abbondante. boccaccio, vii-145: ei m' ha d'uom fatto un otre divenire,
che il mormorare delle gravi acque fluttuose m' è il commovere che fa sospirando un
i-438: quella impresa... m' era apparsa sicura e grave di belle ricompense
il dì che i chiari lampi / m' entrar per gli occhi al cor noioso
grave. fazio, ii-15: grave m' è a dire eome amaro torna / quel
aquino, no: da poi che gravemente m' aggie punto, / tutta la pena
rimase stordito. leopardi, iii-70: m' hanno disgustato gravemente. -severamente
siena, 453: così morendo il morir m' è gravènza. =
erra, / quella gravezza perder che m' atterra, / e quasi uccel levarmi
, e ho,... m' ha tenuta ch'io non sono tornata.
vigore di stile. leopardi, iii-61: m' è... avvenuto di.
. cino, iii-145-27: d'ogni gravor m' alleva / lo suo gentile aspetto vertudioso
per amor patuto, / madonna lo m' à 'n gioia ritornato. beroardi, 283
anno. petrarca, 312-12: noia m' è 'l viver sì gravosa e lunga,
.. infino a questo dì non m' è punto né dura né gravosa stata
al mondo tanto assai gravosa sorte / m' è a pensar. caro, 3-1119:
caro, 3-1119: tu solo / m' eri in tante gravose mie fortune / quanto
grazza dir vói, ché 'n gioia m' è ritornata / da poi ch'io vi
, che grasia e onore tanto fatto m' avete, l'umel persona despetta mi'accogliendo
cortesia, / girete a quella che m' ha 'n signoria / e dispogliato de l'
, / ché agio tutto ciò che m' è a talento / da l'amorosa donna
n'aggia l'onorata core / che m' ave adatto in sì dolzetta flama. fra
, / il giovin cavalier a se m' invita. carducci, iii-23-35: chi
, 4-134: se orazione in prima non m' aita / che surga su di cuor
., 2-5 (160): iddio m' ha fatta tanta grazia che io anzi
gracia di quel benigno, / che m' ha concesso più ch'eo non so'digno
che vede tutt'i miei pensieri / m' impetre grazia ch'i'possa esser seco
sia stata poco grata la dimostrazione che m' avete fatta in questo, m'avete,
dimostrazione che m'avete fatta in questo, m' avete, per vostra grazia, per
ritornare / di quella donna, che m' ha 'n signoria, / com'io
mi ha fa tutte le graziosità, m' ha fatto avvisare che per me sempre vi
(432): poi che iddio m' ha tolto costui, io non intendo di
virgin graziosa, / poi che mostrata m' hai tal maraviglia, / ancora ti
dama così mignona. / -signor padre, m' ha detta qualche ingiuria, / una
or quinci or quindi, come amor m' informa, / che quel che vien
dee., 2-8 (219): m' è di tanto amore stato grazioso,
grazioso, che egli non solamente non m' ha il debito ri- noscimento tolto nello
del sindaco. pea, 5-26: m' ero accorto fino dalla prima visita della simpatia
della stessa atene, nel tuo esempio io m' intoscanisco non senza cautela come tu grecizzi
/ ornai 'l quint'anno ch'esule m' aggiro / per le greche contrade.
iii-131: quanto al senofonte... m' ha dato propriamente nel genio, tanto
greco. pea, 7 * 78: m' insegnava a travasare il vino italiano,
cecco dagli orti ': ma troppo adosso m' ha piglialo il grecco.
. - il cui greggio faccione m' ho tratto tratto innanzi, grotgregoriano5,
tro'picciolella: / gran gioia avrai se m' hai in tua balia. -che
, 66: quest'alma terra / m' ha nel suo glorioso antico grembo /
sulla stadera: / nel grembo riscuote, m' insudicia / il resto di un franco
cammino: / e d'ogni parte m' era il bosco e 'l greppo. pulci
popolari, i-613: innanzi che questo libro m' avesse fatto sabbia) che copre il
della mia grettitùdine; ma io m' offersi loro con quel cattivo viso
bondie dietaiuti, 294: greve cosa m' avene oltre misura, / poi che per
gozzano, 111: vedevo questa vita che m' avanza: / chiudevo gli occhi nei
laudare. cicerchia, 1-212: te raguardando m' è sì forte greve, / pensando
: poi non à pietanza / e m' à condotto a mortte, / grevemente è
bene, ix-49: i'chiamo morte che m' uccida / e ogni senso ad alta
da lontano. svevo, 3-639: m' accolse con un bel saluto gridato.
marinari. ariosto, 2-38: ancor non m' era accorto de l'assalto, /
9-83: pensò forse il fellon quando m' offese /... / d'acquistar
'ovvero 'grifo '(se non m' inganno), onde il riso ha
davvero. civinini, 7-106: tutto contento m' incamminai dietro alla cavallina del tu'zio
molte che voi sapete,... m' hanno posta intorno un'atmosfera di grigio
gli alberi, i viali e le siepi m' apparivano in un vaporante grigiore lattiginoso.
musica puramente monoedra di quell'inno m' accoglie festosamente. = comp.
giovane, 10-882: ma purché la tancia m' ami, / vadia mal la mia
g. m. cecchi, 1-i-398: m' hai fatto incontrare in quella vecchia grima
guancia sì vaga, / che tanto m' appaga, / men bello mi pare /
aperta la bocca contr'a me, m' hanno battuto in su le guance per
ii-241: il guanciale di casa mia m' è più morbido di quello d'una locanda
e daime tante bastonate? / date m' haie molte pontacce / con grandissime guanciate
sabba da castiglione, 42: mai non m' accorsi che pur'una volta mangiasse l'
/ dappoiché preso e 'n suo poter m' avea / nel laccio d'oro ond'
e la guardancanna più d'un'ora m' ha tenuto, che eran guasti li fibbiali
. anonimo, i-529: già non m' era mestiere / che gli occhi miei
un vero bonincontro, e ogni distacco m' ha lasciato sempre una punta di rimorso di
di mia vita il corso, / m' ha fatto abitador d'ombroso bosco.
2-210: guardando a'turchi stessi, m' immagino che l'amor loro al magnifico vestire
-intr. sacchetti, 72: non m' è gravezza quel che fu di driè
. tasso, aminta, 155: m' era / mal grata la mia grazia,
/ ingrata lingua, già però non m' hai / renduto onor, ma fatto ira
, ii-563: odio l'aurora che m' annunzia il giorno / della battaglia,
e quanta mente / da la somma prudenzia m' era infusa, / io mi sforzai
guarda il tesoro, / del qual m' ha fatto amor tanto bramoso, / ponesse
ma non cangio labore, / ché m' è rimaso di voi lo guardare. bartolomeo
; e alle guardate che davano, m' accorsi che morivano dalla voglia di vedere
: delle grazie io son sorella; / m' ha qui venere mandata: / son
burliero... io vorrei che voi m' aveste scritto come la fate, dopo
59: per guardia ancor gli angioli m' hai dati, / amor dolcissimo sopra verace
tommaseo, 4-i-339: le tre ragazze m' amavano come sorella, 11 vecchio come
michelangelo, i-105: chi morto ancor m' ama / ha dato in guardia mie
stesso né avermi tanta cura che non m' ammalassi e non m'appestassi ancor io
tanta cura che non m'ammalassi e non m' appestassi ancor io. -con riferimento
santo ieronimo, gli angeli, che m' erano rimasi a guardiare, mi comincioreno
della logica e il guardinfante dell'oratoria, m' investe di una mitraglia aforistica.
fé, che alla regina deggio, / m' han mosso a ricercar con quali guardi
alfieri, 1-570: so che tu m' ami, e ch'io pur t'amo
età debile il guardo / or non m' inganna, quella / è leu- cippe
trasse vicino a la sua fiamma / che m' accese ad un vampo e gli occhi
guarentigia del popolo. tarchetti, 6-i-396: m' accadde in quel tempo di dover dare
questi tali. foscolo, xvi-156: m' intimò tarda benché certissima guarigione; ed
/ che sia l'amore che tanto m' allaccia: /... / che
mostacci, 6-7: lassa! la vita m' è noia, / dolze la morte
ahi, bella libertà, come tu m' hai / partendoti da me mostrato quale /
cecco, 'l morbo d'amor tanto m' appuzza, / che 'l guarirne sare'diffidi
/ del buon guasparri o di menzin m' indossi. 5. prov.
d'argento. ariosto, 23-74: perché m' informai del guemimento / c'hai sopra
vi-242: -parliam del vino, che m' ha tocco l'anima. /..
, madre. so / che non m' ami, da quando ti fu grave /
giustizia di frate ginepro, il quale m' ha guasto questo fregio, il quale
perché il misero tronco, a cui m' affisse / il mio duro destino, anco
, 66: noi vedete voi che m' ha guasta la faccia, che m'hae
che m'ha guasta la faccia, che m' hae tagliata la barba? tolomei,
di corpo e d'anima. quanto m' avete resa felice, e come m'
m'avete resa felice, e come m' avete guastata! tecchi, 2-114: -non
ti perdono ciascun disinore / che fatto m' hai o mi volessi fare. groto
ogni cosa a un colpo, / tu m' hai ferito e guasta la persona.
che conoscevo, / in te che m' eri il fiore / di questo tronco
riposto, / e 'n fera segnoria m' ave posto, / per ch'assai peggio
325: io vorrei dei prossutti, perché m' è venuto un vizio che non mi
vostra sia la 'ncomincianza, / ché m' invitaste d'amore, / non guataste in
, mai ho trovato persona, che m' abbia guatata,... ma sono
ingegni / per far che dello amor vostro m' awegga, 1... i
: dio voglia che quei guatteri non m' abbino giustiziato quello arrosto di fagiani.
