); serie di balconi. marino, ii-41: nell'altro [carro]
della bottega mia sostegno e guida. marino, 5-151: quando svegliossi adone,
signori poeti italiani chiamano balcon celeste. marino, 205: questa animata notte,
stendere uno strapunto e sedere al rezzo marino, la loro voluttà e melanconia si
la lingua or baldanzosa e presta. marino, 272: adombrava il bel loco
e per baratri cupi tu sprofondi. marino, 354: già già m'aspetta il
ispida e folta la gran barba scende. marino, i-18: son fatto rauco,
ficcano dentro le scorze delle quercie. marino, 7-115: fansi una specie istessa e
, e 'l barbagianni in cielo. marino, i-194: mi colse in questo mezo
il cervello a questi pazzi barbareschi. marino, i-26: tanti saltamartini e tante
con lui tutto il barbaresco stuolo. marino, 16-250: d'oricalchi e di bossi
addosso alla nostra vittima [lo scarafaggio marino]. che volevamo adesso? provare
si vede nei traduttori d'averroè. marino, i-253: farò veder le bassezze innumerabili
con l'imperio perduta ogni autorità. marino, 7-70: col tempo poi diverran
virtuti, e'tuoi martìr non piagna? marino, 7-1: non ha di queste
confusione o disordine si può chiamare. marino, 5-12: chi d'ambrosia gl'impingua
freddo; sottogola del cappello. marino, i-192: mi feci provedere d'un
(a riparo del volto). marino, 20-396: dritto verso la testa il
, sf. plur. bargigli. marino, ii-90: [il vostro naso]
ed altre armature di que'tempi. marino, 14-363: per vedere se'1 conosce
/ com'altri barcaroli e marinari. marino, ii-65: il procaccio vuol partire,
. bruno, color terra. marino, i-24: la mensa ha un tovaglin
di vergogna legati glieli conducesse avanti. marino, i-113: fuggo la penna come
avevan fama di essere i repubblicani di marino che... perpetuavano le tradizioni
e ne stavan in gran malinconia. marino, 16-254: il carro poi la
dell'essere, così questa in dio. marino, 234: martiri generosi,
basale, n, 2). marino, 7-129: da le fauci al palato
/ torbidi di venen, qual basilisco? marino, 6-170: medusa a l'occhio
in pelli di volpe). marino, 7-117: e menadi e bassaridi vi
sapendo quanto piccole bestiuole e'sono. marino, ii-22: mi sento tenuto a
ed i maligni uffici de'seguaci del marino... abbiano cagionato ad essi
angusto sentiero a gir s'adatta. marino, 304: e 'l buon silen
nel basso mondo a'tuoi desiri. marino, 354: già già m'aspetta il
tali foglie può dorarsi alcun metallo. marino, 5-146: concerto allor di musici concenti
(plur. bassifóndi). fondo marino poco profondo, che si tocca subito
figura con ammaccato e stiacciato rilievo. marino, i-51: in una di esse
, nella luce cruda e calda dell'ottobre marino, la vendemmia ardeva. cardarelli,
la commedia] fatto ne gli marino, 12-97: già del sol cominciavano i
basso pensiero cadeva loro di mente. marino, 4-168: ingrata, a dirle indi
tutti che elle fossero due disonestissime femine. marino, vii-496: -troppo -diss'egli -o
più che nieve fredda in volto. marino, 4-149: nave rassembra, a cui
occhi et alle gambe il passo. marino, 212: perché pur al foco
ascosi / di siringa ei pensava. marino, 205: già imbruna le contrade /
sia, che mi si perviene. marino, i-82: né può cader malizia o
. letter. allentarsi, abbandonarsi. marino, 12-62: lasciò di man le redini
e d'antonio caddero in augusto. marino, 17-43: sovra chiunque un sol
l'animo nostro, sono tutte cadevoli. marino, vii-392: e vuol che dalla
gli mortali e tra gli dei. marino, i-169: se apollo dona il caduceo
/ caduco volo in sulle stelle alzar. marino, 5-16: ah non ti faccia
e il corpo non può essere proporzione. marino, 205: già imbruna
. letter. figur. corruttibile. marino, 6-129: stilla in tenere gomme e
caduta del maggiore e dello ingiuriante. marino, 302: ma qual altra caduta
le cornici marmoree con tanta spesa condotte. marino, 14-102: in un'asta caduta
nel disordine di una confusissima democrazia. marino, i-83: stimano alcuni ch'egli a
da'sudditi [ecc.]. marino, i-109: quella [di tobia]
comecché sono cagionatrici de'travagli dell'utero. marino, vii-392: i corpi composti d'
dall'amo il pesce si trarrà pendente. marino, 268: se l'aspra cagion
sé col mondo esempio e fede. marino, vii-214: colui stesso che fu
che non aviene in quegli altri. marino, i-175: per cagione di questi
tempo ben, che vola e fugge. marino, 324: indarno temi, /
cominciarono a venire per cagione di vicitarlo. marino, i-82: so che soverchio ardimento
da le tigri e da'cani. marino, 279: avea seco / tigrino il
. astron. ant. canicola. marino, 1-121: ruinosa nel mar scende la
a quel cagnaccio partisti il cervello. marino, i-252: poco ho io a
a mestizia, più veramente cagneschi. marino, i-47: io ho qui attaccato già
, i soldati cheti e in cagnesco. marino, i-193: [la mula]
su la tavola carta e calamaio. marino, i-21: un che ti porta un'
viani, 19-398: un immenso calamaio marino col sacco gonfio e i tentacoli che
manico è di legno). marino, 17-78: e mentre solca con dentato
come si volge a calamita l'ago. marino, 3-133: un diadema ciprigna avea
, che fanno arricciare i capelli. marino, vii-272: ritrovasi una pietra nell'indie
negate / a voi stessi pietate? marino, 4-282: se fermo è pur ch'
in tutta la scrittura del signor mario. marino, i-107: cristo, quando vuol
è attorniato da gente calamitosa e infelice. marino, i-153: coloro che per antica
, e massime [in] greco. marino, 6-128: d'india il biondo
è tondo e non riceve il bocciuolo. marino, 19-389: spiche di nardo,
e una fistula con sette calami. marino, 14-252: or su i sonori
tutto lasciò ne le làtèbre il ferro. marino, 15-161: già già la bianca
. ant. canna da pesca. marino, 9-17: così ragiona, e 'n
noioso ulular e 'l pianger dolce. marino, 7-27: fan la calandra e 'l
calappa, sf. zool. grosso granchio marino (dei crostacei decapodi brachiuri: calappa
più tardi uscir la secchia piena. marino, i-105: daniele fu calato nella fossa
o di altri accidenti l'impediscono. marino, 5-112: qui tace, e poi
lo vede prima giungere ed obliquare. marino, vii-105: quando iddio per cagion
loro nella calata giù dal monte. marino, i-193: costoro hanno i talloni
e per vento alle noci di benevento. marino, 12-153: tosto ch'adon de
« corimbi »? marino, 310: avea ciascuna in man di
). - anche al fìgur. marino, 5-145: s'alza il palco di
un poco di quegli potesse avere. marino, 357: concorre in folta calca
, e la pianta di sotto. marino, 19-117: poi cominciai ne l'apprestato
calcagna, / fuggendo il schiva. marino, i-17: s'avessi armato cento
marino, 4-90: stupisce il guardo e si
medesimo aringo / calcar ne 'mpromettesti. marino, 234: martiri generosi santi innocenti
ma la prima calcatura si batta leggermente. marino, vii-548: l'uom crudo e
né la serpe calcata tanto ria. marino, vii-538: or come tra carnefici
le dianzi da lor calcate vie. marino, 16-176: lieto il buon vecchio il
non è polve, non è erba. marino, 4-260: con torvo ciglio e
un convento elle paion di sorelle. marino, 20-345: consentir gli convenne a
pose, / e gli dié volta. marino, 350: il viperino teschio /
-figur. marino, 5-105: fiamma di questo cor,
. letter. fabbricare, costruire. marino, vii-391: ma del cielo qual sia
e pugni a lor contese. marino, 19-282: or sospeso l'andar riposo
bue, d'asino o di mulo. marino, i-191: il padrone la chiamava
, non duri, / né calcitranti. marino, 10-223: fuor de'materni imperi
il destrier, da sé lo scote. marino, 20-344: il cavalier con la
de'liti con molta voce declamava. marino, vii-333: venite o serafini ardenti
virginio bellenzini di ch'i'ti parlai. marino, i-240: vi priego caldamente che
io potevo imparar greco o caldeo. marino, 10-154: il caldeo ve n'avea
pania / calderini o fiorranci. marino, 221: odo dappresso il calderin selvaggio
becco in luogo delle mani. marino, 7-27: saltellando garrisce e poi s'
quella più caldezza che fosse possibile. marino, i-42: non mancherò di ricordargli
generano, e non in freddi. marino, 269: sai che l'anno
mie calde parole e 'l vivo zelo. marino, 4-161: caldo desìo rinvigorisce il
di lagrime calde in petto aspersi. marino, 263: il vecchio cadmo, /
fra le cose vostre più preziose. marino, i-175: per un sonetto lo potrei
che egli si tenga ben caldo. marino, i-18: m'han assegnato il
, rendere a me più benigna. marino, vii-358: quella cocente fiamma d'amore
che mai non m'ha tocco. marino, i-24: non mi può dir diodato
nozze e coronazione de la reina. marino, i-114: la patrona, come
'l calenzuol dorato e il lucherino. marino, 7-28: la merla nera e 'l
, tesor mette in non cale. marino, i-74: se bene da molte parti
con la destrezza del niente ispargeme. marino, 5-44: quando toma a portar
schivar non potea il calice orrendo. marino, i-107: cristo, quando vuol
caligini, che sieno in aria. marino, 205: questa animata notte, /
-per simil. e al figur. marino, 2-26: spuman tepido sangue e sbuffan
che tra esse possiamo velocemente trascorrere. marino, 4-278: d'atra caligine tenace
/ purgate le caligini del mondo. marino, vii-105: quando iddio per cagion
calle, dalle finestre in modo alcuno. marino, 357: già per gli opachi
lume ancora / al tuo deliberar. marino, 5-9: volge a tergo lo sguardo
varie cose, agevolava il calle. marino, 12-96: s'ode picciol romor per
aereo calle / alle percosse intorno? marino, 5-76: lungo il pontico mar con
callo avendo fatto [ecc.]. marino, i-305: quanto alle censure che
di panni grossi e bruni addobata. marino, 18-71: fiaccola accesa par l'
veemenza del moto la materia del vento. marino, 15-2: la calma a la
la chiesa contro alla sinagoga calognatrice. marino, i-29: e mi fo arditamente a
e principalmente la sua faccia ultima. marino, 5-21: tace ogni augello al gran
tremante il batte, indi il calpesta. marino, 12-190: tappeti d'alessandria
il vostro valor poi si calpestre. marino, i-29: e mi fo arditamente
in questa parte e in quella. marino, i-59: dedico a v. a
calta di somigliante grandezza e colore. marino, 200: cantar forse degg'io /
calunnia per non patir la medesima pena. marino, 9-71: da le calunnie il
tue? -come personificazione. marino, 10-83: la calunnia è colei,
capo, che 'l mondo tien salvo. marino, 10-51: calvo è il veglio
un borzacchino, e la scarpa sopra. marino, i-198: ma in quanto a
-calze a brache: calzebrache. marino, i-181: vuoisi egli...
