idem, purg., 26-104: tutto m' offersi pronto al suo servigio. idem
mente / del mio gir oltre la cagion m' usciva. manzoni, pr. sp
inf., 9-36: l'occhio m' avea tutto tratto / ver l'alta torre
con li etterni gemelli, / tutta m' apparve da'colli alle foci. idem,
idem, par., 31-85: tu m' hai di servo tratto a libertate.
giacomo da lentini, ii-65: a cor m' arde una doglia, / com'om
41: quante sono le schiàntora che m' ai mise a lo core! dante
capitolo sopra la toppa, ma siccome m' incresce copiarlo, perciò andate da don
nel mondo ad ora ad ora / m' insegnavate come l'uom s'ettema. petrarca
(122): seneca rispose: -meglio m' è che io moia sanza colpa,
. cosi sarebbe dunque scusato colui che m' uccide a torto. francesco da barberino,
1-42: sì ch'a bene sperar m' era cagione / di quella fera alla gaetta
mano io vi narrerò, se pazientemente m' ascolterete. idem, 2-55 (ii-217
poi, lasso, a tal che non m' ascolta narro / tutte le mie fatiche
pensier, che così passo passo / scorto m' avete a ragionar tant'alto. boccaccio
il quale volea quell'ostinato astrologo che m' avesse a esser così glorioso? redi
di parlare, chiamando le donne che m' aiutino onorare costei. petrarca, 4-5:
ripensavo con lunga tenerezza i segni ch'e'm' aveva dati d'affetto, sinceri perché
d'un altro. bartolini, 15-331: m' avvertì che aveva dell'abbacchio da vendere
/ un che colle parole inorpellate / m' incanti e m'abbacini. g. b
colle parole inorpellate / m'incanti e m' abbacini. g. b. pucci,
/ gli disse: traditor, tu m' abbacini, / ed ha'giucato meco con
, 75-29: e me la luce sì m' ha accecato: / tanto lustrare de
, ché una flussione in un occhio m' ha abbagliata la vista. tommaseo-rigutini, 2572
materia. petrarca, 141-12: ma sì m' abbaglia amor soavemente, / ch'io
dello 'ntelletto. pulci, 13-49: ben m' hai condotto dove vuoi, amore,
, / che più che 'l sol m' abbaglia di splendore. idem, 19-39:
ii-285: eri sì bella che tu m' abbagliasti. ariosto, 36-48: sì l'
tasso, 6-i-150: mentre ancor non m' abbaglia il dolce lume / né mi toglie
finita oramai, / quel bianco stasera m' abbaglia, / non sembra un lenzuolo.
, 2-720: nella rètina abbagliata non m' erano rimaste che immagini di fiori;
, 6-193: volli fare il gesto che m' è consueto quando mi voglio assicurare che
su ogni canto avrebbe detto: e'm' è stato fatto sì e sì. savonarola
o scherno. guerrazzi, 5-39: m' affacciai alla finestra dove vidi i monelli
. con la particella pronom. (m' abbalùgino). fare gli occhi piccoli e
, 16 (66): amor m' assale subitanamente, / sì che la vita
, / sì che la vita quasi m' abbandona: / campami un spirto vivo solamente
che, come vedi, ancor non m' abbandona. idem, purg., 3-20
facessi per riavere colui che a torto m' ha abbandonata. idem, v-82:
inculti, abbandonati, / disleal, m' abbandoni. idem, 348: stupì vulcano
/ che già... / m' han promessa e venduta a un mercadante.
anche la dolorosa paura di povertà egualmente m' abbandona. monti, 21-232: tre
morte / mi stringe sì che vita m' abbandona. boccaccio, i-19: le mie
8-109: così sen va e quivi m' abbandona / lo dolce padre, e io
testi fiorentini, 205: da ora manzi m' abandono e metto in aventura, e
: per che, se del venire io m' abbandono, / temo che la venuta
3-21 [inf., 2-35: m' abbandono non vuol dire, s'io mi
quando più a tal punto ritorni. io m' abbandonerò a prenderli ora che mi par
e trema e dice: « or ecco m' abbandono ». bontempelli, 6-287:
, 9-88: dopo tanti indugi cui m' ero abbandonato fin dal principio del mio
dal principio del mio viaggio, ora m' aveva preso un'improvvisa impazienza. ungaretti
/ né dell'alta sua grazia ei m' abbandoni. d. bartoli, 12-2-88
sbarbaro, 3-25: al sostegno più prossimo m' affido / abbandonatamente come fossi / per
inculti, abbandonati, / disleal, m' abbandoni. d'annunzio, iv- i-35
squallore. boiardo, 1-18-47: amor m' ha posto tutto in abbandono, /
abbarbaglia. leopardi, 38-14: e m' abbarbaglia / le luci il crudo sol pregne
volgo più la fantasia, / più m' abbarbaglio, né me ne correggio. varchi
medesma voce, che paura / tolta m' avea del sùbito abbarbaglio. diodati [bibbia
sprendore e questo odor che dite / m' hanno abattuti li spiriti miei / per
a lui davanti, in terra / m' abbatterei, gli darei baci a'piedi /
idem, ii- 206: oh se m' abbatto mai in quel songa, che un
idem, ii-235: sono quattro dì che m' abbattetti perula prima volta in quell'abate
. d'annunzio, ii-814: in uno m' abbattei lungo il canale /..
io potrò; e vedere se io m' abbattessi a pescare il sole. idem,
gieso cristo l'altissimo - del tutto m' è airato: / conciepistimi a abattere -in
fama intemazionale. gozzano, 853: m' accolga l'antica abazia; è ricca di
notte né dia, / e non m' abella, sì com far solìa / in
, 1-2: i'guardava un fior che m' abbellìa. intelligenza, 120: io
fronte, / di rime e versi m' armo ed abbertesco. = comp
. arrighetto, ii-1-171: lo male m' abevera lo dì e la notte d'
vostra bellezza ardente e vana / finalmente m' abbevero e mi pasco. cinelli,
varchi, 18-2-384: i nomi de'quali m' è paruto di porre ridotti per ordine
1-69: ebbi di dote, quando io m' ammogliai, / fiorin secento, di
guasterà l'imitazione. verga, 1-213: m' avevano abbigliata da sposa, col velo
qualche rinfresco. idem, 738: m' avea preparato un baule pieno di quanto
per lo mondo taupino, lo qual m' è venino, / e dato m'ha
qual m'è venino, / e dato m' ha en pino de pena abundanza.
chiabrera, 3-3-50: deh! chi m' abbonda il pianto, ond'io sia forte
deriv. abbottacciare, rifl. { m' abbottàccio). ant. gon
anche qualche cosa delle immaginazioni che tanto m' avevano fatto soffrire e ricordo che contenevano
abbozzare1. abbozzolare, rifl. (m' abbòzzolo). formare il bozzolo;
. con la particella pronom. (m' abbracchisco). divenir cascante, afflosciarsi,
. giacomino pugliese, ii-127: or m' abraza / a le tuo braza,
abbracciava il vento. palazzeschi, 216: m' abbraccia, / m'affonda, /
, 216: m'abbraccia, / m' affonda, / mi fa nido, /
affonda, / mi fa nido, / m' assorbe il mio divano. -rifl.
terra, / ch'abbracci quella cui veder m' è tolto. — abbracciare con
veduto appieno qual sistema di vivere io m' abbia abbracciato per passarmi dolcemente il poco
iv-1-542: uno strano ardore di sacrificio m' infiammava subitamente, mi spingeva ad abbracciare
: e lo disio che lo core m' abbranca. iacopone, 56-23: e quanto
mi giunge, ecco, ecco ora m' abbranca! idem, ii-810: pe'capegli
. idem, 1-530: ma ben m' abbranca il tuo potere occulto. sbarbaro,
, 2-54: voglio il dolore che m' abbranchi forte / e collochi nel centro
settentrìon; che in ogni verso / m' ingegno abbreviar la via ch'io posso.
appiccàgnolo. abbriccare, rifl. (m' abbricco, fabbricchi). attaccarsi,
). d'annunzio, ii-683: m' odi tu? m'odi tu? dafne
annunzio, ii-683: m'odi tu? m' odi tu? dafne, sei muta
. abbronzare, rifl. (m' abbróncio). mettere il broncio.
il fuoco dei begli occhi vostri tutto m' ardete..., non passerà troppo
abbrucio tante cose, e di tante m' invoglio, e poi m'annoio. berchet
e di tante m'invoglio, e poi m' annoio. berchet, 315: introdussero
] quasi con ribrezzo, e pareva che m' abbruciassero le mani. de marchi,
io sia fosca, che il sole m' ha abbrunita. zanobi da strata
cibo. viani, 19-596: m' ero già abbuzzato d'acqua amara,
sul foglio. sinisgalli, 6-84: m' ero interessato anch'io per qualche tempo
monti, 24-574: una trave la porta m' assicura, / trave immensa, abetina
punte. sacchetti, 173-37: e'm' incresce che io non sono in luogo più
dimora fatta da me in etiopia, m' abiliti se non altro a mettere in
: -l'abisso / o 'l ciel m' attende, né cangiar sentenza / puossi.
mare, altura del tuo abisso / m' ha cercostritto a volerme annegare. galileo,
più d'uno in suoi ricordi ancor m' ascolta / dire... / i
queste cose sciolto, / con beatrice m' era suso in cielo / cotanto gloriosamente
tosto riedo: / bianca, se m' ami, io t'accomando i figli.
ii-780: muto / stetti mentr'ei m' accomandava l'ali / agli òmeri.
onde fugire, / né a cui m' acomandare. malispini, 1-123: il quale
mercanzie, secondo le commes- sione che m' erano state date [firenze, sec.
lentini [tommaseo]: lo ben tuo m' accom- metti. francesco da barberino [
per disavventura, / trovate un che m' accomodi e m'aiuti. trinci, 396
/ trovate un che m'accomodi e m' aiuti. trinci, 396: si accomodano
o bevande. redi, viii-70: m' immagino che di queste quintessenze v.