11 poter temporale dei papi... m' arrestai soprafatto. pascoli, ii-1672:
ben la tua chiamare, / poi che m' offendi essendoti felice, / né non
subito giunta a la bramata stanza, / m' inchinerò con le ginocchia in terra /
dante, inf., 2-4: m' apparecchiava a sostener la guerra / sì del
, / ch'abbracci quella cui veder m' è tolto, / e mi contendi l'
parlo si di voi, ch'amor m' ascolta: / ma poi e'se ne
vi-1-159 (26-1): da che guerra m' avete incominciata, / paleserò del vostro
indice, /... / m' è sempre inanzi, e lei sì bella
medio-evo. bartolini, 16-33: neppure m' importava, gran che, stare ad udire
, 19-1: l'amor, che m' è guerrèro ed enemico, / m'ha
che m'è guerrèro ed enemico, / m' ha fatto com'al drago san michele
o rinaldo d'aquino, 437: amor m' à miso / in due contenzioni;
/ in due contenzioni; / ciascuna m' è guerrera, / ché l'una
è guerrera, / ché l'una m' ha diviso / di due mia ragioni,
153: a me d'esser gufato non m' incresce, pur che la pania poi
n. agostini, 4-11-21: propio m' assembri un spennacchiato guffo, / un
paiuolo. gelli, 17-55: ella m' ha cominciato a dire che si può
non c'è posto: / licito m' è andar suso e intorno; / per
1-40 (107): perché sempre m' è dilettato di vedere il mondo,
ha commesso alla guida / che, come m' abbia in queste selve tratta, /
, / per degno premio di mia fé m' uccida. fed. della valle,
ferma la mia guida e: -qui m' aspetta, - / dice -ch'or qui
oscura di una grotta, di cui m' aperse i cancelli la mia guida che per
metastasio, i-13: se vuoi, / m' offro agli sdegni tuoi compagno e guida
avere / l'amor di quella sol che m' è in calere, / guida li
fare. battista. iii- 398: m' alzo a pensieri arcani e lascio intanto /
la mia morte voi paresse bona / m' apiaceria, ma 'l cor merzé pur chede
io con pietosi prieghi le tue fatiche m' ingegno di menomare. cassiano volgar.,
, / di voi, bella, m' ha dato guiderdone. giacomo da lentini
arditanza -e coragiusa / in guiderdone amor m' à data. dante, vita nuova,
petrarca, 130-4: poi che 'l camin m' è chiuso di mercede, / per
gazzette francesi e cattoliche... m' invogliavano di provare a tutti la falsità
caso è guine, / che tu m' hai per le feste accomidato. =
annunzio, iii-1-726: meglio perire / m' è ch'essere a guinzaglio. -schiavitù
, purg., 7-66: io m' accorsi che 'l monte era scemo, /
cavalcanti, i-254: sì che ciascuna vertù m' aban- dona / in guisa ch'i'
già questa malvagia, e sempre / m' è, non so come, da
non posso, di tal guisa amor m' à vinto! angiolieri, 55-4: il
, 55-4: il me'grande diletto m' è tolto / in guisa tal, per
gnaffe! io non so; io m' intendo così male de'vostri nomi come
. guittone, 171-7: l'alma m' adolci più che mel gostando, /
gustar dolce di lete / non la m' ha tolta, in luogo di merzede,
luogo di merzede, / a sé m' impetri tosto la salita. -per
: se un pensiero mi scalda e m' illumina è questo:... dopo
fanciulla. manzoni, 230: tacqui e m' accorsi dal placato aspetto / che il
tutti i doni che l'anno novello m' edùca, / gustati, io li pongo
e tante imbasciate. pur che ei m' andassi a gusto, al primo, chiuderei
, 1-ii-113: i'so, che e'm' è stato dato di che tossire:
per le medesime ragioni, s'io non m' inganno, parimente è vocale: né
dell'indulto. nievo, 503: io m' accontentava sulle prime di veder mia madre
la giente, / ongn'omo m' è salvagio. iacopone, 55-4: probendato
. pioverle, 6-14: un atto m' interessa quando è... un
tra le imagini dei miei maggiori una m' è sopra tutte le altre carissima, e
o sole! pulci, 13-49: ben m' hai condotto dove vuoi, amore,
, / che più che 'l sol m' abbaglia di splendore. salvini, ix-1-19
una lontana idea di quel barbone che m' avea ricondotto a casa la sera prima.
improvvisa / mi strinse il cuore, m' occupò il pensiero / di mostri,
vostra madre, quella povera agnese, che m' ha sempre voluto tanto bene, e
, 1-1-37: questa è la donna che m' ha qui condotto, / donna finta
, ruminio. l'attivismo per l'attivismo m' è parso sempre roba da mosche.
f. f. frugoni, v-517: m' è balzato un disegno di far un
il senatore mio zio materno... m' ideava che mia madre e delle altre
altre persone a lei attinenti... m' avessero fatto un apparecchio odioso a lor
, ai voli; / e a turbinar m' attira / nella profonda spira / dell'
ente ideale il principio di contraddizione, m' accorsi che, identificando con esso nello stesso
saba, 438: al merlo austero m' identificavo. g. bassani, 4-85:
sofista in epoca di decadenza, m' ero compiaciuto d'essere il di
essere idioto. malpighi, 1-257: m' è... parso bene scrivere in
bene scrivere in italiano, accioché meglio m' intendino anche gl'idiotti. alfieri, iii-1-127
svanita. d'annunzio, iv-1-557: m' augurai che si trattasse d'una di
dei. magalotti, 7-91: se io m' inginocchio davanti all'immagine d'un serpente
appartenenti all'idraulica,... m' ha stimolato, e m'ha posto
... m'ha stimolato, e m' ha posto nelle mani i fondamenti
iermattina... che qualcosa d'importante m' aspettava. -iermattina l'altra: nella
lxxxiii-542: la lagreme che iecti tucte m' ardo, / quando desguardo -la tua
. imbriani, 1-268: questa iettatrice m' è stata a sentire. d'annunzio,
iv-1-131: per iddio!... m' ha l'aria d'un iettatóre. panzini
raro, / silenzio, ond'io m' involo al volgo ignaro, / e tutta
, che son ignobile,... m' imbriaco in tutte l'ore, e
g. gozzi, i-1-246: io m' obbligo fin da questo punto di farlo
-abominevole. slataper, 2-444: m' è sempre sembrato una delle cose più
parole sancte? michelangelo, v-466: pregovi m' avisiate come m'ò a governare.
, v-466: pregovi m'avisiate come m' ò a governare..., ch'
1-247: se fossi stato un signore m' avrebbero ricevuto, m'avrebbero, brutti
stato un signore m'avrebbero ricevuto, m' avrebbero, brutti ignoranti! pavese,
ignoscetemi, che a questo fare mosso m' ha amor. -intr.
, quando l'ebbi inteso, / m' ebbe sì d'amoroso afecto preso, /
compagnetto da prato, 232: poi che m' ài ignuda in braccio, / meo
sasso asciutto. dolce, 7-291: m' arrossisco, quando io trovo scritti i nomi
che in francia a questi tempi non m' aspetti; / e dì ch'io
172-12: non perché mille volte il dì m' an- cida / fia ch'io non
stanco, / fin che a punto m' ha scorto / ch'él si converte en
da prato, 229: geloso, battuta m' hai, / piaceti di darmi doglia
. metastasio, 1-i-5: so che m' ama didone; / pur troppo il so
quand'era co mico, / sovente m' appellava « dolze amico », / ed
ferd. martini, 1-68: chi m' impone l'alternativa di essere fischiato o
convertire le cose tragiche in ridicole ', m' induco però a dubitare, che la
diluvio. imperiali, 4-505: già m' incontro / in verde ampiezza d'un'
, 664: il benessere... m' avvolge il caro corpo, lo seduce
lo mi pensai, / quelli che tanto m' amao / ed illu tanto amai
: / la voglia ingorda / tutto m' illorda / la babaiuola / fino a la
poi che più nulla al fine ora m' illude. soldati, ix-158: dopo
ieri / t'illuse, che oggi m' illude, / o ermione. sbarbaro,
-lasciarsi pervadere. ungaretti, i-80: m' illumino / d'immenso. -arricchirsi culturalmente
70: certa speranza dentro al cuor m' è data, / la qual fa l'
nievo, 630: da un pezzo m' era accorto che lucilio apparteneva, forse
a lagnarmi della mia fortuna, che m' inquietava anco nei riposi della notte.
dichiarativa. foscolo, xiv-225: io m' immergo nella cara illusione di averti fatto
comincio a temere che la mia memoria m' abbia fatto illusione intorno a quel che le
chiaramente quel secolo e que'letterati, m' awiso d'accoglierli nelle accademie che per
divine! lemene, ii-19: tu m' illustra lo ingegno, e fa,
e, per ingannare l'attesa, m' assorbo nelle cornici che... corrono
spiriti. ariosto, 2-42: come più m' avvicino ai muri illustri, / l'
poi ch'a mal mio grato / partir m' ha fatto mia crudele sorte, /
virtù. pulci, 24-151: a te m' ha qui mandato, / illustrissimo erede
; poiché egli in due lettere che m' ha scritte, dandomi dell'illustre, m'
m'ha scritte, dandomi dell'illustre, m' ha trattato da mercante. calepio,
illustri / soggiorni loro, a voi m' inchino. parini, i-26: me
/ però lascia ch'io corra e m' imbacucchi. salvini, 39-v-57: socrate
/ né mai nel più gran ghiado m' imbacucco / nel zamberlucco, / come ognor
/ prendo del suo mistero / quello che m' è mistero / né per altro non
il posi nella sepoltura [il sangue] m' im- bagnò tutta la vesta. salvini
intr. con particella pronom. (m' imbalbétto). mettersi a balbettare, parlare
porta, 3-108: in quel punto che m' ingannava,... io imbalordito,
io attingeva da quel loro fiasco, m' imbalsamava di... voluttà. manzoni
raro. ridiventare bambino. [m' imbanco, vimbanchi). ant. stare
. stuparich, 5-219: sì. m' innamorai di te, perché ti sentii
, mi metteva in imbarazzo, o m' indispettiva. -manifestazione esterna del disagio
corriera. carducci, ii-n-149: ieri sera m' imbarco nei carrozzoni:...