/ che stanno sotto la leggiadra pelle. marino, 1-105: giona, che fu
portar arco e di calzar coturni. marino, i-198: calzo certe scarpe che
prima de'principii e de'mezi. marino, i-116: la conclusione calzerebbe s'io
, impedisce loro di scivolare. marino, i-192: levossi intanto la furia di
non le inghiottisce calzate e vestite. marino, i-iio: eccovi a primo ad
/ porge quelle ad un suo mangiaguadagno. marino, i-272: se vorrà mandar le
camaleonte, ingordo come un lupo. marino, 5-79: vago è del bello e
-sostituire panni sporchi con altri puliti. marino, i-114: la patrona, come quella
passare sotto un nuovo signore. marino, i-212: essendosi sparsa la voce che
, era chiuso. -figur. marino, vii-121: non solamente la nobiltà di
/ all'inculto germano italia diede. marino, i-96: la risaluto con tutto il
un nibbio, o un ghezzo. marino, i-163: stentare gli anni per
di quelle opere che sono indivise. marino, 4-100: si leva e lava
è un becco cavalier d'onore. marino, 6-83: era questi un garzon
paolo giordano orsini due cameroni bellissimi. marino, i-18: m'han assegnato il
stata cercata perché sembrava migliore. marino, i-190: il giorno seguente, avendo
un poco di vestaccia a caso. marino, 14-16: de l'armi e de
ch'arrivammo in ripa al fiume. marino, 11-50: vedi una turba di
crepereo gallo stava presso al timone. marino, 11-155: ma strano caso avien
ma sempre con una regola camina. marino, i-147: [il sole
e l'altra dal parallelo antartico. marino, vii-404: quella [la luna]
, or cammin duro / trovammo. marino, 4-224: né ben scorge il camin
: t'immergesti nell'acque, e del marino / regno i fonti spiasti, e
mi metterò a cammino sicuramente. marino, 347: già per gli opachi e
camozze, / e cervi altronde. marino, 5-126: ed ecco ad un squillar
ferro scosso, e le campagne assorda. marino, 277: deh quante volte e
operazioni, andare al fronte. marino, 20-501: per in tutto estirpar l'
, temendo, di campar s'awisa. marino, 14-309: or non è il
a poter esser vittima per altrui. marino, 296: io ti campai
sua facoltà per campare il fallo. marino, 279: de la salute ancora /
[in] mezzo del latino. marino, i-50: gli spropositi campeggiarono fra
di nero. -al figur. marino, vii-598: deh quanti in ciel v'
ornit. dial. codone, germano marino. = deriv. da campo;
via, e la chiesa il divieta. marino, 9-167: infiniti da strani ermi
trascorre i campi e la città dolente. marino, 266: quindi la dea crucciosa
portano con lor grandine e venti. marino, 10-272: in ben mille piramidi
greco [in] mezzo del latino. marino, 339: cotta di luci- d'
, sollevarsi in campo: ribellarsi. marino, vii-430: stanco quindi dalla guerra,
dà a tutti a ballar campo sicuro. marino, 1-86: ma chi non sa
scrittura né pur nella nostra imaginazione. marino, 10-226: vedi di cadmo il successor
anche di cose e di animali. marino, i-25: [i pidocchi] ti
largo canale, mando i rivi miei. marino, 341: in bel vaso
se avessero avuto il canale libero. marino, 11-22: freschi ninfei di limpidi cristalli
versante di una montagna; canalone. marino, 5-86: tra discoscese e solitarie piagge
quale è chiamato porta del fegato. marino, 6-32: o quanto studio, quanta
vigorosi pensieri. -per simil. marino, 288: giacea supina e 'l collo
e 'l ventre e sino al candelotto. marino, vii-247: dal canaletto ch'è
col fiume, quando egli ingrossa. marino, 286: poich'ebbe il greco
parea ch'ei ballasse una canaria. marino, 7-74: per l'ampie logge e
ant. antica danza: canaria. marino, i-116: la mia è una pazzia
gabbia si alleva facilmente). marino, 7-27: saltellando garrisce e poi s'
, anzi con gran diligenzia riserbate. marino, vii-84: il dipintore può infinite
le maggiori non ci perdonerà iddio. marino, 351: né de le paludose e
sempre entrano con l'alie aperte. marino, 14-184: ferri spietati, che que'
vede il principio di questa doga. marino, vii-146: e sporcata la tela,
e indecifrabile. -per simil. marino, 312: il giacinto vezzoso, /
i cancelli con la minutaglia del pesce marino, e ritrovansi vivere in due modi et
, il cancaro e i debiti. marino, i-191: mi avvidi ch'ella era
non si mangi a cre- papanza. marino, i-21: s'io dico « greco
fanno gran rappresentazioni belle e dotte. marino, vii-105: raggirandosi il sole di grado
questa feccia, è forza ne richiami. marino, 311: accrebbe in vista /
più candida che la luna incandita. marino, 287: la rugiadosa dea, /
, farsi simile aba candida innocenza. marino, 218: lieve è l'aurea
, così puro e candido trattato. marino, vii-495: porta egb il mel
scorrendo gb va spedita e beve. marino, 344: altra in vaghe catene /
grazia in quel colore anco ritiene. marino, 201: ne la bella ferita [
candor dell'animo nondimeno è chiaro. marino, vii-294: qual maggior macchia stimava
mille spellicciate, pasciuto di cipolla. marino, 2-71: egli gonfiando la cerata
è poco minor di quella di giove. marino, 5-39: s'avien che colà
di cui venevano a mangiar gli ucelli. marino, 310: aveva ciascuna in man
2. sm. colore cangiante. marino, 10-133: ma quell'altra colà,
parea ch'ei ballasse ima canaria. marino, 7-157: la sua vesta è cangiante
bellissima vista, rasi fini lustri. marino, vii-161: contrafa i colori delle carni
viste con l'accesa chioma. marino, 206: cangiar il cielo
ancora io te ne cangi ». marino, 1-160: curi dunque chi vuol delizie
altre fulgente, dico la canicola. marino, vii-417: due stelle, per le
riscontro un certo andron mal chiaro. marino, 194: circa il dormire mi feci
che sia fatto a modo di cane. marino, 16-213: tre volte intorno intorno
nine e nine bestie giamai fùro. marino, 282: infuriò de le canine
e contentossi di condurlo seco prigione. marino, vii-292: né solo licurgo, nelle
. figur. candore, biancore. marino, 20-283: cavalca quei di placida andatura
men picciola canna al vento. marino, 4-255: verde canna,
, bestemmiare e bastonare a loro. marino, vii-218: questa canna prende egli in
per la pesca con la lenza. marino, 9-24: chi fuor de tonde trae
e un odor fresco di pesce marino con l'aura / venir a buffi.
, / cantan de'loro boscarecci amori. marino, 2-71: egli gonfiando la cerata
piaga lo strai, rompe la canna. marino, 5-57: prende l'arco pian
e toglie l'acqua a ciascuna. marino, vii-362: le quali parole, s'
terra passerebbe nel sito d e. marino, 10-268: ecco che gorghi già di
del lavoro, non alla qualità. marino, i-163: chi manda l'opere sue
a la soavità ch'indi gustai. marino, i-160: non poteva e doveva,
tose. cannacoro, canna fiorita. marino, 3-74: vanno ove flora i suoi
corrida). - anche sostant. marino, 20-148: somiglia là nello steccato ibero
dava respiro nonostante una leggera brezza di marino che sulla sera si era alzata languida
(per farne una zampogna). marino, vii-214: per le piante caprigne e
cannello o anco per un piccolo spiraglio. marino, 6-45: chi con maglio leggier
cotta che si adoperano per gli acquai. marino, i-52: mando a v.
