso, dopo la conoscenza dei ricordi
. galileo, 871: le cose da me sin qui prodotte, ed in particolare
e per la celerità con la quale me le hanno fatte pervenire. de sanctis,
arrivare a capirle senza il soccorso della per me inapprendibile geometria. monti, 18-674:
mio amor tu muori, / viverai a me nel mio celeste ovile. sannazaro,
. chiabrera, 78: ecco a me davanti / in ammirabil veste / urania la
alberghi celesti / socero avrai saturno e me consorte. tesauro, xxiv-24: solo
ve priego per l'amore de iesu cristo me lassati andare al mio viaggio, restituendomi
. carducci, 839: che importa a me se l'irto spettral vinattier di stradella
e dolce bocca, / ov'ha per me 'l silenzio eterna cella, / a
canti interi dell'ariosto; convinto in me stesso, che il giorno verrebbe infallibilmente,
cementarlo in fretta, sicuro che uno me ne sfuggirà. -per simil.
tanta abnegazione (io parlo dei maggiori di me), non può, non vuole
, i-40: e ciò, quanto a me, era la principal cagione di tutti
la fede bona, la mia matre non me certificò in che letto me parturì,
matre non me certificò in che letto me parturì, o in uno cenaculo, o
li miei cibi acerbi / e contr'a me, purch'io saccia trovarne. storia
s'io fo fuoco, il fumo me ne mande: / così me ne vo
il fumo me ne mande: / così me ne vo a letto mal cenato.
fussi destituto! sassetti, 305: me le obbligo per questa di mandarle tanto bambagino
per la consuetudine ed uso continuo tra me e lei, quella prima fiamma [d'
sue / goda quel ch'or goder a me non lice. marino, 230:
fuggendo / di gente in gente, me vedrai seduto / sulla tua pietra,
dì tardo traendo, / parla di me col tuo cenere muto. manzoni, 43
gioco? / farà quel che di me s'aspetta farsi: / cenere al vento
per i cavalli]... in me avea covato sotto cenere oramai quasi sei
e il fuoco spento, cadevano su me senza peso. cenere intorno al
cento femine, / toccheria sempre a me guardar la cenere / con le gatte.
si facevano, finì coll'impadronirsi di me e farsi contar a cenni una parte della
andrea da barberino, iii-307: io me ne fuggi'al mare; e una
.. / né che fui per me stesso abil d'un soldo / (dappocaggine
, che, durante la vita di me benvenuto, detto bindo gli avessi a dare
e l'usufrutto, / « salvum me tacche », e'si toglieva tutto.
11 critico ed il censore sopra di me, conforme talvolta, per trovar
diffuso. baretti, 2-53: anche a me pare che bisogna essere avversario e nemico
stupido / cantor di vecchie fole / me chiami pure, o italia, / la
cosa è di mal esempio, et a me spiace sommamente, e se non fosse
, 16-v-150: delle giuste censure io non me ne piglio maggior pena di quella,
ai suoi nemici, a se stesso per me giudico più che di giustizia priva di
occasione censorie, non censurevoli, da me raccolte, poiché me gli avvicinai, piacendomi
censurevoli, da me raccolte, poiché me gli avvicinai, piacendomi le sue forme
caffè, e il tutto essi a me aveano ceduto per quel meschino valsente di
ed altre simili cose io le borbottai tra me e me centinaia e centinaia di volte
simili cose io le borbottai tra me e me centinaia e centinaia di volte; ma
quali mi compiaceva non poco, e me le andava poi ruminando soletto alle sonanti
io son condotto, / contra di me non parlerebbe motto; / non mi
cento femine, / toccheria sempre a me guardar la cenere / con le gatte
, 16-iv-39: questo esperimento, da me più di cento volte reiterato con acqua di
/ se stesso il mondo, ed in me sol rivolti / fuor de'tartarei chiostri
onori al mio asino, or non me ne sarà egli rendute per ognun cento.
che il ditto valente uomo molto bene me gli pagasse; fu l'un cento
d'empia e di lasciva sono peggiori di me a cento per uno. -mille
segno. svevo, 3-615: a me toccava come a quel tiratore cui era
mie forze mentali, sembravano avere centuplicato in me la possa del dolore. giusti,
uomo posto in signoria, e sotto me sono cento cavalieri; e quando a uno
, non mangio et sono fuori di me. ariosto, 37-88: traean con
iv-2-424: non aveva io dinnanzi a me uno spirito eroico escito dal mio stesso
io così acutamente cercava di rivelare in me medesimo? palazzeschi, 1-122: sono
di un vecchio ceppo, su di me pesano i secoli. -per estens.
il ceppo e la mannaia, / a me non par d'avere errato adesso.
cellini, 1-27 (73): io me ne andavo il giorno della festa volentieri
posso covrir nulla manera; / ca 'n me par che s'asconda / troppo isforzatamente
sua cera che ride / in vèr di me si volse, / e poi a
quelle offerte che si possono aspettare da me e da questa cera mia melanconica.
non avrebbe... mormorato egli di me sì liberamente, se tu non lo
, o se la creanza è da me tolta a fitto. firenzuola, 720:
, fregandosi le mani. « sparlavate di me, eh? mi sussurravano le orecchie
candela, poi lasciava cadere, aspirando con me il grato odore che ne sprigionava,
sopprimere il suo nome ed attribuire a me tutta l'opera intera, forse cotal
ribaldo, / che se co'pugni i'me te metto in cerca, / coi
i celesti, in cerca andava / di me fra tutti; e avria dal ciel
; e avria dal ciel travolto / me meschino nel mar, se l'alma
nel cappuccio. foscolo, xiv-218: povero me! mi dice il cuore ch'io
al prossimo giovedì, puoi cercare di me che non ebbi nascendo la tua sfuggevole natura
la terra. machiavelli, 648: io me la ho cerca, la mi è
mi biasimano, pare che cerchino da me che io avevo da andare convocando per la
da questo mestiere che non è per me, che sono nato un galantuomo.
pensato e averlo cercato e scosso ben bene me lo lasciò tenere. 9.
desso...: se dunque cercate me, lasciate andar costoro. tommaseo [
bologna? grazzini, 4-332: se michelozzo me la dà per moglie, che vuoi
per ravenna, e mettere a pericolo me e tei? buonarroti il giovane,
sono. parini, 590: a me non piace di cercar nodi nel giunco.