, / accomodarsi al presente. -i'm' accomodo. ga, lileo, 988:
idee. leopardi, iii-117: bisognerà che m' accomodi al voler vostro. collodi,
alta spalliera. ojetti, ii-295: m' accomodo sulla traversa d'un barcone: due
e il pagarglielo a giusto prezzo non m' accomoda, ché venti ghinee non si guadagnano
] accomodato alla satira, ma perché m' è venuta fatta così. de marchi,
ii-175: oh da quanti anni non m' era più avvenuto d'andare ove mi
/ « cesare mio, perché non m' accompagne? ». buti [purg.
., 6-114]: perché non m' accompagne: cioè perché non stai tu meco
. / e tutta notte par che m' accompagne. tasso, 16-12: mormora
esperienza. fagiuoli, 1-5-206: il cielo m' ha fatto giungere a tempo ad accompagnarmi
. latini, i-532: anzi m' inginocchiai / e merzé le chiamai /
dio; che le piacesse / ched ella m' acompiesse / tutta la grande / storia
si, del suo, guigliardon non m' è dato. / guigliardone adde- manno
? forse pensi che il tuo padre m' acconci per mandarmiti a te, però che
. di giacomo, i-353: io m' acconciavo, rigirandomi sulla scranna, per meglio
idem, i-410: or ecco io m' acconcio a dormire, e attendo nelle
a mio piacere del mio tempo e m' acconciai al più rigido orario. idem,
con cesare. foscolo, v-167: m' acconciai dunque co'muli d'un vetturale
leopardi, iii-138: [se] m' accadèrà di scrivere qualche cosa che venga
egli mi piace, m' acconcio di questo, narrarvi un'istoria.
giamboni, 183: poscia che la filosofia m' ebbe insegnata la via, onde si
, 183: io dissi: pregoti che m' insegni andare a queste virtue, e
ma la filosofia e l'arte non m' accontentano né m'appassionano abbastanza.
e l'arte non m'accontentano né m' appassionano abbastanza. 2. rifl
svevo, 5-99: quelle quindicimila lire che m' erano state prestate... in
. con la particella pronom. { m' acconvèngo). ant. convenire. per
per che tutto ben meo d'essa m' acontra. = variante di incontrare
un duol, il qual par che m' accuori. ariosto, 45-58: ben certo
ch'i'non potrei, tanta pietà m' accora! ». idem, inf.
., 15-82: ché 'n la mente m' è fitta, e or m'accora
mente m'è fitta, e or m' accora, / la cara e buona imagine
quando nel mondo ad ora ad ora / m' insegnavate come l'uom s'ettema.
piangendo tomo / spesse fiate, quando amor m' accora. idem, 103-9: mentre
tasso, 850: la cagion che m' accora e che mi sface / rende immortai
, 26 (447): questo m' accora, questo m'atterra, che voi
): questo m'accora, questo m' atterra, che voi desideriate ancora di
mi accoravano ancora più di quello che m' annoiassero. pascoli, 482: e
. ojetti, ii-167: ciò che invece m' accora, è tornare in un luogo
, è tornare in un luogo che m' ha veduto giovane e sicuro, e
che anch'esso è un altro e non m' intende più. beltramelli, iii-738:
l'accora. quasimodo, 1-49: ecco m' appari / nel tempo che prima ansia
. petrarca, 68-n: allora / m' agghiaccio dentro, in guisa d'uom
fìgliuol ch'è morto, ond'io m' accoro ». g. villani, 11-66
cerca parole. quasimodo, 74: m' accori, dolente rinverdire, / odore dell'
con la particella pronom. { m' accòrco, v accórriti). disus.
dante, 55-33: e quel pensiero che m' accorcia il tempo / mi si converte
converte tutto in corpo freddo, / che m' esce poi per mezzo de la luce
l'altro entri nel tergo; / m' accorcio e stringo; e su la pelle
ragiona il suo valore, / altro sperando m' apporta dolzore, / altro pianger mi
seneca volgar., 3-xxvn: tu m' insegni come le gravi e l'agute boci
mi ricorda che 'n tolosa / donna m' apparve accordellata istretta. accordellato2) sm
vuoi sia fatto: / se tu m' abbatti, questo è ben dovere /.
. con la particella pronom. { m' accòrgo, t'accòrgi; pass. rem
, t'accòrgi; pass. rem. m' accòrsi, t'accorgésti; part.
loro che amore era quelli che così m' avea governato. idem, conv.,
., 10-35: del salire / non m' accors'io, se non com'
, 119-79: allorquando del suo accorger m' accorsi. idem, 128-65: né
si fu accorta / ch'io di lei m' era accorta. idem, 825:
veduta. redi, 16-iv-149: sempre più m' accorgo che difficilissima cosa è lo spiare
]. nievo, 71: e tardi m' accorgo che la fede è migliore della
non credo aver bene / se non m' accorre morte. cielo d'alcamo, 98
che mi fa sperare / ch'ella m' acorrerebbe con gran fede / en sua dolze
/ ch'i'caggio morto e voi non m' acorrete. segneri, iv-671: è
: « maestro, il senso lor m' è duro ». / ed elli a
dopo tanti e tanti torti / che voi m' avete fatti, a me chiedete /
malaccorto. accosciate, rifl. (m' accòscio). abbassarsi, chinarsi,
gozzi, 3-3-392: soffia scirocco che m' aggrava i lombi, / sì che m'
m'aggrava i lombi, / sì che m' accoscio. monti, 21-153: sentì
, inf., 21-97: i'm' accostai con tutta la persona / lungo 'l
del figlio. petrarca, i-2-11: m' accostai a lor, ché l'un spirito
misero, poi che i tristi fati m' ebbero da te allontanato, come gl'iddìi
ch'a le mura pugnando anch'io m' accoste / e la fede promessa al cielo
, e sono, forse al contrario affermare m' accosterei. paolo da certaldo, 35
: così del mondo a l'uso io m' accostumo. bar etti, ii-145:
accovacciare, rifl. (m' accovacciò). mettersi nel covo:
ogni notte. negri, 1-370: io m' accovaccio presso a te, sul morbido
. accovacciolare, rifl. (m' accovàcciolo). accovacciarsi; mettersi nel
. accovare, rifl. (m' accóvo). tose. ritirarsi nel
per poter accuaccrocchiare, rifl. (m' accròcchio). far crocdire alle faccende
qualcuno. accucciolare, rifl. (m' accucciolo). accucciarsi, rannicchiarsi (
alle faccende accucciare, rifl. (m' accùccio). mettersi a cucseguirlo.
l'accurate lodi ricompensi, non molto m' incresce d'esseme così pienamente fornito.
vero fora. tasso, 5-58: ben m' offro io di provar con questa mano
accusar negli abitati lochi, / quand'ei m' offriva al = deverb. da
. il vescovo dice: « tu m' accusi davanti a giudice ch'io debbia
caro, 9-2-60: mi meraviglio che non m' accusiate qualcuna delle mie, avendo scritto
prosa, e ad ogni modo non m' avete neppure accusata la ricevuta di quei
: escusar puommi di quel ch'io m' accuso / per escusarmi. boccaccio, dee
avvolti allori, /... / m' eran già del suo nome accusatori,
ai crudel vita! / l'una m' ha posto in doglia, / e mie
. marino, 1-3: e tu m' insegna del tuo cor piagato / a dir
da occhi. fagiuoli, 1-6-275: m' importa più il consenso di lisetta, che
, scelgo l'acqua bianca; se m' appiglio a quelli di mercurio, amministro
, aulente cosa, / gli occhi m' arosa -d'un'aigua d'amuri.
. acquacchiare, rifl. (m' acquàcchio). disus. acquattarsi.
questo eccellentissimo sacramento. saba, 578: m' era in sogno, ma forse ero
sera, / non com'altri animai m' acqueta il sonno, / ma allor mi
rivolgo a lui, / e in lui m' acqueto. marino, 10-10: sparver
abbia / di me disposto il ciel, m' acqueto in pace. c. dati
. c. dati, i-382: io m' acquieto e non replico, ma vorrei
io mi dolgo che tu per adietro m' abbi campata all'altro fuoco, per
marino, 5-99: non far, se m' ami, ch'acquistata a pena,
pugnar sotto troia, al patrio lido / m' è tolto il ritornar, ma d'
per punta, / che pur per taglio m' era parut'acro, / ricominciò seguendo
acre calor le trepide / fibre, m' arrosso. leopardi, 2-53: voi
mi rimproveravo acremente le perplessità nelle quali m' indugiavo con troppa prudenza. e. cecchi
baretti, ii-89: quando però io non m' inganni, e che un vostro amico
che soltanto l'aculeo d'una idea fissa m' aveva spinto alla corsa mortale. comisso
grande lume, / di lor cagion m' accesero un disio / mai non sentito
: quest'aroma di sale... m' acumina le squame e me le lustra
., 24-95: è sillogismo che la m' ha conchiusa [la fede] /
la pena / che morte a entrambi io m' invocavo. tozzi, i-434: i
vostra, perché una febbre acuta non m' ha permesso di farlo prima. una
sfracellata. d'annunzio, iv-1-616: m' awidi ch'ella stava per cadere in
i seggi. foscolo, ii-2-522: m' adagiai; -né mai né in verun'altra
apro la zolla / ch'è mia e m' adagio. e dormo: / da
. / dunque ragion de servir lei m' adagra. = deriv. da
: ca per lunga dimoranza / troppo m' adastia talento. ruggerone da palermo, v-i
/ vostro viso gioioso, / che m' adasta il talento. tesoro volgar.,
pene- tenza, / ché la morte m' adasta / a dame la sentenza.