, e par degli organi un cannone. marino, vii- 262: quest'organo
che deve esser tra vetro e vetro. marino, 10-42: con un occhio chiuso
cannone di poppa: il deretano. marino, i-191: io le montai a cavalcioni
4. canna da pesca. marino, 9-89: le lor rive fiorite e
nome volgare della squilla mantis, crostaceo marino noto anche come cicala di mare.
dolce, pieno di armonia. marino, 5-124: dansi a la coppia bella
ricominciò la sua canzone la cantante. marino, vii-253: lucifero fu il primo ch'
e gli asini cantar versi d'amore. marino, 308: de l'inno maritai
, come facea la prisca etate. marino, 199: che fai, tirsi gentile
: / porgi quel cantaro in qua. marino, 7-122: ma guardinsi gli spiriti
vi s'attuffavan da ciascuna parte. marino, vii-266: quanto in questa parte
profeta e ne'cantici di salomone. marino, vii-295: hawi il famoso cantico
sopore che gli alloggiava ne gli precordii. marino, i-181: vuoisi egli..
tal, che di morir non pavé. marino, 7-44: quei canta e nel
è stato. -figur. marino, vii-269: le dicerie degli uomini eloquenti
/ tu rischiara il mio canto. marino, 3-58: da lodar, da ritrar
a far bene dal canto vostro. marino, i-207: avvezzisi ella ora, con
ma- raviglioso a chiunque lo vide. marino, 6-21: ciascun canton de'quattro
su'cantoni a sedere i figliuoli. marino, 20-252: mentre che del paese e
cantone: seguendo una linea spezzata. marino, 15-133: può da tergo e da
la somma bontà degli animi loro. marino, i-191: perché, « in evacuationibus
un che alla taverna afferra agosto. marino, i-108: non fo gran differenza
hanno di cantori o di cantatrici. marino, 4-95: benché né di cantor,
andai, lasso, non torno. marino, 7-34: o che vezzose, o
.. molto accresceva di degnità. marino, 10-49: donna canuta il crin,
de la onestà, bellissime fanciulle? marino, 304: 'l buon silen decrepito
de le canute ed agitate spume. marino, 312: il canuto ligustro, /
/ l'allegrezza de'freschi anni. marino, 13-41: non so se '
luogo puossi dire legge di canzonare. marino, vii-292: domiziano altresì pose sotto
virtù m'affida e cortesia del padre. marino, 208: canzon, più non
lascive canzoni, a disonesti versi. marino, 2-73: la canzon rompe,
da cacciatori / n'andaro al ciel. marino, i-58: non mi seppi però
ho su chitarra, o arpicordo. marino, i-32: avrei volentieri questi miei madriali
pur in tutto quel leggiadrissimo canzonièro. marino, i-253: mi hanno contrafatto,
immenso / la bella distinzione assorbirebbe. marino, vii-136: prima ch'iddio discacciasse
della sessione capace di quattrocento persone. marino, 19-339: sovr'otto alte colonne e
s'aduna sempre un bel drappello eletto. marino, 6-149: colà l'edra ramosa
ma in un modo inferiore. marino, vii-359: l'anima umana per la
chiuso nell'umil sua casa o capanna. marino, 234: felici voi, degnate
caparra di ottomila fanti, ottomila ducati. marino, i-270: ho ricevuti i rotoletti
, sf. ant. capigliatura. marino, vii-246: il circolo del capo girando
a indicare una sottigliezza estrema. marino, 7-16: non so s'io deggia
ma di torcervi solamente un capello. marino, 17-43: sovra chiunque un sol
un capello d'allor- dine suo. marino, 20-50: sapean che 'l nibbio e
di bianchi fiori e'verdi capelli orna. marino, 4-178: le capre sue vaghe
, il pungetto col suo picchiarello. marino, 20-344: il cavalier con la sinistra
della forca e re de'capestri. marino, 14-45: furcillo è questi, un
convento capevole di cento frati. marino, vii-399: e che al cielo la
che san da tanfo per ogni banda. marino, i-22: tutta la notte si
e dove sverna il gentil capinero. marino, 7-27: fan la calandra e 'l
capire / puote in pensiero umano. marino, 7-53: maestrìa tale ed artificio
aderenza esservi, ed esservi grandissima. marino, vii-144: se non può l'angustia
con esso loro la pena capitale. marino, 4-235: qualsivoglia mortale, a
italia. carducci, i-1226: san marino vide solo otto volte in quattro secoli
loro secondo prima insieme si consigliomo. marino, 10-251: miralo poi, mentre il
due supremi magistrati della repubblica di san marino.
le vedeva muovere squamme né altra parte. marino, 20-234: nacquero in riva al
altri [canti] sieno capitati. marino, i-140: desidero intendere se sieno capitate
né verso questa né queiraltra mano. marino, vii-243: chi non ha osservato
e cantandogli sul liuto assai comodamente. marino, i-196: or eccovi raccontata una
, con il corpo rovesciato. marino, i-193: [la mula] fece
né frate fan cocolle e capo raso. marino, 9-7: ecco già da la
libro scritto, potrà comodamente leggerlo. marino, 19- 357: la coltra,
capi buoni, non può essere propaginata. marino, 16-62: sovra l'ultimo grado
formato un decreto continente sei capi. marino, i-233: le linee ch'io
vergogna ignorare cosa alcuna al mondo umano. marino, i-210: tutte le perfezioni che
altro animale. -capostipite. marino, vii-389: a me basterà di tutto
rotori e capidogli assai ve n'era. marino, 19-371: dopo costor con lo
esercito. -capo delle guardie. marino, 13-254: tacque ed a sé chiamò
l'abbiamo distinte solamente colli capoversi. marino, i-233: io non mi lamento tanto
s'accorga che voi la nascondiate? marino, i-198: la maggior parte,
. ant. e dial. mollusco marino: venere tonda. garzoni, 1-840
ma da stufe e d'osterie. marino, 16-54: in capo a ì'ampie
cercai di pregare. -figur. marino, vii-221: né parlo solo degli altri
più forza. -figur. marino, vii-253: lucifero fu il primo ch'
questo mo'la tossa si guadagna. marino, 19-423: l'autor de l'eloquenza
senz'elmo in testa e senza cappellina. marino, 14-16: de l'armi e
gli officiali più grandi e pompose. marino, 9-47: ampio cappel, che
, e un'uva passa bianca. marino, i-200: l'acqua [a
/ fu da una gross'acqua sopraggiunto. marino, 9-47: volgesi a quella parte
di camerino, l'anno 1525. marino, i-18: s'avessi violata un'
, che son peggior di noi. marino, 4-178: le capre sue vaghe e
dell'ingegno umano, ci somministrano. marino, 10-138: tutte queste che vedi,
sporcarle, levitadi, capricci e legerezze. marino, vii-97: fece oltracciò delle fantasie
i loro capricci con bel giudizio. marino, i-49: questo per ora è
cose, ed a capriccio scrivo. marino, i-20: spedisco tutto 'l dì corrieri
/ radici capricciose, ròcce tetre. marino, 346: l'alte spalliere ed
scemar la vaghezza de'parti loro. marino, vii-141: chi ha mai veduto ed
del cancro, tutte però abitabili. marino, vii-105: raggirandosi il sole di
pur al capro le caprigne squadre. marino, 6-65: ecco satiro poi pasce la
caprine, a guisa di satiro. marino, 19-381: un satirin,
, ma ogni belva ardita e forte. marino, 14-93: così leon, traendo
, ed elle n'andar sotto. marino, i-25: io vi tratto di topi
, sm. ant. specie di granchio marino. landino [plinio],
, senza error d'un minimo capello. marino, 5-106: o caramente cara,
di un tributo. -figur. marino, i-116: la mia è una pazzia
. s. illustrissima che gli riguarda. marino, 345: è di semplici rami
al carattere, riesce assai bene. marino, 19-249: sia sepolcro immortai l'urna
le sue lettere e i suoi caratteri. marino, vii-259: io la chiamerò [
d'un peregrino carattere ed idioma. marino, i-50: con che resto baciandole
mille spilli. -figur. marino, 312: il giacinto vezzoso, /
di chi va e chi viene. marino, vii-121: che cosa miri, o
e nella fronte i caratteri greci. marino, vii-566: ne la fronte e
: la caratteristica del monte di san marino è quella di sorgere a un certo momento
: e questo significa la prudenzia. marino, vii-102: quinci avviene che nella
un carbone spento e tutto nero. marino, 6-44: odesi di lontan scoppio di
di forza nel liquefare i metalli. marino, 4-5: stuzzicato carbon vien più cocente
fede della maniera ch'e'tenne. marino, i-60: il dipintore, prima
figur. letter. vino rosso. marino, 7-121: chi cupido è di suggere
ridotto a pelle e ossa. marino, i-190: ecco che mi presenta innanzi
e lo freno pose nella mia bocca. marino, 262: per gli omeri a
armata con gravissimo pericolo di ribellione. marino, i-175: in effetto non so se
dopo la carcere di carlo semplice. marino, 4-235: qualsivoglia mortale, a suon
e di me stesso in bando. marino, 5-10: spontaneo e volontario amante
infermità, rispose: -carcere del corpo. marino, vii 279: canta
: oh divi, oh cielo! marino, 326: armando di quante / chimere
-il carcere confuso: il labirinto. marino, 297: io ti campai la vita
lor usci / ritirati stan svelti. marino, i-20: picchia, se sai,
-per simil. e al figur. marino, 3-4: spietato lusinghier, ch'alletta
che sono direttive alli atti umani. marino, i-154: quelle virtù.