, i-23: quantunque nessuno più di me ammiri principalmente il primo dramma, così
vo io tutti 1 paesi cerchi da me divisando? sannazaro, 8-118: noi
: lui che ha tre anni più di me sapeva già fischiare e suonare la chitarra
. nievo, 241: credetelo a me; quello che si disse delle bambine
lucente. berchet, 40: trista me! qual vendetta di dio / mi cerchiò
quale vengono applicati anelli di materiale me tallico a un corpo in
. collodi, 160: vieni con me nel circo e là ti insegnerò a
stringe il core, / or doni a me, sol perch'io veggia, amore
59: quel vago cerchio d'ór che me tien vivo, / ed hami l'
alma e il core intorno avente, / me fa tanto contento, / che de
torinesi, certo / ambiente caro a me, certi salotti / beoti assai, pettegoli
dovendomi nei seguenti anni render conto in me stesso della cagione di quell'affetto mio
, direi che ciò proveniva forse in me da una certa generosità di carattere. manzoni
, purg., 26-14: poi verso me, quanto potean farsi, / certi
presente, e certe di quelle che a me medesimo sono intervenute. andrea da
pochi giorni appresso, la duchessa mandò per me. vasari, ii-63: aveva bramante
ii-221: certo che ben è ragione / me sia noios'e spiacente, / membrar
di certo morire, che io non me ne metta a fare ciò che promesso l'
alcuna volta nello specchio,... me lo son creduto [d'esser bella
, un genio, un talento in me non potrete trovare; ma troverete al certo
o caramente cara, / certo a me quanto cara ingrata sei, / se
ancorché rara, / altra beltà di me portar trofei. alfieri, vii-69: il
che tu scriva sicuro, ancorché non me ne sia consigliato con altri che col mio
, 362: per questo mofio a me sarà grato vedere a te sia in odio
(313): quella che a me addimandate, quantunque alla grandezza del vostro
cervello sia piccola, pure è a me grandissima. soldanieri, ix-477: così
belo, xxv-1-136: vedi che pur me si è ricordato lo nome. oh
. varchi, 24-30: io per me dubito che sia fuor di sé: colei
(ii-44): né pare a me che sia gran gentilezza / stare in su
bussola in quel mare di tenebre! per me credo che la ci sia morta,
, cervicosa e mendace prevenzione contro di me, espurgate la sua memoria da un
... / così la fera mia me non ascolta, guarini, 472: come
cantare... li benigni fati a me concederanno, il tuo domestico cervo per
vieni. gentilezza vi vaglia. vieni a me, o coeterna a la venustà celeste
. fagiuoli, 1-2-372: e cerziorata da me di quanto altrimenti facendo poteasi pregiudicare [
: / tai duo nomi accoppiati a me fan mostro. giusti, v-195: le
fosse più facile ancora, quella per me di pigliare le cisoie, e tagliar via
infamia si cessa, per lo presente di me parlare, interamente, lo quale mostra
amor trovare; / l'amor non me perdona, tutto me va spogliando,
/ l'amor non me perdona, tutto me va spogliando, / forte me va
tutto me va spogliando, / forte me va legando, non cessa de 'nfiammare.
tempo e carta; e risparmierai a me il dispiacere di forzarti a fare per cerimonia
, intr.: io, scusandomi a me medesimo siccome insufficiente, credendo che altri
/ di volger questa spada ora in me stesso? tasso, 11-63: soliman,
. guittone, 171-3: o quanto fiedi me forte sanando, / tu, dolze
. cavalca, iv-53: messere iddio me ne cessi, perocché 10 mai none
di cento cose, / girar su me sepolto / con un cestel, non
/ c'ha le mie fronde sì da me disgiunte, / raccoglietele al piè del
nulla; credete voi fare a me come voi faceste alla biliuzza, che se
i-245: nel lungo corso delle osservazioni da me fatte sopra a tutti i ceti della
, di cantarvi alcuni versacci fatti da me. monti, 9-238: alle tende
e i miei non rozzi accenti / e me disprezza e le mie voglie oneste.
mia fille / sempre cara / a me sarà. algarotti, 2-449: or la
va cercanno per vergogna, / ben me pare che cetto iogna. castra fiorentino,
. foscolo, sep., 226: me che i tempi ed il desìo d'
ed ecco che ella si avvicinò a me, proprio a me che lo desideravo
ella si avvicinò a me, proprio a me che lo desideravo con tutto il cuore
giorni ch'io non posso fidarmi di me: un demone mi arde, mi
/ quand'ella l'alza, ched ella me guata. machiavelli, 885: venuta
a dire che la voleva tutta per me; il che se non costituisce amore
, 1 (21): oh povero me! vedete se quelle due figuracce dovevan
sulla mia strada, e prenderla con me! che c'entro io? leopardi,
casa stasera? quelle lenzuola casalinghe a me sono venute a noia. io direi,
noia. io direi, quanto a me, che dove si è pranzato, si
cavernose montagne? di che onore a me stesso, alla mia patria, a'
cielo arder le stelle, / dico fra me pensando: a che tante facelle?
soffrir l'aspra guerra / che 'ncontra me medesmo seppi ordire. ariosto, 27-31
... tutti lo dividono con me. pavese, 5-65: ci fu uno
, / perché, al dir che me fai, chiaro comprendo / che a te
1-93: è in questo ripiegarmi su me che mi afferro; per questa sensazione
. tasso, ii-483: per me non è rimaso che non si stampi.
forze e generose e pronte / fa di me stieri, affin che in
. petrarca, 92-6: io per me prego il mio acerbo dolore, /
: mi salutoe molto virtuosamente, tanto che me parve allora vedere tutti li termini de
ad or ad or mi lima / me ne sarà però tanto concesso, /
il baleno / della divina luce in me raggiante, / che il patir mi sembrava
/ mettersi in voi: e da poi me non poe / cosa altra dar,
argumento vostro è bono; nientedimeno, secondo me, è più apparente che vero.
243: far poesia è diventato per me, più che mai, modo concreto di
/ che di sentire quasi estinto in me / il fremito pauroso della colpa?
lo scusano tre ragioni, che mossero me ad eleggere innanzi questo che l'altro
appoggio. leopardi, 4-87: a me s'appresti, / dicea, la tomba
che avesse manifestata la sua avversione per me ed io intanto chiusi gli occhi per
chiuse. alfieri, viii-29: a me non fia, / nel dì funesto in
dentro dalla muda / la qual per me ha il titol della fame, / e
? ungaretti, iv-33: ho in me raccolto a poco a poco e chiuso
ii-210: se sapeste quanto significa per me quel silenzio nel quale gino si chiude
chiuse, i giorni volavano rapidi per me, cotanto era l'esercizio della mente in
, / che ven di dietro a me si vergognosa, / ch'a tomo gir
veggio, e 'l tempo andato / me 'l mostra, né mi vai che
morire. petrarca, 279-14: di me non pianger tu, ché miei dì
i lumi. monti, x-2-221: me su la dura / terra giacente con pesanti
estremo. parini, i-82: tale a me pur concedasi / chiuder, campi beati
e appassionato. verga, 3-129: per me desidero questo soltanto, che quella carogna
studioso lettore, pervenuti finalmente alla fine, me dello scrivere, te del leggere queste
qual donna diventerà lor madre dopo di me! chiunque sia dessa, il signore le
angiolieri, 92-14: e dico fra me stesso: -dio volesse / ch'i'
cosa, che non può esser capita da me, né da chiunque ha qualche picciolo
, 16-iv-39: questo esperimento, da me più di cento volte reiterato con acqua
lei elegia è, per quello che a me ne sembra, affettuosissima e piena di
per cima; / nullo pare di me novo: che tal porto lo cargo /
/ sì chiusamente, ch'i'sol me n'accorgo, / e quella che guardando
un fascino che s'addensasse intorno a me con la lentezza di quell'ombra crepuscolare.
amati, io lo voglio vicino a me, sempre con me, va subito!
lo voglio vicino a me, sempre con me, va subito! ». montale
alfieri, vii-22: figlio, (ahi me lassa!) oh quanto, /
per cima; i nullo pare di me novo: che tal porto lo cargo /
selvaggio, orgogliosamente modesto, chiuso in me, e tutto armato di punte per
pippa. guarini, 210: o da me più d'ogn'altra amata, e
messi. iacopone, 25-78: che me veia iacere colui ch'è ada- sciato
da qualche amico, perché facilmente a me verrebbe compero stoffa o capecchio in quel
xxiv-289: non sento, quanto a me, se possa sodisfare, anzi punto piacere
a chi tocca tocca; oggi a me, domani a te. de sanctis,
la vergene maria: / ma non me ce vai cortesia, / tanta è la
è la sconoscenza, che vèr de me voi mustrare. g. villani, 7-29
sua salute. goldoni, iii-9: a me basta che non mi burlino; del
, xiv-303: le donne sparlano di me, anche senza conoscermi, perché non ci
seguito. nieri, 266: io per me del gran male non ce ne so
. piovano arlotto, 169: e'me lo disse bene il maestro che me
me lo disse bene il maestro che me li calzò [gli stivaletti], che
, se voi non vi levate dinanzi a me, io vi romperò il mostaccio.