caso. passeroni, 1-122: m' imbarco / in un'opera scabrosa, /
innamorare. berni, 173: tu m' imbarcasti prima con colui; / or
gola / mi lavo prestamente, e poi m' imbarco / nelle mie di vacchetta scarpe
. con la particella pronom. { m' imbarco, t'imbarchi). incurvarsi,
san michele. fucini, 636: io m' ero fermato dinanzi all'altorilievo dell'imbasamento
appresenta agli avidi miei sguardi, / e m' ha d'alto stupor l'anima invasa
sono, che io non so a quale m' incominci. lotario diacono volgar.,
l'aspro dolore che con querule strida m' imbavagliava la bocca, obbligando lo spirito
da me gli imboccai il filetto, m' imbavai le dita. -cospargere di bava
, 1-673: c'è una che m' imbecca / d'un sapor, che chi
: questa istessa mia bassezza ed imbecilità m' insegna a procacciare qualche scala e qualche
foss'ei morto com'è prigione! che m' è a perdere un prete imbelle
sola è quella che imbellisce. (m' imbèno). ant. raggiungere il bene
, altero e saggio, / nudo m' apparve, imbendato in luce, / signor
. con la particella pronom. (m' imbèrto). ant. perdersi in frivolezze
è talmente imbertonato di costei, che m' ha cacciato a forza a i servizi
xxvi-3-15: l'anima e 'l cor m' imbertona e innamora / quella che dice con
. con la particella pronom. { m' imbertonisco, t'imbertonisci). innamorarsi follemente
più con la particella pronom.: m' ùnbéstio). farsi bestia, trasformarsi
coprirmi, ma non sanno che invece m' imbestiano. m'indurano il corpo a sopportare
non sanno che invece m'imbestiano. m' indurano il corpo a sopportare a far
per la scorsa di tre mesi, che m' imbevessi della di lui credenza, adulterata
/ e poi quand'ho finito ella m' imbiacca. 2. coprire con
carducci, iii-23-123: anche i capelli m' imbiancano, e il cuore mi si
ch'io mai no'spero / veder, m' agghiaccio, e 'l mio colore imbianca
. con la particella pronom. (m' imbìlio). tose. soffrire per dolori
irate et empie / dello imbindato arder m' ingombra et empie / sì d'amari sospir
sonata con la bocca sott'acqua, m' offenda, m'avvilisca, mi faccia raccapricciare
bocca sott'acqua, m'offenda, m' avvilisca, mi faccia raccapricciare, e
tromba sonata in aria mi rallegri, m' imbizzarisca mi faccia in un certo modo
io (174): (m' imboccàccio). ant. imitare la maniera
parlai plautina e terenzianamente, or io m' imboccaccierò, tamen animadvertisci ch'io abbor-
/ da ora innanzi non vo'che m' imbocchi. s. agostino volgar.,
nuovo. i. nelli, iii-268: m' imboccò ch'io dicessi che della di
, iv-2-1103: pensava soltanto: « m' aspetta. è l'ora. debbo andare
su'onore / e lei e 'l suo m' avea abbandonato, / ched i'pensava
. con la particella pronom. (m' imbolognèso). scherz. diventare bolognese,
. con la particella pronom. (m' imbòrio). gloriarsi, vantarsi.
serrate fronte particella pronom. (m' imborzàcchio). essere col
algarotti, 1-ix-259: nel folto più m' imbosco. arici, iii-511: ritessendo /
d'annunzio, iv-2-1212: due volte m' avvenne di smarrire il sentiero e di
guerra / sol per seguirte più vecchio m' imbosco! govoni, 460: i augelli
imboscata di parecchi altri simili, che m' avessino messo in mezzo. buonarroti il giovane
mestier dotto, / che per suo amor m' hanno dato il ventotto. malatesti,
raccolto, / perché 'l mio peverin m' è stato tolto / oggi della tua pevera
fra le rocce. all'inferno! dove m' ero andato a imbotti gliare
musa, / e di aspre cure m' imbottì fortuna, / inchiodare l'indocile pensiero
umidità dell'estuario, in quei giorni m' erano rifioriti addosso violentissimi reumatismi. ero
-rifl. paolieri, 2-151: io m' imbracciai per fargli paura. (4
imbracciai per fargli paura. (4 m' imbracciai ': portai il fucile alla gota
spalla al momento del tiro. « m' imbracciài, ma era tardi: la
al cuor rapidissimo il seno, e m' imbragiava la gota. idem, iii-241
. cammelli, 179: or oltre m' embrattai fra questo unguento. leonardo, 2-129
caro, 12-iii-115: basta, che m' hanno sforzato a cacciar mano a un
-o che imbratto è questo, che tu m' hai dipinto? s. bernardino da
. con la particella pronom. (m' imbravisco, t'imbravisci). letter.
baldini, 14-166: nell'arte dello scrivere m' ero imbra- vito e qualche volta mi
. f. doni, 1-20: io m' era scordato di dirvi delle eresie,
; / e sono folle ch'io m' imbrico / in così alto amore.
]: 'imbricconire', diventar briccone. m' imbricconisce un giorno più che l'altro.
: non bisogna credere inoltre che io m' imbrigo a disegno nel clero e nella
c. bini, i-iii: lo stupor m' imbriglia. bariti, 11-287: garibaldi
seconda sparata di piedi... non m' imbroccò, perché fui svelto a schermirmene
. c. dati, 11-88: non m' imbrogliate con questi termini di fatica e
mila lire, subito mi restringe e m' imbroglia. foscolo, v-124: affinché le
ver niente, a fe'tu non m' imbrogli; / di'pur quel che tu
/ perch'io, che negli studi non m' imbroglio, / e questi mai né
, che in tal imbroglio io più m' imbarchi, / mi possa al parto
di non so che imbroglio, / m' era pur chiuso e sul mio libro astratto
giunse il vostro foglio, / che m' ha cacciato alla disperazione. carducci,
con la particella pronom. [m' imbròmio). ubriacarsi. forteguerri
. pavese, 4-147: molte donne m' intimidivano ma non cate. con lei si
, che su gli occhi il vel m' imbruna, / ammorza il lume in
mia vita imbruna, / i concetti m' ha tolto e le parole.
la luce del sole. -così non m' imbrunirò. -sostant. bandello
e istinguere. trissino, 2-3-202: cader m' ha fatto; / e m'ha
: cader m'ha fatto; / e m' ha fatto imbruttar tutta la faccia.
imbucato a misura giusta e rasa, m' è ricresciuto dieci per cento. b.
. savinio, i-134: allora io m' imbuco nella stanza ove rifletto cupamente sull'
, 1-vi-204: trovai una vechia che m' imbucatava le camicie. aretino, 10-29:
cavalieri, / e i (m' imbùggero). famil. tenere in poco
e di corone. giusti, v-i7: m' imbuggero delle co-l'imbullettare; il risultato di
pref. in- (assimilato scrocchi / non m' hai viso però di schermidore; / così
quella barca quasi volare, argo (m' imbuschero). famil. tenere in poco
2. m' imbuschero o me ne imbuschero: con uso113
cuoco principale / con aria di m' imbuschero affibbiato. riali o oggetti vari (
.). pirandello, 7-1033: m' esercitavo nell'oratoria, sperando d'esser
porlezza. de amicis, xi-139: m' avevan detto: è una valle angusta
è una valle angusta. ma non m' aspettàvo di vedere uno strettoio, un
di vini. viani, 19-86: io m' imbuzzai d'acqua marcia. 2
il padre / pria di morire un imeneo m' impose, / onde stabile a noi
g. gozzi, i-22-41: tu m' odi, se chiarir de'suoi costumi /
con la particella pronom. (m' immaccàrió). popol. ant. installarsi
. con la particella pronom. (m' immàcchio). letter. penetrare, nascondersi
che forseché per alcuna fama in altra forma m' aveano imaginato, nel cospetto de'quali
verità fora, / visi di donne m' apparver crucciati, / che mi dicean pur
che immaginare. borgese, 6-93: m' ero immaginato di vedere i peschi vibranti
. benivieni, 126: nel fare questo m' è appunto accaduto quello che lui disse
sforzo ». intelligenza, 6: ben'm' ha la donna mia 'n sua podestate
chi mai potuto immaginar che il fato / m' avesse destinato per isposo / un cavalier
, iii-m-14: lo imaginar dolente che m' ancide, / davante mi dipinge ogne martiro
4-31: non io per vano imaginar m' accendo. sbarbaro, 6-124: 'tu ti
/ per quest'aere benigno a te m' invia, / perch'io il tuo fosco
a firenze verso il io agosto. ciò m' ha tolto di scriver pure un verso
'l trasfigurato mio viso per tanti strazii m' assecureranno. tasso, ii-237: qualunque
imaginazione. oddi, 1-66: ancorch'egli m' abbia finalmente promesso di sposarmi questa sera
, / ch'amorosa paura il cor m' assalse, / mirandola in ima- gini
., 15-83: in la mente m' è fitta, e or m'accora,
la mente m'è fitta, e or m' accora, / la cara e
nel mondo ad ora ad ora / m' insegnavate come l'uom s'eterna. idem
si parte. boccaccio, iii-i: non m' è per tanto discaro il riducere spesso
tanti strai d'or, che amor m' aventa al core, / dove l'imagin
l'immago di quel core / a formar m' insegnerà, / che al settemplice dolore
! come la vita / diversa oggi m' appare! / quante immagini care / m'
m'appare! / quante immagini care / m' han, via fuggendo, l'alma
de'maggiori. guarini, 67: m' è rimaso / nel cor, negli occhi
mio cor, e quella che 'l m' invola; / qui veder poi l'imagine
pallor simile / al pallor di colei che m' innamora, / se per imago sua
nome di colei, / che in sen m' aperse l'insanabil piaga; /
di cuccagna. nom. (m' immalagevolisco, vimmalagevolisci). ant.
la parbaldini, 4-67: un giorno m' affaccio alla finestra e ticella pronom. (
: sono allegro, mamma, non m' immalinconire. g. raimondi, 4-42
. con la particella pronom. (m' immàmmolo). raro. inumidirsi di
, con fiamma interna, / fiero m' incende e mi distrugge amore. =
la 'mprimera; / di voi similemente m' è avenuto / per un vedere ond'io
piango e sospiro, / che 'nmantenente m' allumò la spera, / onde coralemente
la terra. guittone, 72-14: morte m' auciderea immantenante. cione, vii-772 (
io più penso, e 'l pensier più m' incende, / e quando io mi
/ e dir poteva ogni or: « m' immarmo e inaspro ». groto,
g. m. cecchi, 1-i-239: m' accorsi io del preceder suo immascherato e
. con la particella pronom. { m' immascolinisco, cimmascolinisci). raro. assumere
immatrimoniare, rifl. e recipr. { m' immatrimònio). ant. unirsi in
un fido servo, e al dì m' espose. metastasio, 1-i-1035: da quel
non pensavo più a me stesso, che m' immedesimavo del tutto con un'altra creatura
. bartolini, 18-25: contemplando, m' immedesimo con la natura e così raddoppio l'
luce aprissi, / dato a veder m' avesse il ciel la fiera / de'mai
all'immenso sopita. ungaretti, 1-80: m' illumino / d'immenso.
con la particella pronom. (m' immercatantisco, t'immercatantisci).