, a serrarsi o aprir, distorta. marino, 7-8: deposta la lira al
è il cardine in quella materia. marino, vii-413: sopra questi due cardini e
eran di cristo nelle ore natali. marino, vii-311: grande in cielo primieramente
, svoltarsi, ritorcersi, rappezzarsi. marino, i-187: stupenda fu quella machina
il cardo e maggiore e minore. marino, i-23: l'insalata e 'l cardon
medicano, serveno, abbracciano e confortano. marino, i-65: e s'io
questi fuochi e tirare queste artiglierie. marino, vii-278: parve che mi si
corsal dietro a nocchier carico d'or. marino, vii-495: carche d'odorate prede
sotto l'impresa avea d'una tenaglia. marino, 9-27: la man carca di
anco un raggio di pietà riluce. marino, 356: e benché inique e
una curta tira molto più lontano. marino, i-85: ch'un uomo venga
molte cose assai fondata e competente. marino, vii-239: la grazia, adunque
de l'asia, ormondo trasse. marino, 286: quelle spoglie e quell'ossa
, e maggior luce han tarme. marino, 5-135: grida la tromba in bellicosi
e onorato patrimonio delle arti liberali? marino, i-51: oltra che non avendo la
che sono sorelle carnali di questa. marino, i-114: il vino ch'io
ben, dove qui ne son molte. marino, vii-276: persuadeva la mansuetudine agl'
più gran vittoria vincere il nemico interno. marino, 5-27: mancando alfin lo spirto
ed esecutori de taltrui inaudita crudeltà. marino, 284: o di signor pietoso /
straordinario guadagno, un proficuo vantaggio. marino, i-108: potrebbono [i peccatori]
un occhio sol la fronte adorno? marino, 5-106: o caramente cara,
sole, or carolare a schiere. marino, vii-296: siamo a credere costretti ch'
, l'amicizia, la devozione. marino, i-84: perché non farsi caro altrui
sotto, come a i molinelli. marino, i-191: il padrone la chiamava «
le verginette] menano lor carole. marino, 5-73: sotto questa fontana a
sole, or carolare a schiere. marino, 20-95: si ritragge da capo,
, le pestinache, la cipolla. marino, 333: scusano lunghe zucche e gambe
-per simil. e al figur. marino, i-105: mastro noè, che fu
malamente digesto da ciascuno che 'l provi. marino, 6-49: né vi manca però
l'astuzie rescupori re di tracia. marino, 6-104: d'ordirvi [ella]
che la cocina invoglia lo svogliato. marino, i-257: le mie rime prima
volgersi attorno, e carreggiar boote. marino, vii-432: non voglio che fetonte
4. ant. slitta. marino, i-193: alla sommità del giogo.
pane di frumento a gli uomini? marino, i-200: de'carrettoni non parlo
serpe, arcionate, portelle e staffe. marino, i-200: de'carrettoni non parlo
artiglieria, si salvò con la fuga. marino, 10- 227: veder puoi
di colui che li sta sopra. marino, 18-51: spirto vivace avea, corpo
gli scommesse in man la carriuola. marino, i-114: desiderate intendere come io dormo
-per simil. e al fìgur. marino, 207: deh perché non mi lice
principio i galli al primo canto. marino, 269: era nel centro / de
/ andran col viso basso sospirando. marino, 225: non pari a quel che
quante ebbervi a sei / carrozze. marino, i-55: sto aspettando la carozza da
più tardi uscir la secchia piena. marino, 10-136: mira intorno astrolabi ed almanacchi
ma fatta di sola cellulosa. marino, i-137: il suggetto ha da esser
canchero delle sedizioni del popolo fiorentino? marino, 20-515: qui tacque apollo;
generale. - anche per simil. marino, i-58: dapoi ch'io veggo che
di parole in vece di fatti. marino, 20-22: l'araldo con tre suoni
di stato e maestà i cartelli. marino, i-74: vie più che prima
destinato a scopi ornamentali. marino, 20-282: ambo egualmente di due belle
ridusse a romperle per farla chetare. marino, 6-116: e perché di guardarlo
si manda l'aere al polmone. marino, vii-266: facevi [alle orecchie]
rappresentava la guerra tra fiorenza e pisa. marino, vii-157: ebbe mosè da dio
gran casa de'guelfoni è inserto. marino, 10-226: vedi di cadmo il
casa aveva acquistata del proteggere la religione. marino, vii-189: soverchio parmi il ricordarvi
febo e diana una per uno. marino, vii-409: lunge lunge da me
ufizio / di maestro di casa. marino, i-108: che vuoi tu dunque?
le perdute case: l'ade. marino, 352: qual fortuna empia e proterva
di fior in fior ronzando gire. marino, 14-147: vassene al buco, ove
e crostuta, e tutta cascante. marino, 304: e 'l buon silen decrepito
ella tutta cascante di vezzi rispose. marino, i-191: ella [la mula]
e mi s'inargenta il crine. marino, 5-52: ne la stagion ch'ai
difficoltà, incontrarne altre ancora maggiori. marino, i-190: il giorno seguente, avendo
una casa (un uccello). marino, i-199: calzo certe scarpe che paiono
petto, che die'luogo, intatto. marino, n-155: ma strano caso avien
fattura in se stessa assai vile. marino, 270: ben par ch'ivi [
che acca- scano fuori dell'aspettazione. marino, 261: ascoltatemi, o selve
dubbioso d'un fatto d'arme. marino, 351: da maggior forza di più
bisogno d'acqua o d'altro tale. marino, 307: destin d'alto pianeta
, altri bieco, altri crasso. marino, i-24: mangiam sopra le gambe
abbia inchiostri, penne e vaso. marino, 287: sovente oggi di là
in ogni caso fargli grata accoglienza. marino, i-93: ma io confido principalmente
: accidentalmente, per combinazione. marino, vii-79: portò il caso che la
gli seguitassino le forze degli orsini. marino, i-134: ho scritto al suddetto
ritondetta che pareva una mela casolana. marino, 332: d'un gran popone
sul passato fil batton le casse. marino, vii-165: entrano adunque in telaio
arbitrio. carducci, i-1226: san marino vide solo otto volte in quattro secoli
di cassia in bocconi per tre mattine. marino, 6-126: casia, amaraco,
che son prodotte dalla madre natura. marino, i-200: l'acqua [a
pollice contro il medio. marino, 20-85: due castagnette di sonoro bosso
d'aere, servono per frumento. marino, 333: ne l'una e l'
il paggio del famiglio del castaido. marino. 4-92: casa sì signoril non ha
, entrato con gente nella terra. marino, 20-503: cede ogni forte,
castigati da loro degli altri delitti. marino, 18-36: a consiglio miglior volgerai
; rompere (il digiuno). marino, 18-60: tal vid'io di cani
alla chiesa di pastor più utile. marino, 4-238: pur ne venisti, ad
umano, ma solo del castigo. marino, 17-173: no, no, fuggir
mondo, era un fetente cadavero. marino, 273: giuro, e giuro il
casto matrimonio ad un celibato contaminato. marino, 269: la casta e cacciatrice dea
rendo, d'ogni gusto parco. marino, 6-3: è ver che da sé
castore, che si sterpa i genitali? marino, i-128: questo principe mi dà
letteraria, esercitando pressioni sull'autore. marino, i-48: i poemetti ch'io mandai
son nelle vecchie istorie più volte commemorati. marino, i-128: questo principe mi dà
torre, la casupula nel palazzo. marino, i-108: non fo gran differenza
di costume simil palchi reali adornarsi. marino, 20-20: paesani non men che peregrini
sua felicità per tutto il dì cantavano. marino, 19- 396: le ninfe di
che mi raccomandiate a chi vi pare. marino, i-241: s'io volessi far
tempo, la malaria ed il vento marino hanno stesa quella patina medesima che colorisce
sonando 'l corno, braccheggiando andai. marino, i-193: alla sommità del giogo.
per simil. e al figur. marino, vii-385: il primo lavoro adunque (
, che quivi tra tutti era. marino, 311: il pieghevole acanto / a
di tetri eroi ed afflitte alme intègro. marino, i-100: ed eccomi in
aspetti celesti con stabile varietà derivano. marino, vii-232: ed ecco gli alterni
il core, quando la vagheggiava. marino, 218: lieve è l'aurea catena
compose / lente ma tenacissime catene. marino, 344: altra in vaghe catene /
si metterà nella lumiera del pezzo. marino, vii-272: quest'èrcole adunque dipignevano costoro
lucchetti con le lor molte maniere. marino, 13-128: cama, dea de
ben catenati li concetti senza quella. marino, 6-60: ella il vezzeggia, e
, il fine della navigazione d'egitto. marino, vii-526: giunge là dov'
sdrucire per fianco la cavalleria migliore. marino, 10- 254: ma vedi
de gli eunuchi e delle concubine. marino, vii-538: qui, come prima
abbia a tór giù di cattedra adirato. marino, 10-120: l'immenso cortile era
su la cattedra della santissima croce. marino, vii-305: qui non giunge l'
ascenderai mai alla catedra di minerva. marino, vii-240: cameade cireno, leggendo
! io non vo alli stremi. marino, 6-155: quando la madie 11
cauto e sottile sperimentatore del mondo. marino, i-69: il murtola, dopo
/ cautamente per dio sia custodita. marino, 8-4: so che fra le delizie
occulte; e qualche volta manifeste. marino, i-83: la qual cosa ho per
e sottile sperimentatore. del mondo. marino, 11-101: quivi la pose il
che troppo gli par cauto consiglio. marino, 1-54: spesso suol con preveder
v'accorre e s'urta e preme. marino, 1-57: o mal cauto colui
/ a ruminar ne la montana cava. marino, 12-22: ne l'antro istesso
potrebbono capire tutti in quella città. marino, 14-316: adone il segue,
una bella, e leggiadra comittiva. marino, 17-109: cavalca altri di lor curvo
gentile: l'asina e il pullo. marino, i-195: la mattina affrettai il
cavalcioni sopra la coscia di lei. marino, i-191: io le montai a
mena il mainoldo da mantova. marino, vii-418: ma comeché ciascuna croce
paolo, crociati con chiave e spada. marino, vii- 385: nacque la milizia
il cavaliere, e dagli scacco. marino, 15-124: sedici [le pedine degli
colezion bene / a spese del padrone. marino, vii-160: il medesimo apelle dipinse
dell'asia largamente era stato premiato. marino, 10-251: miralo poi, mentre
fiorino, quasi fiore della cavalleria. marino, 20-252: mentre che del paese e
nel cavalcare; cavaliere. marino, i-198: [gli uomi di parigi
alle gare anche qualche soldato. -cavallo marino: figura mitologica del corteo di nettuno
14. ant. cavallo fiumatico, cavallo marino: ippopotamo. giamboni [crusca
ossa dell'ippopotamo, o cavai marino. -pesce cavallo: ippocampo.