421): e'non si conviene a me il rattoppare le statue, perché ell'
ciaccolalo. che volete che m'importi a me di codeste buscherate? idem, 3-73
un cialdone: e così segniato da me ne resterà insin che vive. s
sono levato troppo a buon'ora. e me sono scordato de fare collazione, ch'
, ch'è peggio: benché madonna me ha dato un quatrino ché me còmpari una
madonna me ha dato un quatrino ché me còmpari una ciambella. speroni, 1-1-384
vi sieno. guarini, 423: a me, coteste ciance non si danno ad
, xxiv- 772: io per me son di parere che sian ciance e fole
a volger testi e chiose, / e me occupò cinque anni in quelle dancie.
le mie ore: il resto del tempo me lo spendo ridendo, cantando, cianciando
, pasifilo intendere questa cosa? -da me non l'ha già intesa: è
stato il primo egli a dirlo a me. bar etti, 2-39: non credo
ciarlatore. aretino, iii-179: maneggiar me, trescar con meco dovrebbe il
presa; / e poco tempo de viver me avanza. / e tanto questo danno
né logore. * preso le mie ciarabattole me ne partii ': per dire preso
. ciò ti dico: che a me non mi pare puza, ma la più
i. nelli, 15-2-4: io per me non saprei a che fossero buoni certa
i colori, s'affacciarono alte sopra di me le facce rosse delle lavandaie e ridevano
alle accuse stampate e ciarlate contro di me, non ho opposto discolpa. ciarlatóre
potestà, perché el signore te a me have donato. e perché tu si'uno
altri non vorranno credere; ma io me ne appello a demostene, che nella
, un tuo sogno agitato sarebbero per me regali più soavi e sostanziosi di tutto
eran pronti a dare il sangue per me; m'avrebbero sostenuto contro il diavolo.
mantenetevi loro sana, e pregate iddio per me; e dite all'agnola che mi
/ tumulto del convitto, / a me fia caro un vergine / pane cibar romito
lo posso enghiuttire, sì rio sapor me sane! / altro cibo me dàne,
sapor me sane! / altro cibo me dàne, si me vói sostentare.
! / altro cibo me dàne, si me vói sostentare. dante, inf.
li miei cibi acerbi / e contr'a me, purch'io saccia trovarne. storia
e subito esclamò: iddio abbi di me misericordia, che costoro m'hanno carico di
, mal lo fai, / che di me non puoi aver pur una cica,
cicala, / il mio grano con me sotto il mio tetto. 4
scandalezzato, parendogli d'essere appresso di me, e forse di voi, in concetto
ponente; / ma in quant'a me l'è una cicalata / delle solite trove
far più cicalate; / perché a me piace tanto il parlar poco. note al
sbrigliato cicaleccio dei servi e delle cameriere me ne aveva insegnato oltre il bisogno.
tutto sana, in modo che cicatrice in me non appare. mattioli, 1-98:
di cognac, e altrettanto ne diede a me... era buono; già
5-80: voi mi cicisbeate la poesia, me la invecchiate con formule elucubratorie, ventose
: con molte beffe l'empia turba di me fa scede. batte drieto al mio
nell'ombra delle foglie; / in me eros /... / rapido muove
di ornamenti. parini, xvii-15: me per l'urto e per l'impeto
/ de gli affetti tremendi, / me per lo cieco avvolgere i de'casi
tali sono stati, che, per me se medesimi dimenticando, con le gambe
, v-160: il male, per quanto me ne pare, si è circoscritto più
18-18: « drizza » disse « ver me l'agute luci / dello 'ntelletto
da ciechi si danno, / che pietà me ne vien solo a vedere. fagiuoli
igneo. marino, i-96: io me ne vivo tuttavia peregrino in qua e
e queste pietre adoro; / ch'a me sembra influir pace e ristoro / questo
/ e 'l possente desio, che in me s'indonna, / s'indurò,
vi maladicerei, se senza danno di me fare lo credessi. getti, iv-54:
, spiando i due, insaccava vicino a me silenziosamente riso. -andare conia fama
calore ovunque mi siepano, parlano di me, e ne fanno il quadro. cidi
. fagiuoli, 1-77: lasciate fare a me. orsù io vò a dipanar la
abbondio, e continuò pensando: -il deio me la mandi buona -.
sentir a parlare dell'inverno ed egli me lo porta sempre a ddo per dispetto!
ilion per veder deio, / a me parea con man toccar già il cielo.
: « fieramente furo avversi / a me e a'miei primi e a mia parte
vista. iacopone, 48-12: a me venga la podagra, / mal de
piaga / e l'emor- roide a me se dia. dante, inf.,
sereno e lieto ciglio / ornai trareste me di doglia fore. tasso, 1-49:
miei generosi. e tramite / per me d'onor l'esiglio. carducci,
. montale, 1-13: io, per me, amo... /
di più fronte, e più cigliuto di me: questo non importa. dossi,
bibbia volgar., v-236: sopra di me non si allegrino gli miei awersarii iniquamente
cigni sfortunati, andrebbe / già per me cinta del secondo alloro. tasso,
cigni essere accolto, / lunge avendo da me discordie e liti, / che di
. bellincioni, 1-106: a me ti volgi ed odi il mio martora,
fiori cilestri. boine, i-46: a me piace, amico, 10 scoppio-scintille del
a far le gote rosse, che mature me ne fate assaggiare. mattioli [dioscoride
divezo, / tal che mai più me l'accocca. 4. ciliegia
. foscolo, xv-493: a me bisognano per l'intero pagamento del montecuccoli
nfin al suolo / cosa non regna 'n me che bona sia. dante, inf
anni perduti. pascoli, 212: a me l'avanzo, s'è di te
estreme radici, io sentii vivere in me tutta la stirpe. alvaro, 9-22
. moretti, 9: io sento in me la tristezza / del giorno domenicale;
de mio cri- stianesmo / e chi me pose nome a quel zimbello.
se''n cima saluto, / ond'io me n'allegrai. algarotti, 1-169:
, 8-74: se tu scampi da me, tu sarai il primo, / tanti
, 1-671: e la mano a me non porgi, / ch'i'non
senso di felicità e di religione che a me fanciullo fece piegar le ginocchia dinanzi alla
io prima d'oggi / non conoscea me stesso! cattaneo, ii-2-5: questo
manzini, 7-9: la vita era per me più presentimento che cimento, più spettacolo
, io mi schermia, / alternando a me stesso i mostaccioni. a. f
secoli. cardarelli, 1-89: per me la terra / non è più che un
. m. cecchi, 14-1-5: a me pare sempre dare del capo ne'cimiteri
traditi sempre, da quelle pagine fredde, me ne veniva un cimurro alla testa che
notti questi cincischiamenti, lei la dote me la fa, se no, non lo
. papini, 8-259: non conosco ancora me stesso. mi son tanto cincischiato che
6-2-4: che? dimmi, tu me la cincisti così? fa'ch'io intenda
capestrunculo. -eh! mastro mio, non me 'amma- zetis'. -giotto! cinèdulo
era tenuta stretta stretta, tanto che con me si lagnava di non poter nemmeno andare
sistema di proiezione cinematografica su schermo gigante me diante obiettivi anamorfici e con
piccola inscrizione, la quale è appresso di me, ed è servita per titolo d'
benedicendomi cantando, / tre volte cinse me, sì com'io tacqui, / l'
, 87: cingete il capo a me di verde foglia, / ché grande è
cinse de la sua milizia, cioè fece me cacciaguida cavalieri. tasso, 11-23:
urbano / questa spada mi cinse, e me devoto / fe'cavalier l'onnipotente mano
, i-134: ben riede il fato in me degli avi eroi, / del forte
e tenuto da più. credetelo a me, che se voi non cominciate prima
. cecchi, 1-1-91: quel sicilian me la volea cignere. idem, 7-5-1:
a favellar: « non mi dare a me la colpa, / che no '
/ agli occhi di mirarla (i'per me sollo). verga, 4-47:
/ e già per molte strade / con me pellegrinò. carducci, 464: l'
vivere alla cinica, / né di me vo'che parli istoria o cronica.