: amor, tua compagnia tosto sì m' è falluta, / non saccio do'me
occhi; ma nel ritirarli poi, m' addiedi d'una vecchia curva e pezzente,
il banco. gozzano, 15: e m' inchino e raccolgo e addento il pomo
awicinava. verga, i-160: allorché m' ero lasciati di molto addietro tutti gli
da lentini, 7-9: e s'altri m' adomanda ched agio eo, / eo
». marino, 354: già già m' aspetta il baratro più basso, /
. collodi, 489: le fate m' insegnarono tutte quelle cose, che si addicevano
3-1027: a voi dunque del tutto / m' addico. idem, 5-1079: allor
coraggio non comuni; perciò il fattore m' aveva raccomandato di addrizzarmi a lui per mandar
a morte, ch'a ciascun dolor m' addita. angiolieri, 79-8: andando per
: andando per la via ogn'uom m' addita. petrarca, 7-7: per cosa
purg., 16-61: ma prego che m' addite la cagione, / sì ch'
ed esso, cioè segno, lo m' addita, cioè mi dimostra col dito,
, che a vendicarmi io prenda, / m' addita, e a me soccorri.
cerca ciò che tene, / così m' è adivenuto. idem, 14-3: spesso
è adivenuto. idem, 14-3: spesso m' adi- vene / che la ciera ò
la fene [= fenice] / vorria m' adivenisse, /... /
propuosi di dire parole di questo che m' era addivenuto. idem, vita nuova
2-36: lo bel viso - lo cor m' adivise. = comp. di dividere
del mio figlio iudìo! / vede co m' ha adobato de lo mio guadagnato!
ché con tanto lucore e tanto robbi / m' apparvero splendor dentro a due raggi,
stato con ricchi mercanti, / che m' han così vestito ed addobbato, / pel
servire ched 10 ho fatto loro / m' han fatto cavalier a speron d'oro.
riprese / che le sue insegne io m' avessi addobbate. idem, 48-57 (
/ s'unque lo potesse fare; / m' ado- blaron li martire, / non
. / novella, d'esta vita che m' addoglia, / furon radice. alamanni
guittone, xxxiv-96 (95): e m' adolza lo cor sovente audire / la
tu me gli addolcisci, e tu m' ispira / tanto dell'ardor tuo ch'
171-7 (233): l'alma m' adolci più che mel gostando. maestro alberto
quella angelica modesta / voce, che m' adolciva et or m'accora. marsilio
/ voce, che m'adolciva et or m' accora. marsilio ficino, 2-150:
): a tutte queste cose io m' ero tanto addimesticato, che di nulla io
. alfieri, i-19: 10 non m' era per niente addimesticato con lei, come
lei, come sal- vatichetto ch'io m' era. foscolo, v-183: s'addomesticava
addopare (addoppare), rifl. (m' addópo). disus. condizione
sono sicuro che i libri da me richiestigli m' addoppiereb- bono e triplicherebbono il danaro,
zvani!... i che m' addormentavano gravi / campane col placido canto
donna della cortesia,... m' addormentai come un pargoletto battuto lagrimando.
essemplo pinga, / disegnerei com'io m' addormentai; / ma qual vuol sia che
: « in pace in vita eterna m' addormenterò e riposerò ». e detto questo
. / nelle dive tue braccia i'm' addormento! d'annunzio, iii-1-1039:
264-63: questo d'allor ch'i'm' addormiva in fasce / venuto è di
. ed all'ombrosa / selva, e m' addormirò tra i folti arbusti. carducci
, 93-9: succurre, maddalena: ionta m' è addosso piena: / cristo figlio
(44): in quella pessima aria m' era saltato addosso un poco di febbre
dosso. idem, ii-9-169: quando m' entra quella tetraggine addosso, non ci veggo
, i-121: il dottor... m' ha sforzato ad inghiottirmi un velenoso calice
è il mio pianeta, che tutti m' abbiano a dare addosso; anche i
). adduare, rifl. [m' addito). ant. raddoppiarsi.
d'amore, / che d'ogne parte m' adduce conforto. ugurgieri, 69:
, 5-329: quello che vedo e sento m' adduce sempre a scoperte interessanti. negri
, / che noi'[= noia] m' addusse adesso e giunse danno. guinizelli
!, ogni dolor che 'l dì m' adduce, / cresce, qualor s'invia
lasso! ogni loco lieto al cor m' adduce / mille amari sospir, duri pensieri
lo meo folle volere, / che m' ave addutto a amar sì alt'amanza.
iv-15 (1-53): amore a tal m' ha addotto, / fra gli altri
24): ma se 'n amar lei m' adduco / del cor tutto e de
dante, 56-21: e 'l peso che m' affonda / è tal che non potrebbe
promessione; se tu perdi, tu m' adempierai il libello. bartolomeo da s.
io veglio / con perpetua vista e che m' asseta / di dolce disiar s'adempia
): « sotto pena della vita, m' hanno intimato di non far quel matrimonio
, 568: questo è quanto per ora m' occorre dirvi della universal bellezza e di
. con la particella pronom. (m' adérpico, t'adérpichi). ant.
., 13-55: sì col dolce dir m' adeschi, / ch'i'non posso
immensa / di quel profilo forte che m' adesca. saba, 214: essere
ancor più bramo / del bene a cui m' adeschi e neghi forte. bartolini,
giacomino pugliese, ii-130: lo cor m' incende di grande adiranza.
a me disse: -tu, perch'io m' adiri, / non sbigottir. cavalca
sospiro, / per cui piango e m' adiro. tasso, 679: facilmente s'
, v-90: ripenso al tempo che m' è volato costà, e m'adiro con
tempo che m'è volato costà, e m' adiro con me stesso d'aver dovuto
. / co molto adiroso talento / m' ave di te gastigata, / metemi a
. tasso, 4-37: tu l'adito m' impetra al capitano, / s'hai
si fondano su confuse nozioni, e m' obbligano d'interrompere per un momento i
adocchi. idem, 188: ma chi m' abbia a sé legato, / quella
144): le tue lusinghe non m' adombreranno ora gli occhi dello 'ntelletto. ariosto
pensier lino dipinto, / adombrata beltà m' adombra il core, / sento da finta
tasso, 712: né lontananza oblio m' induce al core, / ne'più colti
col pensier vaneggio, / che spesso ancor m' adombra / duci ed eroi ne l'
i-161: or [la fortuna] m' empie di pensier, ed or mi
voler imparare il chinese,... m' entrò in quello scambio una grandissima adombrazione
soggiogare. mostacci, ii-3-12: ben m' averia per servidore avuto / se non
dolzore / e la gran gioi'che m' è stata rifiuto. dante, inf.
d'amore, 40: e quand'ella m' appare / sì grande gioia mi
strumento, ticella pronom. (m' adonto). offendersi, impermalirsi,
d'annunzio, iv-2-1060: ma che m' importava del tuo gioco! non valeva mai
. guittone, 123-5: pur mal m' incontra adoperando el bene, / e
iii-400: muti maestri miei, voi m' insegnate / come io debba adorare i
d'aquino, v-117-25: ma 1'tempo m' inamora / e fami star pensata /
mercé ormai / d'un fante che m' adora. guido delle colonne, i-2-60:
amor tu mi richiami, / e chi m' ha in odio vuoi ch'adori ed
/ per piacermi allo specchio, qui m' adomo. idem, purg., 27-107
, / questi ammanti superbi ond'io m' adorno. gravina, 457: la volgare
pier della vigna, ii-3-20: und'eo m' alegro e vivo più gioiuso, /
e vivo più gioiuso, / che m' à donato a quella c'à per uso
, 201-1: mia ventura et amor m' avean sì adomo / d'un bello
volta, ma dicendovi (sempre che m' avete provocato, e anche talora senza che
fortuna. guittone, i-28: sì m' ha lo cor adusato a la sovraricca sua
/ ove amor co'begli occhi il cor m' aperse. arrighetto, ii-1-80: la
. arrighetto, ii-1-80: la terra m' è nocente e 'l fuoco grave e
i-2-57: a gli occhi un lume subito m' apparve / qual par balen, che
afati o mal maturi, io non m' aweggo, / che ne sia la
città è divertente, sebbene qualche volta m' abbia seccato. mi piace il moto,
v-141: quell'accattone davanti all'albergo m' affaccendava allora la mente. 2
di case. foscolo, iv-373: m' affaccio al balcone ora che la immensa
/ appare in vista, a salutar m' affaccio. carducci, 671: a la
la testa. pascoli, 98: m' affaccio alla finestra, e vedo il
turbamento / il fantastico mondo a cui m' affaccio? de sanctis, ii-117:
affamata è quella! oh! egli m' ha aria del bel poltrone. affamatóre
, 49-4: io dante a te che m' hai così chiamato / rispondo brieve con
più non posso soprastare, / tanto m' ha 'l tuo pensier forte affannato.
meco si sta chi dì e notte m' affanna. boccaccio, v-49: ogni paura
la qual non mi spaventi e non m' affanni. dotti, iii-248: de l'
nocciono. prati, ii-221: ed invece m' affanna il dì che vola; /
affanna il dì che vola; / m' affanna il cielo e il mondo. d'
, ii-173: mentre / la primavera m' affanna, / dato mi fosse varcare
ii-224: giovanni mi consiglia a non m' affannare che l'europa diventi americana o
., 6 (96): io m' affanno per voi, e non son creduta
affannata è la mia vita, e non m' è dato che una pausa grigia per
ii-144: in un gravoso affanno / ben m' à gittato amore. guido delle colonne
per amor patuto, / madonna 10 m' a 'n gioia ritornato. idem, ii-166
tu in grandissimo affanno d'animo messo m' hai, non sappiendo io che partito
date più affanno di quello che io m' abbia. grazzini, 2-2 (106)
d'annunzio, iv-1-556: nessuna notte m' era parsa mai tanto piena di dolcezza
: vi ringrazio della domestichezza a cui m' ammettete, facendomi un cenno de'vostri
vernare, / d'amor lo cor m' afina, / e magiormente intendo k'è
1-7 (109): mai nello animo m' entrò questo pensiero che per costui mi
/ questo che chieggo, tu sempre m' arai: / una borsa che sia di
, un de'più nuovi matti ch'io m' abbia veduto. 8.