3. cavalluccio di mare o marino: ippocampo. panzini, ii-658:
saranno i pennoni, o antenne grandi. marino, vii-158: per tre vie
, non gli vuol dare marito. marino, i-140: se pure gli si potrà
duoimi di non poterne esser partecipe. marino, i-240: vi priego caldamente che
, per cavare fuori le figure. marino, i-105: gioseppe, il poveretto,
in luce eterna / contra abaddon. marino, 270: di pomice scabrosa un
, sale, et altre cotai cose. marino, 6-34: l'immortal previdenza,
sm. ant. cavernicolo. marino, 1-18: de la reggia materna il
ambo in fretta a mescolare il corso. marino, 9-183: quand'ecco fuor d'
la segue come un cane a lassa. marino, i-195: la mia sopradetta giraffa
altro ch'io non mi ricordo. marino, i-200: l'acqua [a parigi
. mus. ant. bischero. marino, vii-307: con cetera in mano fabricata
può dar fede della loro egualità. marino, 1-88: rende da gli antri
della zucca da colare il lattime. marino, i-199: per fettucce [certe scarpe
gigaro. 5. ittiol. cazzo marino: nome volgare dell'oloturia. redi
coperto le luci con densissime cateratte. marino, i-109: quella [di tobia]
altra materia cedente, si fanno stramazzo. marino, vii-84: materia poco cedente ed
stuol cristiano / i pa- lestini. marino, 351: cedon non senza sdegno e
desmo serba / a maggior opre. marino, 4-255: risoluta di cedere al
gli affetti e i fiori a'frutti. marino, i-200: bisogna sopratutto guardarsi dalla
come la mosca cede alla zanzara. marino, 220: già parte il verno e
potente attrazione cedono e si separano. marino, 12-138: per esser dunque la
il pregio di fortezza ogn'altro cede. marino, 1-163: né mai di loto
. - anche al figur. marino, vii-426: è possibile che, fatto
luogo. - anche al figur. marino, 5-42: ebe e vulcan, che
d'oro e di bei marmi altèro. marino, vii-534: d'ebeno e cedro
e un alberello di cedri conditi delicatissimi. marino, 345: e adorno; il
i campi de la vostra lombardia. marino, 7-106: congiunto al cornio suo
cedrolòtto, sm. cetriuolo. marino, 333: di cocomero è il ventre
da ciascuno che 'l provi. marino, 6-49: né vi manca però
sogno mi sfigura trascinandomi in un fondo marino raggiato di cefalopodi, rinchiudendomi poi nei
cefalòttera, sf. ittiol. grosso pesce marino (si trova anche nel mediterraneo)
dirotta- mente mi misi a piagniere. marino, vii-400: riceve una ceffata insù
ceffo e la coda di delfino. marino, 10-249: mira tomaso, il giovane
rubicondo, / che par di rame? marino, vii-551: lacero avea, quasi
furto, e che se 'l cele. marino, 314: a pena in lei /
e veli [il tuo nome]. marino, 209: ivi il crudel [
in testa in cambio di celata. marino, 13-203: colui la testa impaurito e
/ o argani ch'io dica. marino, 331: fors'anco / celatamente trapelando
costumi, non celebrasse gli vostri meriti. marino, 1-53: chiunque amore o marte
con lieti inviti i prandi. marino, 305: e tra sì fatti strepiti
in focide per deddere alcune controversie. marino, 2-43: fu di tessaglia aventuroso
fa conserva / del celebrato delfico coltello. marino, 332: entra tacitamente e
la corruttibilità sia contraria all'incorruttibilità. marino, 205: questa animata notte
faccia variare: dunque è celeste. marino, 307: negli alberghi celesti /
/ ma di celeste maestà il compose. marino, n-61: porta nel volto amor
dolcezza / tutto colmava il petto. marino, 6-160: ma sappi, anima mia
casto matrimonio ad un celibato contaminato. marino, i-114: dicono che i galli
ove cominciano a lavorare senza intermissione. marino, 6-189: nel pedal d'un elee
tenner tutte virtù le celle sue. marino, vii-265: fece questa diligentissima architettrice
(del gioco degli scacchi). marino, 15-132: del marciar, del pugnar
o del lauto e d'altri instromenti. marino, 304: pensarono di vedere
, onde ebbe principio la commedia. marino, 4-247: vassene a
lamprede, alcuni in capponi e stame. marino, 9-23: e vi vidi sovente
specialmente nella cena del giovedì santo. marino, vii-217: e non è a
un cenacolo di mano del medesimo. marino, vii-278: ed è ben passo
che non è più quel tempo. marino, vii-551: lacero avea, quasi
rimedio contra il morso del cenerò. marino, 12-15: d'antica donna ha
tali vesti li separano dall'altra cenere. marino, 303: se col focile accendo
or goder a me non lice. marino, 230: fan nido i cigni entro
cenere non gli fidar farina. marino, i-195: la mattina affrettai il cavalcare
stelle fatte di oro massiccio ». marino, vii-539: indi a suo banditor cenna
darete cenno di così fatte occasioni. marino, i-76: non niego io che.
vedi, un cenno / con persona. marino, i-60: ed il poeta
rità della chiesa. marino, vii-409: io a'più veraci oracoli
-per simil. e al figur. marino, 6-28: l'occhio, com'ape
gradi dell'imperio della città. marino, vii-291: domiziano altresì pose sotto te
campione e mantenitore della dottrina aristotelica. marino, 10-141: la maligna censura ognor
t'ho censurato, non volendo. marino, i-262: ciò per lo più non
divina con quella de le fiere. marino, 5-135: gira la scena, e
. d'austro non s'abbia tema. marino, 342: e quel che più
cento a cento, o bella jole. marino, 6-49: né [vi manca
dalla mente tutti gli altri. marino, vii-101: o sole, occhio destro
centri dell'occhio e del sole. marino, 5-119: nel centro de la sala
particolare di componimenti poetici). marino, 16-125: la centuria de gli arbitri
quel ceppo vicino a la porta. marino, 12-147: repente allor de l'arbore
-per simil. e al figur. marino, vii-507: resti la pianta ebrea di
mondo il tuo gran ceppo vecchio. marino, vii-394: né iddio di diversa
-per simil. e al figur. marino, 309: 'l sol con dolce e
farsi con lucid'ostro i guai felici. marino, 12-87: in che miseri ceppi
, che fanno arricciare i capelli. marino, 19-395: de'torchi lucenti anco la
lor ceraste scotendo e lor facelle. marino, 12-60: tacque e crollò, poiché
magion cerate / ala non spieghi? marino, vii-214: dalla fistula cerata di
dicendogli che sono scritture d'importanza. marino, i-271: ora starò aspettando il
laniator d'agnelli e di fanciulli. marino, i-20: picchia, se sai,
di verdi seggi un fonte vivo. marino, 1-160: sazio de'vezzi perfidi e
in questo modo la sua grazia. marino, 2-34: ma poi che sirio latra
, e 'l campo lor cercai. marino, 6-99: scaltro seguso e d'odorato
secondo che da lui è insegnata. marino, 11-35: l'anima nata infra
e più bella la mia ragione. marino, vii-359: l'anima umana per la
il non appien giammai cercato osiri. marino, 264: più d'una volta
il cerchia, anco n'ha tolto. marino, 18-67: giace un vallon,
/ non la lasciasse parer manifesta. marino, 10-67: quattro donne reali a'
resta indistinto il piccolissimo cerchietto reale. marino, 16-112: scopre il candido dente ad
altre con cimiero e altre senza. marino, 217: breve cerchio d'or
/ canto, laudo e descrivo. marino, 5-117: veder si può d'ogni
tardo al suo fin venuto tanno. marino, 354: un più bel sole
dita della mano destra del mondo. marino, 11-71: quegli occhi vaghi e
schiume si caccia fore nel piano. marino, i-200: [i lacchè parigini]
mano, ché certo certo morirò contento. marino, 5-106: o caramente cara,
per il ceruleo manto del cielo. marino, 1-95: belle son tutte sì,
, si meschia con cerasa e termentina. marino, vii-85: maggior magnificenza apportano i
/ bench'il medico vecchio altrui contrista. marino, 10-138: tutte queste che vedi
della schiena, vanno infino alla coda. marino, 329: qualor furioso / scote
il muso. -figur. marino, 4-65: qui tace, e già
2. letter. cranio. marino, 277: veggiomi pullulando / spuntar su
cerviere foderata di pelli di agnello. marino, 6-22: un avoltoio in pugno,
riputazione appresso a'gentiluomini e signori. marino, 262: veste di bel cerviero
d'argo già, non addormenta. marino, 10-38: e qual vista cerviera
di sangue empie le voraci canne. marino, 12-105: vien dopo 'l suon,
dei pellicciari] in credito. marino, 264: vide del cervo le
eccesso i termini del mandato cesareo. marino, 12-50: segue un eroe, che
/ era a vederla nova meraviglia. marino, 313: verginella e reina, /
-per simil. e al figur. marino, 11-22: freschi ninfei di limpidi cristalli
ad un cespuglio di nocciuoli giovani. marino, 12-167: pompa non vista e non
cose che quella incorreno, sempre immortali. marino, 291: fermati o mare
notte, mai cessa di giuocare? marino, 4-216: intanto psiche mia per
empie, / né cessar tuo rigore. marino, 4-184: or del cor tempestoso
il cesto, ma la soma. marino, 6-176: pien di poma portava un
la pesca o l'uccellagione). marino, 9-47: ampio cappel, che si
simili affetti ed effetti di venere. marino, 291: venere è certo / costei
dal gr. xtjto? * mostro marino, balena '(col sufi, come
ben mezo il mar la smisurata cete. marino, 19-371: dopo costor con lo
] xf) t7] 'mostro marino, balena'. cfr. isidoro, 12-6-8
gr. xtìtoc; 'mostro marino, cetaceo '. cetologia, sf
ma anco all'ottava e alla quinta. marino, 7-60: de la prim'opra
la guancia un tempo alma fiorì. marino, 216: e vien col dolce tuo
si dire, né che si fare. marino, vii-395: che giova a chi
colpe umane, e colpe usate. marino, vii-f82: che? s'io ti
, di spavento e di dolore. marino, i-134: desidero qualche cosetta del
fratelli miei, ed avvegnane che può. marino, 1-65: no, no,
le distanze crescono nella medesima proporzione? marino, 11-211: né ch'altri abiti
/ del rifrenato menzo intorno chiude. marino, 18-67: giace un vallon, che
saggi suoi gli accolse e chiuse. marino, 342: ciascun quadro de'quattro
/ e non risplenda il torbido splendore. marino, 8-80: parea battuta da beltà
.. e chiude il canto. marino, 5-143: ciò fatto, il bel
a finire, sboccare, sfociare. marino, 4-261: da quell'alpestra e ruvida
quale buovo di'tu? ». marino, 8-90: chiudea la notte in bruno
