dall'avidità della fame. idem, iv-2-57 : ella divorava le frutta, gittandane
persona, siccome traditori. petrarca, iv-2-57 : e quel, che volse a dio
assai dell'usato. d'annunzio, iv-2-57 : era un pomeriggio clemente di marzo,
: eran cinquantaquattro. d'annunzio, iv-2-57 : ziza si levò dalla camicia una
incolte le capigliature]. d'annunzio, iv-2-57 : godeva d'affermarsi alle criniere incolte
paventano / gl'insidiator. d'annunzio, iv-2-57 : al muoversi degli acini una gallina
impedire i movimenti. d'annunzio, iv-2-57 : quando la preda [una gallina]
ne poteva più. d'annunzio, iv-2-57 : tirò a sé il filo con uno
giacciono all'aria. d'annunzio, iv-2-57 : le galline, senza sospetto,
portata delle sue mani. d'annunzio, iv-2-57 : a scuòtere (ant.
e i monti assorda. d'annunzio, iv-2-57 : a un albero di mandorlo ziza
una culla). d'annunzio, iv-2-57 : non si udiva che il tentennare eguale
o posizione posteriore. petrarca, iv-2-57 : ma chi fé l'opra, gli
addio per sempre. d'annunzio, iv-2-57 : godeva d'afferrarsi alle criniere incolte,
a un animale. d'annunzio, iv-2-57 : tirò a sé il filo con uno