un po'di scompiglio d'animo, me la farebbe comparire donna qual ella è:
riputato spezie calda, non faccia in me operazione calda, sicché [il mio
se qualcuno dovesse chiamarmi cinòfilo, quasi me ne offenderei. = voce dotta,
potenza, la quale,... me sopra me stesso inalzando, m'affidi
quale,... me sopra me stesso inalzando, m'affidi, e mi
non soleva essere mai dì, che non me ne venisse una cinquantina [di persone
s'ella si terrà ben pagata da me. -credolo: ché, dove un altro
/ guardò in sé, né in me quel capestro / che solea fare i
erba. marino, n-186: a me stessa, che più? rapi dal
antonio da ferrara, ix-136: e1 me ricorda, cara mia valise, /
com'gran ventura / si conterie morir me 'ssessino. berni, 59-45 (v-84)
che ciò ch'altri han più caro a me fan vile. (per lo
a ciò che si risolva a dispor di me. b. davanzali, i-71:
, 8-3 (245): a me pare che calandrino dica bene, ma non
proposto di volere in quel poco che per me si può, in cambio di ciò
hanno né nocciuto ad altri, né disonorato me. carducci, iii-6-465: questo spirito
sante orazioni, / a cui di me per cantate increbbe. 9.
occhi pien d'amore / che me ferirò al cor d'uno disio. lapo
compasso una ciocca di capelli, me ne tirò un pochino più l'uno che
: ora subito; che sien tolti da me viva. nievo, 113:
una ciocca delle sue treccie e me la attorcigliai intorno alla mano,
nove » diceva la vecchia. « e me ne danno la metà. tirati su
medicine così fatte / non saran giammai per me. fagiuoli, 1-5-192: il cioccolato
a capirle senza il soccorso della per me inapprendibile geometria. cioè a dire ch'
dagli elementi che la vita aveva in me medesimo accumulati. pirandello, 7-188:
giusti, i-548: ora che per me sarebbe il tempo di studiare, e
tenere questa pallottola sulla schiena, io me la porrei sotto l'ascella o
ascella o in tasca, o me l'attaccherei ciondolone a un pelo della
a un pelo della barba, e me n'andrei per le mie faccende. verga
da una cosa, dicesi: 'cionna me, cionna te, cionna la mamma
più e più anni poi che io me la feci persino quando io maritai la
buondato. gelli, iv-37: a me bisogna... trovar bindo bostichi
, 9-711: e strettamente / me imbavagliando, mi votan le ciotole /
redi, 16-v-341: dell'antimonio io me ne servo di radissimo. e servendomene,
ora che lo rievoco, ecco che me lo risento, vivo, fare cip-cip qui
data la durezza del cipollino, me ne sono stupito e ho chiesto a un
mie spoglie, / e di lor pregio me n'andava altera. bruno, 3-201
festa e gioco; / se in me lo provo, di miseria è pieno;
in più profondi abissi / qualch'un me li insegnò? / quest'un, quest'
poi cadesse ad alcuno, come a me, in pensiero, se possa probabilmente sostenersi
industriai ritirarne la maggior quantità che per me si potesse. de sanctis, iii-52
circolare. belo, xxv-i-105: non me ne sono accorto di questo giottoncìculo del
conspetto di molti egregi ed eccellentissimi uomini, me ha derelicto mentre eravamo in circulo a
edificò nel mio circuito, e circundò me di amaritudine e di fatica. boccaccio
ardori. campanella, i-143: sopra me si mostràro / tutti gli sdegni tuoi,
sarà mai sì crudele che a pietà di me non si mova? -circondare un
circonfusa / da qualch'error, non me ne maraviglio, / né tu per questo
quanto in cotesto suono tipografico è per me d'anticamente famigliare, si circonfondeva di una
vestita / della bruna viola, a me si offerse / l'angelica tua forma,
latino con l'interpretazion vostra, a me pare che voi ottimamente a l'ufficio del
oscenissima lascivia. galileo, 912: a me conviene andare tanto più cauto e circospetto
conoscendomi bene... darebbero di me a queste persone sia direttamente sia indirettamente
vostre re- gule... a me par che poco insegnino; ed io per
par che poco insegnino; ed io per me tanto ne so ora, quanto prima
lo stato mio, movetevi a compassione di me. io sono in circostanze lagrimose,
gozzi, 4-313: il secolo a me pare / pregno di quelle strane gravidanze,
son stainati, / lo lor silere me face gridare: / o profondato mare,
circuito, infinitamente più alta e grande di me. 3. figur. stare
latino imperio. de jennaro, 56: me recondussi in mezzo al campo adorno,
ed astratto cireneo delle umane anemie, né me la piglio coll'asinità e malvagità degli
bei, che tanto rei / son per me lasso, ed il caro tesoro /
canali!... fortuna che me ne sia accorto! lo citerò in
mia innocenzia, tu sia quello che a me, che con prestezza vo'morire,
latine. svevo, 3-608: per me -asserii -il latino aveva rappresentata la materia
non conterò più versi, e, me pastore, / non pascerete più, caprette
cellini, 1-126 (287): a me pestò un berillo cetrino di valore di
351: mi divertirò a dirtene quello che me ne è sembrato, buttando da parte
... / qual nascosa cagion tanto me tira, / che altro ch'
venute con essa, per rozze che me l'abbiate figurate, mi si son mostre
. monti, x-2-140: care a me pur sono / le virtù cittadine, e
di roma i dritti, / di me, di tutti i cittadini miei, /
di tutti i cittadini miei, / felice me, se del mio sangue a costo
mia figliuola de'cìtoli, dolente a me! d'annunzio, iii-1-1023: lascia,
trovare -dopo scuola -un ciucciariello sellato per me, e uno per lui. baldini,
2-65: è una grande soddisfazione per me il pensiero che tu potrai risparmiarti di
storpiato è maometto! / dinanzi a me sen va piangendo alì, / fesso nel
masserizie che v'hanno portate? dio me ne guardi ch'io adoperassi cose di
cose di diavoli! - mandatele a me, che son ciurmato. 2
amava, sapete, proprio più che me stesso, e per me che non vendo
più che me stesso, e per me che non vendo ciurmerie di frasi ma
più veduta. pananti, ii-15: io me ne già coi tre panioni fuora,
civetta. sinisgalli, 6-231: le povere me retrici, convenute al rito
ch'io muti a panni; io non me n'andrò, no, / con
a costoro materia di riso, ed a me nuovo argomento di arrabbiare e anche quasi
i-881: hai da far la bellina per me? checca mia, oramai ti conosco
pazo gli getta. aretino, ii-124: me '1 par vedere come un civettone
giusti, v-196: sto col pover'a me che m'abbiano a dare un grado
è più l'ombra della civiltà, in me? alvaro, 7-97: vita civile
gozzi, 1-187: si raccomandarono a me perch'io dispensassi alcuni biglietti, acciocché
soldi. parini, 606: con me egli offendeva tante civili e nobili persone
: siate più civile in pubblico con me. rispetto i vostri capricci, e li
e li compiango: rispettate voi in me l'uomo che avete amato ardentemente.