ha qualche picciolo granello d'intelletto. marino, vii-420: chiunque vuole al suo giogo
stanza, un edificio). marino, 4-237: questo grido tra'popoli diffuso
era ritondo e distinto in tre parti. marino, 8-42: da più ninfe è
le mani de la vostra liberalità. marino, 10-42: tempo verrà che senza
sol fra l'alte quercie ombrose. marino, 12-30: i vaghi augelli,
/ resse purpurei padri in chiuso chiostro. marino, 220: esca, siringo
agli uomini ed al cielo. 'marino, 226: madonna ignuda e chiusa
colpi gli dà sono una ciancia. marino, i-73: io non ebbi giamai
celebrare l'ulivo pianta sì nobile. marino, i-191: ella [la mula]
, e cianci fuor del tuo solito. marino, 5-98: troncando il cianciar,
mescete anche voi vino a questa mensa. marino, vii-141: chi ha mai veduto
andare a cielo per cotali cianciumi. marino, i-60: non presento io ora
seccaggini, ma una composizione di quel marino il cui solo nome sarebbe, secondo che
e menestra, frutti, cascio. marino, 271: slacciarsi fe'da le fidate
intendo più, tanto più ignoro. marino, vii-163: cristo muore per dar vita
arie freddissime che nelle tiepide o calde. marino, 1-166: adon solve il digiuno
non osservasse la dottrina de'cibi. marino, 1-148: non cibo o pasto prezioso
la fatica invitti, al cibo parchi. marino, 268: che vai cane omicida
sono stati cibo del mio debole intelletto. marino, 17-30: del dolce e caro
ridusse a romperle per farla chetare. marino, 5-21: tace ogni augello al
il cielo / con ostinate strida. marino, vii-209: ecco una cicaletta stridula e
del popolo sopra i fatti miei. marino, vii-71: alcuni, non molto
sì subiti a trasformarsi, che quel mostro marino (come lo chiamano questi cicaloni poeti
, / e non quelle degli uomini. marino, 3-116: tasta la cicatrice e
non si potesse in tutto vana. marino, vii-293: dell'antiche piaghe del peccato
il dì per questi monti errando. marino, 348: de l'alto mongibello /
qual veleno in atene morivano i condannati. marino, 15-234: quanto s'inalza più
. ant. flauto, zampogna. marino, 4-179: sette forate e stridule cicute
a qualcosa: insensibile a essa. marino, 5-46: non esser al tuo ben
molto, è superiore a la virtù. marino, 206: cortese e non avara
l'aer cieco a quel romor rimbomba. marino, 12-11: ne le viscere cave
n'esce, e sua virtù dichiara. marino, 1-93: queste con passi incogniti
, non può il vero scorgere. marino, 3-42: così mentre con lei
, che vuol dir igneo. marino, i-96: io me ne vivo tuttavia
o selce al più turbato cielo. marino, 11-77: fin dove sotto il più
. ant. coppa, vaso. marino, 6-100: v'ha di cirene il
essere inteso, se non dagli amici. marino, 12-19: per trar da l'
-messer no; anzi è cifera. marino, 10-154: in caldeo ve n'avea
cappone per la canna del polmone. marino, 6-34: l'immortal providenza, acciò
/ la vedovella consolò del figlio. marino, 285: tu citerone ombroso /
sento abbagliar, gravarmi il ciglio. marino, 205: l'oriente ha nel
modestia. -per simil. marino, 2-12: apunto il sol su la
viso rosso e col ciglio demesso. marino, 304: 'l buon silen decrepito
anno l'orecchie col suo rumore. marino, 1-130: va con l'aquila il
/ cesare invitto e vincitor benigno? marino, 11-130: questi non pur con
l'aquila bianca nel campo cilestro. marino, 20-258: quarteggiate d'argento,
mutava in bianco aspetto di cilestro. marino, 311: accrebbe in vista /
che sono rosse fuor di modo. marino, 333: fraghe, coraie e cirege
né ricusa i piani di queste qualità. marino, 7-106: congiunto al comio suo
un sol verso, e quasi cilindrici. marino, vii-398: e che al cielo
12. zool. ant. cilindro marino: specie di mollusco. vallisneri,
mollusco. vallisneri, iii-387: cilindro marino. egli è un genere di turbine
cima di capegli de l'entusiasmo apollinesco. marino, vii- 474: e de
cui gustando, io diventai beato. marino, 343: sussurrando per l'erba
ma sovra lei è l'intelletto. marino, 10-163: non mica a tutti è
in cima del colle ornan l'altare. marino, 10-257: manto, che 'l
cimici, e sene vadano al capezzale. marino, i-25: i cimici, i
esce a gran forza un fumoso vento. marino, vii- 395: le pompe
o per cimiero de la testa. marino, 6-94: gli trasformò repente abito e
morti che fanno un gran romore. marino, 16-25 • di cimitero invece,
o pur per poco toma. marino, 11-212: volavan fuor de le
è apportato d'africa e costa assai. marino, 3-117: il del d'amor
labro, / poetando a isonne. marino, 202: d'atti cotanto audaci /
5. rossetto, belletto. marino, 16-20: pensate forse voi quest'arti
volle toglier quel curioso pezzo di folclore marino per metterlo in una sua collezione di
or di quercia, or di gramigna. marino, 291: venere è certo /
scenderne s'affretta a la campagna. marino, 10-241: spada, splendido don del
ferita / di sue certe quadrella. marino, 261: se spiedo lucente / impugnando
, vien'; né star ascoso. marino, vii-209: or che, cessate le
approssima a l'odore del cardamomo. marino, 6-127: spunta mordace il cinnamomo
fino e cinamomo polverizzato mescolato insieme. marino, 19-399: stillan succhi d'arabia i
indi 'l misero collo intorno allaccia. marino, 16-93: collana di rubin tutta
/ mesto presagio d'infelice giorno. marino, 4-251: quando tornò da le celesti
le fibbie, e le divide. marino, 339: ceruleo è il cinto e
cinto verginale: togliere la verginità. marino, 275: frettolosa e confusa / allor
con lui si corca nell'erba. marino, n-186: a me stessa, che
. zool. cinto di venere: animale marino simile a un nastro lungo fino a
e soda, tien ben legato. marino, 16-263: gravi di perle,
nascondiglio. -per simil. marino, vii-413: questo [equatore] sopra
con il sacchettino per portarvelo a cintola. marino, 13-222: son l'armi sue
fìguretta ancora tonda in fra esse. marino, 262: per gli omeri a traverso
almeno da la cintura a basso. marino, vii-245: allora di queste e
che per sereno ciel cintia riesce. marino, 252: del suo vago /
stante, con uso pleonastico. marino, i-85: e come ch'io sappia
ciglia, i denti della bocca. marino, 6-181: mancandogli corda, a gli
l'uno dopo l'altro. marino, 270: [vedi] i verdi
donna è guercio zoppo e cionco. marino, 7-171: io non so come scriva
gli mandò giù ciondoloni il collo. marino, i-194: né mi par cosa
, per ora non possola riscuotere. marino, i-265: obligato dico di tutte
, rendono di loro tenacissima calcina. marino, 19-16: l'ondosa chioma poi
di compianto, di solitudine. marino, 16-25: di cimitero invece, avvi
quello che al senso ci apparisce. marino, i-194: circa il dormire mi feci
col compasso; circolo perfetto. marino, 10-119: mira penne e pennelli,
centri dell'occhio e del sole. marino, vii-398: e che al cielo
corpo (una misura). marino, vii-248: il dito maggiore procedendo verso
dimostrar gli fenomeni de gli astri. marino, vii-247: la congiuntura delle ciglia
pur allora, sorgere dell'onde marine. marino, n- 28: quasi ampia
, che si fosse in piano. marino, vii-246: il circolo del capo girando
-circolo visivo: orizzonte. marino, 6-31: gli spirti unisce a la
tropici ed equinozi prima che tanno passato. marino, 20- 248: intanto il
almanco di reverenzia, a loro. marino, vii-327: la struttura di essi
natività circonciso, secondo la giudaica legge. marino, vii-350: quanti dolori infino a
/ circoncisi, marran, popol immondo. marino, vii-570: quindi in altra magion
situato sopra colonne grosse e belle assai. marino, 219: qui, qui,
circondàro, / come acqua tutti insieme. marino, 344: l'istessa dea de
circondata ed assediata dall'esercito fiorentino. marino, 8-42: a queste parolette adon
e crespe / cercondi e movi. marino, 276: ecco in un punto /
e se ne va con tra raimondo. marino, 290: picchiata spoglia d'indica
o porti arme senza licenza. marino, 20-95: si ritragge da capo
cerchio stretto e caminano veloci innanzi. marino, 10-28: fa [la luna
circond la testa dre nobellisme done *. marino, 5-51: d'oro l'
, / vittorioso ed emulo del sole. marino, 10-244: quanto d'insubria il
, bacino, ecc.). marino, i-51: la beretta poteva essere grande
acuto o grave, o circunflèsso. marino, vii-320: sette parimenti della voce le
4. ant. circondato. marino, 11-62: quasi tra perle lucido rubino
circonferenza o alla conica data. marino, vii-92: gli egizzii furono i primi
non è quasi da termine circoscritta. marino, vii-159: e qual misura matematica poteva
quali ha la sua propria circoscrizione. marino, vii-155: quanto alla primiera circostanza
, l'insidie di tanti ladroni. marino, 5-23: su la sponda letal di
maggiore o minor qualità d'acqua. marino, vii-245: il circuito dell'uomo
quantità che con le secchie ordinarie. marino, i-105: gioseppe, 11 poveretto
era paleozoica: vivevano fissi sul fondo marino, avevano forma globoide od ovale
morire, porga le armi salutari. marino, 3-198: la ragion, che 'n
, / ciance da citariste e cantabanche. marino, vii- 308: nel giorno destinato
facilmente s'allettano e si ritengono. marino, 343: sussurrando per l'erba /
-acer. cittadóne, sm. marino, i-196: di là tirai alla volta
guardia a gente forastiera sua amorevole. marino, i-212: [si era]
di molti tumulti fu alcuna volta cagione. marino, vii-294: che cosa temeva tanto
più a grado che le cittadine. marino, 5-8: somiglia adone attonito villano
rustica in convenevole e cittadina ridusse. marino, 270: ben par ch'ivi
, e adorno alla loro usanza. marino, vii-246: il circolo del capo
uccelli, come il mignattaio (ciurlotto marino), il chiurlo piccolo (1ciurlotto
/ e la ciurma di sotto sprigionare. marino, 10-93: ed ecco allora in
di schiavi per cavar le sue grotte. marino, vii-430: gli conviene riempire le
via con la caldaia di broda. marino, i-20: -chi diavol tanto batte?