: tua pietà sia presta / pria che m' immerga il mar del mio cordoglio.
acclimato. e cammino e mangio e m' immergo nell'acqua fredda. pascoli,
stelle. fogazzaro, 10-52: uscii, m' immersi nella notte, errai / per
bruni, 251: tal anch'io m' immergo / in un mar di dolcezza,
più sempre e più ne'miei pensier m' immergo. alfieri, 1-413: tu pur
ritrovo a tripoli il mio letto, m' immergo felice nel sonno come se m'immergessi
m'immergo felice nel sonno come se m' immergessi in quella luce lunare..
., contaminarci queste sante orecchie che m' ascoltano. bandello, ii-948: io
ascoltano. bandello, ii-948: io m' accorgo ben che 'n grave errore /
io tua dimanda, / s'io m' intuassi, come tu t'inmii. buti
, iii-229: * s'io m' intuassi ec. '. cioè, participassi
). immidollare, rifl. (m' immidóllo). ant. celarsi profondamente
, / l'appennin già rivarco e m' immilano; / ma quivi io tosto
con la particella pronom. (m' immischio). occuparsi, per lo più
contorno di tutte le altre sciagure, m' avevan dunque immiserito a tal segno il
più col senso alla ragion ritroso / m' infiammo all'ira o mi risento al duolo
tortore fagiani / entro un muschiato intingolo m' immolla. tommaseo, 11-300: prendi del
44-7: tanto piango, che tutto m' immollo. esopo volgar., 1-41
volgar., 1-41: compagna, troppo m' immollo, non posso venire. bisticci
torre uno sciugatoio grosso, acciocché non m' immollassi s'e'piovesse. s.
poemi giocosi, stia avvertito a non m' ammorbare davvantaggio con queste sue poco giocose
. con la particella pronom. (m' immòrbido). ant. diventar morbido o
, 109-4: lasso, quante fiate amor m' assale, / che fra la notte
-perché la rota / terza del ciel m' alzava a tanto amore, / ovunque fusse
f. f. frugoni, 1-390: m' effigio svenuti e semivivi que'solitari starsene
nel tuo sogno immoto, / tu m' accarezzi i riccioli d'allora. d'annunzio
. con la particella pronom. (m' immòtrio). raro. imbronciarsi, tenere
si debbe per le ingiurie ond'ei m' oltraggiò. d'annunzio, v-1-971:
. con la particella pronom. (m' immusòno). letter. mettere il broncio
. con la particella pronom. { m' immusonisco, t'immusonisci). imbronciarsi,
una parola la promessa di felicità che m' avete fatta. carducci, ii-16-24:
realità... con ferrea / mano m' awenta, e dai sognati cieli /
frenare, inceppare, rallentare (m' impàcchio). dial. impacciarsi, immischiarsi
i dilettamenti de l * orecchie tenacemente m' aveano impacciato e sottomesso, ma tu,
sottomesso, ma tu, signore, m' hai sciolto e liberato. ariosto, 8-9
giusto de'conti, i-109: quanto più m' allontano dal mio bene, / seguendo
ed inquieto. bontempclli, ii-936: m' impacciai in una plaga di terreno molle.
, 1-158: non mi cruccio, non m' impaccio, / se 'l mio libro
landolfi, 8-124: in che discorsi m' impaccio! -in relazione con una prop
e dice: -ornai di lei più non m' impaccio, / ma per soccorso tuo
. tasso, iii-34: 10 m' impaccio... malvolentieri co'librari e
stampatori, per 11 torti che m' hanno fatto in ogni tempo. zoccolo,
or di pietra iniquo impaccio / pur m' hai fatto andare a terra. battista
strana, / che tra novelli impacci ognor m' annodo! tan sillo,
14: l'incendio è tal ch'io m' ardo e non mi sfaccio; /
grave martire, / a cui amor m' ha dato e quanto impaccio. caporali
da ferrara, 24: questa lascività m' ha stretto un lazzo / d'intorno,
/ e più mi slego quanto più m' allaccio. tasso, n-iii-608: molti,
il desiderio di servirvi in ciò che m' avete commesso fece ch'io differissi sino
. petrarca, 134-8: e non m' ancide amore, e non mi sferra
e posso di me far ciò che m' aggrada; lasciatemi adunque andare ove mi
. con la particella pronom. { m' impadronisco, t'impadronisci). appropriarsi
, 94: prima ch'esser pittor m' impali un corno. c. i.
/ morire e ritornar, vie più m' intrica. antonio da lerro, xxxix-i-254:
dissoglia l'alma mia, ch'ancor m' invola, / quel vago impallidir che amor
, iii-3-3: sopra i vólti / che m' arrideano impallidir le rose, / morirò
di ver corallo: / -più grato m' era il ballo - / mansueta rispuose e
anche con la particella pronom. (m' impallóro). letter. diventare pallido,
in sua presenza e in santa croce m' impalmò, ed io a lui.
. ser giovanni, ii-101: ei m' impalmò e giurò per sua fede /
la realtà. calvino, 7-1 io: m' ero lasciato andare a far pronostici su
: sol di passo, in olanda io m' impalustro, / dove la industre libertade
di filetti. mamiani, i-65: m' à scritto due volte in carta impanata
della sacra vetta / ch'io pur m' impanchi parrà strana cosa. giusti,
conoscenza di causa, che io non m' impancherò ora a parlartene. sbarbaro, 1-82
giudizio d'una modesta lettrice, non m' impanco di certo a letterata. 4
, iii-139: io ne trovai uno che m' impancò un monte di bugie.
saccenti, 1-2-79: [la lettera] m' impanca del satirico, e m'invita
] m'impanca del satirico, e m' invita / a andare a caccia chi mi
. nieri, 3-98: 'se ce m' impanco io!... '.
dov'è quel savio, / che dianzi m' assalì con tanta guerra, / perch'
. giambullari, i-94: vedi che pur m' è fuggito di gabbia / l'uccel
anima impaniata di qualche amoretto, bastava m' affacciassi a quello spazio perché tutto l'
. con la particella pronom. (m' impannòcchio, t'impannòcchi). letter.
certa suggezione;... m' impappino, piglio lucciole per lanterne.
pelle leonina. baldini, 7-127: m' è venuto ad aprire lui stesso,
questo paradiso di cotanti angeli, ella m' è pur sola angioletta che imparadisa la
, 8-112: con questa buona nuova m' hai imparadisato. boterò, 6-244:
pare più di camminare sulla terra: m' imparadiso! mi s'aprono le idee
, xxvi-2-118: s'alcun pietoso albergator m' impari, / io ti resto obbligato
la mia inclita catella, / che m' imparò per grazia e per amore. s
/ cetra ora sei ch'a lagrimar m' impara. niccolini, 183: ad esser
, i-30: la guerra poi man mano m' ha imparato a dare un'importanza alle
rinunziare alle tisicaie della città, che m' han portato fin qui scosso di nervi,
, 341: credo che 'l detto parentado m' abbia tolto assai onore, per avventura
. chiaro davanzali, 118-1: imparo m' è pervenire a l'amore; /
. con la particella pronom. (m' impariginisco, t'impariginisci). letter.
. con la particella pronom. (m' imparnassisco, t'imparnassisci). letter.
/ tanto quaggiù d'eterno il ciel m' imparte, / che da gli anni mi
quelle lodi che per sua troppa benignità m' impartisce. carducci, iii-30-310: sua
mondi da vizii ed impassibili molto benignamente m' insegnaro, dicendo che non c'era
le mie guancie, e il lungo pianto m' indebolisce la vista. = denom
come ha fatto a ingrassar tanto, m' ha detto, che la comare l'
. tranquillo d'apecchio, lxii-2-iii-271: m' impasticciarono mille ciuf- folerie, sicché io
ha fatto una scusa impasticciata, e m' ha pagato; un po'meno degli
impasticciato. de sanctis, ii-20-215: m' hai scritto una lettera così impasticciata,
alcuna di cangiar quelle parole che voi m' aveste indicate, acciò l'opera non
: quel benedett'uomo del signor curato m' ha impastocchiate certe ragioni che non ho
civetta. brancoli, ii-280: perché m' impastoiate come un mulo? -impacciare
cavalca, 9-162: le funi delli peccati m' hanno legato ed impastoiato. oliva,
stretta necessità d'imitare... m' impastoiò e rallentò per modo la mente
quella restrizione: da potersi stampare, m' ha finito d'impastoiare. -disciplinare
. con la particella pronom. (m' impatrìzio). letter. entrare a far
sbigottire. prati, i-227: tu m' allegri e m'impauri / di tua gelida
prati, i-227: tu m'allegri e m' impauri / di tua gelida beltà.
oppressa / per il negro avvenir, che m' impaura, / è una mercede alla
: o signor, come il giorno m' impaura! bontempelli, ii-546: la vista
gli estranei / questo vuoto d'intorno m' impaura / e la certezza che sarà per
io veramente / in quell'attimo dentro m' impauro / a vedere che gli uomini
, 328: male / non ho che m' impauri, o è solo interno.