civili e criminali,... e me ne tornai in napoli. de sanctis
volle conoscermi, e civilmente passò da me una, e due volte, sempre non
pensassi dell'altro prima di chiedere per me codesta dimissione; accettai per civiltà il
amore, certo assai meravigliare / me fa de voi ciò che n'adiven
panno non possa essere la clamide, me ne somministra un'altra ragione il
di perfetto amor sembiante, / che me promise loco en su'dolzore / adesso
e dei vizi, v-537-229: c'a me incresce tua voce, / che losenga
cristo disse ch'eo en lui non me folcisse, / nel suo patre lo vedisse
, / de la vostra bellezza / a me dava chiarezza / che la greve ferezza
ix-564: ora tu, padre, clarifica me, appo te medesimo, di quella
del novero di tutti i classici da me imitati, tra i quali pindaro ch'io
, ditele per parte mia che a me non pare che sia da donna onorevole
padre della famiglia, pietosa e clemente a me, quivi anderò. salveregina volgar
/ padre e signor; e in me tua grazia piovi. parini, xviii-46:
questione delle mie castella, delle quali me ne spodestai, e sotto la vostra clemenza
: bada; / clemenza è in me, qual passeggero lampo. monti,
penzero, / per ch'io donare a me morte non voglio? / ché dico
i clienti. parini, iii-84: a me fecondi / di quant'oro fien gli
., 27-81: i'vidi mosso me per tutto l'arco / che fa dal
meglio intemperie di quel paese nuovo a me che non aveva ancora provato né sentito
. alfieri, i-132: di siviglia me ne andò a genio il bel clima,
gli ero stato / assuefatto / e me ne stacco sempre / straniero. cassola
cloropicrina, sf. chim. tricloronitrometano me. borgese, 1-59: ai primi di
fogazzaro, 5-323: stamattina ho preso con me la leu, la sorella della veronica
vi è già stata assicurata: onde me ne consolo. coadiuvante (part.
, 2-449: siete coalizzati contro di me, a quanto capisco. coalternato
civile, 1911: 'coassicurazione'. qualora la me desima assicurazione o l'assicurazione
un pensiero aver coatto, / estraneo a me, non mai da me diviso;
estraneo a me, non mai da me diviso; / questo m'accadde. moravia
divezo, / tal che mai più me l'accocca: / mille volte in cocca
veggo lontan la cocca / col segno da me dato in su la gaggia. alunno
vecchiazza barba di cocchiara, richiesta da me si me voleva fare quel piacere, mi
di cocchiara, richiesta da me si me voleva fare quel piacere, mi rispose
in pace: non vi date pensiero di me ». « va bene! »
io penso quel che pare a me, cocchina! ». gesuina tace.
la paura per conseguenza di esserne da me punito con una risposta al bue pedagogo
la sua guardatura bieca si posava su me, era prodigio che io non ne rimanessi
/ con parole cocente, che me fendo la mente. d. bartoli,
te ne penterai! / volgiti a me; dunque tu vuoi fuggire? / cocchin
bonomo, perché a dirla giusta, non me ne ricordo. non son io un
quel cocomerino / che tu mandasti a me, / geva mia bella; / che
al cocuzzolo del capo, in me non è sanità di nullo bene.
riga di luce, la quale fu da me subito giudicata esser la coda di una
contar poi la coda di questa per me fatale e ad un tempo fausta cometa.
. / con la coda dell'occhio me li vedo / come due lunghi carabinieri
poi, che nel frattempo avea dato di me grandi speranze con rapidissimi progressi nel latino
la coda, disse: madonna, a me converrà fare una imagine di stagno
a collottola piegata sotto la livrea di me stesso, che è un sopraccapo, un
mi serva di stimolo, io per me non ho più coda da sferzarmi come
cacciate codardia. boiardo, 5-51: io me ne vado; or chi farà mia
caro, i-138: io, per me, vi scrivo, non perché vi
se cotestùi se ne fidava, ben me ne posso fidare io. machiavelli,
ch'essi si associano volentieri, ma me ne dissocierà ampiamente poi il misogallo agli
cagion la codicalca, / - rispose a me - ch'assai roba v'è corsa
silenzio. carducci, 37: o a me di mutua fede costretto / da eguali
chicchessia; cercherò d'esser coerente a me stesso e non mancherò ai miei obblighi.
mi è perpetuamente riuscita coerentemente al da me divisato. magalotti, i-83: vivono
ardire, o piuttosto la coerenza da me usata nello scriverlo, che perché ci
coetaneo. alfieri, i-145: formato in me tal proponimento, per legarmivi contraendo con
vieni, vieni... vieni a me, o coetema a la venustà celeste
: mentre che io amo te amante me, io in te cogitante di me ritruovo
me, io in te cogitante di me ritruovo me: e me, da me
, io in te cogitante di me ritruovo me: e me, da me medesimo
te cogitante di me ritruovo me: e me, da me medesimo spezzato, in
me ritruovo me: e me, da me medesimo spezzato, in te conservante riacquisto
/ fatta onnipossente / dal cor che in me fervea. de pisis, 90:
il mio cuore; / ché sopra tutti me colse un indimenticabile affanno! svevo,
alle sacre scritture si coglie che * me laudabunt astra matutina ', e che
, 1-128: bella cosa parrebbe a me, per esempio, quand'uno per
tua gran baldanza, / la palma a me darai, lo spirto a pluto.
. firenzuola, 615: buon per me che gli ho scritti al libro,
parlare arabico: è meglio ch'io me la colga. -chi coglie,
lettera pare a voi qual pare a me l'opera del sismondi, cioè cogliona di
di malocchio. giusti, v-114: me ne sto in un canto rapporto a certuni
e passo via, col fingere di non me ne essere avveduta, et il coglioncino
di cognac, e altrettanto ne diede a me. 2. dimin. cognacchino,
, una o due paste. per me un cognacchino. = voce francese,
. sassetti, 14: facilmente a me verrebbe compero stoppa o capecchio in
amico, che fate parte ancora a me de l'amicizia sua. colletta, i-181
ella si puote, / forse ch'a me questo cognome mette. guicciardini, i-25
1-29 (78): il medico a me si volse, e disse: «
se il bisogno ch'io sentiva in me stesso di frapporre come ostacolo per me
me stesso di frapporre come ostacolo per me infrangibile la vergogna del ricadere in quei
9: e dove, dopo me, dove n'andrà / l'amato colascione
fronte sudicia di colature, infelice come me, misero come tutti noi, dibattuto
. degli arienti, 63: e1 me basta l'animo, una cum li mei
levato troppo a buon'ora. e me sono scordato de fare collazione, ch'
, ch'è peggio: benché madonna me ha dato un quatrino ché me còmpari
madonna me ha dato un quatrino ché me còmpari una ciambella. garzoni, 1-625:
al mattino, si alzava prima di me, andava nella cucina dell'affittacamere,
dell'affittacamere, preparava la colazione e me la portava lei stessa, sopra un
la vostra lettera,... me ne fu dato. panciatichi, 46:
colazione di caffè e latte che fo da me, e altra colazioncina più tardi,
e inorridii pensando che sarebbe stato di me se in cambio di avventurare una modesta
jacopone, 55-14: da puoi ch'eo me so colcato, revol- tome ne l'
guarini, 377: costei confessa a me, non ricercata, quello che non
40-12: avvegna ch'i'di ciò me n'ho mistiere, / di veder cosa
, altra ragione di non collaborarvi per me è questa. io ammiro ma non
4-6 (431): acciò che da me non si partisse [la cavriola]
, la pisana lasciava da un canto me per far con essi la vezzosa.