: mi par di aver cagione di non m' assicurar del tutto sopra la somma prudenza
come una cadenza. negri, 2-596: m' affacciavo talvolta alla bottega, di cui
affacciavo talvolta alla bottega, di cui m' affascinavano le teste di donna in vetrina
in tra due, / s'anche m' abbia a chiamar quelli autoroni / che
): trovandomi affastidito dalla prigione, m' era venuto a noia il lavorare quelle tali
, e felice e miserando, / m' affaticavi in su le piume il fianco,
fretta, / ché già non m' affatico come dianzi. simintendi, 3-106
: per le quali [armi] io m' afadigo ora di portare. bibbia volgar
mia, / sì ch'a mirarlo indarno m' affatico. arrighetto, 217: per
giovane aggradiva, disse: -in che m' affatico io? costor s'amano,
buti, 2-670: con grandissimo diletto m' affatico ne la sposizione di sì fatto
sol perch'i'v'amo ed in ciò m' affatico. petrarca, iii-1-88: o
ii-97: certi fastidi che io stesso m' era procacciati erano spariti affatto. nievo
salvini, 30-1- 348: non m' ingannerebbe mica lo strepito delle parole;
, se cosa, qual certo 10 m' assecuro / affermarti, non sono in questo
esto afferrante, /... pregion m' arenderò a te davante. idem,
: ma le opportunità... m' erano finora mancate. londra m'offrì inaspettatamente
. m'erano finora mancate. londra m' offrì inaspettatamente la prima, e m'
m'offrì inaspettatamente la prima, e m' affrettai ad afferrarla. 4.
letto, massarìa, / lo penser molto m' afferra / che so errato de tua
a. pucci, ix-401: a noia m' è chi con l'affettapane / bruttura
(che il salumiere con meno affettazione che m' è stato possibile. nievo, 611
quelle pietose rime, in ch'io m' accorsi / di vostro ingegno e del cortese
della bella giovane col quale io coperto m' era quel giorno che con tanto affetto la
druda. gaudiosi, iii-454: pur m' è rimasto un non so che d'incanto
. tasso, n-ii-747: s'io m' attenessi a l'opinione d'alcuni filosofi
rispetto e tanto / audace, che io m' affibbi la giornea i a far cotesto
iacopone, 83-21: o croce, eo m' appicco e a te m'af- ficco
croce, eo m'appicco e a te m' af- ficco, / ch'eo gusti
: ché s'ella mi spaventa, amor m' affida. cantari, 46: al
chi chiuse, / lasso!, chi m' affidò, chi mi deluse? idem
che sovra il del ne scorse, / m' affidi ancor, mi porti, e
mava: « sì, la tua bontà m' affida! *. panzini, i-51:
/ perché il misero tronco a cui m' affisse / il mio duro destino anco
forza e valura, / questo non m' affigura, che tutto en lui lo pona
, ii-40: giovandomi delle facoltà che m' erano date, mi diedi ad affigliare
speme affino / ca lui servendo gio'm' è la travaglia. pucciandone, iii-1-55:
lavare. anguillara, 6-271: amor m' avea l'alma infiammata, /
più con la particella pronom. (m' affiòco e m'affiochisco,
la particella pronom. (m'affiòco e m' affiochisco,
d'ira. foscolo, v-159: m' affissò pensosa alcun poco -poi guardò la
ma vidil io, ch'altrove non m' affiso. sacchetti, 194-17: costui tutto
un sorriso / le sue minacce contemplar m' affiso. prati, ii-212: quando sul
! negri, 2-781: alla custode che m' accompagna chiedo se l'appartamento si può
la vidi, e sol tu che m' affligi, / amor, vien meco,
io portare con pace la pena continua che m' affligge il dì e la notte?
altra diletta persona! la lor ricordanza m' affliggeva e m'inteneriva. leopardi,
! la lor ricordanza m'affliggeva e m' inteneriva. leopardi, 848: [
16-2-232: io ti ringrazio, che m' hai ricoperto; ch'io era molto afflitto
erba. pulci, 5-19: lasciato m' hai, o misera fortuna, / afflitto
. con la particella pronom. { m' afflòscio, t afflosci). diventare floscio
. con la particella pronom. [m' affloscisco, faffloscisci). afflosciarsi. -anche
rinchiudevo [nel mio animo], e m' affocavo e soffocavo. beltramelli, iì-214
, par., 14-86: ben m' accors'io ch'io era più levato,
ne vada, sento che la bile m' affoga. leopardi, iii-108: altri
me voglio partire, fin che mo m' esce 'l fiato: / c'una aiàm
angiolieri, vi-353 (46-9): così m' avess'ella [la pera]
che di vivo. manzini, 7-205: m' affolla l'anima, la vita degli
ch'i'posi questo peso / che sì m' affolla, ponendolo abbasso? livio
-figur. boccaccio, ii-52: e1 m' ha criseida sì l'anima tolta, /
dante, 56-20: lo peso che m' affonda / è tal che non potrebbe
città di venezia. palazzeschi, 216: m' abbraccia, / m'affonda, /
, 216: m'abbraccia, / m' affonda, / mi fa nido, /
affonda, / mi fa nido, / m' assorbe il mio divano. 2.
e riprove tali che bastano perché io m' avanzi a dirvi tanto. foscolo, v-77
isnaturato / ognora stretto in tal guisa m' affiena, / ch'eo son dispensatore d'
tuo. foscolo, 1-161: pietà m' affiena, / se con lei parlo.
., 3 (41): m' ha detto che cercassi d'affrettar le nozze
, come dice omero; se tu non m' avessi prevenuto, io ti avrei pregato
se tempo da troppo affrettata morte non m' è tolto, io la farò..
pier della vigna, ii-116: ingressa m' è la morte / per afretosa sorte
a imaginar disdegno e tremo, / m' affrontan mute orribilmente in vista. idem,
. idem, iv-2-1228: tal bellezza m' appariva appresa alla morte come un di
servire a chiacenza / quella che più m' agienza. giacomino pugliese, ii-129: vista
: vista né riso d'altra non m' agenza, / anzi mi tegno in forte
, ii-260: senza chieder lei ciò che m' agenza, / m'ave donato.
lei ciò che m'agenza, / m' ave donato. 4. rifl
distretto / di quel signore cui servir m' agenzo. = dal provenz.
e. cecchi, 1-197: m' immaginavo la festa di quegli uomini,
aggattigliare, rifl. e recipr. (m' aggattiglio). far baruffa (come
aggecchire. aggecchire, rifl. { m' aggecchisco, t'aggecchisci).
. petrarca, 23-50: né meno ancor m' agghiaccia / tesser coverto poi di bianche
. arrighetto, 222: ora il caldo m' accende, ora il freddo le mie
, una specie di sibilo, che m' agghiaccia d'orrore. 2.
'l suo ragionar intendo, allora / m' agghiaccio dentro, in guisa d'uom ch'
io n'agghiacciava; e ancor non m' assicuro. idem, ii-695: [egli
quale era certo di ritornare... m' agghiacciai dallo spavento. settembrini, 1-119
fiori... mi raccolgo e m' agghiaccio e dico anche una volta addio al
mar agghiacciato. manzoni, 11: né m' accolse nel seno il suo natale,
: quand'ecco che da tepedo (m' agghiado / a raccontarlo) due serpenti immani
. agginocchiare, rifl. (m' agginòcchio). ant. inginocchiarsi.
: capogiro. settembrini, ii-3-71: m' affacciai su quell'abisso, tenendomi ad
quando spingendomi e quando trascinandomi, m' aiutava a procedere tra i grandi alberi
: prima convien che tanto il ciel m' aggiri / di fuor da essa, quanto
chi mi tira? / qual vertigine m' aggira? buommattei, 53: fanno
tasso, 954: lasso! molt'anni m' ingannasti in vita / e m'aggirasti
anni m'ingannasti in vita / e m' aggirasti d'uno in altro errore, /
.: ed imperciò per diverse provincie m' aggirai per ispazio di trenta anni.
anima sorella in quel mondo dove io m' aggirava desolato come un orfano. carducci
un orfano. carducci, 62: m' inganno? o un'aura lirica / intorno
102: ne i secoli mutati ombra io m' aggiro, / e i novi templi
forza dello stile declamatorio di seneca, m' ha portato che io traducendo nel volgar nostro
leopardi, iii-52: io sopporterò ch'ella m' abbia, se vuole, per ignorante
questo amara la tua addomanda! tu m' addomandi che io m'aggiunga teco, ma
addomanda! tu m'addomandi che io m' aggiunga teco, ma oh quanto sarae
. alberti, 22: a chi m' è congiunto di sangue et chi sempre
, 201-3: mia ventura et amor m' avean sì adorno / d'un bello
. giambullari, 212: anzi se voi m' aggiustate fede, e conoscete ciò che
. con la particella pronom. [m' aggòbbo). ingobbire; gonfiarsi.
bondie dietaiuti, v-264-17: ma più m' agrada l'amoroso foco, / ov'è
i-1452: e spender malamente / non m' agrada neente. idem, rettor.,
parole. guittone, xxxiv-9: e m' agrada li agnelli / lungo i lupi veder
, inf., 2-79: tanto m' aggrada il tuo comandamento, / che l'
l'ubidir, se già fosse, m' è tardi. idem, inf.,
che, non men che saver, dubbiar m' ag- grata. cino, iv-181:
allegrezza e sollazzo, / e la malinconia m' aggrada forte. petrarca, 53-38:
: / et in donna amorosa ancor m' aggrada, / che 'n vista vada altèra
compagnia], / la vostra in tutto m' aggrada e contenta. boccaccio, v-89
santa dea... tanto allo animo m' aggradò, e aggrada, che sempre
/ voler con teco qui- stion non m' aggrada: / però ti mando il cavallo
assai, bel figlio, el tuo desir m' aggrada, / che nostra gloria ognor
e di te / far posso quel che m' aggrada. idem, iv-2-1170: con
e de falso piacere, / che bel m' è forte et agradivo or dire /
/ ciò che de vero grado in cor m' agrada. = deriv. da
s. v.]: la tramontana m' ha aggranchito le mani. gli è
/ d'indiche canne aggraticciato scanno / m' aiuta a coricarla. beltramelli, iii-
., 9-5 (372): tu m' hai con la piacevolezza tua tratto il
tua tratto il filo della camicia, tu m' hai aggratigliato il cuore colla tua ribeba
, ii-282: ma oggi il cuore m' aggreva / fattura di circe omicida.