! come la vita / diversa oggi m' appare! / quante immagini care / m'
m'appare! / quante immagini care / m' han, via fuggendo, l'alma
. con la particella pronom. (m' impavonisco, vimpavonisci). raro. attribuirsi
giubilo con tutto il cuore: solo m' impazienta questa quarantina che mi parrà
aspetterò domattina impazientemente la lettera che tu m' avrai scritta oggi. mazzini, 40-240
giusti, i-314: quand'ero in collegio m' impazientivo di dovermi lambiccare il cervello tante
non essere ubbidita. pavese, 9-73: m' impazientii. -via, clelia, non
dolore, e l'impazienza del mio, m' hanno sforzato a rompere in questo lamento
la vostra, che al patrio suol m' invita, / è un'avida impa-
detto luogo e disse: « tu m' incendi, san vitale! ». novella
/ cangiar dovetti i testi (il che m' ha quasi / fatto impazzare) in
. è tuo amico vero, s'io m' intendo di nulla. foscolo, xiii-2-87
1-849: ben saprei quetar la febbre che m' impazza. d'annunzio, iii-1-813:
: o amor, devino amore, perché m' hai assidiato? / pare de me
idea improvvisa / mi strinse il cuore, m' occupò il pensiero / di mostri,
] e a larga mano / le labbra m' infardavi e il naso e gli occhi
... poi ch'ambe impeciate / m' avei le guance, tu mi sciorinavi
restare attaccato. viani, 19-110: m' impeciavo al calcio d'una quercia ed
el sordo, e bisognava che io m' impeciassi gli orecchi. -impeciare o
, 4-188: l'aver visto i librari m' aguzza 'l desio d'andar per gli
trica, / rethorica saccio e non m' impedica, / gramatica e musica no
impedica, / gramatica e musica no m' aretica. maestro alberto [tommaseo]:
potrà facilitare molte cose, a le quali m' era impedimento la prigionia. da ponte
debolezza de'nervi oculari... m' impedisce non solamente ogni lettura, ma
forteguerri, iv-31: tante noiose cure m' impediscono, / ed in parti diverse
non mi trovassi travagliato da guerre e non m' impedissero la vecchiezza e la malattia,
, / che 'l senno e la memoria m' impedisce. s. bonaventura volgar.
folla attonita, mormorante, che quasi m' impediva il passo. 10.
della casa, iv-371: le podagre m' impediscono sì che scrivo ancora peggio del
calamita e una pasticca d'orzo, m' impegnavano delle ore. -attirare, interessare
ben che tu vegna. -io non m' impegno. l. bellini, i-302:
per me tanto speciale, che io m' impegno che le vorrà subito bene.
: / s'io mi sia mantenuto non m' impegno, / ma voi sapeste
di questo degno principe alla sorte / m' interesso e m'impegno. leopardi, iii-213
principe alla sorte / m'interesso e m' impegno. leopardi, iii-213: io vedeva
. delfico, i-124: io non m' impegnerò nelle dispute istoriche e critiche, delle
/ e a maggior complimento io non m' impegno. delfico, i-77: senza
impresa o nel io nelle mie prediche m' aiuto di quelle tragedie. carducci, conseguire
di abboccarti qui col signor nastagio perché m' accordasse la sua figliuola. crudeli, 1-87
. f. doni, 6-101: tu m' hai, silvana, con quel tuo
implicare. anonimo, i-491: amor m' à impelagato, / fortuna m'è
: amor m'à impelagato, / fortuna m' è currucciata, / da poi che
impelagarmi in qualche nuova passioncella, io m' abbandonai senza troppo ritegno al brio vorticoso
allontanare dicendogli: « non vedi che m' impeli tutto? ». 3
aveva ceduto. soffici, v-1-240: m' è avvenuto più d'una volta di osservare
, 27-99: la virtù che lo sguardo m' indulse, / del bel nido di
divelse, / e nel del velocissimo m' impulse. buti, 3-723: 'm'impulse'
bargagli, xli-474: queste cose non m' impelle a dirle se non l'amore.
ai come vetro, / morte che vivo m' ài morto ed impeso! m
, / una soga cercar con ch'io m' impenda. rime anonime napoletane del quattrounto
valerio massimo volgar., i-465: e'm' incresce di toccare la giovinezza di temistocle
, /... / fa che m' impenni, onde spedito io voli / tra
tra spirti buoni e al vulgo reo m' involi. lubrano, 2-150: quando
. nievo, 8-141: io con dante m' impenno / a imparar dai celesti.
... /... si m' impenna l'ali / che io possa
: tu chiaro fammi, e tu m' impenna l'ale, / ch'io con
/ atterra, e tu l'ale m' impenna, o morte. -impennare
un giorno e mille rivi / mostrato m' ha per la famosa ardenna / amor ch'
penne. cavalca, 16-2-214: andando m' iscontrai in un povero che pare che
proprio e la consorteria. / come tu m' hai, cantando, impennellato.
così inpensierato; parlo, e non m' odi; poi parli come fossi solo.
quel benedetto nome di 4 fanfulla 'm' impensierisce. serao, i-510: le
croce, iii-10-75: ciò che soprattutto m' impensierisce nel vostro idealismo attuale è,
2-190: eh, per lui non m' impensierisco; mica sono viaggi grandi, i
! a donchena, parte che 'l m' insegna a impentolarme. = denom.
sua ovrera / di ciò ch'esso m' impera. tasso, 6-113: giudichi e
con sopracciglio minaccioso, concluse: « m' avete inteso ». carrer, 2-599:
ed a me guerra face, / ché m' à tolta la mia spene. beroardi
presentarsi alla contessa d'albany, e m' accorsi che la sua maggior bellezza consisteva
lo arguii dal sorriso impercettibile che m' indicava la edia messa con intenzione
... /... / m' appresenta un oggetto, /...
. con la particella pronom. (m' imperfìdio). ant. compiere atti malvagi
superba; /... / quella m' accolse in sull'etade acerba / e
in sull'etade acerba / e novelle m' offerse ingiuste pene. giordani, iii-21
, potere / del sogno ond'io m' incorono / imperialmente / sopra le mie
, 1-79: signore imperiere, namo m' à nodrito in sua corte insino da
immaturità. rocchi, lx-1-69: ora m' avvedo, alminda, con quanta imperizia
non posso consentire ad uno quel che m' è forza negare ad altri: se no
/ del colpo che a morir ognor m' invita, / del vostro orgoglio e
, e di noi. il suo impero m' indispettiva. manzoni, pr. sp
in esso. cellini, 547: imperò m' è piaciuto insegnare il modo come la
questa [l'accidia] (m' imperpètuo). ant. perpetuarsi.
, 2-240: acciocché vedino ch'io non m' addomestico, e che io non li
santippe. g. bentivoglio, 5-ii-255: m' avrebbe ben fatto vedere che uomo avevano
; e l'uno e l'altro m' hanno imperversato di sorte che mi parrebbe
. con la particella pronom. [m' impervertisco, vimpervertisci). ant. pervertirsi
d'annunzio, i-151: cloe, tu m' eviti qual cer- biattolo / pe'monti
, / derido e di protervia / m' indraco e di velen. luzi, i-58
. con la particella pronom. (m' impéscio). raro. diventare ricco di
soltanto coteste fetide esalazioni della cloaca italiana m' impestassero anche questo riposo e quest'aere
quelle bellezze che l'impeto della passione m' avea dapprima mostrato confusamente. niccolini,
impetro / l'usata aita a che condotto m' hai, / tu 'l vedi,
questa cosa ad impretare: / con teco m' aio agiungere a peccare. guittone,
che sospiri / sì dolcemente che mercé m' impetre, / e faccia forza al
: se i miei prieghi... m' avessero impetrato, la notte che io
tasso, 4-37: tu l'adito m' impetra al capitano, / s'hai,
chiaro davanzali, 54-12: se non m' intendi ben perch'io t'impetro,
d'amor mi piace, e no m' adagro. 2. narrare,
. con la particella pronom. (m' impètto, t'impètti). inarcare il
). tommaseo, ii-447: m' avrebbe creduto sì un buono annoverese,
. con la particella pronom. { m' impettisco, t'impettisci). spingere il
con la particella pronom. (; m' impettorisco, vimpettorisci). disus. impettirsi
bellini, 5-1-270: io penso che vo'm' avresti tirato le meluzze dietro, s'
ed io diletto / avrò ch'ella m' inpiaghi! -per simil. e
entro a i tuoi lumi accesa, / m' impiaga il petto e mi consuma il
estrema beltate invaghendomi, più ogn'or m' accendo, più ogn'or m'impiago,
ogn'or m'accendo, più ogn'or m' impiago, più ogn'ora m'allaccio
or m'impiago, più ogn'ora m' allaccio e m'incateno. metastasio, 1-ii-825
, più ogn'ora m'allaccio e m' incateno. metastasio, 1-ii-825: d'altro
che... ad ogn'ora m' impiaga e mi molesta / quest'anima affannata
, 35: a chi 'l petto m' infiamma, il sen m'impiaga, /
'l petto m'infiamma, il sen m' impiaga, / devrei mostrar lo 'ncendio
: bell'idolo d'amore, / che m' impiagasti il core, / dinanzi a
stirpe antica / a procacciarle eredi ancor m' impiaga. 7. per estens
8-68: ma questa io sfuggo, e m' è il fuggir dolore, / qual di
parini, 478: a dir quasi m' impaccio / come, o gentil barbiere,
come, o gentil barbiere, / tu m' impiastrassi di sapon la guancia. d'
, v-2-155: una di quelle donne m' assicura [la scala] col suo peso
. iacopone, 57-43: un empiasto m' è 'nsegnato e dittome che pò iovare
: a me che so'frate, non m' è lecito d'impiccare uno, però
ansia. caro, i-194: intanto m' impiccate per la gola a farmi star
povertà mi ten a scola, / madonna m' ha più a vile ch'un muscione
v-228: se quelle carte vanno perdute m' impicco, perché senza di esse mi trovo
? - anzi pur io, che m' impicco per un ladro quattrino.