e colli, / vergogna ebbi di me. boccaccio, dee., 1 -intr
, / a voi sì cara e a me nemica stanza, / colli, ch'
debiti ch'e'faceva di nascosto da me per trincare co'suoi colleghi in politica
. d'annunzio, v-2-268: a me collegialetto molto ammalizzito sembrò egli avesse nell'
però che sempre mai dal lor collegio / me n'ho veduto male e me ne
/ me n'ho veduto male e me ne veggio. ser giovanni, 145:
54-98: né vo'che pensi ch'io me rintanato in a recitare paternostri ventimila
non vi mettiate a dir cosa di me che non la possiate sostenere; e così
altrui. pascoli, 1351: oh! me non pigli, oh! non mai,
gli dissi. « siete in collera con me? »... « sono in
talché non si poteva praticare meco: e me ne avvidi, e conobbi che un
venirvi? se gli è morto, a me duol egli più che a te:
elemosina per certo suo concittadino, e me la promosse in presenza dell'economo perch'
. guerrazzi, iv-220: io per me proporrei che ci avessimo a collcttare,
a collcttare, e li danari deste a me per far dire una messa a santa
: io credo che da molti come da me vi sieno dei periodi di tempo in
città che si oscurava, e per me non era un luogo tra gli altri,
bambino / piangendo il pianto che su me versavi! alvaro, 9-186: mi rivedo
della cravatta. quella che avevo al collo me l'avevano annodata prima della partenza.
l'amor d'iddio. -che saria se me ne scappasse uno? - oibò,
sarà mai sì crudele che a pietà di me non si mova? monti, x-2-11
in partecipazione, al fine di piazzaree1 me piace cognoscere la vostra magnificenzia per mio
il prencipe. parini, xviii-14: me pur dall'ombra de'volgari ingegni / tolse
muta zione di scena per me dopo la morte dello zio, non ci
in persona di catone vecchio: « a me è ricresciuto e volontà e diletto di
, no: questo colloquio, da me largamente volgarizzato, si legge appresso zenofonte
: eccomi qui, per quanto a me pare bello e intero con tutti i miei
qui a collottola piegata sotto la livrea di me stesso, che è un sopraccapo,
, a braccia levate. sopra a me due si colluttano. borgese, 1-322:
parlato così, che abbiate fatta a me una tale proposta. avete colmata la
piccola e formosa stando seduta davanti a me faceva pensare a una pera butirro,
di separazione per maron- celli e per me. vi pernottammo tristissimi entrambi. leopardi
d'aragona, ix-336: ten vieni a me, che tutta fiamma e foco /
erba il selvaggio silenzio, / a me venire qual cauto / satiro su piede
. bandello, ii-1123: questo colombo e me di par ardore / arde fervente amor
, / che nulla cosa quanto te me piace? rajberti, 1-51: la fedeltà
dio volasti, / spirto beato, e me cieco lasciasti / in questa valle di
lamentatevi di lui, e non di me, che per piacere all'amico tiro sassi
il mio amico, sodi- sfatto a me, ed onorato se medesimo.
v-160: il male, per quanto me ne pare, si è circoscritto più particolarmente
appoggiato ad una colonna marmorea, a me direttissimamente un giovane opposto vidi. s
e '1 possente desio, che in me s'indonna, / s'indurò,
peso / che, con volere acceso / me ubbedì el mondo, quale el sia
/ del caro velo, onde fra me conchiudo / ch'ella sia di valor
avea mai vista prima, o se me ne fossi scordato. leopardi, 32-40:
. / ma non te poi ver me sì colorare, / che ben non te
alto passeggia. leopardi, 9-30: me non il canto / de'colorati augelli
eh! eh! non arricchirebbero neppur me, figuratevi! vetro colorato...
un posar così strano ch'io per me non lo giudico di mano di troppo
/ l'opra; e la forma a me spiacque, e'1 colore. bruno
colore, che quel tale che da me lo comperò a decine di scudi, lo
. / ma non te poi ver me sì colorare, / che ben non te
cui si duole d'essere stato da me offeso nell'onore. lippi, 1-69
sedere, e misa la fava nel bacallo me la avrei spinta nel coliseo, per
del mondo. nievo, 7: per me che non ho veduto né il colosso
, 54: i castighi toccavano tutti a me;... e senza sindacare
dio t'ha ispirato a venir da me. sono tutti questi ragazzi sotto la mia
è risguardar le cose belle, / colpevole me chiamo. opera in guisa, che
culpa 1-179: sono consapevole a me medesimo di non voler iactio,
e son, d'amore / senza me dipartir né sceverare, / ed or mi
, senza colpa o cagione, privata me ne hanno. marino, 267: perdona
cuore: gettate tutta la colpa addosso a me. giusti, v-207: invece
v-128: dai pure tutta la colpa a me senza riguardo né timore. baldini,
fratelli mi son lamentato di voi, io me ne rendo di core in colpa,
ne cavo altro guadagno. certo / io me ne rendo in colpa, e me
me ne rendo in colpa, e me ne pento; / che tanto affanno a
): per far di quel proverbio in me la prova, / che dice:
or veggio che poco vi cale / di me, che vostro servo sono stato,
jennaro, 33: non corparite me, ma la mia dolosa fortuna, la
la compagna / te- merrò, seben me culpe. sannazaro, 8-127: cominciai
cominciai con più saldo consiglio a colpare me stesso del folle proponimento, che seguire
sparte / ho pur talora, or me ne pento assai. firenzuola, 534
jennaro, 16]: lasse adunca a me culpare / se so'dura o tennerella
; finché non ti si scolpa / da me, almen per li tristi occhi
per l'affezion grande che porta a me: io son veramente il colpato,
giusto dritto ornai si aspetti, / per me tu il di'. foscolo, v-182
conoscere per quale scopo si era occupato di me e oggi mi annuncia una sua visita
destro stinco. svevo, 3-615: a me toccava come a quel tiratore cui era
! / provol, ché di colpire a me non cali, / c'hai tanto
non è chiarita la parola colpisce anche me. piovene, 1-122: tu mi hai
, da quando eri bambina. ora me l'hai dimostrato, sei finalmente riuscita
): mentre che io tiravo, a me venne un colpo di artiglieria, il
sì come sprona / lo tempo verso me, per colpo darmi / tal, ch'
, che cosa mai potrebbe avvicinarti a me?... un gran dolore,
: -messere, e'forse non vincerebbe me, ma vorrei buona moneta. pulci,
accidenti un'ala intiera attaccata, e me l'ho pappolata in due colpi. alfieri
: tutto il mondo cambierebbe faccia per me in un colpo, come si cambia
sì che già queste cose udite, me esser non iudichi disiguale pe'colpi di
, canz., 58: così cantando me ne vo legiero, / e non
un qualche buon colpo di sorte per me, e state certa ch'io sto con
con gran diligenza, e di colpo me ne andassi a scavalcare a casa sua
dito ne l'acqua santa, e me ne faccio una croce in fronte. bruno
era strettissimo e il cavallo aombrando di me diede uno strabalzo in dietro che fece improvvisare
petto la croce / ch'io fei di me quando il dolor mi vinse.
scherno fosse. giusti, i-538: a me è parsa sempre una bambinata di noi
crociuzza. cicognani, 1-9: a me faceva ribrezzo che non riuscivo a dissimulare
. / la sua crocetta porto sopra me. / pel mio povero cuore altro
che gittate scomuniche molto bestialmente; e me ne rallegro, poiché riducete il clero
e tutti gridavano la crociata contro di me, come s'io avessi dovuto tranguggiarmi
/ la mal redata zolla. / a me sorrida un tenue / lare e l'
mondo agli uomini vani; e io me ne vado a tal loica, che non
voi crocificcate lo figliuol mio, crocificcate me con lui. = comp.