mi pare di non aver più nulla che m' aggravi la coscienza. 3.
di fuori, sì perché le gotti molto m' aggravavano. paolo da certaldo, 248
angustie; e tu la bile / m' aggrevi e i guai. manzoni, 77
cino, iv-214: membrando ciò, testé m' aggreva / ch'aver non posso tutt'
37-37: e perché 'l duro esilio più m' aggravi, / s'io dormo,
come al rivedere i venerati vecchi io m' era commosso, trovandoli notabilmente più aggravati
notabilmente più aggravati dall'età che non m' immaginava! settembrini, 1-266: la
il navicello, me gli raccomandai che m' aggregasse alla sua comitiva. lambruschini, 1-58
. aggreggiare, rifl. [m' aggréggio). raggrupparsi disordinatamente, ammassarsi
/... stupii, / m' aggricciai, m'ammutii. alfieri, 2-67
.. stupii, / m'aggricciai, m' ammutii. alfieri, 2-67: uom
. con la particella pronom. [m' aggranchisco, vaggranchisci). dial. diventare
. iacopone, 29-49: ma molto m' aggronno, si sona / la voce
, / sì come 'l duca m' avea comandato, / porsila a lui aggroppata
un tratto... un doloroso nitrito m' aggrumò il sangue dice un satirico
mercato. bembo, 1-40: eco sola m' ascolta e, col mio pianto /
di corbellerie, non c'è chi m' agguagli nel farle bene. alfieri,
tu respiri, e ti dia amici che m' agguaglino in amore e mi superino in
: ma in quelli ultimi mesi, io m' era agguerrito al dolore e fatto davvero
dante, ai colpi della fortuna che m' aspettavano. cantoni, 550: una
246: non ti dolere se non m' udrai perorare per la nostra indipendenza per
uditore, di mia loda, che tanto m' aggusta e m'accuora. =
loda, che tanto m'aggusta e m' accuora. = deriv. da gusto
così disposti tutti questi af- farucci, m' adagiai -né mai né in verun'altra sedia
. pucci, ix-397: a noia m' è, quand'egli è domandato / del
confortevole. guittone, xxxii-157: e m' hai, di loco brutto / e
a. pucci, ix-400: a noia m' è chi soffia nel boccone /
'l ciel e tonde, / m' andava sconosciuto e pellegrino. boccaccio, iv-127
a letto, era peggio. niuna posizione m' era tollerabile, giacendo: m'agitava
posizione m'era tollerabile, giacendo: m' agitava convulso, e conveniva alzarmi.
dicendo: - ecci uno aglietto, che m' intenda. 3. dimin.
va', t'innamora: / tu m' hai ficcati cento aghi nel cuore. verga
altr'ago che di vespa / punto m' ha il cor amor d'ambedu'loro.
e il mio ago, le quali m' addirizzano e mostrano torse. galileo,
delle nostre bambine, di nostra madre, m' ha fatto differire di giorno in giorno
ei langue. settembrini, 1-272: io m' intesi un gelo per tutta la persona
: il padre priore del convento, che m' è di guida, mi viene spiegando
denti. idem, 36-74: tu m' entrasti per gli occhi, ond'io
ho le mie forze operate; e sì m' è stata benivola la fortuna che in
: questo agro d'addio più vivo m' è rimasto nella memoria. 3
/ di questa grazia ch'agual fatta m' hai. palladio volgar., 6-4:
e apertamente che assalito da quel contagio m' ero messo a ridere: « ah!
, dolze terra aretina, / pianto m' aduce e dolore... / membrando
: -aimè lasso! / che sozza cosa m' ha condotto al basso! poliziano,
anch'io, ma ahimè che pur troppo m' accorgeva di non potervi riescire. idem
sputando gli fece: « aòh, m' hai stufato, lo sai sì? »
annunzio, ii-584: di questo mese m' apparecchio l'aia. / la mondo e
, / di sì scuri pensieri amor m' ingombra. idem, 366-5: non
tiranna: / deggio chiedere aita a chi m' inganna. alfieri, 96:
, poiché il trarla al fianco tuo m' è tolto, / abborrirla, e implorar
. / vedi atra scorza che il petto m' opprime! ». idem, iv-2-1197
4-133: se orazione in prima non m' aita. cino, iv-199 (71-1)
: gentili donne valenti, ora m' aitate / ch'io non perda così
, 23-15: qui la memoria non m' aita, / come suol fare. idem
in buona fè ella [vivanda] m' è piaciuta molto. -se m'aìti iddio
vivanda] m'è piaciuta molto. -se m' aìti iddio, -disse il cavaliere,
tanto feroci... / tutta m' apparve da'colli alle foci. bufi [
46-61: onor ti sarà grande se m' aiuti, / e a me ricco dono
muse, o alto ingegno, or m' aiutate. cavalca, 9-10: se essi
-disse... -se dio m' aiuti, io non l'avrei mai creduto
, e a lei dì quale / spera m' aiuta e vale. iacopone, 27-331
vale. iacopone, 27-331: ora m' adiuta me liberare, / ch'eo possa
nuova, 16 (66): amor m' assale subitana- mente, / si che
mente, / si che la vita quasi m' abbandona: / campami un spirto vivo
l'assorba. baretti, ii-244: m' aiuto quanto posso, acciocché la canizie,
e mordeggia. cicognani, 3-4: m' eccitava, m'aizzava, gridando: «
cicognani, 3-4: m'eccitava, m' aizzava, gridando: « bravo! »
2-26: poi d'ogne lato ad esso m' apparìo / un non sapea che bianco
] mostrano la tua volubilità, né m' è della memoria uscito d'averti in
, purg., 22-43: allor m' accorsi che troppo aprir l'ali / potean
non possendo mover l'ali, / poco m' avanza del conforto usato. idem,
purché il pensier degnando ali prestarmi / m' innalzi a quanto a noi si aggira
1-148: mai... musica m' impennò ale sì tenui e si colorate.
aminta, 1522-248: e cotant'ale / m' inpennò la paura a i piè fugaci
339-2: conobbi quanto il ciel li occhi m' aperse, / quanto studio et amor
aperse, / quanto studio et amor m' alzaron l'ali, / cose nove e
, bel figlio, el tuo desir m' agrada, / che nostra gloria ognor più
pulci, 22-23: ché 'l tempo m' ha tarpate in modo l'ale /
rusignolo vernare, / d'amor lo cor m' afina. domenichi [plinio],
! idem, 16-3: lo cielo sì m' ha bannito e lo 'nfemo m'ha
sì m'ha bannito e lo 'nfemo m' ha albergata. idem, 66-17: è
, 51-8: nuli'altra cosa appo voi m' accagioni / del lungo e del noioso
albergo, / peregrino ricerco, ov'io m' annidi. idem, 293: sonno
attedia nell'ombra della corte, / non m' aspetto di mettere più foglie / e
ii-112: in sì gran sicuranza amor m' ha miso / in lo suo gran valore
bonagiunta, ii-299: per la beltà m' ha cinto, / che 'l core da
alborotare (alborottare), rifl. (m' alboròto). disus. ammutinarsi,
tumulto. redi, 16-ix-243: m' immagino che a prima vista questo rimedio
davvero potevasi ben unire, se non m' inganno, il voler io comparir più
. linati, 8-94: egli m' agguanta, mi solleva, mi porta.
allora vo'come nube..., m' aggiro in alcionali viaggi sulle braccia di
avevo mai udita la voce, che ora m' è stata nuova. oh, mi
: uno di loro che nel processo m' era ognora sembrato molto ostile, mi
più fresco. idem, i-192: io m' era prefisso di toglier la lingua al
terreno. manzoni, 63: allora / m' accorsi al fin che la mia vita
, ii-723: o uomo occhicèrulo, m' odi! / lascia che alfine 10
indi un liquido sottile / foco che m' arde a la più algente bruma. lorenzo
rupi. manzoni, 23: già m' apparecchio a salutar da lunge / l'
lista di alido. cicognani, 2-29: m' incuriosiscono questi ch'io veggo..
idem, iii-250: ciò che più m' aliena dallo scrivere è il non voler
disio, / sol mi nutrica, m' alimenta e pasce. montale, 1-131:
/ che sia l'amore che tanto m' allaccia. tesoro volgar., 7-38:
90-136: de tal mesura la mente m' allaccia / l'amor, che sì m'
m'allaccia / l'amor, che sì m' abbraccia tolleme lo parlare, / volere
. idem, v-203: assai bene m' hai dimostrato il come e la cagione del
calipso... con sua arte sì m' allacciòe... ch'ella mi
la tua virtude / indissolubilmente a te m' allaccia / di voluntaria eterna servitute.
, 1-146: per questo un timoroso amor m' allaga / tanto 'l mio cor,
si lamentava nella febbre: -mamma, perché m' avete messo al mondo? -tale e
amico mi perdona / se troppa sicurtà m' allarga il freno. petrarca, 23-113:
carletti, 103: in questi dunque m' andrò allargando nel dire quanto la memoria delle
affaticarsi. guittone, xxi-73: atendendo m' allasso. francesco da barberino, 29
27: quella di cui laudar mai non m' allasso, / co li brondi cavelli
lascio lo spesso lito, e invano m' allasso nella molle arena. cicerone volgar.
