15. vezzegg. attùccio: vezzo, lezio, mossetta. poliziano, 189:
/ non rispondevan più se non per lezio. pulci, vi-163: ho caro
. lèzia, v. lezio. lezièro e deriv.
= etimo incerto: probabile alteraz. di lezio * leggìo 'per la simiglianza della
, carino, -fece lei con un lezio improvviso che disgustò siro, - non
il reagente che scopre e denuncia il lezio, la pretesa, la compiacenza.
salvini, vii-558: oggi le dame per lezio, con vocabolo romanesco, dicono '
gesto sdolcinato, stucchevole; moina, lezio. allegri, 201: un mastin
s. v.]: 'morimeo': lezio, smanceria... pare una
squisita e accurata pulitezza priva d'ogni lezio. -non ben chiuso o sistemato (
10. dial. smanceria, lezio, vezzo (ed è proprio dell'
. v.]: 'novella': lezio, smanceria, modo pieno di mollezza e
il reagente che scopre e denuncia il lezio, la pretesa, la compiacenza.
garba: / ribobolo vizzito / sa di lezio e stantio, e come rima