, 30-20: o falso relioso, or me responne, / che nel core èi
mai dato il mio manoscritto allo stella perché me lo crocifiggesse fra quelle tante schifezze del
non più io, ma cristo vive in me. idem, 2-223: 'io
del suo spirito, il quale mortifica in me la forza del peccato e genera in
la forza del peccato e genera in me una vita nuova, di cui cristo
stropicciava le mani, e pensava fra me, che così quella sua testa si sarebbe
la quale lo mondo è crocifisso a me, e io a lui: cioè che
: cioè che esso ha in dispetto me, ed io lui. s. giovanni
che dice, lo mondo è crocifisso a me ed io a lui, dà intendere
/ « va, che da dio e me sia benedetto ». cellini, 1-37
, v-134-48: e te comforti e me che sporti, / ch'era senza noia
montando, malenansa, / e soverchiando me da tutte parte, / poi che
fico, quanto se'tu men di me obrigato alla natura *. ariosto,
qua'ma'dar un crollo / per me non si potea, / duretti e tondi
di questi ultimi giorni, che per me sono state giornate campali, sebbene sia
arida e prosaica. carducci, i-491: me ne venni poi la mattina con due
bottari, 4-56: quantunque io, per me, mi senta piuttosto inclinato a credere
queste cose ti crucci, io non me ne meraviglio. ser giovanni, 24:
ser giovanni, 24: s'ella non me lo vederà [questo anello],
, ov'io la madre / dipartissi da me, sì ricca dote / tornare a
dicea: « fortuna fella, / tu me e'nemica contra a ogni ragione
brividi alla dolcezza che tu spandi in me parlando. -figur. d'
, v-3-289: qual male ignoto dentro me nascondo, che sì forte mi crucia
e de'morti, giudica tra lui e me, salvo che tu mi perdona la
che crudamente / ogni or (misera me) mi scuote il core. b.
di speranza che vi era ancora. me lo disse proprio così, crudamente.
sempre 'n corrotto, non me porrò alegrare. compagni, 1-18:
201): perché fai tu tener me rea femina con tua gran vergogna, dove
, 3-1019: e voi ancor, a me figli crudeli, / per più inasprir
a morte. firenzuola, 211: a me... che bevvi iersera senza
omne cosa insciemi con la ultima speranza me sia tolta. poliziano, st.,
, 6-i-13: donna, crudel fortuna a me ben vieta / seguirvi, e 'n
283: fero, fero destino / a me concede, a voi / nega la
/ voi ne la crudeltate, / e me vie più infelice / ne l'infelicità
davanzati, 242 d: così per me amore e dio / sono divenuti crudaltate.
crudeltà. nievo, 1-67: il conte me l'ha detto ch'io posso andare
, e lui non avendo altro che me, sarebbe una gran crudeltà il non
alberti, 266: et truovo in me questo, che per cruda che sia
. redi, 16-vii-60: io per me bramerei sapere se quest'accia piovve cruda o
del mio tono un po'crudo, me ne pentii e abbracciata mia madre l'
/ da qual cagion procede / che a me costei sia cruda, a li altri
, v-1-256: perché ti separi da me com'io mi sradicai da te cruentato
alla caccia del fagiano; caccia, da me, allora, prediletta sopra le altre
fanciul di culla; / ond'i'per me non ci veggi'altra via, /
i più logici ragionamenti sono stati da me assottigliati con arte affinché entrino nella cruna
cubile. cubilòtto, sm. me tali. forno continuo verticale, usato
, farei come voi. ma a me non mi si danno queste cuccagne. pananti
ix-291: mal contento è ciascun di suo me chiaio con cui le api
/ ch'io abbia pazienzia, ed io me l'abbia; / ma sbarrò il capezzale
misurata che crede avere sufficiente distanza fra me e lui, [il cane] fa
. soffici, ii-u: io me ne andavo vagando su e giù come
, 7: bastivi il dire che per me che non ho veduto né il colosso
e quegli odori / tanto tanto per me consolatori, / di basilico d'aglio
portar in camera, io mi cucinava da me a quel fuoco della polenta, e
giorno a cucinare; dino girò con me la collina per cardi e castagne.
ai versi, e dio sa se me ne brontola un vespaio nella testa;
a refe doppio, / adoperi per me, a lui fingendosi / di far
ti do due palle da giuocare; e me le mostrava, belline, di quattro
passati, / odendo il canto tuo tutto me struco. = forma abbreviata di
allora immagina quello che vuoi. per me, lì, c'è un soffio eroicomico
: « e'gli ha cantato per me! *. caro, 16-88: poiché
saltano. idem, i-956: cantava a me, anzi al cielo e alle stelle
una casina svizzera, e che rappresentava per me la maggiore attrattiva. montale, 3-165
. a. s. a ridersi di me, ed io confesso, che sono
, 958: della nave, intorno a me, non vedevo che qualche frammento nel
. / deh! voi, zio, me le fasciate / con brandelli del cuffiotto
; / e come a lui, a me cugino ancora / siete; e piangeva
, 1-17 (53): a me che parve essere assassinato, non tanto ch'
una cugina, di qualch'anno meno di me: che sua madre, sorella della
aver bisogna. iacopone, 32-24: co me posso guardare? tanto m'ò assediata
e d'un contrarioso distinato, / di me medesmo ch'amo for misura / una
in vita, / di ch'a me morte e 'l ciel son tanto avari.
/ cui l'aprico di roma a me copriva, / svelato godo a le bell'
che in essi ognuno struggi, / me legasti; or ti fuggi, / come
* di chi angiolieri, 34-5: me dolente, a le cu'man son caduto
che farò io dunque, diceva fra me, per appagare ciascheduno, e cui debbo
vede / corno fa da te a me. d. bartoli, 9-31-1-61: ha
; / provo tormento, qual non me cuitava, / che 'l cor sì me
me cuitava, / che 'l cor sì me fendesse per calura. =
sf. lettuccio di vimini, legno o me tallo per neonati e infanti
fanciul di culla; / ond'i'per me non ci veggi'altra via, /
fece fare, / come colui che di me si condolse, / membrando il tempo
tempre: / et or che fia di me, se tu non tempre / le
. moretti, 9: io sento in me la tristezza i del giorno domenicale;
? se gli è morto, a me duol egli più che a te; pensi
penso di fare non più per me, ma per chi verrà dopo me.
per me, ma per chi verrà dopo me. = deriv. da cultivare
culto mio, / e che pensi di me, saper mi lassa. / il
svevo, 3-602: quale diminuizione per me venir privato di quel mio secondo padre
l'intelletto, ecco che chi adocchiato me minaccia, chi osservato m'assale,
un cumulo d'oro, se balli con me. pascoli, i-489: c'è
sannazaro, 8-132: voi userete in me il pietoso officio; / e fra
figliuolo. michelangelo, ix-384: a me consegnaro il tempo bruno / come a
, quanto con questi cunei nati di me, che l'aiutano. -per
crepare dalle grandi risate; onde tra me e qualche altro bravaccio di teglio e dei
mia prosperitade. ma questo è quello che me, raccordando, maggiormente cuoce; perciò
e la moltitudine de'dolori cresce in me, e continuo incendio mi cuoce il
coco! aretino, 8-344: venne a me un gentil gentiluomo, il quale nel
[dell'otre] cuoia, / che me le schianti almen la giovinezza / terribile
. goldoni, ui-57: a me, che ho fatto tanto per lui,
donati, ix-485: se ti piacesse in me cogliere il fiore, / apparecchiata son
: quel vago cerchio d'ór che me tien vivo, / ed hami l'alma
il core intorno a vento, / me fa tanto contento, / che de alegreza
lapo gianni, ii-478: veniste a me con sì libero core, / di vostro
di dar soccorso a'miei, che me lontano / richiamano, fa vano il dolce
vi prego e supplico, / che me la concediate. bandello, 2-37 (i-1103
. ed ecco che ella si avvicinò a me, proprio a me che lo desideravo
si avvicinò a me, proprio a me che lo desideravo con tutto il cuore.