frivolo pretesto, ora sotto un frivolissimo m' ha tenuto impiccato fra il sì e il
di stampatore detto sonzogno, veneziano, m' aveva promesso di rimborsarmi un mio credito
14: quel bastardelle impiccatuzzo di cupido m' ha... scoreggiato il cervello.
b. giambullari, 7-27: e'm' è suto detto, impiccatolo, /
scoperto il suo carattere, e non m' impiccerei più con essa per tutto l'
quel che vi dite: io non m' impiccio con ragazzi. moravia, xi-333:
? giusti, 4-117: tutti quei discorsi m' avevano impiccinito l'uomo e messa compassione
offeso persona di riguardo, intendiamoci, m' impegno a togliervi d'impiccio. deledda,
venire con me..., veramente m' ero spaventato all'idea di trascinarmi dietro
. con la particella pronom. (m' impìcciolo). letter. degradarsi, immeschinirsi
questa gente: tutti mi seccano, m' impiccioliscono, mi irritano. tarchetti,
con la particella pronom. { m' impìccolo). ant. diventare piccoli,
bisogna ch'ei s'impiccoli e io m' ingrandi. d. battoli, 43-
grande, ove sei tu? o chi m' addita i materiali e l'albergo del
impiegando li / danar contanti ch'i'm' avevo in essere / per le man
suoi impiegati a cui mi sono raccomandato m' assicurarono ch'io avrei speso vanamente i
è tanto aspro e crudele, che m' è parso impietà mandar questo garzone a
mi fecero pena come non mai, e m' impietosirono e m'intenerirono. soldati,
non mai, e m'impietosirono e m' intenerirono. soldati, 2-414: anche in
stato. de amicis, ii-481: m' amava ancora così com'ero, e s'
vita / si raccozzasse e vel dich'io m' impetra. ottimo, ii-589: io
. pellico, 3-117: un gelo m' impetra. g. chiarini, 221:
l'anima mia / da tanto tempo, m' avevano dentro impietrato. cesareo, 342
cesareo, 342: uno stupore / inconscio m' avea quasi impietrato. viani, 14-29
, x-4-74: il raccapriccio... m' impietrò sul ciglio / le lagrime scorrenti
/ e perché pria, tacendo, non m' impetro? s. bernardino da siena
, 92: contra al van piacer tanto m' impetro, / che ferir non mi
5-83: le cannucce e il braco / m' impigliar sì, ch'i'caddi.
miei, / quasi voglia di lode sì m' impigli, / che quel dica di
, iii-296: il tumulto dell'animo m' impiglia la mente e la parola. nievo
. bontempelli, 20-151: il caso m' impigliò... in una complicata
morire a grido loco, / similemente m' impiglio. dante, purg., 5-10
: né qui di farti chiaro non m' impiglio / come ansalon fu morto e chi
99: ma che ne l'ozio più m' impigro e infrigido? montale, 1-47
studiare. ojetti, iii-407: sento che m' impigrisco. bartolini, 18-41: i
iii-23-122: il maledetto cocchiere dell'aguado m' inzacchera i miei calzoni di maglia.
miei calzoni di maglia. mascalzone, egli m' impillacchera anche la mia corona di fiori
la gregge impinguarsi. nievo, 740: m' impinguava proprio come un cavallo tenuto sempre
penta / e tanto sua piagenza in cor m' è penta, / che mai de
pataffio, 3: in india pastinaca m' impinzai. pananti, i-146: s'impinza
cicognani, 1-171: mi pareva che m' avessero cambiate le gambe, m'avessero
che m'avessero cambiate le gambe, m' avessero messo, invece delle mie, un
o impia, crudele, ed a che m' hai redotto? s. bernardo volgar
, i-850: volle impippiarmi come se m' avesse raccattato in una zattera morente di
e levigate. baldini, 5-108: m' impippiavo di silenzio, di sogni e di
con la particella pronom. (m' impisolisco, t'impisolisci). famil.
catena antica, / che questo crin m' implica. conti, 372: or con
nel laccio, ove convien c'or più m' impliche. machiavelli, 1-iii-703: quelle
. con la particella pronom. (m' impodéro). ant. impadronirsi, impossessarsi
con la particella pronom. (m' impodésto). letter. impadronirsi.
s'io d'ariberto / qui non m' impod est assi. = denom.
. con la particella pronom. (m' impoèto). scherz. ant. diventare
anche con la particella pronom. (m' impòggio). ant. e letter.
, 1-5-io: quand'io burlo qualcun, m' ingrasso e impolpo. 7.
. con la particella pronom. (m' impómo). raro. produrre frutti,
2-71: sonno veramente poltrone, che m' hai con lo star teco impoltronita tutta
la persona. mazzini, 14-252: io m' alzo più tardi del solito, perché
tardi del solito, perché il freddo m' impoltronisce. 3. venat.
. con la particella pronom. (m' impoltronisco, t'impoltronisci). sprofondare in
in fronzoli ed in fiocchi, / m' impolvero la testa bene bene. giraud,
. con la particella pronom. (m' impompèo). ant. vestirsi con pompa
. disus. che può [m' impomidòro). scherz. diventare rosso come
. con la particella pronom. (m' impópulo). letter. ant. essere
peccato imposto. galileo, 4-1-360: m' impone a mancamento che io non nominassi l'
per isvegliare altrui, / se chi m' impose questo / non m'ingannò, quand'
se chi m'impose questo / non m' ingannò, quand'io parti'da lui.
caro, 12-i-201: la tela ch'ella m' impose non si può continuare, perché
piccolo lavoro or di un altro, m' inpose che io gli facessi un disegno
me quella pena piglia che le leggi m' impongono. tasso, 5-38: so ben
dì della settimana. bembo, 10-vi-42: m' impongono che io vi saluti diligentemente per
c'era poca gente, ed io m' imbattei a sedere presso un importante signore
, 33-9 (iii-122): ma io m' ero scordata il più importante, /
mi dàn qualch'altro grosso, / m' importa assai, le tingo [le colonne
la plebe o de la mia imaginazione m' hanno importunamente portato a gli orecchi il
spiacevole. monti, x-4-67: tutto m' attrista / e m'importuna. sbarbaro
, x-4-67: tutto m'attrista / e m' importuna. sbarbaro, 2-64: ogni
. sbarbaro, 2-64: ogni voce m' importuna. / amo solo la voce
forteguerri, iv-543: troppo importuno a lor m' avea / portato la fortuna. d'
? foscolo, xviii-344: io che m' era mostrato l'ettore impossente di virgilio sino
/ ch'io ti chieggio, se m' ami: al crudo padre / sottratti.
). carducci, ii-20-73: impossibile m' era mandarle una trascrizione dell'ode,
da maria, da quella costa / onde m' era colui che mi movea, /
trovasti, impostore e ingannatore, che m' hai voluto così tentare e provare,
mano. monti, v-497: il dolore m' aveva reso insensato e impotente a parlare
: innanzi all'uscio della stanza di giuliana m' arrestai, impotente a frenare il tremore
e. cecchi, 5-550: non m' ero mai ritrovato nel luogo d'un contrasto
. tasso, v-28: ogni giorno m' impoverisco di sapere e di concetti e
con la particella pronom. (m' impozzànghero). riempirsi di pozzanghere (
. con la particella pronom. (m' impratico, vimpratichi). ant. impratichirsi
del petrarca, che a dir vero m' è stato sempre carissimo, mi ha fatto
rugiada, mi impregno di rugiada, m' impregno di foglie. 4. letter
d'annunzio, ii-312: la luce m' entrò pei pori / della pelle,
entrò pei pori / della pelle, m' impregnò d'oro / le vene le ossa
iacopone, 14-9: l'odio sì m' ha empreinata, ensidie va preparanno,
ch'io sfoghi 'l duol che 'l cor m' impregna, / un poco, pria
più penso, e 'l pensier più m' incende / e quando io mi soggiorno di
imprendi, / quanto mirabilmente il cor m' accendi / e quanto fai di me
denaio. giusti, 4-ii-613: se dato m' è sperar corona / delle lunghe vigilie
[tommaseo]: quale di voi m' imprenderà di peccato? 7.
saba, in: vergognosi sentimenti / m' infligge di puerili eroiche imprese / di
. algarotti, 1- x-101: ella m' inanimisce a seguir la mia impresa di
l'empresa, / scusarne infermità che m' è sì accesa / nel corpo, che
troppo nivee nella palma color di bronzo, m' hanno tutta l'aria d'essere fabbricate
, 1-105: ora, o padre, m' hai tu fatto diventare mutolo e pieno
nel rame. tarchetti, 6-ii-604: m' accorgo aver macchiata la carta coll'impressione
mazzini, 14-45: l'unica cosa che m' abbia fatto impressione è il castello di
nella libertà. cellini, 760: m' ànno pregato che io ne scrivessi a
parlerò... dell'impressione che m' ha prodotto il ballo veduto colla 'lorgnette'
lettere. d'annunzio, v-1-928: m' accadde l'altrieri, non senza ilarità,
un sole istesso / così gli occhi m' appaga; e m'arde il petto
/ così gli occhi m'appaga; e m' arde il petto / chi si specchia
tutto il meo volire, / sì m' è sua figura al core impressa. dante
fatalmente. cicognani, v-1-201: ettore, m' è rimasto impresso perché fin da ragazzo
. con la particella pronom. (m' imprèto). letter. farsi prete (
: egli è più facile che io m' ammogli che non m'impreti. gioberti,
più facile che io m'ammogli che non m' impreti. gioberti, 2-29:
girò innanzi e dietro più volte; e m' accertai ch'ei perseverava impreteribilmente nel proprio
. con la particella pronom. (m' impretisco). ant. farsi prete.