, se la mia balia allattato non m' avesse. tasso, 16-57: te l'
muscoli leta persona; / ma molto m' aggronno, si sona / la voce
75: ch'i'vo'eh'amor m' alleghi, / che che ragion m'alleghi
m'alleghi, / che che ragion m' alleghi. bibbia volgar., ix-130
per confirmare il parer vostro con ragione m' allegate opere di donne, le quali per
54-7: e tanto piango, che tutto m' immollo, / ch'alcuna cosa m'
m'immollo, / ch'alcuna cosa m' alleggia 'l dolore. francesco da barberino,
veder mai / che de l'angoscia m' alleggiasse alquanto. mare amoroso, 65:
amor mio bello, / se voi non m' alegiate, anzi ch'i'cagia?
che, quando gli piacesse, / e'm' alleggiasse il mal che sì m'ha
e'm'alleggiasse il mal che sì m' ha stretto. boccaccio, dee.,
idem, iv-2-1192: tutta la vita m' aveva l'aria di una di quelle sciocche
e li amorosi sembianti / lo cor m' allegra e la mente, / quando
fin piacimento; / anzi d'aver m' allegra ogne tormento. ristoro,
amore, / ca cui son servidore / m' ha molto grandemente meritato. bonagiunta,
meritato. bonagiunta, ii-306: dunque m' allegro certo a gran rasione; /
mi son giovinetta, e volentieri / m' allegro e canto en la stagion novella,
nella porta. bar etti, ii-210: m' allegro sommamente di sentire che stiate bene
bene l'avere di molta famiglia, m' allegro pure della vostra molta famiglia.
): tant'allegrezza par ch'ai cor m' ac- coglia, / ch'io non
assai /... / pur m' allentaro gli amorosi guai. della casa,
si spegne. idem, iv-1-499: m' agitava quell'orgasmo che precede i grandi scoppi
. alleonare, rifl. (m' alleóno). ant. farsi come
dodici so del bastimento che parte: m' allestisco. = deriv. da
erba e'fior, qui il fresco aier m' alletta. idem, st.,
ornata nave, / e 'l nocchier che m' alletta, e 'l mar che giace
, iii-58: voglio un mondo che m' alletti e mi sorrida, un mondo
, da remoti eventi sobbalzando, / m' allettavano, ancora familiari / nel ricordo,
. allettare2, rifl. (m' dilètto). mettersi a letto,
iv-214 (90-27): d'ogni gravor m' alleva / lo suo gentile aspetto vertudioso
: a un certo punto, allibito, m' accorsi che capivo tutto. comisso,
viani, 19-622: il mi'omo m' ha detto che, se non gli
/ che piacer d'altra vista non m' allice. tasso, 6-iv-2-6: m'allice
non m'allice. tasso, 6-iv-2-6: m' allice l'un [il diletto]
: / amor dentro per te tutto m' allide, / e tu fuggendo più ver
dove e quando tu vói, tutto m' allide, / flagella la mia carne e
: succurrite, vicine, ca l'anema m' ha morto, / alliso, ensanguenato
sono dato alle scienze, benché non m' interessi il loro maneggio di specchietti che non
attenzione. gelli, 427: costui m' ha pur trattenuto qui un pezzo,
. canzoni anonime, v-128-23: tolto m' hai lo sollazzo e il gioco, /
meglio in esso loco / mi teria m' avesse alocato, / in pungiente foco lasciato
perfetto. -dunque alluogami, se tu m' ami, nel più imperfetto. settembrini
corte. firenzuola, 265: io m' era accorto per loro ragionare, che lo
35-2: per riaver l'ingegno mio m' è aviso / che non bisogna che per
io): amore meo, se deo m' alongi noia, / e gioia en
a me parve: / « chi m' allontana il mio fedele amico? ».
questa è la vista ch'a ben far m' induce, / e che mi scorge
fine; / questa sola dal vulgo m' allontana. boccaccio, i-79: egli,
, / da cui golfo sì largo / m' allontana e divide? alfieri, 35
xvii-138: queste e mille altre ragioni m' allontanano dal mondo. manzoni, pr.
dicendo: -non temer ch'i'm' allontani - / di verde lauro una
: or a te più col pensier m' appresso, / che col corpo da te
, / che col corpo da te più m' allontano. redi, 16-iv-199: non
io li abbandonassi! anche quando io m' allontano per poco provo non so che
: una finestra s'apre cautamente, io m' al lontano impaurito come colto
ritiriamei indietro, / ché quel ber m' ha alloppiato. note al malmantile,
queta / che nel lago del cor m' era durata. cino, iv-203 (
quanto era mia vita allor gioiosa, / m' insegni la presente aspra e noiosa!
iv-54: fu allora che intrawidi / perché m' accende ancora la speranza. idem,
senza poter disvincolarmi da quei pensieri che m' avevano martellato fino allora. gozzano,
'l suo ragionar intendo, allora / m' agghiaccio dentro. idem, 256-7:
: io dal fragor orrendo / lungi m' assisi a romit'alpe in cima, /
[pensieri, d'allor ch'i'm' addormiva in fasce, / venuto è di
idem, 794: fra tanto io pur m' invoglio / nel desio di lodare.
voi, donna valente, / tuttor m' alluma d'amoroso foco / che mi dispera
tempo; / e così di lontan m' alluma e 'ncende. idem, 366-29:
altrui aucidete che meve, / che m' avete in foco miso / che d'ogne
in foco miso / che d'ogne parte m' aluma. guido delle colonne, ii-169
delle colonne, ii-169: ma amor m' à allumato / di fiamma che m'
m'à allumato / di fiamma che m' abbraccia. mazzeo di ricco, v-256-3:
voi, donna valente, / tutora m' aluma d'amoroso foco. dante, purg
tant'amara scuritate, / e che m' allumi per la sua pietate. =
purg., 22-66: tu prima m' inviasti / verso parnaso a ber nelle
sue grotte, / e prima appresso dio m' alluminasti. cino, iv-274 (164-7
nido. guittone, 72-1: com più m' allungo, più m'è pros- simana
72-1: com più m'allungo, più m' è pros- simana / la fazon dolce
eravam di lici, / quand'io m' accorsi che 'l monte era scemo. idem
rivera, / contro lo mio volere, m' alungai. m. villani, 4-17:
più me n'allungo, e più m' appresso. boccaccio, i-247: 10
d'amore / certamente allungiato; / sì m' era fatto selvaggio e stranero. boccaccio
/ certamente allungiato; / sì m' era fatto selvaggio e stranero.
/ la mia promessa e che tu m' hai richiesto ». / e io rispuosi
e de'cieli e del mondo / m' avete sì contento il gran disio,
, / ch'i'veggio chiaro u'm' era più profondo ». boccaccio,
di meno. la spesa inutile che m' ha cagionata coll'indiscreto plico non mi darà
riuscirci. cantoni, 584: io m' intono meglio coi tenebroni e cogli almanacconi
: « almeno è morto bene, e m' ha incaricato di chiedere il vostro perdono
, 17-122: alò: la serva m' accenna; via, che il tordo è
rusignuolo vernare, / d'amor lo cor m' afìna. = v. allodola
con sua falsa dolcezza, / la qual m' attrasse a l'amorosa schiera! boccaccio
fiori / rende la verdura / sì m' incora -e innamora / che mi disnatura.
/ e più ch'arcione in alpe / m' ha 'l piè legato e serra.
passiate? dante, 63-61: così m' hai concio, amore, in mezzo l'
321: io dal fragor orrendo / lungi m' assisi a romit'alpe in cima,
con umiliata mente alquante mie poche parole m' ascolti. idem, dee., 3-5
): o tu, amor, che m' hai fatto martire, /..
sempre in odio la fenestra / onde amor m' aventò già mille strali, / perch'
gaudiosi, iii-454: pur m' è rimasto un non so che d'incanto
del mio primo salario in mano, m' ero buttato nella festa, al tiro a
troppo altamente, e che di ciò m' avenne, / di ch'io son fatto
contare e dire / corno di lei m' ha priso. malispini, 1-33:
. baretti, i-150: egli non m' odia, malgrado qualche sventurata combinazione di
di farti questo beneficio, sebbene tu m' hai fatto alterare alquanto. sarpi,
, / et in donna amorosa ancor m' aggrada, / che 'n vista vada
un'aurea rota, o bella mia, m' appresti? / o pur, maga
/ entro un circolo d'oro oggi m' arresti? parini, giorno, i-487:
. luzi, 49: il pensiero m' insegue in questo borgo / cupo ove
eo vi son servente, / a cui m' assembra alto regnar servire. iacopone,
, che più di sette / volte m' hai sicurtà renduta e tratto / d'alto
1-68: dell'alto scende virtù che m' aiuta / conducerlo a vederti e a
35-2: per riaver l'ingegno mio m' è aviso / che non bisogna che per
alloggi. tansillo, ix-600: amor m' impenna l'ale, e tanto in alto
i-126: col suo improvviso favore egli m' aveva alzato tant'alto, che molti invidiosi
intendo, / farmi alquanto da alto m' è mestiero. varchi, iv-89:
. davanzali, i-126: il che m' invita a dire più da alto l'origine
che dava brevi avvertimenti incomprensibili; se m' ero assopito mi svegliavo credendo d'essere in
v-93-13: tu [dio d'amore] m' hai feruta / de lo dardo de
, / ché per mezzo lo core m' à partuto. / di quello de lo
altrectale / a quella per cui questo m' è avenuto. anighetto, 230:
altrettanto. idem, 26-2: e'm' incresce di me sì duramente / ch'altrettanto
dar mi potete ciò ch'altri non m' osa, / ché 'l sì e 'l
altri che voi so ben che non m' intende. idem, 95-14: lasso,
/ e so ch'altri che voi nessun m' intende. boccaccio, dee. i-intr
23-18: e se qui la memoria non m' aita, / come suol fare,
fatto / altro da quel ch'io m' era, / stupii. idem, 354
il suo valore, / altro sperando m' apporta dolzore, / altro pianger mi fa
): se quell'altra vita di cui m' hanno parlato quan- d'ero ragazzo,
/ via più che morte ogni piacer m' attrista, / che venir possa altronde.