mai fatto male ad un giovinotto come me. -cuore del corpo: anima
, / passa per giunger sino a me / la tua mano leggera / come
ed io sapessi ch'egli, quantunque me le faccia di cuore, contuttociò all'
, 1-214: per quanto s'aspetta a me, gli porto, tutto quell'affetto
ch'ella abbia qualche sdegno con esso me? goldoni, vii-1214: signor guglielmo,
-se sapeste come era arrabbiata contro di me. voleva andar da suo padre, voleva
. -al cuore anderà ella a me, se le mie parole fanno quel
: padrone, lasciatene il pensiero a me; ch'io non ho manco a cuore
anderò io. -come! senza di me? avrete cuore di lasciarmi in livorno?
furore. lorenzo de'medici, 132: me sparere'per darti a divedere / ch'
corsini, 15-76: non dubitar, ché me ne basta il core.
poi che manualmente io adopererei, a me dava il cuore di volare al sicuro.
lo dirò. -di'sù. -non me ne dà il cuore. leopardi, 17-63
: sappi, che se moisé e samuel me ne pregassero, non mi è in
, anzi facendo un cuor di leone, me ne andai dal banditore. fagiuoli,
certo dentro al petto / ch'el me ne piange l'anima nel core / di
gli disse, voi non avete a me corrisposto in questo servigio, come io
, amore mio, / morto a me da infiniti anni oramai. -stringersi
ragazzetto che sembrava quasi si giuocasse di me riapparendomi più volte davanti: indossava una
/ che su l'avere e qui me misi in borsa. g. villani,
l'occhio cupido e vagante / a me rivolse, quel feroce drudo / la flagellò
gabbo; / se 'n digiunar me fai torcer lo collo, / pensa pur
qual balenar di luce? / armati a me? monti, x-1-162: vide in
il mio rimorso, sangue; e da me il chiede / del padre mio l'
: niun figliuolo era stato più di me colmato di benefizi dal padre e dalla
per farsi pagare le cure che avevano di me e la cena fredda e l'affabilità
. bembo, 1-257: più di me nessuno in terra / visse de *
vi date impaccio, lasciate la cura a me. chiabrera, 453: dalle rive
cantando. alfieri, vi-69: a me sol fida la importante cura / di assicurar
da essere, e in prima di me, che comando per casa. palazzeschi,
ariosto, 25-62: poi lascia a me di satisfarti cura. a. f.
, 19-93: sosta un poco per me tua maggior cura. s. giovanni
tuttor mi s'infinge, / pare di me non ha cura. catone volgar
; / giovanna o altri non han di me cura, / per ch'io
cura, / abbila almen di me. leopardi, 1014: colui che si
tommaseo, i-475: più allegra di me, più arguta a osservare i difetti altrui
: e così curatolo ottimamente io menai me e lui, amendue stracchi sì che
ed amo. alfieri, vii-25: in me quest'odio è antico / quanto mia
dell'avere ch'è perduto io non me ne curo. s. giovanni crisostomo volgar
-non so, può essere che non me lo metta nemmeno. io son così;
curo di vincere le difficoltà da cui non me ne ridonda niun bene. manzoni,
z'è bisogno d'altro, con me. capisco a volo. mi ritiro.
che acconcia cosa mi pare che a me sia dato a diffinire tale giudicio, con
nella propria quistione. ma perché a me non è licito di recusare la commessione del
il colera fosse venuto a napoli per me, per castigar me del peccato mortale,
a napoli per me, per castigar me del peccato mortale, e che dovesse
? redi, 16-vii-60: io per me bramerei di sapere se quest'accia piovve
cancelliere. masuccio, 117: né me estenderò... a narrare le mortale
/ vi perdev'io e vi perdea con me / de'curiali tutto quanto il resto
1-43 (116): mentre che io me ne andavo con quel maestro iacopino,
parlate pure insieme liberamente; che io me ne starò qui da parte, e vi
cautela delle sue parole, non istimolate da me, che viene l'ordine della principessa
, né ci trovo in quanto a me quelle ridicole esorbitanze ch'ella costì mi
lampa diurna, / la vista a me concessa / proibivano al sol, che
tommaseo, i-102: questo, che me di tanto amor circonda, / ampio
ampio universo, e si curva su me, / spirito è tutto: e,
curvétto. e. cecchi, 6-328: me lo vedevo davanti meglio che se
poiché dio t'ha ispirato a venir da me. sono tutti questi ragazzi sotto la
tu ricevi, / deh ricevi da me questo bel nappo; / custodiscilo, e
., 31-88: la tua magnificenza in me custodi, / sì che l'anima
dà via e modo di vita e cessa me da morte. bisticci, 3-134:
: io ti prometto di gittare da me cupidezza, e tu fa', ch'io
/ e resoli, mi parve a me, da dodici / ducati in poi,
che cercasse di nascondersi, poi venisse da me a dirmi tutto. 9
questi operai fossero stati a pensione da me. alvaro, 14-41: i piccoli teatri
pensai che da molti, di retro da me, forse sarei stato ripreso di levezza
stato ripreso di levezza d'animo, udendo me essere dal primo amore mutato. idem
allora che io con voi poco fa me n'uscii fuori. zanobi da strata
personale, serve come rafforzativo. -da me, da te, da sé, da
da voi, da loro; da per me, da me da me, da
da loro; da per me, da me da me, da me a me
; da per me, da me da me, da me a me, ecc
, da me da me, da me a me, ecc.; da solo
me da me, da me a me, ecc.; da solo, senza
, inf., 10-61: da me stesso non vegno: / colui ch'attende
, 236: ho pensato talor da me a me che sia ben non fidarsi
236: ho pensato talor da me a me che sia ben non fidarsi mai di
io non so se io vo da me / a cercar di costei, oppur se
aiuto d'altri, altro che di me a cui qualche volta chiedeva come si
strozzi, 1-248: dipoi, da me e la lucrezia, dissi: tu non
; / piuttosto poi da te e me di't'animo / tuo, ch'i'
suo, ecc.: parteggiare per me, per te, per qualcuno.
, 104: egli è molto dabbene con me e molte volte mi conduce a veder
dall'instromento, o dal sonatore, a me parve che non avanzasse di molto il
: mi avvidi che avevo presso di me la mia alfonsina con un ufficialetto daccanto
frezzi, iv-3-73: « dacché di me sapere hai sì gran brame », /
i giorni, pregovi per lo studio da me posto per abbellirvi come donne novelle,
ragionato insieme alquanto, / volsersi a me con salutevol cenno. petrarca, 22-31
veduto, ella s'è innamorata di me » [boccaccio, dee., 8-9
, mi sentiva il morbino, non me ne potevo tenere, ridevo, mi divertivo
dato in guardia, lasciate pure fare a me, che io lo giugnerò ben io
egli sol conosce il vero / di me, che chi mi stima, è in
giocare alle carte ed ai dadi? -a me no, -disse messer federico. boterò
1-88: adivenne che toccando il dado a me, 10 m'adirizai a tenere al
lotteria). cantoni, 228: me ne andai subito a letto, dove sognai
?... il cielo non me ne ha conceduto; anzi ordinò alla fortuna
a lei le mie parole, come a me hai riferite le sue, io m'
. a le quali opposizioni risposi, secondo me, veramente e realmente, mostrando ch'
che dovuta, o poco onore, io me ne pagai bene del lume e de'
dado. firenzuola, 643: io per me non conosco il maggiore inferno per un
, atroce / daga! ben tomi a me. manzoni, pr. sp.,