con lui ragiono, / con lui m' affido, con lui pranzo e ceno,
, / con lui ne le lenzuola m' imprigiono. roberti, xi-53: alcuni
3-245: una tagliola per i topi m' è scattata in mano, al buio,
scelto, i-119: amore... m' ha perciò preso e impregionato di tal
voi novelle de l'amore / che m' ha rapito ed assorbito el core, /
davanzali, xx-21: donna, di voi m' avene / a sembianza del foco /
doria o semprebene, 434: così m' ha fatto amor certana- mente,
, che io sputo a dosso di chi m' ha disviato la figlia, daranno
con la particella pronom. (m' imprimavèro). illeggiadrirsi. marino,
e tanto ei scende, / quant'io m' inalzo. -intr. con la particella
amor co'suoi belli occhi al cor m' impresse. v. franco, 289:
talor ritorno dal camino stanco, / lieta m' incontri con le braccia aperte? /
braccia aperte? / e mi stringa e m' imprima i dolci baci? pasqualigo,
rivolgendomi talora, / sulla man, che m' innamora, / freddi baci / imprimerò
il segno de la croce / lagrimando m' impressi. aretino, v-1-751: ha fatto
g. stampa, 121: così m' impresse al core / la beltà vostra amor
772: quella pietade istessa che voi m' usaste, io sdegno, / s'
, / e di sì dolce salma / m' ingombra 11 cor. giannotti, 2-2-213
/ per la partita sua, che m' apre il pecto. epicuro, 82:
ch'il tuo bel viso dentro il cor m' impresse. bandello, 1-8 (i-m
dove di desir tanto alto la mente / m' impresse, or tutto sentesi pien di
, lxv-41: di nuove forme amor m' imprime il core. stigliani, 276:
il vostro viso, / a la 'mprimera m' incarnaste in proposizione meno improbabile è il porre
. con la particella pronom. [m' imprlncipo). letter. frequentare principi,
. con la particella pronom. { m' impr incip ésso). raro. sposare
letter. che manca di retti (m' improcustisco, vimprocustisci). letter. ant
particella pro nom. (m' improfessóro). raro. diventare professore.
predicare. chiaro davanzali, lviii-13: ora m' è fal lita -la speranza
impromessa / ch'avea, or m' è dimessa. cavalca, 20-264: oimè
ti giuro e imprometto che se tu m' addimandassi mezzo il mio reame, sì l'
davanzali, 96-7: io medesmo gioia m' imprometto, / né disperar già non mi
, ii-18-no: un solo bene io m' impromettevo di questo mio volontario esilio dal
postale. leopardi, iii-364: oggi m' è resa l'altra dei 20, benché
l'altrui vaghezza, overo improntitudine, m' ha fatto forza a lasciarli [i
., in un medesmo ponto / m' impiaghi e sani il cor: mi snodi
impronti, perché di quelle che faceste m' è bisognato rendere gli originali. pasqualigo,
rivo, / per quel di che m' hai tanto improperato. savonarola, 8-i-190
la particella pronom. (m' improsciuttisco, t'imtivo e provabile (
eneide volgar., 75: (m' improvòsto). diventare prevosto. non vedi
giganlea, 4: voi se non altro m' insegnaste improvvisare a catafascio e comporre nel
improvvisa / mi strinse il cuore, m' occupò il pensiero / di mostri, insonne
cose improviso. tommaseo, 11-472: m' addestravo al tradurre improvviso dal latino in isciolti
pindemonte, 4-116: il fratello altri m' uccise / di furto, all'improvvista.
sono impuberi, / il gregge m' insegnava di conducere. brac
]. nievo, 572: m' impugnò furiosamente la mano ch'io aveva alzata
lettera angosciata per le cattive parole mie m' ha anche questa volta dimostrato che vai
piena confessione. moravia, ix-9: m' impuntai e gli dissi di lasciare stare
più con la particella pronom. (m' impuntiglio, t'impuntigli). letter
s'impuntiglia. bontempelli, i-132: m' ero impuntigliato contro me stesso a voler indovinare
. con la particella pronom. (m' impuntisco, t'impuntisci). letter.
. con la particella pronom. (m' impunzóno). letter. urtare, cozzare
, 14-45: al fiume santo / m' asperse il crine e lavò l'alma impura
so / se l'umor, ch'aere m' impustula, / se 'l calor che
/ se 'l calor che 'l cor m' abbrustula, / mi contamini et accenda,
le non vere parole dette da me non m' imputare in peccato. ariosto, 5-37
tassoni, 9-31: ma perché non m' imputi a codardia / il rifiutar la
imputato. ariosto, 414: -chi m' ha fatto puttana? -così chiedere /
questo siate certo: e però non m' imputate quando dico: state allegro;
plauto. croio, 150: che m' imputiate per iscordevole dei beneficii, 10
: forte son lamentato, / perché m' ave fallato, / donando sé indel'
inf., 15-84: in la mente m' è fitta, ed or m'accora
mente m'è fitta, ed or m' accora, / la cara e buona imagine
trapassa / da que'tenaci nodi in cui m' avvolsi, / stretta, agitata,
petrarca, 105-80: e 'n bel ramo m' annido, et in tal modo,
120-1: quelle pietose rime in ch'io m' accorsi / di vostro ingegno e del
timore io mi vo aggirando massimamente per non m' incontrare in marcone. davila, 214
imperadori e di poeti, / quanti m' hai fatto lì dogliosi e lieti / in
quale sia la 'ngiuria la qual tu m' hai fatta nella mia propria figliuola.
quel valor cui gentilezza inchina, / punto m' ha 'l cor, marchese,
: in sì gran sicu- ranza amor m' ha miso / in lo suo gran valore
uomo. corticelli, 252: padre m' era in onore, in amor figlio.
. / te'la mia fede, che m' ài in tua baglia. iacopone,
diritto di credere che amor di ricchezze m' abbia sedotto a condiscendere a un'offerta
la piaga, /... / m' hanno la via sì d'altro amor
10-v-318: la infermità,... m' ha lasciato indisposto e inabile a poter
: la infermità,... m' ha lasciato indisposto e inabile a poter
. / un gorgo di sole / tenebroso m' ha inabissato. -spendere a
quel baratro vivo. govoni, 7-27: m' inabisso, m'innalzo e poi svanisco
. govoni, 7-27: m'inabisso, m' innalzo e poi svanisco / in quei
t'amo sempre più, sempre più m' inabisso in questo amore esemplare e sovrumano.
-inoltrato. ungaretti, iv-30: già m' è nelle ossa scesa / l'autunnale
ciel, dolce veneno, / che m' inacerba il cor sera e mattino. fed
d'ugo, ch'io bevo e m' inacerba. carducci, ii-6-109: in questi
mi dava del quadrello sulle dita, io m' inacerbiva e piangeva. lucini, 5-12
aminta, 1592: ohimè, che tu m' accori, e quel cordoglio / ch'
da acqua col pref. (m' inacherónto). letter. ant. scendere
con la particella pronom. { m' inàero). letter. trasformarsi in sostanza
intr. con particella pronom. { m' inagnèllo). letter. ant. diventare
. inalcovare, rifl. (m' inalcóvo) letter. andare a
« * fate vobis '. m' inalcoverò io ». = denom
men vado errando, or questo or quel m' inama, / e la toga mi
, 2-152: questi lamenti... m' inamariscono la dolcezza ch'io gusto del
: la parole eccessivamente cerimoniose... m' hanno un po'inamarito quella gran contentezza
. con la particella pronom. (m' inamico, vinantichi). disus.
) inamidato. pirandello, 6-578: m' apparve stupido quel nuti... tutto
colui che 'nna- nellata pria / disposando m' avea con la sua gemma. buti
che innanellata pria, / disposando, m' avea co la sua gemma'; cioè lo
messer nello mio marito, lo quale m' avea desposata. guerrazzi, 2-830:
27: quella di cui laudar mai non m' allasso, / co li brondi cavelli
. con la particella pronom. (m' inàngiolo). letter. elevarsi alla condizione
non mi vergognerò di confessare come pittagora m' innanimò e condussemi a filosofìa. giovio
franco, 7-20: più ad amarla m' inanimava ora la gentilezza del sangue, ora
. moniglia, 1-iii-453: anco costui m' inanima / a far le nozze.
. con la particella pronom. { m' inànimo). raro. rimanere inerte.
di vigore. carducci, iii-3-210: m' asconda ella gl'inanimi / fiori del
, 1-vi-147: parte mi dilectorono, parte m' in- nanimirono ad l'opera..
d'uva della notte... / m' unisco a tutta questa forza instabile /
la febbre è andata via, / ma m' è rimasta inappetenza eterna. monti,
. con la particella pronom. (m' inàrio). ant. sollevarsi in aria
passare una gran parte del tempo, m' inaridiva le carni. pirandello, 7-179
chiude la voce e i sospiri, e m' inaridisce le lagrime. tarchetti, 6-i-359
veniali fallate, / ch'altre persone m' avieno inarrata. ariosto, 24-
una imagine escluse tutte le altre e m' occupò. govoni, 2-69: cesserà
. inasprire e deriv. pur fosco m' aggiro, / fèsso il cor dentro da
« quello che idio mi dà, sempre m' è tario, non ancora inasinito
ossa, ché, movendola, più m' inaspri la piaga. tasso, 11-55:
, i-162: or, s'io m' inaspro e se da me traligno, /
, 70-30: onde, come nel cor m' induro e 'na- spro, / così
/ e dir poteva ogni or: « m' immarmo e inaspro ». 10
15-1): quanto meco tal or m' induro e inaspro, / veggendo come
la sua persona innastata, la sua voce m' infondeva uno strano calore interno e mi
vedere. tozzi, ii-297: ella m' aveva dato appuntamento così inattesamente che mi
inaudito tormento, / ch'altro non m' è concesso / che fuggire e seguir
amo l'alta fiore aulente / che m' inavanza di gio'tuttavia. chiaro davanzali
. / se simil padre il ciel m' avesse dato, / non avrei da incacame
l. bellini, i-53: e'm' ebbe a sapere incaccabaldolar sì bene per
. con la particella pronom. (m' incàcchio). dial. adirarsi.
più con la particella pronom. (m' incagnisco, vincagnisci). popol. adirarsi
romei, 151: ma s'io m' indiavolo, s'io m'incagnisco, s'
ma s'io m'indiavolo, s'io m' incagnisco, s'io ci metto le
con questa incagnita e allupata fame che m' era entrata in corpo? 2
dir l'animo mio, / a chi m' incalappiò col suo splendore. b.