ella disprezzi, / qualor ne teme. marino, 8-149: già cede al grillo
alla tua stalla. -figur. marino, 6-147: con tinteme del cor viscere
che per debito si trovano prigioni. marino, 10-129: mira colà quella matrona
un gruppo di caratteri comuni. marino, 6-12: è distinto in tre parti
-schiera di soldati, esercito. marino, 10-242: sorge / un picciol colle
nella clausula manca il verbo principale. marino, i-115: guardate se si trova
(anche espressa verbalmente). marino, vii-340: or in cosa dove importa
avvezza a domar fiere e spegnere mostri. marino, 5- 136: armonica e
la profana clavicula detta di salomone. marino, i-105: e quando verrà una
letter. armato di clava. marino, i-200: [i lacchè parigini]
/ la base del timor ogni clemenza. marino, 11-141: costei sosterrà scettro innocente
clima, del cielo). marino, vii-427: che giova all'una di
anime a essi commesse e raccomandate. marino, 9-69: più d'una volta
divina arte, di virtù multiplicissima. marino, vii-106: l'imperatore dell'universo
conscienza e fede son facilmente cresi. marino, 3-130: qual è clima sì inospito
gichero con alcuni fiorellini di clizia. marino, 200: dirò d'adon dipinto?
. buti, 2-601: fungo marino è una coagulazione di schiuma d'acqua
volasse più che strai da cocca. marino, 10-273: lanciansi i dardi e votansi
però in un certo modo loro. marino, 270: di pomice scabrosa un
di lana e di sangue di pesce marino, che si chiama coccia marina.
grana chiamata da i greci cocco. marino, vii-401: ed essendo la sudetta tonica
-per simil. e al figur. marino, 16-91: serra e disserra il labro
ed in cocco ed in oro. marino, 10-256: l'altro, che splende
palladie / la sustanza io non repudio. marino, 1-264: né il vulgo
proprio della chioccia; chiocciolare. marino, vii-233: indi trattando di quelli che
tra fioriti arboscelli / corso di fiumicelli. marino, ii-77: fin dove sotto il
d'una pudica e onestissima donna? marino, 354: quella fiamma ond'acceso arde
/ di flegetonte la fiamma infinita. marino, 14-221: pensa s'altr'io
/ tronca dal busto di maligno serpe. marino, 20-75: dono d'un bel
la terra, nella quale siamo noi. marino, 315: quegli / le
dinanzi, quando vanno a palazzo. marino, 337: quante oreadi e napee,
come lo danno i pennacchi a'cappelli. marino, i-112: non è più tempo
dalla penna, fra mille difficoltà. marino, i-128: son poesie sderenate (io
/ sia da pigrizia o codardigia involto. marino, vii- 504: qualor di
non muore da codardo e poltrone. marino, 14-124: rotte, malconce,
signori averanno operato, 'digito coelum'. marino, i-234: io non mi lamento
, ma tutti e'codici latini. marino, 239: tanto è saldo il convincimento
testamentario. -per simil. marino, vii-366: tutto quanto egli aveva,
di lunga coda, detta anche * germano marino ', e nel romano * codalanza
2. teol. consustanziale. marino, vii-137: propagine unica, prole unigenita
lui lasciato, uscì di quei paesi. marino, 18-195: stavasi amor de lo
o coetema a la venustà celeste. marino, vii-137: propagine unica, prole
/ erba crinita di purpureo fiore. marino, 313: alcun non fu di
il piè dietro a le belve porre! marino, 7-90: voi che scherzando gite
/ vivace chioma di faville accoglie. marino, 8-138: che tosto ch'io per
la medesima cosa che il cinnamomo. marino, vii-223: quindi alle sacre scritture
pieno d'animelle e di coglioni. marino, i-46: il mulo ch'io ho
e cognata pur di novi eroi. marino, 4-224: mover potea con questi
era la pianta de la cognizione. marino, vii-126: quelle sostanze astratte e
favoleggiando, / perché senno s'apprenda. marino, 5-60: scende coiàio elio chiomato
vecchio re ne la guardata soglia. marino, 6-39: colà dentro lo scorge,
dove lo romito gli aveva detto. marino, 1-46: errore il trasse,
colà giuso la polve alzarsi guarda. marino, 10-175: di quante cose o buone
tempo abbandonò quella, vedendola guastare. marino, i-24: la mensa ha un tova-
il xvii secolo). marino, i-112: vi so dire che,
di sembiante / travisate del tutto. marino, vii-392: alcuni volsero il cielo
don giovanni, venitevi a colcar meco. marino, i-25: ivi mi coleo,
privo di cantate, udir non vuole. marino, 4-225: per supplicar la dea
-anche: pasta molto scotta. marino, i-24: non è greco [il
artemona. / dàlie questa collana. marino, 16-93: collana di rubin tutta contesta
una collana d'oro al collo. marino, vii-195: la collana era segno di
e la stravaganza al nostro cervello. marino, 16-92: bianco damasco di diamanti
collari del cane per lassarlo alle fiere. marino, 280: scioglie a l'
», fu nominato poi torquato. marino, 18-52: era al collo il collar
troppo e un altro in poco. marino, vii-327: a questi quattro tuoni
, e facesse l'esecuzione delle condannagioni. marino, i-m: tutto 'l dì non
come la collaudazione del grande apparecchio marino in cui tutti noi combattenti addatici abbiamo
quale non è conveniente dare legge. marino, vii-399: le misteriose cerimonie che nella
sta la maggior parte della città. marino, 231: fuggo i patemi tetti
opposto a campagna, pianura). marino, 3-7: era ne la stagion,
di creta, altri d'atene. marino, 10-279: movesi a l'armi,
letterati, parlò in questa guisa. marino, 16-218: di quel collegio reverito
dal fianco colleppolarsi d'allegrezza. marino, v-29: murtola, tu ti
collere del torrente. melancolia. marino, vii-249: all'uomo sano e ben
collora da nessuno non volse esser medicato. marino, il quale essendo, come talvolta accade
ohibò, possi tu crepare! ». marino, 17-52: e perch'èi scorge
nudo dito / la collerica vespa. marino, i-191: mi avvidi ch'ella [
poste fra terra e lontane da quella. marino, 337: uscì passeggiando a la
e spelunche in una vista offerse. marino, 11-22: freschi ninfei di limpidi
bel collo in sì leggiadri modi. marino, 288: giacea supina e 'l collo
messo al collo la divina providenza? marino, 5-10: spontaneo e volontario amante /
collocare il mio amore in altra donna. marino, vii-107: l'iscrizione dei lavoratori
et avrà incensi e immagini votive. marino, vii-420: sicome iddio a guisa di
spontaneamente una conversione in se medesimo. marino, 10-32: onde s'avien che
'l ventre e sino al candelotto. marino, 20-127: con un braccio il più
ma che 'l vaso colmando indi trabocchi. marino, 310: con la man di
stupore ogn'uom che 'l mira. marino, 12-15: le mostruose e scompigliate
/ tersi dal colmo dell'olimpo ardori. marino, 4- 262: se spavento il
, / più che dugento filli. marino, 313: il papavero molle /
natura, e la colomba geme. marino, io-io: sciolser d'un lancio le
e di trono de la divinità. marino, vii-300: adombrato nell'olocausto per
tubare, amoreggiare. marino, 16-268: quando nel letto, ove
et con esso facendola ingozzar loro. marino, 9-29: son de'miei colombi esca
, sopra due pezzi di trave. marino, 6-40: il muro principal, che
com'egli stanno ben su le colonne. marino, 288: cerchiava d'alabastro /
un braccio al bel fianco colonna. marino, vii-106: l'imperatore dell'universo,
l'immensa macchina della grandezza spagnuola. marino, 11- 109: questa è l'
compagnie, e conseguentemente a squadre. marino, i-17: s'avessi armato cento
e si colora in guise mille. marino, 10-262: né pur del sangue di
sé, ma la cosa colorata. marino, 5-140: di giove intanto il colorato
inducevi gli animi a ciò che volevi. marino, vii-241: la ritorica.
parlare, è troppo color vivo. marino, 5-1: l'umana lingua è.