/ però che dì e notte indi m' invita, / et io contra sua voglia
purg., 6-120: e se licito m' è, o sommo giove / che
questo è quel che più ch'altro m' atrista; / che'perfetti giudicii son sì
caldo... un uomo espertissimo m' affermò che migliori sono gli alveari quadri
denti. svevo, 5-164: m' awicinava la bocca dai piccoli denti,
..., è un pezzo che m' ha cangiato l'umore. manzoni,
d'occhi, ma nel ritirarli poi, m' addiedi d'una vecchia curva e pezzente
di mirabili spaventi / amabilmente atroci / m' empio. idem, 2-2-129: piango di
della valle, 47: ma s'ella m' ama, e con amante af
, / quai dolcezze, quai gioie / m' apparecchia la notte ch'or aspetto
/ diss'io appresso « il cui parlar m' inonda / e scalda sì, che
scalda sì, che più e più m' avviva ». vellutello [par.,
amanti. petrarca, 15-13: talor m' assale in mezzo a'tristi pianti /
; giunsi a dirgli persino che non m' importava nulla che ci sposassimo, mi
altra amanza. cantari, 34: ora m' abbraccia, o cavalieri, / ch'
penso, ho gran descionore, / ché m' ò abandonato quel che più amaie.
tomo / spesse fiate, quando amor m' accora. boccaccio, dee., 2-5
quanto egli ami me, che so che m' ama molto e ha amato. varchi
, come vedi, ancor non m' abbandona. petrarca, 37-67: novo
coglia! idem, 118-5: l'amar m' è dolce et util il mio danno
., 10-6 (442): m' è sì nuovo e sì strano che voi
luna], che vergognosi sentimenti / m' infligge di puerili eroiche imprese.
mia cosa quando io la lasso, m' è amaritudine amarissima: però ch'io l'
castiglione, 97: io forse m' assicurerò di passar un poco più avanti in
molesti, o forse ancida, / m' andava io per l'aere amaro e
iv-24 (6-26): di vo'm' ha preso amore amaro. iacopone,
idem, iv-1- 393: io m' indugiai ad esaminare il mio sentimento con
, 9-251: lasciargli orzar fra lor m' è stato caro; / ché, sebben
lettera che ho avuta, la quale m' è pure alquanto amaretta stata. salvini,
pier della vigna, ii-116: la morte m' este amara, che l'amore /
bevente. marino, 354: già già m' aspetta il baratro più basso, /
mia età di tanti ismisurati pericoli e'm' ha scampato. galileo, 356: accettila
iv-100 (10-21): e non m' è aviso ch'alcuno amadore /..
i-151: or, poi che tolta m' è la santa luce, / che ne
, inf., 24-52: la lena m' era del polmon sì munta /
i'non potea più oltre, / anzi m' assisi nella prima giunta. / «
e de'primi di questa città, m' hanno vagheggiata e con ambasciate e lettere
cose deliziosissime, disse: io non m' ardisco a dir gesù, per non disfar
0. rucellai, 4-65: io m' immagino, che, considerando sottilmente donde
: sto in ambiguo animo, se m' ho a credere se quella lo vuole abbandonare
/ a me. allegri, 249: m' ha detto un, che mutata fantasia
vestita di bianco..., m' è parso di ringiovanire di colpo.
sostituiscono infermeria. ma, se non m' inganno, l'ambulanza serve a trasportare
, purg., 12-n: io m' era mosso, e seguia volentieri / del
ed amendue / già mostravam, co- m' eravam leggieri. idem, par.,
356: fare amicizia / m' ha fatto con moglie di pacifico /
tutt'una cosa. goldoni, viii-304: m' introdurrò francamente. faremo amicizia in un
amico mi perdona, / se troppa sicurtà m' allarga il freno, / e come
com'a me parve: / -chi m' allontana il mio fedele amico? boccaccio
meco di non volere, se la fortuna m' è stata poco amica in darmi così
ammaccare. ammacchiate1) rifl. { m' ammàcchio, vammacchi). raro.
g. morelli, 284: e'non m' è possibile di darti ammaestramento sopra ogni
età. idem, 119: molto m' è stato caro aver da voi apreso que'
, / che lo cuore del corpo m' è tratto; / vegio lo mio padre
amanire / per compiere lo male che m' ha fatto. buonarroti il giovane,
ma la sola presenza di quella donna m' offendeva. 3. rifl.
10-127: lo scirocco della sera invernale m' ammantava insieme protezione e consenso.
lami, 2-51: e di più m' era fitto in testa di volerlo pubblicare
grazzini, 1-1-60: questa febbre ladra che m' ammazza / non stimerei un fradicio lupino
, non posso più: questi studi m' ammazzano. baretti, i-16: oh,
facciate, che ho un malditesta che m' ammazza. idem, i-76: eccovi
). foscolo, iv-210: e m' accorsi come le sue pupille erano rosse
302: ed io sull'empio / che m' offese nel cor, che per ammenda
ammenda..., ancóra ima volta m' apparve bellissima. ojetti, i-504:
che uno altro si voglia che io m' ammendi; e per ciò, se voi
quella si contiene. idem, 613: m' accorsi della mia semplicità (ma però
e a quel mezzo solo / salir m' è di bisogno la tua 'ita.
. idem, i-137: prego m' ammezzi l'alta e erta via. palladio
amezzato corso, e il crudele oriente già m' à percorso co suoi stanchi cavalli.
: ora bisogna ch'i'aspetti ch'ella m' ammicchi. forteguerri. 26-7: pur
roba propria e del coniuge, non già m' era usufruttuaria ed amministratrice de'beni,
, 2-92 (461): eglino m' avevano tanto fatto crescere la volontà del
era / lo sole, e io non m' era accorto. idem, purg.
robusta tempra di quell'uomo che non m' invitava dapprincipio a nessuna simpatia, finì
per me sia stato, / lo qual m' ha guidato ad un mal porto,
indifferenza, con uno sbadiglio. « m' ha rifilato sette piotte! * disse il
. d'azeglio, 1-93: neppure m' ammollivano o m'intimorivano con troppi:
azeglio, 1-93: neppure m'ammollivano o m' intimorivano con troppi: 'bada l
star crucciasse / lui che di poco star m' avea 'mmonito. idem, purg.
e così forse ad un'ora a voi m' obbligherò ragionando e disobbligherò consigliando, ovvero
forse fingevo, e a gioco / m' ammonivi. ungaretti, ix-18: impaziente,
ma lo dolor di voi, donna, m' amorta, / ché bella e fella
: poi morir deggio, dirò che m' amorta / quella, ch'onore e valor
(4-5): 'l foco del duolo m' ardea, / se non fosser le
. ammoscare, rifl. (m' ammósco, vammosciti). dial.
gatta ci cova; è un pezzo che m' ero ammoscata. viani, 19-283:
rivoluzione. ammutinare, rifl. [m' ammutino e m'ammutino). sollevarsi
ammutinare, rifl. [m'ammutino e m' ammutino). sollevarsi, ribellarsi,
/... stupii, / m' aggricciai, m'ammutii. idem, 12-1083
.. stupii, / m'aggricciai, m' ammutii. idem, 12-1083: si
. idem, 82-14: amor, preso m' hai a l'ama per potere 'n
dal vicino orto le viole / che m' ha recato aprile. io leve- rommi
da lentini, 1-36: madonna, si m' avene / ch'eo non posso invinire
queste piaghe d'amor vano, / che m' hanno quasi già condotta a morte,
che brucia / da quando ti mirai e m' hai guardata / e più non sono
3-1: amor, che lungia- mente m' hai menato / a freno stretto senza riposanza
idem, iv-27 (7-41): amor m' ha dato a madonna servire, /
/ che come vedi, ancor non m' abbandona. idem, purg., 24-53
torto. idem, 270-106: morte m' ha sciolto, amor, d'ogni
: che poss'i'far, s'amor m' enduce e vole / ch'io m'
m'enduce e vole / ch'io m' innamori nel lontan paese / e se sì
'n un giorno: perch'a lui m' appiglio. lorenzo de'medici, ii-3:
ritrovo amore. tansillo, ix-600: amor m' impenna tale, e tanto in alto
: per voi sì puro laccio amor m' avinse / di salda e pura fede al
poi che non piange lui, che m' ha ferita / sì, che l'alma
, iii-529: il senso traditore ognor m' invita, / già che tesser vital si
. iacopone, 65-122: amor de te m' ha preso e'ncende con ardore.
e degli uomini. pellico, ii-24: m' andava ridicendo che se dio esiste,
passi, se l'amor proprio non m' inganna, quasi sempre dei buoni ricordi
/ io l'ho visto svoltare, e m' ha baciato / il cuore ancora con
stuolo / dell'altre ninfe, io pur m' arrischieroe, / per forza o per
cavalca, 16-2-298: e in tanto m' è venuta in amore, che innanzi
. 0. rucellai, 2-7-8-191: m' è venuto in amore di ragionare parimente
altro dì ti vidi, sì di te m' accese amore, che donna non fu
dee., 2-8 (219): m' è di tanto amore stato grazioso,
grazioso, che egli non solamente non m' ha il debito conoscimento tolto nello eleggere
idem, n-ii-748: ma s'io m' appigliassi a quello che socrate apprese da
l'amorevolezza di v. s. non m' è mai nuova, se bene ogni
tommaseo, i-318: mia zia m' accolse con quell'amorevolezza semplice che sul
in braccio avere una donna strana, m' ha più di carezze e d'amorevolezze
volta vostra così all'amorevolona, come voi m' offerite. tommaseo [s. v
mondo accolgo e il cuore / quasi m' opprime l'amorosa ressa. 2.
! s'io ti maledii, tu m' accogli più amorosa e serena. -affezionato
giorno e l'ora / che pria m' apparve il suo viso amoroso / d'alta
terra e di bitume. la terra ampelite m' è stata nuovamente portata di camiola.
strade piane: / ch'io non m' intendo di vostro anagogico. tasso, 12-673
. papini, 8-65: a scuola, m' era toccato, per un anno intero
sillogismi, come sei tu, che m' hai ridutto a parlar ancor per le regole
anatomizzano. mazzini, ii-46: non m' allungherò gran fatto ad anatomizzare le conseguenze
anca di toro, / questo voto m' adempi! manzoni, pr. sp.