, 30-41: tanto del tuo onor m' incale, / che '1 mi convien
ne prenda, / ché la pena m' incalcia e dà conforto / ch'io dica
amico di dante, xxxv-n-740: amore m' incalcia, e face amare / con fermo
e'tralci, / deh, non m' incalci co'suoi calci chi mi vuol disfare
. d'annunzio, i-221: l'angoscia m' incalza. soffici, v-2-133: basta
'ab aeterno'. rajberti, 1-216: tu m' incalzi con ima logica tremenda. gozzano
che la incalzano. carducci, iii-1-389: m' in guglielmotti, 879:
torticci. 1-339: il romanzo m' incalza perché le bozze cominciano a
mora senza induso: / così forte m' incama / d'àlbore sanza rama.
a quel modo, rispose: il medico m' ha detto che 'l vino mi nuoce
tromba. chiari, 1ii- 82: m' incamminai pian piano alla tremenda vendetta.
, 2-49: esco dalla lussuria. / m' incammino / pei lastrici sonori nella notte
francesco di vannozzo, 203: lì m' encamino con sì dolci piante, /
parti d'italia. moretti, 134: m' incamminai pel sentiero / della mia novella
. con la particella pronom. (m' incanaglisco, t'incanaglisci). diventare canaglia
: da ch'io son teco, non m' ebbi altro bene da te se non
anche con la particella pronom. (m' incancrenisco, t'incancrenisci). diventare
, / che le parole sue però m' incantino? aretino, iii-106: voi mi
fianco / un che colle parole inorpellate / m' incanti, e mi abbacini / colle
rivoluzione sociale? pavese, 1-11: m' incantava di parole per farmi dire se
: una cosa, fra le altre, m' ha incantato: quest'è una specie
che incantavano. govoni, 220: m' incantavano i cavalli / che andavano sempre
. prisco, 5-47: quello che m' ha incantata, di lui, e mi
, 628: tardo, al fine, m' incantai sul giogo / d'oro,
cipressi. cassola, 3-167: io m' incanto a guardarla. -arrestarsi,
. n. franco, 4-56: m' era forza mandare in benevento a far
felice / ecco ne vengo, ove m' invidi un pio / amor che
ingegni di sue incantazioni sì mattamente m' addolcioe che per uno anno intero non
e. cecchi, 8-209: di nauplia m' era sempre rimasta una memoria che,
a terra sparso / il giogo: onde m' allegro. d'annunzio, iii-1-1217:
2-180: con un suo nuovo incanto m' ha cavate di man non so che lettere
/ e piombo in me / e m' oscuro in un mio nido. montale,
incanto. berchet, 256: prigionier m' han fatto i mori, / prigionier tra
. con la particella pronom. (m' incantùccio). rifugiarsi in un angolo;
passi innanzi ch'io giungessi alla porta m' accorsi di due signore... le
io per rispetto al diritto di priorità m' incantucciai pianamente un braccio o poco più di
velossi. tesauro, 5-94: e'm' ha contato cose d'ermegildo / da farmi
barbuto, incanutito. mazzini, 86-61: m' importa sappiate che io, triumviro un
. con la particella pronom. (m' incapàccio). prendersi un'infreddatura. -al
con la particella pronom. (m' incapàcito, t'incapàciti). diventare incapace
m. pitti, 4-i-162: io m' ero incaparbito di non scriverti, se non
tu dei pur sapere, quando 10 m' incapo una cosa, come la va.
giuro al ciel che se a dir mal m' incapo, / non tacerò la gran
s. v.]: questo cappello m' incapa bene. ibidem: mi dia
. n. degli albizzi, 36: m' hanno detto / ch'e'ti fu
con la particella pronom. (m' incapéllo). ant. cingersi di un
ma con questo e con quel più m' incapestra. vittorelli, ii-118: or che
/ tanto potranno, ch'io più m' incapestri / o mi rimetta nella tua ritorte
aquilano, 290: tu sol sei che m' ha preso e che mi incappia.
/ « circinnata son io, se più m' incappi; / abbiti il tuo battillo
pan perdei, / per non poter pagar m' incappucciai. forteguerri, ii-207: lascia
. pea, 11-26: « e chi m' avrebbe detto che mi sarei deciso a
. c. ri (m' incarbóno). trasformarsi in carbone. -anche
avete in parte cominciata, / poi che m' avete fatto inginocchiare / come cammello quando
ov'è questo famiglio fedelissimo, / che m' in- carca di tanto vituperio, /
. guerrazzi, 14-19: amari pensieri m' ingombrarono intorno alla vecchiezza. linati,
: s'a rivederti indugio più, m' ingombra / la fama tua [o italia
il po con la sua vista il cor m' ingombra, / che l'onde sue
/... di vane speranze ognor m' ingombra: / poi si muta in
/ or di piacer', or di dolor m' ingombra. bandello, ii-1149: se
mia lingua il nodo, / come m' ingombri il cor di bei pensieri,
/ l'estremo e fier ardore / che m' arde senza modo / non mi daria
, / di nova meraviglia il cor m' ingombra. f. casini, ii-509:
1-i-115: l'ombra del figlio esangue / m' ingombra di terror. goldoni, ix-843
goldoni, ix-843: queste massime indegne m' ingombrano d'orrore. -confondere,
donne con libercoli alla mano, / che m' assedian, m'as- salgon, come
alla mano, / che m'assedian, m' as- salgon, come le ombre /
sempre e più ne'miei pensier m' immergo, / trovomi alfin sciolto dai
io ve ne satollerò, se dio m' aiuta. boiardo, 3-155: come
g. f. achillini, 166: m' hai tolto dal morso / di morte
con la particella pronom. [m' ingórgo). ristagnare, non defluire regolar
, le narici, gli occhi e m' ingorgavo di sorsate enormi. 2
nel petto. bocchelli, 11-41: m' è capitato, al crepuscolo, che fosse
mia, cullata dai dolci canti che m' ingorgogliano come fonte che stia per sgorgare
. con la particella pronom. (m' ingórgono). letter. ant. diventare
pur di mirarmi? e s'io m' ingorgonassi, non t'impetriresti? =
acerbe che mi son ingottate in gola e m' han strangolata. = denom
un vecchio ebbro. capuana, 159: m' ingozza come un tacchino da ingrassare.
non posso / ingozzarla, ch'è m' abbia così a essere / stata levata
di tal patibolo, vel confesso, m' ingozza attonite le voci. -ingozzare
. con la particella pronom. (m' ingracilisco, t'ingracilisci). diventare gracile
d'agente da ingraffare. (m' ingramàglio, t'ingranagli). letter.
marotta, 6-83: minale (m' ingrammatico, vingrammatichi). scherz.
: quanto più ci penso, più m' aiuta / lo fin pensier, e allor
bisogna ch'ei s'impiccoli e io m' ingrandi. = denom. da
non mi negherete tal grazia ch'io m' ingrandisca in dir prima de la vostra
la luna, ingrandita dal telescopio, m' appariva in tutti i particolari. 6
vento non mi gonfia, e non m' ingrassa / il fumo, come suole
: non sarà mai detto che io m' ingrassi con quello che può servire al bene
la già carpendo, / che tutto io m' ingrassava / al saporito pascersi del capro
quando godono gli altri, anch'io m' ingrasso. manzoni, fermo e lucia
ghirardi, 48: non voglio che tu m' insegni ad ingrassar (un liquido,
, ben vedrà l'effetto / tal che m' ha tolto a petto / ingratamente e
à 'l serpente, / e più m' adiro che no'fa 'l lione, /
/ ingrata lingua, già però non m' hai / renduto onori ma fatto ira e
/ fosti e quanto tradito a torto m' hai. brusoni, 1-133: a
a i colpi esposto, / che m' avventò dal ciel destino ingrato. c.
guerrazzi, 5-148: lo starmi sola m' incresce; né, giovane, povera
estese, / il giorno dopo alfin m' ingravidò. carducci, iii-25-140: ghita
saputo ingravidarti di un fìgliol maschio, m' ha tutto riconsolato. nievo, 68:
d'ingraziarsi. guerrazzi, 2-604: m' ingrazierò presso di loro ne spierò i
con umil salute al tuo valore / m' inchino, conoscendol sì ingraziato, / ben
. ingrazionare, rifl. (m' ingrazióno). tose. entrare nelle
. con la particella pronom. [m' ingrechéggio). letter. mostrare baldanza,
stagno e rame, nelle quali pure m' è riuscita più leggiera la composizione loro
tutto il meo volire, / sì m' è sua figura al core impressa, /
es.: venne quell'uomo, e m' ingretolò, dicendomi che era vedovo con
. con la particella pronom. { m' ingrettisco, t'ingrettisci). letter.
solo amplesso diradare la nera rabbia che m' ingrommava le membra. = denom.
sotto benda posti,... m' ingropparono il cuore. -soffocare (
stuparich, 5-358: un'onda di commoziqne m' ingroppò la gola e m'inumidì gli
di commoziqne m'ingroppò la gola e m' inumidì gli occhi. 2.
nievo, 857: felice me che non m' ingroppai nei legami insolubili dell'orgoglio,
lettera e crescete la spesa, non m' importa. pea, 8-95: la
quanto più sottilmente ne scrivo, più m' ingrossa la fame. -incrementare, potenziare
che la malinconia in questo mio caso m' abbia tanto ingrossata la mente, e
, 3-115: quella bonaccia che prima m' avea ingannato, fallì cominciando il mare
esser truffato): veramente il capo m' è stanotte ingrossato. guazzo, 1-
a. pucci, 4-277: a noia m' è ciascheduna persona, / che inver
sacchetti, 131-6: salvestro, e'm' è detto, se noi andiamo al
mia mogliera? / disse orlandin: m' ingrossan le cervella, / e mi par
. con la particella pronom. (m' ingroviglio). letter. aggrovigliarsi.
: quegli amadori... quasi m' adoravano: io spesso per capriccio mi
: dal complimento di colui che ingrugna / m' ac corsi troppo ben che
. con la particella pronom. (m' ingrumisco, vingrumisci). raggrumarsi.
? / perché non desse a me, m' ero inguattato. soz ne