minutamente la specie de la nobiltà. marino, 6-52: non son già corruttibili colori
partisti l'averà fatto tornar indietro. marino, i-69: il murtola, dopo
ben colorite / figliuole della vite. marino, 18-54: gran numero per tutto
colorito a olio la imitò grandemente. marino, vii-160: molte condizioni, ma tre
imitatore della maniera di pietro perugino. marino, vii-171: accresce gloria alla gloria
altri luochi inabitabili de la terra. marino, 10-58: de'gran teatri i porfidi
c'era qualcosa di tempi passati. marino, 273: a l'alte meraviglie /
cagione, privata me ne hanno. marino, 267: perdona ai fidi cani,
lei non ha una colpa al mondo. marino, i-83: ma s'egli con
animo mi fussi applicato a prede maggiori? marino, 4-284: perfida io già non
in duo piedi saldo al parangone. marino, i-85: ch'un uomo venga
fatto avriano in giù calar il sole. marino, 5-4: se ben però qualor
ti strascina ne la più trista. marino, 15-29: in una croce che 'l
stavano di notte di quelle barchette. marino, vii-400: e che importa la
, ateneo, miseno e procita *. marino, vii-233: il lusignuolo garrisce,
notte solitaria! -fìgur. marino, vii-288: il nero e brutto corvo
veggono qua, vi farà il servizio. marino, vii-417: intendo di quella,
duro legno / con gesù ti crocifigga. marino, vii-187: temi e trema,
libro tu troverrai tutte le virtù. marino, vii-150: e certo qual mistero
che non sanno quello che si faccino? marino, vii-328: orfeo con la forza
spargi croco, viole e gelsomino. marino, 312: il vago e biondo
per uso tal sapea potenti e maghe. marino, i9 * 399'stillan succhi d'
corde tessute di porpora e di crocco. marino, 16-90: rosse le chiome ha
di lupo e di can nato. marino, vii-263: so che le manticore,
, che dice: ero ero. marino, 305: dolce è ben, mentr'
, crogiuoli e simili altre cose. marino, 10-136: mira intorno astrolabi ed
/ di ferita mortai certo disegno. marino, 10-272: in ben mille piramidi
crollava il capo, e sorridea dicendo. marino, 4-263: dopo questo parlar la
l'apro calidonio dié l'ultimo crollo. marino, 330: qual forza arroti i
, il cromatico e l'enarmonico. marino, vii-298: potrei anche con altri scrittori
; suono o canto cromatico. marino, vii-326: e se bene crebbe di
fatta di gesso e diligentemente lavorata. marino, 5-113: per quattro porte a'
ai fonti i pastor lieti saltano. marino, 2-31: vulgo dal destro lato
a i sentier piani e bassi. marino, 12-67: rompe le nubi e i
ch'in cirene avvolge / zeffir cruccioso. marino, 14-151: non il furor de'
mansuescere e umiliare li crudeli cuori. marino, 356: benché inique e carche il
/ atroce esempio di crudel beltà! marino, 210: o pietosa in aspetto
/ ché l'atto crudelissimo gli spiace. marino, 17-30: del dolce e caro
e 'n queste sponde or mi ritiene. marino, 352: ti tradisce il
oggi sì crudelmente a'danni nostri. marino, 20-419: guastar villaggi e disertar
incomparabilmente grazie maggiori a'miei amanti. marino, 283: fero, fero destino /
2-7-23: come un gran vento nel litto marino / leva l'arena e il campo
prora / volle ei cantare alquanto. marino, 321: misera, che non
, e nascon da sé, il marino è cubico, l'allume ottoedrico, l'
tozzetti, 12-10-244: croste di sai marino e fontano, fiorite d'ingemmamenti cubici
galieno di quella di quattro cubiti. marino, 19-384: forma ha d'immenso
/ che cancellano poi tonde crescenti. marino, 10-125: l'altra, che
carichi di grasso e d'onto. marino, i-196: ciamberì, quando la sera
di un credo avanti levata la testa. marino, 272: avean (per lo
cuculo (cfr. coccoveggiare). marino, vii-233: indi trattando di quelli che
stalla, al letto, al bordello? marino, i-108: non fo gran differenza
voglio che sien ricche e gentilmente intessute. marino, 15-32: e fregiata la cuffia
fonda a guisa d'un paiuolo. marino, 20-401: disse, ed anch'ei
targhe. -per simil. marino, 14-89: il fianco e 'l tergo
se ne venne in camera nostra. marino, i-190: con una tosse secca intramezzata
sotto il medesimo tetto sogliono albergare? marino, vii-523: ben del tuo grande
, / ogni attivo valor per eternarsi. marino, 265: furo i sogni,
che 10 vi offeriva il petto? marino, 332: vertunno de le selve
nova speme e di più bei desiri. marino, 314: biondo è il color
casa tieni, hai tu conceputo? marino, vii-195: e a cui più
ninne nanne o cantilene. marino, vii-569: vede due figli, a
senza un briciolo di senso comune. marino, i-22: costui spasseggia grave e sputa
divin culto e dell'età dell'oro. marino, 10-281: rende ai distrutti altari
molto sollecito, occupato ed impacciato. marino, vii- 261: uomo veracemente
cultori di quella, forse peggiori. marino, 319: né v'ha montagna o
v'è con più bell'arte. marino, 11-127: lascio massimo poi, trapasso
del ciel, che vai coltura? marino, 7-106: a l'opra naturai cultrice
le virtù s'hanno da cumulare. marino, i-278: ho cumulati i ritratti di
2. colmo, ripieno. marino, 10-153: ceda atene famosa, a
a più diritto e sicuro cammino. marino, i-53: potrà indrizzarlomi [il
dare i natali, essere patria. marino, vii-408: e tu tebe non tanto
: era come una fiatata di mostro marino la mezzaluna di mare che balzava su,
avidità ch'ai cielo mica e sfavilla. marino, 409: sovra tutto il
ma grazia in quel colore anco ritiene. marino, 11-185: tolse a giove lo
gratissimo ristoro a l'affaticate membra. marino, 1-133: ha l'arco a'piedi
le pelle, s'induriscono i cuoi. marino, i-115: de'cimici non ve
questa che a quell'altra parte. marino, 19-411: ell'avea già,
le sue virtù diffonde in terra. marino, vii-406: [il sole] è
fortuna l'alzò per mirabili modi. marino, vii-282: se quello fu uomo conforme
ch'io mora, perché ti amo? marino, 19-411: qui tace e chiede
cambi con l'onor la vita. marino, 10-240: per tutto a tutti assiste
sono costà di ricreamento la state. marino, vii-469: sotto gli abissi, in
fatelo allegramente, e da cuore. marino, i-278: vi amo di buon
-dito del cuore: l'anulare. marino, 12-76: ponlo al dito del cor
dal candor peregrin sia fatto adorno. marino, vii-274: non riempì egli di
affigge in lei cupido gli occhi. marino, 274: girò l'occhio fatale e
possono di giorno veder le stelle. marino, 1-89: a l'arrivo d'amor
men cupi a far bassi e soprani. marino, 233: la nera gola e
subdoli, inganni, minacce. marino, 326: figlia, sì come il
e sta nel mezzo del tempio. marino, 16-54: in capo a l'ampie
in polvere fuor di questo manto stellifero. marino, vii- 402: chi non
/ un vii impedimento è di natura. marino, 232: un ciel se'
d'esser più culto e castigato. marino, 11-143: fien magnanime imprese,
certe disperate cure di mali franzesi. marino, 3-108: il mio piè,
giuste furie, forsennato, errante. marino, 14-13: non gli lascia serrar
essere sopra tucti peritissimo e dottissimo. marino, 1-160: curi dunque chi vuol
curarmi, / disprezza l'inchinarmi! marino, 5-10: poich'ha di tal carcere
-per estens. risuscitare. marino, vii-282: quanti flussi di sangue saldati
operazioni di estrazione di ammasso del sale marino. piovene, 5-503: l'andamento
che io avevo avuti col papa. marino, vii-254: ma perché meglio la
lunga o di più durevol fama. marino, 2-119: de le ninfe del ciel
straccuratissima a cor- reger la sua. marino, i-181: ho ricevute e di già
/ c'hanno le lingue curiose. marino, 274: questi del bosco innamorati
sotto un fil, rasente un regolo. marino, 2-73: in rimirando sì mirabil
fuori stende / due larghe corna. marino, 228: curvandosi il mar sotto
natura che di celeste e d'angelica. marino, vii- 514: tigri con
. cotali voci porsi al nostro iddio. marino, 20-203: or s'inchinano al
la causa di tale apparente curvatura. marino, vii-245: dal basso del pettine
/ spiri secondo e placido a'nocchieri. marino, 10-236: il vomere già curvo
a la sponda il curvo pino. marino, 1-72: quand'egli scorge 11
non muoversi da un dato luogo. marino, i-47: io ho qui attaccato già
della mandra; e non ho servi. marino, 4-92: casa sì signoril non
de le cose custode e dispensiera. marino, 431: di tuniche e d'
cattivi incontri. -protettore. marino, 19-376: accompagnan di cerere gli adusti
mirò giacere il fier custode estinto. marino, 226: l'uscio stridulo apersi
guardante e custodente, essersene fuggito. marino, 10-258: la città tutta a le
/ e nel tenero sen riceve amore. marino, 5-54: questo fanciul, da'
egli mi custodisca e mi conservi. marino, vii-121: egli n'ha fatto tanto
quanta la cavità interna di questo microcosmo marino animato vien foderata da gentili, tenere
conoscer può ch'orril tiene immortale. marino, vii-246: il circolo del capo girando
conobbe e da i consigli tuoi. marino, vii-116: il padre, ch'
di padre trasse la discendenza da erecteo. marino, 2-2: il piè ben consigliato
cessati quelli, anco si muove. marino, 5-31: 'n su 'l bel carro
da re, com'è l'animo. marino, i-20: deh! di grazia,
pompa fu celebrato il suo mortorio. marino, 2-83: ma dacché tali son
uomini ha fatto quasi un'arte. marino, 225: stiamo a veder di quante
/ tutto il ferro nimico gli nasconde. marino, 20-247: hanno ricche guaine,