. buonarroti il giovane, i-339: poi m' imbarco / nehe mie di vacchetta scarpe
, anche in me quello / che m' addolora. slataper, 1-149: mentre
. con la particella pronom. (m' anchilòso). irrigidirsi per anchilosi, perdere
sguardo / che fate quando v'encontro m' ancide. francesco da barberino, 140
52: non credo certo che voi m' ancidiate: / ma mi farete tanto
bembo, 1-25: così 'l viver m' ancide, / così la morte mi
iniqua e bella, / c'ognor m' ancide, mi difende e scampa. bandello
, iii-269: come il duol non m' ancise allor che morte / t'estinse,
, 44: questo voglio, che tu m' insegni, di seguire lo signore.
, se questa dottrina, che tu m' insegni, è dottrina antica. vasari
/ mi volsi intorno, e stretto m' accostai, / tutto gelato, alle fidate
dire anco mi sona / e ancor m' arride il tuo sorriso pio.
, ho gran discionore, / ché m' ò abandonato quel che più amaie.
torno / spesse fiate, quando amor m' accora. boccaccio, dee., 9-7
suo scoiaio. angiolieri, 63-11: m' awenne... che, partendo da
una delle vostre lettere... e m' è piaciuta oltremodo per la profondità del
andava. petrarca, 32-1: quanto più m' avicino al giorno estremo, /.
avere quando mai venisse il caso che m' innamorassi. manzoni, pr. sp
sono andati, e vadano che poco m' importa; ma gli studi, anco gli
è quella dentro all'uscio, che m' accenna? mia madre?...
. cecchi, 167: dio m' aiuti: lassami andar su, / ché
del camin retto; / vostra virtù m' induca quindi andare. dante, vita
, 28-9: peregrino en longa via assai m' è paruto andare. fiore di virtù
con tra colpi d'amor: però m' andai / secur, senza sospetto. boccaccio
vi-1-344 (39-14): l'umiltà tua m' ha sì rimossa, / che giammai
/ non far vendetta di quel che m' hai fatto, / credo m'impiccherei
che m'hai fatto, / credo m' impiccherei. ariosto, 11-79: né però
i-75: prima di prender altra faccenda, m' è uopo andar fuori di questa delle
. caro, i-235: io non m' assicuro d'andarli innanzi. vedi come
mi siete andato dattorno, che voi m' avete fatto rompere il mio proponimento.
in quel giornale qualcosa, che non m' andava a verso troppo. idem, i-207
e un attento esame del genere umano m' ha indotto a pensare. tommaseo-rigutini,
quando la non mi piacesse e non m' andasse a sangue e non mi paresse bella
perduto nel logorio delle dinastie intellettuali. m' attaccherò a quello e mi salverò, mentre
vi passai; ché né l'incendio m' arse, / né dal ferro mi fu
di quell'andare monotono... m' awidi che una nuvola moveva verso le
tu per la gola che non solamente m' hai rubato e giucato il mio, ma
, per santa maria, / tu m' udirai e dimorrai con meco, /
e 'l tempo andato / l'ora m' appressa perché gli occhi chiuda. marmitta,
di quella buia casaccia... m' avea fatto salire al settimo cielo.
chiarore sanguigno. papini, 8-9: m' inoltravo nell'andito lungo e tenebroso che
1-96: molte sue schede... m' hanno somministrato le seguenti notizie, parte
spero il porto, / il naufragio m' attende, / alfin colà trepidamente arrivo.
tuo desio, / a questo anello m' addomanderai. / ma non manifestar la gioia
nato / e hame recomparato, d'amor m' ha messo anello. ariosto, 37-63
1-2-147: sicché a un'angiolella tu m' assembri. bembo, 1-171: la
, in sul spuntar de l'alba / m' apparve un coro de la vostra gente
lieto aprile... / quando m' apparve donna assai simile / ne la sua
. angelicare, rifl. (m' angelico, pangèlichi). divenire simile
bianchissima. idem, 49-14: secondo detto m' hai ora, m'avviso / che
: secondo detto m'hai ora, m' avviso / che ella è sì d'ogni
/ per sottil velo da'sensi, m' appar. nievo, 573 = pareva
attrista. rosa, 162: quel che m' ange e mi spaventa, / chi
2-2-122: s'io fuggo un duol che m' ange, / tosto avventar mi sento
angolare. ojetti, i-818: adesso m' appoggio tutto... contro la
era, e quella angoscia / che m' avacciava un poco ancor la lena, /
poco ancor la lena, / non m' impedì l'andare a lui. idem,
la porta... io che m' avvisai subito che non poteva esser altri che
... / cose che sì m' angoscian duramente / che per men pena la
: e amo solo lei, che m' odia a morte: / dolor più ch'
tu guardi i nostri figli così che m' empie il cuore d'angoscioso dolore, come
umidi pianti, e d'angosciosi / sospir m' ingombri. d'annunzio, iv-2-903:
: pregote, deo beato, che m' aiuti al passaio, / ché m'ha
che m'aiuti al passaio, / ché m' ha sì empaurato, menacciato del viaio
, in un'angusta / oscura valle m' internai. idem, pr. sp.
sorriso. idem, iii-400: mia zia m' accolse con quell'amorevolezza semplice che sul
che novità è oggi che nell'anima m' è venuta? 11.
buoi che vanno a giogo, / m' andava io con quell'anima carca,
quell'urlo d'anima in pena m' è rimasto nelle pieghe del cervello con
(629): anche qui dio m' ha sempre assistita,... ho
vivo. bembo, 7-2-215: io m' era doluto fino all'anima della prima
la bon'anima di quella creatura che m' è morta dalla disperazione. -avere cura
! quando torno al loco, o m' awicino, / ove fui sì congiunto e
noioso, ch'io vi racconti quel che m' è avvenuto quest'anno ad artimino,
animale... -mi piace quel che m' hai detto d'aristotele, de l'
marino, 216: mentre parla, / m' offre del labro l'animata rosa.
boccaccio, v-212: ben veggio come tu m' ami: ben sarei cieca se io
: ben sarei cieca se io non m' accorgessi che altri t'è all'animo
non so s'tu 'l sai, ei m' ha mal animo. panzini, ii-57
., 3-1 (273): io m' ho più volte messo in animo.
: una parte della novella della reina m' ha fatto mutare consiglio di dime una che
consiglio di dime una che all'animo m' era, a doverne un'altra dire.
dee., 1-5 (98): m' è caduto nell'animo, donne mie
10 avevo scritto al riccardino, e m' ero scordato di fargli animo a far
a uno tiranno prudente, quando non m' ha per inimico, vorrei più presto
opera. tansillo, ix-600: amor m' impenna l'ale, e tanto in alto
poliziano, st., 2-43: e m' infiammasti, come a suon di tube
d'amore ». ojetti, ii-351: m' assaporo a un banchetto del borgomastro l'
di uomini doviziosi. idem, ii-2-432: m' asterrò dall'orazione storica, e verrò
: e se [il vino] m' annebbia il guardo, arde la faccia,
. giusti, i-193: se qui m' arrostisce il caldo, là m'annebbia
se qui m'arrostisce il caldo, là m' annebbia l'uggia ed io credo la
e il senso de la vita / m' annebbia; e pur ne libo una dolcezza
mare, altura del tuo abisso / m' ha cercoscritto a volerme annegare! dante,
il pensier mio: / e il naufragar m' è dolce in questo mare. carducci
io veggo; e, se nel ciel m' affiso, / de la mia cura
si potesse tentare di tradurla in fatti m' anneriva l'anima. 3. figur
, 53: amor iesù, in te m' annida. alamanni, 7-i-289: solo
annide, / il mio fiero tiranno ognor m' è appresso. bruno, 108:
, / peregrino ricerco, ov'io m' annidi. trivulzio, iii-240: e chi
suol recar conforto al petto / or m' accende la sete, e a poco a
che in me s'annidasse questa furia che m' investe. tommaseo, i-170: minuta
in questo mondo è 'l bene in cui m' ani- dolo. annientaménto,
in me s'annidasse questa furia che m' investe, m'arde, mi annienta,
annidasse questa furia che m'investe, m' arde, mi annienta, eppur non
da'duo begli occhi, che legato m' hanno; / e benedetto il primo dolce
, / ma ti sentivo accanto, / m' avresti consolato... -anzi
uomo. petrarca, i-2-56: padre m' era in onore, in amor figlio,
a. pucci, ix-402: a noia m' è, e però lo riprendo, /
la minor parte / de la beltà che m' have il cor conquiso. -anno
me fatto avevo. tasso, 1-68: m' è paruto mill'anni ch'essi abbiano
: cieco amor /... / m' annodasti / e cieco m'ingannasti;
. / m'annodasti / e cieco m' ingannasti; / or che vo sciolto,
: il momento / che ad aristea m' annodi, / megacle, di'non ti
. annocciolare, rifl. (m' annòcciolo). raccogliersi a forma
romba. alamanni, 4-1-200: voi m' annodaste al core, / donna gentil,
non riesco [a] scrivere sillaba che m' annoi, o che mi rimproveri di
tremil'anni: / vecchio maggio, m' annoi. idem, ii-9-216: ma io
/ -e 'l resto arai, come m' arai guarita, / e tutti ti saranno
seneca volgar. [crusca]: annoverare m' insegna l'arisme- tica, e all'
abbia resa tanta gente malcontenta, come m' accennate. cuoco, 1-119: una legge
, 93-10: succurre, maddalena: ionta m' è adosso piena: / cristo figlio
. disse: « veramente divina voce m' ha i miei danni annunziati ».
serva se mia madre c'è; m' annunzii; ma adagio, non la spaventi
la primavera, / e i rusignuoli m' annunzino il dolce maggio. rajberti,
baretti, i-236: un anonimo però m' avvertì ieri con un suo biglietto che
spero il porto, / il naufragio m' attende, / alfin colà trepidamente arrivo.
ii-740: e un'ansia repentina il cor m' assalse / per l'appressar dell'umido
ansietate. arrighetto, 217: la ansietade m' è cibo, le lagrime beveraggio,
più intime fibre. sbarbaro, 3-23: m' occupa allora un puerile, un vago